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| Gazzetta n. 69 del 23 marzo 2006 (vai al sommario) |  | COMITATO INTERMINISTERIALE PER LA PROGRAMMAZIONE ECONOMICA |  | DELIBERAZIONE 29 luglio 2005 |  | Primo   programma   delle  opere  strategiche  (legge  n.  443/2001). Tangenziale est esterna di Milano. (Deliberazione n. 95/2005). |  | 
 |  |  |  | IL COMITATO INTERMINISTERIALE PER LA PROGRAMMAZIONE ECONOMICA
 
 VISTA  la  legge  21  dicembre  2001,  n. 443, che, all'art. 1, ha stabilito   che   le   infrastrutture   pubbliche  e  private  e  gli insediamenti  strategici  e  di  preminente  interesse  nazionale, da realizzare  per  la  modernizzazione e lo sviluppo del Paese, vengano individuati  dal  Governo attraverso un programma formulato secondo i criteri e le indicazioni procedurali contenuti nello stesso articolo, demandando   a  questo  Comitato  di  approvare,  in  sede  di  prima applicazione  della legge, il suddetto programma entro il 31 dicembre 2001;
 VISTA  la  legge 1° agosto 2002, n. 166, che, all'art. 13, oltre a recare  modifiche  al  menzionato art. 1 della legge n. 443/2001 e ad autorizzare limiti di impegno quindicennali per la progettazione e la realizzazione  delle  opere incluse nel programma approvato da questo Comitato,  prevede  che  gli  interventi  medesimi  siano compresi in intese  generali  quadro  tra  il  Governo  e  ogni singola Regione o Provincia   autonoma,   al   fine   del   congiunto  coordinamento  e realizzazione delle opere;
 VISTO  il  decreto  legislativo  20 agosto 2002, n. 190, attuativo dell'art. 1 della menzionata legge n. 443/2001;
 VISTI,  in  particolare,  l'art. 1 della citata legge n. 443/2001, come  modificato dall'art. 13 della legge n. 166/2002, e l'art. 2 del decreto legislativo n. 190/2002, che attribuiscono la responsabilita' dell'istruttoria  e  la funzione di supporto alle attivita' di questo Comitato  al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, che puo' in proposito avvalersi di apposita "struttura tecnica di missione";
 VISTO il decreto del Presidente della Repubblica 8 giugno 2001, n. 327,   recante  il  testo  unico  delle  disposizioni  legislative  e regolamentari  in  materia  di  espropriazione per pubblica utilita', come  modificato  -  da  ultimo - dal decreto legislativo 27 dicembre 2004,n. 330;
 VISTO  l'art.  11  della  legge  16  gennaio  2003,  n. 3, recante "Disposizioni  ordinamentali in materia di pubblica amministrazione", secondo  il  quale, a decorrere dal 1° gennaio 2003, ogni progetto di investimento  pubblico  deve  essere  dotato  di  un  codice unico di progetto (CUP);
 VISTA la delibera 21 dicembre 2001, n. 121 (G.U. n. 51/2002 S.O.), con la quale questo Comitato, ai sensi del piu' volte richiamato art. 1  della  legge n. 443/2001, ha approvato il 1° Programma delle opere strategiche, che all'allegato 2 include, tra i "corridoi autostradali e  stradali"  della regione Lombardia, la "Tangenziale est esterna di Milano";
 VISTA  la  delibera  27  dicembre  2002,  n. 143 (G.U. n. 87/2003, errata  corrige in G.U. n. 140/2003), con la quale questo Comitato ha definito  il  sistema  per  l'attribuzione  del  CUP, che deve essere richiesto  dai  soggetti  responsabili  di  cui  al  punto  1.4 della delibera stessa;
 VISTA la delibera 25 luglio 2003, n. 63 (G.U. n. 248/2003), con la quale  questo  Comitato  ha  formulato,  tra  l'altro, indicazioni di ordine  procedurale  riguardo  alle  attivita'  di  supporto  che  il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e' chiamato a svolgere ai  fini della vigilanza sull'esecuzione degli interventi inclusi nel I° Programma delle infrastrutture strategiche;
 VISTA la delibera 29 settembre 2004, n. 24 (G.U. n. 276/2004), con la  quale  questo  Comitato  ha  stabilito  che  il  CUP  deve essere riportato  su  tutti i documenti amministrativi e contabili, cartacei ed  informatici, relativi a progetti di investimento pubblico, e deve essere  utilizzato  nelle  banche  dati dei vari sistemi informativi, comunque interessati ai suddetti progetti;
 VISTA  la  sentenza  n. 303 del 25 settembre 2003, con la quale la Corte  Costituzionale,  nell'esaminare le censure mosse alla legge n. 443/2001   ed   ai   decreti   legislativi   attuativi,  si  richiama all'imprescindibilita'  dell'intesa  tra  Stato  e singola Regione ai fini dell'attuabilita' del programma delle infrastrutture strategiche interessanti il territorio di competenza, sottolineando come l'intesa possa   anche   essere  successiva  ad  un'individuazione  effettuata unilateralmente  dal  Governo  e  precisando che l'attivita' posta in essere  non  vincola  la  Regione  fino  a  quando l'intesa non venga raggiunta   e   che   i  finanziamenti  concessi  all'opera  sono  da considerare inefficaci finche' l'intesa stessa non si perfezioni;
 VISTO  il  decreto  emanato  dal Ministro dell'interno il 14 marzo 2003  di concerto con il Ministro della giustizia e il Ministro delle infrastrutture  e  dei trasporti, come integrato dal decreto 8 giugno 2004,  con il quale - in relazione al disposto dell'art. 15, comma 5, del decreto legislativo n. 190/2002 - e' stato costituito il Comitato di coordinamento per l'alta sorveglianza delle grandi opere;
 VISTA  la  nota  5  novembre  2004, n. COM/3001/1, con la quale il coordinatore  del  predetto  Comitato  di  coordinamento  per  l'alta sorveglianza  delle  grandi  opere  espone  le linee guida varate dal Comitato nella seduta del 27 ottobre 2004;
 VISTA  la  nota  29 luglio 2005, n. 360, con la quale il Ministero delle  infrastrutture  e  dei trasporti ha trasmesso, tra l'altro, la relazione istruttoria sul progetto preliminare della "Tangenziale est esterna  di  Milano", proponendone l'approvazione, con prescrizioni e raccomandazioni, ai soli fini procedurali;
 CONSIDERATO  che  l'intervento "Tangenziale est esterna di Milano" di cui sopra e' ricompreso nella Intesa generale quadro tra Governo e Regione   Lombardia,   sottoscritta   1'11  aprile  2003,  alla  voce "Interventi infrastrutturali - Corridoi autostradali e stradali";
 CONSIDERATO   che   in  seduta  il  rappresentante  della  Regione Lombardia   ha   prodotto  una  dichiarazione,  acquisita  agli  atti dell'odierna   riunione,   in  merito  ai  limiti  dell'intesa  sulla localizzazione dell'opera;
 CONSIDERATO   che   questo   Comitato   ha   conferito   carattere programmatico  al  quadro finanziario riportato nell'allegato 1 della suddetta    delibera   n.   121/2001,   riservandosi   di   procedere successivamente    alla   ricognizione   delle   diverse   fonti   di finanziamento disponibili per ciascun intervento;
 CONSIDERATO  che  nel  documento  predisposto  dal Ministero delle infrastrutture    e    dei   trasporti   intitolato   "Documento   di programmazione  economica  e finanziaria - Programmare il territorio, le infrastrutture, le risorse", sul quale questo Comitato ha espresso parere favorevole con delibera 15 luglio 2005, n. 79, tra le opere in corso  di  istruttoria  presso  la  struttura  tecnica di missione e' incluso,   nell'ambito  dei  sistemi  stradali  ed  autostradali  del corridoio  plurimodale  padano, l'intervento "Tangenziale est esterna di Milano" con un costo arrotondato di 1.000 Meuro;
 UDITA  la  relazione  del  Ministro  delle  infrastrutture  e  dei trasporti;
 ACQUISITA  in  seduta  l'intesa del Ministro dell'economia e delle finanze;
 PRENDE ATTO
 
 1.  delle  risultanze  dell'istruttoria svolta dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti ed in particolare:
 - sotto l'aspetto tecnico-procedurale:
 - che  il  progetto  preliminare,  nella  versione  sottoposta a questo  Comitato,  riguarda  la realizzazione di un asse autostradale dello  sviluppo  di  circa  40  km  che  collega  la  A1  con  la A4, interessando  per  circa  33 km il territorio provinciale di Milano e per i restanti 7 km il territorio provinciale di Lodi;
 - che  la  sezione  trasversale  prevista  in  detto progetto e' quella  contemplata  dal  decreto del Ministro delle infrastrutture e dei  trasporti  5 novembre 2001 per la categoria stradale A in ambito extraurbano,  con  una  larghezza  di m 44,50 (3 corsie di m 3,75 per carreggiata,  affiancate  all'esterno da una corsia di emergenza di m 3,00, e con spartitraffico da m 13,50) e con velocita' di progetto Vp compresa tra i 90 e i 140 km/h;
 - che  il  progetto prevede, in particolare, la realizzazione di 12  svincoli  di  cui  8 con la principale viabilita' extraurbana non autostradale  e  4  con la rete autostradale esistente (A1 e A4) o in programma   (direttissima   Brescia-Milano   e  sistema  viabilistico pedemontano);
 - che  una prima versione del progetto preliminare - predisposta da "Tangenziali Esterne di Milano S.p.A." nella qualita' di promotore e  approvato  dal  Consiglio  di Amministrazione dell'ANAS in data 17 aprile  2003 - e' stata trasmessa con foglio 12 giugno 2003, n. 4361, dall'ANAS  al  Ministero  delle  infrastrutture e dei trasporti, alle altre   Amministrazioni   competenti   e   agli  enti  gestori  delle interferenze, ed e' stata pubblicata in data 16 giugno 2003;
 - che  la  Regione Lombardia, con delibera 30 settembre 2003, n. VII/14404,  ha espresso parere favorevole in merito all'approvazione, alla  compatibilita'  ambientale ed alla localizzazione del progetto, formulando peraltro numerose prescrizioni;
 - che  la Commissione speciale VIA del Ministero dell'ambiente e della  tutela  del  territorio ha richiesto, con nota 20 maggio 2004, prot.  CSVIA/2004/0000811,  integrazioni ed approfondimenti in merito ad alcuni svincoli ed agli studi dei flussi di traffico;
 - che   l'ANAS   ha  conseguentemente  predisposto  il  progetto preliminare  aggiornato,  approvato  in  linea  tecnica  dal  proprio Consiglio   di   Amministrazione   in   data   16  novembre  2004,  e successivamente  trasmesso  al  Ministero  delle infrastrutture e dei trasporti  ed  alle  altre  Amministrazioni  competenti con foglio 10 dicembre 2004, n. 10250, e pubblicato il 14 dicembre 2004;
 - che  il  suddetto  progetto  preliminare  aggiornato  e' stato definito  anche  effettuando un confronto tra il collegamento a nord, denominato  "alternativa  A", e l'interconnessione diretta al sistema viabilistico  pedemontano,  poi  prevista  nel progetto ripubblicato, denominata "alternativa B";
 - che, in particolare, l'alternativa A prevede lo svincolo sulla A4  e  l'attacco a est di Agrate sulla A51 (attuale Tangenziale est), con  una  bretella  di  tipo  autostradale  a due corsie per senso di marcia,  a  sud  di  Caponago  con tracciato prossimo al sedime della variante  alla  SP13  della Cerca gia' programmata dalla Provincia di Milano,   mentre   l'alternativa   B  prevede  lo  svincolo  sull'A4, Iinterconnessione  diretta  con il sistema viabilistico pedemontano a est  di  Vimercate  ed  il collegamento alla A51 con la variante alla SP13 della Cerca, in questo caso a singola carreggiata (tipo C1);
 - che  la  Regione  Lombardia  con delibera 16 febbraio 2005, n. VII/20903,  ha espresso parere favorevole in ordine all'approvazione, alla  compatibilita'  ambientale  ed alla localizzazione del progetto preliminare  aggiornato,  con  riferimento  all'Alternativa  B  e con esclusione del tratto a nord dell'A4 fino all'Autostrada Pedemontana, formulando ulteriori prescrizioni;
 - che  il  Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio con  nota 20 luglio 2005, n.GAB/2005/6624/B05, ha trasmesso il parere favorevole in merito al progetto preliminare aggiornato, condizionato all'ottemperanza di prescrizioni;
 - che  anche  il  Ministero per i beni e le attivita' culturali, con  foglio  26  luglio  2005,  n.07.08.407/9605,  ha espresso parere favorevole con prescrizioni;
 - che,   secondo   il   Ministero  delle  infrastrutture  e  dei trasporti,  la  valutazione  delle  stime  di  traffico  previste per l'infrastruttura  in  progetto,  effettuata  mediante simulazione con l'attuale  modello  regionale  basato  sull'indagine O/D del 2002, ha portato  ad  escludere la predisposizione della sezione stradale alla quarta  corsia,  anche  con riferimento all'orizzonte temporale della vita utile della medesima infrastruttura;
 - che  il  predetto Ministero riporta, in apposito allegato alla relazione istruttoria, le prescrizioni e raccomandazioni da formulare in sede di approvazione del progetto preliminare;
 - sotto l'aspetto attuativo
 - che il soggetto aggiudicatore e' ANAS SpA;
 - che la medesima Societa', come comunicato con nota 21 febbraio 2003,  n.  1156, nell'approvare il progetto nei termini formulati dal promotore,  ha  considerato  l'intervento  come  "opera  di  pubblico interesse"  ai  sensi  dell'art.  37-ter  della  legge  n. 109/1994 e s.m.i.;
 - che  lo  schema  di  gestione  previsto  e' a esazione di tipo chiuso;
 - che  i  tempi  di  effettuazione delle attivita' progettuali e autorizzative residue e di realizzazione dell'opera sono preventivati in  66  mesi complessivi e che l'apertura al traffico dell'autostrada e' prevista per il 2011;
 - sotto l'aspetto finanziario
 - che  l'importo  complessivo  dell'opera,  con  riferimento  al progetto  preliminare non aggiornato approvato dall'ANAS il 17 aprile 2003,  computato  sulla  base  di  prezzi  desunti dal prezziario del Compartimento ANAS per la Lombardia, e' pari a 999.701.107,93 euro di cui  735.824.239,79 euro per lavori e 263.876.868,14 euro per somme a disposizione;
 - che  il  costo del progetto aggiornato, approvato dall'ANAS in linea  tecnica,  al  netto  degli  oneri  connessi  alle prescrizioni richieste  nella  fase istruttoria svoltasi presso il Ministero delle infrastrutture  e  dei  trasporti,  ammonta  - come specificato nella scheda  redatta  ai sensi della delibera n. 63/2003 - a 1.742.000.000 euro;
 - che  e'  previsto  l'intervento  venga realizzato in regime di finanza  di progetto e che la concessione di realizzazione e gestione dell'opera verra' assegnata in base a procedura di gara;
 2.  degli  esiti  del dibattito svoltosi nell'odierna seduta e in particolare:
 - che   il   rappresentante   della   Regione  Lombardia,  nella dichiarazione  richiamata in premessa, ha specificato che il consenso della   Regione   stessa  ai  fini  della  localizzazione  dell'opera interessa  l'ipotesi  alternativa  B ed e' subordinato allo "stralcio dal  progetto  della  prosecuzione  della tangenziale a nord della A4 sino  all'Autostrada  Pedemontana,  tratta  per  la  quale  non e' da considerarsi perfezionata l'intesa ai fini della localizzazione";
 - che  l'intesa  sulla  localizzazione  dell'opera  si e' quindi venuta  a  perfezionare sull'alternativa B ed investe l'opera con una sezione  piu'  ridotta  (tre corsie per senso di marcia) ed un'estesa piu' limitata rispetto a quelle considerate nel progetto aggiornato;
 DELIBERA
 
 1. Approvazione progetto preliminare
 1.1 Ai sensi e per gli effetti dell'art. 3 del decreto legislativo n.  190/2002, e' approvato - con le prescrizioni specificate al punto 1.2  e le raccomandazioni proposte dal Ministero delle infrastrutture e   dei   trasporti   -   anche   ai   fini  dell'attestazione  della compatibilita'  ambientale e dell'apposizione del vincolo preordinato all'esproprio,  il progetto preliminare aggiornato della "Tangenziale est  esterna di Milano" nella configurazione di cui all'alternativa B e  con  esclusione  del  prolungamento  a  nord  della  A4  sino alla programmata autostrada pedemontana.
