| Con decreto 29 novembre 2005 e' conferita la seguente ricompensa: Croce di bronzo al Merito dell'Esercito
 Al  Col.  Carlo Frigo, nato il 28 settembre 1950 a Rimini, con la seguente motivazione:
 «Capo   della   divisione  logistica  del  Headquarters  KFOR  4, nell'ambito  dell'operazione «Joint Guardian» in Kosovo, ha svolto il proprio  incarico  con  straordinario  impegno e non comune senso del dovere.
 In particolare, si e' distinto per la competenza e la perizia con cui  ha pianificato e diretto le attivita' per il trasferimento delle competenze  del  Centro  di  coordinamento  dei trasporti del settore ferroviario,  dal distaccamento del Genio ferrovieri italiano di KFOR alle  ferrovie  di  Unmik,  superando  difficolta'  organizzative  ed esecutive di notevole complessita'.
 Chiaro esempio di ufficiale di rango, con straordinario senso del dovere  e  spirito  di  sacrificio,  ha  contribuito ad accrescere il prestigio   della   Forza   armata   e   dell'Italia   nel   contesto internazionale» - Pristina (Kosovo), 30 marzo 2001.
 Con decreto 29 novembre 2005 e' conferita la seguente ricompensa:
 Croce di bronzo al Merito dell'Esercito
 Al  Col.  Maurizio  Boni, nato il 22 maggio 1960 a Vicenza con la seguente motivazione:
 «Military   Assistant   del   Comandante   italiano   nell'ambito dell'operazione  «Joint  Guardian»  in  Kosovo,  ha svolto il proprio incarico   con  eccezionale  impegno,  altissima  professionalita'  e spiccato senso del dovere, garantendo in ogni circostanza un costante flusso  informativo  tra  il  Comandante e le unita' dipendenti ed il necessario collegamento con gli organi nazionali.
 La  sua  azione e dedizione sono state di fondamentale importanza per  l'efficacia  e l'efficienza del sistema di comando e controllo e per il successo della missione.
 In   particolare,  in  un  ambiente  caratterizzato  da  violenza interetnica,   degrado   sociale,   attivita'   sovversiva  e  aperta ostilita',  incurante  dei  rischi  e  dei  disagi, ha contribuito in maniera   determinante  al  successo  di  varie  operazioni  tendenti all'arresto  di  criminali  ed  estremisti ed alla salvaguardia della sicurezza personale del Comandante sottoposto a minacce terroristiche ed  estremiste.  Ha  coordinato  con  efficacia  e  grande competenza professionale   i   team  di  «Close  Protection»,  le  comunicazioni classificate,  i  trasporti  aerei e di superficie ed il collegamento con gli organi di polizia e giustizia internazionali. Si e', inoltre, impegnato nel mantenimento di delicati e spesso problematici contatti con  le  altre organizzazioni internazionali presenti in teatro e con le   Forze   armate   dei  Paesi  balcanici  limitrofi,  riuscendo  a guadagnarsi  la  fiducia degli interlocutori e agevolando, in maniera eccezionale, l'azione politico-militare del Comandante di KFOR.
 Chiaro  esempio di ufficiale che, in possesso di altissime virtu' militari   e   di   eccellenti   doti   professionali,  ha  suscitato l'ammirazione  e l'incondizionato apprezzamento del Comandante, dello staff  multinazionale  e  delle unita' dipendenti e ha contribuito ad accrescere il prestigio della Forza armata e dell'Italia nel contesto internazionale» - Pristina (Kosovo), 25 marzo 2003 - 3 ottobre 2003.
 Con  decreto  del  Presidente  della Repubblica 13 aprile 2006 e' conferita la seguente ricompensa:
 Medaglia d'oro al Valore dell'Esercito
 Al  Caporal Maggiore Scelto Giacomo Patti, nato il 27 luglio 1979 a Palermo, con la seguente motivazione:
 «Comandante  di  squadra  fucilieri,  inquadrata nella Task Force "Antica  Babilonia"  in  Iraq,  attraversava  di slancio il ponte sul fiume   Eufrate  che  costituiva  l'obiettivo  della  sua  compagnia, rispondendo con l'armamento di bordo del proprio veicolo cingolato al violento fuoco delle milizie avversarie.
 Assicurata  sulla  sponda  del fiume una posizione che agevolasse l'immissione  di  un  altro  plotone, operava con coraggio e tenacia, esponendosi  con  il  proprio  veicolo  per consentire al resto della propria unita' di sistemarsi a difesa.
 Benche'  piu'  volte  in  palese difficolta' a causa dei ripetuti inceppamenti  dell'armamento  di  bordo  causati  dall'intenso  fuoco erogato,   si  prodigava  per  riportare  in  efficienza  l'arma  che manovrava personalmente.
 Rincuorava  inoltre i sottoposti, incitandoli con l'esempio e con la parola a mantenere le posizioni.
 Riusciva  cosi' a resistere per circa 14 ore, fino al termine dei combattimenti, contribuendo in maniera determinante al pieno successo dell'azione senza subire alcuna perdita.
 Magnifico   graduato,   esempio  di  altissima  professionalita', indomito  coraggio  e  profondo  attaccamento  ai propri uomini» - An Nasiriyah (Iraq), 6 aprile 2004.
