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| Gazzetta n. 69 del 23 marzo 2006 (vai al sommario) |  | COMITATO INTERMINISTERIALE PER LA PROGRAMMAZIONE ECONOMICA |  | DELIBERAZIONE 3 agosto 2005 |  | Primo  programma  delle  opere strategiche (legge n. 443/2001). Nuovo collegamento  ferroviario  nodo urbano di Torino: potenziamento linea ferroviaria  Torino  Bussoleno  e  cintura  merci.  (Deliberazione n. 119/2005). |  | 
 |  |  |  | IL COMITATO INTERMINISTERIALE PER LA PROGRAMMAZIONE ECONOMICA
 
 VISTA  la  legge  21  dicembre  2001,  n. 443, che, all'art. 1, ha stabilito   che   le   infrastrutture   pubbliche  e  private  e  gli insediamenti  strategici  e  di  preminente  interesse  nazionale, da realizzare  per  la  modernizzazione e lo sviluppo del Paese, vengono individuati  dal  Governo attraverso un programma formulato secondo i criteri e le indicazioni procedurali contenuti nello stesso articolo, demandando   a  questo  Comitato  di  approvare,  in  sede  di  prima applicazione  della legge, il suddetto programma entro il 31 dicembre 2001;
 VISTA  la  legge 1° agosto 2002, n. 166, che, all'art. 13, oltre a recare  modifiche  al  menzionato art. 1 della legge n. 443/2001 e ad autorizzare  limiti  di impegno quindicennali per la programmazione e la  realizzazione  delle  opere  incluse  nel  programma approvato da questo  Comitato, prevede che gli interventi siano compresi in intese generali  quadro  tra  il  Governo e ogni singola Regione o Provincia autonoma  al  fine  del congiunto coordinamento e realizzazione delle opere;
 VISTO  il  decret6o  legislativo 20 agosto 2002, n. 190, attuativo dell'art. 1 della menzionata legge n. 443/2001;
 VISTI,  in  particolare,  l'art. 1 della citata legge n. 443/2001, come  modificato dall'art. 13 della legge n. 166/2002, e l'art. 2 del decreto legislativo n. 190/2002, che attribuiscono la responsabilita' dell'istruttoria  e  la funzione di supporto alle attivita' di questo Comitato  al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, che puo' in proposito avvalersi di apposita "struttura tecnica di missione";
 VISTO il decreto del Presidente della Repubblica 8 giugno 2001, n. 327, recante il testo unico delle disposizioni legislative in materia di  espropriazione per pubblica utilita', come modificato - da ultimo - dal decreto legislativo 27 dicembre 2001, n. 330;
 VISTO  l'art.  11  della  legge  16  gennaio  2003,  n. 3, recante "Disposizioni  ordinamentali in materia di pubblica amministrazione", secondo  il  quale, a decorrere dal 1° gennaio 2003, ogni progetto di investimento  pubblico  deve  essere  dotato  di  un  codice unico di progetto (CUP);
 VISTA la delibera 21 dicembre 2001, n. 121 (G.U. n. 51/2002 S.O.), con la quale questo Comitato, ai sensi del piu' volte richiamato art. 1  della  legge n. 443/2001, ha approvato il 1° Programma delle opere strategiche,  che riporta all'allegato 1 - nell'ambito del "Corridoio plurimodale  padano",  tra  i  sistemi ferroviari - le infrastrutture denominate   "asse   ferroviario   sull'itinerario  del  Corridoio  5 Lion-Kiev"  e la "Gronda ferroviaria merci nord Torino", quest'ultima con  un  costo  di  1.291,142  Mero e disponibilita' 0 e che include, all'allegato  2,  nella  parte  relativa alla Regione Piemonte, tra i corridoi  ferroviari,  la  tratta  AV Torino-Lione e la "Gronda merci Nord Torino";
 VISTA  la  delibera  27  dicembre  2002,  n. 143 (G.U. n. 87/2003, errata  corrige in G.U. n. 140/2003), con la quale questo Comitato ha definito  il  sistema  per  l'attribuzione  del  CUP, che deve essere richiesto  dai  soggetti  responsabili  di  cui  al  punto  1.4 della delibera stessa;
 VISTA la delibera 25 luglio 2003, n. 63 (G.U. n. 248/2003), con la quale  questo  Comitato  ha  formulato,  tra  l'altro, indicazioni di ordine  procedurale  riguardo  alle  attivita'  di  supporto  che  il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e' chiamato a svolgere ai  fini della vigilanza sull'esecuzione degli interventi inclusi nel 1° Programma delle infrastrutture strategiche;
 VISTA la delibera 29 settembre 2004, n. 24 (G.U. n. 276/2004), con la  quale  questo  Comitato  ha  stabilito  che  il  CUP  deve essere riportato  su  tutti i documenti amministrativi e contabili, cartacei ed  informatici,  relativi a progetti d'investimento pubblico, e deve essere  utilizzato  nelle  banche  dati dei vari sistemi informativi, comunque interessati ai suddetti progetti;
 VISTA  la  sentenza del 25 settembre 2003, n. 303, con la quale la Corte  Costituzionale,  nell'esaminare le censure mosse alla legge n. 443/2001   ed   ai   decreti   legislativi   attuativi,  si  richiama all'imprescindibilita'  dell'intesa  tra  Stato  e singola Regione ai fini dell'attuabilita' del programma delle infrastrutture strategiche interessanti il territorio di competenza, sottolineando come l'intesa possa   anche   essere  successiva  ad  un'individuazione  effettuata unilateralmente dal Governo e precisando che i finanziamenti concessi all'opera  sono  da  considerare  inefficaci  finche' l'intesa non si perfezioni;
 VISTO  il Documento di programmazione economico-finanziaria (DPEF) 2004-2007,  che,  in  ordine  al  l°  Programma  delle infrastrutture strategiche,  riporta  in  apposito  allegato  l'elenco  delle  opere potenzialmente  attivabili  nel  periodo considerato, tra le quali e' inclusa la "Gronda ferroviaria merci nord Torino";
 VISTO  il  decreto  emanato  dal Ministro dell'interno il 14 marzo 2003  di concerto con il Ministro della giustizia e il Ministro delle infrastrutture  e  dei  trasporti,  come integrato dal decreto dell'8 giugno  2004,  con  il quale - in relazione al disposto dell'art. 15, comma 5, del decreto legislativo n. 190/2002 - e' stato costituito il Comitato di coordinamento per l'alta sorveglianza delle grandi opere;
 VISTA  la  nota  5  novembre  2004, n. COM/3001/1, con la quale il coordinatore  del  predetto  Comitato  di  coordinamento  per  l'alta sorveglianza  delle  grandi  opere  espone  le linee guida varate dal Comitato nella seduta del 27 ottobre 2004;
 VISTA  la  nota  22 luglio 2005, n. 348, con la quale il Ministero delle  infrastrutture  e  dei trasporti ha trasmesso, tra l'altro, la relazione    istruttoria   sul   "potenziamento   linea   ferroviaria Torino-Bussoleno  e  cintura merci", proponendone l'approvazione, con prescrizioni, ai soli fini procedurali;
 CONSIDERATO   che   questo   Comitato   ha   conferito   carattere programmatico  al  quadro finanziario riportato nell'allegato 1 della suddetta    delibera   n.   121/2001,   riservandosi   di   procedere successivamente    alla   ricognizione   delle   diverse   fonti   di finanziamento disponibili per ciascun intervento;
 CONSIDERATO  che  l'opera  di  cui  sopra  e' compresa nell'Intesa generale  quadro  tra  Governo  e Regione Piemonte, sottoscritta l'11 aprile  2003, tra le infrastrutture di preminente interesse nazionale con la denominazione "Gronda ferroviaria merci nord Torino";
 CONSIDERATO  che questo Comitato, con delibera 5 dicembre 2003, n. 113  (G.U.  n.  27/2004)  ha approvato, con prescrizioni, il progetto preliminare  della  "tratta  internazionale"  del "nuovo collegamento ferroviario transalpino Torino-Lione";
 CONSIDERATO  che  l'intervento  esaminato  nell'odierna  seduta e' incluso,  con  analoga  denominazione,  nel  Contratto  di  programma 2001-2005  stipulato  tra  l'allora  Ministero  dei trasporti e della navigazione e F.S. S.p.A.;
 CONSIDERATO  che  l'intervento  stesso  e'  incluso  nel  Piano di priorita' degli investimenti ferroviari (PPI) - edizione ottobre 2003 e,  per  un  costo  di 2.375 Meuro, nell'edizione del PPI aprile 2004 approvata  da  questo  Comitato, con delibera 20 dicembre 2004, n. 91 (G.U.  n.  16/2005),  per  il 2005 e, in linea programmatica, per gli anni successivi;
 CONSIDERATO  che  detto  costo trova copertura per 15 Meuro nel 1° addendum  al  citato  Contratto  di  programma,  per 9,3 Meuro nel 2° addendum  e  per  41,3  Meuro  nel  3°  addendum, mentre la copertura residua  di  2.309,5  Meuro e' prevista nell'ambito del 4° addendum a detto  Contratto,  sul  cui  schema  questo  Comitato  si e' espresso favorevolmente  con  delibera  29  luglio  2005,  n. 88, e non ancora sottoscritto;
 CONSIDERATO  che  l'intervento  in questione e' ricompreso, con il citato  costo di 2.375 Meuro, nella ricognizione delle infrastrutture in  fase istruttoria di cui all'allegato al DPEF 2006-2009, sul quale questo  Comitato si e' espresso favorevolmente con delibera 15 luglio 2005,  n.  79,  riservandosi  pero' di adottare le proprie definitive determinazioni   sull'elenco  degli  interventi  aggiuntivi  in  esso ricompreso  anche in relazione all'intesa che sarebbe stata raggiunta in sede di Conferenza unificata e che non e' ancora intervenuta;
 PRENDE ATTO
 
 1.  delle  risultanze  dell'istruttoria svolta dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti ed in particolare:
 sotto l'aspetto tecnico-procedurale
 - che  il progetto della nuova "linea Bussoleno-Torino e cintura merci",  denominata  anche "linea di gronda", si inserisce nel citato collegamento   Torino-Lione,   che   rappresenta   uno  dei  progetti prioritari   individuati  quali  parti  integranti  del  corridoio  V dall'Unione  europea  -  che  ha sostenuto circa il 50% del costo dei relativi studi - e che, configurato in origine quale una delle tratte mancanti  per  collegare,  entro  il  2010, la rete ad alta velocita' italiana  con  quella  francese,  e' stato poi impostato in relazione all'obiettivo,  ritenuto sempre piu' strategico, di dare una risposta al problema del trasporto merci tra l'Italia e i Paesi confinanti;
 - che  la  progettata  nuova linea ferroviaria transalpina e' in linea  con  la  finalita'  generale di "protezione" delle Alpi di cui alla Convenzione stipulata a Salisburgo il 7 novembre 1991 e soddisfa agli obiettivi di medio e lungo termini in quanto consente:
 il miglioramento delle infrastrutture ferroviarie necessarie allo sviluppo dei grandi assi ferroviari transalpini;
 l'ottimizzazione e l'ammodernamento delle linee esistenti;
 -  l'adozione  di misure atte a rendere possibile il trasferimento su  ferro  di parte del trasporto merci a lunga distanza, attualmente su  gomma,  e  rendere  piu'  equilibrate  le  tariffe  in  uso delle infrastrutture;
 l'incremento   del   trasporto  ferroviario  e  la  creazione  di sinergie, nell'ambito del trasporto passeggeri, tra trasporti a lunga distanza, trasporti regionali e locali;
 - che  la realizzazione di detta nuova linea transalpina si pone in  funzione  attuativa  del  Piano  generale  dei  trasporti e della logistica, sul quale questo Comitato si e' pronunziato con delibera 1 febbraio  2001,  n.  1  (G.U. 54/2001)., e che ipotizza un sistema di interventi  idoneo  ad  assicurare  il  raddoppio della capacita' del trasporto  ferroviario attraverso l'arco alpino, onde assorbire sulla rete  ferroviaria la crescita tendenziale della domanda di trasporto, sistema  nel  cui  contesto  vengono  configurati prioritari il nuovo valico  di  Modane,  il potenziamento della tratta Torino-Modane e la "cintura merci nord di Torino";
 - che   la  linea  Torino-Lione,  nel  territorio  italiano,  e' suddivisa  in una "tratta internazionale", il cui sviluppo e' seguito da  un  organismo congiunto Italia-Francia (L.T.F.), e in una "tratta nazionale" oggetto di approfondimenti progettuali distinti;
 - che  per  la tratta internazionale di cui alla citata delibera n.  113/2003  la  successiva  fase progettuale e' rappresentata dalla redazione   di   un   "progetto   di  riferimento",  che  include  la predisposizione  di  un  progetto  definitivo ai sensi della legge n. 443/2001;
 - che l'intervento all'esame fa parte della sezione nazionale di detto  collegamento  Torino-Lione  e  si  sviluppa per 43 km circa da Settimo  Torinese (ove sono previste le interconnessioni con la linea ad  alta  velocita/alta capacita' Torino-Milano e con l'omonima linea storica)  a  S.  Didero  nella  piana  di Bruzolo (ove e' prevista la connessione con la parte comune, compresa tra St. Jean de Maurienne e Bruzolo, della sezione internazionale del collegamento in questione);
 - che  il progetto relativo all'intervento all'esame prevede due fasi  funzionali  di  cui  la  fase 1 consiste nell'attivazione della "gronda  merci"  fino  all'interconnessione,  nel  futuro impianto di Bruzolo,   con   la  linea  storica,  mentre  la  fase  2  presuppone l'attivazione completa della nuova linea Torino-Lione;
 - che  nel  tratto  di  attraversamento  dell'area metropolitana torinese,  la  linea  resta  esterna  al  nodo ferroviario di Torino, prefigurando appunto una linea di gronda per le merci;
 - che  il tracciato, per il 50% si sviluppa in galleria naturale profonda,  ed  e'  concepito per una velocita' di progetto pari a 220 km/h;
