| Fanno  parte  integrante  e  sostanziale  del  presente  avviso i documenti   di   seguito  elencati,  disponibili  sul  sito  internet www.equalitalia.it e presso gli uffici indicati al paragrafo 6.12: -  l'articolazione  degli  importi massimi da destinare alle PS (cfr.  allegato 1), calcolati sulla base della formula esplicitata al successivo paragrafo 7;
 - lo schema di domanda di ammissione (cfr. allegato 2);
 - il modello di Piano di lavoro;
 -  il  documento  «l'Azione  3  II  fase  in Italia - Documento strategico»;
 - il Disciplinare per lo svolgimento dell'Azione 3 II fase.
 Il  presente  avviso  fa  riferimento diretto alle seguenti fonti normative:
 *  il Regolamento (CE) n. 1260/1999 del Consiglio del 21 giugno 1999 recante disposizioni generali sui Fondi strutturali;
 *   il  Regolamento  (CE) n. 1784/1999 del Parlamento europeo e del Consiglio del 12 luglio 1999 relativo al Fondo Sociale Europeo;
 *   il  Regolamento  (CE)  n.  1159/2000  relativo  alle azioni informative   e   pubblicitarie  a  cura  degli  Stati  membri  sugli interventi dei Fondi strutturali;
 *   il  Regolamento  (CE)  n.  438/2001  della  Commissione del 2 marzo  2001  recante modalita' di applicazione del Regolamento (CE) n.  1260/1999 del Consiglio per quanto riguarda i sistemi di gestione e   di  controllo  dei  contributi  concessi  nell'ambito  dei  Fondi strutturali   e  le  modifiche  apportate  dal  Regolamento  (CE)  n. 2355/2002;
 *   il  Regolamento  (CE)  n.  448/2004  della  Commissione del 10 marzo  2004  che modifica il Regolamento (CE) n. 1685/2000 recante disposizioni  di  applicazione  del Regolamento (CE) n. 1260/1999 del Consiglio   per   quanto   riguarda   l'ammissibilita'   delle  spese concernenti  le  operazioni  cofinanziate dai Fondi strutturali e che revoca il Regolamento (CE) n. 1145/2003;
 *  la Comunicazione della Commissione europea n. C(2003)840 che stabilisce  gli orientamenti dell'Iniziativa Comunitaria EQUAL per la II  fase,  relativa  alla  cooperazione transnazionale per promuovere nuove pratiche di lotta alle discriminazioni e alle disuguaglianze di ogni tipo in relazione al mercato del lavoro;
 *    la   Decisione   della   Commissione  C(2004)3551  recante approvazione,  nella  forma  di  Documento  unico  di  programmazione (DOCUP),  del  programma di Iniziativa comunitaria EQUAL per la lotta contro le discriminazioni e le disuguaglianze in relazione al mercato del lavoro in Italia;
 *   la Deliberazione del 22 giugno 2000 del CIPE, che definisce le  quote  di  cofinanziamento  pubblico nazionale per i programmi di Iniziativa  comunitaria  EQUAL,  INTERREG  III,  LEADER + e URBAN II, relativi al periodo 2000-2006.
 Premessa: La strategia italiana di Mainstreaming in EQUAL.
 Nella   strategia   italiana   per  l'attuazione  dell'Iniziativa Comunitaria EQUAL, il mainstreaming si configura come un processo che concorre  ad orientare la programmazione e l'azione dell'Autorita' di Gestione,  degli  Organismi Intermedi e dei Partenariati di Sviluppo, in   conformita'   con  quanto  indicato  nella  Comunicazione  sugli orientamenti per la seconda fase:
 «l'integrazione  e  l'inserimento  di  nuove  idee e impostazioni nelle  politiche e nella prassi rappresentano una sfida. Per favorire questo   processo,  EQUAL  fornisce  strutture  e  strumenti,  ma  in definitiva  spetta  a  ciascun  partenariato  di sviluppo, a ciascuno Stato   membro  e  alla  Commissione  europea  fornire  le  prove  di alternative  efficaci,  efficienti  e pertinenti nella definizione di politiche  occupazionali  favorevoli  all'inserimento, che si possano applicare su vasta scala in tutti gli Stati membri.