 E'  conseguentemente  perfezionata,  ad  ogni  fine urbanistico ed edilizio,  l'intesa  tra  lo  Stato  e  la  Regione interessata sulla localizzazione dell'opera con le precisazioni e le limitazioni di cui al precedente comma.
 1.2  Le  prescrizioni  citate  al  punto  1.1, cui e' condizionata l'approvazione  del progetto e da sviluppare in sede di progettazione definitiva,  sono  quelle riportate nella parte 1^ dell'allegato, che forma  parte  integrante  della  presente  delibera,  ad eccezione di quelle contrassegnate con asterisco.
 Le  raccomandazioni  proposte dal Ministero delle infrastrutture e dei  trasporti  sono riportate nella parte 2^ del citato allegato. Il soggetto  aggiudicatore,  qualora  ritenga di non poter dar seguito a qualcuna  di  dette  raccomandazioni,  fornira'  al riguardo puntuale motivazione in modo da consentire al citato Ministero di esprimere le proprie  valutazioni  e  di  proporre a questo Comitato, se del caso, misure alternative.
 1.3  Ai  sensi del citato art. 3, comma 3, del decreto legislativo n.  190/2002, l'importo di 1.742.000.000 euro, di cui alla precedente "presa  d'atto",  costituisce  il  limite di spesa dell'intervento da realizzare  ed  e'  inclusivo  degli  oneri  per opere di mitigazione ambientale   e   degli   oneri   conseguenti  all'accoglimento  delle prescrizioni di cui al punto 1.2.
 1.4 II soggetto aggiudicatore provvedera' a sviluppare il progetto definitivo degli interventi oggetto delle prescrizioni contrassegnate con  asterisco  che  sara'  sottoposto,  contestualmente  al progetto dell'opera  principale,  a  questo Comitato ai sensi dell'art. 16 del decreto  legislativo  n.  190/2002, con l'indicazione del costo delle singole  opere.  Nell'occasione  verra'  affrontato il problema della relativa copertura finanziaria.
 2. Assegnazione CUP
 2.1  Il  soggetto  aggiudicatore  e'  tenuto  a  richiedere il CUP (codice  unico  di  progetto) entro 30 giorni dall'approvazione della gara  per  la  concessione  di  realizzazione  e  gestione dell'opera nell'ipotesi  in  cui  l'aggiudicatario sia ricompreso nel novero dei soggetti  partecipati,  direttamente  o  indirettamente,  da capitale pubblico.
 2.2  Il  CUP,  qualora  assegnato,  andra' evidenziato in tutta la documentazione   amministrativa   e   contabile  riguardante  l'opera approvata, ai sensi della delibera n. 24/2004 citata nelle premesse.
 3. Clausole finali
 3.1  Il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti provvedera' ad  assicurare,  per  conto  di questo Comitato, la conservazione dei documenti   componenti   il   progetto   preliminare  dell'intervento approvato con la presente delibera.
 3.2  In  sede di esame della progettazione definitiva, il predetto Ministero provvedera' alla verifica di ottemperanza alle prescrizioni di  cui  al  precedente  punto  1.2,  ferme  restando le verifiche di competenza della Commissione VIA.
 3.3  Il  medesimo Ministero provvedera' a svolgere le attivita' di supporto intese a consentire a questo Comitato di espletare i compiti di  vigilanza sulla realizzazione delle opere ad esso assegnati dalla normativa  citata in premessa, tenendo conto delle indicazioni di cui alla delibera n. 63/2003 sopra richiamata.
 3.4  Questo  Comitato  si  riserva,  in  fase  di approvazione del progetto   definitivo   dell'opera   e  in  adesione  alle  richieste rappresentate  nella  citata  nota  del  coordinatore del Comitato di coordinamento  per l'alta sorveglianza delle grandi opere, di dettare prescrizioni intese a rendere piu' stringenti le verifiche antimafia, prevedendo   -   tra  l'altro  -  l'acquisizione  delle  informazioni antimafia  anche  nei  confronti  degli  eventuali  sub-appaltatori e sub-affidatari,  indipendentemente  dall'importo  dei lavori, nonche' forme di monitoraggio durante la realizzazione dei lavori.
 
 Roma, 29 luglio 2005
 
 IL SEGRETARIO DEL CIPE                          IL PRESIDENTE
 Mario           BALDASSARRI                           Silvio BERLUSCONI
 Registrata alla Corte dei conti l'8 marzo 2006
 Ufficio  di controllo sui Ministeri economico-finanziari, registro n. 1 Economia e finanze, foglio n. 381
 |  |  |  | Allegato TANGENZIALE EST ESTERNA DI MILANO
 PRESCRIZIONI E RACCOMANDAZIONI PROPOSTE
 DAL MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI
 
 PARTE I - PRESCRIZIONI
 PARTE II - RACCOMANDAZIONI
 PARTE I - PRESCRIZIONI Prescrizioni di carattere progettuale
 Elementi di carattere generale:
 - Dovra'  essere  costituito un tavolo di confronto che coinvolga gli enti locali dell'intero comparto compreso tra la A51, la A1 la A4 ed  il  fiume  Adda  e  che operi al fine di definire il quadro delle soluzioni  e  degli  interventi  infrastrutturali  e  di mobilita' di carattere   specificamente   locale   coerenti   con   la  situazione territoriale  ed  i  grandi  interventi  infrastrutturali programmati (Alta  Capacita' Milano-Verona e Milano-Bologna, Direttissima Brescia -  Milano,  potenziamento  A4,  Tangenziale  Est  Esterna  di Milano, sistema  degli  attraversamenti dell'Adda), al fine della definizione delle   necessarie   scelte   ed   opzioni  realizzative.  Il  tavolo contribuira'   a  ottimizzare  le  scelte  relative  alla  viabilita' connessa   al   tracciato  della  Tangenziale  Est  Esterna  ed  alle interconnessioni   tra   l'asse  autostradale  e  la  viabilita'  non autostradale. Il tavolo contribuira' infine a definire l'opportunita' della  realizzazione e quindi, eventualmente, la localizzazione degli edifici e delle aree non direttamente funzionali alla Tangenziale Est Esterna di Milano che sono stati presi in considerazione nel progetto preliminare.
 Il  tavolo  di confronto dovra' essere coinvolto attivamente nella fase di elaborazione del progetto definitivo della Tangenziale.
 ANAS, il concessionario e i progettisti incaricati da quest'ultimo saranno  tenuti ad un confronto continuativo sulle scelte progettuali con la Regione Lombardia.
 - In  relazione  a  tutti  gli edifici e le aree non direttamente funzionali  alla  Tangenziale  Est  Esterna  di Milano che sono stati presi  in considerazione nel progetto preliminare, l'approvazione del progetto  definitivo della Tangenziale Est Esterna di Milano da parte del  CIPE  ai  sensi  del  d.lgs.  190 del 20 agosto 2002 non produce conformita'   urbanistica,   ne'   costituisce   titolo   abilitativo all'edificazione,  ne' costituisce infine pronuncia di compatibilita' ambientale.  Per  i  medesimi  non e' perfezionata l'intesa in merito alla localizzazione.
 - Dovra'  essere  stralciata  dal progetto la prosecuzione a nord della A4 sino all'Autostrada Pedemontana.
 - Dovra' essere previsto il solo svincolo di interconnessione con la A4 di continuita' per il traffico che dovra' proseguire verso nord anche  mediante la revisione e il completamento dello svincolo con la Tangenziale  Est  attuale  (A51)  in corrispondenza della barriera di Agrate.
 In  particolare  si dovra' realizzare il collegamento a due corsie per  senso  di  marcia  a sud di Agrate Brianza e Caponago secondo la localizzazione  individuata  dalla  Delibera  della  Giunta regionale della Lombardia n° 20903 del 16 febbraio 2005 (allegato C - Relazione ai  fini  dell'Intesa  Stato - Regione Lombardia sulla localizzazione dell'opera").
 - Per quanto concerne la relazione tra la Tangenziale Est Esterna e  il  Collegamento autostradale Brescia - Milano, considerato che la Tangenziale  Est  Esterna  deve  relazionare in un quadro coerente di potenziamento della rete interconnessa ed in particolare con la SP 14 "Rivoltana"  e  la  SP  103  "Cassanese", si prescrive che al momento dell'avvio  dei  lavori della Tangenziale Est Esterna ANAS garantisca la  coerente realizzazione delle opere connesse alla Brescia - Milano finalizzate   al  potenziamento  e  alla  riqualificazione  di  detti itinerari e della variante di Liscate come individuata nella delibera della Giunta Regionale della Lombardia n° 18656 del 5 agosto 2004.
 ANAS   in   qualita'   di   concedente  dovra'  garantire  che  la prescrizione  sia posta in atto definendo modalita' realizzative e di gestione  delle opere connesse previste per "Rivoltana" e "Cassanese" e  la  per  realizzazione  della  Variante  di Liscate che si dovesse rendere necessario anticipare, rispetto alla cantierizzazione di tali interventi  nell'ambito  della concessione della Brescia - Milano, al fine  di garantirne la contemporanea realizzazione con i lavori della Tangenziale est esterna.
 - Si  prescrive  di'  adottare,  in  relazione all'organizzazione della   sezione   trasversale   della  Tangenziale  Est  Esterna,  la configurazione  prevista  nel  progetto  pubblicato  nel giugno 2003: ciascuna  carreggiata  dovra'  avere tre corsie per senso di marcia e una  corsia  di  emergenza  e  lo  spartitraffico centrale non dovra' essere  predisposto  per  la quarta corsia. Si potra' invece valutare l'opportunita'  di  predisporre  i  manufatti  di attraversamento, le opere  di  risoluzione  delle  interferenze  e  le  opere d'arte gia' adeguati    per    un    eventuale    futura   ampliamento   laterale dell'autostrada.
 Elementi di carattere puntuale:
 - Si  prescrive  il  mantenimento  dello  svincolo  sulla  A4  di "Cavenago  - Cambiago" nell'attuale posizione, stralciandone pertanto la  traslazione  ad  est  verso  il  Comune  di  Basiano. Il progetto definitivo  dovra'  assicurare,  anche  mediante  la realizzazione di rampe dedicate e controstrade utili all'entrata/uscita al/dal casello dal  e  verso  la  A4 e la Tangenziale Est Esterna, la coesistenza in sicurezza  del  suddetto  svincolo  con  le  rampe di accelerazione e decelerazione dell'interconnessione tra la Tangenziale Est Esterna di Milano e la A4.
 - Si  dovra'  adottare,  per  la  riqualifica  della  SP  216, la soluzione prevista nello schema definito dalla opzione M1 di cui alle tavole progettuali dello studio di impatto ambientale.
 - La  galleria  artificiale prevista per sottopassare il Naviglio della  Martesana  dovra' essere estesa, in particolar modo verso sud, anche  in  considerazione  di  quelle  che saranno le indicazioni del tavolo  di  confronto  di  cui  sopra  e  comunque  in misura tale da assicurare  un'adeguata tutela dell'ambito paesaggistico del Naviglio stesso.
 - In  relazione agli svincoli di Pessano con Bornago e di Vizzolo Predabissi,  si  dovranno  definire  modalita' di acceso ai centri di manutenzione  e al punto di incontro che comportino un minore impatto sul  territorio rispetto a quello conciato con le soluzioni contenute nel progetto pubblicato.
 - Lo  svincolo  di  Liscate  dovra'  essere  spostato  a  sud (in corrispondenza  della progressiva km 20+801). Lo svincolo stesso e la correlata  variante di Liscate alla SP 14 "Rivoltana" dovranno essere realizzati  in  coerenza  con i contenuti della delibera della Giunta Regionale della Lombardia del 5 agosto 2004 n. VII/18656, relativa al parere  previsto  dal  D.Lgs 190/02 in merito al progetto preliminare del Collegamento autostradale Brescia - Milano.
 - Si  prescrive il passaggio in trincea, ad una quota compatibile con  l'altezza  della  falda,  del  tracciato  della  Tangenziale Est Esterna  nel  tratto  compreso  tra  il  km 25+000 e il km 27+000. In particolare,  in  corrispondenza  dell'intersecazione con la SP ex SS 415  "Paullese" dovra' essere valutata la coerenza tra la Tangenziale ed   il  progetto  del  potenziamento  della  stessa  SP  ex  SS  415 "Paullese".
 - Si  prescrive lo spostamento del recapito della Tangenziale Est Esterna  sulla  SP  ex  SS  415  "Paullese"  in  corrispondenza della rotatoria   che   verra'  realizzata  all'altezza  della  strada  per Conterico,  coerentemente  a  quanto  indicato  nella  delibera della Giunta  Regionale della Lombardia n. VII/14404 del 30 settembre 2003. L'eventuale  localizzazione del centro polifunzionale di interscambio modale  di  Paullo  dovra'  essere valutata nell'ambito del tavolo di confronto  di  cui  sopra,  anche  in  relazione alla possibilita' di averla inscritta all'area di svincolo.
 - Si   prescrive  che,  nel  caso  in  cui  la  variazione  della configurazione  dello svincolo con la SP ex SS 415 "Paullese" dovesse comportare  lo  spostamento  dell'area  di  servizio  di  Paullo,  la definizione  del  sedime  piu'  appropriato  per accoglierla avvenga, anche  in  relazione  alle indicazioni del tavolo di confronto di cui sopra   ed   eventualmente   considerando   la  possibilita'  di  uno "sbinamento"  dell'area  sul  territorio,  all'interno  della  tratta compresa  tra  lo  svincolo con la variante alla SP 14 "Rivoltana " a nord e lo svincolo con la SS 9 "Emilia " a sud.
 - La  piattaforma  ecologica  del  Comune  di  Vizzolo Predabissi interessata dal passaggio della Tangenziale Est Esterna dovra' essere rilocalizzata in un'area definita dal Comune.
 Opere connesse e misure compensative:
 - Si  prescrive la realizzazione della strada di collegamento tra la Cascina Bertagna e il centro abitato di Caponago.
 - Dovra' essere garantita la continuita' della strada comunale di collegamento  tra  Melzo  e  Gorgonzola mediante la definizione di un apposito   manufatto   in  corrispondenza  dell'intersecazione  della variante alla SP 103.
 - Dovra'   essere   garantita  la  continuita'  del  collegamento ciclabile  tra  i  Comuni  di  Melzo e Pozzuolo Martesana mediante la definizione    di    un    apposito   manufatto   in   corrispondenza dell'intersecazione della Tangenziale Est Esterna.
 - Si  prescrive  la  predisposizione, in relazione al progetto di riqualificazione  della  SP  201,  di  un'adeguata  sede stradale che consenta  la  realizzazione di una pista ciclopedonale in fregio alla sede  dedicata  al  movimento  degli  autoveicoli, al fine di rendere facilmente  raggiungibile  da  parte  delle  utenze  deboli il centro abitato di Merlino dalla frazione di Marzano.
 - Si  prescrive  l'estensione  del  progetto  di riqualificazione della  SP  16  di  circa  250 m verso sud, con la realizzazione di un nuovo  tratto  stradale  a  variante dell'attraversamento di Muzzano. Tale asse sara' da ubicare in stretto affiancamento ovest alla strada esistente  e  dovra' essere opportunamente raccordato con la stessa a nord e a sud dell'abitato.
 - Si  dovra' traslare la variante alla SP 16 prevista in variante all'abitato  di  Zelo  Buon  Persico  di  circa  40 m verso ovest. La variante  dovra'  inoltre essere dotata delle opportune mitigazioni a difesa   dell'abitato   e   delle  opportune  misure  di  tutela  per l'attraversamento delle utenze deboli (ciclisti e pedoni).
 - Si  prescrive  il  potenziamento  e  la  messa in sicurezza del tratto  della  SP  39  compreso  tra  l'intersezione  della  SS  9  e l'incrocio con la SP 159.
