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| Gazzetta n. 7 del 10 gennaio 2006 (vai al sommario) |  | COMITATO INTERMINISTERIALE PER LA PROGRAMMAZIONE ECONOMICA |  | DELIBERAZIONE 27 maggio 2005 |  | Programma  delle  opere  strategiche  (legge  n. 443/2001). Raddoppio della tratta ferroviaria Spoleto-Terni. (Deliberazione n. 68/05). |  | 
 |  |  |  | IL COMITATO INTERMINISTERIALE PER LA PROGRAMMAZIONE ECONOMICA 
 Vista  la  legge  21 dicembre  2001,  n.  443,  che, all'art. 1, ha stabilito   che   le   infrastrutture   pubbliche  e  private  e  gli insediamenti  strategici  e  di  preminente  interesse  nazionale, da realizzare  per  la  modernizzazione e lo sviluppo del Paese, vengano individuati  dal  Governo attraverso un programma formulato secondo i criteri e le indicazioni procedurali contenuti nello stesso articolo, demandando   a  questo  Comitato  di  approvare,  in  sede  di  prima applicazione  della legge, il suddetto programma entro il 31 dicembre 2001;
 Vista  la  legge  1° agosto 2002, n. 166, che, all'art. 13, oltre a recare  modifiche  al  menzionato art. 1 della legge n. 443/2001 e ad autorizzare limiti di impegno quindicennali per la progettazione e la realizzazione  delle  opere incluse nel programma approvato da questo Comitato  e  per  interventi  nel  settore  idrico  di competenza del Ministero  delle  infrastrutture  e  dei  trasporti,  prevede che gli interventi  medesimi  siano compresi in intese generali quadro tra il Governo  e  ogni  singola  regione  o provincia autonoma, al fine del congiunto coordinamento e realizzazione delle opere;
 Visto  il  decreto  legislativo  20 agosto  2002, n. 190, attuativo dell'art. 1 della menzionata legge n. 443/2001;
 Visti,  in  particolare,  l'art.  1 della citata legge n. 443/2001, come  modificato dall'art. 13 della legge n. 166/2002, e l'art. 2 del decreto legislativo n. 190/2002, che attribuiscono la responsabilita' dell'istruttoria  e  la funzione di supporto alle attivita' di questo Comitato  al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, che puo' in proposito avvalersi di apposita «struttura tecnica di missione»;
 Visto  il decreto del Presidente della Repubblica 8 giugno 2001, n. 327,   recante  il  testo  unico  delle  disposizioni  legislative  e regolamentari  in  materia  di  espropriazione per pubblica utilita', come modificato, da ultimo, del decreto legislativo 27 dicembre 2004, n. 330;
 Visto  l'art.  11  della  legge  16 gennaio  2003,  n.  3,  recante «Disposizioni  ordinamentali in materia di pubblica amministrazione», secondo  il  quale, a decorrere dal 1° gennaio 2003, ogni progetto di investimento  pubblico  deve  essere  dotato  di  un  codice unico di progetto (CUP);
 Vista  la  delibera 21 dicembre 2001, n. 121 (Gazzetta Ufficiale n. 51/2002  supplemento  ordinario),  con  la  quale questo Comitato, ai sensi  del  piu'  volte richiamato art. 1 della legge n. 443/2001, ha approvato  il  1° Programma delle opere strategiche, che include, nei «corridoi   trasversali   e   dorsale   appenninica»  tra  i  sistemi ferroviari,     la     infrastruttura     «trasversale    ferroviaria Orte-Falconara»,  per  la quale indica un costo di 1.926,384 Meuro ed una disponibilita' di 273,722 Meuro;
 Vista  la  delibera 27 dicembre 2002, n. 143 (Gazzetta Ufficiale n. 87/2003,  errata  corrige  in Gazzetta Ufficiale n. 140/2003), con la quale  questo  Comitato ha definito il sistema per l'attribuzione del CUP,  che  deve  essere richiesto dai soggetti responsabili di cui al punto 1.4 della delibera stessa;
 Vista  la  delibera  25 luglio  2003,  n. 63 (Gazzetta Ufficiale n. 248/2003),  con  la  quale questo Comitato ha formulato, tra l'altro, indicazioni di ordine procedurale riguardo alle attivita' di supporto che  il  Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e' chiamato a svolgere  ai  fini  della  vigilanza sull'esecuzione degli interventi inclusi nel 1° Programma delle infrastrutture strategiche;
 Vista  la  delibera 29 settembre 2004, n. 24 (Gazzetta Ufficiale n. 276/2004),  con la quale questo Comitato ha stabilito che il CUP deve essere  riportato  su  tutti  i documenti amministrativi e contabili, cartacei   ed   informatici,  relativi  a  progetti  di  investimento pubblico, e deve essere utilizzato nelle banche dati dei vari sistemi informativi, comunque interessati ai suddetti progetti;
 Vista  la  sentenza  n.  303 del 25 settembre 2003, con la quale la Corte  costituzionale,  nell'esaminare le censure mosse alla legge n. 443/2001   ed   ai   decreti   legislativi   attuativi,  si  richiama all'imprescindibilita'  dell'intesa  tra  Stato  e singola regione ai fini dell'attuabilita' del programma delle infrastrutture strategiche interessanti il territorio di competenza, sottolineando come l'intesa possa   anche   essere  successiva  ad  un'individuazione  effettuata unilateralmente dal Governo e precisando che i finanziamenti concessi all'opera  sono  da  considerare  inefficaci  finche' l'intesa non si perfezioni;
 Visto il decreto emanato dal Ministro dell'interno il 14 marzo 2003 di  concerto  con  il  Ministro  della  giustizia e il Ministro delle infrastrutture   e   dei   trasporti,   come  integrato  dal  decreto dell'8 giugno  2004, con il quale, in relazione al disposto dell'art. 15, comma 5, del decreto legislativo n. 190/2002, e' stato costituito il  Comitato  di  coordinamento  per l'alta sorveglianza delle grandi opere;
 Vista  la  nota  5 novembre  2004,  n.  COM/3001/1, con la quale il coordinatore  del  predetto  Comitato  di  coordinamento  per  l'alta sorveglianza  delle  grandi  opere  espone  le linee guida varate dal Comitato nella seduta del 27 ottobre 2004;
 Visto  il  documento di programmazione economico-finanziaria (DPEF) 2004-2007,  che,  in  ordine  al  1°  Programma  delle infrastrutture strategiche,  riporta  in  apposito  allegato  l'elenco  delle  opere potenzialmente  attivabili  nel  periodo considerato, tra le quali e' inclusa la «trasversale ferroviaria Orte-Falconara»;
 Vista  la  nota  10 maggio  2005, n. 237, con la quale il Ministero delle  infrastrutture  e  dei  trasporti  ha  trasmesso  la relazione istruttoria  relativa  alla  «Direttrice  Orte-Falconara  - raddoppio della tratta ferroviaria Spoleto-Terni»;
 Considerato  che l'intervento e' compreso tra le «infrastrutture di preminente  interesse  nazionale» incluse nell'intesa generale quadro tra Governo e regione Umbria, sottoscritta il 24 ottobre 2002;
 Considerato    che   questo   Comitato   ha   conferito   carattere programmatico  al  quadro finanziario riportato nell'allegato 1 della suddetta    delibera   n.   121/2001,   riservandosi   di   procedere successivamente    alla   ricognizione   delle   diverse   fonti   di finanziamento disponibili per ciascun intervento;
 Considerato  che  l'asset  di  riferimento del progetto in esame e' rappresentato   dalla   linea   ferroviaria   Orte-Falconara   e,  in particolare, dal progetto «raddoppio Spoleto-Terni e nodo Falconara», incluso   tra   i   progetti   di  investimento  relativi  alla  rete fondamentale  nel Contratto di programma 2001-2005, intercorrente tra il  Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e Rete Ferroviaria Italiana (RFI) S.p.a.;
