Fanno parte integrante e sostanziale del presente avviso i documenti di seguito elencati, disponibili sul sito internet www.equalitalia.it e presso gli uffici indicati al paragrafo 6.12: - l'articolazione degli importi massimi da destinare alle PS (cfr. allegato 1), calcolati sulla base della formula esplicitata al successivo paragrafo 7; - lo schema di domanda di ammissione (cfr. allegato 2); - il modello di Piano di lavoro; - il documento «l'Azione 3 II fase in Italia - Documento strategico»; - il Disciplinare per lo svolgimento dell'Azione 3 II fase. Il presente avviso fa riferimento diretto alle seguenti fonti normative: * il Regolamento (CE) n. 1260/1999 del Consiglio del 21 giugno 1999 recante disposizioni generali sui Fondi strutturali; * il Regolamento (CE) n. 1784/1999 del Parlamento europeo e del Consiglio del 12 luglio 1999 relativo al Fondo Sociale Europeo; * il Regolamento (CE) n. 1159/2000 relativo alle azioni informative e pubblicitarie a cura degli Stati membri sugli interventi dei Fondi strutturali; * il Regolamento (CE) n. 438/2001 della Commissione del 2 marzo 2001 recante modalita' di applicazione del Regolamento (CE) n. 1260/1999 del Consiglio per quanto riguarda i sistemi di gestione e di controllo dei contributi concessi nell'ambito dei Fondi strutturali e le modifiche apportate dal Regolamento (CE) n. 2355/2002; * il Regolamento (CE) n. 448/2004 della Commissione del 10 marzo 2004 che modifica il Regolamento (CE) n. 1685/2000 recante disposizioni di applicazione del Regolamento (CE) n. 1260/1999 del Consiglio per quanto riguarda l'ammissibilita' delle spese concernenti le operazioni cofinanziate dai Fondi strutturali e che revoca il Regolamento (CE) n. 1145/2003; * la Comunicazione della Commissione europea n. C(2003)840 che stabilisce gli orientamenti dell'Iniziativa Comunitaria EQUAL per la II fase, relativa alla cooperazione transnazionale per promuovere nuove pratiche di lotta alle discriminazioni e alle disuguaglianze di ogni tipo in relazione al mercato del lavoro; * la Decisione della Commissione C(2004)3551 recante approvazione, nella forma di Documento unico di programmazione (DOCUP), del programma di Iniziativa comunitaria EQUAL per la lotta contro le discriminazioni e le disuguaglianze in relazione al mercato del lavoro in Italia; * la Deliberazione del 22 giugno 2000 del CIPE, che definisce le quote di cofinanziamento pubblico nazionale per i programmi di Iniziativa comunitaria EQUAL, INTERREG III, LEADER + e URBAN II, relativi al periodo 2000-2006. Premessa: La strategia italiana di Mainstreaming in EQUAL. Nella strategia italiana per l'attuazione dell'Iniziativa Comunitaria EQUAL, il mainstreaming si configura come un processo che concorre ad orientare la programmazione e l'azione dell'Autorita' di Gestione, degli Organismi Intermedi e dei Partenariati di Sviluppo, in conformita' con quanto indicato nella Comunicazione sugli orientamenti per la seconda fase: «l'integrazione e l'inserimento di nuove idee e impostazioni nelle politiche e nella prassi rappresentano una sfida. Per favorire questo processo, EQUAL fornisce strutture e strumenti, ma in definitiva spetta a ciascun partenariato di sviluppo, a ciascuno Stato membro e alla Commissione europea fornire le prove di alternative efficaci, efficienti e pertinenti nella definizione di politiche occupazionali favorevoli all'inserimento, che si possano applicare su vasta scala in tutti gli Stati membri. Queste attivita' non dovrebbero essere limitate alla diffusione di risultati, che rappresenta soltanto una fase del processo d'integrazione. L'iniziativa EQUAL favorisce l'elaborazione di politiche efficaci, individuando in loco cio' che funziona e cio' che non funziona e facendo in modo che tutti i partecipanti possano ricavarne un insegnamento. (...) Per ottenere un impatto massimo, i risultati devono essere analizzati, raffrontati e diffusi sia negli Stati membri che nell'insieme dell'Unione. Come in qualsiasi esperimento di laboratorio, i risultati devono essere