 Con  decreto  del  Presidente  della Repubblica 13 aprile 2006 e' conferita la seguente ricompensa:
 Medaglia d'oro al Valore dell'Esercito
 Alla  Bandiera  del  18°  Reggimento Bersaglieri, con la seguente motivazione:
 «Reggimento  inserito  nella  Joint Task Force - Iraq nell'ambito dell'operazione  "Antica  Babilonia",  operava per circa quattro mesi nella  provincia  di  Dhi  Quar, nel periodo iniziale e piu' delicato dell'intervento del contingente militare italiano.
 Durante  tutto  il  periodo  di  permanenza  nel complesso teatro d'operazioni,  gli  uomini e le donne del 18° Reggimento Bersaglieri, incuranti della situazione di concreto pericolo, si distinguevano per incredibile  slancio e solidarieta' manifestati nell'assolvimento dei molteplici   compiti   connessi  con  la  sicurezza  ed  il  sostegno umanitario della popolazione, contribuendo in maniera elevatissima ad alleviarne le sofferenze.
 In  una  situazione  di generale pericolo e di grande incertezza, caratterizzata   da  estreme  condizioni  climatiche  ed  ambientali, nonche'  dall'accesa  contrapposizione tra il potere tribale e quello politico religioso, i bersaglieri operavano con consapevole coraggio, incondizionato   impegno,  straordinario  spirito  di  sacrificio  ed eccezionale abnegazione per garantire il buon esito dell'operazione.
 Con generoso slancio gli ufficiali, i sottufficiali ed i graduati del 18° Reggimento superavano i pericoli e le difficolta' determinati dal  fortissimo  degrado  ambientale, dalle azioni della criminalita' locale  e  dalle  numerose lotte tribali, reagendo in ogni situazione con  tempestivita'  e  determinazione,  mettendo  in luce l'altissimo livello di efficienza, nonche' il valore e la ferma determinazione di tutti i suoi effettivi.
 In  tale  contesto,  agivano,  in  ogni circostanza, con costante equilibrio,   elevata   professionalita'   e   non  comune  senso  di responsabilita',  guadagnando  sul campo la fiducia delle popolazioni di  An  Nasiriyah,  Ash  Shatrah, Ad Dawwayah, Al Garraf, An Nasr, Ar Rifah, Qual at Sukkar e Al Fajr, principali centri urbani, e di tutti i villaggi presenti nell'area di responsabilita' assegnata, riuscendo a  creare,  con  la  loro  presenza vigile, attenta e determinata, un senso di sicurezza da tempo perduto.
 L'incessante  impegno nel sostegno, umanitario, il salvataggio di vite  umane,  la prevenzione delle attivita' criminose della malavita locale,  il  sequestro di ingenti quantita' di armi, sistemi d'arma e di  munizioni  di  vario  calibro,  il  contributo  alla salvaguardia dell'ordine  e  della  legalita',  mettevano in luce le straordinarie capacita'  e le eccezionali doti di solidarieta' degli uomini e delle donne  del  18° Reggimento, che assolvevano una funzione determinante per il ripristino delle normali condizioni di vita in Iraq.
 Fulgido  esempio  di  unita', fortemente motivata e coesa, che ha evidenziato   nei  suoi  bersaglieri  elevatissima  professionalita', concreta  saldezza  morale,  consapevole  coraggio  ed elevate virtu' militari,  elevando  significativamente  il prestigio dell'Italia nel contesto  internazionale»  -  An Nasiriyah (Iraq), 22 giugno 2003 - 7 ottobre 2003.
 Con  decreto  del  Presidente  della  Repubblica 5 aprile 2006 e' conferita la seguente ricompensa:
 Medaglia d'argento al Valore dell'Esercito
 Al  Capitano Donato Lo Russo, nato il 16 maggio 1970 a Conversano (Bari) con la seguente motivazione:
 «Ufficiale  osservatore  nell'ambito  della missione ONU-UNMEE in Etiopia/Eritrea, avuto notizia di un'esplosione causata da un ordigno di  origine  sconosciuta  in  un'area  non  bonificata  situata nelle vicinanze   della   localita'   dove  prestava  servizio,  si  recava immediatamente   sul   luogo  dell'incidente.  Resosi  conto  che  la detonazione aveva coinvolto due giovani del luogo, e nonostante fosse consapevole  della  concreta  possibilita'  di  nuove esplosioni, con assoluto  sprezzo del pericolo entrava senza indugio alcuno nell'area e,  constatato che uno dei due giovani era malauguratamente deceduto, si  prodigava con tutte le sue forze nel prestare soccorso al giovane ancora in vita, dapprima tamponandogli le ferite degli arti dilaniati e   successivamente  trasportandolo  al  di  fuori  dell'area  minata salvandogli  la vita, grazie al proprio coraggio e alla tempestivita' dell'intervento.
 Chiaro esempio di giovane ufficiale dalle elette virtu' militari, che,  in  nome  di  un  piu'  alto ideale di solidarieta', ponendo ad estremo  rischio  la  propria  vita,  ha  esaltato  le  tradizioni di generoso   altruismo  che  caratterizzano  il  personale  alle  armi, splendido  patrimonio dell'Esercito italiano» - Shilalo (Eritrea), 1° febbraio 2003.
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