 Considerato  che  gli altri progetti di investimento che concorrono alla  realizzazione  del potenziamento e del raddoppio completo della trasversale   ferroviaria   Orte-Falconara   sono  il  «potenziamento infrastrutturale  Orte-Falconara»,  del  pari  inserito  nel suddetto Contratto  di programma, nonche' il «raddoppio Foligno-Fabriano» e il «raddoppio  PM 228-Castelplanio», entrambi ricompresi, tra i progetti ex  lege  n.  443/2001,  nel  Piano  delle priorita' degli interventi ferroviari  (PPI)  -  edizione aprile  2004, che questo Comitato, con delibera  20 dicembre 2004, n. 91, ha approvato per l'anno 2005 e, in via programmatica, per gli anni successivi;
 Considerato  che  nel  citato  PPI  e'  incluso  anche  il progetto «raddoppio  Spoleto-Terni  e  nodo Falconara» e che detto progetto e' ricompreso  tra  gli  interventi  per  i  quali  sono state richieste maggiori  risorse  in  sede  di  quantificazione del fabbisogno 2005, giusta  indicazioni  che troveranno esplicitazione nel 4° addendum al citato Contratto di programma, in fase di formalizzazione;
 Considerato,  in  particolare,  che  per  il  complesso progetto in questione  le  tabelle  del  PPI  - edizione aprile 2004 riportano un costo a vita intera di 799,9 Meuro per il quale risultano disponibili 69,7  a  carico della legge finanziaria 2001, mentre 526,2 Meuro sono inclusi nel fabbisogno 2005 di cui all'alinea precedente;
 Considerato  che il CUP assegnato al progetto e' il seguente: J 6 1 H 0 2 00009 0008;
 Udita   la  relazione  del  Ministro  delle  infrastrutture  e  dei trasporti;
 Acquisita  in  seduta  l'intesa  del Ministro dell'economia e delle finanze;
 Prende atto delle   risultanze   dell'istruttoria   svolta  dal  Ministero  delle infrastrutture e dei trasporti ed in particolare:
 sotto l'aspetto tecnico-procedurale:
 che  l'intervento  proposto ha per obiettivo il superamento delle attuali  limitazioni  all'incremento  dell'offerta  complessiva sulla linea  Orte-Falconara, limitazioni dovute alla presenza dei «colli di bottiglia» costituiti da binario unico, pendenza eccessiva e raggi di curvatura  molto ridotti nei tratti tra Terni e Spoleto e tra Fossano di Vico e Fabriano;
 che,  come  esposto  in  premessa, sulla intera linea ferroviaria Orte-Falconara  sono  previsti,  per  un costo complessivo stimato in circa  3.000 Meuro, altri interventi che concorrono al raggiungimento dell'obiettivo  di  recuperare gli attuali ampi spazi di acquisizione del  trasporto  ferroviario, pervenendo a percentuali di ripartizione del  traffico  tra  strada e ferrovia analoghe a quelle riscontrabili lungo  altre direttici nazionali nelle quali si e' gia' realizzato un cadenzamento  orario  del  servizio  e viene offerta una capacita' di trasporto adeguata alla domanda;
 che  in  particolare l'intervento di cui al progetto sottoposto a questo  Comitato  consiste, piu' che in un mero raddoppio della linea esistente,  nella  realizzazione  di  una  nuova  linea ferroviaria a semplice  binario con tracciato diverso da quello della linea attuale e  con previsione di esercizio di tipo bidirezionale come e' previsto resti bidirezionale l'esercizio sulla linea esistente;
 che  il  nuovo  tratto  di  linea che costituisce un collegamento «diretto»  tra le stazioni di Terni e Spoleto, di lunghezza pari a 22 km circa, si svolge quasi interamente in galleria;
 che  la  galleria principale, di lunghezza pari a 19 km circa, e' dotata di un «posto di servizio» intermedio con binario di incrocio e precedenza   ed   e'   affiancata   da   una  galleria  di  soccorso, interconnessa  alla  principale  tramite cunicoli di evacuazione ogni 250  m e servita da pozzi di ventilazione ed estrazione fumi, che, in futuro,  potrebbe  essere utilizzata per la realizzazione del secondo binario;
 che,  lato  Terni,  la  nuova linea si affianca planimetricamente alla  linea  esistente  fino  all'imbocco  della  galleria  naturale, mentre, lato Spoleto, il nuovo tracciato, tra l'uscita della suddetta galleria e la stazione ferroviaria attraversa un tratto antropizzato;
 che le altre principali opere civili sono costituite da:
 due   gallerie  lato  Spoleto,  di  cui  una  artificiale,  per l'attraversamento di una cava;
 un  viadotto di 65 m per l'allineamento del nuovo tracciato con i binari della stazione di Spoleto;
 opere  d'arte per la risoluzione di interferenze con la rete di viabilita' e la rete idrografica;
 che  il  nuovo  tratto  di linea sara' dedicato, nei due sensi di marcia,  al  traffico  passeggeri  a  media e lunga percorrenza ed al traffico  dei  treni  merci  carichi, mentre la linea esistente sara' dedicata  al  traffico locale ed al transito, nelle ore notturne, dei treni merci scarichi;
 che  il  progetto  preliminare  dell'opera e' stato trasmesso dal soggetto   aggiudicatore,   R.F.I.   S.p.a.,   al   Ministero   delle infrastrutture   e   dei   trasporti  e  alle  altre  amministrazioni competenti,  alla  regione  Umbria,  ai  comuni  di  Spoleto e Terni, nonche' agli enti gestori delle interferenze;
 che  il  comune  di  Spoleto,  con  deliberazione  del  consiglio comunale  del  15 ottobre  2003,  n.  160,  ha  richiesto al soggetto aggiudicatore,  per  il  tramite della regione Umbria, di rivedere il progetto   preliminare   presentato  in  ordine  alle  infrastrutture stradali interferite nella zona di imbocco della galleria principale;
 che  il  comune  di Terni, che gia' aveva preso atto dei benefici indotti   dall'attuazione  dell'intervento  in  questione,  con  nota 22 ottobre  2003,  n.  9458/IU,  ha,  tra  l'altro,  richiesto  opere complementari al progetto;
 che la regione Umbria, con delibera di Giunta 2 dicembre 2003, n. 1823,   ha   espresso   parere   favorevole,   con   prescrizioni   e raccomandazioni,  in  merito  alla localizzazione urbanistica ed alla compatibilita'  dell'opera,  tenuto  conto  dei  pareri  espressi dai citati comuni di Spoleto e Terni, nonche' dal «Servizio programmi per l'assetto  del  territorio» e dal «Servizio geologico della Direzione regionale  politiche  territoriali  ambiente  e infrastrutture» della medesima regione;
 che   parere   favorevole,   con  prescrizioni,  in  ordine  alla compatibilita'  ambientale  ha  espresso  altresi' il Ministero per i beni   e   le  attivita'  culturali  con  nota  19 gennaio  2004,  n. ST/407/2006/2003, sulla base della relazione della Direzione generale per  i  beni  architettonici ed il paesaggio - Servizio IV paesaggio, recependo le indicazioni delle competenti Soprintendenze e formulando ulteriori osservazioni;
 che  il  Ministero  dell'ambiente e della tutela del territorio - Commissione   speciale   VIA,   acquisiti   chiarimenti  ed  elementi integrativi,  ha  espresso,  con  deliberazione  27 maggio  2004,  n. 3666/04,  parere  favorevole, con prescrizioni e raccomandazioni, sul progetto preliminare dell'opera;
 che  il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti propone le prescrizioni   e   le   raccomandazioni   da  formulare  in  sede  di approvazione  del  progetto  preliminare, esponendo le motivazioni in caso  di  mancato  recepimento  di  osservazioni  avanzate nella fase istruttoria;
 sotto l'aspetto attuativo:
 che il soggetto aggiudicatore viene individuato in RFI S.p.a.;
