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| Gazzetta n. 125 del 31 maggio 2006 (vai al sommario) |  | MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE E FORESTALI |  | DECRETO 16 maggio 2006 |  | Adozione del «Codice di buone pratiche vitivinicole». |  | 
 |  |  |  | IL MINISTRO DELLE POLITICHE AGRICOLE E FORESTALI 
 Visto  il  regolamento  CE  n.  1493/99 del Consiglio del 17 maggio 1999, relativo all'organizzazione comune del mercato vitivinicolo;
 Visto  il regolamento CE n. 466/2001 della Commissione del 16 marzo 2001   modificato,   da  ultimo,  dal  regolamento  CE  123/2005  del 26 gennaio   2005,   che   stabilisce  i  tenori  massimi  di  taluni contaminanti presenti nelle derrate alimentari;
 Vista  la  legge  15 gennaio  2003,  n. 26, con la quale il Governo italiano   ha  ratificato  l'Accordo  istitutivo  dell'Organizzazione internazionale della vigna e del vino del 3 aprile 2001, sottoscritto a Parigi;
 Visto  il  decreto ministeriale del 7 aprile 2000 (pubblicato nella Gazzetta  Ufficiale n. 97 del 27 aprile 2000) con il quale sono state definite   le  linee  guida  nella  produzione  vitivinicola  per  la prevenzione della potenziale contaminazione da micotossine;
 Vista  la  risoluzione  OIV  viti-oeno  1/2005  adottata  nel corso dell'Assemblea  generale  OIV  tenutasi  a Parigi il 24 ottobre 2005, concernente  il «Codice di buone pratiche vitivinicole» per prevenire e limitare al massimo la presenza d'ocratossina nei prodotti derivati dalla vite;
 Considerata  la  necessita' di fornire agli operatori della filiera vitivinicola,   nel  rispetto  dell'obbligo  di  attuare  un  sistema d'autocontrollo  imposto  dalla  normativa vigente, utili indicazioni per una corretta gestione dei possibili rischi di contaminazione;
 Ritenuto  di  sostituire  le  linee  guida  definite con il decreto ministeriale  7 aprile  2000 citato al fine di adottare il «Codice di buone   pratiche  vitivinicole»  e  di  avvalersi  delle  indicazioni contenute  nella  risoluzione  O.I.V. citata, in considerazione delle ricerche condotte in materia nell'ambito dell'O.I.V.;
 Decreta:
 
 Art. 1.
 1.  Al  fine di prevenire la presenza di Ocratossina A nei prodotti vitivinicoli  e'  adottato il «Codice di buone pratiche vitivinicole» le cui indicazioni sono contenute nell'allegato 1 al presente decreto e ne costituiscono parte integrante.
 2.  E'  abrogato il decreto ministeriale 7 aprile 2000 citato nelle premesse.
 Il  presente  decreto  verra'  pubblicato  nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana.
 Roma, 16 maggio 2006
 Il Ministro: Alemanno
 |  |  |  | Codice  di  buone  pratiche  vitivinicole per prevenire e limitare al massimo la presenza d'ocratossina A nei prodotti derivati dalla vite. 
 Premessa.
 L'ocratossina  A,  di  seguito  denominata OTA, appartiene ad una classe  di contaminanti naturali ambientali denominata «micotossine». Le   micotossine   sono   metaboliti  secondari  prodotti  da  funghi filamentosi  microscopici che possono essere presenti nell'ambiente e nelle  derrate  alimentari.  In  particolare,  la  formazione  di OTA sull'uva  e' dovuta principalmente alla contaminazione degli acini da alcune   specie  di  muffe  e  alcuni  loro  ceppi  che  appartengono essenzialmente  ai  generi Aspergillus (in particolare alle specie A. carbonarius  e  in misura minore ad A. niger), che si puo' sviluppare specie nella fase di maturazione delle uve.
 La  presenza  e  la  diffusione  di  tali  funghi  nei vigneti e' influenzata  da  fattori  climatici e ambientali, dalle condizioni di umidita'   notturna   dell'uva,   dalla  forma  dei  grappoli,  dalla sensibilita'  delle  varieta'  di  vite, dal livello di arieggiamento intorno  ai grappoli, dallo stato sanitario delle uve e dalle lesioni degli  acini,  che  sono  la  principale  via  d'attacco  dei  funghi produttori di OTA.
 Le  suddette raccomandazioni sono basate sulle conoscenze attuali e  potranno  essere  aggiornate in funzione delle ricerche in corso o future.
 Le  misure preventive sono principalmente effettuate nel vigneto, mentre quelle in cantina hanno soltanto un effetto correttivo. Interventi in vigneto.
 Si raccomanda di applicare, nelle regioni viticole con condizioni climatiche  favorevoli  alla  formazione  di  OTA,  tutte  le  misure preventive  al  fine  di ridurre i rischi che favoriscono la comparsa delle muffe tossinogene sull'uva, nelle seguenti fasi di costituzione e coltivazione del vigneto: 1. Impianto del vigneto.