 - che,  tra le opere principali, e' prevista la realizzazione di 2  viadotti, dei quali l'uno attraversa il fiume Stura di Lanzo ed il secondo  e'  posto  in localita' Pianezza e consente, tra l'altro, il passaggio faunistico nel tratto interessato;
 - che  una  prima  stesura  del  progetto  preliminare,  di  cui all'avviso  al  pubblico in data 10 marzo 2003, e' stata aggiornata a seguito  di  approfondimenti effettuati in relazione alle indicazioni contenute  nella  delibera  della Regione Piemonte 21 luglio 2003, n. 68,  e che in data 10 dicembre 2003 e' stato pubblicato su quotidiani altro   avviso   al   pubblico   per   comunicare   la  richiesta  di compatibilita' ambientale e l'avvio del procedimento;
 - che  la  Regione  Piemonte,  con  delibera di Giunta 12 luglio 2004,   n.  26-12997,  si  e'  pronunziata  sul  progetto  integrato, prendendo  atto  che  il  medesimo  riflette gli approfondimenti e le modifiche di tracciato richiesti con la citata delibera del 21 luglio 2003 - fatta eccezione per il collegamento di Corso Marche, del quale si  ribadisce  l'indispensabilita'  ai  fini dello sviluppo dell'area industriale  torinese  -  e  approvando  il  tracciato stesso, con la riserva di cui sopra e con prescrizioni da assolvere nella successiva fase  progettuale,  come  nella  successiva  fase progettuale ritiene debbano   essere   svolti   ulteriori   approfondimenti  sui  profili ambientali;
 - che il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio - Commissione  speciale  VIA in data 12 ottobre 2004 ha espresso parere favorevole con prescrizioni e raccomandazioni;
 - che  anche  il Ministero per i beni e le attivita' culturali - Dipartimento  per i beni culturali e paesaggistici - richiamandosi ai pareri  espressi  dalle  Soprintendenze  competenti ed in particolare alle   osservazioni   formulate   dalla  Soprintendenza  per  i  beni archeologici del Piemonte con foglio 6 maggio 2003, n. 4327, relativo alla stesura originaria del progetto, e con fogli 2 febbraio 2004, n. 829,  e  19  aprile 2004, n. 3405 - ha espresso parere favorevole con prescrizioni;
 - che  hanno  formulato le proprie osservazioni gli Enti gestori di interferenze;
 - che  il  Ministero  delle  infrastrutture  e dei trasporti, in apposito  allegato  alla  citata  relazione,  riporta le prescrizioni avanzate nel corso dell'istruttoria dai Ministeri interessati e dalla Regione  e  formula  le proprie valutazioni al riguardo, esponendo le motivazioni   in   caso   di  mancato  recepimento  di  richieste  di prescrizioni;
 sotto l'aspetto attuativo:
 - che il soggetto aggiudicatore viene individuato in RFI S.p.A.;
 - che  la  modalita'  prevista  di  affidamento dei lavori e' il ricorso a Contraente generale;
 - che   nel   cronoprogramma   predisposto   nel  dicembre  2003 l'ultimazione  dei  lavori  ed  il preesercizio erano previsti per la fine  del  2012,  ma  che  i  ritardi  nell'approvazione del progetto preliminare  e  gli  ulteriori prevedibili slittamenti correlati allo svolgimento  delle attivita' propedeutiche allo sviluppo del progetto definitivo   ed   in   particolare   delle   attivita'  geognostiche, all'attuazione  delle  prescrizioni  degli  Enti  interessati ed alle integrazioni  richieste,  in  sede istruttoria, dalla Commissione VIA comportano  un  adeguamento  dei  tempi  previsti  che  potra' essere definito   solo  dopo  l'effettuazione  delle  predette  attivita'  e l'approvazione del tracciato di riferimento;
 sotto l'aspetto finanziario:
 - che  il  costo  complessivo  dell'intervento,  in linea con le previsioni  del  PPI  -  edizione  aprile  2004,  e'  quantificato in 2.375,00 Meuro, di cui 1.952,56 per costi di realizzazione (inclusivi degli  oneri  per  acquisizione delle aree per 64,11 Meuro e di opere compensative  per  75,86)  e 422,44 per somme a disposizione ( 377,44 per imprevisti e spese tecniche e 45 per spese generali);
 - che il costo e' stato desunto da un censimento analitico delle opere   componenti  l'investimento,  differenziate  per  tipologia  e valorizzate  sulla  base  di  un  costo di riferimento individuato in relazione   ad   opere  similari  gia'  realizzate  o  frequentemente impiegate negli interventi ferroviari;
 - che  le  prescrizioni  formulate  dagli Enti interessati nella fase   istruttoria   successiva  alla  ripubblicazione  del  progetto preliminare  hanno  determinato extra-oneri quantificati, in apposito allegato  alla relazione istruttoria, complessivamente in circa 73,44 Meuro  (pari  al  3% del costo) e che il Ministero istruttore ritiene possano  essere  riassorbiti nell'ambito della gestione a vita intera dell'attuale quadro economico del progetto;
 - che  il  suddetto  Ministero segnala l'esistenza di un'area di rischio  connessa  alle problematiche relative alla reale consistenza di  sostanze amiantifere nel sottosuolo, rischio il cui valore, sulla base  di  scenari  ipotizzati  nell'ambito  di  appositi  studi, puo' registrare   ampie   oscillazioni   e  che  non  e'  stato  possibile quantificare  puntualmente  sotto  il profilo economico in assenza di un'adeguata  campagna geognostica e delle relative prove in situ e in laboratorio,  che  il soggetto aggiudicatore non ha potuto effettuare per l'opposizione del territorio;
 - che  il  Ministero istruttore ritiene comunque che, qualora la campagna  geognostica  riveli la presenza di materiali amiantiferi in quantita'  maggiori  rispetto  ai  volumi ipotizzati in progetto, gli oneri  integrativi  possano  essere  recuperati dal capitolo relativo agli  imprevisti e dall'ottimizzazione progettuale perseguibile nelle fasi  successive  e  che  conferma  quindi  in  2.375 Meuro il valore complessivo dell'investimento;
 - che  l'analisi  costi-benefici  evidenzia un MOL positivo (2,9 Meuro)  ed  un  VAN negativo pari a -1.603 Meuro, mentre il TIR viene considerato indeterminabile;
 2. Degli sviluppi successivi ed in particolare:
 che  nel  corso  della  seduta  preparatoria alla riunione del 29 luglio    2005   la   Regione   Piemonte   ha   chiesto   un   rinvio dell'approvazione   del   progetto   preliminare   con   le  seguenti motivazioni:
 - mancata   considerazione   delle   prescrizioni  espresse  con delibera  12.7.2004,  con riferimento in particolare al collegamento, attraverso Corso Marche, con il sito logistico di Orbassano;
 - ulteriore  fase di approfondimento, avviata nel dicembre 2004, con  il  territorio  e  con  gli Enti locali che hanno espresso serie preoccupazioni  nei  confronti  della linea, fase che avrebbe trovato conclusione   con   l'adozione  di  una  delibera  integrativa  della precedente entro il l° agosto successivo;
 che  nella  seduta  del  29  luglio 2005 il punto e' stato quindi rinviato  a  richiesta  della  Regione, che ha confermato che avrebbe adottato   la  prevista  delibera  integrativa  entro  il  1°  agosto successivo;
 che,   nel   corso   dell'odierna   seduta,  il  Ministero  delle infrastrutture  e  dei  trasporti  ha  comunicato  che  la Regione ha adottato  il  1  °  agosto  2005  la prevista delibera ed ha proposto l'approvazione,  con  prescrizioni,  del progetto preliminare ai fini tecnico-amministrativi;
 che  il  Ministro dell'economia e delle finanze, nel formulare la prevista  intesa,  ha  dichiarato  che l'accoglimento delle ulteriori prescrizioni   non   deve   avere   impatto   sull'onere  complessivo dell'opera, come quantificato in 2.375 Meuro;
 che,  nella  citata  delibera  n.  16-609 del 1 ° agosto 2005, la Regione  Piemonte  -  richiamandosi  alle  risultanze degli ulteriori incontri   tematici   tenutisi  dopo  l'emanazione  della  menzionata delibera  di  Giunta in data 21 luglio 2004 e ai contenuti delle note formalmente   pervenute   -   formula   prescrizioni  confermative  e integrative    delle   precedenti,   ribadendo   la   necessita'   di realizzazione  del collegamento di Corso Marche ed evidenziando anche le  ricadute  del progetto all'esame sul progetto relativo alla parte italiana   della  tratta  internazionale  della  linea  Torino-Lione, nonche'   prevedendo   la  costituzione  di  specifici  strumenti  di concertazione per assicurare la partecipazione degli enti locali alla definizione   del   progetto  de  quo  nelle  fasi  successive  della progettazione;
 che   in   particolare,   per  quanto  concerne  il  collegamento ferroviario  tra  la  gronda  ferroviaria  di  nuova  realizzazione e l'esistente  scalo  di  Orbassano,  la  Regione  - nel configurare il collegamento  di  Corso  Marche  quale  presupposto necessario per lo sviluppo  dell'attivita' logistica e intermodale a servizio dell'area metropolitana  torinese  e  dell'intero  territorio  regionale  e nel proporre  di valutare l'opportunita' di una realizzazione con valenza bidirezionale  -  fa  riferimento  al  protocollo  d'intesa avente ad oggetto  appunto la realizzazione del suddetto asse di Corso Marche e del  connesso  studio di riassetto territoriale, siglato il 18 luglio 2005  con la Provincia di Torino ed i Comuni di Collegno, Grugliasco, Torino,  Venaria  e  con la partecipazione della Camera di Commercio, chiedendo  che  il  relativo  progetto  venga inserito a pieno titolo nell'opera  complessiva  della  "cintura ferroviaria nord di Torino", mentre   - per quanto concerne il modello di esercizio - ne evidenzia la  necessita'  di  riconsiderazione  in  relazione  alla  previsione dell'interconnessione  in esame e rappresenta l'intento di sviluppare un  servizio ferroviario regionale passeggeri sulla linea storica con acquisizione di 120 tracce giornaliere sulla linea Torino-Bussoleno;
 che  nel  suddetto  protocollo d'intesa gli enti firmatari hanno, tra   l'altro,   assunto   l'impegno   a   individuare  le  fonti  di finanziamento  e  gli  oneri  finanziari  a  carico  di  ciascuno dei soggetti  coinvolti  per  la  redazione  degli studi di inquadramento territoriale  e  urbanistico  relativi,  inclusi  in  apposito  piano operativo,  e  a  promuovere  la  stipula  di  successivi  accordi di programma per l'attuazione delle scelte progettuali individuate;
 che  le  prescrizioni  della  Regione relative al collegamento di Corso  Marche  lo  configurano  quale  opera  integrativa della linea Torino-Lione,   da   inserire   nel  Programma  delle  infrastrutture strategiche;
 che  le  osservazioni  sulle  ricadute sul "progetto della tratta italiana  della  linea  Torino-Lione  di competenza LTF" possono piu' congruamente  essere  considerate  in  sede  di  esame  del  progetto definitivo  dell'intervento  il  cui  progetto  preliminare  e' stato approvato con la piu' volte menzionata delibera n. 113/2003;
 che alcune delle altre prescrizioni richieste dalla Regione nella menzionata  delibera  del  1°  agosto  2005 risultano confermative di quelle formulate in precedenza e, quando ricomprese tra quelle di cui il   Ministero   delle   infrastrutture   e   dei  trasporti  propone l'accoglimento,  sono  incluse  ai fini del calcolo degli extra-costi nella  quantificazione  effettuata  dal  suddetto Ministero e che tra queste  in  particolare  figurano  quelle  relative  alla presenza di sostanze amiantifere per le quali si richiamano le considerazioni del Ministero  stesso  citate  nella  "presa  d'atto" relativa ai profili finanziari;
 che  altre ancora dovranno, invece, essere considerate in sede di sviluppo  del  progetto  definitivo  anche  allo  scopo di verificare l'eventuale  impatto  economico  sul  costo  dell'opera che - ai fini della presente delibera - resta fissato in 2.375 Meuro;
 DELIBERA
 
 1. Approvazione progetto preliminare
 1.1 Ai sensi e per gli effetti dell'art. 3 del decreto legislativo n.  190/2002,  nonche' ai sensi del disposto dell'art. 10 del decreto del  Presidente  della  Repubblica  n. 327/2001, come modificato - da ultimo  -  dal decreto legislativo n. 330/2004, e' approvato - con le prescrizioni  e  le  raccomandazioni  proposte  dal  Ministero  delle infrastrutture  e dei trasporti nell'apposito allegato alla relazione istruttoria  -  anche ai fini del riconoscimento della compatibilita' ambientale  dell'opera  e  dell'apposizione  del  vincolo preordinato all'esproprio   il   progetto  preliminare  del  "nuovo  collegamento ferroviario    nodo    urbano    di   Torino:   potenziamento   linea Bussoleno-Torino e cintura merci".
 E'  conseguentemente  perfezionata,  ad  ogni  fine urbanistico ed edilizio,  l'intesa  Stato-Regione  sulla  localizzazione  dell'opera stessa.
 1.2  Ai  sensi  del  citato  articolo  3,  comma  3,  del  decreto legislativo  n.  190/2002,  l'importo  di  2.375  Meuro,  di cui alla precedente   "presa   d'atto",   costituisce   il   limite  di  spesa dell'intervento ed inclusivo degli oneri per "opere compensative" per un importo pari al 3% del costo complessivo.