rapportati a un contesto (economico, politico, culturale e organizzativo) piu' ampio per essere affidabili. I risultati di EQUAL devono far parte dell'impostazione sistematica di altre politiche e programmi, realizzati a livello locale, regionale, nazionale ed europeo.» Al raggiungimento di questi risultati di impatto sui sistemi, in Italia contribuiscono anche le attivita' di supporto tecnico, il monitoraggio qualitativo e le azioni di mainstreaming europeo svolte con il contributo delle Assistenze tecniche nazionali. In coerenza con il percorso di programmazione dell'Iniziativa, l'azione di mainstreaming delle PS si deve sviluppare sui temi prioritari indicati nel DOCUP grazie al supporto di Reti Tematiche organizzate a livello nazionale e gestite da Comitati di Pilotaggio ai quali partecipano l'Autorita' di Gestione, rappresentanti delle Regioni/PA, il Coordinamento delle Regioni e le Assistenze tecniche. I Comitati, cosi' concepiti, contribuiscono a valorizzare le specificita' territoriali dell'Iniziativa attraverso la partecipazione attiva degli Organismi Intermedi e ad incidere organicamente sulle politiche ordinarie e sui sistemi. Il processo di definizione dei temi prioritari segue una logica discendente (top-down) che deve essere integrata dal contributo dei Partenariati di Sviluppo, costituitisi in cordate, sulla base di interessi e obiettivi condivisi che saranno articolati in un Piano di lavoro comune. I Piani di lavoro devono essere coerenti con quanto gia' previsto nei progetti di Azione 2 evidenziando il valore aggiunto delle attivita' di mainstreaming nell'Azione 3. Dallo sviluppo dei Piani di lavoro si attende che emergano contributi innovativi per il sistema Paese, derivanti da un'interazione operativa tra le PS e dal loro rapporto privilegiato con i territori e i settori di sperimentazione (approccio ascendente o bottom-up). Le Reti Tematiche si configurano come luogo di raccordo tra questi due percorsi, ascendente e discendente, in cui le PS, aggregate in cordate, impostano e sviluppano le attivita' di mainstreaming, anche con il supporto degli strumenti programmatici e operativi messi a punto in base ad un programma di lavoro che verra' predisposto dai Comitati di Pilotaggio. Le Reti dovranno sollecitare e accogliere contributi di quegli attori esterni all'Iniziativa capaci di incidere effettivamente sulle politiche e prassi di riferimento ai vari livelli istituzionali. Le modalita' organizzative delle Reti Tematiche sono meglio specificate nel documento «Linee guida per la gestione delle Reti Tematiche Nazionali» disponibile sul sito www.equalitalia.it. 1. Obiettivi dell'azione 3. Le iniziative di mainstreaming condotte nell'ambito dell'Azione 3 devono trasferire le buone prassi oggetto delle sperimentazioni in Azione 2 verso i sistemi di riferimento: la ricerca, la formazione, l'istruzione, la politica delle imprese, della giustizia e degli affari interni 1. Per queste caratteristiche, e in ragione del ruolo prioritario di indirizzo e di governo svolto dall'Autorita' di gestione (AdG) e dagli Organismi intermedi (Ol), il processo in Azione 3 si distingue dal mainstreaming di progetto (Azione 2). In tal senso l'Azione 3 si caratterizza come momento di incontro tra domanda e offerta di buone prassi, laddove l'offerta e' rappresentata dai risultati dell'Azione 2 ottenuti dalle PS. La domanda e', invece, espressa in primis dagli attori istituzionali (policy maker) ai vari livelli di intervento - locale, regionale e nazionale - responsabili delle politiche pertinenti in materia di inserimento socio-lavorativo. Si tratta dunque di una domanda «integrata», esplicita o latente, presente nei diversi sistemi di riferimento. La domanda proviene, inoltre, dal mercato inteso come insieme di bisogni espliciti (o taciti) della collettivita', nel settore pubblico, privato e nel privato sociale. Se l'Azione 2 e' quindi principalmente dedicata allo sviluppo dell'offerta di buone prassi e di modelli trasferibili fino al livello europeo, l'Azione 3 sollecita