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| Gazzetta n. 46 del 24 febbraio 2006 (vai al sommario) |  | MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE E FORESTALI |  | PROVVEDIMENTO 15 febbraio 2006 |  | Iscrizione  della  denominazione  «Oliva  Ascolana  del  Piceno»  nel registro  delle denominazioni di origine protette e delle indicazioni geografiche protette. |  | 
 |  |  |  | IL DIRETTORE GENERALE per la qualita' dei prodotti agroalimentari
 
 Visto  il  regolamento (CEE) n. 2081/92 del Consiglio del 14 luglio 1992  relativo  alla protezione delle indicazioni geografiche e delle denominazioni di origine dei prodotti agricoli e alimentari;
 Considerato   che,   con   regolamento   (CE)  n.  1855/2005  della Commissione  del  14  novembre 2005, la denominazione «Oliva Ascolana del  Piceno»  riferita alla categoria degli ortofrutticoli e cereali, allo stato naturale o trasformati, e' iscritta quale denominazione di origine protetta nel registro delle denominazioni di origine protette (D.O.P.)  e  delle indicazioni geografiche protette (I.G.P.) previsto dall'art. 6, paragrafo 3, del regolamento (CEE) n. 2081/92;
 Ritenuto  che  sussista  l'esigenza  di  pubblicare  nella Gazzetta Ufficiale  della  Repubblica italiana il disciplinare di produzione e la  scheda  riepilogativa  della  denominazione  di  origine protetta «Oliva  Ascolana del piceno», affinche' le disposizioni contenute nei predetti  documenti siano accessibili per informazioni erga omnes sul territorio italiano;
 Provvede alla pubblicazione degli allegati disciplinare di produzione e scheda riepilogativa della denominazione di origine protetta «Oliva Ascolana del  Piceno»,  registrata in sede comunitaria con regolamento (CE) n. 1855/2005 del 14 novembre 2005.
 I  produttori  che  intendono  porre  in commercio la denominazione «Oliva   Ascolana   del   Piceno»  possono  utilizzare,  in  sede  di presentazione e designazione del prodotto, la menzione «Denominazione di  origine  protetta»  solo sulle produzioni conformi al regolamento (CEE)  n.  2081/92  e  sono tenuti al rispetto di tutte le condizioni previste dalla normativa vigente in materia.
 Roma, 15 febbraio 2006
 Il direttore generale: Torre
 |  |  |  | Allegato Scheda  riepilogativa regolamento CEE n. 2081/92 del Consiglio «Oliva Ascolana del Piceno» N. nazionale del fascicolo 18/2003
 (N° CE .......)
 D.O.P. (X) I.G.P. ( )
 La  presente  scheda  costituisce  una  sintesi  redatta  a scopo informativo.  Per  un'informazione  completa,  gli  interessati  e in particolare  i  produttori  della D.O.P. in questione sono invitati a consultare la versione integrale del disciplinare a livello nazionale oppure presso i Servizi competenti della Commissione europea. 1. Servizio competente dello Stato membro:
 nome: Ministero delle politiche agricole e forestali;
 indirizzo: via XX Settembre n. 20 - 00187 Roma;
 tel:      06-4819968      -      fax:     06-42013126     e-mail: qualita@politicheagricole.it 2. Richiedente:
 2.1 Nome: Associazione di Produttori di Oliva Ascolana tenera.
 2.2 Indirizzo: via delle Zeppelle, 113 - 63100 Ascoli Piceno.
 2.3 Composizione: Produttori/trasformatori (x) altro ( ). 3. Tipo di prodotto: Classe 1.6 - Ortofrutticoli e cereali allo stato fresco e trasformati. 4.  Descrizione  del  disciplinare:  (sintesi  dei  requisiti  di cui all'art. 4, par. 2).
 4.1 Nome: «Oliva Ascolana del Piceno».
 4.2  Descrizione:  la  denominazione  di  origine protetta D.O.P. «Oliva  ascolana del Piceno» designa le olive, in salamoia o ripiene, ottenute dalla varieta' d'olivo «Ascolana tenera».