 Queste  attivita'  non dovrebbero essere limitate alla diffusione di   risultati,  che  rappresenta  soltanto  una  fase  del  processo d'integrazione.   L'iniziativa   EQUAL  favorisce  l'elaborazione  di politiche efficaci, individuando in loco cio' che funziona e cio' che non  funziona  e  facendo  in  modo  che tutti i partecipanti possano ricavarne  un  insegnamento. (...) Per ottenere un impatto massimo, i risultati  devono  essere analizzati, raffrontati e diffusi sia negli Stati   membri   che  nell'insieme  dell'Unione.  Come  in  qualsiasi esperimento di laboratorio, i risultati devono essere rapportati a un contesto  (economico, politico, culturale e organizzativo) piu' ampio per  essere  affidabili.  I  risultati  di  EQUAL  devono  far  parte dell'impostazione   sistematica   di  altre  politiche  e  programmi, realizzati a livello locale, regionale, nazionale ed europeo.»
 Al  raggiungimento di questi risultati di impatto sui sistemi, in Italia  contribuiscono  anche  le  attivita'  di supporto tecnico, il monitoraggio  qualitativo e le azioni di mainstreaming europeo svolte con il contributo delle Assistenze tecniche nazionali.
 In  coerenza  con  il percorso di programmazione dell'Iniziativa, l'azione  di  mainstreaming  delle  PS  si  deve  sviluppare sui temi prioritari  indicati  nel  DOCUP grazie al supporto di Reti Tematiche organizzate  a  livello nazionale e gestite da Comitati di Pilotaggio ai  quali  partecipano  l'Autorita' di Gestione, rappresentanti delle Regioni/PA,  il Coordinamento delle Regioni e le Assistenze tecniche. I   Comitati,   cosi'  concepiti,  contribuiscono  a  valorizzare  le specificita'     territoriali     dell'Iniziativa    attraverso    la partecipazione   attiva  degli  Organismi  Intermedi  e  ad  incidere organicamente sulle politiche ordinarie e sui sistemi.
 Il  processo  di definizione dei temi prioritari segue una logica discendente  (top-down)  che deve essere integrata dal contributo dei Partenariati  di  Sviluppo,  costituitisi  in  cordate, sulla base di interessi e obiettivi condivisi che saranno articolati in un Piano di lavoro comune.
 I Piani di lavoro devono essere coerenti con quanto gia' previsto nei  progetti  di  Azione  2  evidenziando  il  valore aggiunto delle attivita' di mainstreaming nell'Azione 3.
 Dallo  sviluppo  dei  Piani  di  lavoro  si  attende che emergano contributi   innovativi   per   il   sistema   Paese,   derivanti  da un'interazione  operativa  tra le PS e dal loro rapporto privilegiato con  i territori e i settori di sperimentazione (approccio ascendente o bottom-up).
 Le  Reti  Tematiche  si  configurano  come  luogo di raccordo tra questi  due  percorsi,  ascendente  e  discendente,  in  cui  le  PS, aggregate   in  cordate,  impostano  e  sviluppano  le  attivita'  di mainstreaming,  anche con il supporto degli strumenti programmatici e operativi  messi a punto in base ad un programma di lavoro che verra' predisposto  dai Comitati di Pilotaggio. Le Reti dovranno sollecitare e  accogliere  contributi  di  quegli  attori  esterni all'Iniziativa capaci  di  incidere  effettivamente  sulle  politiche  e  prassi  di riferimento ai vari livelli istituzionali.
 Le  modalita'  organizzative  delle  Reti  Tematiche  sono meglio specificate  nel  documento  «Linee  guida per la gestione delle Reti Tematiche Nazionali» disponibile sul sito www.equalitalia.it. 1. Obiettivi dell'azione 3.
 Le iniziative di mainstreaming condotte nell'ambito dell'Azione 3 devono  trasferire  le  buone prassi oggetto delle sperimentazioni in Azione  2  verso i sistemi di riferimento: la ricerca, la formazione, l'istruzione,  la  politica  delle  imprese,  della giustizia e degli affari  interni 1. Per queste caratteristiche, e in ragione del ruolo prioritario  di  indirizzo  e  di  governo  svolto  dall'Autorita' di gestione  (AdG)  e  dagli  Organismi  intermedi  (Ol), il processo in Azione 3 si distingue dal mainstreaming di progetto (Azione 2).