 1.3  Le  prescrizioni  citate  al  punto  1.1, cui e' condizionata l'approvazione  del progetto in questione, sono riportate nella parte A   dell'allegato  1,  che  forma  parte  integrante  della  presente delibera.   Le   raccomandazioni   proposte   dal   Ministero   delle infrastrutture  e  dei  trasporti  sono  riportate  nella parte B del predetto  allegato: il soggetto aggiudicatore, qualora ritenga di non poter  dar  seguito  a qualcuna di dette raccomandazioni, fornira' al riguardo  puntuali  motivazioni  in  modo  da  consentire  al  citato Ministero  di esprimere le proprie valutazioni e di proporre a questo Comitato, se del caso, misure alternative.
 2. Assegnazione CUP.
 L'approvazione  del  progetto  preliminare  di cui al punto 1.1 e' subordinata all'assegnazione del CUP che il soggetto aggiudicatore e' tenuto  a  richiedere  entro  30  giorni  dalla  pubblicazione  della presente  delibera  nella  Gazzetta  Ufficiale.  Il  codice  unico di progetto  (CUP),  assegnato  al progetto in argomento, ai sensi della delibera   n.   24/2004,   dovra'  essere  evidenziato  in  tutta  la documentazione amministrativa e contabile riguardante l'intervento di cui alla presente delibera.
 3. Ulteriori fasi progettuali
 3.1  Attesa  la  volonta'  della  Regione  Piemonte  di sviluppare maggiori  traffici  ferroviari nello scalo di Orbassano e considerati altresi'  le  richieste avanzate al riguardo e gli impegni degli Enti locali  di  cui  al  Protocollo  d'intesa  del 18 luglio 2005, questo Comitato  valuta  positivamente  la realizzazione del collegamento di Corso  Marche quale opera integrativa della nuova linea Torino-Lione: a  tal  fine l'intervento dovra' essere inserito, con la procedura di rito,  nell'aggiornamento  del l° Programma delle opere strategiche e nell'aggiornamento  dell'Intesa  generale quadro citata in premessa e la  realizzazione  del medesimo dovra' essere programmata in modo che risulti  compatibile con i tempi di' messa in esercizio della "Gronda ferroviaria merci nord Torino".
 Qualora,   all'atto   di  presentazione  del  progetto  definitivo dell'intervento  di cui al punto 1.1, gli adempimenti di cui al comma precedente  si  siano  conclusi  positivamente,  sia  disponibile  la progettazione  preliminare  del  collegamento  di  Corso Marche e sia ultimata  la  relativa istruttoria, questo Comitato - su proposta del Ministro   delle  infrastrutture  e  dei  trasporti  -  procedera'  a esaminare  detto  progetto  contestualmente  al  progetto  definitivo dell'opera  approvata  con la presente delibera in modo da assicurare la  massima coerenza possibile tra i due interventi e valutarli in un quadro  organico  di  riferimento. Il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti riferira' comunque sugli esiti degli studi previsti dal citato  Protocollo  che siano stati nel frattempo effettuati, nonche' sui  profili  finanziari  relativi  al  citato  collegamento di Corso Marche.
 3.2  Le richieste di approfondimenti e le verifiche progettuali di cui  agli  altri  punti  della  delibera l° agosto 2005 della Regione Piemonte  relativi  all'intervento approvato con la presente delibera ed  in  particolare le richieste di cui alle lettere b-g del punto 1, come  da  stralcio  che  si  unisce  quale allegato 2, saranno tenute presenti in sede di sviluppo del citato progetto definitivo.
 Qualora le attivita' propedeutiche allo sviluppo di detto progetto ed  in  particolare  le  indagini  geognostiche evidenzino specifiche criticita'  rispetto  a  quelle considerate nel progetto preliminare, quale   effettiva  presenza  di  sostanze  amiantifere  in  quantita' superiore  a quella indicata nella relazione istruttoria quale soglia massima   ipotizzabile,  il  Ministero  delle  infrastrutture  e  dei trasporti   relazionera'   tempestivamente   a  questo  Comitato  per un'adeguata valutazione delle misure da adottare.
 3.3 In sede di sottoposizione del progetto definitivo di cui sopra il  Ministero  delle infrastrutture e dei trasporti provvedera' a dar conferma  del fatto che la copertura residua del costo dell'opera per 2.309,5  Meuro e' assicurata nell'ambito del 4° addendum al Contratto di programma 2001-2005 con RFI S.p.A. In caso contrario procedera' ad individuare le possibili fonti alternative di copertura.
 4. Clausole finali
 4.1  II Ministero delle infrastrutture e dei trasporti provvedera' ad  assicurare,  per  conto  di questo Comitato, la conservazione dei documenti   componenti   il   progetto   preliminare  dell'intervento approvato con la presente delibera.
 4.2   Il  predetto  Ministero,  ferme  restando  le  verifiche  di competenza  della  Commissione  VIA,  provvedera' ad accertare che il progetto  definitivo dell'intervento di cui al punto 1.1 recepisca le prescrizioni  che,  secondo  quanto indicato nell'allegato 1, debbono essere recepite prima di detta fase progettuale o in tale sede.
 II soggetto aggiudicatore provvedera' a verificare che, nelle fasi successive  all'approvazione del progetto definitivo, vengano attuate le  altre prescrizioni di cui al citato allegato, dandone al riguardo assicurazioni al menzionato Ministero.
 4.3  Il medesimo Ministero provvedera' a svolgere le attivita' di' supporto intese a consentire a questo Comitato di espletare i compiti di  vigilanza sulla realizzazione delle opere ad esso assegnati dalla normativa  citata in premessa, tenendo conto delle indicazioni di cui alla delibera n. 63/2003 sopra richiamata.
 4.4  Questo  Comitato  si  riserva,  in  fase  di approvazione del progetto   definitivo   dell'opera   e  in  adesione  alle  richieste rappresentate  nella  citata  nota  del  coordinatore del Comitato di coordinamento  per l'alta sorveglianza delle grandi opere, di dettare prescrizioni intese a rendere piu' stringenti le verifiche antimafia, prevedendo   -   tra  l'altro  -  l'acquisizione  delle  informazioni antimafia  anche  nei  confronti  degli  eventuali  sub-appaltatori e sub-affidatari,  indipendentemente  dall'importo  dei lavori, nonche' forme di monitoraggio durante la realizzazione degli stessi.
 Roma 3 agosto 2005
 IL PRESIDENTE DELEGATO
 Domenico SINISCALCO
 Registrato alla Corte dei conti il 13 marzo 2006.
 Ufficio  di controllo sui Ministeri economico-finanziari, registro n. 1 Economia e finanza, foglio n. 383.
 |  |  |  | Allegato 1 PRESCRIZIONI E RACCOMANDAZIONI PROPOSTE
 DAL, MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI
 
 A) PRESCRIZIONI.
 1.  Prescrizioni  proposte  a  seguito  del  parere  della Regione Piemonte 12.7.2004:
 Adeguamenti e approfondimenti progettuali
 Tracciato
 Opere connesse
 Aspetti geologici ed idrogeologici
 Aspetti idrografici, idraulici ed idrici
 Bilancio scavi e riporti, cave e discariche
 Aspetti paesaggistici
 Uso del suolo e recupero ambientale
 Mitigazioni e compensazioni su immobili residenziali
 Mitigazioni e compensazioni ambientali
 Cantieristica
 Monitoraggi
 Aspetti legati alla sicurezza e al soccorso sanitario
 2.  Prescrizioni proposte a seguito del parere del Ministero per i beni e le attivita' culturali.
 3.  Prescrizioni  proposte  a seguito del parere della Commissione speciale V.I.A.
 B) RACCOMANDAZIONI
 A) PRESCRIZIONI
 1.  PRESCRIZIONI  PROPOSTE  A  SEGUITO  DEL  PARERE  DELLA REGIONE PIEMONTE
 Adeguamenti e approfondimenti progettuali.
 Tracciato:
 In   fase  di  progettazione  definitiva,  con  riferimento  agli allegati  13  e  14  alla  presente,  nella  tratta in superficie che attraversa  i  Comuni  di  Collegno, Pianezza, San Gillio e Val della Torre  devono  essere  studiate e introdotte opportune modifiche che, nel rispetto delle specifiche ferroviarie, consentano di:
 - mitigare le interferenze con le zona residenziale di Savonera;
 - evitare l'interferenza con la discarica del consorzio CIDIU di Pianezza;
 - contenere le interferenze con unita' residenziali e produttive nel territorio di Pianezza;
 - evitare  l'interferenza  con  il SIC "Monte Musine' e laghi di Borgarino" e Cascina delle Monache in Comune di Val della Torre;
 - evitare  l'interferenza  con Cascina Tetti Negri nel comune di San Gillio;
 - prevedere  il viadotto di attraversamento del Fiume Stura e la trincea  di collegamento alla successiva galleria (fra la p.k. 8399 e la  p.k.  9+290) alla piu' bassa quota possibile, compatibilmente con il  rispetto  del franco di livello massimo di piena del fiume Stura. In particolare deve essere valutata la possibilita' di allontanare il piu' possibile il tracciato dagli edifici residenziali ubicati in Via Amati  ai  numeri  civici  90  e  91  nel  Comune di Venaria, oltre a introdurre   tutte   le   misure  di  mitigazione  e/o  compensazione necessarie per mantenere le preesistenti condizioni ambientali;
 - studiare la possibilita' di modificare l'andamento altimetrico della livelletta nel comune di Borsaro Torinese.
 - rispetto alle alternative progettuali proposte per la finestra di  Caprie.  deve  essere  adottata  e  sviluppata progettualmente la soluzione  che  prevede  l'interessamento  dell'area di cava di monte esercitata della soc. Rotunno (per l'estrazione di pietra verde) sito che  risulta  di minor impatto sul territorio e la cui accessibilita' appare  piu' funzionale. La finestra deve essere intestata sul fronte di  cava  ed il piazzale di cava sia sede di cantiere funzionale alla realizzazione dell'infrastruttura.
 Opere connesse:
 Tutte le opere connesse e tutte le opere da porre in essere prima della costruzione dell'Infrastruttura (opere anticipate) devono avere uno sviluppo progettuale definito.
 In  particolare  per  quanto  concerne la mobilita' ed il traffico nella  tratta  residenziale  nei  comuni di Settimo Torinese - Torino (area  tangenziale),  Venaria  -  Borgaro  Torinese  - Collegno (area tangenziale) deve essere predisposto uno studio in base al quale deve essere  definita  la pianificazione degli interventi sulla viabilita' esistente  in  grado  di  non aggravare la situazione esistente. Deve essere  altresi'  prevista  la predisposizione di Protocolli d'Intesa finalizzati  a realizzare le opere di attraversamento e di viabilita' necessaria.
 Il  progetto  definitivo  dovra'  prevedere  che  i lavori per la realizzazione del tracciato ferroviario non si sovrappongano a quelli per la realizzazione della quarta corsia della tangenziale di Torino.
 Il  progetto  definitivo  dovra' necessariamente prevedere che le puntuali  interferenze  con  la tangenziale di Torino vengano gestite prevedendo  delle  deviazioni della sede stradale di capacita' pari a quella esistente ante operam.
 Il progetto definitivo dovra' necessariamente prevedere che tutte le  interferenze  che prevedono la temporanea deviazione del traffico siano gestite imponendo il mantenimento della larghezza della sezione stradale esistente anche sulle bretelle provvisorie.
 Il progetto definitivo dovra' necessariamente prevedere che tutte le  interferenze  che  prevedono  l'interruzione  del traffico per la realizzazione  di  cavalcavia  ferroviari  o sottopassi siano gestite realizzando  gli  interventi  preventivamente  all'inizio dei lavori, mantenendo le normali condizioni di circolazione.
 Il  progetto  definitivo dovra' necessariamente prevedere che sia accuratamente   evitata   l'interruzione   contemporanea  di  arterie ravvicinate, in modo da ridurre i disagi arrecati al territorio.
 Il progetto definitivo dovra' necessariamente prevedere che tutte le  opere  di  attraversamento stradale siano eseguite nell'ottica di migliorare  le attuali caratteristiche fisico - tecniche delle strade interessate  da  attraversamenti;  gli interventi dovranno garantire, ove possibile, l'allargamento delle sezioni stradali, la riduzione di eventuali  criticita'  dell'asse  stradale, la realizzazione di nuovi attraversamenti.
 Il progetto definitivo dovra' necessariamente prevedere che siano realizzate  preventivamente  all'inizio  dei lavori tutte le opere di viabilita'  accessorie  atte  a  garantire il collegamento con i vari appezzamenti agricoli.
 Per   il  progetto  definitivo  dell'elettrodotto  a  132  kV  di alimentazione  della  linea  dovra'  essere  valutata  una  soluzione progettuale   che   garantisca  la  funzionalita'  dell'alimentazione elettrica   e   al   contempo   consenta  di  minimizzare  il  carico territoriale  esercitato  dalle  linee  a  132  kV,  220  kV e 380 kV cointeressare,  tenendo conto delle ipotesi di mitigazione ambientale in raccordo con le competenti strutture regionali (Direzione Tutela e Risanamento  Ambientale  -  Programmazione  Gestione  Rifiuti)  e gli operatori del settore elettrico coinvolti.
 Aspetti geologici ed idrogeologici:
 In  fase  di  progettazione  definitiva  dovranno essere condotte indagini  geognostiche  mirate,  propedeutiche  allo studio geologico stesso.
 In  fase di progettazione definitiva dovranno essere definiti con ragionevole    certezza   i   litotipi,   le   loro   caratteristiche petrografiche e la loro distribuzione spaziale.
 In  fase  di  progettazione  definitiva  dovra'  essere  indagata approfonditamente   la   tratta   montana   definendone  la  geologia strutturale con riguardo a:
 - sovrapposizione  e  intersezione delle unita' geologiche (come definite   dalla  piu'  recente  bibliografia  scientifica  ma  senza trascurare gli studi storici );
 - analisi e studio degli elementi geomorfologici;
 - riconoscimento,  rilievo, ed analisi dei principali lineamenti tettonici comunque interessati dall'infrastruttura e dalle opere;
 - analisi  della geologia del quaternario, attraverso le moderne tecniche morfostratigrafiche ed allostratigrafiche.