 Favorire  l'impianto  del  vigneto in zone ben areate evitando le situazioni ambientali piu' umide.
 Costituire  vigneti  con  una  disposizione  di  piantagione e un sistema di allevamento adeguati al fine di:
 facilitare le operazioni colturali;
 predisporre adeguatamente i grappoli al di sopra dei suolo,
 assicurare una buona protezione fitosanitaria,
 limitare i rischi di scottature del sole sugli acini,
 favorire una maturazione uniforme dell'uva.
 Costituire  parcelle omogenee (varieta', cloni) per facilitare le operazioni    colturali,    assicurare    una   migliore   protezione fitosanitaria e ottenere una uniforme maturazione dell'uva. 2. Scelta del materiale vegetale.
 Scegliere  portainnesti  meno  vigorosi  e  varieta' di vite meno sensibile allo sviluppo di muffe e di marciumi dell'uva.
 Scegliere,  tra le varieta', i cloni o i biotipi piu' adatti alle condizioni  pedoclimatiche  delle  specifiche  zone di coltura e meno sensibili allo sviluppo di muffe e di marciumi, in particolare quelli che si caratterizzano per grappoli poco compatti. 3. Tecniche di coltura.
 Applicare  tecniche  agronomiche  utili  a favorire gli equilibri foglie/frutta  della  vite  e  ridurre  gli  eccessi  di  vigore,  in particolare evitando l'apporto non appropriato di concime azotato.
 Favorire  la  copertura  del suolo con erba o sostanze organiche; evitare   lavorazioni   del   terreno  tra  l'inizio  della  fase  di maturazione  delle uve e la vendemmia, per impedire che particelle di terra e di funghi finiscano sull'uva.
 Favorire  una  disposizione  ordinata dei grappoli per evitare il loro ammassamento.
 Se   e'   necessario  irrigare,  farlo  nel  modo  piu'  regolare possibile,  per  evitare  che  gli  acini  scoppino  e  che compaiano fenditure  sulla  buccia,  fonti  di penetrazione e di sviluppo delle muffe soprattutto nelle regioni calde.
 Fatte  salve  le norme in materia di prestazioni viniche, evitare di  utilizzare la vinaccia contenente funghi tossinogeni come concime nei vigneti. 4. Protezione fitosanitaria.
 Sfoltire  le  foglie della vite vicino ai grappoli, tenendo conto del rischio di bruciature dal sole. Questa operazione deve permettere di  aerare  al massimo i grappoli; essa e' particolarmente necessaria in  condizioni  climatiche  calde  ed  umide  durante  la maturazione dell'uva.
 Evitare  le  lesioni  sugli  acini  e le alterazioni della buccia causate dalle malattie, insetti, fitotossicita', bruciature da sole.
 Applicare  piani  di protezione della vite che mirano a garantire il  controllo delle malattie crittogamiche pericolose per la qualita' dell'uva (oidio, marciume acido).
 Prevenire  gli attacchi delle tignole dell'uva, delle cocciniglie e  delle cicaline pruinose che favoriscono lo sviluppo di muffe sugli acini  danneggiati;  la  lotta  contro  questi  parassiti deve essere condotta  in  base  alla  loro  biologia  e  i  rischi  epidemici; in condizioni  di rischio d'attacco elevato, i trattamenti devono essere effettuati  preventivamente  utilizzando prodotti specifici e tenendo conto  delle  indicazioni  dei  servizi regionali di protezione delle piante.
 Applicare  programmi adeguati e riconosciuti di protezione contro i   marciumi   e   le  muffe  dell'uva;  trattamenti  specifici  sono raccomandati  in  tutte  le situazioni favorevoli allo sviluppo delle specie che producono tossine. Interventi nella vendemmia.
 Premesso  che  solo  una  vendemmia  di  uve  sane garantisce una qualita' e una sicurezza ottimale dei prodotti vitivinicoli e che, di conseguenza,  solo  uve sane possono essere destinate direttamente al consumo  umano  o  trasformate, si raccomandano le seguenti azioni di prevenzione:
 le  uve  danneggiate  da  insetti  e  da muffe o contaminate da polveri di terra devono essere eliminate prima della vendemmia o alla vendemmia in funzione della tecnica di raccolta utilizzata;
 tutte  le uve devono essere selezionate allo scopodi scartare i grappoli  o le parti di grappolo danneggiati. E' importante eliminare le muffe nere;
 l'uva  raccolta  deve  essere  trasportata  il piu' velocemente possibile  in  cantina  in  modo  da  evitare  la  attese  prolungate soprattutto nel caso di uve con una abbondante formazione di succo;
 e'  importante  pulire bene i recipienti dopo ogni trasporto di uva.
 Inoltre,   si   consiglia   di  stabilire  la  data  di  raccolta considerando  il  livello  di  maturazione  dell'uva,  il  suo  stato sanitario,  le  evoluzioni  climatiche  prevedibili  in  funzione del rischio  epidemico.  Nelle  zone dove il rischio di OTA e' elevato si raccomanda di anticipare la data della raccolta.
