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| Gazzetta n. 38 del 15 febbraio 2006 (vai al sommario) |  | PRESIDENZA DELLA REPUBBLICA |  | DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 26 gennaio 2006 |  | Affidamento  ad  una  commissione  straordinaria  della  gestione del comune  di  Riesi,  a norma dell'articolo 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267. |  | 
 |  |  |  | IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA Visto  che  con  decreto del Presidente della Regione siciliana, in data  14 dicembre  2005,  e'  stato  preso  atto  della decadenza del consiglio  comunale  di  Riesi  (Caltanissetta), per dimissioni della maggioranza dei consiglieri;
 Visto  che  con  il citato decreto e' stato nominato un commissario straordinario  con  il  compito  di  esercitare  le  attribuzioni del consiglio comunale;
 Constatato  che  dall'esito di approfonditi accertamenti svolti dai competenti  organi  investigativi  son emersi collegamenti diretti ed indiretti  tra parte degli organi rappresentativi del comune di Riesi e la criminalita' organizzata;
 Rilevato che tali collegamenti espongono l'amministrazione stessa a pressanti  condizionamenti,  compromettendo  la libera determinazione degli organi ed il buon andamento della gestione comunale di Riesi;
 Rilevato,    altresi',    che   la   permeabilita'   dell'ente   ai condizionamenti  esterni  della criminalita' organizzata arreca grave pregiudizio  allo  stato  della  sicurezza  pubblica  e  determina lo svilimento   delle  istituzioni  e  la  perdita  di  prestigio  e  di credibilita' degli organi istituzionali;
 Ritenuto  che, al fine di rimuovere la causa del grave inquinamento e  deterioramento  dell'amministrazione comunale, si rende necessario far  luogo  allo  scioglimento  degli  organi  ordinari del comune di Riesi,  per  il  ripristino  dei  principi  democratici e di liberta' collettiva;
 Visto l'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267;
 Vista  la  proposta  del Ministro dell'interno, la cui relazione e' allegata al presente decreto e ne costituisce parte integrante;
 Vista  la  deliberazione del Consiglio dei Ministri, adottata nella riunione  del  24 gennaio  2006,  alla  quale  e'  stato  debitamente invitato il Presidente della Regione siciliana;
 Decreta:
 Art. 1.
 La  gestione  del comune di Riesi (Caltanissetta), il cui consiglio e' stato dichiarato decaduto con decreto del Presidente della Regione siciliana,   e'   affidata  per  la  durata  di  diciotto  mesi  alla commissione straordinaria composta da:
 dott.ssa Anna Maria Polimeni - viceprefetto;
 dott.ssa Michela La Iacona - viceprefetto aggiunto;
 dott.ssa Isabella Giusto - direttore amministrativo contabile.
 |  |  |  | Art. 2. La  commissione  straordinaria  per la gestione dell'ente esercita, fino  all'insediamento  degli  organi  ordinari  a norma di legge, le attribuzioni  spettanti  al  consiglio  comunale,  alla  giunta ed al sindaco  nonche' ogni altro potere ed incarico connesso alle medesime cariche.
 Dato a Roma, addi' 26 gennaio 2006
 CIAMPI
 Berlusconi,  Presidente  del  Consiglio
 dei Ministri
 Pisanu, Ministro dell'interno Registrato alla Corte dei conti il 6 febbraio 2006 Ministeri istituzionali - Interno, registro n. 1, foglio n. 256
 |  |  |  | Allegato Al Presidente della Repubblica
 Il  comune  di  Riesi (Caltanissetta), i cui organi elettivi sono stati  rinnovati  nelle  consultazioni  amministrative  del 25 maggio 2003,  presenta  forme  di  ingerenze  da  parte  della  criminalita' organizzata   che  compromettono  l'imparzialita'  della  gestione  e pregiudicano  il  buon  andamento dell'amministrazione ed il regolare funzionamento dei servizi.
 Gia'   in   precedenza   l'ente  era  stato  destinatario  di  un provvedimento di scioglimento per infiltrazioni mafiose, adottato con decreto del Presidente della Repubblica del 16 ottobre 1992, ai sensi del   decreto-legge   31 maggio   1991,   n.   164,  convertito,  con modificazioni, dalla legge 22 luglio 1991, n. 221.