 che   il  tempo  complessivo  dall'espletamento  delle  attivita' progettuali   ed   autorizzative  residue  alla  messa  in  esercizio dell'opera e' stimato in circa 10 anni;
 sotto l'aspetto finanziario:
 che  in  progetto  il  costo complessivo dell'intervento e' stato quantificato in 529.000.000 euro, cosi' articolati:
 
 (Importi in Meuro) =====================================================================
 Voce                          |Importo| % ===================================================================== Opere ferroviarie (comprese opere extralinea e di       |       | riambientalizzazione)....                               |433,1  |81,9 --------------------------------------------------------------------- Imprevisti....                                          |43,3   |8,2 --------------------------------------------------------------------- Servizi di ingegneria e alta sorveglianza....           |35,7   |6,7 --------------------------------------------------------------------- Costi interni RFI (fino alla consegna dell'opera)....   |6,5    |1,2 --------------------------------------------------------------------- Spese generali del committente....                      |10,4   |2,0
 
 che  il  costo  delle diverse categorie di opere e' stato desunto sulla  base  di  un  costo  tipologico di riferimento, individuato in relazione   ad   opere  similari  gia'  realizzate  o  frequentemente impiegate  negli  interventi  ferroviari e con richiamo all'elaborato prodotto  dalla Societa' Italferr nel gennaio 2003 per la valutazione dei progetti preliminari ex c.d. «legge obiettivo»;
 che   sulla  base  delle  prescrizioni  effettuate  dagli  organi istituzionali  competenti e delle valutazioni specifiche condotte dal soggetto  aggiudicatore  sono  stati  determinati in 3.340.000 euro i maggiori   oneri  connessi  a  ulteriori  lavori  richiesti  in  sede istruttoria;
 che,  pertanto,  il  costo  complessivo dell'intervento ammonta a 532.340.000 euro;
 che   l'importo  di  529.000.000  euro  risulta,  secondo  quanto dichiarato  dal  soggetto aggiudicatore, finanziato dalle risorse del Contratto di programma 2001-2005;
 che il costo residuo di 3.340.000 di cui sopra viene ipotizzato a carico   delle   risorse   che  verranno  richieste  nell'ambito  dei fabbisogni  del  PPI  per  gli  anni  successivi,  qualora  non venga riassorbito,   in   fase  di  progettazione  definitiva,  dalla  voce «imprevisti» di cui al quadro economico di progetto preliminare;
 Delibera:
 1. Approvazione progetto preliminare.
 1.1.  Ai   sensi   e  per  gli  effetti  dell'art.  3  del  decreto legislativo  n.  190/2002,  nonche' ai sensi dell'art. 10 del decreto del  Presidente  della  Repubblica  n.  327/2001, come modificato, da ultimo,  dal  decreto  legislativo  n. 330/2004, e' approvato, con le prescrizioni   e   raccomandazioni   proposte   dal  Ministero  delle infrastrutture  e  dei  trasporti, anche ai fini dell'attestazione di compatibilita'  ambientale e dell'apposizione del vincolo preordinato all'esproprio  il  progetto  preliminare  del «raddoppio della tratta ferroviaria Spoleto-Terni».
 E'  conseguentemente  perfezionata,  ad  ogni  fine  urbanistico ed edilizio, l'intesa Stato-regione sulla localizzazione dell'opera.
 1.2.   Ai sensi del citato art. 3, comma 3, del decreto legislativo n.  190/2002,  l'importo  di 532.340.000 euro, di cui alla precedente «presa d'atto», costituisce il limite di' spesa dell'intervento.
 1.3. Le  prescrizioni  citate  al  punto 1.1, a cui e' condizionata l'approvazione  del  progetto,  sono  riportate  nell'allegato 1, che forma parte integrante della presente delibera.
 Le  raccomandazioni  proposte  dal Ministero delle infrastrutture e dei   trasporti   sono   riportate   nell'allegato 2:   il   soggetto aggiudicatore, qualora ritenga di non poter dar seguito a qualcuna di dette raccomandazioni, fornira', al riguardo, puntuale motivazione in modo  da  consentire  al  citato  Ministero  di  esprimere le proprie valutazioni  e  di  proporre  a  questo Comitato, se del caso, misure alternative.
 2. Copertura finanziaria.
 Il  Ministero  delle  infrastrutture  e  dei  trasporti, in sede di sottoposizione del progetto definitivo a questo Comitato, provvedera' a  confermare  che  l'importo  di 529.000.000 euro, corrispondente al costo  base  del progetto, trova copertura nel Contratto di programma con  RFI  2001-2005 e nei relativi «addendum», riportando comunque in apposito  prospetto il riepilogo delle fonti di copertura finanziaria di  detto  costo  e del costo aggiuntivo conseguente all'accoglimento delle  prescrizioni, fermo restando che, qualora necessaria, la quota complessiva  da porre a carico delle risorse destinate all'attuazione del   1°   Programma  delle  infrastrutture  strategiche  non  potra' superare,  salva compensazione con altra opera, quella indicata nella richiamata delibera n. 121/2001.
 3. Disposizioni finali.
 3.1.  Il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti provvedera' ad  assicurare,  per  conto  di questo Comitato, la conservazione dei documenti   componenti  il  progetto  preliminare  approvato  con  la presente delibera.
 3.2. La Commissione VIA procedera', ai sensi dell'art. 20, comma 4, del  decreto legislativo n. 190/2002, a verificare l'ottemperanza del progetto   definitivo   alle   prescrizioni   del   provvedimento  di compatibilita'  ambientale  e  ad  effettuare gli opportuni controlli sull'esatto  adempimento  dei contenuti e delle prescrizioni di detto provvedimento.
 Il  Ministero  delle  infrastrutture  e  dei  trasporti, in sede di approvazione   della   progettazione   definitiva,  provvedera'  alla verifica  di  ottemperanza alle altre prescrizioni che debbono essere recepite in tale fase.
 Il   soggetto   aggiudicatore   procedera'   alla   verifica  delle prescrizioni  che  debbono  essere  attuate  nelle  fasi  successive, fornendo  assicurazione al riguardo al Ministero delle infrastrutture e  dei  trasporti,  e  curando,  tra  l'altro, che le prescrizioni da assolvere   nella   fase   di  cantierizzazione  siano  inserite  nel capitolato  speciale  di  appalto e poste a carico dell'esecutore dei lavori.
 3.3.  Questo  Comitato  si  riserva,  in  fase  di approvazione del progetto   definitivo   dell'opera   e  in  adesione  alle  richieste rappresentate  nella  citata  nota  del  coordinatore del Comitato di coordinamento  per l'alta sorveglianza delle grandi opere, di dettare prescrizioni intese a rendere piu' stringenti le verifiche antimafia, prevedendo,  tra  l'altro,  lo  svolgimento di accertamenti anche nei confronti  degli  eventuali  subcontraenti e subaffidatari e forme di monitoraggio durante la realizzazione dei lavori.
 3.4.  Il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti provvedera' a  svolgere  le  attivita'  di  supporto intese a consentire a questo Comitato  di  espletare  i  compiti  di vigilanza sulla realizzazione delle  opere  ad  esso  assegnati dalla normativa citata in premessa, tenendo conto delle indicazioni di cui alla delibera n. 63/2003 sopra richiamata.
 3.5.  Il  codice  unico di progetto (CUP), assegnato al progetto in argomento,  ai  sensi della delibera n. 24/2004, va evidenziato nella documentazione amministrativa e contabile riguardante l'intervento di cui alla presente delibera.