 Nel caso in cui l'uva sia contaminata in modo generalizzato ed in particolare  per  la  presenza  di  muffe  nere, si raccomanda di non utilizzarla  per  il consumo umano, ne' come uva fresca, ne' come uva passa, ne' per la produzione di mosto concentrato, di succo d'uva, di vino  o  di  aceto;  eventualmente limitare il suo utilizzo alla sola distillazione.
 Nel  caso  particolare  di  produzione  di  uva  passa  e  di uve destinate   a  produrre  vini  passiti,  si  raccomandano  le  azioni seguenti:
 utilizzare materiali micoresistenti per assicurare l'igiene dei recipienti destinati alla raccolta e/o all'appassimento delle uve;
 utilizzare  soltanto  uve  non  danneggiate  da  insetti  e non contaminate da muffe;
 selezionare   le   uve   eliminando  gli  acini  danneggiati  e contaminati;
 disporre  le  uve  da  far  seccare  o far appassire in un solo strato, evitando la sovrapposizione dei grappoli;
 favorire  l'essiccazione  progressiva  ed  uniforme di tutte le parti del grappolo;
 prendere  le  misure  necessarie  per evitare lo sviluppo delle drosofile;
 per  le  condizioni particolari d'essiccazione all'aria aperta, si  raccomanda  di  coprire  le  uve  durante la notte per evitare la condensazione dell'umidita';
 in  condizioni di essiccazione naturale o forzata effettuata in ambienti  chiusi si raccomanda di favorire la ventilazione in modo da evitare ristagni di umidita'.
 Si  raccomanda di non destinare prodotti derivati e sottoprodotti della  vinificazione  alla  produzione di «Integratori» alimentari in mangimi  e/o  in  prodotti  destinati  al  consumo  umano nel caso di contaminazione da OTA. Interventi in cantina.
 Nei  casi  in  cui  si  valuti  che  possa esistere un rischio di contaminazione  delle uve da vinificare, si raccomanda di determinare il contenuto di OTA nei mosti destinati alla vinificazione.
 In ogni caso, si raccomanda di effettuare in cantina, le seguenti operazioni di prevenzione. 1. Nella fase di pre-fermentazione.
 Evitare la macerazione delle bucce in caso di vendemmie a rischio elevato di OTA o, al massimo, praticare una macerazione breve;
 valutare  la  possibilita'  di  vinificare  in rosato nel caso la contaminazione riguardi le uve rosse;
 adattare  l'intensita'  della  pressatura  allo  stato  sanitario dell'uva;   in  caso  di  contaminazioni  fungine,  effettuare  brevi pressature  con  deboli  pressioni e piccoli volumi; evitare i torchi continui;
 evitare  l'utilizzo  di  enzimi pectolitici' per le operazioni di chiarifica o di macerazione. E' preferibile la chiarificazione rapida con filtrazione del mosto, centrifugazione e flottazione, nel caso di uve contaminate;
 evitare   i   trattamenti  di  riscaldamento  del  pigiato  e  le macerazioni intense e prolungate.
 In  caso di presenza di OTA, e' consigliabile trattare i mosti ed i  vini  nuovi  ancora  in  fermentazione  con  basse dosi di carbone enologico  e,  comunque,  entro  i  limiti  imposti  dalla  normativa vigente, al fine di evitare eventuali perdite di composti aromatici e polifenolici.  In  via  sperimentale,  sono  risultate  efficaci dosi comprese tra i 10 ed i 20 gr/hl. 2. Nella fase di vinificazione.
 Realizzare  per quanto possibile la fermentazione e l'affinamento in recipienti facilmente igienizzabili;
 utilizzare  prodotti  di  chiarificazione  che forniscono livelli d'efficacia  molto  variabile  sulla  riduzione  dei  quantitativi di ocratossina A, tenendo conto che:
 o il carbone enologico e' il piu' efficace;
 o  alcune cellulose ed il gel di silice associato alla gelatina permettono solo una riduzione parziale.
 Prima   di  ogni  utilizzazione,  informandosi,  preventivamente, sull'efficacia   del   prodotto   utilizzato   e  sulle  tecniche  di applicazione:
 dopo  la  fermentazione  e' consigliato di svinare quanto prima possibile.
 In  ogni  caso,  nel  corso delle operazioni di vinificazione, si verificano i seguenti eventi che favoriscono la riduzione di OTA:
 durante  le  fermentazioni alcoliche o malolattiche, si ricorda che  e'  possibile  avere  una riduzione per assorbimento da parte di lieviti e batteri;
 i  lieviti secchi attivi o i lieviti inattivi possono aiutare a ridurre il livello di OTA.
 l'affinamento  su  feccia  puo' aiutare a diminuire il tasso di OTA.  Devono  essere  valutati  i  rischi  che  questa  tecnica  puo' comportare sulle qualita' organolettiche dei vino.
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