 Al   fine   di   verificare   possibili   condizionamenti   della criminalita'  organizzata nell'attivita' amministrativa dell'ente, il prefetto  di  Caltanissetta  ha  disposto,  con provvedimento in data 24 agosto  2005,  l'accesso  presso  il  comune  di  Riesi,  ai sensi dell'art.  1,  quarto  comma,  del decreto-legge 6 settembre 1982, n. 629,  convertito,  con modificazioni, dalla legge 12 ottobre 1982, n. 726, e successive modificazioni ed integrazioni.
 Nel corso della fase conclusiva dell'attivita' ispettiva e' stata emessa  dal  G.I.P.  del  Tribunale  di Caltanissetta un'ordinanza di custodia   cautelare  in  carcere,  in  data  15 novembre  2005,  nei confronti  di  numerose persone ritenute responsabili a vario titolo, del  reato  di  cui  all'art.  416-bis,  c.p.  e di altre fattispecie criminose,  tra i quali anche il presidente del consiglio comunale di Riesi,   la  cui  elezione,  secondo  quanto  emerge  dalle  suddette risultanze  investigative,  non  sarebbe  stata  scevra  da pressioni esterne.
 A  seguito del suddetto provvedimento giudiziario, la maggioranza dei  consiglieri  e  degli  assessori  comunali  hanno  rassegnato le dimissioni  dalla  carica  e,  pertanto,  il Presidente della Regione siciliana,  con  decreto  in  data  14 dicembre  2005, ha disposto la decadenza  del  consiglio  e  la contestuale nomina di un commissario straordinario in sostituzione del consiglio.
 Gli  accertamenti  svolti  dalla commissione d'accesso, confluiti nella  relazione  resa  in  data  22 dicembre  2005,  cui  si  rinvia integralmente,  nonche'  dagli  organi investigativi, nell'avvalorare l'ipotesi  della  sussistenza  di fattori di inquinamento dell'azione amministrativa   dell'ente   locale   a  causa  dell'influenza  della criminalita'  organizzata fortemente radicata sul territorio, pongono in risalto come, nel tempo, l'uso distorto della cosa pubblica si sia concretizzato   nel   favorire  soggetti  collegati  direttamente  od indirettamente con gli ambienti malavitosi.
 Sono  emerse  sia una fitta rete di frequentazioni e parentele di alcuni   amministratori   e   dipendenti   con   soggetti   raggiunti dall'ordinanza  di custodia cautelare o comunque collegati a sodalizi mafiosi, sia una gestione amministrativa fortemente caratterizzata da irregolarita',  incongruenze  ed  anomalie,  in  materia  di  appalti pubblici e nel settore edilizio.
 In tali settori, nei quali notoriamente si annidano gli interessi illeciti   ed   i   tentativi  di  infiltrazione  della  criminalita' organizzata,  le  gravi  anomalie ed irregolarita' riscontrate, quali l'inadeguata  pubblicita' del bando, l'ammissione di offerte oltre il termine,  le  alterate  modalita'  di  protocollazione delle offerte, lasciano  ragionevolmente  ipotizzare che le stesse siano espressione di  un  disegno  organico  finalizzato  al precostituito obiettivo di dirottare le pubbliche risorse finanziarie verso imprese selezionate, contigue ad esponenti mafiosi.
 Sintomatici  del  radicato  intento  di  condizionare l'attivita' amministrativa   sono,   altresi',   i  numerosi  episodi  delittuosi registrati  nel comune di Riesi a partire dal 2003, che hanno colpito beni dell'ente locale - palazzo municipale, palestra comunale, scuole pubbliche  -  e  di  altri  soggetti  istituzionali,  determinando un allarme  ed  una  diffusa  percezione  di  insicurezza da parte della collettivita' locale.
 Anche  la struttura burocratica non e' risultata esente da legami con   esponenti  della  criminalita'  organizzata,  oltre  ad  essere responsabile di un sistema gestionale volto a privilegiare la cura di interessi estranei al perseguimento delle finalita' pubbliche.
