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| Gazzetta n. 11 del 14 gennaio 2006 (vai al sommario) |  | PRESIDENZA DELLA REPUBBLICA |  | DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 23 dicembre 2005 |  | Scioglimento  del  consiglio  comunale  di San Tammaro e nomina della commissione straordinaria. |  | 
 |  |  |  | IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA Considerato  che  nel comune di San Tammaro (Caserta), i cui organi elettivi  sono stati rinnovati nelle consultazioni amministrative del 26 maggio  2002,  sussistono  forme  di  ingerenza della criminalita' organizzata, rilevate dai competenti organi investigativi;
 Constatato  che tali ingerenze espongono l'amministrazione stessa a pressanti  condizionamenti,  compromettendo  la libera determinazione degli  organi  ed  il buon andamento della gestione del comune di San Tammaro;
 Rilevato,    altresi',    che   la   permeabilita'   dell'ente   ai condizionamenti  esterni  della criminalita' organizzata arreca grave pregiudizio  allo  stato  della  sicurezza  pubblica  e  determina lo svilimento   delle  istituzioni  e  la  perdita  di  prestigio  e  di credibilita' degli organi istituzionali;
 Ritenuto  che, al fine di rimuovere la causa del grave inquinamento e  deterioramento  dell'amministrazione comunale, si rende necessario far  luogo  allo scioglimento degli organi ordinari del comune di San Tammaro,  per  il  ripristino  dei principi democratici e di liberta' collettiva;
 Visto l'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267;
 Vista  la  proposta  del Ministro dell'interno, la cui relazione e' allegata al presente decreto e ne costituisce parte integrante;
 Vista  la  deliberazione del Consiglio dei Ministri, adottata nella riunione del 22 dicembre 2005;
 Decreta:
 Art. 1.
 Il  consiglio  comunale  di San Tammaro (Caserta) e' sciolto per la durata di diciotto mesi.
 |  |  |  | Art. 2. La  gestione  del  comune di San Tammaro (Caserta) e' affidata alla commissione straordinaria composta da:
 dott. Vincenzo Lubrano, viceprefetto;
 dott. Fernando Mone, viceprefetto aggiunto;
 dott. Cosimo Facchiano, direttore amministrativo contabile.
 |  |  |  | Art. 3. La  commissione  straordinaria  per la gestione dell'ente esercita, fino  all'insediamento  degli  organi  ordinari  a norma di legge, le attribuzioni  spettanti  al  consiglio  comunale,  alla  giunta ed al sindaco  nonche' ogni altro potere ed incarico connesso alle medesime cariche.
 Dato a Roma, addi' 23 dicembre 2005
 CIAMPI
 Berlusconi,  Presidente  del  Consiglio
 dei Ministri
 Pisanu, Ministro dell'interno Registrato alla Corte dei conti il 3 gennaio 2006 Ministeri istituzionali - Interno, registro n. 1, foglio n. 2
 |  |  |  | Allegato Al Presidente della Repubblica
 Il  comune  di  San Tammaro (Caserta), i cui organi elettivi sono stati  rinnovati  nelle  consultazioni  amministrative  del 26 maggio 2002,  presenta  forme  di  ingerenze  da  parte  della  criminalita' organizzata   che  compromettono  l'imparzialita'  della  gestione  e pregiudicano  il  buon  andamento  dell'ammimstrazione ed il regolare funzionamento dei servizi.
 A  seguito dell'applicazione di ordinanze cautelari nei confronti di  figure  di vertice della struttura burocratica nonche' dell'avvio di  procedimenti giudiziari a carico di amministratori dell'ente, che lasciavano   supporre   possibili   convivenze  tra  la  criminalita' organizzata e l'amministrazione locale di San Tammaro, il prefetto di Caserta ha disposto, con provvedimento del 15 gennaio 2004, l'accesso presso  l'ente, ai sensi dell'art. 1, quarto comma, del decreto-legge 6 settembre  1982, n. 629, convertito dalla legge 12 ottobre 1982, n. 726, e successive modificazioni ed integrazioni.