 Roma, 27 maggio 2005
 
 Il Presidente delegato
 Siniscalco Il segretario del CIPE
 Baldassarri
 
 Registrato alla Corte dei conti il 28 dicembre 2005 Ufficio di controllo atti Ministeri economico-finanziari,
 registro n. 6 Economia e finanze, foglio n. 181
 |  |  |  | Allegato 1 PRESCRIZIONI PROPOSTE DAL
 MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI
 
 Si prescrive al proponente l'opera di:
 condurre   in   fase   di  progetto  definitivo  dell'opera  un approfondito  programma di indagini geologiche e idrogeologiche sulla idrostruttura interessata dal tracciato;
 effettuare   nello   sviluppo  del  progetto  definitivo  delle elaborazioni  integrative  e  un  programma  dettagliato  di indagini riguardanti:
 il  monitoraggio  idrogeologico  e  idrochimico  su  sorgenti (puntuali  e lineari) e pozzi, sia in condizioni non perturbate (ante operam),  al fine di stabilire il punto zero), sia in corso d'opera e sia nei primi anni di esercizio (post operam);
 la  rappresentazione,  descrizione o stima quantitativa anche con  eventuale  modellazione  numerica, soprattutto per gli acquiferi appenninici,  (da  ripetere ante, durante e post operam) dei seguenti elementi:  configurazioni  piezometriche,  naturali  e  indotte dalla realizzazione delle opere di tracciato; volumi eventualmente drenati; parametri   idrodinamici   sperimentali;   bilancio  idrogeologico  e qualita'  delle  acque;  effetti  sulle  emergenze  naturali  e sulle captazioni  esistenti;  modalita' realizzative ed effetti delle opere di  mitigazione.  Tale programma dovra' essere anche finalizzato alla valutazione  dell'eventuale interferenza delle attivita' di progetto, e  in  particolare  di  scavo  dei tratti in galleria, con il sistema idrogeologico  e  con  gli  interventi  gia' previsti dal Piano degli interventi definito nell'ambito della situazione di emergenza idrica, interventi  peraltro  in  parte  gia'  finanziati  dallo  stesso CIPE (Comitato  Interministeriale  per  la  Programmazione  Economica).  I risultati  delle indagini dovranno anche consentire la definizione di un opportuno «punto zero» dell'ambiente idrogeologico interessato dal progetto  con  il  relativo  coinvolgimento  dei  competenti  Servizi regionali e l'ARPA Umbria;
 predisporre    in   fase   di   progettazione   definitiva   un approfondimento  delle  misure  di  mitigazione  delle attivita' gia' individuate  nel  SIA  e  definire  un  piano  di  monitoraggio delle componenti  ambientali  soggette  agli  impatti piu' significativi da concordare con l'ARPA Umbria;
 considerare in fase di progettazione definitiva la possibilita' del  rifacimento  del cavalcavia che interessa via Guglielmo Marconi, in  modo da mettere in sicurezza un punto strategico della viabilita' spoletina, in particolare quella pedonale;
 sviluppare   gli  interventi  di  mitigazione  e  le  opere  di compensazione,  cosi' come proposti nello Studio d'Impatto Ambientale esaminato  e  sue  integrazioni,  ed  integrarli,  dettagliandone  la localizzazione,  la  tipologia,  le modalita' di esecuzione e i costi analitici
 inserire   nei   documenti   progettuali  relativi  agli  oneri contrattuali  le prescrizioni relative alla mitigazione degli impatti in fase di costruzione e di cantiere;
 anticipare  nel  programma  lavori,  per  quanto  possibile, la realizzazione  delle  opere di mitigazione e compensazione ambientale rispetto alla realizzazione delle opere in progetto;
 dettagliare  i  quantitativi e le caratteristiche dei materiali di  scavo. Per lo smaltimento di quelli di esubero, definire il Piano di  deposito  temporaneo  e  di  smaltimento, individuando le aree di stoccaggio  definitivo. Prevedere le modalita' di conservazione della coltre  vegetale derivante dagli scavi previsti lato Spoleto nel caso se ne preveda il riutilizzo;
 predisporre  i  progetti  di  coltivazione e di recupero per le cave di prestito e deposito, in accordo alla normativa nazionale ed a quella regionale;
 predisporre quanto necessario per adottare, prima della data di consegna  dei  lavori, un Sistema di Gestione Ambientale dei cantieri secondo  i  criteri  di  cui  alla  norma ISO 14001 o al Sistema EMAS (regolamento CE 761/2001);
 definire  la  dislocazione  delle  aree operative e la relativa logistica,  privilegiando  aree  interstiziali  o  prive di vincoli e riducendo   comunque  al  minimo  l'occupazione  di  aree  di  pregio ambientale;
 predisporre  un piano di circolazione dei mezzi d'opera in fase di  costruzione,  che  abbia  valenza  contrattuale  e che contenga i dettagli  operativi  di  questa  attivita'  in  termini  di: percorsi impegnati;   tipo   di   mezzi;  volume  di  traffico,  velocita'  di percorrenza,  calendario e orari di transito; percorsi alternativi in caso di inagibilita' temporanea dei percorsi programmati; percorsi di attraversamento  delle  aree  urbanizzate;  messa in evidenza, se del caso, delle misure di salvaguardia degli edifici sensibili;
 dettagliare  la  qualita'  e  quantita' delle emissioni e degli scarichi in fase di cantierizzazione e le misure proposte per evitare il superamento dei limiti previsti dalla normativa vigente;
 elaborare  un  progetto  di  Monitoraggio Ambientale secondo le Linee Guida predisposte dalla Commissione Speciale VIA;
 approfondire   la   valutazione  degli  impatti  sull'atmosfera causati   dall'emissione   di   polveri   e  degli  altri  principali inquinanti, nella fase di cantiere, applicando modelli matematici per la  stima  revisionale delle concentrazioni al suolo ed in atmosfera, ed  utilizzando  i dati meteoclimatici significativi ricavabili dalle stazioni  meteorologiche  e  definire  dettagliatamente  le  relative misure di mitigazione;
 dettagliare   la  stima  dei  potenziali  impatti  dovuti  alla realizzazione  e  manutenzione  del  camino  di fuoriuscita fumi, che prevede  il  passaggio di mezzi attraverso il SIC IT5210069 Boschi di Montebibico  (Monti  Martani)  e  le relative misure di mitigazione e compensazione;
 tenere  conto,  per  le  opere  di attraversamento del Torrente Tesino  (Comune  di  Spoleto)  delle Norme Tecniche di Attuazione del piano   Straordinario   Aree   a   Rischio   Idrogeologico  approvate dall'Autorita'  di  Bacino  del Fiume Tevere e sottoporre il progetto definitivo  dell'opera alle Autorita' competenti (Autorita' di Bacino e Autorita' Idraulica);
 prevedere  per  la  fase  di  scavo delle gallerie: la verifica puntuale  della  stabilita'  delle  zone  di  imbocco con particolare riguardo   agli   effetti  provocati  da  eventuali  depressioni  e/o escursioni   del   livello   delle  falde  in  esse  localizzate;  la predisposizione,  allo  sbocco  delle  gallerie,  di  un  sito per la misurazione  delle  acque  eventualmente  drenate; la redazione di un protocollo  procedurale relativo alla gestione delle emergenze dovute alla  captazione delle acque; un sistema di collettamento delle acque inquinate da oli, carburanti e altri inquinanti dai cantieri di scavo delle  gallerie, al fine di non inquinare le eventuali venute d'acqua di falda;