 In  particolare,  punti  stabili di riferimento all'interno della struttura   comunale   per  il  sodalizio  criminale  dominante  sono risultati  sia  il  suddetto consigliere, destinatario della predetta ordinanza  di  custodia  cautelare,  sia  un  dipendente cui e' stato conferito  l'incarico  di  responsabile  di  un  delicato settore, in carenza dei requisiti previsti dalla legge.
 La  circostanza  che  il predetto amministratore si sia adoperato stabilmente  in favore delle consorterie criminali, con l'ausilio del predetto  dipendente,  emerge  dalla  vicenda relativa al servizio di refezione  scolastica affidato dal comune ad una cooperativa, che tra l'altro  si avvale tra i fornitori di soggetti legati ad una famiglia mafiosa   locale.  In  particolare,  pur  in  presenza  di  accertate violazioni  delle  disposizioni  che impongono di individuare tutti i fornitori  degli  alimenti  somministrati, il dipendente ha omesso di adottare   i   dovuti   provvedimenti  sanzionatori  a  carico  della cooperativa.  La  situazione  di  favoritismo,  gia'  riscontrata per l'anno  2004,  si e' ripetuta anche nell'anno successivo in quanto la stessa  ditta e' risultata aggiudicataria dell'appalto in carenza dei controlli sulla presenza dei richiesti requisiti igienico sanitari.
 Altra  vicenda anomala riguarda la gestione del civico acquedotto affidata  nel  corso  degli  anni  ad una impresa individuale, il cui titolare  e'  ritenuto  associato all'organizzazione mafiosa del clan dominante.  Per  la gestione del suddetto servizio, pur essendo state esperite  procedure  di  pubblico  incanto, nella quasi totalita' dei casi  ha  partecipato un'unica ditta, che si e' aggiudicata l'appalto con  percentuali  di  ribasso esigue. Inoltre, la base d'asta fissata dal  comune  appare strumentale alla sottrazione della procedura alle piu'  rigorose  prescrizioni  ed alla piu' ampia forma di pubblicita' prevista  dalla  normativa  di  settore per gli affidamenti di valore superiore,  in  relazione,  inoltre,  agli  innumerevoli  affidamenti diretti  alla  medesima  ditta  di  lavori  di manutenzione, e' stato rilevato  dalla  commissione  che  le procedure di somma urgenza sono state  regolarizzate  spesso oltre i termini prescritti dalla vigente normativa ed in assenza dei requisiti di urgenza e necessita' posti a base delle procedure utilizzate.
 La  circostanza  che  l'ente  non abbia previsto di affidare, con apposita  procedura  di  gara, il servizio di manutenzione del civico acquedotto  con  durata  stabile,  cio'  che  avrebbe  consentito  di contenere  i  costi,  induce a ritenere che il ricorso alla procedura d'urgenza  sia stato strumentale alla precipua finalita' di mantenere rapporti contrattuali in via esclusiva con un'unica societa'.
 Nel   settore  della  raccolta  dei  rifiuti  solidi  urbani  non risultano  emanate  specifiche  direttive per il regolare svolgimento del  servizio, come dimostra il fatto che ai relativi oneri l'ente ha provveduto  anche  con  il  riconoscimento  di debiti fuori bilancio. Inoltre,  non  e'  stato mai realizzato il monitoraggio dell'utilizzo dei  mezzi  comunali  per il conferimento dei rifiuti in discarica al fine  di  ridurre  gli  oneri  di noleggio, ne' sono state effettuate indagini  preventive  di  mercato  al fine di valutare l'offerta piu' economica   prima   di   disporre   l'effettuazione  delle  frequenti riparazioni  dei  mezzi;  del  tutto  assente  risulta,  altresi', la valutazione  della  congruita' dei relativi costi. Anche il frequente nolo  degli  autocompattatori, particolarmente oneroso per le finanze dell'ente,  presenta  una  serie  di  irregolarita'  amministrative e contabili che sembrano volte favorire sempre la stessa ditta.
 Concorre  a  delineare  una gestione svincolata dal perseguimento dell'interesse  pubblico  anche la vicenda relativa all'approvazione, da  parte del consiglio comunale, del regolamento sui lavori pubblici in  economia  che  introduce  un  criterio  di imprevedibilita' tanto elastico  da  potersi  considerare  quale  fattore  sintomatico della volonta' di perseguire interessi estranei alla sfera pubblica.
