Gazzetta n. 46 del 24 febbraio 2006 (vai al sommario) |
MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE E FORESTALI |
PROVVEDIMENTO 15 febbraio 2006 |
Iscrizione della denominazione «Oliva Ascolana del Piceno» nel registro delle denominazioni di origine protette e delle indicazioni geografiche protette. |
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IL DIRETTORE GENERALE per la qualita' dei prodotti agroalimentari
Visto il regolamento (CEE) n. 2081/92 del Consiglio del 14 luglio 1992 relativo alla protezione delle indicazioni geografiche e delle denominazioni di origine dei prodotti agricoli e alimentari; Considerato che, con regolamento (CE) n. 1855/2005 della Commissione del 14 novembre 2005, la denominazione «Oliva Ascolana del Piceno» riferita alla categoria degli ortofrutticoli e cereali, allo stato naturale o trasformati, e' iscritta quale denominazione di origine protetta nel registro delle denominazioni di origine protette (D.O.P.) e delle indicazioni geografiche protette (I.G.P.) previsto dall'art. 6, paragrafo 3, del regolamento (CEE) n. 2081/92; Ritenuto che sussista l'esigenza di pubblicare nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana il disciplinare di produzione e la scheda riepilogativa della denominazione di origine protetta «Oliva Ascolana del piceno», affinche' le disposizioni contenute nei predetti documenti siano accessibili per informazioni erga omnes sul territorio italiano; Provvede alla pubblicazione degli allegati disciplinare di produzione e scheda riepilogativa della denominazione di origine protetta «Oliva Ascolana del Piceno», registrata in sede comunitaria con regolamento (CE) n. 1855/2005 del 14 novembre 2005. I produttori che intendono porre in commercio la denominazione «Oliva Ascolana del Piceno» possono utilizzare, in sede di presentazione e designazione del prodotto, la menzione «Denominazione di origine protetta» solo sulle produzioni conformi al regolamento (CEE) n. 2081/92 e sono tenuti al rispetto di tutte le condizioni previste dalla normativa vigente in materia. Roma, 15 febbraio 2006 Il direttore generale: Torre |
| Allegato Scheda riepilogativa regolamento CEE n. 2081/92 del Consiglio «Oliva Ascolana del Piceno» N. nazionale del fascicolo 18/2003 (N° CE .......) D.O.P. (X) I.G.P. ( ) La presente scheda costituisce una sintesi redatta a scopo informativo. Per un'informazione completa, gli interessati e in particolare i produttori della D.O.P. in questione sono invitati a consultare la versione integrale del disciplinare a livello nazionale oppure presso i Servizi competenti della Commissione europea. 1. Servizio competente dello Stato membro: nome: Ministero delle politiche agricole e forestali; indirizzo: via XX Settembre n. 20 - 00187 Roma; tel: 06-4819968 - fax: 06-42013126 e-mail: qualita@politicheagricole.it 2. Richiedente: 2.1 Nome: Associazione di Produttori di Oliva Ascolana tenera. 2.2 Indirizzo: via delle Zeppelle, 113 - 63100 Ascoli Piceno. 2.3 Composizione: Produttori/trasformatori (x) altro ( ). 3. Tipo di prodotto: Classe 1.6 - Ortofrutticoli e cereali allo stato fresco e trasformati. 4. Descrizione del disciplinare: (sintesi dei requisiti di cui all'art. 4, par. 2). 4.1 Nome: «Oliva Ascolana del Piceno». 4.2 Descrizione: la denominazione di origine protetta D.O.P. «Oliva ascolana del Piceno» designa le olive, in salamoia o ripiene, ottenute dalla varieta' d'olivo «Ascolana tenera». All'atto dell'immissione al consumo il prodotto deve rispondere alle seguenti caratteristiche che deve mantenere fino alla data di scadenza indicata: a) oliva in salamoia: colore uniforme dal verde al giallo paglierino con odore caratteristico di fermentato, il sapore e' leggermente acido con un leggero retrogusto amarognolo, fragrante e croccante in bocca con polpa piena, fine e compatta; b) oliva ripiena: caratteristiche organolettiche: visive: forma leggermente allungata (ellittica) irregolare; presenza di aree verdi percettibili; alla rottura la panatura rimane aderente all'oliva, con impasto che si presenta compatto; olfattive: percezioni olfattive di media intensita' con note fruttate di oliva verde e spezie; gustative: il prodotto risulta croccante, per la presenza della varieta' oliva ascolana tenera, di sapore delicato con retrogusto amaro da intenso a mediamente intenso. Caratteristiche microbiologiche: conformi alle disposizioni vigenti in materia di igiene alimentare. Caratteristiche fisiche: 1 kg di olive ripiene deve contenere da un minimo di 65 a un massimo di 95 unita'. 4.3 Zona geografica: la zona di produzione della D.O.P. comprende alcuni comuni della provincia di Ascoli Piceno e alcuni comuni della provincia di Teramo, indicati nel disciplinare di produzione e situati nelle regioni Marche ed Abruzzo. La zona di produzione e' delimitata in apposita cartografia. 4.4 Prova dell'origine: la coltivazione dell'olivo nel territorio Piceno risale agli albori della sua introduzione nella penisola italica da parte dei Fenici e Greci. La selezione della varieta' da mensa, oggi conosciuta come «Ascolana tenera» e' avvenuta nei secoli per opera dell'uomo e gia' dai tempi degli antichi Romani essa era nota ed apprezzata tanto da indicarla come «Picenae» ed in seguito denominata «Ascolana». Marziale, in un epigramma satirico critica un tal Mancino per la grossolanita' dei suoi banchetti in cui, tra le varie prelibatezze che mancavano, sottolinea l'assenza di olive picenae mentre, in un altro epigramma, accenna ad una quasi classificazione dell'oliva picena come stimolatore di appetito. Il territorio Piceno nell'antichita' doveva essere disseminato da ricche piantagioni di olivo stando a quanto asserisce un autore minore latino nel poema epico «la Puniche». In quell'epoca bastava dire «olive picenae» per identificare le olive che giungevano a Roma da quella provincia. Plinio le riteneva migliori fra tutte quelle italiane. Non si puo' pensare che sotto il nome di Picenae si confondessero altre varieta' di olive da mensa perche' precise testimonianze del Columella, nel suo Trattato di agricoltura, mettono in luce dieci varieta' di olive da tavola fra cui la Picena. Successivamente, si deve ai Monaci Benedettini Olivetani la razionalizzazione delle pratiche agronomiche sugli olivi e furono i primi ad operare la concia delle olive utilizzando il «ranno», liquido alcalino ottenuto dissolvendo una parte di calce viva con 4-5 parti di cenere di legno in acqua. Inedite carte provenienti dall'archivio dei Monaci Benedettini forniscono notizie anteriori al 1500 sulla coltivazione, sulla raccolta e sull'utilizzazione delle olive da tavola nell'ascolano. I metodi di preparazione delle olive prevedevano, da documenti risalenti a quell'epoca, un trattamento a base di calce e potassa e successivamente sale per la conservazione. Alcuni autori descrivono la raccolta delle olive ascolane, il trattamento delle stesse e la preparazione di quelle che, eliminatone il nocciolo, venivano chiamate Giudee per essere senz'anima; tali olive possono essere considerate le attuali progenitrici delle olive ripiene. La D.O.P. «Oliva Ascolana del Piceno» identifica, quindi, un prodotto complesso, frutto dell'interazione con l'opera dell'uomo che, tramandata nel corso dei millenni, e' assurta alla dignita' di tradizione. La salvaguardia di questa produzione tipica, a difesa di notevoli interessi economici cosi' come di una identita' culturale fortemente radicata sul territorio, presuppone un sistema di tracciabilita' che garantisca l'origine certa del prodotto. Pertanto, verranno controllate le fasi del processo produttivo, mediante l'iscrizione in appositi elenchi dei produttori olivicoli, con l'identificazione delle particelle catastali sulle quali avviene la coltivazione, dei trasformatori e dei condizionatori, con l'ubicazione degli impianti idonei di trasformazione delle olive e di confezionamento, degli allevatori di carni bovine, suine e di pollame, dei trasformatori di olive ripiene con l'ubicazione degli impianti idonei di trasformazione. delle olive. Lo stesso organismo, autorizzato dal Ministero delle politiche agricole e forestali, verifichera' che il prodotto tutelato dalla D.O.P. risponda alle prescrizioni del disciplinare. 