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| Gazzetta n. 46 del 24 febbraio 2006 (vai al sommario) |  | MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE E FORESTALI |  | DECRETO 14 febbraio 2006 |  | Protezione   transitoria   accordata   a   livello   nazionale   alla denominazione  «Carota  Novella  di  Ispica»,  per  la quale e' stata inviata  istanza  alla  Commissione europea per la registrazione come indicazione geografica protetta. |  | 
 |  |  |  | IL DIRETTORE GENERALE per la qualita' dei prodotti agroalimentari
 
 Visto   il  decreto  legislativo  30 marzo  2001,  n.  165,  ed  in particolare l'art. 16, lettera d);
 Visto  il regolamento (CEE) n. 2081/92, del Consiglio del 14 luglio 1992,  relativo alla protezione delle indicazioni geografiche e delle denominazioni di origine dei prodotti agricoli ed alimentari;
 Visto il regolamento (CE) n. 535/97 del Consiglio del 17 marzo 1997 che  modifica  il  regolamento  (CEE) n. 2081/92 sopra indicato ed in particolare  l'art.  1,  paragrafo  2,  nella parte in cui integrando l'art.  5  del  predetto  regolamento,  consente allo Stato membro di accordare, a titolo transitorio, protezione a livello nazionale della denominazione  trasmessa  per  la  registrazione  e,  se del caso, un periodo di adeguamento, anche esso a livello transitorio;
 Vista  la  domanda  presentata dall'Associazione per la tutela e la valorizzazione  della  Carota  novella di Ispica, con sede in Ragusa, Viale  dei Platani n. 34/b, intesa ad ottenere la registrazione della denominazione  «Carota  Novella  di Ispica», ai sensi dell'art. 5 del citato regolamento n. 2081/92;
 Vista la nota protocollo n. 60692 del 25 gennaio 2006, con la quale il  Ministero  delle  politiche agricole e forestali ritenendo che la predetta  domanda  soddisfi  i  requisiti  indicati  dal  regolamento comunitario,  ha  trasmesso  all'organismo  comunitario competente la predetta  domanda  di  registrazione,  unitamente alla documentazione pervenuta a sostegno della stessa;
 Vista  l'istanza  con  la  quale  l'Associazione per la tutela e la valorizzazione   della  Carota  novella  di  Ispica,  ha  chiesto  la protezione  a  titolo  transitorio della stessa, ai sensi dell'art. 5 del  predetto regolamento (CEE) n. 2081/92 come integrato all'art. 1, paragrafo   2  del  regolamento  (CE)  n.  535/97  sopra  richiamato, espressamente  esonerando  lo Stato italiano, e per esso il Ministero delle  politiche  agricole e forestali, da qualunque responsabilita', presente  e  futura,  conseguente  all'eventuale mancato accoglimento della citata istanza della indicazione geografica protetta, ricadendo la   stessa   esclusivamente   sui  soggetti  interessati  che  della protezione a titolo provvisorio faranno uso;
 Considerato  che  la  protezione  di  cui sopra ha efficacia solo a livello  nazionale,  ai  sensi  dell'art.  1,  paragrafo 2 del citato regolamento (CE) n. 535/97 del Consiglio del 17 marzo 1997;
 Ritenuto  di  dover  assicurare certezza alle situazioni giuridiche degli   interessati  all'utilizzazione  della  denominazione  «Carota Novella  di  Ispica»,  in  attesa  che l'organismo comunitario decida sulla   domanda   di   riconoscimento  della  indicazione  geografica protetta;
 Ritenuto  di  dover emanare un provvedimento nella forma di decreto che,  in accoglimento della domanda avanzata dall'Associazione per la tutela  e  la valorizzazione della Carota Novella di Ispica, assicuri la  protezione  a  titolo  transitorio  e  a  livello nazionale della denominazione  «Carota Novella di Ispica», secondo il disciplinare di produzione  trasmesso  con la citata nota all'organismo comunitario e allegato al presente decreto;
 Decreta:
 Art. 1.