 Dall'analisi della commissione ispettiva emergono altri ambiti di anomale cointeressenze riferibili alla materia edilizia.
 Infatti,  dal maggio  2003 ad oggi sono stati effettuati solo sei accertamenti  di  costruzioni  abusive  e,  nella  quasi totalita', i controlli  sono  stati  svolti  su  input esterni all'amministrazione comunale.  A  seguito  di tali accertamenti solo un immobile e' stato acquisito al patrimonio dell'ente.
 Nell'ambito dell'area contabile e' stata riscontrato un frequente ricorso  ai  debiti  fuori bilancio anche per sopperire a prevedibili esigenze  di ordinaria amministrazione. In materia di tasse e tributi e'   stato   evidenziato   un  notevole  fenomeno  di  evasione,  con particolare   riferimento   alla   riscossione  dei  consumi  idrici, conseguente  alla  omissione  degli  accertamenti,  dell'iscrizione a ruolo, della riscossione e di eventuali provvedimenti coattivi.
 Il  complesso degli elementi emersi dall'accesso e dalle suddette indagini  manifesta  che  la capacita' di penetrazione dell'attivita' criminosa  ha  favorito il consolidarsi di un sistema di connivenze e di  interferenza di fattori esterni al quadro degli interessi locali, riconducibili  alla criminalita' organizzata, che, di fatto, priva la comunita'  delle  fondamentali  garanzie democratiche e crea precarie condizioni di funzionalita' dell'ente.
 Il  delineato  clima  di  grave  condizionamento e degrado in cui versa   il  comune  di  Riesi,  la  cui  capacita'  volitiva  risulta assoggettata   alla   influenza   dei   locali   sodalizi  criminali, l'inosservanza  del principio di legalita' nella gestione dell'ente e l'uso   distorto   delle  pubbliche  funzioni  hanno  compromesso  le legittime  aspettative  della  popolazione  ad essere garantita nella fruizione  dei diritti fondamentali, minando la fiducia dei cittadini nella legge e nelle istituzioni.
 La descritta condizione di assoggettamento necessita che da parte dello  Stato  sia  posto  in  essere un intervento, ben piu' incisivo rispetto   alla  ordinaria  fattispecie  dissolutoria  del  consiglio comunale,  adeguatamente  mirato  a  sostenere, in un piu' ampio arco temporale,  il  ripristino della legalita' mediante il recupero della struttura pubblica al servizio dei suoi fini istituzionali.
 Pertanto,   il  prefetto  di  Caltanissetta,  con  relazione  del 3 gennaio  2006, che si intende integralmente richiamata, ha proposto l'applicazione  della  misura  di  rigore  prevista dall'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267.
 Per le suesposte considerazioni si ritiene necessario provvedere, con  urgenza,  ad eliminare ogni ulteriore motivo di deterioramento e di  inquinamento  della  vita amministrativa e democratica dell'ente, mediante  provvedimenti incisivi a salvaguardia degli interessi della comunita' locale.
 Per  le  caratteristiche  che  lo  configurano,  il provvedimento dissolutorio  previsto  dall'art. 143 del citato decreto legislativo, puo'  intervenire  finanche  quando si siano verificate le situazioni previste  dall'art.  141,  come  nella  fattispecie,  a seguito delle dimissioni   rasseguate   da   oltre   la   meta'   dei  consiglieri, differenziandosene per funzioni ed effetti.
 La  valutazione  della  situazione  in  concreto  riscontrata, in relazione  alla  presenza ed all'estensione dell'influenza criminale, rende  necessario  che  la  durata  della  gestione commissariale sia determinata in diciotto mesi.
 Ritenuto,   per  quanto  esposto,  che  ricorrano  le  condizioni indicate  nell'art.  143  del  decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267,   per   lo   scioglimento   del   consiglio  comunale  di  Riesi (Caltanissetta),  si  formula  rituale  proposta per l'adozione della misura di rigore.
 Roma, 23 gennaio 2006
 Il Ministro dell'interno: Pisanu
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