 approfondire  la  caratterizzazione degli acquiferi interferiti dall'opera  di progetto con indagini geologiche e geognostiche, anche di  tipo  geofisico.  Inoltre  prospettare le misure di compensazione ambientale   degli  eventuali  abbassamenti  della  falda.  Garantire l'approvvigionamento  idrico  delle  aree  interessate approntando un piano  di  approvvigionamento  idrico  alternativo nel rispetto della legge  n.  36/1994  -  Disposizioni  in  materia  di risorse idriche. Adottare,  ove  possibile,  tutti  gli accorgimenti idonei ad evitare che,  in fase di scavo e nelle fasi successive, si possano verificare abbassamenti   della   falda  che  provochino  impatti  sull'ambiente esterno;
 prevedere, per quanto riguarda il ripristino della vegetazione, l'impiego  di  specie appartenenti alle serie autoctone, raccogliendo eventualmente in loco il materiale per la loro propagazione (sementi, talee,   ecc.)   al   fine  di  rispettare  la  diversita'  biologica (soprattutto  in  prossimita'  di  aree  protette) e di consentire la produzione di materiale vivaistico;
 sviluppare  le  opere  di  sistemazione  a verde, di ripristino ambientale  e  di  rinaturazione  previste in progetto, applicando le tecniche  dell'ingegneria  naturalistica.  Assumere  come riferimento «Linee  guida  per  capitolati  speciali per interventi di ingegneria naturalistica e lavori di opere a verde» del Ministero dell'Ambiente, Servizio  VIA, settembre  1997, e altri manuali qualificati quali, ad esempio «Atlante delle opere di sistemazione dei versanti» dell'APAT, 2002,  «Quaderno  delle opere tipo di ingegneria naturalistica» della Regione  Lombardia  2000  e  il «Manuale di Ingegneria naturalistica» della Regione Lazio, 2001;
 approfondire  la  caratterizzazione  dello  stato del paesaggio nell'ambito  del  monitoraggio  ante  operam,  anche  con  un rilievo fotografico  esteso  ad  una  fascia profonda almeno 100 m dai limiti delle  aree di particolare sensibilita' paesaggistica, di cantiere da ripristinare,  interessate  da  misure  mitigatrici,  interessate  da eventuali opere da dimettere;
 approfondire    l'analisi    dell'intervisibilita'   dell'opera riferendola  ai  gruppi  di percettori piu' significativi (residenti, transitanti  sulle  infrastrutture di trasporto, fruitori degli spazi agricoli,     spazi    panoramici)    per    consentire    l'adeguata integrazione/modifica alle misure mitigatrici previste in progetto;
 approfondire  e verificare l'analisi previsionale del rumore in fase  di  esercizio  e  di  cantiere,  verificandone  i  livelli  sui ricettori nelle condizioni piu' critiche;
 specificare  la  localizzazione, la tipologia e le modalita' di realizzazione  delle  opere  di  mitigazione  acustica, assicurandone l'inserimento  paesaggistico  e  privilegiando l'adozione di barriere acustiche integrate con barriere a verde;
 approfondire  l'elaborazione  degli  interventi  di mitigazione delle  vibrazioni  cosi'  da  garantire  il rispetto dei limiti delle norme UNI 9614;
 prevedere nel progetto dei tratti di galleria artificiali (lato Terni)  la  messa  in opera di elementi drenanti che garantiscano nel tempo  la  stabilizzazione  dei  livelli  piezometrici,  riducendo al minimo le soluzioni di continuita' degli acquiferi;
 per  le  localita'  (lato Spoleto) poste al livello tra 350/450 metri s.l.m. quali la collinetta della Pittura, Monte Pincio, Pie' di Colle,  Colle Risana ed il suo nucleo insediativo sara' necessario un ulteriore attento studio del territorio che possa individuare le piu' opportune  ed  efficaci  operazioni  di  rimodellamento  del  terreno secondo  le  caratteristiche originarie dell'ambito paesaggistico per le opere lato Terni, solo in alcuni tratti, la vicinanza del torrente Serra  comporta  interferenze  con il paesaggio fluviale di interesse paesaggistico.   Per   tali   aree,   sara'   necessario  uno  studio particolareggiato   in  fase  di  progetto  esecutivo  prevedendo  il maggiore allontanamento possibile della nuova linea ferroviaria dalle sponde del torrente;
 effettuare  i lavori di scavo in superficie alla presenza di un archeologo   professionista   della   Soprintendenza   per   i   Beni Archeoloqici  dell'Umbria,  che  curi la documentazione scientifica e tecnica  degli  eventuali  rinvenimenti  archeologici.  In  tal  caso dovranno essere adottate, di concerto con la Soprintendenza, tutte le misure atte ad assicurare la tutela dei contesti rinvenuti;
 prevedere,    in   fase   di   progettazione   definitiva,   la progettazione  delle  opere di mitigazione nelle aree interessate dal tratto  in  rilevato  (pianura di Spoleto). Si deve porre particolare attenzione  all'inserimento  ambientale  e  alla qualita' progettuale delle  opere  d'arte da realizzarsi all'aperto lato Spoleto: il Ponte sul  Torrente  Cinquaglia,  il  viadotto  per  l'attraversamento  del torrente  Tessino e della S.P. 418 Spoletina e la paratia di sostegno da realizzarsi tra la prog. 21+150 e 21+350;
 devono  essere individuate soluzioni progettuali che contengano quanto   piu'   possibile  l'intervento  di  progetto  sul  tracciato esistente della strada di Colle Risana, mantenendo la possibilita' di lettura e di percezione visiva dell'antico tracciato stradale insieme agli  alberi  che  lo  delimitano. A tal fine deve essere valutata la possibilita'  di ubicare in maniera diversa il campo industriale allo sbocco  della  galleria  lato  Spoleto  e particolare attenzione deve essere  data  alla  progettazione  della  viabilita' di servizio e di raccordo  prevista  in  questa area, nonche' al ripristino delle aree destinate  a  campi  industriali  al termine dell'opera. Alla luce di quanto  esposto  tra  le  alternative  del  tracciato lato Spoleto si ritiene   da   preferire   la   Soluzione   4   (SP/b),  che  prevede l'attraversamento  della  cava  Cementir,  in  quanto  interviene  in maniera piu' marginale nelle aree di interesse sopra segnalate;
 descrivere  in  maniera  piu'  dettagliatala  sistemazione o il riutilizzo dello smarino risultante dalle opere di scavo.
 |  |  |  | Allegato 2 RACCOMANDAZIONI PROPOSTE DAL MINISTERO
 DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI
 
 Si raccomanda al proponente l'opera di:
 Torrente Tessino: in considerazione delle elevate velocita' della corrente  idrica,  dell'elevato  trasporto  solido  e  di vegetazione durante  eventi  di  piena  ed  in  considerazione anche dell'elevata erodibilita'  dell'alveo,  si  ritiene  opportuno che vengano evitate pile in alveo e che pertanto la linea ferroviaria nuova attraversi il torrente  con  ponte  a  campata unica; in subordine si puo' ritenere accettabile,  solo  salvo  successive  verifiche  idrauliche anche in condizioni  di  «alveo  mobile» ed accurato studio di quantificazione del  trasporto solido, la realizzazione di un ponte ferroviario a tre campate  con  due  pile  collocate nelle golene in posizione centrale alle  stesse.  Data  la  coesistenza  temporanea  del nuovo ponte con l'attuale,  le  pile dovranno essere allineate con le vecchie e senza lasciare spazi vuoti.