 All'atto  dell'immissione  al consumo il prodotto deve rispondere alle  seguenti  caratteristiche  che deve mantenere fino alla data di scadenza indicata: a) oliva in salamoia:
 colore   uniforme  dal  verde  al  giallo  paglierino  con  odore caratteristico  di  fermentato, il sapore e' leggermente acido con un leggero  retrogusto  amarognolo,  fragrante  e croccante in bocca con polpa piena, fine e compatta; b) oliva ripiena:
 caratteristiche organolettiche:
 visive:  forma  leggermente  allungata  (ellittica) irregolare; presenza  di aree verdi percettibili; alla rottura la panatura rimane aderente all'oliva, con impasto che si presenta compatto;
 olfattive:  percezioni  olfattive  di media intensita' con note fruttate di oliva verde e spezie;
 gustative: il prodotto risulta croccante, per la presenza della varieta'  oliva  ascolana  tenera,  di sapore delicato con retrogusto amaro da intenso a mediamente intenso.
 Caratteristiche   microbiologiche:   conformi  alle  disposizioni vigenti in materia di igiene alimentare.
 Caratteristiche  fisiche: 1 kg di olive ripiene deve contenere da un minimo di 65 a un massimo di 95 unita'.
 4.3 Zona geografica: la zona di produzione della D.O.P. comprende alcuni  comuni della provincia di Ascoli Piceno e alcuni comuni della provincia  di  Teramo,  indicati  nel  disciplinare  di  produzione e situati  nelle  regioni  Marche  ed Abruzzo. La zona di produzione e' delimitata in apposita cartografia.
 4.4 Prova dell'origine: la coltivazione dell'olivo nel territorio Piceno  risale  agli  albori  della  sua  introduzione nella penisola italica  da  parte dei Fenici e Greci. La selezione della varieta' da mensa,  oggi conosciuta come «Ascolana tenera» e' avvenuta nei secoli per  opera  dell'uomo  e gia' dai tempi degli antichi Romani essa era nota  ed  apprezzata  tanto da indicarla come «Picenae» ed in seguito denominata  «Ascolana». Marziale, in un epigramma satirico critica un tal  Mancino  per  la grossolanita' dei suoi banchetti in cui, tra le varie  prelibatezze  che  mancavano,  sottolinea  l'assenza  di olive picenae   mentre,  in  un  altro  epigramma,  accenna  ad  una  quasi classificazione  dell'oliva  picena  come stimolatore di appetito. Il territorio Piceno nell'antichita' doveva essere disseminato da ricche piantagioni  di  olivo  stando  a  quanto  asserisce un autore minore latino  nel  poema  epico  «la  Puniche». In quell'epoca bastava dire «olive  picenae»  per  identificare le olive che giungevano a Roma da quella  provincia.  Plinio  le  riteneva  migliori  fra  tutte quelle italiane.  Non  si  puo'  pensare  che  sotto  il  nome di Picenae si confondessero  altre  varieta'  di  olive  da  mensa  perche' precise testimonianze del Columella, nel suo Trattato di agricoltura, mettono in  luce  dieci  varieta'  di  olive  da  tavola  fra  cui la Picena. Successivamente,   si   deve   ai  Monaci  Benedettini  Olivetani  la razionalizzazione  delle  pratiche agronomiche sugli olivi e furono i primi  ad  operare  la  concia  delle  olive  utilizzando il «ranno», liquido alcalino ottenuto dissolvendo una parte di calce viva con 4-5 parti  di  cenere  di  legno  in  acqua.  Inedite  carte  provenienti dall'archivio  dei Monaci Benedettini forniscono notizie anteriori al 1500  sulla  coltivazione,  sulla raccolta e sull'utilizzazione delle olive  da  tavola nell'ascolano. I metodi di preparazione delle olive prevedevano,  da  documenti risalenti a quell'epoca, un trattamento a base  di calce e potassa e successivamente sale per la conservazione. Alcuni  autori  descrivono  la  raccolta  delle  olive  ascolane,  il trattamento delle stesse e la preparazione di quelle che, eliminatone il  nocciolo,  venivano  chiamate  Giudee per essere senz'anima; tali olive  possono essere considerate le attuali progenitrici delle olive ripiene.