 In  tal senso l'Azione 3 si caratterizza come momento di incontro tra   domanda  e  offerta  di  buone  prassi,  laddove  l'offerta  e' rappresentata  dai  risultati  dell'Azione  2  ottenuti  dalle PS. La domanda  e',  invece,  espressa  in primis dagli attori istituzionali (policy  maker)  ai  vari livelli di intervento - locale, regionale e nazionale  -  responsabili  delle  politiche pertinenti in materia di inserimento   socio-lavorativo.  Si  tratta  dunque  di  una  domanda «integrata»,  esplicita  o  latente,  presente nei diversi sistemi di riferimento.  La  domanda  proviene, inoltre, dal mercato inteso come insieme  di  bisogni  espliciti  (o  taciti) della collettivita', nel settore pubblico, privato e nel privato sociale.
 Se  l'Azione  2  e'  quindi principalmente dedicata allo sviluppo dell'offerta  di  buone  prassi  e  di  modelli  trasferibili fino al livello  europeo,  l'Azione  3  sollecita soprattutto il fronte della domanda  interna,  ne  interpreta  e  anticipa  fabbisogni inespressi proponendo    soluzioni   innovative   ai   problemi   d'integrazione socio-lavorativa riferiti al contesto locale e/o nazionale.
 Al  fine  di  rafforzare l'impatto delle sperimentazioni delle PS sulle  prassi e sui sistemi di riferimento, l'Azione 3 e' finalizzata a:
 a) permettere alle PS di raggiungere una piu' larga utenza;
 b) soddisfare  e/o  indurre  la  domanda  di  nuovi  modelli  e strategie  di  lotta  all'esclusione  socio-lavorativa  da  parte dei decisori politici e del mercato del lavoro italiano;
 c) garantire  la  continuita'  dei  benefici prodotti a livello progettuale dalle PS nel corso dell'Azione 2;
 d) trasporre  i  modelli di successo nei centri decisionali dei sistemi di riferimento (in particolare nei processi di Programmazione dei Fondi strutturali 2007-13 e policy making).
 1 Comunicazione del 30 dicembre 2003 COM (2003) 840 def, p. 17. 2. Tipologie di azioni ammissibili.
 Coerentemente  con  gli orientamenti espressi nella Comunicazione EQUAL  agli Stati membri 2, le tipologie di azioni ammissibili, oltre a   quelle  di  carattere  organizzativo  e  gestionale,  si  possono ricondurre a due ambiti principali:
 - analisi  comparativa  (benchmarking) degli aspetti innovativi rispetto  a  prassi  esistenti  a  livello  nazionale  ed  europeo  e validazione degli stessi;
 - diffusione  e  trasferimento delle buone prassi sperimentate, anche attraverso attivita' di tutoraggio, agli attori EQUAL ed «extra EQUAL» .
 La  prima  tipologia di azioni e' propria delle attivita' e degli output  tangibili conseguenti la realizzazione dei Piani di lavoro di gruppi omogenei di PS - piu' avanti descritti come cordate - quali, a titolo di esempio:
 - processi di auto-valutazione del modello sperimentato;
 - affidamento  di  incarichi di valutazione in itinere e finale del  modello  a  soggetti  esterni, compresi i partner transnazionali (es. peer review);
 - affidamento   di   incarichi   a   soggetti  esterni  per  la certificazione e l'accreditamento del modello;
 - testimonianze   sull'efficacia   del   modello   a  cura  dei beneficiari finali/utenti nell'ambito di eventi tipo open-house per i partner della PS;
 - analisi  comparative a livello locale e/o settoriale condotte da strutture e/o esperti rinomati/di comprovata fama;
 - azioni   di   benchmarking  con  i  membri  della  PS  e  del partenariato transnazionale;
 - studi     di    fattibilita'    sulla    trasferibilita'    e riproducibilita' del modello sperimentato;
 - sperimentazione  del modello presso strutture pilota di altri componenti della PS.