 E'   accordata   la  protezione  a  titolo  transitorio  a  livello nazionale, ai sensi dell'art. 5, paragrafo 5 del regolamento (CEE) n. 2081/92 del Consiglio del 14 luglio 1992, come integrato dall'art. 1, paragrafo  2  del regolamento CE n. 535/97 del Consiglio del 17 marzo 1997, alla denominazione «Carota Novella di Ispica».
 |  |  |  | Art. 2. La  denominazione  «Carota  Novella  di  Ispica»  e'  riservata  al prodotto  ottenuto  in  conformita'  al  disciplinare  di  produzione trasmesso  all'organismo comunitario con nota n. 60692 del 25 gennaio 2006 e allegato al presente decreto.
 |  |  |  | Art. 3. La  responsabilita',  presente e futura, conseguente alla eventuale mancata registrazione comunitaria della denominazione «Carota Novella di  Ispica», come indicazione geografica protetta ricade sui soggetti che  si  avvalgono  della  protezione  a  titolo  transitorio  di cui all'art. 1.
 |  |  |  | Art. 4. La  protezione transitoria di cui all'art. 1 cessera' di esistere a decorrere  dalla  data  in  cui  sara'  adottata  una decisione sulla domanda stessa da parte dell'organismo comunitario.
 Il  presente  decreto  e' pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana.
 Roma, 14 febbraio 2006
 Il direttore generale: La Torre
 |  |  |  | DISCIPLINARE DI PRODUZIONE DELLA INDICAZIONE GEOGRAFICA PROTETTA «CAROTA NOVELLA DI ISPICA»
 
 Art. 1.
 Denominazione
 L'indicazione  geografica  protetta «Carota Novella di Ispica» e' riservata  esclusivamente  alle carote che rispondono alle condizioni ed ai requisiti stabiliti dal presente disciplinare di produzione.
 Art. 2.
 Descrizione e caratteristiche al consumo
 La  «Carota Novella di Ispica» ad indicazione geografica protetta e'  il  prodotto  della  coltivazione  della  specie Daucus carota L. Subspecie  Sativus  Arcangeli,  le  varieta'  utilizzate derivano dal gruppo  di  varieta'  carota rossa semilunga nantese e all'atto della sua immissione al consumo presenta i seguenti parametri qualitativi:
 1) Morfologici:
 forma cilindrica-conica;
 assenza di radichette secondarie e radice apicale;
 aspetto lucido dell'epidermide;
 uniformita' di colore;
 assenza di fessurazioni del fittone;
 calibro minimo: diametro 15 mm - peso 50 g;
 calibro massimo: diametro 40 mm - peso 150 g.
 2) Fisici:
 polpa tenera, consistente e croccante;
 cuore poco fibroso.
 3) Chimici-nutrizionali:
 contenuto in glucidi elevato: > 5% del peso fresco;
 contenuto  in  beta-carotene, in considerazione dell'epoca di produzione: > 4 mg/100 g di prodotto fresco.
 4) Organolettici:
 colore arancione, intenso e uniforme (nel cilindro centrale e corticale);
 profumo intenso tipico;
 aroma forte con note di erbaceo e fruttato;
 consistenza tenera croccante.
 Puo'  ottenere  il  riconoscimento  solo  la  «carota  novella di Ispica»  appartenente  alle  categorie  commerciali  extra e 1ª cosi' distinte: a) Categoria extra
 Le carote di questa categoria devono essere di qualita' superiore e obbligatoriamente lavate.
 Le radici devono essere:
 intere;
 lisce;
 di aspetto fresco;
 di forma regolare;
 non spaccate;
 senza ammaccature e screpolature;
 esenti da danni provocati da gelo.
 Esse non devono presentare la colorazione verde o rosso violacea. b) Categoria 1ª
 Le carote di questa categoria devono essere di buona qualita'.
 Le radici devono essere:
 intere;
 di aspetto fresco.
 Art. 3.
 Zona di produzione
 La   zona  di  produzione  dell'Indicazione  geografica  protetta (I.G.P.)  «Carota  Novella  di Ispica» comprende i seguenti territori della:
 provincia  di  Ragusa,  comuni  di Acate, Chiaramonte Gulfi (in parte),  Comiso  (in  parte),  Ispica,  Modica  (in parte), Pozzallo, Ragusa  (in  parte),  Santa  Croce  Camerina  (in  parte), Scicli (in parte), Vittoria;
 provincia  di  Siracusa,  comuni  di  Noto (in parte), Pachino, Portopalo di Capo Passero, Rosolini;
 provincia di Catania, comune di Caltagirone (in parte);
 provincia di Caltanissetta, comune di Niscemi (in parte).