 - Si  prescrive  la  riqualificazione  della SP 159, con messa in sicurezza  delle intersezioni e allargamento della sede stradale, nel tratto   compreso   tra   la  SP  138  "Pandina"  e  l'intervento  di riqualificazione gia' recepito dal progetto preliminare pubblicato.
 - Si  dovra' realizzare una variante alla SP 138 "Pandina" presso l'abitato di Madonnina di Dresano.
 - Si  dovra' realizzare il collegamento tra la strada poderale di Belpensiero e i territori ad est della Tangenziale.
 - Si  prescrive  il  potenziamento  della  SS 9 nel tratto che va dall'intersezione con la SP 39 sino all'abitato di Sordio.
 - Si   prescrive   la   realizzazione   della  variante  nord-est dell'abitato   di   Sordio  con  stacco  dalla  SS9  "Via  Emilia"  e connessione all'attuale rotatoria di Casalmaiocco sulla SP 159
 - Si  prescrive  che  la  tangenziale di Tavazzano con Villavesco venga   risolta   secondo   modalita'  di  inserimento  ambientale  e paesistico  che  ne  minimizzino l'impatto e realizzando il tracciato alla  quota minore possibile compatibilmente con la necessita' di non interferire  con  la  falda. Contestualmente alla realizzazione della tangenziale  di Tavazzano dovranno essere messe in esercizio tutte le infrastrutturazioni utili a garantire la continuita' dei collegamenti fra  i  nuclei  abitati del Comune. Rispetto al progetto planimetrico pubblicato,  si  dovranno  infine  maggiormente  tutelare gli edifici esistenti   e   si   dovra'   definire   una  soluzione  che  risolva razionalmente,  e  possibilmente  con  un'unica  interconnessione, le intersezioni con la SS 9, e quelle tra la SS 9 e le SP 158 e 140.
 - Si   dovra'   verificare   la  possibilita'  di  effettuare  la salvaguardia, con una modesta variazione di tracciato, della cappella di  San  Virgilio  o,  in  caso  contrario, la rilocalizzazione della stessa in un'area definita dal Comune di Caponago.
 - Si dovra' verificare la possibilita' di allontanamento, con una limitata   variazione  di  tracciato,  dell'asse  autostradale  dalla Frazione  di  Torrazza  di  Cambiago  e comunque il potenziamento del sistema delle mitigazioni da ubicare a nord dello svincolo di Pessano con  Bornago  a  difesa  della  stessa  frazione.  Nel  caso  in  cui l'allontanamento   non   risultasse   possibile,   si   prescrive  il prolungamento  della  galleria  artificiale  di  Cambiago  al fine di meglio  tutelare la Frazione di Torrazza. L'entita' del prolungamento sara'  detemiinata  anche  in  considerazione  di quelle che potranno essere le indicazioni del tavolo di confronto di cui sopra.
 - Si  dovra'  verificare  la  possibilita'  dello spostamento del tracciato autostradale verso ovest, nella zona dei Comuni di Gessate, Bellinzago  Lombardo, Gorgonzola, Pozzuolo Martesana, cosi' come gia' richiesto  nell'allegato A della deliberazione della Giunta Regionale della Lombardia n. VII/14404 del 30 settembre 2004.
 - Si  dovra'  verificare  la possibilita' del prolungamento verso nord della galleria di Dresano, anche in considerazione di quelle che saranno  le  indicazioni  del  tavolo  di  confronto  di  cui sopra e comunque   la  messa  in  esercizio  di  misure  tali  da  assicurare un'adeguata  tutela  della  salute  degli  abitanti della Frazione di Madonnina.
 - Si  dovra'  verificare la possibilita' dell'allontanamento, con una  limitata  variazione  planimetrica  del  tracciato nei Comuni di Dresano  e  Mulazzano, del percorso autostradale dalla Cascina Virolo (mantenendo  comunque il passaggio dello stesso tracciato a est della Cascina Belpensiero).
 - Si   dovra'   verificare  la  possibilita'  dello  spostamento, limitato,  del  tracciato verso ovest in modo tale da non interessare l'ambito della discarica di RSU in Comune di Vizzolo Predabissi
 - Si  dovra' verificare la possibilita' della ridefinizione della nuova  rotatoria  tra  la  SP 13 e la SP 103 potenziata fuori sede in modo  tale  da  garantire  l'inserimento di un braccio di connessione diretta   con  la  viabilita'  di  collegamento  con  la  parte  nord dell'abitato di Melzo.
 - Si  dovra'  verificare  la possibilita' dell'eliminazione della bretella   prevista   nel   progetto   pubblicato  a  garanzia  della continuita'  del tracciato della "Vecchia Paullese" e il mantenimento di  tale  continuita' ricorrendo a ridotte variazioni planimetriche e altimetriche della stessa "Vecchia Paullese".
 - Si  dovra'  verificare la possibilita' della possibilita' di un interramento  completo  del tratto di SS 9 che interessa l'abitato di Sordio.
 - In   relazione  ai  caratteri  di  elevata  densita'  abitativa esistenti  lungo  il  tracciato  di progetto, si dovranno estendere i tratti  di  galleria  previsti  in  corrispondenza di tali ambiti; in particolare,   allungare   la   galleria  di  Dresano  prevedendo  la traslazione   verso   Sud   dell'uscita  galleria  di  circa  50  in, allontanandola  dal centro abitato e la galleria artificiale prevista in  Comune  di  Cambiago,  al  fine  di  meglio  tutelare la Frazione Torrazza.  A  tale  scopo  dovra'  essere potenziato il sistema delle mitigazioni  da ubicare a nord dello svincolo di Pessano con Bornago, a difesa della frazione stessa.
 - Al  fine  di  meglio tutelare l'area soggetta a P.L.I.S. "Parco dell'Addetta",  all'interno  del Parco Agricolo Sud Milano, si dovra' prevedere l'eliminazione dello svincolo di Mulazzano e della relativa viabilita' di connessione con la SP 39 della "Cerca".
 - Si  dovra'  prevedere un impianto di controllo delle condizioni di  visibilita', con dispositivi ad alta tecnologia e con attivazione automatica in caso di riduzione della visibilita';
 Prescrizioni di carattere ambientale.
 Elementi di carattere generale:
 - Si  dovranno approfondire le problematiche ambientali derivanti dell'area  che  potrebbe  essere  potenzialmente interclusa tra l'A4, l'opera  in  oggetto,  la  Pedemontana  e l'esistente Tangenziale est definendo   le   eventuali   ulteriori   opere   di   mitigazione   e compensazione, anche intervenendo sulle infrastrutture esistenti.
 - Si  dovranno  inserire, nei documenti progettuali relativi agli oneri  contrattuali  dell'appaltatore dell'infrastruttura (capitolati d'appalto,  ecc.),  le  prescrizioni  relative alla mitigazione degli impatti  in  fase  di  costruzione  e quelle relative alla conduzione delle attivita' di cantiere;
 - Si  dovra'  perseguire  nella  progettazione  definitiva  degli svincoli, interconnessioni, barriere ed aree di servizio, l'obiettivo della  minimizzazione  del  consumo di suolo (oltre che di ricerca di soluzioni    formali   armonizzate   al   contesto   territoriale   e paesaggistico interessato); migliorare inoltre l'andamento geometrico dei   rami  di  interconnessione  con  la  viabilita'  esistente  con l'intento  di  minimizzare  il  frazionamento  delle aziende agricole attraversate.  In  particolare  per lo svincolo di Vizzolo Predabissi prevedere  una  soluzione  che semplifichi l'accesso dalla Via Emilia ottimizzando nel contempo il disegno della viabilita' complementare.
 - Si  dovranno  prevedere  particolari  costruttivi  e  modalita' realizzative   dei   manufatti   coerenti   con   gli   strumenti  di pianificazione  della  tutela  delle  aree protette e degli ambiti di interesse   naturalistico/paesaggistico   interessati   dalle  opere, tenendo   conto  dell'opportunita'  di  non  aumentare  il  grado  di artificialita'  dei  corsi  d'acqua  e  privilegiando  il  ricorso  a tecniche dell'ingegneria naturalistica, sviluppando il progetto delle opere  di  sistemazione  a  verde,  di  ripristino  ambientale  e  di rinaturazione  previste,  con  l'applicazione  delle  usuali tecniche dell'ingegneria  naturalistica. In particolare si dovra' approfondire l'approccio progettuale relativo all'attraversamento del Canale della Muzza  e  del  sistema Naviglio Martesana-Fontanile Dacco, proponendo soluzioni  che  non  ne  alterino  la  naturalita'  e  l'alto  valore paesaggistico.
 - Si   dovranno  redigere  gli  elaborati,  anche  successivi  al progetto  definitivo,  in  conformita'  alle  specifiche  del Sistema Cartografico di Riferimento.
 - Si  dovranno  produrre, al fine delle verifiche di cui all'art. 20  comma  4  del  D.Lgs n. 190 del 20.08.2002, le tavole dettagliate nelle   quali   vengano   indicate   ed   evidenziate  le  opere,  le particolarita'  progettuali, le misure mitigatrici e compensative con le  quali  sono state ottemperate le prescrizioni espresse nel parere CIPE, accompagnata da una relazione descrittiva specifica;
 - Si  dovra'  prevedere  il  mantenimento  della  continuita' dei percorsi   pedonali  e  ciclabili  intercettati  dall'infrastruttura, individuando il possibile sviluppo di nuovi tracciati di collegamento con la rete di percorsi esistente;
 - In  linea  generale, ritenendo che la realizzazione della nuova infrastruttura   comportera'   inevitabili  alterazioni  dell'attuale quadro ambientale e paesistico complessivo, risulta necessario che le scelte localizzative, le tecniche costruttive e mitigative, nonche' i materiali  proposti,  tendano  al  minore  impatto  possibile ed alla massima integrazione con l'assetto paesistico e ambientale esistente, con  particolare  attenzione ai corsi d'acqua attraversati, ai nuclei urbani  di  antica  formazione ed alle cascine presenti nella "fascia agricola"  interessata dal tracciato. Dovra' essere posta particolare attenzione  alla  definizione  delle  opere di' mitigazione visiva ed alla  riduzione  del  rumore  relativamente  agli attraversamenti dei centri  abitati  o  in  prossimita'  di  nuclei  rurali  e/o storici, privilegiando   l'utilizzo   di   barriere   "vegetali"   (arboree  - arbustive).
 - Nella predisposizione della progettazione definitiva, si dovra' dare  riscontro,  tramite  indagini  di  dettaglio,  agli elementi di natura  paesistico-ambientale  producendo  adeguata documentazione in via generale riconducibile a:
 - cantierizzazione del tratto stradale;
 - ricucitura della viabilita' stradale interferita;
 - aspetti  di  natura  idrogeologica/geologica  e ripristino del reticolo idraulico;
 - individuazione  dei  recettori  sensibili  per  la valutazione dell'impatto acustico ed atmosferico;
 - inserimento  paesistico dell'infrastruttura rispetto ad ambiti giudicati "sensibili";
 - Si  dovranno connotare le aree di servizio anche come spazi per il  tempo libero, fruibili dall'esterno dell'autostrada, attenuandone il  carattere  di presenza standardizzata e indifferente al contesto; cio'   potrebbe   tradursi   nella   scelta  di  un  rapporto  visivo privilegiato  con elementi importanti del paesaggio, nella previsione - ad esempio - di un punto informativo attrezzato;
 - Nelle  alle  aree  a parco regionale a margine del tracciato la progettazione  definitiva dovra' esplicitamente tendere al recupero - nel  tempo  -  di  un paesaggio agro-naturale misto, eventualmente in linea  con  il  concetto di ruralita' espresso in Agenda 2000; dovra' pertanto  essere delineato, d'intesa con gli Enti Gestori ed i Comuni territorialmente  interessati, un sistema di norme e vincoli idonei a perseguire alcuni obiettivi fondamentali:
 - scongiurare    la    cinturazione    urbana   dell'autostrada, sopravvenuta  in  molti  altri  casi, ovvero evitare che l'autostrada diventi  catalizzatrice  di  nuove urbanizzazioni, seppure non ancora previste nei P.R.G.;
 - creare una fascia di filtro antirumore e antismog;
 - creare un corridoio ecologico compensativo fra le diverse aree protette,  che consenta di agevolare le connessioni del sistema "rete ambientale" a tutela della biodiversita';
 - assicurare   nel   tempo   la   disponibilita'  di  spazi  per l'integrazione delle reti infrastrutturali e dei servizi.
 Atmosfera:
 - Si  dovra'  completare  l'analisi  delle  interferenze  con gli elettrodotti   censiti   nel   progetto   preliminare,   considerando l'eventuale  presenza  di  sorgenti ad alta frequenza e sistemi radio isofrequenziali,   individuando  i  ricettori  sensibili  nelle  aree interessate  dalle  opere  di adeguamento e/o spostamento delle linee interferenti con l'infrastruttura, al fine di prevedere e dettagliare (oltre  alle  soluzioni  progettuali  sull'interferenza) le eventuali opere di mitigazione.
 - Si  dovra'  produrre  uno  studio di valutazione della qualita' dell'aria   (in   un  territorio  in  cui,  per  motivi  legati  alle prevedibili  variazioni di traffico e dipendentemente dai fenomeni di diffusione   degli   inquinanti   in   atmosfera  possono  facilmente determinarsi  alterazioni  della  qualita'  della  stessa),  tale  da considerare,  oltre  alle  emissioni  da  autoveicoli, anche le altre fonti di emissione di inquinanti in atmosfera (attivita' industriali, riscaldamento   domestico,   produzione   di   energia,   etc.),  con riferimento  alla  situazione  a  quel momento esistente, conseguente alle  azioni  di cui al Piano di Risanamento della Qualita' dell'Aria (PRQA)  e  degli  altri  strumenti  di tutela vigenti. La valutazione dovra'   essere  condotta  utilizzando  dati  meteorologici  e  scale spaziali  e  temporali  congruenti  con i parametri descrittivi della qualita' dell'aria assunti dalla normativa.
 Qualora  si  profilassero,  nei  vari  scenari temporali previsti, condizioni  della  qualita'  dell'aria  incompatibili  con  il quadro normativo  e  pianificatorio di riferimento, dovranno essere indicate le  azioni  correttive  o  compensative  atte a garantire la coerenza dell'intervento con le previsioni del PRQA e comunque il rispetto dei limiti  indicati dalla normativa. La suddetta attivita' dovra' essere svolta  sotto  la  supervisione  tecnico-scientifica dell'APAT/ARPAL, dell'Istituto   Superiore   di   Sanita',  o  di  altri  Soggetti  di equivalente  livello tecnico - scientifico individuati dalla Regione. Le   azioni   correttive/compensative  individuate  dovranno  trovare adeguato  riscontro  nel  quadro economico dell'opera, esaminando gli aspetti  relativi  allo smog fotochimico ed ai prevedibili rischi per la  salute  e  prevedendo  idonee e specifiche misure mitigatrici. Le attivita'  di  cui  sopra  dovranno  essere  estese  anche a tutte le attivita' di cantiere;
 - Dovranno  essere  prodotte  stime  delle  concentrazioni  degli inquinanti  attese  in  corrispondenza  dei recettori individuati, da confrontarsi  con  i valori attualmente riscontrabili e derivabili da una campagna di rilevamento ante-operam;
 - Dovranno essere condotte indagini mirate, mediante applicazione di   modello   specifico,   riguardanti   l'influenza   della   nuova infrastruttura su episodi di inquinamento foto chimico;
 - Dovranno essere analizzati e valutati gli effetti connessi alla realizzazione dell'opera in particolari tratti, quali quelli posti in zone  di  interconnessione  con  altre  infrastrutture, in termini di previsione  dei  livelli di concentrazione dei principali inquinanti, considerando  le infrastrutture esistenti ed in progetto in un ambito territoriale giudicato rappresentativo;
 - Si   dovra'  tenere  conto  dell'attraversamento  di  territori inseriti  nelle  zone definite critiche o zone soggette a risanamento relativamente  alla  qualita' dell'aria, come indicato dalla delibera della  Giunta  Regionale  della  Lombardia  n.  6501  del 19.10.2001, adottando  i  necessari  sistemi  di misurazione e monitoraggio delle emissioni  di  polveri  (PM10  e  PM2.5) e di benzene, in accordo con ciascun Dipartimento dell'ARPA competente per territorio;
 - Dovranno  essere effettuate stime dell'impatto sulla componente atmosfera  con riferimento ai limiti di protezione della vegetazione, in particolare in corrispondenza delle oasi faunistiche interferite;
 - Tra  i  recettori  presso  cui  stimare  le  concentrazioni  di inquinanti,  dovranno essere contemplati anche quelli derivanti dalle nuove  previsioni  di  edificabilita' contenute nei vigenti strumenti urbanistici comunali;
 - Relativamente  alla  microcontaminazione ambientale da traffico veicolare,  si  ritiene  necessario integrare i dati con rilevazione, oltre che del PM10, anche di PM2,5, idrocarburi policiclici aromatici (IPA)  ed  inquinanti  caratteristici  del traffico veicolare leggero (benzene,  toluene,  xileni,  etilbenzene,  metiltertbutil etere), al fine di disporre di tutti gli elementi di caratterizzazione di base e quindi  poter  procedere alla valutazione prospettica delle eventuali modifiche  indotte  dalla  nuova  infrastruttura;  tali dati dovranno inoltre  costituire la base aggiornata di taratura della modellistica impiegata;  dovranno pertanto essere acquisiti i dati attuali di tale microcontaminazione  ambientale,  almeno  nelle  stagioni  estiva  ed invernale  e,  successivamente, durante il periodo di esercizio nelle medesime  stagioni;  i punti di misura dovranno essere concordati con le  strutture  dell'A.R.P.A. territorialmente competenti ed il numero delle misurazioni dovra' assicurare la rappresentativita' dei livelli rilevati.