 La  seconda  tipologia  fa  riferimento  prevalentemente a quelle attivita'  di  scambio  e  capitalizzazione dei risultati che le Reti Tematiche  Nazionali  sono  chiamate  a  svolgere  in  una  fase piu' avanzata dell'Azione 3.
 A  titolo di esempio, si riportano di seguito alcune tipologie di azioni ascrivibili a questo ambito:
 *  Partecipazione a gruppi di lavoro/tavoli:
 - di altre PS;
 - di  altri  progetti  (es.  altre IC e azioni cofinanziate dal FSE);
 - organizzati dai responsabili della programmazione;
 al  fine  di  promuovere  l'adozione  e/o  accreditare il modello sperimentato.
 *  Sperimentazione del modello presso strutture pilota di:
 - altre    PS   operanti   in   territorio   assimilabile   per problematiche, caratteristiche o settori affini;
 - altre PS operanti in territori diversi (trasferimento tra Ob. 1 e Centro Nord);
 - soggetti    esterni   ad   EQUAL   operanti   in   territorio assimilabile;
 - soggetti esterni ad EQUAL operanti in territori diversi.
 *  Organizzazione di eventi destinati:
 - ai          media          operanti         a         livello locale/regionale/nazionale/settoriale  per  accrescere la visibilita' dei risultati;
 - al  mondo  accademico  (per  la  validazione  scientifica dei risultati e la diffusione); 2 Ibidem, p. 16.
 - agli   ordini   professionali  e  associazioni  nazionali  di riferimento;
 - ai   decisori  politici  (es.  giornata  open-house  per  gli Assessori  di  riferimento)  che  rispondano e/o anticipino i bisogni della programmazione.
 *   Azioni  di  marketing  strategico  presso  aziende  leader di settore e opinion-leader.
 *   Produzione  di materiali ed eventi per la diffusione mirati e spendibili  presso  le  sedi  istituzionali  (es. raccomandazioni per policy-maker, case study, ecc.). 3. Le attivita' tematiche e il mainstreaming.
 Fatto salvo il carattere nazionale dell'Azione 3, gli Ol svolgono il  ruolo  strategico  e attivo di soggetti propulsori e coordinatori delle attivita', in sinergia con l'Autorita' di gestione.
 A  partire  dall'esperienza  maturata  sulle  attivita' tematiche europee,  le  modalita'  decisionali  e organizzative sono ispirate a quelle  adottate  dai  Gruppi  tematici  europei  (ETG) gestiti dalla Commissione in prima Fase.
 Operativamente,  si  costituiranno  5  RTN,  una  per  ogni  Asse dell'Iniziativa   ed   altrettanti  Comitati  di  pilotaggio  gestiti dall'Autorita'  di  Gestione  e  dalle  Regioni e PA. Le 5 RTN devono impostare   le   proprie   attivita'   tematiche   su   10   temi  di approfondimento: 1. Occupabilita'.
 1.a Reti sociali e istituzionali.
 Costruire  reti  sociali  e istituzionali al fine di eliminare le barriere   che   impediscono  l'inserimento,  il  mantenimento  e  il reinserimento al lavoro dei gruppi sociali maggiormente discriminati, anche   ricercando   il   coinvolgimento  attivo  delle  imprese  con particolare riferimento alla Responsabilita' sociale.
 1.b Immigrati di I e II generazione.
 Intervenire  a  favore  degli  immigrati  di  I  e II generazione (sistemi  di  riconoscimento dei titoli di studio, percorsi formativi per  l'apprendimento  linguistico  e  l'adeguamento delle competenze, accompagnamento  all'inserimento  socio-lavorativo e all'integrazione culturale).
 1.c Incontro tra domanda e offerta.
 Facilitare   l'incontro   tra   domanda   e   offerta  attraverso l'attivazione  di  servizi integrati di accompagnamento e inserimento rivolti  alle  persone  e di supporto alle imprese (anche mediante la formazione di figure professionali specifiche). 2. Imprenditorialita'.
 2.a Creazione d'impresa.