 Le  spalle  e  le pile (qualora queste ultime vengano previste in progetto)  e  le  relative  fondazioni  dovranno essere calcolate per garantire  la  loro  resistenza  strutturale  anche  in condizioni di escavazione operata dal torrente ad una quota inferiore di almeno 2,5 m  rispetto  alla  quota  di  fondo  alveo  di  progetto  valutata in corrispondenza  del  ponte.  Le  pile e le spalle saranno protette in fondazione  dall'azione  erosiva  dell'acqua con tecniche efficaci di protezione  come  apposizione di massi squadrati di idonee dimensioni legati  tra  loro  ovvero  mediante  interventi  diversi proposti dal progettista.  La forma delle pile dovra' essere attentamente studiata onde ridurre le spinte idrauliche sulle stesse e le perdite di carico idraulico  attraverso  il  ponte,  indotte dalle elevate velocita' in gioco.   Entrambe   le   spalle   dovranno  essere  in  linea  con  i corrispondenti   muraglioni   arginali  che  delimitano  l'alveo.  La geometria  del tratto d'alveo interessata dall'attraversamento dovra' essere  stabilizzata  ripristinando  la funzionalita' idraulica delle due   soglie  prossime  al  ponte  a  monte  e  a  valle,  rivestendo eventualmente per intero il tratto d'alveo compreso tra le stesse, in accordo  con  il Consorzio della Bonificazione Umbra, competente alla manutenzione   ordinaria   e   straordinaria  del  torrente  Tessino, classificato  per  opere  idrauliche di 3ª categoria. Dovranno essere eliminate  le  pile  e  le spalle, ancora in alveo, del vecchio ponte demolito  adiacente al ponte esistente a monte dello stesso. Il ponte dovra'  essere  progettato  in  modo  da consentire che la portata di progetto  transiti  con  un  franco  di  almeno 1,50 m e con la linea dell'energia  (linea dei carichi totali) a quota inferiore alla quota d'intradosso e che il rigurgito indotto dal ponte stesso non provochi inondazione  a monte degli edifici posti in destra idraulica oltre il muraglione  d'argine. La verifica idraulica dovra' essere condotta in regime  di  moto  stazionario  per una portata di progetto (al picco) duecentennale o superiore per tutto il tratto d'alveo esteso da 150 m oltre  il ponte pedonale a valle dell'opera in argomento fino a 150 m a  monte  del ponte dell'Unita' d'Italia, tenendo accuratamente conto delle  opere  idrauliche  presenti ed eventualmente in progetto e dei diversi  regimi  di  funzionamento  idraulico  dei ponti compresi nel tratto  in studio. La verifica idraulica dovra' essere condotta nelle seguenti  quattro  condizioni: 1. stato attuale, 2. stato di progetto 1ª  fase  (ponte  ferroviario  nuovo affiancato al ponte attuale), 3. stato  di  progetto  2ª fase (ponte ferroviario nuovo completato), 4. assenza di qualunque ponte ferroviario.
 Il  calcolo  idrologico per la definizione della portata al picco di  piena  dovra'  essere  basato  sull'idrogramma  unitario o meglio sull'idrogramma    unitario    istantaneo   geomorfologico,   tenendo debitamente conto delle caratteristiche geolitologiche del sottosuolo e  del  suolo  e  dell'uso dello stesso. Se invece gia' ufficialmente disponibili,  si  dovranno  utilizzare  le  portate di riferimento in funzione dei tempi di ritorno e le fasce fluviali del Piano d'Assetto idrogeologico (P.A.I.) dell'Autorita' di Bacino per il Fiume Tevere.
 Si ritiene inoltre indicare che, poiche' l'attraversamento ricade in  area  classificata a rischio idraulico R4 dal Piano Straordinario Aree  a  Rischio  Idrogeologico Molto Elevato (approvato dal Comitato istituzionale  dell'Autorita' di Bacino del Fiume Tevere con delibera n.  85  del  29 ottobre 1999), ai sensi dell'art. 2 comma 2d Norme di Attuazione  del Piano Straordinario stesso, il progetto dell'opera in argomento, a partire dalla fase definitiva, debba essere esaminato in sede  di  Conferenza  di Servizi con la necessaria partecipazione sia dell'Autorita'   di   Bacino  del  Fiume  Tevere  sia  dell'Autorita' Idraulica  competente che nella fattispecie e' il Servizio Difesa del Suolo Cave Miniere Acque Minerali della Regione Umbria.
 Fosso  Cinquaglia:  la  luce  del ponte dovra' essere debitamente incrementata  per consentire di disporre le pile a distanza minima di 2,0 m dai punti piu' vicini del piede dell'argine (attraversamento in obliquo  di  un  tratto  di corso d'acqua in curva), oppure si valuti l'ipotesi  di  deviare  il  corso d'acqua per migliorare la geometria dell'attraversamento.   In   considerazione   della  presenza  di  un restringimento  d'alveo in corrispondenza del ponticello dell'attuale linea ferroviaria, dovra' essere effettuata una verifica idraulica in moto  stazionario  del tratto di fosso comprendente l'attraversamento in  argomento  a  partire  da circa 30 m a valle del ponticello sulla strada  Spoleto-Acquasparta  fino  a  circa 50 m a monte del ponte in progetto con una portata di picco avente tempo di ritorno di duecento anni  o  superiore,  calcolabile  anche  con  metodi semplici come le formule razionali.
 Torrente  Serra:  l'occupazione della valle del torrente Serra in destra  idraulica  con  il cantiere della galleria ferroviaria dovra' avvenire  all'esterno della fascia inondabile per inondazione diretta con  tempo  di ritorno cinquantennale mentre tutte le attrezzature di cantiere nonche' il materiale di scavo della galleria dovranno essere protetti   a   mezzo   argini  provvisori  dalle  inondazioni,  anche indirette,  conseguenti  a portate idriche duecentennali o superiori. Di  cio'  dovra'  essere  data esaustiva dimostrazione in un'apposita relazione  idraulica  nella quale i calcoli idrologici e le verifiche idrauliche  siano condotti con la medesima impostazione ed i medesimi criteri  richiesti  nel  caso  del  torrente  Tessino.  Il  ponte sul torrente Serra per l'accesso al cantiere della galleria dovra' essere idraulicamente  verificato  per  una portata al picco avente tempo di ritorno  di  duecento anni o superiore. I relativi calcoli idrologici ed  idraulici  dovranno  essere  effettuati  secondo  i  criteri gia' indicati  per  il  torrente  Tessino.  Se  invece  gia' ufficialmente disponibili,  si  dovranno  utilizzare  le  portate di riferimento in funzione  dei  tempi di ritorno le fasce fluviali del Piano d'Assetto Idrogeologico  (P.A.I.) dell'Autorita' di Bacino per il Fiume Tevere, esposti  nel  caso  del  torrente  Tessino.  Qualora al momento della progettazione definitiva il Piano di Assetto Idrogeologico fosse gia' approvato,  per quanto riguarda il cantiere della galleria, si dovra' fare riferimento alla disciplina del Piano stesso.
 Fosso  Toano:  dovranno essere verificati in moto stazionario per una  portata di piena duecentennale o superiore sia l'attraversamento della  linea  ferroviaria  attuale  il  quale appare in prima analisi insufficiente,  sia  l'attraversamento  della  linea  ferroviaria  in progetto il quale, in considerazione dello sfalsamento altimetrico di circa  14 m tra i due «piani del ferro» dovra' presumibilmente essere progettato  come  «ponte canale». La verifica idraulica dovra' essere condotta per l'intero tratto di corso d'acqua esteso dalla confluenza con  il torrente Serra fino a circa 70 m a monte dell'attraversamento di  via  Monte Vettore, la corretta funzionalita' idraulica del quale e'  di  fondamentale  importanza  al  fine di evitare inondazioni del sottopasso di via Monti Martani e della sottostante linea ferroviaria in  progetto,  prevista  in  questo punto in galleria artificiale. La verifica  idraulica,  che dovra' dimostrare ii transito della portata di  progetto  con franchi di almeno 1,0 m dovra' inoltre tenere conto del  possibile  fenomeno di rigurgito alla confluenza con il torrente Serra,  conseguente  ad  un livello idrico di quest'ultimo indotto da una  portata pari ad almeno `/4 della portata di picco duecentennale. Il  calcolo  idrologico  puo'  essere  effettuato  anche  con  metodi razionali.