4.5 Metodo di ottenimento: il metodo di ottenimento deve risultare perfettamente conforme a quanto indicato nel disciplinare di produzione depositato presso i Servizi U.E. La coltivazione, la lavorazione ed il confezionamento devono avvenire nell'area di produzione individuata al punto 4.3, al fine di garantire la tracciabilita' ed il controllo. 4.6 Legame: il Piceno e' una regione antica che si estende dalla provincia di Ancona ad Atri in Abruzzo. Nel sistema amministrativo attuale l'area e' interna a due diverse regioni, le Marche e l'Abruzzo, nello specifico una parte dei comuni delle province di Ascoli Piceno e Teramo. Il centro storico di riferimento, da cui parte la tradizione e la coltura, e' costituito dalla citta' di Ascoli Piceno con il suo territorio. L'area di produzione si caratterizza per la presenza ad ovest dell'Appennino, la catena dei Monti Sibillini, che degrada ad est, fino al litorale adriatico, con un'orografia particolarmente collinare. Il clima e' condizionato dalla morfologia della zona e dalla lunghezza della costa che riceve i venti caldo-umidi sciroccali. Le precipitazioni aumentano progressivamente dalla costa alle zone collinari piu' interne seguendo un andamento pluviometrico irregolare caratterizzato da precipitazioni concentrate nel periodo autunnale e fine inverno inizio primavera. L'influsso del mare caratterizza la climatologia di tutta l'area interessata alla coltivazione dell'oliva ascolana da mensa che predilige una pluviometria media annua che non scende al di sotto dei 900 mm ed un ambiente pedologico caratterizzato dalla presenza di calcio. La combinazione dei fattori produttivi, nell'area limitata e ristretta a cui si fa riferimento, riesce ad esprimersi al meglio, offrendo al prodotto le note caratteristiche di tenerezza della polpa, i profumi e gli aromi caratteristici che rendono questa produzione unica nel suo genere. Il nucleo di diffusione originale della coltura e' costituito dal territorio del comune di Ascoli Piceno e dai territori limitrofi dove la coltivazione della varieta' Ascolana costituisce ancora un fatto culturale oltre che economico. Tale varieta' si caraterizza per essere pianta vigorosa, di notevole statura con una chioma molto densa di foglie, con una drupa di forma ellissoidale avente un peso medio che si aggira sugli 8 grammi ed un nocciolo meno di 1 grammo, circa 1/9 in peso della drupa. Le caratteristiche qualitative dell'oliva ascolana sono state riconosciute ed apprezzate da diversi personaggi storici, da Papa Sisto V che la introdusse nelle mense vaticane sino a Rossini, Garibaldi e Puccini. Alcune ricerche bibliografiche fanno risalire al secolo scorso la nascita della tradizione legata alla farcitura e alla frittura delle olive da tavola secondo metodo e ricette ancora in uso. La tradizione popolare ritiene che l'origine dell'oliva farcita e fritta sia stata un'esigenza di recupero delle carni assortite dei banchetti e dei pranzi che si tenevano nelle famiglie abbienti. La ricetta originaria della farcitura si puo' far risalire ad un periodo intorno alla costituzione del Regno d'Italia (1859/61). L'Oliva Ascolana del Piceno e' una realta' produttiva che dispone di bagaglio di qualita' e notorieta' naturale proprio conferitole dalla sua storia millenaria e da una affermata consolidata tradizione. 4.7 Struttura di controllo: nome: ASSAM - Agenzia servizi settore agroalimentare delle Marche, indirizzo: via Alpi, 21 - 60100 Ancona. 