 In  fase di progettazione definitiva dovranno essere approfonditi gli  elementi  conoscitivi,  anche  a  mezzo  di  specifiche indagini inerenti  le situazioni di dissesto idrogeologico sia di versante che in ambito fluviale.
 In  fase  di  progettazione  definitiva dovra' essere definito un modello   geologico   di   riferimento   a   cui  dovranno  riferirsi univocamente  gli  studi di carattere tecnico, geotecnico, ambientale ed idrogeologico.
 In  fase  di  progettazione  definitiva,  nell'individuazione del modello   geologico  di  riferimento,  deve  essere  approfondita,  e petrograficamente  e  strutturalmente,  la definizione delle zone ove maggiore   e'   la   probabilita'   di   rinvenire   mineralizzazioni amiantifere.
 In  fase  di  progettazione definitiva, dovra' essere indagata la potenziale   emissione   di  radiazioni  da  parte  delle  formazioni rocciose.
 In  riferimento  al  modello  geologico  costruito, dovra' essere modellizzato  l'assetto  idrogeologico  anche  in termini di qualita' delle acque.
 In  fase  di  progettazione definitiva, dovra' essere definita la perturbazione   indotta   dall'inserimento   dell'opera  sulla  falda interessata e devono essere previste le opportune precauzioni, sia in ambito pedemontano che di pianura,
 In  ambito  montano  devono  essere riconosciute tutte le sorgive potenzialmente  influenzabili dalla realizzazione dell'infrastruttura caratterizzandole ed individuandone le alimentazioni.
 In  fase  di progettazione definitiva, Devono essere valutati gli effetti   (subsidenza,   cedimenti,   ecc.)   indotti  dall'eventuale abbassamento della falda sulle singole borgate nei comuni di Caprie e di Condove che insistono su alcune frane attive.
 In   fase   di  progettazione  definitiva,  dovra'  essere  posta particolare  attenzione  ai provvedimenti da adottare per superare le problematiche  legate alle criticita' di alcune aree (aree esondabili in  corrispondenza  dell'attraversamento  dello  Stura  di Lanzo, del tratto di fondovalle a monte di Borgone e di alcune aree di cantiere; possibile  presenza  di aree in frana o di conoide attivo nei' pressi delle finestre e degli sbocchi della galleria).
 In  fase  di progettazione definitiva, le modalita' di intervento nei  vari scenari, emersi dai risultati delle prospezioni geologiche, devono    essere    predisposte   negli   elaborati   relativi   alla pianificazione  della sicurezza ai sensi del D.lgs. 494/1996, tenendo conto  dei  disposti  di cui al D.lgs. 277/1991 e s.m.i., nonche' per quanto  applicabili,  dei decreti ministeriali emanati in forza della legge  257/1992,  ai  fini della loro immediata attuazione in caso di necessita'.
 Aspetti idrografici, idraulici ed idrici:
 Per  l'attraversamento  del  torrente  Stura  di Lanzo in fase di progettazione  definitiva  devono  essere rispettati i criteri per la valutazione   della  compatibilita'  idraulica  delle  infrastrutture pubbliche  e  di interesse pubblico poste all'interno delle fasce A e B, contenuti nella Direttiva approvata con deliberazione n. 2 in data 11.05.99  dal  Comitato  Istituzionale  dell'Autorita'  di Bacino del Fiume  Po; in particolare, per quanto riguarda la portata di piena, i valori di riferimento sono quelli definiti dalla Direttiva " Piena di Progetto"  adottata  con  deliberazione  n. 18 in data 26.04.2001 dal Comitato   Istituzionale  dell'Autorita'  di  Bacino  del  Fiume  Po. Dovranno  inoltre  essere  effettuati  idonei  approfondimenti  delle valutazioni  idrologiche  per la successiva definizione della portata di  piena di riferimento e dei tiranti idrici; per il dimensionamento delle opere di difesa spondale antierosiva si dovra' tenere conto dei livelli idrici relativi a portate con tempo di ritorno di 30-50 anni. Per l'interferenza con le fasce fluviali del Torrente Stura di Lanzo, ai  sensi dell'art. 38 delle Norme di Attuazione del PAI, il progetto definitivo  dovra'  essere corredato di uno studio di compatibilita', redatto  secondo  i  "Criteri per la valutazione della compatibilita' idraulica  delle  infrastrutture  pubbliche  e  di interesse pubblico all'interno   delle  fasce  A  e  B",  da  sottoporre  al  parere  di compatibilita'  dell'Agenzia  Interregionale del Po e dell' Autorita' dl Bacino del Fiume Po.
 In    fase    di   progettazione   definitiva   dovranno   essere opportunamente  dimensionati  gli  attraversamenti di tutti i canali, cavi  e  fossi  irrigui  intersecati  dal tracciato ferroviario nella piana  di Pianezza, affinche' possano accogliere volumi d'acqua anche superiori  alla  norma  senza  pregiudicare le metodologie irrigue in uso.  Il dimensionamento degli attraversamenti, deve tenere in debito conto  non  solo  la  funzione  irrigua,  ma  soprattutto la funzione idraulica  della  rete  idrica in essere, al fine di mantenere almeno l'attuale capacita' di deflusso e laminazione delle piene.
 In  fase di progettazione definitiva, dovra' essere verificata la capacita'  di  deflusso  della rete idrografica ricettrice dei volumi d'acqua  di  raccolta  e/o  acque  reflue  restituite  dal sistema di raccolta  progettato  a servizio dell'infrastruttura e all'occorrenza sia prevista una soluzione idraulicamente funzionale. Si richiede uno studio  dettagliato  sull'eventuale recupero e riutilizzo delle acque che  verranno  intercettate  durante la realizzazione delle tratte in galleria,  acque  che  potrebbero essere sfruttate ad uso irriguo; in tal caso lo studio dovra' essere corredato di un adeguato progetto di allacciamento  dei  collettori  delle  acque cosi' raccolte alla rete irrigua esistente.
 Il progetto definitivo, per quanto riguarda la tutela delle acque; sara' elaborato con le seguenti modalita' operative:
 1. Censimento dei potenziali ricettori idrici,
 2.  Verifica  delle  relative  interferenze con la infrastruttura ferroviaria  di progetto ed analisi delle condizioni reali di rischio in fase di esercizio ferroviario.
 Qualora  dovessero emergere condizioni non coerenti alla normativa nazionale  e  regionale  (qualora definita) dovra' essere definito in accordo   con   gli   Enti   di   controllo  preposti  (ARPA)  idonee contromisure.
 Il  sistema  di  trattamento  delle  acque  deve essere concepito soddisfacendo  due  livelli concettuali di progetto. Il primo livello deve   considerare  la  necessita'  di  trattamento  delle  acque  di lavorazione  o  comunque  disturbate  dalle  attivita'  di cantiere e quindi  con  sostanziali problemi di solidi in sospensione, possibile presenza  di'  idrocarburi,  variazione  del parametro pH; il secondo livello  deve  invece prevedere la possibilita' di realizzare sistemi di   trattamento   aggiuntivi  derivanti.  "dall'incertezza  di  tipo geologico"  e  legati  sostanzialmente all'eventualita' di incontrare acque   ad   elevata  concentrazione  salina,  presenza  di  sostanze indesiderabili,  elevate temperature. Tutto cio' deve essere messo in relazione  al  corpo  ricettore finale dello scarico e alla specifica destinazione d'uso del corpo idrico superficiale di riferimento.
 Qualora  si  riscontrino  interferenze  dovute  alla  presenza di impianti  in  pressione, deve essere previsto il ricollocamento dell' impianto,  ovvero  la  costruzione  di  un  nuovo  impianto  in  aree attualmente  in  stato  di abbandono che potrebbero essere recuperate all'uso agricolo.
 In  fase  di  progettazione definitiva dovra' essere verificato e quantificato  in  che  misura  lo  sfruttamento  dei  numerosi  pozzi presenti  nelle  aree  di pianura e delle sorgenti nelle aree montane possa  essere compromesso e in coerenza con quanto emergera' dovranno essere  predisposte le necessarie misure salvaguardia, sia temporanee che  definitive,  che dovranno essere adottate qualora, nel corso dei lavori,  si  riscontrino variazioni od interferenze significative con il sistema idrico attualmente in uso.
 In  fase di progettazione definitiva, dovra' essere effettuato un approfondimento  sull'assetto  idrogeologico  nella  zona all'imbocco della  galleria  del  Musine',  in cui e' ipotizzabile la presenza di livelli   acquiferi  sospesi  al  di  sopra  dell'  acquifero  libero principale ed e' certa la presenza di numerosi pozzi a breve distanza dalla linea in progetto.
 Bilancio scavi e riporti, cave e discariche:
 In   base   alle  risultanze  degli  approfondimenti  geognostici richiesti, nelle successive fasi di sviluppo progettuale, deve essere predisposto  un  preciso  piano  degli  inerti  dal  quale  emerga un bilancio  tra  i materiali di cui viene previsto il riutilizzo per la realizzazione  dell'infrastruttura  con  quelli  che  invece potranno essere  destinati  a  opere  diverse da quelle in progetto; nel piano deve  essere  fornito  un  quadro dettagliato rispetto a quantitativi specifici,  modalita'  e  luogo del previsto riutilizzo di materiali, indicando  con  appositi  progetti  le  quantita' di materiali inerti riutilizzabili  al  di  fuori  dell'opera  principale.  Il  materiale reimpiegabile   che   dal   bilancio   degli  inerti  non  risultera' utilizzabile   nei   cantieri   della   AC  deve  essere  considerato prioritariamente    come    risorsa   per   operare   interventi   di rimodellamento  morfologico, ripristino e recupero ambientale di siti degradati  presenti  sul  territorio interessato dall'infrastruttura, privilegiando  tecniche di ingegneria naturalistica. L'individuazione dei siti che potenzialmente si prestano a tali operazioni deve essere concertata con i competenti uffici di Regione e Provincia di Torino.
 Il   Piano   Cave  dell'opera  deve  essere  redatto  secondo  le indicazioni previste dal D.P.R. 554/1999 e dalla L.R. 30/1999:
 - privilegiando   l'utilizzo   di   materiali   alternativi   in ottemperanza alle prescrizioni della L.R. 30/99 e compatibilmente con l'idoneita' tecnico-economica dei materiali previsti;
 - ottimizzando l'uso dello smarino;
 - prevedendo,   per  la  realizzazione  dei  rilevati  l'uso  di materiali,  compatibilmente  con le normative previste in capitolato, non  normalmente  destinati  ad  usi  pregiati  quali  ad  esempio il confezionamento  di  calcestruzzi e con l'idoneita' tecnico-economica dei materiali previsti;
 - individuando,   relativamente   al  reperimento  del  ballast, soluzioni  di  approvvigionamento  certificate,  tenuto  conto  delle potenzialita' estrattive previste nella autorizzazione in atto;
 - individuando,  per  l'eventuale  necessita' di quantitativi di blocchi  per scogliere, l'approvvigionamento da materiale scavato con metodo  tradizionale per la realizzazione delle finestre e da cave di monte per pietre ornamentali gia' in attivita' prevedendo il recupero a fini produttivi dei materiali di sfrido;
 - verificando    prioritariamente,   per   quanto   concerne   i quantitativi  necessaria  per i calcestruzzi e gli spritz - beton, le disponibilita'    attuali    dell'attivita'    estrattiva   dell'area metropolitana;  qualora  dalla  suddetta  verifica risulti un carenza rispetto  all'occorrente, tenuto conto del potenziale quantitativo di smarino  disponibile  per  l'utilizzo, devono essere individuati i/il sito/i  descrivendo  con  un  progetto  di  massima  la  tipologia di coltivazione  e  di  recupero  ambientale,  tenendo  conto  anche dei vincoli pubblicistici esistenti e delle procedure previste dalla L.R. 69/1978  e  dalla  L.R.  40/1998  qualora  l'intervento  ricada nelle categorie  per  le  quali  e'  prevista  la  fase  di  verifica  o di Valutazione  d'Impatto  Ambientale  ex artt. 10 e 12. Nel caso in cui Studio   di  Impatto  Ambientale  previste  nuove  cave  deve  essere specificata  l'eventuale  previsione dell'istallazione di un impianto di trattamento nel sito stesso;
 le  previsioni  di cui ai punti 2, 3 e 6 devono essere valutate in funzione  del  cronoprogramma  dei singoli cantieri la cui tempistica deve essere tale da consentire un utilizzo ottimale dello smarino.
 Per  l'apertura  di  nuove  cave  il  progetto  definitivo dovra' contenere  gli studi di compatibilita' idraulico-geologico-ambientale delle  attivita'  estrattive ai sensi degli artt. 22 e 41 delle nonne di  attuazione  del PAI, cosi' come specificato negli articoli 15.1 e 15.2 del Documento di Programmazione delle attivita' estrattive della Regione   Piemonte.   In   particolare   i  suddetti  studi  dovranno dimostrare,  ai  sensi  dell'art.  41  del  PAI,  che  gli interventi estrattivi   non  portino  a  modificazioni  indotte  direttamente  o indirettamente  sulla  morfologia  dell'alveo  attivo  e mantengano o migliorino   le  condizioni  idrauliche  e  ambientali  della  fascia fluviale.  L'intervento  di  disalveo del torrente Stura di Lanzo, ai sensi  della "Direttiva in materia di attivita' estrattive nelle aree fluviali  del bacino del Po", deve contenere una relazione idrologica ed idraulica, con riferimento Studio di Impatto Ambientale allo stato di  fatto  Studio  di Impatto Ambientale alle condizioni di progetto, che  dimostri  la  necessita' idraulica dell'intervento estrattivo ed evidenzi  gli  effetti  prodotti dall'intervento stesso in termini di miglioramento  dell'officiosita'  idraulica,  su un congruo numero di sezioni  trasversali  del corso d'acqua, estese a monte e a valle del tratto  oggetto di intervento e georiferite, affinche' possano essere effettuate  nei  tempo attivita' di controllo e di monitoraggio sulla tendenza  evolutiva  dell'alveo;  deve  essere  prodotta  inoltre una relazione  sul trasporto solido, con caratterizzazione granulometrica del materiale d'alveo, finalizzata all'individuazione dei fenomeni di erosione,  trasporto  e  sedimentazione  e  del  grado  di stabilita' attuale  dell'alveo,  nonche'  degli  effetti che l'intervento potra' produrre  sulle condizioni di stabilita' post - operam, per un tratto di  corso  d'acqua  di  estensione  significativa  a  monte e a valle dell'intervento.