 La  D.O.P.  «Oliva  Ascolana  del  Piceno» identifica, quindi, un prodotto  complesso,  frutto  dell'interazione  con l'opera dell'uomo che,  tramandata  nel corso dei millenni, e' assurta alla dignita' di tradizione.  La salvaguardia di questa produzione tipica, a difesa di notevoli  interessi  economici  cosi' come di una identita' culturale fortemente   radicata   sul  territorio,  presuppone  un  sistema  di tracciabilita' che garantisca l'origine certa del prodotto. Pertanto, verranno  controllate  le  fasi  del  processo  produttivo,  mediante l'iscrizione  in  appositi  elenchi  dei  produttori  olivicoli,  con l'identificazione  delle  particelle catastali sulle quali avviene la coltivazione,   dei   trasformatori   e   dei   condizionatori,   con l'ubicazione degli impianti idonei di trasformazione delle olive e di confezionamento,  degli  allevatori  di  carni  bovine,  suine  e  di pollame,  dei  trasformatori  di olive ripiene con l'ubicazione degli impianti  idonei di trasformazione. delle olive. Lo stesso organismo, autorizzato  dal  Ministero  delle  politiche  agricole  e forestali, verifichera'  che  il  prodotto  tutelato  dalla D.O.P. risponda alle prescrizioni del disciplinare.
 4.5   Metodo  di  ottenimento:  il  metodo  di  ottenimento  deve risultare  perfettamente  conforme a quanto indicato nel disciplinare di  produzione  depositato  presso i Servizi U.E. La coltivazione, la lavorazione  ed  il  confezionamento  devono  avvenire  nell'area  di produzione  individuata  al  punto  4.3,  al  fine  di  garantire  la tracciabilita' ed il controllo.
 4.6  Legame: il Piceno e' una regione antica che si estende dalla provincia  di  Ancona  ad Atri in Abruzzo. Nel sistema amministrativo attuale  l'area  e'  interna  a  due  diverse  regioni,  le  Marche e l'Abruzzo,  nello  specifico  una  parte dei comuni delle province di Ascoli  Piceno  e  Teramo.  Il  centro storico di riferimento, da cui parte  la  tradizione  e  la  coltura,  e' costituito dalla citta' di Ascoli  Piceno  con  il  suo  territorio.  L'area  di  produzione  si caratterizza  per  la presenza ad ovest dell'Appennino, la catena dei Monti  Sibillini, che degrada ad est, fino al litorale adriatico, con un'orografia  particolarmente  collinare.  Il  clima  e' condizionato dalla  morfologia della zona e dalla lunghezza della costa che riceve i   venti   caldo-umidi   sciroccali.   Le  precipitazioni  aumentano progressivamente   dalla  costa  alle  zone  collinari  piu'  interne seguendo  un  andamento  pluviometrico  irregolare  caratterizzato da precipitazioni  concentrate  nel  periodo  autunnale  e  fine inverno inizio primavera. L'influsso del mare caratterizza la climatologia di tutta  l'area  interessata  alla  coltivazione dell'oliva ascolana da mensa che predilige una pluviometria media annua che non scende al di sotto  dei  900  mm  ed  un  ambiente pedologico caratterizzato dalla presenza di calcio. La combinazione dei fattori produttivi, nell'area limitata e ristretta a cui si fa riferimento, riesce ad esprimersi al meglio,  offrendo  al  prodotto  le note caratteristiche di tenerezza della  polpa, i profumi e gli aromi caratteristici che rendono questa produzione  unica  nel  suo genere. Il nucleo di diffusione originale della  coltura  e'  costituito  dal  territorio  del comune di Ascoli Piceno  e dai territori limitrofi dove la coltivazione della varieta' Ascolana  costituisce  ancora un fatto culturale oltre che economico. Tale  varieta' si