4.8 Etichettatura: la denominazione «Oliva Ascolana del Piceno» in salamoia o ripiena va confezionata in appositi recipienti o involucri conformi alle disposizioni vigenti in materia di igiene alimentare. L'aggiunta di qualsiasi qualificazione non espressamente prevista dal disciplinare di produzione e' vietata. La denominazione deve figurare in etichetta con caratteri chiari, indelebili e di dimensioni almeno doppie rispetto alle indicazioni di ditta, ragione sociale ed altre. Dovra' figurare, inoltre, la dicitura «in salamoia», «in salamoia al naturale» o « ripiena» secondo la tipologia di prodotto cui si riferisce ed il simbolo grafico relativo all'immagine da utilizzare in abbinamento inscindibile con la denominazione di origine protetta. Il logotipo si presenta come un cubo in prospettiva piatta, visto dal basso. Visualizza 3 facce in dimensioni diverse. In quella frontale, quadrato perfetto, sono realizzate 2 foglie di olivo stilizzate costruite esternamente da un cerchio inscritto al quadrato e internamente delimitate dall'ovale che a sua volta rappresenta un'oliva tagliata orizzontalmente da tre linee ondulate che separano l'oliva stessa in quattro parti; l'asse centrale dell'oliva (ovale) e la costruzione delle foglie rispetto alla base hanno una inclinazione verso destra di 30°, l'oliva e le foglie sono unite da un rametto che si tronca nello spigolo del quadrato basso a sinistra. Nella faccia sotto a quella centrale, di medio sviluppo, e' riportata l'immagine grafica di un castello con prospettiva scolpita su trama travertino, con inclinazione d'asse rispetto alla faccia frontale di 30°. Nella terza faccia laterale sinistra, di piccolo sviluppo, con inclinazione d'asse rispetto alla faccia frontale di 60°, e' riportata solo la trama travertino. Colore: il logo e' in bianco e nero, ma potra' essere riprodotto in qualsiasi colore o combinazione di colori. 4.9 Condizioni nazionali:
DISCIPLINARE DI PRODUZIONE DELLA DENOMINAZIONE DI ORIGINE PROTETTA «OLIVA ASCOLANA DEL PICENO»
Art. 1. Denominazione La denominazione di origine protetta «Oliva Ascolana del Piceno» e' riservata alle olive, in salamoia o ripiene, che rispondono ai requisiti e alle condizioni stabilite dal Regolamento comunitario n. 2081/92 ed indicate nel presente disciplinare di produzione. Art. 2. Piattaforma varietale La denominazione d'origine protetta «Oliva Ascolana del Piceno» designa le olive, in salamoia o ripiene, prodotte nella zona delimitata al successivo art. 3 del presente disciplinare, ottenute dalla varieta' d'olivo «Ascolana Tenera». Art. 3. Zona di produzione La zona di produzione della denominazione d'origine protetta «Oliva Ascolana del Piceno» comprende per intero i territori dei seguenti comuni: comuni della provincia di Ascoli Piceno: Acquaviva Picena, Altidona, Appignano del Tronto, Ascoli Piceno, Belmonte Piceno, Campofilone, Carassai, Castel di Lama, Castignano, Castorano, Colli del Tronto, Cossignano, Cupramarittima, Falerone, Fermo, Folignano, Francavilla d'Ete, Grottammare, Grottazzolina, Lapedona, Magliano di Tenda, Maltignano, Massa Fermana, Massignano, Monsampietro Morico, Monsampolo del Tronto, Montalto delle Marche, Montappone, Monte Rinaldo, Monte S. Pietrangeli, Monte Urano, Monte Vidon Combatte, Monte Vidon Corrado, Montedinove, Montefiore dell'Aso, Montegiberto, Montegiorgio, Montegranaro, Monteleone di Fermo, Montelparo, Monteprandone, Monterubbiano, Montottone, Moresco, Offida, Ortezzano, Pedaso, Petritoli, Ponzano di Fermo, Porto S. Giorgio, Porto S. Elpidio, Rapagnano, Ripatransone, Rotella, Servigliano, Spinetoli, San Benedetto del Tronto, S. Elpidio a Mare, S. Vittoria in Matenano, Torre S. Patrizio, Venarotta; comuni della provincia di Teramo: Martinsicuro, Colonnella, Alba Adriatica, Corropoli, Controguerra, Ancarano, Nereto, Torano Nuovo, S. Egidio