 Per  gli interventi di stoccaggio ricadenti nelle fasce fluviali, ci  si dovra' attenere ai disposti degli artt. 29 e 30 delle Norme di Attuazione  del  PAI  con  particolare  riferimento  agli  studi  che dimostrino  che  l'intervento  non  modifica  l'assetto morfologico e idraulico   e   non   comporta   una  riduzione  apprezzabile  o  una parzializzazione  delle capacita' di invaso salvo che preveda un pari aumento delle capacita' d'invaso in area idraulicamente equivalente.
 Per  le  aree  di  discarica collocate lungo i corsi d'acqua deve essere  prevista  una  consistente fascia di rispetto verso il fiume, evitando  nel contempo la formazione di cumuli di rilevante altezza e di particolare visibilita'.
 Tenuto conto che per la realizzazione di alcuna aree di discarica si  prevede  il  ritombamento  di laghi di' cava, laddove tali ambiti rappresentano  elementi consolidati nel contesto interessato, sia dal punto  di  vista  paesaggistico che sociale, devono essere effettuati puntuali  approfondimenti  di natura paesistico-ambientale al fine di verificare  l'opportunita'  del  mantenimento  degli  specchi d'acqua esistenti   con   la   conseguente   ricollocazione   delle  previste discariche.
 In  fase di progettazione definitiva dovra' essere effettuata una stima  attendibile  delle  quantita'  di materiali contenenti amianto provenienti dagli scavi in galleria, stimando altresi' i quantitativi di  materiale  da  classificarsi "non pericolosi" e i quantitativi di "pericolosi"   con   la   conseguente   definizione   progettuale  di riutilizzo,  ricollocazione  in altre opere o smaltimento definitivo. Ulteriori  approfondimenti  devono  essere  rivolti anche all'area di pianura,  in  considerazione  del fatto che i depositi fluvioglaciali del  torinese, provenendo dalle valli di Lanzo e Susa, possono essere localmente  ricchi  di pietre verdi. Per lo smaltimento del materiale risultato  contaminato  da amianto, i siti di discarica devono essere caratterizzati   mediante   individuazione  e  caratterizzazione  dei possibili bersagli.
 Ai  materiali  comunque  derivanti da attivita' di scavo dovranno essere  applicate  le  disposizioni di cui alla normativa vigente con particolare  riferimento  ai  commi  17, 18 e 19 dell'art. 1 della L. 443/2001 e s.m.i.
 Aspetti paesaggistici:
 Nelle  successive  fasi  di  sviluppo progettuale, in relazione a manufatti,  viadotti,  sovrappassi, imbocchi delle gallerie, dovranno essere   privilegiati   interventi  che  pongano  l'attenzione  sulle qualita' formali delle costruzioni, delle opere complementari e degli interventi di raccordo con le aree interessate.
 In   fase  di  progettazione  definitiva  le  previste  opere  di mitigazione  dovranno  essere  modulate  in funzione delle percezioni visuali   dei  siti  dai  punti  di  vista  di  maggior  frequenza  e visibilita' e dovranno essere previste, per la fase di realizzazione, modalita'  esecutive  tali  da  favorire una rapida schermatura degli ambiti interessati.
 Per  la  realizzazione  del  viadotto  in  progetto dovra' essere previsto,   in   fase   di   progettazione   definitiva,  un  oculato posizionamento  dei  piloni  affinche' sia limitata la distruzione di vegetazione   naturaliforme,   nonche'   la   loro   schermatura  con vegetazione autoctona a rapido accrescimento.
 Uso del suolo e recupero ambientale:
 In  fase  di  progettazione  definitiva dovra' essere limitato al massimo  il  consumo di suoli produttivi fertili e pregiati ricadenti nelle prime due classi di capacita' d'uso.
 Gli  eventuali  reliquati  che  si  formeranno  in  seguito  alle operazioni  di  esproprio  su  Aree  con  suoli  di  I e II classe di capacita'  d'uso  dovranno essere rimboscati al fine di preservare le caratteristiche di fertilita' dei terreni;
 In  tutti  i  terreni  di  I  e  II  classe  di  capacita'  d'uso attualmente   destinati   ad  uso  agricolo  e  che,  a  causa  della realizzazione  dell'opera, saranno abbandonati dagli agricoltori, non deve  essere  assolutamente  variata  la destinazione d'uso; dovranno essere  rimboscati  o  lasciati  incolti  in  uno  stato  di completa naturalita', al fine di conservarne e tutelarne le caratteristiche.
 Tutti   i   terreni  di  scotico  dovranno  essere  adeguatamente accantonati  e  stoccati al fine di non alterarne le caratteristiche, onde poterti riutilizzare per gli interventi di ripristino e recupero ambientale..
 Per  gli  interventi di recupero ambientale deve essere definito, in  fase di progettazione definitiva, un apposito piano operativo che preveda,  laddove  possibile,  un  ripristino per fasi, gia' in corso d'opera,  onde  evitare  la perdita delle caratteristiche pedologiche dei  terreni,  l'erosione  accelerata dei terreni privi di copertura, ecc.  Ai  fini  del succitato piano, deve essere definito un bilancio delle    superfici    occupate    temporaneamente    (con   specifica determinazione  dei  tempi di occupazione), occupate definitivamente, parzialmente  compromesse e di nuova acquisizione. qualificandole per valenza naturalistica.
 In   fase  di  progettazione  definitiva  dovra'  provvedersi  al mantenimento  della  continuita'  sia  della viabilita' interpoderale interferita che del reticolo irriguo interferiti.
 Per quanto attiene al rispetto dei corridoi ecologi esistenti, in particolare  nel tratto compreso tra Venaria ed il Monte Musine' dove si   e'   mantenuta   una   tipologia   di  agricoltura  tradizionale caratterizzata  da  una  fitta rete di canali ad uso irriguo e strade interpoderali   con   filari  arborei  ed  arbustivi  che  creano  la connessione  tra  le  aree  sorgente  di fauna selvatica e la pianura intensamente coltivata e la citta', si richiede che:
 - per il tratto di tracciato all'aperto dovranno essere previste delle  strutture  che  facilitino  l'attraversamento  dello stesso da parte  della  fauna  selvatica  terrestre.  A  tal proposito dovranno essere  individuati  i  corridoi ecologici principali e le zone umide con  potenziale  presenza  di  aree  di  riproduzione  di  anfibi,  e prevedere  la  progettazione  di  attraversamenti. Al fine di rendere massima  l'efficienza  di  tali  strutture,  oltre  al rispetto delle indicazioni   fornite   nel   quadro  di  riferimento  ambientale  il proponente  dovra' concordare con l'Osservatorio Faunistico Regionale e  con il Coordinamento VIA/VAS dell'ARPA Piemonte la definizione dei criteri costruttivi degli stessi attraversamenti;
 - deve  essere  prevista la schermatura del tracciato attraverso l'inerbimento  e la piantumazione delle fasce di rispetto della linea nei  tratti all'aperto prevedendo opportune cure colturali periodiche per almeno un triennio dall'impianto.
 Mitigazioni e Compensazioni su immobili residenziali:
 Per  gli  immobili  ricadenti  nelle  fasce  anche indirettamente interferite  dalla  linea  si  devono prevedere, in analogia a quanto gia'  attuato  per  la  realizzanda linea AC Torino-Novara, eventuali compensazioni in funzione delle interferenze misurate.
 Mitigazioni e compensazioni ambientali:
 In   fase   di  progettazione  definitiva  deve  essere  prevista un'idonea  mitigazione  per  l'attraversamento  del torrente Stura di Lanzo,  in  particolare  nel Comune di Venaria al fine di limitare la propagazione di rumore e vibrazioni.
 Con riferimento all'interferenza con il Parco Fluviale del Po, in fase   di   progettazione   definitiva  dovra'  essere  prevista  una riqualificazione  delle  aree  all'interno del Parco, comprese tra la tangenziale nord di Torino ed il Torrente Stura di Lanzo, sviluppando quanto  gia'  previsto,  al  riguardo  dal progetto preliminare e dal S.I.A.
 In  fase  di  progettazione  definitiva dovra' essere prevista la compensazione  della  perdita  di  vegetazione naturale attraverso la definizione   progettuaie   della   realizzazione  di  superfici  con vegetazione  climatica,  di  estensione  equivalente. concordando con l'Osservatorio  Faunistico  Regionale  e con il Coordinamento VIA/VAS dell'ARPA Piemonte l'ubicazione delle nuove superfici a verde.
 In  fase di progettazione definitiva dovra' essere predisposto un progetto   che   preveda   la   connessione   dell'area  del  SIC  in corrispondenza  del Lago Borgarino con le aree boscate nei pressi del Torrente  Casternone,  a  nord  della futura linea ferroviaria, e con l'area  di Caselette, anche prevedendo la realizzazione di interventi di  permeabilizzazione,  mediante  ecodotti  per  anfibi  al  fine di favorire il paesaggio della piccola fauna vertebrata.
 In  fase di progettazione definitiva  con particolare riferimento alle  specie  inserite  nella  Direttiva  "Habitat" e nella Direttiva "Uccelli",  dovranno essere previste specifiche misure di mitigazione e    compensazione,    anche    in   riferimento   alla   costruzione dell'elettrodotto.
 - In  fase  di  progettazione  definitiva  dovra'  essere  posta particolare  attenzione  per  la  tutela  dell'area  archeologica del cosiddetto "Maometto" in comune di Borgone.
 Cantieristica:
 In fase di progettazione definitiva dovranno essere effettuate le opportune verifiche idrauliche per accettare le condizioni di rischio ed  eventualmente  valutare l'opportunita' di modificare l'ubicazione dei  cantieri,  con particolare riferimento a quelli in prossimita' o all'interno delle fasce fluviali della Dora
 Riparia e dello Stura di Lanzo:
 In  fase  di  progettazione definitiva dovranno essere effettuate ulteriori  verifiche  per  i  numerosi  cantieri  ricadenti  in  aree agricole,  al  fine  di limitarne il piu' possibile l'estensione e di individuare,  ove possibile, siti alternativi, quali aree industriali dismesse o aree di minor pregio e qualita'.
 In  fase  di  progettazione definitiva l'inserimento dei cantieri dovra'  essere  previsto nel contesto territoriale su cui andranno ad insistere,  prevedendo  la  realizzazione di filari di siepi lungo il perimetro,  anche con funzioni fonoassorbenti e di abbattimento delle polveri,  utilizzando  essenze  autoctone  e  tecniche  di ingegneria naturalistica,    compatibilmente    con    la   reale   preesistenza territoriale.
 In  fase di progettazione definitiva dovra' essere predisposto un piano  dettagliato  di  approvvigionamento  idrico dei cantieri e dei campi  base  per  i  diversi  usi  e  con  riferimento  alle fonti di approvvigionamento.
 Nelle  successive  fasi  di  sviluppo  progettuale  dovra' essere prevista  la  realizzazione  e  l'organizzazione  delle  attivita' di cantiere   mirata  alla  massima  mitigazione  degli  impatti  dovuti all'inquinamento  atmosferico e acustico, che preveda il contenimento delle  emissioni  diffuse  privilegiando  l'utilizzo  di  dispositivi chiusi,   e   la  captazione  e  il  convogliamento  degli  effluenti provenienti  da  tali dispositivi ad un sistema di abbattimento delle polveri  con  filtri  a  tessuto.  I sistemi per l'abbattimento delle polveri con filtri a tessuto dovranno essere dimensionati e mantenuti in modo tale da garantire il mantenimento, in tutte le condizioni di' funzionamento,  di un valore di emissione di polveri totali inferiore a  10 rng/m3 a 0° C e 0,101 mpa, nel rispetto della normativa vigente in  materia.  Qualunque  anomalia  di funzionamento o interruzione di esercizio  degli  impianti  di  abbattimento  comporta la sospensione delle  relative  lavorazioni  per il tempo necessario alla rimessa in efficienza dell'impianto di abbattimento.
 In  fase  di progettazione definitiva dovra' essere previsto, nel rispetto  di  quanto stabilito dalla normativa vigente in materia, il contenimento   delle   attivita'   maggiormente   disturbanti   e  la sistemazione  delle macchine e delle attrezzature al fine di ottenere il  rispetto  dei  limiti associati alla classe di ciascun recettore. Inoltre deve essere prevista l'insonorizzazione di tutte le macchine, attrezzature  ed  impianti  impiegati, con particolare riferimento al silenziamento degli impianti di ventilazione.
 In  fase di progettazione definitiva dovranno essere valutati gli effetti  su  edifici  interessati da possibili fenomeni di vibrazione durante  l'uso di cariche esplosive nella fase di scavo tradizionale, previa  valutazione  dello  stato  di  fatto dei fabbricati esistenti nell'area potenzialmente impattata.
 In  fase  di  progettazione definitiva per la tratta di scavo con fresa   dovranno   essere   previste   modalita'  impiantistiche  che consentano   l'attivita'   di   prospezione  geologica,  al  fine  di verificare  preventivamente  la  presenza  di formazioni a rischio ed intervenire  tempestivamente  con le misure di sicurezza previste per tutelare   la   salute   dei  lavoratori;  dovranno  essere  altresi' implementate  nella  catena  di  produzione  della TBM tecnologie per l'abbattimento   delle  polveri  prodotte  dallo  scavo  della  fresa (bagnature, aspirazioni, ecc.)