 Promuovere   l'imprenditorialita'   e   sostenere   la  creazione d'impresa  -  anche  sociale  - favorendo l'accesso al credito, dando impulso  all'adozione di metodi di gestione innovativi e ad azioni di sviluppo   dei   servizi   (d'informazione,  comunicazione,  ricerca, marketing,  ecc.)  prevedendo strumenti di misurazione qualitativa in termini di impatto e sviluppo locale (bilancio sociale).
 2.b Sviluppo dell'economia sociale.
 Accompagnare  lo sviluppo dell'economia sociale e del welfare mix tramite  la  costituzione  di  reti  pubblico/private/non  profit  ed interventi  legati  alle  specificita'  territoriali  e rafforzare la cultura  della  responsabilita'  sociale  dell'impresa  attraverso lo sviluppo  di modelli formativi rivolti alle figure dirigenziali, agli imprenditori sociali e ai soci delle cooperative. 3. Adattabilita'.
 3.a Lifelong learning.
 Facilitare  l'accesso  alla formazione continua e ad occasioni di apprendimento  permanente  al fine di valorizzare il potenziale delle risorse umane nel contesto socio-professionale attraverso:
 - lo   sviluppo   di  servizi  (orientamento,  accompagnamento, e-learning,    voucher,   empowerment,   riconversione/ricollocazione professionale,  ecc.)  fondati su una logica di maggiore integrazione tra  gli  ambiti  dell'istruzione della formazione e del lavoro e tra gli attori del pubblico, privato e non profit;
 - la creazione di sistemi di validazione delle competenze delle professionalita'  e  dell'apprendimento  pregressi,  con  particolare attenzione alle forme di lavoro stagionali e atipiche.
 3.b Sviluppo locale.
 Sperimentare  strategie per la costruzione o il consolidamento di reti  tra  attori  chiave  dello  sviluppo  locale per il governo del cambiamento,  con particolare attenzione al rafforzamento delle PMI e dei distretti e contesti produttivi. 4. Pari Opportunita'.
 4.a Servizi integrati family-friendly.
 Creare   e   consolidare   servizi  integrati  family-friendly  e sperimentare   interventi   di   flessibilita'   che  incidano  sulla conciliazione  dei  tempi di vita, di lavoro, di cura e delle citta', anche favorendo il comportamento responsabile delle imprese.
 4.b Qualita' e produttivita' del lavoro delle donne.
 Valorizzare  la  qualita'  e  la  produttivita'  del lavoro delle donne,  ridurre  il  differenziale  retributivo  di genere, agevolare percorsi     di    carriera    (anche    attraverso    campagne    di sensibilizzazione/informazione   sulla   diversita',   promozione  di attivita'  di  ricerca,  studio  e  rilevazione fabbisogni, mappatura delle  competenze  di genere e analisi di organigrammi) e reintegrare le  donne adulte nel mercato del lavoro (orientamento, rimotivazione, empowerment,    riconversione    professionale)   e   supportare   la desegregazione orizzontale con l'intento di favorire, in particolare, il decremento di genere del digital divide. 5. Richiedenti asilo.
 5.a Richiedenti asilo.
 Migliorare  la  qualita'  dell'accoglienza  dei richiedenti asilo (attraverso  interventi  di  informazione,  formazione, aggiornamento degli   operatori)  e  promuovere  la  loro  integrazione  sociale  e professionale   (attraverso   percorsi   integrati  di  accesso  alla formazione e al lavoro e di sensibilizzazione della societa' civile). 4. Gestione dell'iniziativa.
 4.1  Il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, Autorita' di  gestione  e  Autorita'  di  pagamento  ai  sensi  del  richiamato Regolamento  (CE)  n.  1260/99,  cura direttamente, avvalendosi anche delle    Assistenze   Tecniche,   la   gestione   ed   il   controllo amministrativo-contabile  degli  interventi  realizzati dalle cordate nell'Azione 3. 5. Durata.
 5.1 Le attivita' hanno inizio alla firma dell'atto di concessione e terminano il 28 febbraio 2008, fermi restando gli obblighi di spesa in  funzione  del  disimpegno  automatico,  come  meglio precisato al paragrafo 8.5.