alla Vibrata, Civitella del Tronto, S. Omero, Tortoreto, Giulianova, Mosciano S. Angelo, Bellante, Campli, Valle Castellana, Torricella Sicura, Rocca S. Maria, Teramo, Castellalto, Canzano, Notaresco, Morro d'Oro, Roseto degli Abruzzi, Cortino, Montorio al Vomano. Art. 4. Tecniche colturali Il territorio su cui insiste la produzione della denominazione d'origine protetta «Oliva Ascolana del Piceno» ha le seguenti caratteristiche pedo-climatiche: terreni di natura variabile dal calcareo-argilloso all'arenaceo, con pH mediamente sub-alcalini; altitudine delle aree di produzione variabile dai 20 ai 500 m.s.l.m. Le tecniche colturali adottate sono le seguenti: gli impianti hanno sesti posizionati in modo tale da favorire una buona areazione ed illuminazione per permettere l'allegagione; la densita' di impianto non deve superare le 300 piante/ha (sesto di impianto 6\times 6). Negli impianti deve essere presente almeno il 60% di ascolana tenera ed un max 40% di piante impollinatrici; le forme di allevamento da utilizzare sono quelle libere (vaso, globo, monocono ecc..); l'irrigazione e' consentita, ma va interrotta almeno venti giorni prima della raccolta; la raccolta va effettuata tra il 10 settembre ed il 20 ottobre; la produzione unitaria massima di olive per impianti specializzati e' di 7ton/ha, per piante in coltura promiscua e' pari a 50 kg/pianta. Art. 5. Elementi storici Il nucleo originario di diffusione della coltivazione, va ricondotto ai comuni di Ascoli Piceno, Folignano, Venarotta, Castel di Lama, in provincia di Ascoli Piceno e S. Egidio alla Vibrata, Civitella del Tronto in provincia di Teramo. Le olive da tavola provenienti da questi territori, erano conosciute dai classici latini, come «Ulivae Picenae». Notevole l'incidenza della tecnica di trasformazione adottata nei comprensori di storica diffusione, sui caratteri del prodotto originario e relativa all'uso di un carbonato alcalino per estrarre dalle olive, insieme al grasso, le sostanze amare. I Monaci Benedettini Olivetani del Piceno, furono i primi ad operare la concia delle olive e a testimoniare il carattere di un'industria locale basata proprio sulla preparazione delle olive da tavola. Le prime notizie circa la farcitura dell'oliva ascolana risalgono ai 1600 periodo in cui queste una volta denocciolate, venivano riempite di erbe (olive giudee). La ricetta attuale invece, ha origine nel XIX sec. con farcitura a prevalente base di carni, quale specialita' in uso in famiglie agiate. Art. 6. Metodo di ottenimento Oliva in salamoia a) Caratteristiche del frutto. Il frutto fresco ammesso alla lavorazione per la produzione di oliva ascolana tenera deve presentare i seguenti caratteri: frutto sano; lesioni o ammaccature nei limiti previsti dalla norma CODEX ALIMENTARIUS STAN 66-1981 e per ciascuna categoria commerciale, di seguito indicata, la somma delle tolleranze non sara' superiore, in nessun caso, a: extra il 7%; prima il 12%; seconda o standard il 17%; rapporto polpa nocciolo in peso non inferiore a 4; polpa di facile distacco dal nocciolo; colore verde paglierino, proprio, caratteristico del frutto maturo. b) Lavorazione. Il trattamento di deamarizzazione deve iniziare non oltre le 48 ore dalla raccolta delle olive. La lavorazione ed il confezionamento, devono avvenire nell'area di produzione indicata all'art. 3, seguendo le riconosciute e sperimentate tecniche di trasformazione connesse allo stato di maturazione della varieta' ed alla temperatura dell'ambiente. La lavorazione comprende le seguenti fasi: 1. deamarizzazione delle olive con immersione in soluzione di idrato sodico (NaOH) la cui concentrazione puo' variare dall'1.5 al 3%; la durata del processo e' compresa tra un minimo di 8 ed un massimo di 12 ore; 2. lavaggi per la riduzione dell'alcale residuo; 3. fermentazione e conservazione, in salamonia, alla concetrazione compresa