 In  fase  di  progettazione  definitiva  dovra'  essere  prevista l'effettuazione,  anche nel caso di scavo con metodo tradizionale, di prospezioni    delle   formazioni   incontrate   per   procedere   al riconoscimento   del   materiale   litoide   ed  alla  individuazione preventiva,  in  base  ad  aspetto,  consistenza  e  friabilita',  di eventuali   rocce   contenenti  minerali  di  amianto  potenzialmente pericolose per i lavoratori e le popolazioni locali.
 In  fase  di  progettazione definitiva qualunque sia il metodo di scavo  (meccanizzato  con  TBM  o tradizionale con esplosivi), dovra' essere  predisposto  un  sistema per abbattere le polveri all'interno del  tratto  di galleria gia' scavata senza che queste siano disperse in  atmosfera  all'uscita  della  galleria  o  tramite  i  sistemi di ventilazione.
 In fase di progettazione definitiva dovra' essere previsto che il materiale  scavato  e a rischio di presenza di amianto sia, prima del riscontro  analitico,  contenuto  in cassoni pressurizzati al fine di evitare  ogni  possibile contaminazione. Per le acque di lavaggio dei materiali   contaminati   dovra'  essere  progettato  un  trattamento adeguato al fine di separare il materiale in sospensione e collocarlo a   discarica,   secondo   le   previsioni   di  legge,  in  funzione dell'effettivo   contenuto  di  fibre  di  amianto.  Dovranno  essere previste  garanzie  per  l'idoneo  trasporto  delle  fibre  o polveri d'amianto.
 In  fase di progettazione definitiva dovra' essere predisposto un dettagliato  piano di recupero o comunque di risistemazione finale di tutte le aree di cantiere e piu' in generale di tutte le aree sede di attivita'  temporanee  connesse alla realizzazione dell'opera, con la riqualificazione  ambientale  di tutti i siti di cantiere e discarica utilizzati.
 In  fase  di  progettazione  definitiva  per  il  cantiere Rivera dovranno  essere  valutate  soluzioni  alternative  di localizzazione dello  stesso,  privilegiando  un  sito  di  minore  impatto sotto il profilo   paesistico-ambientale.   In  alternativa  sara'  necessario studiare  attente  forme  di  mitigazione  del  cantiere, mediante il pronto  recupero  delle  scarpate  presenti  tra i vari terrazzamenti oltre  che  all'impianto  di filari e quinte verdi con specie arboree autoctone  che  oltre  a  determinare idonea schermatura, costituisca naturale continuita' con il quadro boschivo circostante.
 In  fase  di  progettazione  definitiva  al  fine  di  ridurre  i possibili  impatti  in  fase  di  cantiere  (produzione  di  rumore e polveri, impatto visivo) sull'area del SIC in corrispondenza del Lago Borgarino,  dovra' essere progettata, compatibilmente con le fasce di occupazione  previste,  una  fascia  disboscata con funzione tampone. Lungo  il  margine  della  fascia tampone rivolto verso il SIC dovra' essere   predisposta  la  realizzazione  di  un  fosso  con  barriere invalicabili  al  transito  degli  anfibi  in  modo  da  invitarli  a proseguire  lungo il fosso stesso ed evitarne il passaggio nelle aree interferite   dai   lavori.   Dovra'   inoltre   essere  prevista  la realizzazione  di  fasce  tampone  a protezione delle aree a nord e a sud, rispetto all'area di cantiere "Brione".
 Monitoraggi:
 In  materia  di  estrazione  dello  smarino,  di lavorazione e di trasporto  dello  stesso  oltre  che in esercizio dell'intera tratta. nonche'  delle  aree  di  cantiere  ai  sensi del D.M. 29.11.2000 del Ministero  dell'Ambiente,  con  specifico  riferimento  ai  recettori sensibili,  dovra'  essere svolto in fase di progettazione definitiva un  apposito  studio descrittivo dell'ambiente, per l'individuazione, attraverso modelli matematici di dettaglio, delle vie di propagazione del  rumore,  delle misure del livello massimo di rumore esterno, dei piani  di  intervento,  di  contenimento e di abbattimento del rumore realizzati   da  soggetti  dotati  di  qualificazione  OS34  (sistemi antirumore   per   infrastrutture   di  mobilita)  nell'ambito  della certificazione   ISO   9001,  e  redatti  da  tecnici  professionisti riconosciuti ai sensi dell'art. 2 della legge 447/1995.
 In  fase  di  progettazione  definitiva dovra' essere definito un piano  di  monitoraggio  comprendente  tre  fasi distinte: un rilievo complessivo  di  tutte  le  componenti  ambientali  nello  stato ante operam, il controllo in corso d'opera e post operam.
 - Tale piano di monitoraggio ambientale dovra' prevedere:
 - la  programmazione  definita di tutte le attivita' attuate con strumenti  e  metodiche  che  dovranno  essere condivisi dai soggetti competenti in materia di controlli ambientali;
 - l'utilizzo  di  metodologie  validate  e  di comprovato rigore tecnico-scientifico;
 - la  restituzione  delle  informazioni in maniera strutturata e georiferita,  di  facile  utilizzo e con possibilita' di correlazione con eventuali elaborazioni modellistiche concordate;
 - l'utilizzo  di  indicatori  che siano facilmente misurabili ed affidabili,    nonche'   rappresentativi   delle   varie   situazioni ambientali;
 - sistema di monitoraggio dei movimenti franosi sovrastanti alla linea  ferroviaria  in  progetto  Condove  Mocchie, Condove Pralesio. Condove/Caprie Pertusetto. Caprie Campambiardo, Villardora Celle;
 - un   monitoraggio.  sia  in  corso  d'opera  che  in  fase  di esercizio,  nei  pressi  delle  captazioni  a  scopo  idropotabile di Borgone  Cravario.  Venaria  -  Ponte  Stura,  Torino  C.so Ferrara e Pianezza e del loro sistema di aree di salvaguardia;
 - un  piano di interventi da adottarsi in caso di contaminazione delle acque superficiali o sotterrane per sversamento accidentale di' sostanze  potenzialmente inquinanti, da concordarsi con ARPA, nonche' aree appositamente dedicate, adeguatamente protette e temporaneamente impermeabilizzate per lo stoccaggio delle stesse;
 - il monitoraggio delle polveri per il campionamento delle fibre di  amianto  nell'aria e la determinazione della concentrazione delle stesse  lungo  il  percorso  utilizzato  dai mezzi di cantiere per il trasporto  dei  materiali  contenenti  amianto  e  sul  piazzale  dei cantieri ove tale materiale verra' accumulato.
 Aspetti legati alla sicurezza e al soccorso sanitario:
 - In  funzione  delle successive fasi progettuali dovranno essere coerentemente evidenziati i rischi relativi alle possibili situazioni derivanti  dai  diversi  tipi di incidenti ipotizzabili ai fini della definizione di un piano di emergenza.
 2.  PRESCRIZIONI PROPOSTE A SEGUITO DEL PARERE DEL MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITA' CULTURALI:
 Nelle  successive fasi di sviluppo progettuale, per il tratto che attraversa  il  territorio comunale di Pianezza-Druento , il percorso piu'  lungo  non  in  galleria,  che  taglia  un  ambito territoriale pianeggiante  caratterizzato  da  un  sistema  di  origine storico di canalizzazioni  irrigue e qualificato anche dalla presenza di cascine storiche,   si   dovra'   approfondire  e  studiare  un  progetto  di mitigazione  ambientale che tenga conto delle peculiarita' paesistico territoriale;
 Nelle   successive  fasi  di  sviluppo  progettuale,  poiche'  il percorso  in  galleria  si  sviluppa  sotto  falde  montane inibite e boscate anche grazie alla presenza di acque sotterranee che rischiano di   essere  intercettate  dalla  stessa  galleria,  dovranno  essere valutati  gli eventuali danni indotti dalla presenza della galleria e studiati di conseguenza sistemi di riequilibrio idrico;
 Nelle  successive  fasi  di  sviluppo progettuale, poiche' presso alcune  aree  di  cantiere  , come ad esempio il cantiere "Rivera" ad Almese  o  "Chiampano"  a  Borgone  di  Susa,  sono presenti chiese o cappelle  storiche.  vanno  proposti  progetti di riqualificazione ed inserimento  ambientale (analoga attenzione andrebbe rivolta all'area archeologica  e  masso  erratico  scolpito  in localita' Maometto nel Comune di Borgone di Susa);
 Nelle successive fasi di sviluppo progettuale, relativamente alle aree  di  cantiere  ed  alle  discariche vanno definiti piu' puntuali progetti  ed  impegni  affinche'  le  prime  non  determinino impatto ambientale  durante  il  periodo  d'esercizio  e  siano correttamente riconfigurate  a  fine  lavori-  mentre  le  seconde  possono  essere opportunamente    inserite    e    rinverdite   in   relazione   alle caratteristiche paesistiche in cui insistono
 Nelle   successive   fasi  di  sviluppo  progettuale,  si  dovra' concordare con l'ufficio della Soprintendenza per i Beni Archeologici del Piemonte un programma di indagini archeologiche preliminari prima della   stesura   della   progettazione  definitiva,  allo  scopo  di individuare  eventuali  siti  a  rischio  sul  tracciato o nelle aree accessorie  e  poterli  esplorare  in estensione prima dell'avvio dei lavori.  A  tal proposito si segnalano in particolare, oltre a quanto evidenziato  nello  specifico  studio  di  settore,  l'area  a sud di Cascina  delle  Monache  e di Val della Torre e San Gillio, investita dal  tracciato  della linea, e tutta la fascia in riva sinistra della Dora,  in  comune  di  Pianezza, dove andranno ad essere collocati la sottostazione  elettrica  ed  il  nuovo  elettrodotto  a  132 kV ) in particolare  nei  pressi  del  castello  di  Camerletto  e  dei  Truc Volpatera e del Pra);
 Nelle successive fasi di sviluppo progettuale si dovra' prevedere sin da ora
 un'assistenza  archeologica costante, in corso d'opera, a tutte le opere di scavo e scortico, da parte di operatori specializzati, sotto la   supervisione   dell'ufficio  della  Soprintendenza  per  i  Beni Archeologici del Piemonte;
 Nelle  successive  fasi  di  sviluppo progettuale la cava nord di Druento non deve ampliarsi fino a raggiungere l'area vincolata;
 Nelle   successive  fasi  di  sviluppo  progettuale,  particolare attenzione  dovra'  essere  apposta  nella  risistemazione  dei  cavi irrigui  e  della  viabilita'  secondaria  per  non alterare, piu' di quanto    gia'    determinato   dalla   infrastruttura,   le   tracce paesaggistiche della centuriazione romana;
 - Nelle  successive  fasi  di sviluppo progettuale siti con resti archeologici  individuati  ed interessati dalle opere dovranno essere per   quanto   possibile   indagati  in  estensione  con  metodologia archeologica;
 •  Nelle  successive  fasi  di  sviluppo  progettuale,  si' dovra' rivalutare,  per  quanto  possibile,  la posizione dell'imbocco della galleria  artificiale  in comune di Borgone, visto il pesante impatto che  questa comporta, assieme al passaggio della linea a cielo aperto (di  competenza  della  progettazione  della  tratta internazionale), sull'area archeologica del cosiddetto "Maometto";
 - Nelle  successive fasi di sviluppo progettuale, compatibilmente con le condizioni geomorfologiche del terreno. si dovranno effettuare preliminarmente  prospezioni  geofisiche,  secondo  le  esigenze e le modalita'  da  concordare  con  la  Soprintendenza  competente,  onde procedere successivamente ad indagini archeologiche mirate;
 - Nelle  successive  fasi  di  sviluppo  progettuale  si dovranno adottare  tutte  le  misure  atte  a  contenere  ,  nel  corso  della realizzazione  dell'opera,  nei  limiti  possibili con le tecniche di scavo   adottate,   gli   impatti   sulle  condizioni  idrogeologiche superficiali  e  sotterranee.  Sara'  da  privilegiarsi ove opportuno l'adozione,  per  la realizzazione della tratta in galleria naturale, lo  scavo  meccanizzato  con  sostegno  pressurizzato  del  fronte in presenza di battenti idraulici sostenibili.
 - Il progetto definitivo, comprensivo delle misure di mitigazione previste,  specifiche  e  dettagliate,  dovra' essere sottoposto alle osservazioni/autorizzazioni,   previste  dall'iter  autorizzativo  di Legge Obiettivo.
 3.  PRESCRIZIONI  PROPOSTE  A SEGUITO DEL PARERE DELLA COMMISSIONE SPECIALE V.I.A.:
 - Nel   progetto   definitivo   dovra'   essere   verificata   la possibilita'   di   anticipare   la   realizzazione  delle  opere  di mitigazione  e  compensazione  ambientale  rispetto  al completamento dell'infrastruttura.
 - Il  progetto  definitivo  deve  verificare  che, nella Piana di Bruzolo,  il  "Progetto  di riconfigurazione per la Piana di Bruzolo" (elaborato  a  seguito  della  richiesta  della  Regione  Piemonte di eliminare  l'interconnessione di Caprie) sia coerente con il previsto tracciato  del  "Nuovo collegamento ferroviario Torino-Lione - Tratta confine di Stato Italia/Francia -Bruzolo" .
 - Il  progetto  definitivo  dovra'  specificare gli interventi di mitigazione  e  le  eventuali  opere di compensazione per gli impatti acustici dovuti a incremento dei traffici sulla linea esistente.
 - Il  progetto  definitivo  dovra' approfondire le considerazioni relative  alla  larghezza del sedime e alla possibilita' di prevedere due  binari a quote differenti verificando le sezioni traversali allo scopo  di  limitare,  quanto  piu' possibile, la sottrazione di nuovo suolo  e, inoltre, ottimizzare il tracciato altimetrico per contenere le altezze dei rilevati e la profondita' delle trincee.