 - Al fine di contenere le emissioni di composti organici volatili (COV) in atmosfera, per i parcheggi all'aperto nelle aree di servizio si  dovra'  prevedere  l'utilizzo di coperture vegetative o strutture simili   (pergole   con   vimine/giunco/bambu)   o,  preferibilmente, prevedere  ogni  4  posti auto la messa a dimora di una pianta d'alto fusto  (tipo  latifoglia),  posta  in  modo  tale  che  su  ogni lato interessi 2 posti auto
 - Al  fine di trattenere le polveri, lungo il nuovo asse stradale ed  in  particolare  nei  punti  critici  (vicinanza  di abitati e di ricettori),  oltre  ad  attuare  le previste opere di mitigazione, si dovra'  verificare  la  possibilita' di impiegare dispositivi arborei (fascia  di  circa  15m  composta  da  filari di essenze d'alto fusto latifoglie) ai lati della strada;
 Paesaggio:
 - Si dovranno mitigare gli impatti nei confronti dei ricettori di valore  storico-artistico  ubicati  in  prossimita' del tracciato; in particolare, dovranno essere tutelate le Cascine Virolo e Belpensiero in Comune di Mulazzano, Griffala e Gargantini in Comune di Vimercate, San  Marco  in Comune di Zelo Buon Persico, Galeotta e F.lli Cozzi in Comune di Merlino, nonche' la Chiesa di Rossate a Comazzo.
 - Dovranno  essere  valutate  tutte  le soluzioni necessarie alla conservazione  e  tutela della Cappella di San Virgilio, in Comune di Caponago;
 - Al  fine  di  definire  in  modo  piu'  appropriato i caratteri progettuali dell'intervento e delle opere mitigative, dovranno essere considerati   anche   gli  aspetti  di  carattere  visuale-percettivo indagati   mediante  analisi  di  intervisibilita'  (punti  di  vista significativi,  percezione  in  primo  piano,  breve,  media e grande distanza,   capisaldi   paesaggistici,   ecc.),  facendo  particolare riferimento  alle  emergenze  storico-architettoniche  e  paesistiche nonche'  ai  detrattori  di  qualita'  visiva; trattandosi di un asse cinematico,  andra' inoltre considerata la dinamicita', in termini di tempo  e  di  spazio,  del  rapporto  osservatore/elemento osservato; dovranno  essere valutati, da un punto di vista percettivo, anche gli impatti  conseguenti alla realizzazione delle barriere antirumore e/o di  altri manufatti legati alla realizzazione dell'opera (si segnala, quale utile riferimento per le indagini e le valutazioni di carattere percettivo di un asse cinematico, il Piano di Sistema "Tracciati base paesistici"  contenuto  nel  Piano  Territoriale Paesistico Regionale vigente);
 - Dovranno essere approfondite le migliori soluzioni tecniche per l'attraversamento  degli ambiti paesisticamente piu' sensibili, oltre alla puntuale definizione degli interventi di inserimento/mitigazione paesistica,  che dovranno essere dettagliati e caratterizzati in modo da potenziarne in particolare la valenza ecologica;
 - Lo  studio  delle opere di mitigazione e compensazione proposto dovra'  essere  approfondito  con progetti dettagliati delle parti di tracciato  che  interferiscono con gli ambiti di maggiore naturalita' (parchi,  boschi,  aste  fluviali,  ...) ed in prossimita' dei nuclei abitati  di  interesse storico-paesistico, estesi alla ricomposizione paesaggistica  degli  ambiti interferiti; specifica attenzione dovra' essere prestata agli imbocchi delle gallerie, curandone l'inserimento nel  contesto  e  prevedendo  il  mascheramento  del portale mediante piantumazione  di arbusti sempreverdi o barriere vegetali in grado di limitarne l'impatto visivo;
 - Attenzione particolare dovra' essere prestata alle modalita' di ricoprimento delle gallerie artificiali di attraversamento, dovendosi prevedere  la  messa  a  dimora  di nuclei misti arborei-arbustivi in grado  di  raggiungere  una  sorta  di continuita' con la vegetazione delle   gallerie  naturali  attigue,  e  quindi  di  incrementare  il carattere di naturalita' dell'area;
 - Riguardo  ai  tratti  del  tracciato  sia  in  rilevato  che in trincea,  si  segnala  la  necessita' che le scarpate siano modellate ricorrendo  a  pendenze  limitate,  con  raccordi piu' morbidi con il piano  di  campagna;  si  dovra'  prevedere  l'utilizzo  di materiale vegetale  che,  oltre  a  consentire  una  migliore  mitigazione  del tracciato  stradale,  permette  un  buon  consolidamento dei pendii e consente di assolvere alla funzione di filtro acustico;
 Acque superficiali e sotterranee:
 - Si   dovra'   verificare   la   coerenza  della  rete  drenante eventualmente modificata con le indicazioni contenute nel PRRA (Piano Regionale di Risanamento Acque e Piano di tutela ex d.lgs 152/99).
 - Si  dovranno  specificare  le  misure di mitigazione ambientale degli   eventuali  abbassamenti  della  falda;  indicando  tutti  gli accorgimenti  idonei  ad  evitare  che, in fase di scavo e nelle fasi successive,  si  possano  verificare abbassamenti della falda tali da causare  significativi  impatti sull'ambiente esterno; in particolare prevedere ed adottare tutte le opere per salvaguardare o ripristinare la funzionalita' dei fontanili interessati dal tracciato.
 - Si  dovra'  prevedere, per la fase di realizzazione delle opere di  fondazione  dei  viadotti  e  altre  strutture, e/o laddove siano presenti  falde  superficiali,  sia  per  la fase di cantiere che per quella  di  esercizio, con lo scopo di evitare rischi di inquinamento delle  falde  e/o modifiche al regime delle acque sotterranee tali da determinare  danni  agli  edifici,  alle  colture,  ai  corpi  idrici superficiali che:
 - le  attivita' di perforazione e di esecuzione delle fondazioni di   pile  e  spalle  non  determinino  l'insorgere  del  rischio  di diffusione   delle   sostanze   inquinanti   dovute   ai   fluidi  di perforazione;
 - l'utilizzazione eventuale di fanghi di perforazione non riduca la permeabilita' nelle formazioni litologiche interessate;
 - Per  la  realizzazione  delle  opere di fondazione profonde, si preferisca  l'utilizzo  di sostanze poco impattanti sulla falda, come ibiopolimeri,  in  sostituzione dei fanghi di perforazione e di altri additivi;
 - Approfondire,  in  accordo con le relative Autorita' di Bacino, le  verifiche  idrauliche  relative  agli attraversamenti su Torrente Molgora, Fiume Adda e, in particolare, Fiume Lambro.
 - La  progettazione  dei  sistemi e le metodologie di trattamento degli  scarichi dovranno tenere conto sia delle indicazioni contenute nella  l.r.  62/85,  per quanto non in contrasto con il d.lgs.152/99, sia  dei  gradi  di vulnerabilita' dei territori ove se ne prevede la realizzazione;  i  previsti  riempimenti  dovranno  essere effettuati privilegiando  il  riutilizzo  del  materiale  derivante  da scavi ed eventuali demolizioni;
 - Si  dovra'  estendere  l'ambito  delle  azioni  di sistemazione spondale,  studiando  la possibilita' di assumere - laddove possibile ed  in  presenza di un contesto qualificato - i criteri di intervento individuati nel master plan dei Navigli;
 - Si  dovranno  supportare,  in  accordo  con i competenti uffici regionali e con l'Autorita' di Bacino del fiume Po, azioni in materia di prevenzione e manutenzione idraulica, fattore di estrema rilevanza nella   tutela   dei   territori   attraversati  dall'infrastruttura, privilegiando, ad esempio:
 - interventi di laminazione delle piene;
 - interventi di manutenzione dei corsi d'acqua attraversati;
 - Per  quanto  attiene  alla  necessita'  di  attingere  ai corsi d'acqua  superficiali  per  i  lavori  di  cantiere,  dovranno essere esplicitati i sistemi di mitigazione che si intende attivare a tutela delle     caratteristiche     qualitative    dei    corpi    d'acqua, indipendentemente dalle loro dimensioni;
 - Le  aree  di cantiere non dovranno essere collocate all'interno delle  zone  di  rispetto di punti di captazione destinati al consumo umano;
 - Nel  progetto definitivo dovranno essere descritte le modalita' di  raccolta  e smaltimento di acque meteoriche e di dilavamento, con indicazione esatta dei punti ove verranno installate vasche, condotti e manufatti di smaltimento, nonche' del loro recapito finale;
 - Per una adeguata mitigazione degli impatti sull'ambiente idrico superficiale  e  quindi  sulle  popolazioni acquatiche, il sistema di raccolta  delle  acque  di  piattaforma  dovra'  essere  adeguato  al contesto  forestale  ed  agroecostemico  ricorrendo, ove possibile, a bacini  di  fitodepurazione;  tali  accorgimenti progettuali potranno costituire  elementi  compensativi  e  qualificanti  del  progetto di mitigazione  e compensazione; le vasche di laminazione delle acque di piattaforma  dovranno essere puntualmente localizzate, esplicitando i sistemi  di  drenaggio  e  raccolta  delle acque; nel dimensionamento idraulico   delle  zone  di  accumulo/trattamento  e  della  rete  di drenaggio dovra' essere considerata come portata di progetto la somma delle  portate provenienti dalle acque meteoriche e dallo sversamento di  oli  e  carburanti  (gli attuali mezzi di trasporto di carburante hanno   una   portata   max   di   39.000   litri),   supponendo   la contemporaneita'  dei  due fenomeni; i manufatti di separazione delle acque   di   prima  e  seconda  pioggia  dovranno  essere  dotati  di regolamentari  pozzetti  di  prelievo ed ispezione, e dovranno essere oggetto   di  interventi  di  manutenzione  periodica,  con  relativo smaltimento  dei  residui rifiuti ai sensi della vigente legislazione in  materia;  gli interventi di manutenzione e di controllo analitico dei   reflui   presenti   nei  succitati  manufatti  dovranno  essere sistematicamente  registrati;  le  acque  di  prima  pioggia dovranno essere disoleate, e lo scarico dovra' rispettare in tutti i parametri i  limiti  previsti  nel  d.lgs.  152/99;  dovra' essere garantita la laminazione  delle portate immesse nei recettori, in modo da renderle compatibili  con  gli  stessi  e  da  soddisfare comunque i requisiti (204/sec/ha) previsti dal vigente P.R.R.A.;
 - Dovra'  essere  garantita la funzionalita' della rete irrigua e dei  relativi  manufatti prevedendo, se del caso, le necessarie opere provvisionali,  che  dovranno  consentire il sufficiente adacquamento dei terreni durante la stagione irrigua (indicativamente 05 aprile-20 settembre  e  10  novembre-28  febbraio) ed il regolare sgrondo delle acque meteori che durante tutto l'anno;
 - Negli   ambiti   adiacenti   ai  torrenti  ad  elevato  rischio alluvionale,  dovra'  porsi  particolare attenzione nell'allestimento dei  cantieri,  nella gestione di rifiuti e sostanze inquinanti e nel trattamento  delle  acque derivanti dalle lavorazioni e dal drenaggio dei  piazzali;  i  sistemi  di raccolta dovranno essere conformi alla vigente normativa e lo smaltimento dovra' avvenire in modo adeguato;
 - Dovra'   essere  attentamente  valutata  la  disponibilita'  di recepimento  dei  corsi  d'acqua naturali individuati come recettori, che  nei  periodi  di  piena  sono  gia'  causa  di  tracimazioni  ed allagamenti  nei territori (es. Torrenti Molgora e Trobbia nei Comuni di Comazzo, Melzo, Bellinzago Lombardo e Pozzuolo Martesana);
 - In  sede  di  progettazione  definitiva  dovranno esser fornite garanzie   circa   la   salvaguardia  della  geometria  del  reticolo idrografico  naturale  ed  artificiale,  per  non  comprometterne  la funzionalita';  in  particolare,  gli  attraversamenti  non  dovranno costituire  interferenza con le acque superficiali, ne' ostacolare le necessarie operazioni di controllo e manutenzione;
 - In   considerazione   dell'ambito   alluvionale   attraversato, dovranno  essere  valutati gli effetti dell'infrastruttura sui rischi di  esondazione  dei  corsi  d'acqua,  con  particolare attenzione al Torrente  Molgora  e  al  Fiume  Lambro;  qualora  si  riscontrassero interferenze  si  dovranno adottare tutte le azioni atte a garantirne il contenimento
 - La realizzazione dell'opera di attraversamento del Fiume Lambro dovra'  essere  progettata  conformemente  alle  disposizioni  di cui all'art.  38  delle  N.d.A.  del  PAI  e con specifico riferimento ai criteri   per   la  verifica  idraulica  riportati  nella  "Direttiva contenente   i   criteri  per  la  valutazione  della  compatibilita' idraulica  delle  infrastrutture  pubbliche  e  di interesse pubblico all'interno  delle  fasce "A" e `B"", approvata con deliberazione del Comitato Istituzionale n. 2 del 11/ 05/1999;
 - Gli    studi   idraulici   relativi   alle   nuove   opere   di attraversamento  del  reticolo idrografico con luce netta complessiva superiore  a  6 m (artt. 19, comma 1, e 38, commi 1 e 3, delle N.d.A. del  Piano  Stralcio  per l'Assetto idrogeologico del fiume Po - PAI) dovranno  essere  sottoposti  al  parere  dell'Autorita'  di  bacino, secondo  le  disposizioni del punto 1.3 della "Direttiva contenente i criteri  per  la  valutazione  della  compatibilita'  idraulica delle infrastrutture  pubbliche  e  di interesse pubblico all'interno delle fasce  A e B", approvata con deliberazione del Comitato Istituzionale dell'Autorita' di Bacino del fiume Po 11 maggio 1999, n. 2;
 - Dovra' essere accertata, all'interno della fascia C del PAI, la compatibilita'  degli  interventi con gli strumenti di pianificazione territoriale   ed  urbanistica,  in  ottemperanza  alle  disposizioni dell'art. 31, punto 4, delle N.d.A. del PAI medesimo;
 - Poiche'   il  tracciato  interessa  aree  caratterizzate  dalla presenza di fontanili, punti di captazione destinati al consumo umano e  zone  ad  elevata  vulnerabilita';  pertanto, in corrispondenza di questi   ambiti   dovranno   essere   effettuati  approfonditi  studi idrogeologici  finalizzati,  tra  l'altro,  a  determinare  eventuali interferenze negative in termini sia di qualita' delle acque, sia di' eventuali  variazioni  indotte  al regime delle falde sotterranee; si precisa  che,  nel  caso  di  accertata  interferenza  con  le  acque sotterranee,  il  progetto  dovra'  prevedere  tutti gli accorgimenti tecnici atti a garantirne la tutela ed il mantenimento; teste ed aste dei  fontanili  dovranno  essere  ricostruiti  in vicinanza di quelli eventualmente  soppressi,  conservando le dimensioni e la profondita' di  scavo  degli esistenti, mentre le relative sponde dovranno essere rinaturalizzate con specie erbacee, arboree e arbustive tipiche;
 - Si  dovra' verificare che il tracciato non interessi le zone di tutela  assoluta  delle  aree  di  salvaguardia delle risorse idriche destinate  al  consumo  umano,  di cui all'art. 21 del d.lgs. 152/99, cosi'  come  modificato  dall'art.  5  del  d.lgs.  258/00; eventuali interventi  nelle  zone  di  rispetto  dovranno  essere conformi alle disposizioni  contenute  nel  documento  "Direttive per la disciplina delle  attivita'  all'interno  delle zone di rispetto", approvato con delibera  della  Giunta Regionale della Lombardia del 10 aprile 2003, n. 7/12693;
 Suolo e sottosuolo:
 - Dovra'   essere   stimata  di  massima  l'entita'  dei  rifiuti prodotti,  identificando  le  aree adibite a deposito temporaneo (sia dei  rifiuti  che  dei  materiali  di  cantiere)  e  gli  impianti di destinazione finale;
 - Al  fine  di  garantire  la  tutela  di  suolo e sottosuolo, si dovranno  assumere  precisi impegni circa la verifica dell'assenza di contaminazioni nei terreni occupati dai cantieri e, se necessario, al termine  dei  lavori  dovra'  procedere  a tempestiva bonifica, prima della sistemazione finale;
 - Al   termine   dei   lavori   tutte  le  aree  dovranno  essere ripristinate  al primitivo decoro, non escludendo la piantumazione ed il   rimboschimento.   Tale   soluzione   progettuale  dovra'  essere verificata   dall'ente   competente  attraverso  la  proposta  di  un "progetto  del verde", che preveda misure compensative a risarcimento del danno creato.