tra l'8 e il 10% di cloruro di sodio (NaCl). E' ammessa la deamarizzazione delle olive definita «al Naturale», ponendole direttamente in salamoia alla concentrazione compresa tra l'8 e il 10% di cloruro di sodio, la durata del processo, legata allo stato di maturazione della varieta', richiede tempi di fermentazione stoccaggio non inferiori ai 10 mesi. c) Caratteristiche della salamoia. I caratteri della salamoia di conservazione devono essere contenuti nei limiti previsti dalla norma CODEX ALIMENTARIUS STAN 66-1981. Oliva ripiena. La denominazione «Oliva Ascolana del Piceno» ripiena viene prodotta secondo le modalita' tipiche e tradizionali sotto riportate: a) Caratteristiche degli ingredienti. Carni fresche: carni di bovino maturo provenienti dalla zona di cui all'art. 3, minimo 40% - massimo 70%; carni suine mature provenienti dalla zona di cui all'art. 3 minimo 30% - massimo 50%; e' tollerata l'aggiunta di carni di pollo provenienti dalla zona di cui all'art. 3 e/o tacchino fino ad un massimo del 10%. Ingredienti aggiuntivi: uova (da 2 a 4, secondo necessita', per kg di impasto); formaggio stagionato grattugiato per aroma ed amalgama, minimo gr 100 per kg di impasto; olio extravergine e/o strutto quanto basta per la cottura delle carni, e' consentito l'uso del burro nella cottura delle carni purche' indicato in etichetta; vino bianco secco; cipolla, carota, costa di sedano, noce moscata, sale, quanto basta per l'insaporimento delle carni in cottura. Ingredienti facoltativi: e' ammesso l'utilizzo di piccole quantita' di salsa di pomodoro per l'insaporimento delle carni; chiodi di garofano; pepe; buccia di limone grattugiata ed altri aromi di minore entita'. Ingredienti per la panatura: uova, farina di grano, pangrattato, in quantita' sufficienti per la formazione di una leggera copertura dell'oliva ripiena. Il prodotto finito deve contenere almeno il 40% in peso di oliva denocciolata. b) Lavorazione. Le carni sopraccitate, tagliate in pezzi, vengono rosolate con cipolla, carota e sedano, in olio extravergine di oliva e/o strutto (e' consentito l'uso del burro) e portate a cottura a fuoco lento con aggiunta di vino bianco secco e sale. A cottura ultimata la carne e gli ingredienti aggiuntivi vengono triturati. L'impasto viene legato con uovo, formaggio grattugiato e aggiunta di noce moscata. Le olive preventivamente denocciolate vengono riempite con l'impasto cosi' ottenuto. Le olive ripiene vengono passate nella farina, nell'uovo battuto ed infine nel pangrattato. Il prodotto finale e' destinato alla frittura. Art. 7. Caratteristiche al consumo Il prodotto finito deve avere le seguenti caratteristiche, fino alla data di scadenza indicata: a) oliva in salamoia caratteristiche organolettiche; visive: colore uniforme dal verde al giallo paglierino; olfattive: odore caratteristico di fermentato; gustative: sapore lievemente acido; leggero retrogusto amarognolo; fragranza e croccantezza in bocca; caratteristiche microbiologiche: conformi alle disposizioni vigenti in materia di igiene alimentare; caratteristiche fisiche: polpa piena, fine, compatta, non raggrinzita, non granulosa. b) oliva ripiena caratteristiche organolettiche; visive: forma leggermente allungata (ellittica) irregolare; presenza di aree verdi percettibili; alla rottura la panatura rimane aderente all'oliva, con impasto che si presenta compatto; olfattive: percezioni olfattive di media intensita' con note fruttate di oliva verde e spezie; gustative: il prodotto risulta croccante, per la presenza della varieta' oliva ascolana tenera, di sapore delicato con retrogusto amaro da intenso a mediamente intenso; caratteristiche microbiologiche: conformi alle disposizioni vigenti in materia di igiene alimentare; caratteristiche fisiche: 1 kg di olive ripiene deve contenere da un minimo di 65 a un massimo di 95 unita'. Art. 8. Conservazione Alle olive