 La   zona   di   produzione  delimitata  ha  inizio  sulla  costa sud-occidentale   presso  la  foce  del  torrente  Acate  e  prosegue risalendo  il  torrente,  che  prende  il  nome  di Ficuzza, lungo il confine  geografico  tra  le  province  di Ragusa e Caltanissetta. In contrada   Baudarello   continua  sul  confine  tra  le  province  di Caltanissetta e Catania.
 Giunti  a  casa  Iacona  in  contrada  Terrana, lascia il confine percorrendo  una  stradella che, costeggiando buona parte del vallone Terrana, passa nei pressi della torre di Terrana, delle case capreria Cocuzza,  del  mulino  Terrana, del Palazzetto e delle case di Cristo incrociando  in  fine il confine tra le province di Catania e Ragusa. Prosegue  poi  percorrendo  tale  confine  fino  all'incrocio  con la statale n. 514 RG-CT e lungo detta statale continua per circa km 8 in direzione Ragusa fino in c/da Favarotta.
 Da  qui prosegue lungo la strada provinciale n. 77, attraversando le contrade Ganzeria e Cifali dove presso le case Pizzarelle continua lungo  una  stradella  vicinale,  passando presso le case Muliesina e case  Don  Pietro  per giungere alle case Canicarao. Da qui' lungo la strada vicinale giunge in contrada Pupi di Canicarao presso l'abitato di  Comiso che viene escluso aggirandolo in direzione nord-ovest fino a  incontrare  la  strada  provinciale  n. 20 Comiso-S.Croce Camerina percorrendola   in   direzione  S. Croce  fino  all'incrocio  con  la ferrovia.  Prosegue  poi  lungo  quest'ultima  fino alle case Paolina scendendo per un tratto di circa 1 km, sulla strada provinciale n. 13 fino  in  contrada  Passolato,  dove  si  prosegue lungo la linea che separa  la  zona  pianeggiante  da  quella  collinare per arrivare in contrada  Mistretta al km 1 della strada provinciale n. 21. Da qui in linea diretta si prosegue giungendo al km 19 della strada provinciale n.  60, Ragusa - S. Croce Camerina, in contrada Malavita. Tale strada si  percorre  fino  a  raggiungere l'abitato di S. Croce Camerina che viene aggirato percorrendo la tangenziale sud-est, immettendosi cosi' sulla strada provinciale n. 36 S. Croce Camerina-Marina di Ragusa che si percorre fino all'abitato di Marina di Ragusa.
 Escludendo il centro abitato si percorre la strada provinciale n. 89  Marina  di Ragusa-Donnalucata fino a incrociare il fiume Irminio, lungo  il quale si risale fino in contrada Scarfaletto per proseguire lungo  una  strada  vicinale,  fino alle case Roccasalva sulla strada provinciale  n.  38,  che  si percorre giungendo in contrada Fondo di Marta.  Da  detta  contrada si percorre, in direzione sud, il confine naturale  sul  ciglio  superiore  del  versante  destro  del torrente Modica-Scicli   che,  da  contrada  Bommacchiella,  dopo  circa  km 4 incrocia  la  strada  provinciale  n.  39 in contrada Porta di Ferro. Proseguendo  lungo  la  cava  di Pizzilucca si arriva alle case Timpa Rossa  dalle  quali  si  prosegue  per  una  strada  vicinale  fino a incrociare   la   strada   provinciale  n.  56  Scicli-Cava  D'alica. Proseguendo  su  questa passata da Villa S. Marco ci si immette lungo la  cava  S. Bartolomeo  che  si percorre fino a incrociare la strada statale  n.  194  Modica-Pozzallo.  Da qui percorrendo porzioni delle strada  provinciale  n. 41, 43 e 96 si arriva sulla strada statale n. 115 al km 344,500 presso la bettola del Capitano.
 Da  qui si prosegue per la strada provinciale n. 32 che passa per la  Cava  d'Ispica  e prosegue per contrada Favarottella e ancora per case Poidomani da dove si prosegue percorrendo una stradella vicinale che  porta sul fiume Tellaro passando per case Terrenazzo. Passato il fiume  in  contrada  Tatatauso  si  percorre la strada che porta alla strada  statale  n.  115  dove  prosegue  in  direzione  di  Noto. In prossimita'  di  Noto  prosegue  sulla  strada che incrocia la strada statale n. 115 e che da Noto porta fino a Calabernardo.
 Art. 4.