 - I  riempimenti  dovranno  essere  effettuati  privilegiando  il riutilizzo del materiale derivante da scavi ed eventuali demolizioni; per  la  parte di materiale giudicato non idoneo, si dovra' prevedere il conferimento in discarica secondo la normativa vigente. A tal fine dovranno pertanto essere individuate le discariche utili allo scopo e la  viabilita'  locale che si intende utilizzare per il conferimento, escludendo a priori gli attraversamenti dei nuclei abitati.
 - Dovra'  essere effettuata una valutazione precisa e dettagliata della disponibilita' dei materiali nei vari siti di cava proposti; al fine  di  limitare l'escavazione del materiale vergine, dovra' essere valutata la possibilita' di utilizzare inerti provenienti da recupero per la realizzazione dei rilevati;
 - L'individuazione   delle   cave   di   prestito  dovra'  essere effettuata  sulla  base  di precise indagini geologiche e geotecniche finalizzate   ad   accertare  la  disponibilita'  e  l'idoneita'  dei materiali  inerti (nomiativa per l'utilizzo delle terre nei manufatti stradali),  in  accordo  con l'Ufficio Cave delle Province competenti per  territorio,  con  le  quali  potra'  essere  eventualmente anche concordato  l'inserimento  nei nuovi piani cave provinciali di ambiti estrattivi    ove   procedere   alla   coltivazione   del   materiale sabbioso-ghiaioso  da utilizzare per la realizzazione dell'opera. Per ciascuno  dei  siti  individuati  dovra'  essere redatto un progetto, corredato  delle  necessarie  indagini  geologiche e geotecniche, che affronti  le  tematiche ambientali e gli aspetti connessi al recupero delle aree ad intervento estrattivo terminato;
 - L'eventualita'  prospettata dal proponente circa il reperimento di  materiale  attraverso  l'apertura delle cosiddette cave per opere pubbliche,  in  base a quanto disposto dall'art. 38 della 1.r. 14/98, e'  da  riferirsi  al solo materiale necessario alla realizzazione di rilevati,  in  quanto la disciplina vigente in materia di cave non ne consente  l'apertura per la fornitura di materiale per calcestruzzi e conglomerati  bituminosi  (d.g.r.  33965, del 29/12/1997); qualora si intendesse  riutilizzare eventuali materiali litoidi di risulta al di fuori  del cantiere di produzione, valgono unicamente le disposizioni dell'art. 35, comma 2 e 3,della l.r. 14/98.
 - La  programmazione  dei  flussi di materiale inerte (prelievo e smaltimento)  dovra'  tendere,  per  quanto possibile, a soddisfare i fabbisogni  dell'infrastruttura  mediante  le  risorse  disponibili o mediante  utilizzo  di inerti di recupero. Le modalita' di riutilizzo dei  materiali  di scavo in eccesso, per realizzare opere di recupero ambientale e/o rimodellamenti morfologici, dovranno essere concordate con il Comune territorialmente competente. Qualora i materiali di cui sopra  non  fossero  riutilizzati  entro  il  cantiere di produzione, dovranno  essere  rispettate  le  disposizioni  della  l.r. 14/98, in particolare  quelle  dell'art.  35,  commi  2  e  3.  Ai  sensi della normativa  vigente  in  materia di cave, si precisa infine che non e' consentita l'apertura di cave per opere pubbliche per la fornitura di materiale per calcestruzzi e conglomerati bituminosi (d.g.r. n. 33965 del 29.12.1997).
 - Con   riferimento   alle   aree   contaminate  dovranno  essere attentamente  valutati, al fine di non compromettere gli obiettivi di bonifica,  gli  impatti  e  le  interferenze che le movimentazioni di terra  previste  durante la cantierizzazione potrebbero indurre sulle aree  stesse.  Il  Proponente  dovra'  farsi  carico delle specifiche indagini  geologiche  finalizzate alla messa in atto degli interventi di bonifica e messa in sicurezza prima della realizzazione dell'opera in  oggetto, ai sensi dell'art. 17 del d.lgs. 22/97 e del d.m. 471/99 ed  in  accordo con i competenti Uffici della Giunta Regionale; detti interventi dovranno tenere conto dei vincoli presenti sull'area, allo scopo  di  escludere  rischi per gli addetti durante l'esecuzione dei lavori, a norma della vigente normativa in materia di sicurezza;
 - Qualora durante i lavori di cantiere dovessero essere distrutti piezometri  inseriti nel piano di monitoraggio delle falde acquifere, gli  stessi  dovranno  essere  segnalati  e  ripristinati a spese del Proponente;
 - Relativamente  al  tratto  prossimo  alla  discarica di Vizzolo Predabissi,  qualora  non  fosse  possibile  eliminare  completamente l'interferenza    con   l'area   dovranno   essere   effettuati   gli approfondimenti   ed  adottate  le  misure  di  tutela  necessarie  a garantire il non danneggiamento del sito di discarica.
 - Dovra' essere predisposto uno studio idrogeologico di dettaglio delle aree interessate, che valuti:
 - le  potenziali  interferenze  delle  opere interrate (gallerie naturali ed artificiali) sull'assetto idrogeologico del territorio ed il  rischio  connesso  alla  presenza  di  aree con emergenze idriche diffuse (fontanili);
 - le problematiche geotecniche connesse alla realizzazione delle opere  interrate  da  realizzare  sottofalda (sottospinte idrauliche, abbassamento della falda nelle fasi di costruzione, ecc.);
 - Dovra' essere predisposto uno studio geologico ed idrogeologico delle  aree  interessate  da  gallerie,  allo  scopo di accertarne la fattibilita' e stabilire le soluzioni progettuali ottimali (metodi di scavo,  aree  di  influenza,  tipo  di  rivestimento,  profondita'  e lunghezza  dei  manufatti,  ecc.). Il predetto studio, comprensivo di indagini   geognostiche   e  di  un  rilievo  geostrutturale,  dovra' determinare:
 - le   principali   caratteristiche  geologiche,  litologiche  e geomorfologiche  delle  aree in esame, i processi dinamici attivi, la vulnerabilita'  del  territorio  in  rapporto ai processi naturali ed alle attivita' antropiche, le condizioni di stabilita' dei versanti;
 - le  principali  caratteristiche geomeccaniche (classificazione degli  ammassi  rocciosi,  orientazione  dei  principali  sistemi  di discontinuita', ecc.);
 - la   circolazione   delle   acque  sotterranee  negli  ammassi rocciosi;
 - le  caratteristiche  geotecniche  dei  terreni  e  l'eventuale presenza  di  circolazione  idrica profonda nei tratti in sotterraneo interessati da depositi morenici superficiali;
 - le   eventuali  interferenze  negative  che  la  realizzazione dell'opera   in   questione   puo'  comportare  (scavi  con  utilizzo dell'esplosivo)  sulle  portate  idriche  delle  opere  di captazione esistenti.
 Le  indagini  dovranno  essere  corredate da planimetrie e sezioni geologiche lungo l'asse delle gallerie.
 - Dovra'    essere   predisposto   uno   studio   geotecnico,   a completamento   della   documentazione   presentata,   finalizzato  a determinare  i parametri fisici (angolo di attrito interno, coesione, permeabilita',  ecc.)  ed  i  valori  relativi  alla  portanza  ed ai cedimenti  dei  terreni  di  fondazione  (ponti,  viadotti, gallerie, rilevati, ecc.);
 - Dovranno  essere predisposte le necessarie indagini geologiche, idrogeologiche  e  geotecniche  di  cui  al  decreto  11 marzo 1988 e successiva  circolare  24  settembre  1988,  n. 30483, essenziali per verificare  la  validita'  delle ipotesi progettuali' e consentire la scelta delle migliori soluzioni da adottare in fase di esecuzione dei lavori;  dovranno  comunque  essere  effettuate lungo il tracciato le indagini   geotecniche   (sondaggi,   scavi,   prove  in  situ  e  di laboratorio,  prospezioni  geofisiche)  e idrogeologiche (esame delle acque  sotterranee,  soggiacenza,  direzione  di flusso, oscillazioni stagionali,  spartiacque,  ecc.),  nonche' le verifiche di stabilita' del sistema rilevato-terreno di fondazione (verifiche strutturali del rilevato  e  di  eventuali  opere  di  rinforzo,  drenaggi e filtri), laddove  la  struttura  in  rilevato  risulta  la  scelta progettuale adottata;
 - Dovranno  essere verificati gli studi geologici predisposti dai Comuni,  ai  sensi  dell'art. 2 della l.r. 24 novembre 1997, n.41, al fine  di acquisire informazioni in merito alle condizioni litologiche e  geomorfologiche  delle  aree  interessate,  al rischio idraulico e idrogeologico esistente, alle caratteristiche geotecniche dei terreni ed  alle  principali  proprieta'  della  falda freatica (direzione di deflusso,  profondita',  oscillazione  stagionale,  ecc.); qualora le opere  interessino  siti  individuati  in  classe  4a nella carta di' fattibilita'  (aree  dove l'alta pericolosita/vulnerabilita' comporta gravi  limitazioni  per  la  modifica  delle  destinazioni d'uso), le infrastrutture  pubbliche  e  di  interesse  pubblico potranno essere realizzate  solo  se non altrimenti localizzabili e dovranno comunque essere  puntualmente valutate in funzione della tipologia di dissesto e    del    grado    di    rischio    che   determina   l'ambito   di pericolosita/vulnerabilita'  omogenea; a tal fine, ai progetti dovra' essere   allegata  apposita  relazione  geologica  e  geotecnica  che dimostri   la   compatibilita'   degli  interventi  previsti  con  la situazione di grave rischio idrogeologico (punto 3.3 della "Direttiva in  attuazione  della  l.r.  41/97",  approvata con d.g.r. 29 ottobre 2001, n. VII/6645);
 - Dovra'  essere  valutata la compatibilita' degli interventi con le  condizioni  di dissesto in atto e potenziali, rappresentate nelle tavole  del  "Censimento dei dissesti - Carte inventario dei fenomeni franosi  in  scala 1:10.000 della Regione Lombardia; tale valutazione dovra'   altresi'   fornire  indicazioni  in  merito  agli  eventuali interventi di mitigazione del rischio;
 - Con  delibera  della  Giunta  Regionale  della  Lombardia del 7 novembre  2003,  n.  VII/14964, e' stato recepito l'elenco delle zone sismiche   della   Regione   Lombardia   contenuto   nell'Allegato  1 dell'Ordinanza  20  marzo 2003 n. 3274 della Presidenza del Consiglio dei Ministri; in tale elenco i Comuni interessati dagli interventi in oggetto,  sono  stati  riclassificati in Zona 4 "a bassa sismicita'"; pertanto,  ai  sensi  del punto 3 della citata d.g.r., trattandosi di un'opera  infrastrutturale  di  interesse  strategico  di  competenza statale,  la  cui  funzionalita'  durante  gli  eventi sismici assume rilievo  fondamentale per le finalita' di protezione civile" (Decreto del  Capo  del Dipartimento della Protezione Civile 21 ottobre 2003), la  Societa'  proponente  e' tenuta all'obbligo dell'applicazione, in fase  di  progettazione,  delle norme tecniche allegate alla predetta Ordinanza, con le modalita' indicate dalla medesima;
 Rumore e vibrazioni:
 - Si  dovra'  approfondire  l'analisi  previsionale del rumore in fase  di  esercizio  anche  in funzione della caratterizzazione dello stato  ante  operam,  verificando, previo censimento dei ricettori, i livelli  di  rumore  nelle  condizioni  di  traffico  piu'  critiche; specificando  la  localizzazione,  la  tipologia  e  le  modalita' di realizzazione  delle  opere  di  mitigazione  acustica, assicurandone l'inserimento  paesaggistico  e  privilegiando l'adozione di barriere acustiche  integrate con barriere a verde. In particolare innalzare a 4 m la duna antirumore prevista in prossimita' di Dresano.
 - Dovra'  essere  garantito  il  rispetto  dei  limiti  di rumore previsti   dal   dpr   142/2004,  indicati  nelle  tabelle  allegate, all'interno  delle  fasce di pertinenza, e dei limiti di zonizzazione acustica  all'esterno  di  tale  fascia;  dovra'  essere garantito il rispetto del limite notturno anche per i recettori non residenziali;
 - Nei  casi  in  cui, per ragioni tecniche od economiche, non sia possibile o conveniente mitigare alla sorgente o lungo il percorso di propagazione  per  assicurare il rispetto dei limiti di immissione di rumore,  potra'  essere  ritenuta  accettabile,  in  alternativa,  la mitigazione  con  opere  di  fonoisolamento al recettore, valutata la sensibilita'  dello  stesso,  a  condizione di assicurare all'interno dell'ambiente  abitativo  livelli  di  rumore  compatibili con la sua fruizione, nonche' un adeguato ricambio di aria e raffrescamento;
 - In  merito al problema delle vibrazioni, data la difficolta' di valutazione  previsionale,  andranno  previsti monitoraggi ante, post operam e in corso d'opera per i recettori prossimi ai cantieri.