caraterizza per essere pianta vigorosa, di notevole statura  con una chioma molto densa di foglie, con una drupa di forma ellissoidale  avente un peso medio che si aggira sugli 8 grammi ed un nocciolo  meno  di  1  grammo,  circa  1/9  in  peso  della drupa. Le caratteristiche    qualitative   dell'oliva   ascolana   sono   state riconosciute  ed  apprezzate  da  diversi personaggi storici, da Papa Sisto  V  che  la  introdusse  nelle  mense  vaticane sino a Rossini, Garibaldi e Puccini. Alcune ricerche bibliografiche fanno risalire al secolo  scorso  la  nascita  della tradizione legata alla farcitura e alla  frittura  delle olive da tavola secondo metodo e ricette ancora in  uso.  La  tradizione  popolare  ritiene  che l'origine dell'oliva farcita  e  fritta  sia  stata  un'esigenza  di  recupero delle carni assortite  dei  banchetti e dei pranzi che si tenevano nelle famiglie abbienti.  La ricetta originaria della farcitura si puo' far risalire ad un periodo intorno alla costituzione del Regno d'Italia (1859/61). L'Oliva  Ascolana del Piceno e' una realta' produttiva che dispone di bagaglio  di qualita' e notorieta' naturale proprio conferitole dalla sua storia millenaria e da una affermata consolidata tradizione.
 4.7 Struttura di controllo: nome: ASSAM - Agenzia servizi settore agroalimentare delle Marche, indirizzo: via Alpi, 21 - 60100 Ancona.
 4.8  Etichettatura:  la denominazione «Oliva Ascolana del Piceno» in  salamoia  o  ripiena  va  confezionata  in  appositi recipienti o involucri  conformi  alle  disposizioni  vigenti in materia di igiene alimentare.  L'aggiunta di qualsiasi qualificazione non espressamente prevista  dal disciplinare di produzione e' vietata. La denominazione deve  figurare  in  etichetta  con  caratteri chiari, indelebili e di dimensioni  almeno doppie rispetto alle indicazioni di ditta, ragione sociale   ed   altre.  Dovra'  figurare,  inoltre,  la  dicitura  «in salamoia»,  «in  salamoia  al  naturale»  o  «  ripiena»  secondo  la tipologia di prodotto cui si riferisce ed il simbolo grafico relativo all'immagine   da  utilizzare  in  abbinamento  inscindibile  con  la denominazione di origine protetta.
 Il logotipo si presenta come un cubo in prospettiva piatta, visto dal  basso.  Visualizza  3  facce  in  dimensioni  diverse. In quella frontale,  quadrato  perfetto,  sono  realizzate  2  foglie  di olivo stilizzate costruite esternamente da un cerchio inscritto al quadrato e  internamente  delimitate  dall'ovale  che  a sua volta rappresenta un'oliva  tagliata orizzontalmente da tre linee ondulate che separano l'oliva stessa in quattro parti; l'asse centrale dell'oliva (ovale) e la costruzione delle foglie rispetto alla base hanno una inclinazione verso destra di 30°, l'oliva e le foglie sono unite da un rametto che si  tronca  nello spigolo del quadrato basso a sinistra. Nella faccia sotto  a  quella centrale, di medio sviluppo, e' riportata l'immagine grafica  di un castello con prospettiva scolpita su trama travertino, con  inclinazione  d'asse rispetto alla faccia frontale di 30°. Nella terza faccia laterale sinistra, di piccolo sviluppo, con inclinazione d'asse  rispetto  alla  faccia  frontale di 60°, e' riportata solo la trama  travertino.  Colore:  il  logo  e' in bianco e nero, ma potra' essere riprodotto in qualsiasi colore o combinazione di colori.
 4.9 Condizioni nazionali:
 
 DISCIPLINARE  DI  PRODUZIONE  DELLA DENOMINAZIONE DI ORIGINE PROTETTA
 «OLIVA ASCOLANA DEL PICENO»
 
 Art. 1.