 Origine del prodotto
 Ogni  fase  del processo produttivo viene monitorata documentando per  ognuna  gli  input  e  gli  output.  In questo modo e attraverso l'iscrizione   in   appositi   elenchi  gestiti  dalla  struttura  di controllo, delle particelle catastali su cui avviene la coltivazione, dei   produttori,   dei   condizionatori,   nonche'   attraverso   la dichiarazione tempestiva entro il mese di dicembre, alla struttura di controllo,  delle  quantita' prodotte, e' garantita la tracciabilita' del prodotto.
 Ogni   produttore  deve  possedere  degli  appositi  quaderni  di campagna  dove registrare tutte le operazioni colturali (lavorazioni, trattamenti  di  fertilizzazione,  fitosanitari,  etc.), negli stessi verra'  annotato  un  codice per ogni lotto seminato, che seguira' la partita   in   tutte  le  fasi  successive  (coltivazione,  raccolta, trasporto   in  magazzino,  lavorazione  e  commercializzazione)  per garantire   in  qualsiasi  momento  la  tracciabilita'  e  la  totale trasparenza a tutela del consumatore.
 Tutte  le  persone,  fisiche  o giuridiche, iscritte nei relativi elenchi,  sono  assoggettate al controllo da parte della struttura di controllo,  secondo  quanto disposto dal disciplinare di produzione e dal relativo piano di controllo.
 Art. 5.
 Tecniche di produzione
 5.1. Lavorazioni preparatorie.
 Le  lavorazioni  preparatorie principali consistono nell'eseguire un'aratura  profonda  40-50  cm  almeno  un  mese prima della semina. Successivamente    si   eseguiranno   le   lavorazioni   preparatorie complementari  volte ad ottenere un amminutamento e affinamento dello strato  arato,  mediante  strumenti discissori e una o piu' fresature per interrare la concimazione di base. Ultima lavorazione prima della semina  sara'  effettuata  con  l'aiolatrice  per la formazione delle prode rialzate in cui vengono seminate le carote.
 5.2. Tecniche di avvicendamento.
 La  rotazione  colturale  deve  essere  effettuata  allo scopo di ridurre  le  problematiche  fitosanitarie  e  di  evitare fenomeni di stanchezza  del  terreno.  A  tal  fine  dovra'  essere  attuata  una rotazione triennale e, pertanto, la coltivazione di carota non potra' ritornare  sullo  stesso  appezzamento  prima che siano trascorse due annate  agrarie. E' ammessa la coltivazione sullo stesso appezzamento per  due  annate successive solo nei terreni in cui non sia stata mai coltivata  la  carota  (ad  esempio  terreni  in  cui  vi e' stato un espianto di colture arboree).
 La   rotazione  non  e'  di  tipo  «chiuso»,  nel  senso  che  la coltivazione  di  carota puo' essere avvicendata con ortaggi da pieno campo, cereali e leguminose con schemi di rotazione «aperta», secondo le programmazioni colturali aziendali.
 E' da escludere ogni forma di consociazione.
 5.3. Semina.
 La  semina  e'  eseguita in autunno e effettuata con l'ausilio di seminatrici   pneumatiche   di  precisione  a  sesto  prestabilito  e successiva  rullatura  con  interramento  medio  del  seme  a  cm  1. L'investimento  colturale  varia da 1.500.000 a 2.000.000 di semi per ettaro di superficie a seconda del sistema colturale adottato.
 5.4. Fertilizzazione.
 La   fertilizzazione   viene  effettuata  con  un  intervento  in pre-semina   (concimazione   di   base)   e  un  paio  di  interventi post-emergenza  (concimazione  di copertura). Le unita' fertilizzanti (U.F.)  distribuite  vengono  calcolate  in  relazione  ai livelli di asportazione  della  coltura  per  una  resa media stimata in 400-500 quintali per ettaro, privilegiando sempre concimi misto-organici onde evitare  accumulo di nitrati nei fittoni. E' ammesso l'uso di concimi a base di meso e micro elementi.
 In ogni caso non possono essere superate le seguenti quantita' di U.F. ad ettaro:
 
 N.               |P2O5             |K2O             |MgO 150              |80               |240             |40
 
 Sono  ammesse  due  o  piu' sarchiature atte ad eliminare le erbe infestanti,  migliorare  la  sofficita'  del  terreno e distribuire i concimi di copertura.