soprattutto il fronte della domanda interna, ne interpreta e anticipa fabbisogni inespressi proponendo soluzioni innovative ai problemi d'integrazione socio-lavorativa riferiti al contesto locale e/o nazionale. Al fine di rafforzare l'impatto delle sperimentazioni delle PS sulle prassi e sui sistemi di riferimento, l'Azione 3 e' finalizzata a: a) permettere alle PS di raggiungere una piu' larga utenza; b) soddisfare e/o indurre la domanda di nuovi modelli e strategie di lotta all'esclusione socio-lavorativa da parte dei decisori politici e del mercato del lavoro italiano; c) garantire la continuita' dei benefici prodotti a livello progettuale dalle PS nel corso dell'Azione 2; d) trasporre i modelli di successo nei centri decisionali dei sistemi di riferimento (in particolare nei processi di Programmazione dei Fondi strutturali 2007-13 e policy making). 1 Comunicazione del 30 dicembre 2003 COM (2003) 840 def, p. 17. 2. Tipologie di azioni ammissibili. Coerentemente con gli orientamenti espressi nella Comunicazione EQUAL agli Stati membri 2, le tipologie di azioni ammissibili, oltre a quelle di carattere organizzativo e gestionale, si possono ricondurre a due ambiti principali: - analisi comparativa (benchmarking) degli aspetti innovativi rispetto a prassi esistenti a livello nazionale ed europeo e validazione degli stessi; - diffusione e trasferimento delle buone prassi sperimentate, anche attraverso attivita' di tutoraggio, agli attori EQUAL ed «extra EQUAL» . La prima tipologia di azioni e' propria delle attivita' e degli output tangibili conseguenti la realizzazione dei Piani di lavoro di gruppi omogenei di PS - piu' avanti descritti come cordate - quali, a titolo di esempio: - processi di auto-valutazione del modello sperimentato; - affidamento di incarichi di valutazione in itinere e finale del modello a soggetti esterni, compresi i partner transnazionali (es. peer review); - affidamento di incarichi a soggetti esterni per la certificazione e l'accreditamento del modello; - testimonianze sull'efficacia del modello a cura dei beneficiari finali/utenti nell'ambito di eventi tipo open-house per i partner della PS; - analisi comparative a livello locale e/o settoriale condotte da strutture e/o esperti rinomati/di comprovata fama; - azioni di benchmarking con i membri della PS e del partenariato transnazionale; - studi di fattibilita' sulla trasferibilita' e riproducibilita' del modello sperimentato; - sperimentazione del modello presso strutture pilota di altri componenti della PS. La seconda tipologia fa riferimento prevalentemente a quelle attivita' di scambio e capitalizzazione dei risultati che le Reti Tematiche Nazionali sono chiamate a svolgere in una fase piu' avanzata dell'Azione 3. A titolo di esempio, si riportano di seguito alcune tipologie di azioni ascrivibili a questo ambito: * Partecipazione a gruppi di lavoro/tavoli: - di altre PS; - di altri progetti (es. altre IC e azioni cofinanziate dal FSE); - organizzati dai responsabili della programmazione; al fine di promuovere l'adozione e/o accreditare il modello sperimentato. * Sperimentazione del modello presso strutture pilota di: - altre PS operanti in territorio assimilabile per problematiche, caratteristiche o settori affini; - altre PS operanti in territori diversi (trasferimento tra Ob. 1 e Centro Nord); - soggetti esterni ad EQUAL operanti in territorio assimilabile; - soggetti esterni ad EQUAL operanti in territori diversi. * Organizzazione di eventi destinati: - ai media operanti a livello locale/regionale/nazionale/settoriale per accrescere la visibilita' dei risultati; - al mondo accademico (per la validazione scientifica dei risultati e la diffusione); 2 Ibidem, p. 16. - agli ordini professionali e associazioni nazionali di riferimento; - ai decisori politici (es. giornata open-house per gli Assessori di riferimento) che rispondano e/o anticipino i bisogni della programmazione. * Azioni di marketing strategico presso aziende leader di settore e opinion-leader. * Produzione di materiali ed eventi per la diffusione mirati e spendibili presso le sedi istituzionali (es. raccomandazioni per policy-maker, case study, ecc.). 