 Denominazione
 La  denominazione di origine protetta «Oliva Ascolana del Piceno» e'  riservata  alle  olive,  in salamoia o ripiene, che rispondono ai requisiti  e alle condizioni stabilite dal Regolamento comunitario n. 2081/92 ed indicate nel presente disciplinare di produzione.
 Art. 2.
 Piattaforma varietale
 La  denominazione  d'origine protetta «Oliva Ascolana del Piceno» designa  le  olive,  in  salamoia  o  ripiene,  prodotte  nella  zona delimitata  al  successivo art. 3 del presente disciplinare, ottenute dalla varieta' d'olivo «Ascolana Tenera».
 Art. 3.
 Zona di produzione
 La  zona  di  produzione  della  denominazione d'origine protetta «Oliva  Ascolana  del  Piceno»  comprende  per intero i territori dei seguenti comuni: comuni della provincia di Ascoli Piceno:
 Acquaviva  Picena, Altidona, Appignano del Tronto, Ascoli Piceno, Belmonte  Piceno,  Campofilone, Carassai, Castel di Lama, Castignano, Castorano,  Colli  del  Tronto, Cossignano, Cupramarittima, Falerone, Fermo, Folignano, Francavilla d'Ete, Grottammare, Grottazzolina,   Lapedona,   Magliano  di  Tenda,  Maltignano,  Massa Fermana,  Massignano,  Monsampietro  Morico,  Monsampolo  del Tronto, Montalto   delle   Marche,   Montappone,   Monte  Rinaldo,  Monte  S. Pietrangeli,  Monte Urano, Monte Vidon Combatte, Monte Vidon Corrado, Montedinove,   Montefiore   dell'Aso,   Montegiberto,   Montegiorgio, Montegranaro,   Monteleone   di   Fermo,  Montelparo,  Monteprandone, Monterubbiano,   Montottone,   Moresco,  Offida,  Ortezzano,  Pedaso, Petritoli,  Ponzano  di  Fermo,  Porto  S. Giorgio, Porto S. Elpidio, Rapagnano,   Ripatransone,   Rotella,   Servigliano,  Spinetoli,  San Benedetto  del  Tronto,  S.  Elpidio a Mare, S. Vittoria in Matenano, Torre S. Patrizio, Venarotta; comuni della provincia di Teramo:
 Martinsicuro,     Colonnella,    Alba    Adriatica,    Corropoli, Controguerra, Ancarano, Nereto, Torano Nuovo, S. Egidio alla Vibrata, Civitella  del  Tronto,  S. Omero, Tortoreto, Giulianova, Mosciano S. Angelo,  Bellante, Campli, Valle Castellana, Torricella Sicura, Rocca S.  Maria,  Teramo,  Castellalto,  Canzano,  Notaresco,  Morro d'Oro, Roseto degli Abruzzi, Cortino, Montorio al Vomano.
 Art. 4.
 Tecniche colturali
 Il  territorio  su  cui insiste la produzione della denominazione d'origine  protetta  «Oliva  Ascolana  del  Piceno»  ha  le  seguenti caratteristiche pedo-climatiche:
 terreni    di    natura    variabile   dal   calcareo-argilloso all'arenaceo, con pH mediamente sub-alcalini;
 altitudine  delle  aree  di  produzione variabile dai 20 ai 500 m.s.l.m.
 Le tecniche colturali adottate sono le seguenti:
 gli  impianti  hanno sesti posizionati in modo tale da favorire una buona areazione ed illuminazione per permettere l'allegagione;
 la  densita'  di  impianto  non  deve superare le 300 piante/ha (sesto  di  impianto  6\times 6). Negli impianti deve essere presente almeno   il   60%  di  ascolana  tenera  ed  un  max  40%  di  piante impollinatrici;
 le forme di allevamento da utilizzare sono quelle libere (vaso, globo, monocono ecc..);
 l'irrigazione  e'  consentita,  ma  va  interrotta almeno venti giorni prima della raccolta;
 la raccolta va effettuata tra il 10 settembre ed il 20 ottobre;
 la   produzione   unitaria   massima   di  olive  per  impianti specializzati  e' di 7ton/ha, per piante in coltura promiscua e' pari a 50 kg/pianta.