 5.5. Irrigazione.
 Svolgendosi   il   ciclo  vegetativo  della  pianta  nel  periodo autunnale  invernale  primaverile, le irrigazioni verranno effettuate per  aspersione  o irrigazione localizzata, utilizzando 150-300 mc di acqua per ettaro.
 5.6. Difesa fitosanitaria.
 La  difesa  fitosanitaria  viene  basata sui principi della lotta integrata,  attraverso  interventi  agronomici (semine rade, rispetto delle  rotazioni colturali, scelta degli appezzamenti di coltivazione in  funzione  dell'esposizione,  semine  tardive nella seconda decade di ottobre  meno suscettibili agli attacchi di alternaria), biologici (utilizzo  di  Bacillus  per la lotta a lepidotteri nottuidi, oculata scelta delle varieta) e chimici.
 La  lotta  chimica va effettuata solo nei casi in cui il fitofago raggiunge  le soglia di intervento o nei casi in cui si verificano le condizioni ottimali di sviluppo di alcuni patogeni.
 Per   le   malattie   crittogamiche  quali:  Sclerotinia,  Oidio, Rizoctonia,  si  interviene  alla  comparsa  dei  sintomi, mentre per l'Alternaria  il  mezzo  chimico  viene  utilizzato  dopo una attenta valutazione  di alcuni parametri riguardanti le condizioni favorevoli di  sviluppo  del  patogeno  (elevata  umidita', prolungata bagnatura delle  foglie,  temperature  diurne  superiori  ai  10° C e lo stadio fenologico  delle  piante  (elevato vigore, notevole sviluppo epigeo, tenerezza dei tessuti).
 I  danni  da  fitofagi  sulla  «Carota  Novella  di  Ispica» sono normalmente poco rilevanti perche' quasi tutto il ciclo della coltura coincide  con  il  periodo  di  riposo  invernale  degli  insetti  e, pertanto, gli interventi con insetticidi chimici sono molto limitati.
 Tuttavia, in caso di erosioni precoci delle plantule, da parte di lepidotteri  nottuidi  (Agrotis spp.), il trattamento e' giustificato al  raggiungimento  della  soglia di intervento (1-2 larve oppure 1-2 piante erose per metro quadrato). 5.7. Raccolta.
 La  raccolta,  effettuata  giornalmente, sara' eseguita a partire dal 20 febbraio e fino al 15 di giugno.
 Viene   eseguita   con  l'ausilio  di  macchine  raccoglitrici  a operazioni  riunite  atte,  come  tali,  a  svolgere l'intera fase di raccolta in una sola passata in campo. Tali macchine sono, in genere, di tipo trainato o portato posteriormente dalla trattrice, con organi di  lavoro  comandati  dalla  p.d.p.  e  operano su una o due file di lavoro.
 Sono  costituite  da:  un  apparato  defogliatore  o cimatore; un apparato sterratore e caricatore dei fittoni in appositi contenitori.
 L'apparato  estirpatore  consiste  in  un vomerino che solleva il fittone, completo di apparato fogliare. Questo poi viene preso da una coppia  di cinghie gommate che lo sollevano portandolo al dispositivo di  cimatura  del  tipo  a  lama oscillante. Mentre le foglie vengono espulse  verso  la parte posteriore cadendo a terra, i fittoni cadono in  un  sottostante trasportatore trasversale a barrette rivestite di gomma  che  provvedono  ad  una  prima separazione dalla terra. Altri trasportatori  elevatori,  poi completano tale pulizia, provvedendo a riversare  i  fittoni  in  appositi contenitori (bins) che, una volta riempiti, vengono scaricati a terra.
 5.8. Lavorazione del prodotto.
 La  lavorazione  del  prodotto  fresco  raccolto  sara'  eseguita giornalmente  con  le linee di lavorazioni presenti nelle aziende. Le fasi  principali  che caratterizzano il processo di lavorazione delle carote  sono  le  seguenti:  lavaggio, selezione scarti, calibratura, confezionamento. Le strutture di condizionamento e lavorazione devono ricadere nella zona di produzione individuata all'art. 3 del presente disciplinare,  al  fine  di  garantire la qualita', il controllo e la tracciabilita' del prodotto.
 Art. 6.
