Gazzetta n. 135 del 13 giugno 2006 (vai al sommario)
MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI
DECRETO 10 maggio 2006
Ripartizione delle risorse tra le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano, per l'annualita' 2004-2005.

IL DIRETTORE GENERALE
per le politiche per l'orientamento
e la formazione
Visto la legge 21 dicembre 1978, n. 845, che disciplina le competenze statali in materia di formazione professionale;
Visto l'art. 9, commi 3 e 7 della legge n. 236 del 19 luglio 1993, «Interventi urgenti a sostegno dell'occupazione»;
Visto l'art. 25 della legge 21 dicembre 1978, n. 845, come modificato dall'art. 9 della legge n. 236 del 19 luglio 1993 che istituisce il Fondo di rotazione per l'accesso al Fondo sociale europeo;
Vista la legge 14 gennaio 1994, n. 20, recante «Disposizioni in materia di giurisdizione e controllo della Corte dei conti»;
Visto l'art. 17 della legge n. 196 del 24 giugno 1997 recante «Norme in materia di promozione dell'occupazione»;
Visto il regolamento CE n. 68 del 12 gennaio 2001, relativo all'applicazione degli articoli 87 e 88 del trattato CE agli aiuti destinati alla formazione;
Visto il regolamento CE n. 69 del 12 gennaio 2001, relativo all'applicazione degli articoli 87 e 88 del trattato CE agli aiuti di importanza minore («de minimis»).
Tenuto conto delle indicazioni del Comitato di indirizzo per le azioni di formazione continua, di cui all'art. 9 della legge n. 236 del 19 luglio 1993, riunitosi in date 9 marzo 2006 e 8 maggio 2006;
Considerata la necessita' di migliorare l'efficacia degli interventi e l'efficienza nell'utilizzo delle risorse pubbliche, riducendo i tempi di erogazione al beneficiario finale;
Tenuto conto che le imprese hanno la facolta' di aderire ai Fondi paritetici interprofessionali per la formazione continua costituiti ai sensi della legge n. 388/2000 e successive modificazioni;
Considerata l'opportunita' che le regioni individuino specifiche priorita' rispetto alle esigenze del proprio territorio attraverso obiettivi quantificabili;
Decreta:
Art. 1.
1. Allo scopo di sostenere le iniziative a favore dei lavoratori, per aggiornare ed accrescere le loro competenze, e a favore delle imprese, per svilupparne la competitivita', nel rispetto delle normative indicate nella premessa, vengono ripartite tra le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano risorse pari a euro 143.657.020,00 (annualita' 2004 e 2005), cosi' come riportato nella seguente tabella. Regioni/province autonome |Euro Valle d'Aosta.... |272.622,12 Piemonte.... |11.209.515,33 Lombardia.... |29.006.110,95 Liguria.... |3.419.365,74 Trento.... |1.181.301,29 Bolzano.... |1.306.513,55 Veneto.... |12.931.339,27 Friuli-Venezia Giulia.... |3.139.017,49 Emilia-Romagna.... |11.415.913,45 Toscana.... |8.588.148,76 Umbria.... |1.857.583,13 Marche.... |3.581.614,54 Lazio.... |11.802.220,11 Abruzzo.... |3.563.213,58 Molise.... |719.857,69 Campania.... |12.562.254,61 Puglia.... |8.839.983,63 Basilicata.... |1.295.415,89 Calabria.... |3.574.691,95 Sicilia.... |9.510.648,31 Sardegna.... |3.879.688,60 Totale . . . |143.657.020,00
I nove decimi sono ripartiti sulla base della distribuzione percentuale dei lavoratori dipendenti attribuibili al settore privato. Il restante decimo viene ripartito tra le regioni e le province autonome che hanno un tasso di occupazione inferiore alla media nazionale, sulla base del criterio precedente (Dati Istat - Forze di Lavoro, Media 2004). 2. L'onere di cui al presente articolo fa carico al capitolo 7031 del Bilancio del Fondo di rotazione per la formazione professionale e l'accesso al Fondo sociale europeo di cui all'art 9 della legge n. 236 del 19 luglio 1993, esercizio finanziario 2006.
 