 Art. 5.
 Elementi storici
 Il   nucleo  originario  di  diffusione  della  coltivazione,  va ricondotto  ai  comuni di Ascoli Piceno, Folignano, Venarotta, Castel di  Lama,  in  provincia  di  Ascoli Piceno e S. Egidio alla Vibrata, Civitella del Tronto in provincia di Teramo.
 Le  olive  da  tavola  provenienti  da  questi  territori,  erano conosciute  dai  classici  latini,  come  «Ulivae  Picenae». Notevole l'incidenza  della tecnica di trasformazione adottata nei comprensori di  storica  diffusione,  sui  caratteri  del  prodotto  originario e relativa  all'uso  di un carbonato alcalino per estrarre dalle olive, insieme  al grasso, le sostanze amare. I Monaci Benedettini Olivetani del  Piceno,  furono  i  primi  ad  operare la concia delle olive e a testimoniare il carattere di un'industria locale basata proprio sulla preparazione delle olive da tavola.
 Le prime notizie circa la farcitura dell'oliva ascolana risalgono ai  1600  periodo  in  cui  queste  una  volta denocciolate, venivano riempite  di  erbe  (olive  giudee).  La  ricetta  attuale invece, ha origine  nel XIX sec. con farcitura a prevalente base di carni, quale specialita' in uso in famiglie agiate.
 Art. 6.
 Metodo di ottenimento Oliva in salamoia
 a) Caratteristiche del frutto.
 Il  frutto  fresco  ammesso alla lavorazione per la produzione di oliva ascolana tenera deve presentare i seguenti caratteri:
 frutto sano;
 lesioni  o  ammaccature  nei  limiti previsti dalla norma CODEX ALIMENTARIUS  STAN  66-1981  e per ciascuna categoria commerciale, di seguito  indicata,  la somma delle tolleranze non sara' superiore, in nessun caso, a: extra il 7%; prima il 12%; seconda o standard il 17%;
 rapporto polpa nocciolo in peso non inferiore a 4;
 polpa di facile distacco dal nocciolo;
 colore  verde  paglierino,  proprio,  caratteristico del frutto maturo.
 b) Lavorazione.
 Il  trattamento  di deamarizzazione deve iniziare non oltre le 48 ore dalla raccolta delle olive. La lavorazione ed il confezionamento, devono avvenire nell'area di produzione indicata all'art. 3, seguendo le  riconosciute  e  sperimentate tecniche di trasformazione connesse allo   stato  di  maturazione  della  varieta'  ed  alla  temperatura dell'ambiente. La lavorazione comprende le seguenti fasi:
 1. deamarizzazione  delle  olive  con  immersione in soluzione di idrato  sodico  (NaOH) la cui concentrazione puo' variare dall'1.5 al 3%;  la  durata  del  processo  e'  compresa tra un minimo di 8 ed un massimo di 12 ore;
 2. lavaggi per la riduzione dell'alcale residuo;
 3.    fermentazione   e   conservazione,   in   salamonia,   alla concetrazione compresa tra l'8 e il 10% di cloruro di sodio (NaCl).
 E' ammessa la deamarizzazione delle olive definita «al Naturale», ponendole  direttamente  in salamoia alla concentrazione compresa tra l'8 e il 10% di cloruro di sodio, la durata del processo, legata allo stato  di maturazione della varieta', richiede tempi di fermentazione stoccaggio non inferiori ai 10 mesi.
 c) Caratteristiche della salamoia.
 I   caratteri  della  salamoia  di  conservazione  devono  essere contenuti  nei  limiti  previsti  dalla norma CODEX ALIMENTARIUS STAN 66-1981. Oliva ripiena.
 La  denominazione  «Oliva  Ascolana  del  Piceno»  ripiena  viene prodotta secondo le modalita' tipiche e tradizionali sotto riportate: a) Caratteristiche degli ingredienti.