 All'attivita'   di   accesso,   conclusasi  con  relazione  della commissione  all'uopo  incaricata  in  data  12 luglio 2004, ha fatto seguito  un  supplemento  di  indagine  da  cui sono emersi ulteriori riscontri  operati  dalle  forze  dell'ordine  e  sviluppi giudiziari idonei  a  delineare  il  collegamento  di  taluni amministratori con ambienti  malavitosi. Gli esiti di tali verifiche supplementari hanno formato  oggetto  della  relazione  del  prefetto  di Caserta in data 8 novembre 2005.
 Gli accertamenti svolti tanto dai competenti organi investigativi quanto dalla commissione, confluiti nella relazione conclusiva cui si rinvia  integralmente, nell'avvalorare l'ipotesi della sussistenza di fattori di inquinamento dell'azione amministrativa dell'ente locale a causa   dell'influenza   della  criminalita'  organizzata  fortemente radicata  sul  territorio,  pongono in risalto come, nel tempo, l'uso distorto  della  cosa  pubblica  si  sia  concretizzato  nel favorire soggetti  collegati  direttamente  o  indirettamente con gli ambienti malavitosi.
 L'ingerenza negli affari dell'ente e la strumentalizzazione delle scelte    amministrative   risultano   favorite   dai   rapporti   di cointeressenza  che  legano alcuni amministratori comunali a soggetti ai  quali  sono  stati  affidati incarichi di elevata responsabilita' nell'ambito  dell'ente,  che  sono risultati contigui ad esponenti di spicco  della  criminalita' organizzata locale. Alcuni amministratori risultano altresi' gravati da procedimenti penali per reati contro la pubblica amministrazione.
 L'organo  ispettivo ha riscontrato come il sistematico ricorso al conferimento  di incarichi dirigenziali e di consulenza a contratto a professionisti  esterni,  in  rapporto  di  contiguita'  con ambienti malavitosi,  abbia  di  fatto  reso  possibile  la  creazione  di una «struttura  parallela»,  facente capo all'ufficio di staff posto alle dirette dipendenze del sindaco, appositamente istituito dalla attuale giunta,   il  cui  operato  e'  comunque  riconducibile  agli  organi esecutivi  in virtu' dello stretto rapporto fiduciario che e' sotteso al conferimento degli incarichi.
 Cio'   ha   esposto  l'ente  a  condizionamenti  da  parte  della criminalita'  organizzata, con gravi conseguenze anche per le finanze dell'ente, gia' dichiarato dissestato nel 1995.
 E'  stato  accertato,  in particolare, che il sindaco e la giunta hanno  affidato  la  responsabilita' di settori amministrativi chiave dell'intero  apparato  burocratico  dell'ente - settore finanziario e ufficio  di  staff  del  sindaco  -  a  due  dirigenti in rapporti di cointeressenza  con  personaggi  della  criminalita' organizzata, che erano gia' stati preposti a settori amministrativi di analogo rilievo nel  corso  della  precedente amministrazione. L'anno successivo alla loro designazione, i due dirigenti, insieme ad un dipendente comunale e   ad  alcuni  imprenditori,  sono  stati  destinatari  di  distinti provvedimenti  restrittivi  cautelari  relativamente  a  procedimenti penali per fattispecie criminose di falso e peculato commesse durante la   precedente   gestione.   Rileva  la  tipologia  degli  illeciti, configurati   in   concorso  con  imprenditori  compiacenti,  con  la finalita'   di   appropriarsi   di   fondi   pubblici   mediante   la predisposizione  di  atti  amministrativi e contabili che attestavano falsamente  l'avvenuta  erogazione di forniture o servizi, in realta' mai effettuati. Analoghi addebiti sono stati successivamente mossi ai predetti  per  vicende verificatesi nella corrente consiliatura e che vedono coinvolto anche l'attuale sindaco.