 Legame con l'ambiente
 Le  favorevoli  condizioni pedo-climatiche caratterizzano l'epoca di produzione della «Carota Novella di Ispica». Infatti, la carota di Ispica  e'  «novella» cioe' raggiunge la maturazione commerciale gia' alla  fine  di febbraio (20 febbraio) e fino agli inizi di giugno (15 giugno).  Si delinea cosi' un prodotto novello, tipico siciliano, che si lega totalmente al territorio di produzione.
 La  «Carota  Novella di Ispica», pertanto, e' una carota presente sul   mercato   nel   periodo   invernale   primaverile   avente   le caratteristiche  organolettiche  tipiche  del  prodotto fresco, quali croccantezza, profumo intenso, aroma erbaceo e fruttato.
 Il  territorio  di produzione della «Carota Novella di Ispica» e' caratterizzato da temperature medie invernali elevate, elevato numero di  ore  di  luce  solare,  terreni  di buona fertilita'. I parametri qualitativi  e  il particolare ciclo produttivo risultano intimamente legati  alle  caratteristiche  fisiche  (pedologiche  e climatiche) e biochimiche   (processi   di  trasformazione  e  utilizzazione  delle sostanze  necessarie alla vita) che interagendo, fanno del territorio ibleo  un  indispensabile  sistema  armonico,  capace  di esaltarli e caratterizzarli.
 La  vocazionalita'  del territorio ne facilita la coltivazione in quanto:  le  ottimali condizioni ambientali e in particolare il clima temperato e asciutto della fascia costiera, consentono alla pianta di mantenere  un'ottima  salubrita'  generale. Nel contempo l'estensione del  comprensorio  consente alle aziende un piu' ampio avvicendamento colturale   con   altre  ortive,  evitando  i  fenomeni  negativi  di stanchezza del terreno. Tutto questo, in generale, permette una netta riduzione degli interventi fitoiatrici.
 Nel  territorio interessato alla produzione della «Carota Novella di  Ispica»  non si verificano ne' eccessivi cali di temperatura, ne' eccessi di piovosita' o di aridita'. E' dimostrato che le temperature che  si  verificano  nel comprensorio sono quelle che favoriscono una colorazione  molto  intensa, anche per effetto non indifferente della luminosita', una conformazione molto regolare e un'ottimizzazione dei contenuti in zuccheri, beta carotene, vitamine e sali minerali. Anche i  terreni rispondono alle esigenze della coltivazione, che predilige il medio impasto tendente allo sciolto, con scheletro non grossolano, con  buona dotazione di elementi nutritivi, con buone caratteristiche di profondita' e freschezza, ma che va bene anche in terreni tendenti al sabbioso purche' sostenuti da adeguate concimazioni e irrigazioni. Questi  di  fatto sono le caratteristiche pedologiche delle superfici su cui si sviluppa la coltivazione della «Carota Novella di Ispica».
 Alla  «Carota  Novella di Ispica» e' attribuibile anche un valore storico  in quanto presente nel territorio sin dagli anni '50, quando i  fratelli  Caia  e la ditta Peviani, che gia' operavano nel settore della  carota  ed  altre  ortive  nella  provincia  di  Siracusa,  si spostarono nei territori di Ispica per iniziare prove di coltivazione in   quell'area   che   risultava   particolarmente   vocata  per  la coltivazione della «Carota Novella di Ispica».
 Intorno a quegli anni alcuni commercianti del Veneto acquistavano tutto  il  prodotto  della  zona  che  presentava  quelle particolari caratteristiche  organolettiche di fragranza e profumo, dovute ad una componente  particolarmente elevata di «antociani» contenuta in esse, esaltate  dalle peculiarita' pedoclimatiche dell'area di coltivazione che  rendevano  e  rendono il prodotto particolarmente apprezzato dal consumatore.
 Nasce  cosi'  in  quegli anni un'intima connessione tra l'area di produzione  e  la  carota  novella.  Il consumatore identifica le sue caratteristiche  con  il  territorio  di origine. I vecchi produttori ricordano  ancora che gli importatori europei dicevano di riconoscere immediatamente  un  carico  di  carota  novella  di Ispica, appena si apriva  il  vagone  che  le  conteneva,  per il profumo particolare e intenso che si sviluppava.
 Nello  stesso  tempo nel territorio, a cominciare da quegli anni, accadeva una rivoluzione socio economica che segnera' il territorio e che ne caratterizzera' il suo sviluppo nel futuro.