3. Le attivita' tematiche e il mainstreaming. Fatto salvo il carattere nazionale dell'Azione 3, gli Ol svolgono il ruolo strategico e attivo di soggetti propulsori e coordinatori delle attivita', in sinergia con l'Autorita' di gestione. A partire dall'esperienza maturata sulle attivita' tematiche europee, le modalita' decisionali e organizzative sono ispirate a quelle adottate dai Gruppi tematici europei (ETG) gestiti dalla Commissione in prima Fase. Operativamente, si costituiranno 5 RTN, una per ogni Asse dell'Iniziativa ed altrettanti Comitati di pilotaggio gestiti dall'Autorita' di Gestione e dalle Regioni e PA. Le 5 RTN devono impostare le proprie attivita' tematiche su 10 temi di approfondimento: 1. Occupabilita'. 1.a Reti sociali e istituzionali. Costruire reti sociali e istituzionali al fine di eliminare le barriere che impediscono l'inserimento, il mantenimento e il reinserimento al lavoro dei gruppi sociali maggiormente discriminati, anche ricercando il coinvolgimento attivo delle imprese con particolare riferimento alla Responsabilita' sociale. 1.b Immigrati di I e II generazione. Intervenire a favore degli immigrati di I e II generazione (sistemi di riconoscimento dei titoli di studio, percorsi formativi per l'apprendimento linguistico e l'adeguamento delle competenze, accompagnamento all'inserimento socio-lavorativo e all'integrazione culturale). 1.c Incontro tra domanda e offerta. Facilitare l'incontro tra domanda e offerta attraverso l'attivazione di servizi integrati di accompagnamento e inserimento rivolti alle persone e di supporto alle imprese (anche mediante la formazione di figure professionali specifiche). 2. Imprenditorialita'. 2.a Creazione d'impresa. Promuovere l'imprenditorialita' e sostenere la creazione d'impresa - anche sociale - favorendo l'accesso al credito, dando impulso all'adozione di metodi di gestione innovativi e ad azioni di sviluppo dei servizi (d'informazione, comunicazione, ricerca, marketing, ecc.) prevedendo strumenti di misurazione qualitativa in termini di impatto e sviluppo locale (bilancio sociale). 2.b Sviluppo dell'economia sociale. Accompagnare lo sviluppo dell'economia sociale e del welfare mix tramite la costituzione di reti pubblico/private/non profit ed interventi legati alle specificita' territoriali e rafforzare la cultura della responsabilita' sociale dell'impresa attraverso lo sviluppo di modelli formativi rivolti alle figure dirigenziali, agli imprenditori sociali e ai soci delle cooperative. 3. Adattabilita'. 3.a Lifelong learning. Facilitare l'accesso alla formazione continua e ad occasioni di apprendimento permanente al fine di valorizzare il potenziale delle risorse umane nel contesto socio-professionale attraverso: - lo sviluppo di servizi (orientamento, accompagnamento, e-learning, voucher, empowerment, riconversione/ricollocazione professionale, ecc.) fondati su una logica di maggiore integrazione tra gli ambiti dell'istruzione della formazione e del lavoro e tra gli attori del pubblico, privato e non profit; - la creazione di sistemi di validazione delle competenze delle professionalita' e dell'apprendimento pregressi, con particolare attenzione alle forme di lavoro stagionali e atipiche. 3.b Sviluppo locale. Sperimentare strategie per la costruzione o il consolidamento di reti tra attori chiave dello sviluppo locale per il governo del cambiamento, con particolare attenzione al rafforzamento delle PMI e dei distretti e contesti produttivi. 4. Pari Opportunita'. 4.a Servizi integrati family-friendly. Creare e consolidare servizi integrati family-friendly e sperimentare interventi di flessibilita' che incidano sulla conciliazione dei tempi di vita, di lavoro, di cura e delle citta', anche favorendo il comportamento responsabile delle imprese. 