 - Si  dovra' approfondire l'analisi delle vibrazioni generate dal traffico  stradale  atteso  sulla  futura  opera,  mediante  esame  e valutazione  puntuale in corrispondenza dei punti di criticita'; tale analisi  andra'  condotta prendendo come riferimento la generazione e propagazione   delle   vibrazioni  in  relazione  alla  conformazione geologica  del  sottosuolo,  alle caratteristiche degli edifici, alla velocita'  di  transito ed al tipo di pavimentazione utilizzato nella realizzazione  dell'opera,  prevedendo  gli interventi di mitigazione delle  vibrazioni  cosi'  da  garantire  il rispetto dei limiti delle norme UNI 9614;
 - Dovra'   essere   effettuata  un'appropriata  caratterizzazione acustica  ante operam, che consenta di stimare i livelli di rumore in corrispondenza dei recettori in assenza dell'opera in progetto;
 - Al  fine  di  valutare  l'efficacia delle misure di mitigazione dovranno  essere  prodotte, come previsto dalla delibera della Giunta Regionale  della  Lombardia  n° VII/8313, stime dei livelli di rumore post operam, con e senza mitigazioni, in corrispondenza di ogni piano degli  edifici recettori; gli output delle modellizzazioni, oltre che in  forma  di  mappe  di  rumore, dovranno essere prodotti anche come valori puntuali in corrispondenza dei recettori;
 - In   corrispondenza   delle   interferenze   con  altre  grandi infrastrutture  viarie,  esistenti  ed  in  progetto,  dovra'  essere valutato  l'impatto  acustico  percepito  ai  recettori  come effetto sinergico delle diverse infrastrutture presenti;
 - Dovra'  essere  effettuata  la  stima  dell'impatto acustico in corrispondenza   di   tutti   gli  svincoli  e  presso  la  struttura polifunzionale di Paullo;
 - Dovranno essere individuati e censiti i recettori relativi alle nuove  aree  residenziali  gia' approvate in una fascia di almeno 250 metri  per  lato  dall'infrastruttura,  da estendersi a 500 metri per lato in caso di presenza di recettori particolarmente sensibili;
 - Dovranno    essere   allegate   al   progetto   definitivo   le classificazioni   acustiche   dei   Comuni,   considerando   le  aree residenziali  entro  i  500  in dall'asse classificate in II classe e prevedendo  misure  mitigative  atte  ad  assicurare  il rispetto dei relativi limiti;
 - Dovra'  essere approfondita l'analisi delle vibrazioni generate dal  traffico  stradale  atteso  sulla futura opera, mediante esame e valutazione  puntuale in corrispondenza dei punti di criticita'; tale analisi  andra'  condotta assumendo come riferimento la generazione e propagazione   delle   vibrazioni  in  relazione  alla  conformazione geologica  del  sottosuolo,  alle caratteristiche degli edifici, alla velocita'  di  transito ed al tipo di pavimentazione utilizzato nella realizzazione dell'opera.
 Flora e fauna:
 - Si  dovranno  assicurare  corridoi  protetti di attraversamento della  fauna  in  numero, forma e dimensioni adeguati, a salvaguardia dei fragili equilibri ecologici del territorio.
 - Si  dovra'  prevedere,  per quanto riguarda il ripristino della vegetazione,  l'impiego  di specie appartenenti alle serie autoctone, prevedendo  eventualmente  la  raccolta  in  loco di materiale per la propagazione   (sementi,  talee,  ecc.)  al  fine  di  rispettare  la diversita'  biologica (soprattutto in prossimita' di aree protette) e preveda   la   produzione   di   materiale  vivaistico  presso  vivai specializzati   che   ne  assicurino  l'idoneita'  all'uso  anche  in condizioni  ambientali  difficili  (terreni  di  riporto  di scadente qualita', ecc.);
 - Dovra'  prevedersi  la  ricostruzione  ed implementazione della rete  ecologica  maggiore  (valli  fluviali,  rete  idrica  maggiore, boschi,  filari  e  siepi)  e minore (fontanili, rete idrica minore e rete  di siepi, filari e macchie erborate); a tal fine, dovra' essere elaborato  un  progetto  di riconnessione ecologica ed idraulica, che tenda  al miglioramento funzionale degli ecosistemi ed all'incremento della funzione ecologica, della biodiversita' dei corridoi fluviali e della  connettivita'  ecologica  diffusa della rete idrica maggiore e minore.  Tale  progetto,  da redigersi in collaborazione con gli Enti Parco  ed  i  Consorzi  di  bonifica  eventualmente  presenti, dovra' prevedere  la  sostituzione  delle  specie vegetali non autoctone con specie  vegetali  autoctone  dell'area, assumendo come riferimento la rete ecologica delle Province interessate;
 - Per   mitigare   l'effetto   barriera   nelle  aree  a  valenza faunistica,  che  dovranno  avere la maggior estensione possibile per mantenere   la  permeabilita'  alla  fauna  del  corridoio  ecologico rappresentato  dalla  valle fluviale, si dovranno realizzare ecodotti di  dimensioni  soddisfacenti per garantire il passaggio delle specie animali;
 - Ove   sia   emersa  dallo  studio  faunistico  la  presenza  di popolazioni animali e relative rotte di spostamento - con particolare riferimento alle specie di interesse conservazionistico ossia incluse negli  allegati  delle  direttive  92/43/CEE  "Habitat"  e 79/409/CEE "Uccelli",   nelle   liste   rosse   internazionali  e  nazionali  e, particolarmente,  nel  "Programma  Regionale  per  gli  Interventi di Conservazione  e  Gestione  della Fauna Selvatica nelle Aree Protette della Regione Lombardia" approvato con D.G.R. 20 aprile 2001, n° 4345 - si dovra' provvedere alla realizzazione delle seguenti strutture:
 - sottopassi  per fauna effettivamente funzionali, con sezione a base orizzontale per permettere un'ampia superficie di passaggio, con fondo  in  terreno  naturale  (terra,  sabbia  e humus) e leggermente concavo  per  evitare  il  ristagno  di  acqua.  Essi dovranno essere progettati    in    modo    differenziato   (larghezza,   altezza   e caratteristiche  specifiche)  per  anfibi,  rettili,  piccoli  e medi mammiferi,  e  provvisti  delle  adeguate  barriere  laterali e della copertura vegetale all'ingresso per favorirne l'utilizzo;
 - ecodotti per mammiferi di medie dimensioni quali volpe, lepre, donnola,  faina  etc.,  da  realizzarsi  in  punti strategici per gli spostamenti  delle  popolazioni animali. Gli ecodotti dovranno essere esclusivi  per  la  fauna e non essere affiancati da strutture ad uso antropico  (es.  piste  ciclabili).  Essi dovranno prevedere adeguata copertura  vegetale  prativa e l'impianto di specie arbustive tali da renderli il piu' possibile naturali. Sara' particolarmente importante la   corretta   progettazione  dell'ingresso,  che  dovra'  prevedere un'adeguata   sistemazione   vegetale   arbustiva   ed   arborea  per indirizzare  il  passaggio  delle  specie animali sull'ecodotto; tale sistemazione  a  verde  dovra'  comunque  ben  inserirsi nel contesto naturale  e  non  costituire  un  elemento  separato.  A tal fine, se necessario,   saranno   realizzati   interventi  di  riqualificazione naturalistica   in   prossimita'   dell'ecodotto  stesso,  prevedendo l'impianto  di  formazioni boschive alle due estremita' del ponte, in modo  tale  che la fauna possa essere attirata dagli alberi al di la' del  ponte, nel tratto in trincea, e vederne almeno le cime nelle nel tratto  a raso, percependo quindi un effetto di continuita' vegetale. Per questo motivo sara' indispensabile che dette strutture posseggano la  minima  pendenza e convessita' possibile, per favorire la visione al  di  la'  dell'autostrada. Nel tratto a raso, ove si realizzeranno alcune  di  queste  strutture  in  punti  strategici,  si  raccomanda provvedere  ad un opportuno dimensionamento delle opere, che dovranno essere  ad  imbuto,  con  larghezza  di  30-60 m nel punto di massima ampiezza e di 10-20 m nel punto piu' stretto;
 - Per  la  localizzazione  dei  suddetti passaggi per la fauna si dovra'   tener  conto,  oltre  che  di  quanto  emerso  dallo  studio faunistico,  anche  della presenza degli elementi costituenti la rete ecologica   (corsi   d'acqua   naturali  ed  artificiali,  fontanili, boschetti  residuali  planiziali,  presenza  di elementi quali siepi, filari  di  alberi  etc.).  Sara'  comunque necessario individuare le rotte  migratorie  dell'avifauna,  con  particolare  riferimento agli spostamenti  verso  le  aree ad alta naturalita' quali oasi e riserve naturali, aree dei parchi regionali, specchi d'acqua, specchi di cava interessati  alla  sosta  nel  passo  migratorio  dell'avifauna,  ove localizzare gli ecodotti quale punto preferenziale di attraversamento anche  per  la  fauna  ornitica, soprattutto qualora ben provvisti di vegetazione;
 - Per   evitare   casi   di  mortalita'  dell'avifauna  dovuti  a collisione,   si   prescrive  di  dotare  le  eventuali  nuove  linee elettriche  di  spirali  bianche  e  rosse alternate lungo i cavi (il bianco  per  i  notturni,  il rosso per i diurni), mentre per evitare possibili  fenomeni  di  elettrocuzione  si  prescrive  di  dotare  i tralicci  elettrici  di dissuasori posti tra i conduttori elettrici e di posatoi alternativi;
 - Con   riferimento  al  SIC  "Riserva  naturale  Sorgenti  della Muzzetta", si dovra' predisporre, cosi' come previsto dalla Direttiva "Habitat",  dall'art. 6 del d.p.r. 357/97 (successivamente modificato dal  d.p.r.  120/2003)  e  dalla  d.g.r.  14106  dell' 8.08.2003, nel prosieguo della progettazione e nelle successive fasi di approvazione del  progetto,  uno  specifico studio finalizzato alla valutazione di Incidenza,   i   cui   contenuti  minimi  dovranno  fare  riferimento all'allegato  "D"  della  deliberazione  gia  citata; in particolare, detto  studio  dovra'  individuare  e valutare gli effetti diretti ed indiretti del progetto sugli habitat e sulle specie per i quali detti siti sono stati proposti;
 - Dovra'  essere  predisposto un adeguato Piano di monitoraggio - ante  operam,  nella fase di cantiere e di esercizio - della qualita' dei  corsi  d'acqua  interferiti.  Detto Piano dovra' anche tenere in considerazione  gli effetti indotti dall'infrastruttura sugli habitat e  specie  segnalati  nelle  schede  Natura  2000  di  entrambi i SIC ("Riserva  Naturale  Sorgenti  della  Muzzetta" e "Lanche e Boschi di Comazzo");
 - Dovra'  essere  predisposto  un  progetto di monitoraggio degli effetti  indotti  all'infrastruttura  sulle  componenti  vegetazione, fauna   ed   ecosistemi,   con  particolare  attenzione  ai  corridoi ecologici; il monitoraggio dovra' essere finalizzato alla valutazione della qualita' ambientale complessiva al fine di proporre, qualora se ne ravvisasse la necessita', eventuali interventi correttivi;
 - Dovra'  essere  previsto un monitoraggio finalizzato a valutare l'effettiva  funzionalita'  dei  sottopassi/sovrappassi  per la fauna rispetto  agli  specifici  obiettivi  di  conservazione  che ne hanno determinato la realizzazione.
 - Dovra' essere elaborato un progetto di ricormessione ecologica, miglioramento  funzionale  degli ecosistemi e mitigazione ambientale, al  fine  di incrementare la funzione ecologica, la biodiversita' dei corridoi  fluviali  e  la  connettivita' ecologica diffusa della rete idrica   maggiore   e   minore;   tale   progetto,  da  redigersi  in collaborazione  con  gli Enti Parco, dovra' prevedere la sostituzione delle  specie  vegetali  non  autoctone con specie vegetali autoctone dell'area,   assumendo  come  riferimento  la  rete  ecologica  della Provincia di Milano;
 - Il  posizionamento  di  piloni  e  sostegni  dei  viadotti,  in particolare  per  il  Molgora  e  il  Lambro,  dovra' essere studiato contestualmente alla creazione dei passaggi faunistici
 - Dovra'  essere  realizzato  un  opportuno  studio  indicante le popolazioni  di  fauna  presente,  la mappatura di tane e di nidi nei pressi  delle  aree  a maggior valenza ecosistemica, l'individuazione dei  corridoi  preferenziali utilizzati od utilizzabili dalle diverse specie   di   fauna   selvatica,  con  particolare  riferimento  alle migrazioni di anfibi da e verso stagni e pozze per scopi riproduttivi ed al passaggio di mammiferi in relazione alla loro territorialita';
 - Si  dovra'  redigere uno studio degli ecosistemi di area vasta, delle  valenze  sensibili  e  delle  opportunita'  offerte in termini mitigativi e compensativi;
 - Si   dovra'   provvedere   a   progettare  la  ricostruzione  e l'implementazione  della  rete  ecologica  maggiore (valli fluviali e rete  idrica  maggiore) e minore (rete idrica minore e rete di siepi, filari e macchie erborate), nonche' degli interventi di mitigazione e di   compensazione  degli  impatti  sull'ambiente  naturale  e  sulla biodiversita';
 - Lungo  tutto  il  percorso  stradale  dovranno  essere previste opportune  fasce  alberate  disposte  almeno  su  quattro  filari, da progettarsi   in   modo  tale  da  innalzare  il  volo  dell'avifauna migratrice ben al disopra dell'infrastruttura, onde evitare l'impatto con gli automezzi di grandi dimensioni;
 Mitigazioni e compensazioni ambientali:
 - Si   dovra'   anticipare   nel  programma  lavori,  per  quanto possibile,   la   realizzazione   delle   opere   di   mitigazione  e compensazione      ambientale      rispetto      al     completamento dell'infrastruttura  anche  al fine di preservare in fase di cantiere la funzionalita' della fragile rete ecologica esistente.
 - Si  dovranno  sviluppare  gli  interventi  di  mitigazione e di carattere  generale  e locale indicati dal proponente nello Studio di Impatto  Ambientale  e  nella risposta alla richiesta di integrazioni della  Commissione  VIA, secondo le indicazioni presenti nello Studio d'Impatto   Ambientale   esaminato  ed  integrarli  alla  luce  delle prescrizioni date, dettagliandone la localizzazione, la tipologia, le modalita' di esecuzione e i costi analitici.
 - Nelle   zone   di   interferenza  con  gli  ambiti  dei  Parchi interessati,   anche  marginalmente,  dalle  opere  principali  o  di viabilita'  complementare,  si  dovra'  verificare la possibilita' di ridurre  le occupazioni di territorio e di ottimizzare le mitigazioni delle criticita', di concerto agli Enti preposti.
 - Si prescrive la realizzazione di misure mitigative a protezione degli abitati di Lavagna e di Rossate.
 - Gli  impianti  di  illuminazione  dovranno essere realizzati ai sensi  della  l.r.  17/00,  che  persegue  obiettivi  di  riduzione e contenimento dell'inquinamento luminoso;
 - Dovranno  essere  affrontati i molteplici aspetti connessi alla progettazione  delle  misure  di  mitigazione  degli impatti generati dalla   realizzazione   dell'opera,   garantendo  in  linea  generale un'elevata  qualita'  progettuale,  realizzativa e manutentiva. A tal fine,  il Proponente dovra' definire, in forma coordinata, tipologie, quantita' e costi complessivi (inclusa la manutenzione e la gestione) delle   opere  di  mitigazione  proposte.  Tutti  gli  interventi  di inserimento  ambientale  e  mitigazione  paesistica dovranno assumere come   riferimento   quanto   contenuto  nei  Piani  Territoriali  di Coordinamento   Provinciali   e  nei  singoli  strumenti  urbanistici comunali.
 -  Si  dovra'  elaborare  un progetto di adeguato dettaglio delle suddette  misure,  con  la  collaborazione  degli  Enti  territoriali interessati  e  dei  Consorzi di bonifica eventualmente presenti, per favorire  la  continuita' agricola e "ricucire" le reti ecologiche ed idrauliche  in  modo  tale  da  ripristinarne  della piena efficienza funzionale.