in salamoia possono essere aggiunti: acidificanti naturali; parti di pianta come aromatizzanti, infusi di finocchio selvatico, privi di residui cellulosici ottenuti utilizzando piante spontanee o piante provenienti da coltivazioni ricadenti nell'area indicata all'art. 3; e' vietata l'aggiunta di coloranti, conservanti ed acidificanti ad eccezione dell'acido L-ascorbico (E300) e dell'acido citrico (E330). Le olive in salamoia ripiene fresche o parzialmente cotte sono conservate nel rispetto delle condizioni igienico-sanitarie, rispondenti alle vigenti normative in materia alimentare, assicurate dalle tecnologie di produzione e condizionamento adottate. In caso di conservazioni per periodi lunghi debbono essere surgelate immediatamente dopo la produzione, secondo le norme di legge vigenti. Art. 9. Adempimenti Al fine di garantire la rintracciabilita' della denominazione di origine, i singoli componenti la filiera produttiva devono essere identificati attraverso la loro iscrizione nei seguenti appositi elenchi: a) dei produttori olivicoli con l'identificazione catastale degli oliveti idonei; b) dei trasformatori con l'ubicazione degli impianti idonei di trasformazione delle olive; c) degli allevatori di carni bovine, suine e di pollame con l'indicazione del numero dei capi allevati; d) dei trasformatori di olive ripiene con l'ubicazione degli impianti idonei di trasformazione delle olive; e) dei condizionatori, con l'ubicazione degli impianti idonei al confezionamento delle olive. Questi elenchi sono attivati, tenuti ed aggiornati dall'Organismo di controllo. Art. 10. Designazione e presentazione Il nome della denominazione di origine protetta «Oliva Ascolana del Piceno» deve figurare in etichetta con caratteri chiari, indelebili e di dimensioni almeno doppie rispetto alle indicazioni di ditta, ragione sociale ed altre, in modo da poter essere ben distinguibile. Sull'etichetta dovra', inoltre, figurare la dicitura «in salamoia», «in salamoia al naturale» o «ripiena» secondo la tipologia di prodotto cui si riferisce. La denominazione «Oliva Ascolana del Piceno» e' contraddistinta dal logo che segue:
----> Vedere Logo a pag. 70 della G.U. <----
Descrizione: l'immagine del logo «Oliva Ascolana del Piceno» si presenta come un cubo in prospettiva piatta, visto dal basso. Visualizza n. 3 facce in dimensioni diverse. In quella frontale, quadrato perfetto, vi sono realizzate n. 2 foglie di olivo stilizzate costruite esternamente da un cerchio inscritto al quadrato e internamente delimitate dall'ovale che a sua volta rappresenta un'oliva tagliata orizzontalmente da tre linee ondulate che separano l'oliva stessa in quattro parti; l'asse centrale dell'oliva (ovale) e la costruzione delle foglie rispetto alla base hanno una inclinazione verso destra di 30°, l'oliva e le foglie sono unite da un rametto che si tronca nello spigolo del quadrato basso a sinistra. Nella faccia sotto a quella centrale, di medio sviluppo, vi e' riportata l'immagine grafica di un castello con prospettiva scolpita su trama travertino, con inclinazione d'asse rispetto alla faccia frontale di 30°. Nella terza faccia laterale sinistra, di piccolo sviluppo, con inclinazione d'asse rispetto alla faccia frontale di 60°, vi e' riportata solo la trama travertino. Colore: il logo e' in bianco e nero, ma potra' essere riprodotto in qualsiasi colore o combinazione di colori. La denominazione «Oliva Ascolana del Piceno» in salamoia o ripiena va confezionata con recipienti o involucri conformi alle disposizioni vigenti in materia di igiene alimentare. L'aggiunta di qualsiasi qualificazione alla denominazione di cui all'art. 1, non espressamente prevista dal presente disciplinare e' vietata. Tale divieto e' esteso anche ad aggettivi quali: eccelsa, fine, superiore, selezionato, genuino, tradizionale, etc... |
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