4.b Qualita' e produttivita' del lavoro delle donne. Valorizzare la qualita' e la produttivita' del lavoro delle donne, ridurre il differenziale retributivo di genere, agevolare percorsi di carriera (anche attraverso campagne di sensibilizzazione/informazione sulla diversita', promozione di attivita' di ricerca, studio e rilevazione fabbisogni, mappatura delle competenze di genere e analisi di organigrammi) e reintegrare le donne adulte nel mercato del lavoro (orientamento, rimotivazione, empowerment, riconversione professionale) e supportare la desegregazione orizzontale con l'intento di favorire, in particolare, il decremento di genere del digital divide. 5. Richiedenti asilo. 5.a Richiedenti asilo. Migliorare la qualita' dell'accoglienza dei richiedenti asilo (attraverso interventi di informazione, formazione, aggiornamento degli operatori) e promuovere la loro integrazione sociale e professionale (attraverso percorsi integrati di accesso alla formazione e al lavoro e di sensibilizzazione della societa' civile). 4. Gestione dell'iniziativa. 4.1 Il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, Autorita' di gestione e Autorita' di pagamento ai sensi del richiamato Regolamento (CE) n. 1260/99, cura direttamente, avvalendosi anche delle Assistenze Tecniche, la gestione ed il controllo amministrativo-contabile degli interventi realizzati dalle cordate nell'Azione 3. 5. Durata. 5.1 Le attivita' hanno inizio alla firma dell'atto di concessione e terminano il 28 febbraio 2008, fermi restando gli obblighi di spesa in funzione del disimpegno automatico, come meglio precisato al paragrafo 8.5. 5.2 Le spese connesse alla costituzione della cordata sono ammissibili dalla data di pubblicazione del presente Avviso sulla GURI. Tali spese possono essere rendicontate ed eventualmente rimborsate soltanto a condizione che la cordata sia ammessa all'Azione 3. 6. Modalita' e termini per la presentazione delle candidature. 6.1 L'Azione 3 e' riservata alle PS settoriali e geografiche ammesse all'Azione 2 con attivita' regolarmente in corso alla data di pubblicazione in GURI del presente avviso. L'eventuale successiva esclusione di una PS dall'Azione 2 comporta la riduzione del finanziamento relativo alla cordata per la quota parte corrispondente alla PS in questione. 6.2 La natura nazionale dell'Azione 3 porta al superamento della divisione tra «PS settoriali» e «PS geografiche»; pertanto, PS settoriali e geografiche possono fare parte della stessa cordata, alle condizioni di seguito specificate. 6.3 Le candidature possono essere presentate da una cordata composta da un minimo di 6 PS, esclusivamente a titolo della Misura nell'ambito della quale le PS stanno realizzando il programma di lavoro dell'Azione 2. 6.4 Fanno eccezione a quanto stabilito al paragrafo 6.3 le PS che hanno aderito al gruppo europeo sugli «ex-detenuti» che ha gia' avviato una serie di incontri sin dall'autunno 2005. 6.5 Le PS delle Misure 1.2 e 5.1 si debbono presentare in un'unica cordata nell'ambito della propria Misura. 6.6 Successivamente all'ammissione all'Azione 3, le cordate possono attivare collaborazioni e scambi tra di loro, a prescindere dalla Misura di riferimento, previa approvazione dell'AdG. Le richieste in tal senso verranno esaminate in relazione al valore aggiunto evidenziato rispetto agli interventi gia' approvati. 6.7 All'interno della cordata i componenti individuano la PS che svolge il ruolo di capofila. Il soggetto referente della PS-capofila e' l'unico interlocutore della Amministrazione per tutti gli adempimenti, in particolare di natura amministrativa e finanziaria. Il soggetto referente della PS-capofila e' anche il beneficiario del finanziamento. 6.8 Ciascuna PS puo' far parte di una sola cordata. 6.9 Alla cordata viene assegnato un importo pari alla somma delle risorse previste per le PS che ne fanno parte (cfr. Allegato 1). 