Art. 2.
1. Le regioni e le province autonome, attraverso la concertazione con le parti sociali, realizzata secondo le procedure previste da ciascuna amministrazione e favorendo il coinvolgimento delle organizzazioni sindacali e datoriali maggiormente rappresentative a livello nazionale, ripartiscono le risorse di cui all'art. 1, tra le seguenti modalita' di intervento:
a) finanziamento di:
piani formativi aziendali, territoriali, settoriali e individuali concordati tra le parti sociali;
voucher aziendali definiti nell'ambito di accordi quadro stipulati dalle parti sociali e destinati prioritariamente alle imprese con meno di 15 dipendenti.
Nelle procedure di evidenza pubblica, di cui al successivo art. 4, le regioni e le province autonome, in accordo con le parti sociali, definiscono gli ambiti prioritari di intervento cui destinare i finanziamenti. Tali ambiti possono essere riferiti a specifiche tipologie di lavoratori e di imprese, a specifici settori, territori, filiere produttive, aree distrettuali oppure ad altri ambiti scelti in base ad esigenze peculiari. Le regioni e le province autonome, fissano i propri obiettivi in termini quantitativi;
b) finanziamento di iniziative formative a domanda individuale (sotto forma di concessione di voucher) destinate a tutti i lavoratori delle imprese private assoggettate al contributo di cui all'art. 12 della legge n. 160 del 3 giugno 1975, cosi' come modificato all'art. 25 della Legge Quadro sulla formazione professionale n. 845 del 21 dicembre 1978 e successive modificazioni.
Nelle procedure di evidenza pubblica di cui al successivo art. 4, le regioni e le province autonome, in accordo con le parti sociali, definiscono le priorita' e i destinatari dei voucher individuali, con riferimento prioritario alle seguenti tipologie:
lavoratori inseriti nelle tipologie contrattuali previste dal Titolo V, dal Titolo VI e dal Titolo VII - Capo I - del decreto legislativo n. 276 del 10 settembre 2003. In tal caso il voucher deve essere richiesto nel periodo in cui il lavoratore e' occupato con una delle tipologie contrattuali richiamate e deve essere utilizzato entro dodici mesi dalla sua concessione;
lavoratori di qualsiasi impresa privata con eta' superiore ai 45 anni;
lavoratori di qualsiasi impresa privata in possesso del solo titolo di licenza elementare o di istruzione obbligatoria.
Per facilitare l'utilizzo dei voucher e per favorire l'accesso ad una offerta formativa qualificata, le regioni e le province autonome predispongono idonei strumenti informativi e di supporto all'utenza.
 
Art. 3.
1. Le amministrazioni regionali e le province autonome, nella programmazione degli interventi di cui al presente decreto, favoriscono l'integrazione con quanto realizzato con le omologhe azioni cofinanziate dal Fondo sociale europeo e dai Fondi paritetici interprofessionali per la formazione continua, ex art. 118 legge n. 388 del 23 dicembre 2000 e successive modificazioni ed integrazioni.
2. Le amministrazioni regionali e delle province autonome promuovono e garantiscono in tutte le diverse tipologie di azione l'attuazione del principio delle pari opportunita'.
 
Art. 4.
1. Le regioni e le province autonome provvedono a predisporre specifiche procedure di evidenza pubblica nel cui ambito, oltre a quanto indicato nell'art. 2, viene prevista:
l'indicazione dei soggetti presentatori, attuatori e destinatari (imprese e lavoratori);
l'indicazione delle modalita' di selezione delle iniziative;
il rispetto delle regole comunitarie in materia di aiuti di Stato (Regolamenti della C.E. n. 68 del 12 gennaio 2001 e 69 del 12 gennaio 2001).
2. Nell'applicazione dei regolamenti (CE) n. 68 del 12 gennaio 2001 relativo agli aiuti destinati alla formazione e n. 69 del 12 gennaio 2001 sugli Aiuti di importanza minore (de minimis), permane l'obbligo di cofinanziamento a carico delle imprese in misura non inferiore al 20% come previsto dall'art. 9, comma 3, della legge del 19 luglio 1993, n. 236, fatti salvi eventuali altri regimi specifici autorizzati dalle autorita' comunitarie.
3. Per quanto riguarda le risorse destinate ai Piani formativi e ai voucher aziendali, le regioni e le province autonome trasmettono al Ministero del lavoro e delle politiche sociali - Direzione generale politiche per l'orientamento e la formazione, Divisione V - l'atto deliberativo dell'organo competente relativo agli impegni giuridicamente vincolanti, a seguito del quale si procede alla liquidazione delle risorse impegnate.
4. Per quanto riguarda le risorse destinate alle iniziative formative a domanda individuale, le regioni e le province autonome trasmettono al Ministero del lavoro e delle politiche sociali - Direzione generale politiche per l'orientamento e la formazione, Divisione V, l'atto deliberativo dell'organo competente relativo all'avvio delle specifiche procedure di evidenza pubblica, a seguito del quale si procede alla liquidazione delle relative risorse.
5. Le risorse non erogate entro 24 mesi vengono disimpegnate e riattribuite sulla base di criteri da stabilire con il coordinamento delle regioni.
 
Art. 5.
1. Le regioni e le province autonome inviano al Ministero del lavoro e delle politiche sociali, entro il 30 luglio di ogni anno, i dati di monitoraggio relativi agli interventi formativi finanziati ai sensi del presente decreto. I dati vengono raccolti sulla base di schede di monitoraggio elaborate dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali in accordo con le regioni e le province autonome e con la collaborazione dell'ISFOL. Le schede di raccolta dei dati sono elaborate con l'obiettivo di costruire progressivamente un sistema di monitoraggio coerente con le diverse filiere della formazione continua.
2. Il Ministero del lavoro e delle politiche sociali mette a disposizione, per le amministrazioni che lo richiedano, un'attivita' di assistenza tecnica da parte dell'ISFOL, finalizzata a sostenere l'operativita' delle regioni e delle province autonome per quanto riguarda gli adempimenti previsti nel presente decreto. Per il finanziamento di specifiche iniziative di assistenza e supporto da realizzare a livello locale, le amministrazioni potranno destinare fino ad un massimo del 5% delle risorse di cui all'art. 1 del presente decreto.
3. Il monitoraggio di cui al primo comma del presente articolo costituisce una delle fonti informative utili alla costruzione del rapporto annuale redatto dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali in attuazione dell'art. 66, comma 3 della legge n. 144 del 17 maggio 1999.
Roma, 10 maggio 2006
Il direttore generale: Marincioni
 
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