 - Nella  progettazione  delle opere "a verde" dovra' valutarsi la possibilita'  di  realizzare  vaste  macchie  boscate  a  margine del tracciato,  evitando ad esempio la collocazione di essenze arboree "a sesto  di  impianto"  rigido  e  predefinito;  cio'  specialmente  in corrispondenza di centri abitati, nuclei rurali e/o storici, contesti boscati,  intersezioni  della  strada  in  progetto con la viabilita' minore;
 - Si  dovra'  prendere  in  considerazione  un'area piu' ampia di quella    strettamente    limitrofa    al   tracciato   e   prevedere un'implementazione  della  rete diffusa di siepi e di filari, tale da consentire  un miglioramento complessivo della diversita' biologica e della  connettivita'  ecologica  diffusa; quanto sopra esposto dovra' redigersi  con  riferimento  alle  direttive  della Regione Lombardia sull'Ingegneria Naturalistica (d.g.r. 29 febbraio 2000 n. VI/48740);
 - Gli  interventi  di  mitigazione  dei  raccordi  tra viadotti e scarpate  fluviali dovranno essere realizzati in accordo con gli Enti territoriali   e   con   gli   Enti   gestori  delle  aree  protette, privilegiando  i  raccordi  con  la vegetazione dei corsi d'acqua del pianalto  e  con  le  boschive  di  ripa.  La  scelta delle specie da impiegare,  i  sesti di impianto e gli interventi di manutenzione (da attuare  per  almeno  tre anni dall'impianto) andranno concordati con gli Enti stessi. Ove possibile, le scarpate dovranno essere modellate con  pendenze  limitate  e  raccordi  che consentano una congiunzione morbida con il piano di campagna;
 - Sviluppando le considerazioni di massima effettuate all'interno degli studi di impatto ambientale depositati, si dovranno individuare tutti  gli  interventi ivi definiti come di compensazione ambientale, territoriale  e  sociale,  da  attuare  in  aggiunta  alle  opere  di mitigazione ambientale.
 - L'inserimento paesistico ed ambientale dell'opera dovra' essere perseguito  non  limitandosi  ad  interventi  basati sui tradizionali accorgimenti  mitigativi,  ma  estendendo  le azioni progettuali alla componente  "sociale", leggendone e supportandone, quantomeno in modo paradigmatico,  le  potenzialita'  di  sviluppo.  Non potranno essere considerati  opere  di  compensazione  interventi su ambiti degradati gia'  oggetto  di  specifica  autorizzazione  e specifico progetto di recupero ambientale oppure inseriti in altri iter amministrativi gia' oggetto di finanziamento. In tali ambiti la valutazione degli impatti indotti   dovra',  per  contro,  essere  effettuata  considerando  la configurazione   dell'area   al   termine   dei  lavori  di  recupero ambientale.
 - Le  azioni  compensative,  per quanto possibile da localizzarsi nello   stesso   territorio   comunale   oggetto  degli  impatti  non mitigabili,   dovranno   essere   sviluppate   in   accordo   con  le Amministrazioni locali interessate e con gli Enti gestori dei Parchi, che  potranno  fornire  utili contributi all'individuazione sia delle tipologie  delle  opere  che  della  loro localizzazione. Il progetto definitivo   dovra'   altresi'   individuare  strumenti  di  garanzia dell'effettiva  coerente  e  sincrona  realizzazione  delle  opere di ambientalizzazione.
 - Le opere di compensazione ambientale dovranno di massima:
 - interessare  una  superficie  complessiva  congrua  rispetto a quella occupata dall'infrastruttura.
 - prevedere  la  localizzazione delle aree da rinaturalizzare, a seguito  di  valutazioni  intese  puntuali  con gli enti territoriali interessati;
 - essere  cronoprogrammate  in  modo  da  assicurarne, di norma, l'ultimazione prima dell'entrata in esercizio dell'infrastruttura.
 Indicazioni a rischio di incidente rilevante:
 - Dovra'   essere   operata  l'individuazione  e  valutazione  di dettaglio dei possibili impatti connessi con la presenza di aziende a rischio  d'incidente rilevante lungo il tracciato; tale preesistenza, in  relazione  al DM 9.5.01 attuativo dell'art. 14 del suddetto D.Lgs 334/99  ed  alla  recente  circolare  esplicativa  approvata  con DGR n.7/16320  del  6.2.04,  richiede una valutazione della situazione di rischio attuale, con la definizione della compatibilita' ambientale e territoriale  delle aree interessate, e la conseguente individuazione di  distanze di sicurezza. Con particolare riguardo alla discarica di Vizzolo  -  Cerro  al Lambro, si dovra' effettuare un'indagine atta a definire  l'esatto  perimetro  dell'area  potenzialmente contaminata, provvedere  alle  necessarie  opere  provvisionali  atte  ad impedire possibili   contatti   con   acque   e/o  liquidi  di  lavorazione  e perforazione; definire ed indicare tutti gli accorgimenti da adottare nelle  lavorazioni di cantiere, coerenti con la noumativa vigente, ed indicandone altresi' i relativi costi nel quadro economico;
 Agricoltura:
 - Dovra'  essere  effettuato il censimento delle aziende agricole interferite, sia dal tracciato che dalle opere connesse (consistenza, tipologie di colture, ecc.), valutando l'impatto che l'infrastruttura indurra'  su  di  esse  e  individuando  una  fascia  d'interesse, di profondita'   idonea   rispetto  all'asse  infrastrutturale,  in  cui prevedere  i necessari interventi di riorganizzazione fondiaria delle proprieta' frammentate e di ricomposizione della maglia viaria minore e  poderale,  al  fine  di  garantire la percorribilita' da parte dei mezzi  consortili  e  la  salvaguardia  dei  percorsi ciclopedonabili eventualmente  esistenti (es. lungo le banchine e le alzaie di Canale Adduttore Principale Villoresi, Naviglio Martesana etc.);
 - Dovranno  essere  effettuati adeguati approfondimenti in merito ai   potenziali  impatti  dell'infrastruttura  sul  sistema  irriguo, tenendo  conto  delle  interdipendenze  e  delle  sinergie  tra  reti ecologiche,   reti   idrauliche   e  proprieta/gestioni  fondiarie  e completando il censimento del Reticolo idrico superficiale; in nessun caso  le  opere  in  progetto dovranno incidere sul corretto deflusso delle acque;
 - Si  dovra'  predisporre  un  programma  di  manutenzione  degli eventuali   nuovi   manufatti   idraulico-irrigui  identificando,  se possibile,   i   soggetti   responsabili   sia  degli  interventi  di manutenzione  che  del  monitoraggio  della  funzionalita' della rete ecologica;
 - Si dovranno definire azioni mirate alla salvaguardia delle aree ad  uso  agricolo  da  possibili  diverse  future destinazioni d'uso, valorizzandone  tutte  le  componenti  (aree, infrastrutture, edifici ecc.),  in  modo  tale da evitarne il depauperamento e/o l'abbandono. Tale obiettivo potrebbe essere conseguito:
 - perseguendo   intese   con  i  proprietari/gestori  dei  fondi agricoli  per la rinaturalizzazione di aree residuali (nell'ambito di operazioni di ricomposizione fondiaria);
 - riservando  risorse  finanziarie  alla  promozione di prodotti locali  di  qualita' ed alla realizzazione di piccole reti ecologiche locali  con  valenza  educativa e di servizi innovativi allo sviluppo sostenibile;
 - reperendo    aree,    anche    distanti   dall'infrastruttura, attualmente  di  scarsa  qualita'  ma  di  dimensioni e potenzialita' idonee a garantire l'impianto di vasti biotopi secondari;
 - Si  dovranno  prevedere l'implementazione della rete di siepi e di  filari,  tale  da  consentire  un miglioramento complessivo della diversita'  biologica  e  della connettivita' ecologica diffusa; cio' con  riferimento  alle  recenti  direttive  della  Regione  Lombardia sull'Ingegneria Naturalistica (d.g.r. 29 febbraio 2000 n. 6/48740);
 - Si   dovranno   quantificare  nel  dettaglio  le  superfici  da disboscare,  individuando  le  corrispettive  aree da rimboschire e/o recuperare  in ottemperanza a quanto disposto dal Decreto Legislativo n. 227/2001 e dalla Deliberazione di Giunta Regionale della Lombardia n. 13900 del 1.8.2003;
 - Dovranno  essere condotte specifiche analisi e valutazioni atte a  definire in modo puntuale le sofferenze del comparto agricolo ed i possibili   interventi  di  riqualificazione;  con  riferimento  alle aziende  agricole  intercettate  le  cui aree di proprieta' risultino frazionate  in  modo tale da rendere le attivita' produttive non piu' economicamente   convenienti,   si   verifichi   la  possibilita'  di acquisizione  dei  lotti  residui  finalizzata  alla realizzazione di interventi di mitigazione e/o compensazione ambientale;
 - Nei  tratti  in galleria artificiale dovra' essere garantito un franco  di  terreno  fertile, soprastante le solette di copertura, di altezza  adeguata  alle  necessita'  di nuove piantumazioni; adeguate piantumazioni   dovranno  essere  previste  anche  all'interno  degli svincoli e dei raccordi;
 - Le interferenze irrigue ed i frazionamenti dei mappali dovranno essere  identificati su supporto catastale oltre che restituiti nello stato   di   fatto   in  opportuna  scala  (rilievo  planimetrico  ed altimetrico);
 - Gli  interventi di ripristino degli elementi vegetazionali e le opere  di  inserimento  a  verde  e  di riqualificazione ecosistemica dovranno  essere  effettuati  utilizzando  specie  vegetali autoctone (d.g.r.  29  febbraio  2000  n.  6/48740)  e  che  sia  garantita  la manutenzione  delle  aree rivegetate. Le opere di inserimento a verde dovranno  altresi'  prevedere,  ove  necessario,  la realizzazione di fasce  arbustive  di  raccordo  con  le superfici boscate e/o cortine arboree  e  arbustive  idonee  alla  mitigazione  dell'infrastruttura rispetto al contesto agricolo.
 Tutela Beni Architettonici, Paesaggistici ed Archeologici:
 - Data  l'impossibilita'  tecnica,  dichiarata  dal Proponente di allontanarsi  dalla  pregevole  chiesa  bramantesca  di  S.  Biagio a Rossate  di Comazzo vincolata ex art. 2 DLgs 490/1999 (DM 12.3.1914), si   dovra'   realizzare,   come   opera   compensativa  dell'impatto paesaggistico  dell'infrastruttura,  un  intervento  di conservazione dell'antica  cascina-castello, situata a fianco della stessa chiesa e di  rilevante  interesse  storico, secondo modalita' da concordare ed approvare   dalla   Soprintendenza   per   i  beni  architettonici  e paesaggistici  di  Milano. Tali azioni dovranno essere individuate in un  Protocollo  di  Intesa  tra  l'Anas, la Soprintendenza citata, la Direzione  Regionale  per  i  beni culturali e paesaggistici e l'Ente locale.
 - In fase di progettazione definitiva dovranno essere esplicitate nel   dettaglio  tutte  le  opere  di  mitigazione  e  di  ripristino ambientale,  interventi  che dovranno comunque essere coerenti con le qualita'  e  le  caratteristiche peculiari del contesto paesaggistico interessato   .   Dovra'   essere   garantita   la  massima  qualita' architettonica  di  tutte le opere, ed in particolare quella relativa ai  ponti di attraversamento delle aste fluviali, ai viadotti e ponti previsti sia sul Naviglio della Martesana a est di Gorgonzola sia nel Canale Muzza a ovest di Merlino e a sud di Paullo che dovranno essere oggetto  di  un'accurata  progettazione architettonica, con tipologie aderenti al contesto paesaggistico e, per le barriere fonoassorbenti, andranno indicate, piu' nel dettaglio, le tipologie, i materiali e le coloriture,  specificando  i tratti dell'infrastruttura dove dovranno essere realizzate;
 - Dovra'  essere  evitato  il  previsto  collegamento viario alla frazione di Rossate
 - Dovranno   essere  attentamente  studiate  tutte  le  opere  di mitigazione   e   soprattutto  dovranno  essere  verificati  il  piu' possibile le realizzazioni di abbassamenti in trincea
 - In  fase  di  progetto definitivo, le soluzioni architettoniche scelte,  dovranno  essere  sottoposte  alla  verifica  di inserimento paesaggistico  da  parte  del Ministero per i Beni e per le Attivita' Culturali, prima di essere elaborate in fase esecutiva.
 - Tutte  le  indagini  archeologiche  e gli scavi dovranno essere concordati ed autorizzati dalla competente Soprintendenza, e dovranno essere  realizzati tramite personale specialistico con oneri a carico del Proponente.
 - Nelle  aree a maggior rischio archeologico, compatibilmente con le condizioni geomorfologiche del terreno, dovranno essere effettuate preliminarmente     prospezioni     geofisiche,     onde    procedere successivamente ad indagini archeologiche mirate.
 Altre prescrizioni:
 - Dovra'  essere  presentato  un  piano  particolareggiato  della cantierizzazione che definisca le caratteristiche dei siti prescelti, le modalita' operative di approntamento delle aree, la tempistica, la sistemazione finale delle aree utilizzate, la viabilita' di accesso e il  cronoprogramma  dei  lavori.  A  tal  fine,  oltre che adottare i criteri  generali  esposti  nel  s.i.a.  e  le  ulteriori indicazioni riportate nella presente relazione, si dovra':
 - collocare le aree di cantiere particolarmente rumorose il piu' lontano   possibile   dagli   edifici   a  destinazione  residenziale prevedendo,  se  del caso, la posa in opera di schermature mobili. In ogni  caso  dovra'  essere  esclusa  la  realizzazione  di cantieri e depositi  nelle  zone  di  tutela  assoluta  (v.  art.21  del  d.lgs. 152/1999)  e  negli  ambiti  a  Parco;  dovra',  per  contro,  essere privilegiato  il  loro posizionamento in aree attualmente degradate o che presentano bassi livelli di qualita' ambientale;
 - evitare  la  localizzazione di installazioni di cantiere, aree di servizio e caselli di pedaggio in aree a parco e in prossimita' di aree  sensibili (SIC e Riserve); limitare le attivita' nel periodi di maggior sensibilita' da parte della fauna;
 - pianificare  la  viabilita' di cantiere in modo da minimizzare le interferenze con quella esistente. In particolare, si dovra' porre attenzione al carico generato sulla viabilita' locale, anche mediante opportuna  scelta  e  verifica  -  in  accordo  con  i Comuni - degli itinerari  dei  mezzi  d'opera;  si  dovra' comunque garantire che il transito  delle  macchine e dei mezzi d'opera non interessi le strade attraversanti   i   centri   abitati,   eventualmente  prevedendo  la realizzazione di varianti stradali;
 - identificare  eventuali  siepi  e filari arborei da sopprimere temporaneamente  in  fase di cantierizzazione che, a lavori terminati dovranno  essere ricostruiti in funzione delle ubicazioni originarie; dovranno  essere  garantite  l'irrigazione costante e la manutenzione delle  "fasce tampone", soprattutto nelle fasi di attecchimento della vegetazione;  le  aree  di  cantiere dovranno essere ripristinate con rimboschimenti e ripiantumazioni, secondo uno specifico e complessivo "progetto del verde";
 - valutare  la stima degli impatti generati (rumore, vibrazioni, polveri, governo della acque, impatti sugli ecosistemi all'intorno) e le  conseguenti misure di mitigazione previste, anche con riferimento alle  possibili  sovrapposizioni  degli  effetti  di  altri  cantieri eventualmente operativi in contemporanea;
 - pianificare  e progettare il recupero delle aree di cantiere e le  necessarie  misure  di  mitigazione  degli  impatti  generati  in relazione a specifiche esigenze territoriali; il progetto di recupero dovra'  essere  definito  di  concerto  con le Amministrazioni locali interessate  e,  qualora il cantiere fosse localizzato in adiacenza a parchi, con i rispettivi Enti Gestori;
 - Si dovra' dettagliare la cantierizzazione:
 - prevedendo  il ripristino integrale delle aree utilizzate come aree di cantiere in accordo con gli Enti locali.