6.10 Ciascuna cordata compila un unico Preventivo delle spese, utilizzando il modello di cui al Piano di lavoro. A tale riguardo si precisa che: a) la ripartizione delle risorse tra le PS della cordata e' oggetto di accordo tra le PS medesime; b) tale ripartizione non deve necessariamente rispecchiare la dotazione che ciascuna apporta alla cordata stessa; c) le percentuali di ripartizione di tali risorse non sono oggetto di valutazione da parte dell'Amministrazione concedente, ne' in sede di esame delle domande di finanziamento, ne' in sede di verifica finale. Resta inteso che soltanto le PS della cordata sono abilitate a spendere i finanziamenti assegnati. 6.11 Il dossier di candidatura e' costituito dai seguenti elementi: a) la Domanda di ammissione all'Azione 3 redatta secondo il modello di cui all'allegato 2, sottoscritta dal legale rappresentante del soggetto referente della PS capofila e da tutti i legali rappresentanti dei soggetti referenti di ciascuna PS che partecipa alla cordata; b) il Piano di lavoro, in versione cartacea, redatto in base alle specifiche di cui all'allegato 3, sottoscritto dai soggetti di cui alla lettera a); c) copia del documento di identita', in corso di validita', di ognuno dei firmatari della Domanda e del Piano di lavoro. Nel caso di amministrazioni pubbliche, la Domanda ed il Piano di lavoro devono essere sottoscritti dagli organi competenti ad impegnare le amministrazioni ai fini della partecipazione al presente Avviso. 6.12 I dossier di candidatura devono essere consegnati a mano, anche tramite corriere, al Ministero del lavoro e delle politiche sociali, Autorita' di gestione dell'Iniziativa, entro e non oltre le ore 15 del 15 settembre 2006, al seguente indirizzo: Ministero del lavoro e delle politiche sociali - Direzione generale per le politiche per l'orientamento e la formazione (DGPOF) - Divisione IV - Palazzina A - 1° Piano, via Fornovo n. 8 - 00192 Roma. 6.13 Copia del Piano di Lavoro, di cui al punto 6.12, lettera b), deve essere contestualmente inviato, anche in formato elettronico, al seguente indirizzo: ISFOL-SNS Equal, via Morgagni n. 33 - 00161 Roma - equal@isfol.it 7. Risorse disponibili e modalita' di ripartizione dei fondi. 7.1 Le risorse disponibili per il presente Avviso ammontano complessivamente a 15.577.636 milioni di euro, ripartite come segue.
Risorse disponibili Azione 3
===================================================================== | Fondo Sociale |Fondo di rotazione ex| | Europeo | L. 183/87 | Totale ===================================================================== Misura 1.1|1.876.493 |1.876.493 |3.752.986 --------------------------------------------------------------------- Misura 1.2|847.593 |847.593 |1.695.186 --------------------------------------------------------------------- Misura 2.2|1.417.640 |1.417.640 |2.835.280 --------------------------------------------------------------------- Misura 3.1|1.657.029 |1.657.029 |3.314.058 --------------------------------------------------------------------- Misura 4.2|408.744 |408.744 |817.488 --------------------------------------------------------------------- Misura 5.1|1.581.319 |1.581.319 |3.162.638 --------------------------------------------------------------------- Totale generale|7.788.818 |7.788.818 |15.577.636
Come si evince dalla tabella di cui sopra, il costo dell'Azione 3 e' a carico del Fondo Sociale Europeo (50%) e del Fondo di rotazione ex legge n. 183/1987 (50%). 7.2 Si ribadisce che la candidatura deve riferirsi esclusivamente alla Misura per la quale sono state finanziate le PS della cordata. 7.3 Ad ogni PS e' destinato un importo composto da una quota fissa ed una calcolata in base al finanziamento accordato per lo svolgimento delle Azioni 1 e 2 (piani finanziari in vigore al 28 febbraio 2006). 7.4 La quota fissa e' pari ad Euro 16.000,00 mentre la quota variabile e' pari al peso percentuale della PS sul finanziamento complessivo (Azione 1 + Azione 2), nell'ambito della Misura. Esempio di calcolo del finanziamento destinato ad una PS della Misura Z Finanziamento Az.3 della PS = 16000 + (Costo totale Az. 1+2 della PS/Risorse Az. 1+2 della Misura Z) x Risorse disp. Az.3 della Misura Z 7.5 Le risorse disponibili per ogni cordata ammontano alla somma delle risorse corrispondenti alle PS che la compongono (di cui all'Allegato 2). 