 Carni  fresche:  carni di bovino maturo provenienti dalla zona di cui  all'art.  3,  minimo  40%  -  massimo  70%;  carni  suine mature provenienti dalla zona di cui all'art. 3 minimo 30% - massimo 50%; e' tollerata  l'aggiunta di carni di pollo provenienti dalla zona di cui all'art. 3 e/o tacchino fino ad un massimo del 10%.
 Ingredienti  aggiuntivi:  uova (da 2 a 4, secondo necessita', per kg  di  impasto);  formaggio  stagionato  grattugiato  per  aroma  ed amalgama,  minimo  gr  100  per  kg di impasto; olio extravergine e/o strutto  quanto basta per la cottura delle carni, e' consentito l'uso del  burro  nella  cottura delle carni purche' indicato in etichetta; vino  bianco  secco;  cipolla, carota, costa di sedano, noce moscata, sale, quanto basta per l'insaporimento delle carni in cottura.
 Ingredienti   facoltativi:   e'  ammesso  l'utilizzo  di  piccole quantita'  di  salsa  di  pomodoro  per  l'insaporimento delle carni; chiodi di garofano; pepe; buccia di limone grattugiata ed altri aromi di minore entita'.
 Ingredienti  per la panatura: uova, farina di grano, pangrattato, in  quantita'  sufficienti per la formazione di una leggera copertura dell'oliva ripiena.
 Il  prodotto finito deve contenere almeno il 40% in peso di oliva denocciolata.
 b) Lavorazione.
 Le  carni  sopraccitate,  tagliate in pezzi, vengono rosolate con cipolla,  carota  e sedano, in olio extravergine di oliva e/o strutto (e' consentito l'uso del burro) e portate a cottura a fuoco lento con aggiunta  di  vino bianco secco e sale. A cottura ultimata la carne e gli  ingredienti aggiuntivi vengono triturati. L'impasto viene legato con uovo, formaggio grattugiato e aggiunta di noce moscata.
 Le   olive  preventivamente  denocciolate  vengono  riempite  con l'impasto  cosi'  ottenuto.  Le  olive  ripiene vengono passate nella farina,  nell'uovo  battuto  ed  infine  nel pangrattato. Il prodotto finale e' destinato alla frittura.
 Art. 7.
 Caratteristiche al consumo
 Il  prodotto  finito deve avere le seguenti caratteristiche, fino alla data di scadenza indicata:
 a) oliva in salamoia
 caratteristiche organolettiche;
 visive: colore uniforme dal verde al giallo paglierino;
 olfattive: odore caratteristico di fermentato;
 gustative:   sapore   lievemente  acido;  leggero  retrogusto amarognolo; fragranza e croccantezza in bocca;
 caratteristiche  microbiologiche:  conformi alle disposizioni vigenti in materia di igiene alimentare;
 caratteristiche  fisiche:  polpa  piena,  fine, compatta, non raggrinzita, non granulosa.
 b) oliva ripiena
 caratteristiche organolettiche;
 visive:  forma  leggermente allungata (ellittica) irregolare; presenza  di aree verdi percettibili; alla rottura la panatura rimane aderente all'oliva, con impasto che si presenta compatto;
 olfattive:  percezioni olfattive di media intensita' con note fruttate di oliva verde e spezie;
 gustative:  il  prodotto  risulta  croccante, per la presenza della   varieta'  oliva  ascolana  tenera,  di  sapore  delicato  con retrogusto amaro da intenso a mediamente intenso;
 caratteristiche  microbiologiche:  conformi alle disposizioni vigenti in materia di igiene alimentare;
 caratteristiche fisiche: 1 kg di olive ripiene deve contenere da un minimo di 65 a un massimo di 95 unita'.
 Art. 8.
 Conservazione
 Alle  olive  in  salamoia  possono  essere aggiunti: acidificanti naturali;  parti  di  pianta  come aromatizzanti, infusi di finocchio selvatico,  privi  di residui cellulosici ottenuti utilizzando piante spontanee  o  piante  provenienti da coltivazioni ricadenti nell'area indicata  all'art. 3; e' vietata l'aggiunta di coloranti, conservanti ed   acidificanti   ad  eccezione  dell'acido  L-ascorbico  (E300)  e dell'acido citrico (E330).