 - Il  progetto  definitivo  dovra'  attuare quanto previsto nella delibera  della  Giunta regionale del Piemonte (D.G.R n. 26-12997 del 12/07/2004) relativamente a: punti 3 a), 3 b), 3 c), 3 e);
 - quanto  richiesto per il viadotto di attraversamento del Fiume Stura e la trincea di collegamento alla successiva galleria:
 - quanto  richiesto  in  merito alla possibilita' di adeguamento altimetrico della livelletta nel comune di Borgaro Torinese.
 - Il  progetto  definitivo dovra' dettagliare la cantierizzazione adottando i seguenti criteri:
 - individuare  le  aree  destinate  al  deposito  temporaneo del terreno  vegetale,  specificando  le  procedure  atte a mantenere nel tempo la vegetabilita';
 - redigere un piano dettagliato di approvvigionamento idrico dei cantieri  e dei campi base per i diversi usi individuando le fonti di approvvigionamento;
 - indicare  le  provenienze  e  precisare  le movimentazioni dei materiali  e  degli  inerti; analizzare il rumore e le vibrazioni dei cantieri  ed  individuare  i  livelli  di emissione nei confronti dei ricettori sensibili circostanti;
 - specificare  per  ciascuna  area di cantiere le quantita' e le qualita' degli scarichi delle acque di lavaggio, delle acque di prima pioggia, degli olii, dei carburanti e di altri inquinanti, prevedendo sistemi   di  collettamento  separati  e  l'eventuale  necessita'  di preliminare trattamento.
 - Il  progetto  definitivo dovra' valutare attentamente i vincoli esistenti  nelle  aree  di  cantiere, cava e stoccaggio e individuare alternative  ai siti ubicati in prossimita' dei centri abitati, nelle aree  sottoposte  a  vincolo  idrogeologico e nelle zone che gli enti preposti  hanno  finalizzato ad altre attivita'. Nel caso in cui cio' non   fosse  possibile  per  motivi  imprescindibili  e  documentati, applicare  tutte  le  misure  atte  alla tutela dell'ambiente e delle persone coinvolte.
 - In  generale,  limitare  le  aree impegnate alle sole superfici strettamente necessarie.
 - Utilizzare  il  deposito  D6,  situato all'interno del pSIC "La Mandria",  solo  nel  caso  in cui fosse strettamente necessario, nel qual  caso  effettuare  una  valutazione di incidenza e predispone un dettagliato piano di recupero a fine utilizzo.
 - Assicurarsi   comunque  che  le  destinazioni  d'uso  dei  siti prescelti  non  siano  incompatibili  con  le  attivita' di cantiere, evitando  la  dislocazione  di  siti adibiti a cantiere. di cave e di depositi nella stessa area.
 - Dettagliare gli interventi di ripristino delle aree di cantiere e della viabilita' a servizio delle stesse.
 - Il   progetto  definitivo  dovra'  approfondire  le  necessarie indagini  per  verificare  il  rischio  di  intercettazione  di rocce amiantifere   analizzando  gli  effetti  relativamente  alle  singole componenti ambientali, con particolare riferimento alla diffusione in atmosfera  e alla salute pubblica, e, quindi, descrivere in dettaglio le  misure  che  si  prevede  di  adottare, in particolare durante le attivita' di scavo e movimento terra in rocce asbestifere, al fine di tutelare la sicurezza dei lavoratori e la salute pubblica;
 - verificare,  per  tutti  i materiali che devono essere trattati come rifiuti, sia per loro stessa natura sia per effetto degli agenti inquinanti  immessi  a  seguito  delle lavorazioni, la disponibilita' concreta di discariche autorizzate, la loro adeguata potenzialita' di ricezione e definire le modalita' di trasporto e di conferimento.
 - Il  progetto  definitivo  dovra'  approfondire le analisi delle interferenze  tra  l'opera  in  progetto  e  la viabilita' esistente; dettagliare i lavori di ripristino della situazione ante operam delle infrastrutture  viarie  interferite,  soprattutto  in  prossimita'  e all'interno  dei  centri  abitati; garantendo la risistemazione della viabilita'.
 - Il progetto definitivo dovra' approfondire la caratterizzazione quantitativa  della  componente  atmosfera, e gli impatti su di essa, nella  fase  di  cantiere  (sia  per  i  siti  di cantiere che per il traffico indotto) utilizzando dati meteorologici rilevati.
 - Il  progetto  definitivo  dovra'  approfondire  lo studio delle possibili  alterazioni  dello  stato  di  qualita'  dei  corpi idrici superficiali   e,   anche   in  funzione  di  una  piu'  approfondita caratterizzazione  della  vulnerabilita' ante-operam e localizzazione delle  fonti  di  inquinamento,  specificare le misure di mitigazione previste  in particolare per: - ridurre gli impatti in corrispondenza dell'attraversamento  del  Torrente  Stura  di  Lanzo;  - ridurre gli impatti  sul  sistema  di  distribuzione delle acque irrigue connessi alle  interferenze  e  agli  attraversamenti  delle  aree irrigate di Venaria-Pianezza e del comprensorio della Dora Riparia.
 - Il   progetto   definitivo   dovra'  approfondire  gli  aspetti geologici  e  idrogeologici  e  definire  nel  dettaglio le misure di mitigazione   e   compensazione  per  gli  impatti  sulla  componente idrogeologica. In particolare, si deve:
 - approfondire   le   indagini   relativamente  alla  potenziale emissione di radiazioni da parte delle formazioni rocciose;
 - nell'area  pedemontana,  effettuare  il  censimento  dei nuovi punti  d'acqua  (pozzi  e  sorgenti) e aggiornare le informazioni per quelli gia' censiti redigendo uno studio sistematico delle sorgenti e delle captazioni d'acqua;
 - caratterizzare  gli  acquiferi  nel  settore montano eseguendo sondaggi meccanici e prove e misure in foro;
 - approfondire   le  interferenze  con  la  circolazione  idrica sotterranea  (anche attraverso sondaggi meccanici e prove e misure in foro)  in  particolare  in  corrispondenza  di  gallerie  naturali  e artificiali  e  sottoattraversamenti, verificando i possibili impatti che   potrebbero   verificarsi   in   corrispondenza  della  galleria artificiale  sottopassante l'autostrada Torino-Milano, della galleria di  Settimo  Torinese e nel tratto di connessione della linea storica Torino  -  Milano con il canale scolmatore ovest della Bealera Nuova, in progetto;
 - nell'area  di  pianura,  approfondire  gli impatti sulla falda superficiale esistente;
 - valutare gli effetti indotti dall'eventuale abbassamento della falda  nelle  aree  dei  comuni  di Caprie e Condove che insistono su frane attive prevedendo ove necessario adeguati rimedi;
 - garantire,      in      ogni      caso,     la     continuita' dell'approvvigionamento    idrico    prevedendo,    ove   necessario, infrastrutture alternative.
 - Il  progetto definitivo dovra' prevedere, nell'ambito del Piano di  Monitoraggio  Ambientale,  il  monitoraggio,  durante  la fase di esercizio   dell'infrastruttura,  dei  corsi  d'acqua  sotterranei  e superficiali  (indicando  l'ubicazione  delle stazioni di rilevamento previste)  nonche'  il  monitoraggio  delle  numerose falde acquifere interferite  (tra  cui  diverse  sorgenti  montane), anche sulla base delle risultanze degli approfondimenti richiesti al punto precedente; prevedere,  inoltre, un sistema di monitoraggio dei movimenti franosi sovrastanti  la  linea  in  progetto  nei comuni di Condove, Caprie e Villard'ora.
 - Riguardo  alla  possibilita'  di  fenomeni  di  esondazione, il progetto  definitivo  dovra'  approfondire  l'analisi  nelle  aree  a maggiore  criticita'  in  relazione  alla  dinamica fluviale, sia per quanto  riguarda  i  corsi d'acqua principali che la rete idrografica secondaria.  Ottenere il parere favorevole della competente Autorita' di  Bacino.  Per quanto riguarda i cantieri Riviera e Cave di Caprie, ubicati  nei  pressi di aree a pericolosita' molto elevata o elevata, ottenere  il  parere favorevole preventivo delle competenti Autorita' di  Bacino.  In  fase di realizzazione delle aree di cantiere e della relativa  viabilita'  di  accesso,  con  particolare  riferimento  ai cantieri  suddetti,  predisporre  tutti  gli  accorgimenti  utili  ad eliminare  le  criticita'  legate  ad eventuali fenomeni di carattere torrentizio.
 - Il progetto definitivo dovra' approfondire lo studio pedologico che  definisca  e  descriva  le  caratteristiche  dei  singoli  suoli interferiti  dalle  opere e in cui siano dettagliate le problematiche relative a:
 - rischio di inquinamento del suolo;
 - rischio di erosione superficiale del suolo;
 - consumo  di  suolo  con  capacita'  d'uso  per fini agricoli e forestali.
 - Redigere  uno  studio  geologico  di  dettaglio  dell'area  del cantiere  Rocca  Bianca  (ove  e'  stata  rilevata una paleofrana) ed individuare   e   dettagliare   gli  interventi  a  difesa  del  sito nell'eventualita' di una riattivazione del movimento.
 - Per  la  classificazione  del territorio sulla base del rischio sismico,  attenersi  alla  piu' recente normativa in materia (si veda l'ordinanza n. 3274/2003 della Presidenza del Consiglio dei Ministri: "Normativa  tecnica  per  le  costruzioni  in zona sismica e connessa classificazione sismica del territorio nazionale").
 - Il  progetto  definitivo  dovra'  approfondire  l'inquadramento della  componente  vegetazione,  flora,  fauna  ed ecosistemi, sia in termini   di   caratterizzazione  della  situazione  attuale  che  di previsione  degli impatti sulla componente. formulando una previsione di dettaglio della perdita di risorsa vegetale e di danno alle specie animali,   anche   acquatiche,   dovuta   alla   cantierizzazione   e all'esercizio della linea, con maggior riguardo ai siti di cantiere e alle  aree  di  maggiore  sensibilita'  e/o  vulnerabilita'  (area di attraversamento  del  Torrente  Stura  di Lanzo, area interessata dal pSIC  Monte  Musine' e Laghi di Caselette, zona umida comprendente il Lago  Borgarino.  aree  boscate dei versanti dei Monte Musine' in cui sono previste le tre finestre di deflusso).
 - Progettare  un  adeguato piano di riqualificazione ambientale e compensazione   prevedendo  tutte  le  misure  atte  a  garantire  la conservazione delle specie vegetali ed animali (in particolare quelle rare  o  protette  e quelle in aree sensibili), dell'integrita' delle unita'  ecosistemiche  e  la  permeabilita'  ecologica,  al  fine  di mantenere  il  livello  della  biodiversita'  attuale  anche  dopo la realizzazione   dell'opera   in  esame.  In  particolare:  progettare appropriati  interventi  di  mitigazione  degli  impatti sulle specie animali e vegetali particolarmente sensibili (rare e protette);
 - tra  le  misure  di  contenimento  degli  impatti  da  cantiere (produzione  di  polveri,  di  disturbo sonoro, di occlusione visiva) prevedere  una fascia tampone boscata, piu' estesa di quella proposta dallo  studio,  che  segua  interamente  il perimetro dell'area umida comprendente  il  Lago Borgarino, ed un'altra analoga a circoscrivere il perimetro nord e sud del sito di cantiere "Brione";
 - inserire,  in corrispondenza del passaggio del tracciato a nord dell'areale  del  Lago Borgarino, opportuni ecodotti per il passaggio sia dell'erpetofauna che della mammalo fauna;
 - prevedere   specifici   interventi  di  compensazione  come  la realizzazione  di  aree  prative umide nell'area a sud ovest del Lago Borgarino;  l'inerbimento  delle aree a sud est del lago suddetto; la realizzazione  di  interventi  di  rinaturazione  che  consentano  la ricucitura del territorio interrotto dal tracciato determinando nuove connessioni  tra  gli  ecosistemi  del Lago Borgarino, quelli dei due laghi  di Caselette e quelli fluviali dell'area a nord del tracciato, in   corrispondenza  del  Torrente  Casternone  e  del  Rio  Laiassa; l'attuazione  di  interventi  di  connessione tra gli habitat dei due Laghi di Caselette, mediante inserimento di passaggi per la fauna.
 - Il progetto definitivo dovra' approfondire lo studio della rete ecologica   presente  nel  tenitorio  interessato  dall'intervento  e prevedere.  nel  piano  di riqualificazione ambientale, interventi di ricucitura e recupero.
 - Predisporre  un  piano  di recupero e rinaturazione dei siti di cantiere,  e  delle  relative  vie  di accesso e produrre un adeguato progetto  delle  misure  di  mitigazione  e  compensazione prevedendo specifici provvedimenti calibrati sulle diverse realta' ambientali in cui  vanno  ad  inserirsi.  Per le loro peculiarita' sotto il profilo della  vegetazione,  flora  e  fauna,  occorre  prestare  particolare attenzione ai seguenti siti:
 - Cantiere b - Brione (Val della Torre - San Gillio);
 - Sito  di  cava  e  stoccaggio  C1-D1  (Comune  di  Castiglione Torinese);
 - Sito  di stoccaggio D9 ("Area Tetti San Mauro"), dove il piano di  ripristino  dovrebbe essere finalizzato alla creazione di un'area naturale  o  semi-naturale  eventualmente  fruibile a fini ricreativi dalla popolazione locale;
 - Area di cava C9 (Comune di Villarfocchiardo).
 - Il progetto definitivo dovra' approfondire la caratterizzazione e  l'analisi  degli  impatti in corrispondenza delle aree di versante interessate  dalle  tre  finestre  di  deflusso previste dal progetto (Riviera,  Caprie  e Grangetta). A Caprie, prevedere la realizzazione della "finestra alternativa" a quella prevista di "Rocca Bianca".