 Rimane  ancora  il  ricordo di quel grosso fenomeno sociale della migrazione  bracciantile  che  avveniva  nelle  provincie di Ragusa e Siracusa  nel  periodo  della raccolta della carota novella di Ispica che,   nel   passato  impegnava  notevoli  quantita'  di  manodopera, innescando  un  flusso verso le zone del comprensorio proveniente, in particolare,  dall'area  montana  dove  le  occasioni di lavoro erano limitate.
 Sin  dagli anni '70 l'intima connessione della «Carota Novella di Ispica»  con  il  territorio  del  comprensorio  delimitato  e' stata occasione  di  pubblicazioni  scientifiche,  convegni, tesi di laurea ecc.  con riferimenti a prove e sperimentazioni svolte nel territorio del comprensorio.
 Art. 7.
 Controlli
 Il  controllo  per l'applicazione delle disposizioni del presente disciplinare  e'  svolto  da  una struttura di controllo autorizzata, conformemente  a  quanto stabilito dall'art. 10 del regolamento (CEE) n. 2081/92.
 Art. 8.
 Confezione ed etichettatura
 La  «Carota  Novella di Ispica» IGP e' confezionata in imballaggi sigillati,  in  maniera tale che l'apertura della confezione comporti la rottura del sigillo. Sono ammesse le seguenti confezioni:
 vassoio fino a 2 kg ricoperto da film di protezione;
 sacco  di  peso  compreso  tra  1  e  6  kg,  in  polietilene o polipropilene;
 sacco salva-freschezza di peso compreso tra 6 e 12 kg.
 La  confezione reca obbligatoriamente sulla etichetta a caratteri di  stampa chiari e leggibili, oltre al simbolo grafico comunitario e le  informazioni  corrispondenti  ai  requisiti  di legge le seguenti ulteriori indicazioni:
 logo della denominazione «Carota Novella di Ispica» IGP;
 il   nome,   la   ragione   sociale,  l'indirizzo  dell'azienda produttrice e confezionatrice;
 la categoria commerciale di appartenenza «extra» e «I».
 E'   vietata   l'aggiunta   di   qualsiasi   qualificazione   non espressamente prevista. E' tuttavia ammesso l'utilizzo di indicazioni che facciano riferimento a marchi privati, purche' questi non abbiano significato   laudativo   o  siano  tali  da  trarre  in  inganno  il consumatore.
 Il  logo  della «Carota Novella di Ispica» si compone di un segno grafico (colore arancio) che rappresenta una carota, sormontato da un triangolo  irregolare  (verde) con il vertice rivolto verso il basso. Il  segno  grafico  e'  disposto  a  sinistra  rispetto alla dicitura «Carota  Novella  di Ispica». La «N» maiuscola di «Novella» interseca la sagoma della carota circa a meta' della propria altezza, mentre la dicitura  «di  Ispica»  viene  riportata  sotto  «Novella»,  tutte le lettere  sono  di  colore  verde.  I  caratteri  hanno  le estremita' arrotondate.
 
 ----> Vedere Logo a pag. 50 della G.U. <----
 
 colori pantone di riferimento sono:
 pantone  348  C (verde) stampa in quadricromia: C=100; M=0; Y=79; K=27;
 pantone  144c (arancio) stampa in quadricromia: C=0; M=47; Y=100; K=0.
 Art. 9.
 Prodotti trasformati
 I  prodotti  per  la  cui  preparazione  e' utilizzato la «Carota Novella di Ispica» I.G.P. anche a seguito di processi di elaborazione e  di trasformazione, possono essere immessi al consumo in confezioni recanti  il  riferimento  alla  detta Indicazione geografica protetta senza l'apposizione del logo comunitario, a condizione che:
 il prodotto a Indicazione geografica protetta, certificato come tale,   costituisca   il   componente   esclusivo   della   categoria merceologica;
 gli utilizzatori del prodotto a Indicazione geografica protetta siano   autorizzati   dai   titolari   del   diritto   di  proprieta' intellettuale  conferito  dalla registrazione della I.G.P. riuniti in Consorzio  incaricato  alla  tutela  dal  Ministero  delle  politiche agricole  e  forestali.  Lo  stesso  consorzio incaricato provvedera' anche  ad  iscriverli in appositi registri ed a vigilare sul corretto uso della Indicazione geografica protetta. In assenza di un Consorzio di tutela incaricato le predette funzioni saranno svolte dal Mipaf in quanto autorita' nazionale preposta all'attuazione del regolamento n. (CEE) 2081/92.
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