 Lo   scenario   di  connivenze  tra  criminalita'  organizzata  e amministrazione  locale  si  desume  chiaramente  dalla  sentenza  di condanna  emessa,  per  concussione  ed  estorsione,  a  carico di ex amministratori, di un dipendente comunale e di un esponente di spicco del   clan   locale,  nonche'  dall'esito  di  uno  dei  sopraccitati procedimenti  penali  conclusosi con la condanna del responsabile, al tempo,  del  settore finanziario, poi dimessosi, e di un imprenditore che  frequenta  uno  stretto  congiunto di personaggi di spicco di un clan  camorristico  della  zona e che ha, fra l'altro, cointeressenze con il figlio del sindaco.
 Gli  accertamenti  condotti  comprovano  la  contiguita' da tempo sussistente tra l'ex responsabile dell'ufficio di staff del sindaco e personaggi  legati  da  stretta parentela, frequentazione o interessi economici  ad esponenti di spicco del sodalizio camorristico egemone, nonche'  le  cointeressenze  che legano il predetto ex funzionario al sindaco  e  a figure di vertice dell'apparato burocratico al di fuori dei rapporti istituzionali.
 La  commissione ritiene che lo stretto rapporto intercorrente tra l'organo  di vertice e l'ex responsabile del suo ufficio di staff sia attestato  non  solo  dal conferimento di un incarico dirigenziale di rilievo  ma  anche  dal  fattivo  sostegno  dato da quest'ultimo alla campagna  elettorale del sindaco, dalla circostanza che entrambi sono coindagati   nel  medesimo  procedimento  penale,  dall'atteggiamento particolarmente prudente tenuto dal sindaco in occasione della revoca al  predetto dell'incarico, che ha provveduto a risolvere il rapporto lavorativo  solo  molti  mesi  dopo  l'applicazione dei provvedimenti restrittivi  e i reiterati inviti della prefettura a procedere in tal senso.
 L'organo   ispettivo   ha  appurato  che  le  cointeressenze  fra l'apparato   burocratico   ed   esponenti   malavitosi   emergono  da significativi  elementi  di  fatto. In primo luogo, la vicenda che ha visto il predetto ex funzionario costituire una societa' edile con un affiliato   della   locale   consorteria,   fratello   a   sua  volta dell'esponente   di  spicco  dei  medesimo  sodalizio  che  e'  stato condannato  insieme  ad  amministratori della passata amministrazione per  concussione  ed  estorsione.  Assume  significativita'  anche la circostanza  che  il  predetto  ex  funzionario  ha fissato presso la propria  abitazione  la  sede legale di due societa', nel cui assetto figurano   persone   coindagate  insieme  ai  due  ex  dirigenti  nei menzionati  procedimenti  penali  e soggetti vicini alla criminalita' organizzata.  Una di queste societa' gestisce un centro di assistenza ubicato  nell'immobile  di  proprieta' di uno stretto congiunto di un elemento  di  vertice  del  clan,  ferito  in  un  agguato  di stampo camorristico.  Sono  dipendenti  di  tale centro stretti congiunti di funzionari di vertice dell'amministrazione comunale, che recentemente sono  stati  indagati  per  falsita'  ideologica  e  abuso d'ufficio, unitamente al segretario comunale, per aver permesso che la struttura potesse operare sulla base di un'autorizzazione rilasciata in carenza dei  requisiti necessari. Per tale motivo, l'autorita' giudiziaria ha applicato  nei  confronti del segretario comunale la misura cautelare interdittiva della sospensione dall'esercizio della funzione.
 Vengono,  inoltre,  ritenute  sintomatiche  di  cointeressenze le circostanze  che  responsabile  tecnico dell'altra societa', con sede legale   presso   l'abitazione  dell'ex  dirigente,  e'  proprietario dell'immobile  ove e' situato il predetto centro e che al fratello di quest'ultimo   sono   stati  conferiti  due  incarichi  professionali dall'amministrazione proprio su indicazione del sindaco.