 5.2  Le  spese  connesse  alla  costituzione  della  cordata sono ammissibili  dalla  data  di  pubblicazione del presente Avviso sulla GURI.   Tali  spese  possono  essere  rendicontate  ed  eventualmente rimborsate   soltanto   a  condizione  che  la  cordata  sia  ammessa all'Azione 3. 6. Modalita' e termini per la presentazione delle candidature.
 6.1  L'Azione  3  e'  riservata  alle PS settoriali e geografiche ammesse all'Azione 2 con attivita' regolarmente in corso alla data di pubblicazione  in  GURI  del  presente avviso. L'eventuale successiva esclusione  di  una  PS  dall'Azione  2  comporta  la  riduzione  del finanziamento relativo alla cordata per la quota parte corrispondente alla PS in questione.
 6.2  La natura nazionale dell'Azione 3 porta al superamento della divisione  tra  «PS  settoriali»  e  «PS  geografiche»;  pertanto, PS settoriali  e  geografiche  possono  fare parte della stessa cordata, alle condizioni di seguito specificate.
 6.3  Le  candidature  possono  essere  presentate  da una cordata composta  da  un minimo di 6 PS, esclusivamente a titolo della Misura nell'ambito  della  quale  le  PS  stanno realizzando il programma di lavoro dell'Azione 2.
 6.4 Fanno eccezione a quanto stabilito al paragrafo 6.3 le PS che hanno  aderito  al  gruppo  europeo  sugli  «ex-detenuti» che ha gia' avviato una serie di incontri sin dall'autunno 2005.
 6.5  Le  PS  delle  Misure  1.2  e  5.1  si debbono presentare in un'unica cordata nell'ambito della propria Misura.
 6.6  Successivamente  all'ammissione  all'Azione  3,  le  cordate possono  attivare  collaborazioni e scambi tra di loro, a prescindere dalla   Misura  di  riferimento,  previa  approvazione  dell'AdG.  Le richieste  in  tal  senso  verranno  esaminate in relazione al valore aggiunto evidenziato rispetto agli interventi gia' approvati.
 6.7  All'interno della cordata i componenti individuano la PS che svolge  il ruolo di capofila. Il soggetto referente della PS-capofila e'   l'unico   interlocutore  della  Amministrazione  per  tutti  gli adempimenti,  in  particolare di natura amministrativa e finanziaria. Il  soggetto referente della PS-capofila e' anche il beneficiario del finanziamento.
 6.8 Ciascuna PS puo' far parte di una sola cordata.
 6.9 Alla cordata viene assegnato un importo pari alla somma delle risorse previste per le PS che ne fanno parte (cfr. Allegato 1).
 6.10  Ciascuna  cordata  compila un unico Preventivo delle spese, utilizzando  il modello di cui al Piano di lavoro. A tale riguardo si precisa che:
 a) la  ripartizione  delle  risorse  tra le PS della cordata e' oggetto di accordo tra le PS medesime;
 b) tale  ripartizione  non deve necessariamente rispecchiare la dotazione che ciascuna apporta alla cordata stessa;
 c) le  percentuali  di  ripartizione  di  tali risorse non sono oggetto  di valutazione da parte dell'Amministrazione concedente, ne' in  sede  di  esame  delle  domande  di finanziamento, ne' in sede di verifica finale.
 Resta  inteso  che  soltanto le PS della cordata sono abilitate a spendere i finanziamenti assegnati.
 6.11  Il  dossier  di  candidatura  e'  costituito  dai  seguenti elementi:
 a) la  Domanda  di  ammissione  all'Azione 3 redatta secondo il modello di cui all'allegato 2, sottoscritta dal legale rappresentante del  soggetto  referente  della  PS  capofila  e  da  tutti  i legali rappresentanti  dei  soggetti  referenti di ciascuna PS che partecipa alla cordata;
 b) il  Piano  di  lavoro, in versione cartacea, redatto in base alle  specifiche  di cui all'allegato 3, sottoscritto dai soggetti di cui alla lettera a);
 c) copia  del documento di identita', in corso di validita', di ognuno dei firmatari della Domanda e del Piano di lavoro.