7.6 Le risorse vengono assegnate a tutte le cordate che presentano il dossier di candidatura completo nei tempi previsti dal presente Avviso, previo esame da parte degli uffici ministeriali competenti per verificare la conformita' del Piano di lavoro rispetto alle indicazioni del presente Avviso. 8. Modalita' di assegnazione dei fondi e rendicontazione delle spese. 8.1 Per ciascuna cordata ammessa all'Azione 3, gli importi approvati vengono assegnati al soggetto referente della PS-capofila attraverso un atto di concessione. 8.2 Le cordate possono presentare la propria candidatura a partire dalla pubblicazione del presente Avviso nella GURI. Pertanto l'Amministrazione potra' procedere alla firma degli atti di concessione anche prima della chiusura dei termini del presente Avviso. 8.3 I pagamenti, erogati alle PS-capofila destinatarie dei predetti atti di concessione, avvengono secondo le seguenti procedure: a) il primo acconto del 7% del finanziamento approvato, a carico del Fondo Sociale Europeo e del Fondo di rotazione, viene erogato dopo la sottoscrizione dell'atto di concessione; b) i rimborsi successivi, fino al 90% del finanziamento approvato, avvengono esclusivamente in funzione delle spese effettivamente sostenute, comprovate da fatture quietanzate o documenti contabili aventi forza probatoria equivalente; c) l'eventuale saldo, fino al 10% del finanziamento approvato, viene erogato a seguito della verifica amministrativo-contabile sul rendiconto generale delle spese effettivamente sostenute. 8.4 Per le tipologie di spese ammissibili, il dimensionamento di alcune voci di spesa e le modalita' per documentare e calcolare tali spese, si rimanda al citato «Disciplinare per lo svolgimento dell'Azione 3 - II fase» e successive modifiche e integrazioni. Eventuali dubbi interpretativi possono essere sottoposti al parere dell'Autorita' di gestione, all'indirizzo di cui al paragrafo 9. 8.5 La certificazione delle spese effettivamente sostenute e' trasmessa dal soggetto referente della PS-capofila direttamente al Ministero del lavoro e delle politiche sociali, secondo le modalita' previste dal «Disciplinare per lo svolgimento dell'Azione 3 - II fase» e successive modifiche e integrazioni. 8.6 Le PS che intendono candidarsi per la costituzione di una cordata sono invitate a prendere conoscenza degli obblighi derivanti dall'accettazione del finanziamento Azione 3, in particolare le disposizioni di carattere finanziario e le regole comunitarie sul disimpegno automatico. 8.7 Le PS che partecipano alle cordate devono assicurare, pena la revoca del finanziamento, «l'utilizzazione .... di un sistema contabile distinto o di una codificazione contabile appropriata di tutti gli atti contemplati dall'intervento» (Regolamento (CE) n. 1260/99, art. 34, punto 1, lettera e), da realizzarsi attraverso l'istituzione di un adeguato sistema contabile, correlato alla contabilita' generale, al fine di poter definire in ogni momento le disponibilita' relative ad ogni singola voce di costo. Tale sistema dovra', altresi', consentire di poter dimostrare la congrua ripartizione dei costi indiretti di progetto e di funzionamento tra le diverse attivita' svolte. 9. Ulteriori informazioni. Eventuali ulteriori informazioni possono essere richieste ai seguenti indirizzi: a) Quesiti di natura generale e procedurale: Ministero del lavoro e delle politiche sociali - DGPOF Divisione IV - Palazzina A - 1° Piano, via Fornovo n. 8 - 00192 Roma - Tel.: 06/3675.4328 - Fax: 06/3675.5025 - E-mail: Dirigentediviv@welfare.gov.it b) Quesiti relativi agli aspetti progettuali e di contenuto: ISFOL - SNS Equal, via G. B. Morgagni n. 33 - 00161 Roma - Tel.: 06/44590876 - 06/44590869 - Fax: 06 44590875 - E-mail: equal@isfol.it c) Quesiti relativi all'utilizzo del SIEQ: RTI Consedin S.p.a. - Siemens Informatica S.p.a. - SDI S.r.l., via Francesco Gentile n. 135 - 00173 Roma - Tel: 06/7265439 - Fax: 06/736543229 - E-mail: assistenza@equalitalia.it |