 Le  olive  in  salamoia ripiene fresche o parzialmente cotte sono conservate   nel   rispetto   delle   condizioni  igienico-sanitarie, rispondenti  alle vigenti normative in materia alimentare, assicurate dalle tecnologie di produzione e condizionamento adottate. In caso di conservazioni   per   periodi   lunghi   debbono   essere   surgelate immediatamente dopo la produzione, secondo le norme di legge vigenti.
 Art. 9.
 Adempimenti
 Al  fine di garantire la rintracciabilita' della denominazione di origine,  i  singoli  componenti  la filiera produttiva devono essere identificati  attraverso  la  loro  iscrizione  nei seguenti appositi elenchi:
 a) dei  produttori  olivicoli  con  l'identificazione catastale degli oliveti idonei;
 b) dei  trasformatori con l'ubicazione degli impianti idonei di trasformazione delle olive;
 c) degli  allevatori  di  carni  bovine, suine e di pollame con l'indicazione del numero dei capi allevati;
 d) dei  trasformatori  di  olive ripiene con l'ubicazione degli impianti idonei di trasformazione delle olive;
 e) dei  condizionatori,  con l'ubicazione degli impianti idonei al  confezionamento delle olive. Questi elenchi sono attivati, tenuti ed aggiornati dall'Organismo di controllo.
 Art. 10.
 Designazione e presentazione
 Il  nome  della denominazione di origine protetta «Oliva Ascolana del   Piceno»  deve  figurare  in  etichetta  con  caratteri  chiari, indelebili e di dimensioni almeno doppie rispetto alle indicazioni di ditta,  ragione  sociale  ed  altre,  in  modo  da  poter  essere ben distinguibile.  Sull'etichetta  dovra', inoltre, figurare la dicitura «in  salamoia»,  «in  salamoia  al  naturale»  o «ripiena» secondo la tipologia di prodotto cui si riferisce.
 La  denominazione  «Oliva Ascolana del Piceno» e' contraddistinta dal logo che segue:
 
 ----> Vedere Logo a pag. 70 della G.U. <----
 
 Descrizione:  l'immagine  del logo «Oliva Ascolana del Piceno» si presenta  come  un  cubo  in  prospettiva  piatta,  visto  dal basso. Visualizza  n.  3  facce  in  dimensioni diverse. In quella frontale, quadrato perfetto, vi sono realizzate n. 2 foglie di olivo stilizzate costruite   esternamente  da  un  cerchio  inscritto  al  quadrato  e internamente  delimitate  dall'ovale  che  a  sua  volta  rappresenta un'oliva  tagliata orizzontalmente da tre linee ondulate che separano l'oliva stessa in quattro parti; l'asse centrale dell'oliva (ovale) e la costruzione delle foglie rispetto alla base hanno una inclinazione verso destra di 30°, l'oliva e le foglie sono unite da un rametto che si  tronca  nello spigolo del quadrato basso a sinistra. Nella faccia sotto   a  quella  centrale,  di  medio  sviluppo,  vi  e'  riportata l'immagine  grafica  di un castello con prospettiva scolpita su trama travertino,  con inclinazione d'asse rispetto alla faccia frontale di 30°.  Nella  terza faccia laterale sinistra, di piccolo sviluppo, con inclinazione  d'asse  rispetto  alla  faccia  frontale  di 60°, vi e' riportata solo la trama travertino.
 Colore:  il logo e' in bianco e nero, ma potra' essere riprodotto in qualsiasi colore o combinazione di colori.
 La  denominazione  «Oliva  Ascolana  del  Piceno»  in  salamoia o ripiena  va  confezionata  con  recipienti  o involucri conformi alle disposizioni vigenti in materia di igiene alimentare.
 L'aggiunta  di qualsiasi qualificazione alla denominazione di cui all'art.  1,  non espressamente prevista dal presente disciplinare e' vietata.  Tale  divieto  e' esteso anche ad aggettivi quali: eccelsa, fine, superiore, selezionato, genuino, tradizionale, etc...
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