 Canale  Sersimone:  l'attraversamento ferroviario mediante sifone dovra'   essere  attentamente  calcolato  e  progettato  seguendo  il criterio  di  contenere  al  massimo  le  perdite di carico idraulico dovute  all'imbocco,  allo  sbocco  ed alle deviazioni della condotta stessa. Dovranno inoltre essere verificati anche i tratti di canale a cielo   aperto   estesi   per   circa  100  m  a  monte  ed  a  valle dell'attraversamento  poiche'  il  loro  funzionamento e' influenzato dalle  predette  perdite  di  carico. Le verifiche idrauliche in moto stazionario   da   effettuare   per   le   portate  piu'  gravose  di funzionamento,  anche eccezionali, dovranno garantire il contenimento dell'acqua  all'interno  dell'alveo con adeguato franco. Data inoltre la  vulnerabilita'  dell'attraversamento  agli  intasamenti  e'  bene prevederne la realizzazione mediante due o piu' tubazioni.
 In  generale:  qualunque  altro  attraversamento di corsi d'acqua minore  non  evidente  nella  presente fase progettuale dovra' essere oggetto   di   verifiche   idrauliche   nella   successiva   fase  di progettazione  definitiva.  Le indicazioni rappresentate in relazione agli  aspetti  idraulici non possono essere intese come esaustive ne' tassative.   Potranno  pertanto  essere  integrate  e/o  parzialmente modificate   a   seguito   delle   risultanze  degli  approfondimenti progettuali  in  materia  idraulica  richiesti per la successiva fase progettuale definitiva con il presente rapporto.
 In  fase di progettazione definitiva ed esecutiva dovranno essere approfonditi  gli aspetti legati agli attingimenti idrici complessivi previsti durante le attivita' di cantiere, con indicazione di massima delle   fonti   di  approvvigionamento  individuate  e  dei  relativi quantitativi emunti; tale informazione dovra' essere utilizzata anche al fine di una ottimale predisposizione del programma di monitoraggio in  corso d'opera previsto; la gestione di tutte le acque di cantiere dovra'  in  ogni  caso essere effettuata nel rispetto della normativa vigente.
 Per  i tratti in galleria dovra' essere valutata la necessita' di predisporre  sistemi  di  captazione  e  di contenimento di eventuali sversamenti  accidentali che si possono originare dai convogli merci, nonche'  sistemi  di collettamento, trattamento e scarico delle acque di  dilavamento della sede ferroviaria e delle acque intercettate dai drenaggi della galleria stessa.
 Risultati  del  monitoraggio  ante-operam, da realizzarsi insieme alle  indagini  idrogeologiche  previste per la fase di progettazione definitiva   (con   particolare   riferimento  a  quelle  sui  tratti interessati  dallo scavo delle gallerie), dovranno essere raccolti in una  relazione  di  sintesi che permetta di definire con chiarezza la «situazione  zero»  per l'ambiente idrico; tale relazione, che potra' ricomprendere  anche  i  dati ambientali gia' disponibili presso ARPA Umbria,  dovra' essere utilizzata come base per la predisposizione di un  programma  di  monitoraggio  in  corso  d'opera da sviluppare con l'ARPA Umbria.
 Si  raccomanda,  una  volta  precisati  i  percorsi di cantiere e stimato il traffico giornaliero di mezzi pesanti previsto su ciascuno di  essi, la predisposizione di un programma di monitoraggio in corso d'opera  del  livello  delle  polveri  aerodisperse, da sviluppare in collaborazione con l'ARPA Umbria;
 Un  censimento  delle situazioni di criticita' geomorfologica, in cui  riportare  non  solo  gli  imbocchi gallerie e le frane attive e quiescenti,  ma anche le DGPV, le conoidi alluvionali attive/inattive in  relazione anche a tutte le altre situazioni di rischio potenziale (scavi,  trincee,  sottopassi,  ecc.);  per  ogni situazione dovranno essere   previste   nel   progetto   definitivo  adeguate  misure  di mitigazione  del  rischio  idrogeologico  ed  effettuate verifiche di stabilita',  almeno  una  per  ciascun sito in dissesto, considerando l'eventuale presenza di falde acquifere e azione sismica, avendo cura di  introdurre  nei  calcoli  i  parametri  sismici  propri dell'area considerata.
 Un   programma   di   indagini  geognostiche  e  delle  prove  di laboratorio;  i  parametri  geotecnici  da  utilizzare nei calcoli da allegare  al  progetto  definitivo  dovranno  essere  sperimentati  e ricavati puntualmente per ciascun sito.
 Dovra'  essere approfondita in maniera affidabile la quantita' di materiale di scavo che verra' prodotta nonche' le modalita' della sua movimentazione  con  i  relativi  flussi  veicolari;  dovranno essere progettati  nel dettaglio gli eventuali interventi di riambientamento dei  siti  di  cava  che  saranno  effettivamente realizzati in corso d'opera con il materiale proveniente dallo scavo delle gallerie.
 Alla  luce  della  possibilita'  che gli scavi per la costruzione delle  gallerie interferiscano con il processo di infiltrazione delle acque  verso  la  falda  con  conseguenze che vanno dall'inquinamento delle  acque  al  prosciugamento di pozzi e/o sorgenti, e' necessario predisporre   un  approfondito  piano  di  monitoraggio  delle  acque profonde  che  dovra'  essere  attivato un anno prima dell'inizio dei lavori.  La  scelta  dei  punti  di campionamento e/o controllo delle frequenze  e  dei  parametri  da  monitorare  andranno concordati con l'ARPA e, per quanto di competenza, con la ASL n. 3 e la ASL n. 4. Si ritiene  tuttavia  di  suggerire  che,  almeno  per tutta la fase dei lavori,   i  controlli  analitici  abbiano  cadenza  mensile  per  il parametro «Ossidabilita» o «TOC» cioe' per il parametro che meglio di altri  e' in grado di evidenziare un'eventuale contaminazione di tipo organico nelle acque di falda.
 Andranno  adottati  opportuni  accorgimenti  costruttivi  di tipo idraulico  tali da assicurare il costante svuotamento delle vasche di raccolta  almeno  dopo  ogni evento piovoso significativo assicurando comunque  il  tempo  necessario  alla  sedimentazione  del  materiale indisciolto.  Si  raccomanda  di  adottare,  nei  piani  di sicurezza previsti dalla vigente normativa in materia di sicurezza e igiene sui luoghi   del   lavoro,   una   sezione  specificamente  rivolta  alla prevenzione  e  alla  gestione  di  potenziali  incidenti che possano coinvolgere  sia  i  mezzi  e  le  attrezzature  di  cantiere sia gli automezzi   e   i   veicoli   esterni,  con  conseguente  sversamento accidentale  di  liquidi  pericolosi; quali ad esempio segnaletica di sicurezza,  procedure  operative di stoccaggio e movimentazione delle sostanze  pericolose,  procedure  operative  di conduzione automezzi, piano  di  emergenza per la gestione di episodi di inquinamento delle matrici  ambientali  con  relativa  previsione di risorse e dotazioni allocate  allo  scopo;  si  raccomanda  che tale sezione dei piani di sicurezza sia sviluppata con il coinvolgimento della ARPA Umbria.
 Sono  da  evitare  nei  Campi Industriali depositi di carburanti, lubrificanti  sia  nuovi  che  usati  o altre sostanze potenzialmente inquinanti   che   non   vengano  stoccati  in  luoghi  appositamente predisposti  e  attrezzati  con  platee impermeabilizzate, sistemi di contenimento, pozzetti di raccolta, tettoie, ecc.
 Sono   da   evitare   nei  Campi  Industriali  le  operazioni  di manutenzione  e  lavaggio  delle attrezzature e macchinari, salvo che tali  operazioni  vengano svolte in apposite platee impermeabilizzate attrezzate come al punto precedente.
 Sono   da   individuare,   per  il  Campo  Industriale  posto  in prossimita'   del   Torrente   Serra  nonche'  per  le  attivita'  di costruzione del viadotto sul Torrente Tessino, opportuni accorgimenti volti   ad   evitare   significativi   rilasci  in  alveo  di  solidi sedimentabili  e  materiali grossolani o fuoriuscite di acqua mista a cemento  durante  le  fasi  di  getto  in  alveo;  la costruzione del viadotto   dovra'   in   particolare  essere  gestita  attraverso  la predisposizione  di  uno specifico piano di cantierizzazione, volto a minimizzare l'impatto sull'ecosistema fluviale.