 L'attivita'   di   accesso   ha   rilevato,   inoltre,   numerose irregolarita'  relativamente  alla  esecuzione di lavori pubblici. In particolare,   viene   ritenuta   emblematica   della   capacita'  di condizionamento  della  crimisalita' organizzata sull'amministrazione comunale,  la  vicenda  relativa  alla riqualificazione urbana in una localita'  del  comune.  E' stato accertato che, sebbene detti lavori non  fossero conformi alle previsioni urbanistiche, l'ente ha avviato la  procedura  espropriativa  e  ha  indetto la gara per l'esecuzione degli  stessi,  prima  che venisse adottata dal consiglio comunale la prescritta  preventiva  approvazione  della  variante  allo strumento urbanistico  e prima, quindi, che la regione potesse esprimersi sulla stessa. L'organo ispettivo sottolinea come tale illegittima procedura denoti  la  persistente  volonta'  dell'amministrazione  di garantire comunque   la   realizzazione   delle   opere   e  cio'  allo  scopo, presumibilmente,  di  avvantaggiare  la  famiglia,  che risiede nella localita' oggetto di riqualificazione, dell'esponente di spicco della criminalita' organizzata locale piu' volte citato, in quanto fratello del  socio  in  affari  dell'ex  dirigente e condannato insieme ad ex amministratori del comune.
 L'organo    ispettivo    evidenzia   che   il   grave   disordine organizzativo, amministrativo e finanziario in cui versa l'ente renda permeabile  l'amministrazione  a  forme  di  ingerenza  da  parte  di ambienti criminali e che il riscontrato quadro di diffuse disfunzioni e  illegittimita'  risulta  assecondato  dalla  carenza  della dovuta attivita' di controllo da parte degli organi di governo nei confronti dell'apparato burocratico.
 Gli  elementi  fattuali  desunti  dagli accertamenti giudiziari e dall'accesso,  riscontrati  unitariamente,  appaiono  determinanti in ordine  all'accertamento  della  vicinanza tra l'amministrazione e la criminalita'  organizzata  e  concorrono  a  configurare  un concreto pericolo di sviamento dell'attivita' comunale dal perseguimento degli interessi dell'intera collettivita'.
 L'inosservanza   del   principio   di  legalita'  nella  gestione dell'ente e l'uso distorto delle pubbliche funzioni hanno compromesso le  legittime aspettative della popolazione ad essere garantita nella fruizione  dei diritti fondamentali, minando la fiducia dei cittadini nella  legge  e  nelle  istituzioni. Le vicende giudiziarie che hanno interessato  ex  dirigenti e amministratori hanno infatti determinato grave  allarme  sociale  e  con  numerosi  esposti  la popolazione ha espresso dissenso nei confronti dell'operato degli organi di governo.
 Pertanto,  il  prefetto  di  Caserta, con relazione del 22 luglio 2004,  successivamente  integrata  con rapporto dell'8 novembre 2005, che si intendono integralmente richiamati, ha proposto l'applicazione della misura di rigore prevista dall'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267.
 La  descritta  condizione esige un intervento risolutore da parte dello  Stato,  mirato  a  rimuovere  i  legami tra l'ente locale e la criminalita'  organizzata che arrecano grave e perdurante pregiudizio per lo stato generale dell'ordine e della sicurezza pubblica.
 Per le suesposte considerazioni si ritiene necessario provvedere, con  urgenza,  ad eliminare ogni ulteriore motivo di deterioramento e di  inquinamento  della  vita amministrativa e democratica dell'ente, mediante  provvedimenti incisivi a salvaguardia degli interessi della comunita' locale.
 La  valutazione  della  situazione  in  concreto  riscontrata, in relazione  alla  presenza ed all'estensione dell'influenza criminale, rende  necessario  che  la  durata  della  gestione commissariale sia determinata in diciotto mesi.
 Ritenuto,   per  quanto  esposto,  che  ricorrano  le  condizioni indicate  nel citato art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, che legittimano lo scioglimento del consiglio comunale di San Tammaro  (Caserta),  si formula rituale proposta per l'adozione della misura di rigore.
 Roma, 7 dicembre 2005
 Il Ministro dell'interno: Pisanu
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