 Nel  caso di amministrazioni pubbliche, la Domanda ed il Piano di lavoro   devono   essere  sottoscritti  dagli  organi  competenti  ad impegnare le amministrazioni ai fini della partecipazione al presente Avviso.
 6.12  I  dossier  di candidatura devono essere consegnati a mano, anche  tramite  corriere,  al  Ministero del lavoro e delle politiche sociali,  Autorita' di gestione dell'Iniziativa, entro e non oltre le ore 15 del 15 settembre 2006, al seguente indirizzo:
 Ministero  del  lavoro  e  delle  politiche  sociali  - Direzione generale  per le politiche per l'orientamento e la formazione (DGPOF) -  Divisione  IV  -  Palazzina A - 1° Piano, via Fornovo n. 8 - 00192 Roma.
 6.13 Copia del Piano di Lavoro, di cui al punto 6.12, lettera b), deve essere contestualmente inviato, anche in formato elettronico, al seguente indirizzo:
 ISFOL-SNS   Equal,   via   Morgagni   n.  33  -  00161  Roma  - equal@isfol.it 7. Risorse disponibili e modalita' di ripartizione dei fondi.
 7.1  Le  risorse  disponibili  per  il  presente Avviso ammontano complessivamente a 15.577.636 milioni di euro, ripartite come segue.
 
 Risorse disponibili Azione 3
 
 =====================================================================
 |   Fondo Sociale    |Fondo di rotazione ex|
 |      Europeo       |      L. 183/87      |  Totale =====================================================================
 Misura 1.1|1.876.493           |1.876.493            |3.752.986 ---------------------------------------------------------------------
 Misura 1.2|847.593             |847.593              |1.695.186 ---------------------------------------------------------------------
 Misura 2.2|1.417.640           |1.417.640            |2.835.280 ---------------------------------------------------------------------
 Misura 3.1|1.657.029           |1.657.029            |3.314.058 ---------------------------------------------------------------------
 Misura 4.2|408.744             |408.744              |817.488 ---------------------------------------------------------------------
 Misura 5.1|1.581.319           |1.581.319            |3.162.638 --------------------------------------------------------------------- Totale generale|7.788.818           |7.788.818            |15.577.636
 
 Come si evince dalla tabella di cui sopra, il costo dell'Azione 3 e'  a carico del Fondo Sociale Europeo (50%) e del Fondo di rotazione ex legge n. 183/1987 (50%).
 7.2 Si ribadisce che la candidatura deve riferirsi esclusivamente alla Misura per la quale sono state finanziate le PS della cordata.
 7.3  Ad  ogni  PS  e'  destinato un importo composto da una quota fissa  ed  una  calcolata  in  base al finanziamento accordato per lo svolgimento  delle  Azioni  1  e  2  (piani  finanziari  in vigore al 28 febbraio 2006).
 7.4  La  quota  fissa  e'  pari ad Euro 16.000,00 mentre la quota variabile  e'  pari  al  peso  percentuale della PS sul finanziamento complessivo (Azione 1 + Azione 2), nell'ambito della Misura. Esempio di calcolo del finanziamento destinato ad una PS della Misura Z
 Finanziamento  Az.3  della  PS = 16000 + (Costo totale Az. 1+2 della PS/Risorse  Az. 1+2 della Misura Z) x Risorse disp. Az.3 della Misura Z
 7.5  Le risorse disponibili per ogni cordata ammontano alla somma delle  risorse  corrispondenti  alle  PS  che  la  compongono (di cui all'Allegato 2).
 7.6   Le  risorse  vengono  assegnate  a  tutte  le  cordate  che presentano  il dossier di candidatura completo nei tempi previsti dal presente  Avviso,  previo  esame  da  parte degli uffici ministeriali competenti per verificare la conformita' del Piano di lavoro rispetto alle indicazioni del presente Avviso. 8. Modalita' di assegnazione dei fondi e rendicontazione delle spese.
 8.1  Per  ciascuna  cordata  ammessa  all'Azione  3,  gli importi approvati  vengono  assegnati al soggetto referente della PS-capofila attraverso un atto di concessione.