 Le  numerose  aree  di cantiere (campi industriali) costituiranno sicuramente  fonti  di  inquinamento  soprattutto per quanto riguarda polveri e rumore. Particolarmente critici risultano essere i cantieri C1S3 (area di Spoleto) e CITI, CI T2, CI T4 (area di Terni) in quanto ubicati  in  prossimita'  di  edifici e/o quartieri residenziali. Per queste   aree  pertanto  sara'  opportuno  predisporre  un  piano  di monitoraggio  della qualita' dell'aria e del rumore da concordare con ARPA  e,  nel caso di superamento dei limiti previsti dalla normativa vigente,  dovranno  essere  messi  in atto efficaci interventi atti a riportare  entro  i  limiti  i  valori degli inquinanti ed a mitigare l'impatto   degli  stessi  sulla  popolazione.  Il  controllo  dovra' iniziare  prima  dell'inizio  dell'attivita' di cantiere e proseguire sino   a  quando  i  cantieri  citati  saranno  stati  smantellati  e riambientati.  Per  tali  aree dovranno essere adottate idonee misure atte ad evitare l'esposizione della popolazione a polveri e rumore.
 Relativamente  alle problematiche legate al rumore si ritiene che le  opere di mitigazione che verranno realizzate dovranno essere tali da  garantire,  per  il periodo notturno, il rispetto della soglia di 35dB  all'interno  del  Centro  per  anziani di Terni e dell'istituto Bonilli  (casa  di  cura  per  disabili)  di  Spoleto.  Si raccomanda l'adozione  di tutti i provvedimenti necessari per la limitazione dei livelli   di   polverosita'   dell'aria,   rumorosita'  e  vibrazioni ricorrendo  a macchinari e attrezzature di tecnologia moderna nonche' a  schermature  dei cantieri posti in prossimita' di aree sensibili e degli  eventuali  impianti  di betonaggio funzionali alla costruzione stessa,  attraverso  interventi  di  ingegneria  naturalistica.  Tali accorgimenti  dovranno  essere  particolarmente  curati  in  fase  di esercizio  dell'attivita'  di  triturazione inerti e di realizzazione della galleria sottostante l'abitato di Villa Pincio, zona Spoleto.
 Il  traffico  veicolare  da  e per i cantieri dovra' seguire, per quanto  possibile, direttrici stradali che non attraversino il centro abitato.  Ogni movimentazione e trasporto del materiale dovra' essere effettuata  in  maniera tale da abbattere la produzione di polveri; a tale   scopo   dovra'   essere  predisposto  opportuno  programma  di umidificazione  o  stabilizzazione della viabilita' di cantiere e dei depositi preliminari di terre, inerti o materie prime per l'attivita' di costruzione svolta in periodi particolarmente siccitosi e previsto l'utilizzo  di  mezzi di trasporto dotati di sistemi di copertura per percorsi    di    movimentazione    di    materiale   che   prevedono l'attraversamento di zone residenziali.
 La  valutazione  degli  aspetti inerenti la salute dei lavoratori sara' effettuata dopo acquisizione ed esame approfondito dei P.S.C. e dei P.O.S.
 Al  fine  di ridurre le emissioni in atmosfera durante la fase di costruzione  si  dovra'  ricorrere  anche  a  schermature  dei  Campi Industriali  posti  nelle  aree  piu'  sensibili  (Campo  Industriale «Serra»  e Campo Industriale «Miniera») e degli eventuali impianti di betonaggio  funzionali  alla costruzione stessa attraverso interventi di ingegneria naturalistica; per gli eventuali impianti di betonaggio e altri impianti fissi, si raccomanda inoltre di prevedere sistemi di abbattimento  per  le  polveri  in  corrispondenza  degli  sfiati  da serbatoi e miscelatori durante il carico, lo scarico, la lavorazione.
 Le  scarpate  dovranno  essere  rinverdite  con essenze erbacee e arbustive  e  apparato  radicale  fittonante e si dovranno utilizzare specie autoctone nelle opere di riambientamento.
 Ad  opera  ultimata  si  dovranno  prevedere accorgimenti tecnici adeguati   per  la  limitazione  dei  livelli  di  rumorosita'  e  di vibrazioni   in   tutte  le  zone  prossime  alle  abitazioni  ed  in particolare  in  concomitanza della galleria sottostante l'abitato di Villa  Pincio.  A  tal  fine  in fase di progetto esecutivo si dovra' fornire  ai  competenti  servizi delle ASL interessate, una relazione tecnica  dettagliata che descriva gli accorgimenti tecnici previsti e contenga  la  previsione  di  quanto  gli  stessi  siano  in grado di abbattere  i  livelli  di  rumorosita'  e  vibrazioni.  L'impianto di triturazione  inerti,  in  quanto industria insalubre di 1° classe ai sensi  del  decreto  ministeriale 5 settembre 1994, dovra' rispettare tutte  le eventuali prescrizioni o limitazioni imposte dai competenti servizi delle ASL interessate.
 Si raccomanda la predisposizione di programma di monitoraggio del rumore  ambientale  durante  il  primo  periodo di messa in esercizio della  infrastruttura,  volto  alla verifica delle ipotesi di impatto acustico  dell'opera  descritte nello Studio di Impatto Ambientale da sviluppare  in collaborazione con l'ARPA Umbria; si raccomanda infine che  tale  programma  di  monitoraggio  preveda anche la verifica dei livelli  di vibrazione indotti dal traffico ferroviario sui recettori piu'  sensibili a questo tipo di disturbo, posti in prossimita' della infrastruttura.
 Nel corso dell'esecuzione delle opere e degli scavi all'aperto si raccomanda   di   segnalare   tempestivamente   all'ARPA  l'eventuale rinvenimento  di  rifiuti,  scorie o piu' in generale di materiale di riporto  di  incerta  origine  nonche' di eventuali reti tecnologiche dismesse  di  origine  industriale  (condotte,  sistemi  di  scarico, serbatoi interrati, ecc).
 Assicurarsi  che l'appaltatore dell'infrastruttura possegga o, in mancanza  acquisisca,  dopo  la  consegna dei lavori e nel piu' breve tempo,  la  Certificazione Ambientale ISO 14001 o la Registrazione di cui al Regolamento CE 761/2001 (EMAS) per le attivita' di cantiere.
 Scegliere  le  caratteristiche  di ciascuna misura di mitigazione verificandone gli effetti su tutte le componenti ambientali.
 Per      il      generale      miglioramento     dell'inserimento paesaggistico-ambientale dei ponti e dei viadotti:
 -  preferire  l'adozione  di  strutture  continue,  a  sezione, variabile e con forme arrotondate;
 - verificare la possibilita' di inserire le opere di protezione dal rumore nelle strutture portanti, ad esempio adottando impalcati a via inferiore;
 -  definire con particolare cura il disegno delle forme e delle superfici  delle  pile  e  delle spalle e della loro naturalizzazione (piantumazioni e mascheramenti);
 -  verificare  ed omogeneizzare le sezioni delle pile dei ponti anche  al  fine di minimizzare le alterazioni dinamiche, di rotta e/o di piena fluviale.
 Per  il  generale  miglioramento  dell'inserimento  paesaggistico ambientale  dell'infrastruttura  prevedere  che  le opere di sostegno siano  a  paramento inclinato con coronamento continuo e rivestimento in pietra locale tagliata a mano.
 Conformare  gli  imbocchi  delle gallerie secondo le pendenze del versante  attraversato  e  raccordarli  con continuita' alle opere di sostegno all'aperto.
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