 - Il progetto definitivo dovra' approfondire la caratterizzazione dell'area  di attraversamento del Torrente Stura di Lanzo nell'ambito del  Sistema del Parco Fluviale del Po e la valutazione degli impatti dovuti  al  cantiere  operativo "Stura". Prevedere, oltre al corretto ripristino  dell'area di cantiere, una accorta riqualificazione delle aree  di  parco  intercluse  tra  il  Torrente  Stura  di  Lanzo e la Tangenziale  nord  di  Torino,  in  conformita'  con  le  indicazioni previste  dagli  eventuali Piasi di Recupero Ambientale esistenti per tali aree.
 - Il progetto definitivo dovra' approfondire la valutazione degli impatti  dovuti alla presenza dell'elettrodotto e della stazione ENEL in localita' Grangiotto .
 - Il progetto definitivo dovra' prevedere, per quanto riguarda il ripristino  della  vegetazione, l'impiego di specie appartenenti alle serie  autoctone,  prevedendo  eventualmente  la  raccolta in loco di materiale  per  la  propagazione  (sementi.  talee,  ecc.) al fine di rispettare  la  diversita'  biologica  e  prevedere  la produzione di materiale  vivaistico  presso  vivai  specializzati che ne assicurino l'idoneita'  all'uso  in  condizioni ambientali difficili (terreni di riporto di scadente qualita', ecc.).
 - Per  quanto  riguarda  l'impatto  acustico  nell'area  in esame integrare,  qualora  possibile,  i  dati  presentati  con le seguenti informazioni:  codice  recettore,  caratterizzazione  dei  ricettori, destinazione  d'uso  dell'area.  in base alla zonizzazione e relativi limiti, piano dell'edificio a cui si riferiscono i valori.
 - Il  progetto  definitivo  dovra'  approfondire  lo studio della componente radiazioni provvedendo a:
 - ampliare la fascia di rispetto utilizzata considerando livelli di  campo  uguali  o  superiori  a  3  µT  rispetto  a  tutti i punti accessibili in altezza e non solo a 1,5 metri;
 - definire   le   eventuali   varianti   locali   al   tracciato dell'elettrodotto   per   ridurre   l'impatto   elettromagnetico  sui ricettori individuati dal Proponente;
 - precisare  le  misure  di  mitigazione  che  verranno adottate (tenendo  anche  conto  della  mortalita'  dell'avifauna) realizzando condizioni  di  esposizione per i ricettori piu' critici coerenti con quanto indicato nel DPCM 08/07/2003;
 - definire  il  sistema  di telecomunicazione Terra-Treno che si intende  adottare  e fornire, alla luce della vigente normativa (DPCM 08/07/2003),  una  valutazione  dell'impatto  elettromagnetico  anche tenendo  conto  di  effetti cumulativi con impianti ad alta frequenza esistenti, indicando i ricettori ritenuti piu' critici;
 - localizzare  i punti di misura per il monitoraggio ante e post operam.
 - Il   progetto   definitivo   dovra'   approfondire  le  analisi finalizzate  alla  riduzione  dell'impatto  visivo  perseguendo  tale obiettivo anche mediante un affinamento della qualita' architettonica dell'opera con particolare attenzione ai viadotti; inoltre, integrare lo  studio con piu' dettagliate analisi e descrizioni delle misure di mitigazione previste, prestando attenzione, nei tratti allo scoperto, a ridurre l'impatto visivo delle stesse opere di mitigazione.
 - Verificare  che,  con adeguate soluzioni progettuali e opere di mitigazione,  si  possa minimizzare l'impatto della infrastruttura in esame  in  particolare  nelle  aree  in  cui sono previsti interventi nell'ambito  del  programma  PRUSST,  nell'area  di  Borgaro Torinese (Parco   BOR.SET.TO.),   nel  territorio  di  Settimo  Torinese,  nel territorio  a  sud dell'abitato di Druento e nelle aree dei Comuni di Venaria, Pianezza e Casellette dove le misure di mitigazione proposte presentano non poche carenze dal punto di vista dell'impatto visivo.
 - Il  Proponente  dovra'  predispone  il Progetto di Monitoraggio Ambientale, secondo le Linee Guida redatte dalla Commissione Speciale VIA,  a partire dalle infolinazioni riportate nello Studio di Impatto Ambientale  e  sue  successive  integrazioni.  Il  PMA  dovra' essere allegato  al  Progetto  Definitivo prevedendone il costo nel relativo quadro economico.
 - Il Proponente dovra' predispone quanto necessario per adottare, entro  la  consegna dei lavori, un Sistema di Gestione Ambientale dei cantieri  secondo  i criteri di cui alla norma ISO 14001 o al Sistema EMAS (Regolamento CE 761/2001).
 - Il  Proponente  dovra' sviluppare gli interventi di mitigazione ed  opere  di  compensazione: secondo quanto indicato nello Studio di Impatto  Ambientale e sue integrazioni, completandoli con le presenti prescrizioni,  dettagliandone  la  localizzazione,  la  tipologia, le modalita' di esecuzione ed i costi analitici;
 - scegliendo  tipologie  di  barriere acustiche integrate il piu' possibile  con  barriere  a  "verde",  fornendo,  per ciascun tipo, i valori  dell'attenuazione.  rappresentando  i  risultati  su allegati grafici planimetrici di sintesi.
 B) RACCOMANDAZIONI:
 - Approfondire  le eventuali interferenze con i siti archeologici (come  l'area  archeologica di Maometto) e dettagliare le conseguenti misure di mitigazione in caso di interferenza.
 - Dettagliare  le  misure di mitigazione negli ambiti interessati da  emergenze  architettoniche  di  rilevanza  storica (sistema delle cascine).
 - Per      il     generale     miglioramento     dell'inserimento paesaggistico-ambientale  dell'opera:    - preferire per i ponti ed i viadotti strutture a sezione variabile;
 - qualora   siano  previste  opere  di  protezione  dal  rumore, studiare  la  possibilita'  di inserirle nella struttura portante, ad esempio mediante impalcati a via inferiore; prestare particolare cura alle  forme  ed  alle  superfici  di  pile  e  spalle  ed  alla  loro naturalizzazione (piantumazioni, mascheramenti);
 - verificare ed omogeneizzare le sezioni delle pile dei viadotti al  fine di minimizzare le alterazioni dinamiche, di rotta o di piena fluviale e di favorire l'inserimento paesaggistico dei viadotti;
 - prevedere  che  gli  imbocchi  delle  gallerie  siano tagliati secondo  le  pendenze  del  terreno  attraversato  e  raccordati  con continuita'   alle   opere  di  sostegno  all'aperto.  Verificare  le interferenze  del  tracciato con i perimetri delle aziende agricole e comunque  delle  aree  ove sono presenti realta' produttive o sociali del  territorio  e adottare, anche in fase di cantiere, soluzioni che salvaguardino  quanto  piu' possibile l'integrita' e la funzionalita' delle aree stesse.
 - Assicurarsi    che    il   responsabile   della   realizzazione dell'infrastruttura   possegga  o  in  mancanza  acquisisca,  per  le attivita'  di  cantiere, dopo la consegna dei lavori e nel piu' breve tempo,  la  Certificazione Ambientale ISO 14001 o la Registrazione di cui al Regolamento CE 761/2001 (EMAS).
 - Nel caso di interferenze con altre infrastrutture di corridoio, ancorche' in previsione, adoperarsi con la massima cura:
 - per favorire lo scambio di informazioni, la cooperazione ed il coordinamento   reciproco  anche  per  quanto  riguarda  le  fasi  di cantierizzazione,  favorendo l'uso coordinato delle aree di cantiere, della viabilita', delle cave e dei siti di discarica;
 - per  coordinare  la  progettazione delle opere a verde e delle opere  di mitigazione e di compensazione, sia delle infrastrutture in se' che delle interferenze.
 |  |  |  | Allegato 2 Regione Piemonte
 
 Deliberazione delta Giunta Regionale 1 agosto 2005, n. 16-609
 OGGETTO:  Integrazioni  alla  DGR  26-12997  del  21  luglio  2004 relativa   al   parere   regionale   sul   "Nodo  Urbano  di  Torino, potenziamento  linea  Bussoleno - Torino e Cintura Merci" con annesso elettrodotto a 132 KV.
 OMISSIS
 
 b)  Si  richiede  di sviluppare la verifica necessaria ad individuare ubicazioni  alternative  dell'interconnessione  fra  la linea AC e le linee  storiche  Torino-Milano  e  Chivasso-Casale che il progetto in esame  prevede  a  Settimo  Torinese.  In  particolare si richiede di verificare  ipotesi  alternative  che  prevedono la realizzazione nel Comune  di  Chivasso,  anche  attraverso un'analisi multicriteria che tenga   conto   dei   diversi   parametri  ambientali,  territoriali, trasportistici  ed  economici  fra  l'ipotesi  in  progetto  e quelle
 proposte.
 c) Si richiede, nella fase di progettazione definitiva, un'attenta analisi  dell'inserimento  paesaggistico  dell'opera, con particolare riferimento  ai punti piu' sensibili lambiti dal tracciato (complesso della  Mandria,  Villa  Cristina,  complesso  rurale "regione Merli", Frazione Grange, il borgo della Cascina delle Monache ecc.)
 d)  Il tratto che raccorda l'uscita dalla galleria del Musine' con l'attraversamento   della  Tangenziale  di  Torino,  gia'  modificato rispetto all'ipotesi contenuta nel progetto depositato il 10/03/2003, non  risolve  le problematiche sollevate nell'ambito dell'istruttoria regionale  sul  progetto. Al contrario, individua nuove interferenze, fra  cui  una delle piu' delicate riguarda l'area della discarica RSU della   Societa'   Cassagna   S.r.l..   Occorre,   dunque,   affinare ulteriormente  il  tracciato  sentite  le Amministrazioni Comunali di Pianezza,   Druento   e   San   Gillio,   per  minimizzare  l'impatto territoriale,   urbanistico   ed   ambientale  e  le  ricadute  sulle infrastrutture e sugli insediamenti esistenti.
 Inoltre:
 - d.1)  Interferenze  nel  Comune  di S. Gillio. Il Comune di San Gillio  e'  interessato dal tracciato per km 2,432 di cui 1,5 km allo scoperto  e il restante in galleria. Si ribadisce quanto gia' esposto al  punto 3 lett. e) del dispositivo della DGR 26-12997 dal 21.07.04. Specificatamente  si  richiede  di  svolgere i necessari ed opportuni approfondimenti  progettuali  finalizzati  a  ridurre  e se possibile eliminare  le  interferenze con gli edificati nel Comune di S. Gillio anche  prevedendo,  compatibilmente  con le esigenze funzionali della linea,  l'estensione  della tratta in galleria all'ingresso del monte Musine'.
 - d.2)  Interferenze  nel Comune di Druento. Il Comune di Druento non  e'  interessato  direttamente  dal  tracciato  ma da un deposito d'inerti.  La  tratta di linea Aca attraversa il Comune di Pianezza a qualche  centinaio  di  metri  dal  confine amministrativo di Druento interferendo con impianti, infrastrutture, insediamenti e soprattutto con il reticolo idrografico superficiale che conerisce nel territorio di  Druento  le  portate  del rio Caloria, responsabile in passato di esondazioni.  Nel  confermare le prescrizioni gia' indicate nella DGR 26-12997  dal  21.07.04,  si  ribadisce la particolare attenzione che dovra'  essere posta nella riprogettazione del tracciato anche per la salvaguardia   dell'equilibrio   idraulico  raggiunto  a  seguito  di interventi  mirati  gia' attuati e prevedendo, ove possibile d'intesa con  i  Cosorzi  irrigui, gli interventi migliorativi per il corretto deflusso delle acque superficiali.
 e) Nell'ambito del comune di Collegno, richiamando le prescrizioni gia' indicate nella DGR 26-12997 dal 21.07.04, si ribadisce:
 - la  necessita'  di  risolvere  le  interferenze con due edifici residenziali bifamiliari posti a margine del quartiere Savonera.
 f)   Interferenze   nel  Comune  di  Venaria.  Nel  confermare  le prescrizioni  gia'  indicate  nella  DGR  26-12997  dal  21.07.04  si ribadisce   la   necessita'  di  risolvere  le  interferenze  con  le residenzialita'  ed i box interrati di via Amati. Si chiede, inoltre, di  approfondire  le  verifiche  idrauliche  per la progettazione del ponte  sulla  Strada  di Lanzo al fine di valutare la possibilita' di sottopassare  il  fiume  Stura  o,  in  subordine,  di  abbassare  la livelletta  di  attraversamento  del  fiume  stesso  anche a mezzo di interventi  di  natura  idraulica  atti  a ridurre l'innalzamento del livello  idrometrico  in  occasione  di eventi eccezionali al fine di evitare  la  necessita' di effettuare scavalcamenti viari della nuova infrastruttura.  Si richiede, ancora, di massimizzare la soluzione in trincea  coperta  per  la  tratta  in  avvicinamento  alla  spalla in sinistra orografica del ponte sullo Stura. Dovranno essere esaminate, d'intesa  con  il  Comune di Venaria, le alternative possibili per lo spostamento a ovest del cavalcavia di via Amati. Il proponente dovra' verificare  anche  la  possibilita'  di  riallocare  la  piazzola  di servizio ivi prevista.
 g)  Con  riferimento alla richiesta di soppressione della finestra di  Almese  si  ribadisce quanto gia' indicato nella DGR 26-18997 del 12-7-2004  pag. 20 e si ribadisce la necessita' di valutare soluzioni alternative alla finestra in localita' Rivera.
 Qualora  dalle  risultanze  delle  indagini geognostiche dovessero emergere   rischi  non  gestibili  per  la  salute  pubblica  e/o  le maestranze,  la  Regione  si impegna a richiedere l'individuazione di tracciati alternativi.
 OMISSIS
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