 8.2  Le  cordate  possono  presentare  la  propria  candidatura a partire  dalla pubblicazione del presente Avviso nella GURI. Pertanto l'Amministrazione   potra'   procedere   alla  firma  degli  atti  di concessione  anche  prima  della  chiusura  dei  termini del presente Avviso.
 8.3  I  pagamenti,  erogati  alle  PS-capofila  destinatarie  dei predetti   atti   di   concessione,  avvengono  secondo  le  seguenti procedure:
 a) il  primo  acconto  del  7%  del  finanziamento approvato, a carico  del  Fondo  Sociale  Europeo  e del Fondo di rotazione, viene erogato dopo la sottoscrizione dell'atto di concessione;
 b) i   rimborsi  successivi,  fino  al  90%  del  finanziamento approvato,   avvengono   esclusivamente   in   funzione  delle  spese effettivamente   sostenute,   comprovate  da  fatture  quietanzate  o documenti contabili aventi forza probatoria equivalente;
 c) l'eventuale  saldo, fino al 10% del finanziamento approvato, viene  erogato  a seguito della verifica amministrativo-contabile sul rendiconto generale delle spese effettivamente sostenute.
 8.4  Per le tipologie di spese ammissibili, il dimensionamento di alcune  voci di spesa e le modalita' per documentare e calcolare tali spese,   si  rimanda  al  citato  «Disciplinare  per  lo  svolgimento dell'Azione  3  -  II  fase»  e  successive modifiche e integrazioni. Eventuali  dubbi  interpretativi  possono essere sottoposti al parere dell'Autorita' di gestione, all'indirizzo di cui al paragrafo 9.
 8.5  La  certificazione  delle  spese effettivamente sostenute e' trasmessa  dal  soggetto  referente della PS-capofila direttamente al Ministero  del lavoro e delle politiche sociali, secondo le modalita' previste  dal  «Disciplinare  per  lo  svolgimento dell'Azione 3 - II fase» e successive modifiche e integrazioni.
 8.6  Le  PS  che  intendono candidarsi per la costituzione di una cordata  sono invitate a prendere conoscenza degli obblighi derivanti dall'accettazione  del  finanziamento  Azione  3,  in  particolare le disposizioni  di  carattere  finanziario  e le regole comunitarie sul disimpegno automatico.
 8.7 Le PS che partecipano alle cordate devono assicurare, pena la revoca   del  finanziamento,  «l'utilizzazione  ....  di  un  sistema contabile  distinto  o  di una codificazione contabile appropriata di tutti  gli  atti  contemplati  dall'intervento»  (Regolamento (CE) n. 1260/99,  art.  34,  punto  1,  lettera e), da realizzarsi attraverso l'istituzione  di  un  adeguato  sistema  contabile,  correlato  alla contabilita'  generale,  al fine di poter definire in ogni momento le disponibilita'  relative  ad ogni singola voce di costo. Tale sistema dovra',   altresi',   consentire   di  poter  dimostrare  la  congrua ripartizione  dei  costi indiretti di progetto e di funzionamento tra le diverse attivita' svolte. 9. Ulteriori informazioni.
 Eventuali  ulteriori  informazioni  possono  essere  richieste ai seguenti indirizzi:
 a) Quesiti  di  natura  generale  e  procedurale: Ministero del lavoro e delle politiche sociali - DGPOF Divisione IV - Palazzina A - 1° Piano,  via  Fornovo  n.  8  -  00192  Roma - Tel.: 06/3675.4328 - Fax: 06/3675.5025 - E-mail: Dirigentediviv@welfare.gov.it
 b) Quesiti  relativi  agli  aspetti progettuali e di contenuto: ISFOL  -  SNS  Equal,  via  G. B. Morgagni n. 33 - 00161 Roma - Tel.: 06/44590876 - 06/44590869 - Fax: 06 44590875 - E-mail: equal@isfol.it
 c) Quesiti  relativi all'utilizzo del SIEQ: RTI Consedin S.p.a. -  Siemens  Informatica S.p.a. - SDI S.r.l., via Francesco Gentile n. 135  -  00173  Roma  -  Tel: 06/7265439 - Fax: 06/736543229 - E-mail: assistenza@equalitalia.it
 |