 - aggiornando  la  ricognizione  dei  siti  di  cava e discarica disponibili,  anche  con riferimento alle disposizioni dei Piani cave provinciali,  dettagliando  l'effettiva  disponibilita' dei materiali nei siti di cava proposti;
 - dettagliando i quantitativi e le caratteristiche dei materiali di  scavo  e di demolizione; per lo smaltimento di quelli in esubero, definire   il   Piano   di  deposito  temporaneo  e  di  smaltimento, individuando   le  aree  di  stoccaggio  definitivo;  individuare  le modalita'  di  conservazione  della  coltre  vegetale  nel caso se ne preveda il riutilizzo, specificando le aree destinate allo stoccaggio temporaneo  del terreno vegetale e le procedure atte a mantenerne nel tempo la vegetabilita';
 - descrivendo   compiutamente  la  movimentazione  degli  inerti afferenti  al cantiere, la provenienza del materiale, le modalita' di realizzazione  dei  rilevati  e  degli  scavi  (trincee  e gallerie), l'invio al sito di discarica;
 - specificando  la  quantita'  e la qualita' delle immissioni in atmosfera  degli  inquinanti  e delle polveri e le misure per evitare superamenti,  imputabili  alle  attivita'  di  cantiere,  dei  valori previsti dalla normativa vigente;
 - individuando   i   consumi  idrici  della  fase  di  cantiere, predisponendo  un  piano  di approvvigionamento idrico che indichi le relative fonti e che sia compatibile con le risorse disponibili;
 - specificando  la quantita' e qualita' degli scarichi idrici di tutte  le  acque  di  lavorazione,  delle acque di lavaggio piazzali, delle acque di prima pioggia per ciascuna delle aree di cantiere;
 - prevedendo   un   sistema   di  collettamento  finalizzato  ad allontanare  le acque inquinate da oli, carburanti e altri inquinanti dai   cantieri   ed  il  loro  convogliamento  in  appositi  siti  di trattamento,  con  le  necessarie volumetrie di accumulo, per il loro corretto  trattamento,  al  fine  di non inquinare le falde e la rete idrica superficiale;
 - analizzando   il  rumore  e  le  vibrazioni  dei  cantieri  ed individuando,  oltre  ai  livelli  di  emissione  anche  i livelli di immissione  che  il  cantiere  stesso produce nei ricettori sensibili siti  nell'intorno  dello  stesso  (Allegato  A  del DM 16.03.1998) e verificando  nei  ricettori  sensibili  piu'  vicini  al  cantiere il rispetto dei limiti differenziali;
 - Si  dovra'  predisporre un Progetto di Monitoraggio Ambientale, secondo  le  Linee  Guida  redatte  dalla  Commissione Speciale VIA e coordinato  con  i  piani  di  monitoraggio  degli  Enti  dei  parchi coinvolti;  l'ambito  da  monitorare  sara'  esteso non solo all'area interessata  direttamente  dal progetto, ma anche alle aree adiacenti interessate dai corridoi ecologici e dalle aste fluviali
 - I contenuti dei Piani di monitoraggio di seguito prescritti, da estendersi a quei tratti di viabilita' esistente che costituiranno di fatto continuita' funzionale con il sistema viabilistico in progetto, dovranno   essere   concordati   con   le   strutture   dell'A.R.P.A. tenitorialmente  competente,  unitamente alle tempistiche di analisi, all'individuazione delle aree in esame, agli strumenti e metodiche da utilizzare  (uso di laboratorio mobile e centraline fisse, manuali di gestione,  procedure  per completare il monitoraggio) ed ai parametri da analizzare, comprendendo anche le misure di mitigazione.
 Alle  strutture  medesime  andranno  altresi'  inviati i risultati delle  attivita'  di  misurazione  condotte  sul  territorio,  per le valutazioni di merito.
 Qualita'   dell'aria  nelle  aree  identificate  come  di  maggior criticita'  dovra'  essere  condotto  un  monitoraggio dei principali inquinanti - ante operam, nella fase di cantiere e di esercizio.
 Qualita'  delle acque dovranno essere adottate idonee procedure di controllo  e  monitoraggio  delle acque superficiali e di falda (ante operam,  nella  fase  di  cantiere  e  di esercizio), con particolare riferimento  alle  aree  ove  sono  previsti  tratti  in  trincea, in galleria o scavi piu' o meno profondi per le fondazioni dei manufatti in genere;
 Rumore  e  vibrazioni dovra' essere predisposto, seguendo anche le indicazioni  della  d.g.r.  n.VII/8313 del 08.03.2002, un dettagliato programma  di  monitoraggio  acustico  -  ante  operam, nella fase di cantiere  e  di  esercizio  -  con indicazione delle localizzazioni e modalita' dei rilievi fonometrici da realizzare al fine di valutare i livelli  di immissione di rumore in corrispondenza dei recettori, con specifica   attenzione   a   quelli  residenziali  e  particolarmente sensibili, al fine di valutare l'efficacia delle opere di mitigazione previste  per conseguire gli obiettivi di cui sopra detto, nonche' al fine   di  consentire  il  dimensionamento,  laddove  necessario,  di ulteriori   interventi   mitigativi;   nel  programma  dovra'  essere specificata la durata prevista del monitoraggio, valutata in funzione della numerosita' e complessita' dei rilievi fonometrici da eseguire;
 - Prima   dell'inizio   lavori   si  dovra'  provvedere,  con  la collaborazione   dei   Consorzi   interessati,   alla  stesura  delle testimoniali  sullo  stato  di  consistenza  dei  manufatti  stradali (ponti,  sottopassi  ecc.),  delle sponde e dei manufatti dei canali, interferiti  ed  interessati  dal  transito dei mezzi di cantiere, al fine  di  consentire il puntuale ripristino delle opere eventualmente danneggiate;
 - Dovra'  essere assicurata la manutenzione delle aree rivegetate e  la  vitalita' di tutte le essenze arboree, arbustive e erbacee, di nuovo  impianto;  a  questo  scopo,  si  dovra'  effettuare  apposita verifica,  nei  tre  anni  successivi  alla  semina,  con  obbligo di sostituzione  nel  caso  di  fallanza,  e  stipulare  una convenzione permanente  con  gli  Enti  Locali interessati o con gli agricoltori, onde  assicurare  nel  tempo  la manutenzione e la vita delle essenze poste a dimora.
 - Dovranno   essere   esplicitamente  definite  le  modalita'  di manutenzione  delle  opere di mitigazione acustica ed atmosferica; la sostituzione  delle  parti  usurate  o  danneggiate  dovra'  comunque avvenire con materiale di prestazioni non inferiori alle precedenti;
 - Dovra'  essere  predisposto  un programma di manutenzione degli eventuali   nuovi   manufatti   idraulico-irrigui  identificando,  se possibile,   i   soggetti   responsabili   sia  degli  interventi  di manutenzione  che  del  monitoraggio  della  funzionalita' della rete ecologica. .br: PARTE II - RACCOMANDAZIONI:
 A  livello  di  progetto  definitivo  potranno essere studiate ed approfondite  dal punto di vista tecnico, di inserimento ambientale e di  sostenibilita'  finanziaria, ulteriori soluzioni atte a garantire la  connessione  della  nuova  opera con la Tangenziale Est (A51) e/o l'Autostrada  Pedemontana  e,  in  quest'ultimo  caso,  le  soluzioni proposte  dovranno  essere  coerenti  e rispondenti alle prescrizioni formulate nell'ambito dell'approvazione di tale progetto.
 A  tal riguardo dovra' essere predisposto apposito cronoprogramma delle  opere  tale  da  prevedere  la  realizzazione  delle  suddette ulteriori  soluzioni  in  linea con la programmazione dell'Autostrada Pedemontana ed in particolare con la realizzazione dell'intero tratto autostradale  tra l'interconnessione con la A51 a nord di Vimercate e la A4 in Provincia di Bergamo.
 Si raccomanda che:
 - Il   realizzatore   dell'infrastruttura   acquisisca,  per  le attivita' di cantiere, dopo la consegna dei lavori, la Certificazione Ambientale  ISO  14001  o  la  Registrazione di cui al Regolamento CE 761/2001 (EMAS);
 - Il  progetto  definitivo,  relativamente  agli  interventi  di ottimizzazione   dell'inserimento  nel  territorio  e  nell'ambiente, adotti   le  migliori  tecniche  disponibili  per  assicurare  sempre l'ottimizzazione degli interventi di recupero delle aree di cantiere;
 - In   fase  di  progettazione  definitiva  ed  esecutiva  siano approfonditi  gli  aspetti  estetici  dei  manufatti  (riducendo  ove possibile  le dimensioni, studiando le sagome, i colori, i materiali, etc.)   e  vengano  adeguatamente  studiate  le  modalita'  del  loro inserimento  nel  paesaggio, privilegiando opere di finitura simili a quelle tradizionali;
 - Per  il  migliore inserimento paesaggistico delle opere d'arte si     realizzi     una     progettazione     definitiva    integrata paesaggistico-architettonica delle infrastrutture (rilevati, trincee, viadotti,  etc.)  tale  da  poter  permettere  il miglior inserimento dell'opera  nel  paesaggio  e  mitigarne  di conseguenza l'effetto di cesura   territoriale,  perseguendo  anzi  un  obiettivo  di  massima deframmentazione delle unita' di paesaggio.
 - Venga  mitigata l'eventuale interferenza visuale con edifici e siti   di   interesse   storico-ambientale;   in   particolare  negli attraversamenti   delle   fasce   di   rispetto   delle  vie  d'acqua interferite.
 - Si  valuti,  laddove  appaia  opportuno  in base ad un'analisi costi-benefici, se mitigare ulteriormente per conseguire l'obiettivo, qualitativamente  piu' significativo, di contenimento dell'incremento del  livello  equivalente di immissione post operam rispetto all'ante operam, al fine di non peggiorare eccessivamente il clima acustico in corrispondenza dei recettori;
 - Vengano  assicurati limiti piu' conservativi in corrispondenza di  recettori  particolarmente  sensibili  (ospedali,  case di cura e riposo,  scuole  per  il  solo  periodo  diurno  e  simili)  rispetto all'obiettivo  di  mitigazione costituito dai livelli di rumore della classe  III  che  puo'  invece  essere  considerato  adeguato  per  i recettori residenziali,
 - Per  tutti i corsi d'acqua della Provincia di Milano, si eviti l'inserimento di gabbioni metallici o graffature, in quanto l'elevata aggressivita'  delle  acque  potrebbe  pregiudicarne  l'efficacia. In luogo  di  tali  sistemi  potranno  essere  posate  idonee  difese in pietrame;
 - Di  valutare l'opportunita' di definire le caratteristiche dei manufatti  di  attraversamento  dei  corsi d'acqua (in particolare il Lambro)  sulla  base  di  concorsi di progettazione, in modo da poter disporre   di   soluzioni   di   elevata   qualita'   che   connotino positivamente,  con  attenzione  ai  caratteri  propri  del contesto, l'ambito  interessato,  tenendo  conto  dei  seguenti suggerimenti di carattere generale
 In  ordine  alle  modalita'  di esecuzione dei lavori e possibili correlati  impatti  sulla  qualita'  dell'aria,  si raccomanda quanto segue:
 - per  contenere  la  polverosita',  provvedere  alla  periodica bagnatura   dell'area   e   delle  piste  di  cantiere  che  andranno stabilizzate chimicamente;
 - prevedere   una   postazione   di   lavaggio   delle  ruote  e dell'esterno   dei   mezzi,  per  evitare  dispersioni  di  materiale polveroso  lungo  i percorsi stradali; limitare a 30km/h la velocita' sulle piste di cantiere;
 - pianificare gli orari di cantiere escludendo tassativamente le ore  notturne  (22:00-06:00),  i giorni festivi, nonche' le attivita' particolarmente  rumorose  o  fonte  di vibrazioni nelle fasce orarie 06:00-8:00 e 20:00-22:00
 - limitare,  in  adiacenze  alle  aree  a  Parco  o  presso aree individuate   come   "sensibili"   dalla   mappatura   faunistica   e compatibilmente con le esigenze legate alla realizzazione dell'opera, la fase di cantiere ai periodi luglio/settembre e dicembre/ febbraio, limitando  al  minimo i lavori nel periodo marzo/giugno; cio' al fine di ridurre il disturbo alla riproduzione della fauna selvatica;
 - prevedere,  nei  processi  termici  e  chimici per le opere di pavimentazione   e   impermeabilizzazione:   impiego   di   emulsioni bituminose,  riduzione della temperatura di lavoro mediante scelta di leganti  adatti,  impiego  di  caldaie  chiuse  con  regolatori della temperatura;
 - utilizzare  mezzi di trasporto con capacita' differenziata, al fine  di  ottimizzare i carichi sfruttandone al massimo la capacita'; per  il materiale sfuso dovra' essere privilegiato l'impiego di mezzi di  grande  capacita',  che  consentano  la  riduzione  del numero di veicoli  in  circolazione,  dotati  di  appositi  teli  di  copertura resistenti e impermeabili;
 - umidificare  il  materiale di pezzatura grossolana stoccato in cumuli  e  stoccare in sili i materiali da cantiere allo stato solido polverulento;
 - movimentare   il   materiale   mediante  trasporti  pneumatici presidiati   da   opportuni  filtri  in  grado  di  garantire  valori d'emissione   di'   10  mg/Nmc  e  dotati  di  sistemi  di  controllo dell'efficienza  (pressostati  con  dispositivo d'allarme); eventuali tramogge o nastri trasportatori di materiale sfuso o secco di ridotte dimensioni  granulometriche  dovranno essere opportunamente dotati di carter;
 - proteggere  con  barriere  il materiale sciolto, depositato in cumuli  e  caratterizzato da frequente movimentazione, umidificandolo in  caso di vento superiore ai 5m/s; i lavori dovranno essere sospesi in condizioni climatiche sfavorevoli. I depositi di materiale sciolto con  scarsa  movimentazione  dovranno  essere  protetti dal vento con misure come la copertura con stuoie/teli;
 - utilizzare gruppi elettrogeni e gruppi di produzione di calore in  grado  di  assicurare  massime  prestazioni  energetiche e minime emissioni in atmosfera; ove possibile, impiegare apparecchi di lavoro a basse emissioni (con motore elettrico);
 - alimentare  le  macchine  con  motore diesel possibilmente con carburanti a basso tenore di zolfo (<50ppm);
 - adottare    adeguate    misure    di   riduzione   (bagnatura, captazione,ecc)  durante  lavori  ad  alta  produzione  di  polveri e lavorazioni meccaniche dei materiali (mole, smerigliatrici);
 - assicurare   la   schermatura   dell'impianto  di  betonaggio, finalizzata  al  contenimento  delle emissioni diffuse di polveri; le fasi della produzione di calcestruzzo e di carico delle autobetoniere dovranno  essere  svolte  tramite  dispositivi chiusi e gli effluenti provenienti da tali dispositivi dovranno essere captati e convogliati ad  un  sistema di abbattimento delle polveri con filtro a tessuto; i silos  per  lo  stoccaggio dei materiali dovranno essere dotati di un sistema di abbattimento delle polveri con filtri a tessuto.
 - ove  possibile,  porre  i  punti  di emissione situati a breve distanza  (<  50m)  da  aperture  di  locali abitabili, ad un'altezza maggiore di quella del filo superiore dell'apertura piu' alta;
 - prevedere  l'adozione  di  sistemi di carico del carburante in circuito   chiuso   dall'autocisterna  al  serbatoio  di  stoccaggio, utilizzando  durante  la  fase  di  riempimento  dei  serbatoi  degli automezzi  sistemi  d'erogazione  dotati  di  tenuta sui serbatoi con contemporanea  aspirazione  ed abbattimento dei vapori con impianto a carboni attivi;
 - nello  stoccaggio  e  movimentazione  degli inerti, seguire le seguenti  indicazioni:  umidificazione,  applicazione  di additivi di stabilizzazione  del  suolo;  formazione  di  piazzali  con materiali inerti   ed   eventuale   trattamento  o  pavimentazione  delle  zone maggiormente  soggette a traffico; copertura dei nastri trasportatori ed   abbattimento   ad   umido   in   corrispondenza   dei  punti  di carico/scarico;   sistemi   spray  in  corrispondenza  dei  punti  di carico/scarico e trasferimento;
 - utilizzare,  al fine di contenere le polveri e gli inquinanti, pannelli  o  schermi  mobili e barriere antipolvere nel delimitare le aree dei cantieri;
 a fine lavori:
 - onde  garantire la tutela di suolo e sottosuolo, il Proponente dovra'  assumere  precisi  impegni  circa la verifica dell'assenza di contaminazioni nei terreni occupati dai cantieri e, se necessario, al termine  dei  lavori  dovra'  procedere  a tempestiva bonifica, prima della sistemazione finale;
 - tutte  le  aree  dovranno  essere  ripristinate  al  primitivo decoro, non escludendo la piantumazione ed il rimboschimento.
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