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| Gazzetta n. 276 del 2005-11-26 |  | MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE E FORESTALI |  | COMUNICATO |  | Proposta  di  riconoscimento  della denominazione di origine protetta «Marroni del Monfenera» |  | 
 |  | Il  Ministero  delle  politiche agricole e forestali esaminata la domanda intesa ad ottenere la protezione della denominazione «Marroni del  Monfenera»  come  denominazione  d'origine protetta ai sensi del Regolamento (CEE) n. 2081/92, presentata dall'Associazione produttori marroni  della  marca  trevigiana  con  sede a Pederobba (Treviso) c/ Municipio  di  Pederobba,  Piazza  Case  Rosse,  14  - esprime parere favorevole   sulla   stessa  e  sulla  proposta  di  disciplinare  di produzione nel testo appresso indicato. Le  eventuali  osservazioni,  relative  alla  presente  proposta, adeguatamente  motivate,  dovranno  essere  presentate  dai  soggetti interessati,  nel  rispetto  della disciplina fissata dal decreto del Presidente  della  Repubblica  26 ottobre  1972,  n.  642 «disciplina dell'imposta  di  bollo»  e  successive modifiche, al Ministero delle politiche  agricole  e  forestali  -  Dipartimento delle politiche di sviluppo   direzione   generale   per   la   qualita'   dei  prodotti agroalimentari  -  divisione QPA III - via XX Settembre n. 20 - 00187 Roma,  entro trenta giorni dalla data di pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale  della Repubblica italiana della presente proposta. Decorso tale  termine,  in assenza delle predette osservazioni o dopo la loro valutazione ove pervenute, la predetta proposta sara' notificata, per la  registrazione  ai  sensi  dell'art.  5  del  Regolamento (CEE) n. 2081/92, ai competenti organi comunitari.
 |  | PROPOSTA  DI  DISCIPLINARE  DI  PRODUZIONE,  DENOMINAZIONE  D'ORIGINE PROTETTA «MARRONI DEL MONFENERA» D.O.P.
 
 Art. 1.
 Denominazione
 La denominazione d'origine protetta (DOP) «Marroni del Monfenera» e'  riservata esclusivamente ai frutti allo stato fresco della specie Castanea  sativa  Mill. - ecotipo locale «Marrone del Monfenera», che risponde  alle  condizioni  ed  ai  requisiti  stabiliti dal presente disciplinare di produzione.
 Art. 2.
 Descrizione del prodotto
 All'atto  dell'immissione  al  consumo  i  marroni  della  D.O.P. «Maromni del Monfenera» devono possedere le seguenti caratteristiche:
 
 ----> Vedere Tabella a pag. 27 della G.U. <----
 
 Art. 3.
 Delimitazione della zona geografica
 I  «Marroni del Monfenera» denominazione d'origine protetta (DOP) devono  essere  coltivati, prodotti e confezionati nel territorio dei seguenti  comuni  della  provincia  di  Treviso:  Borso  del  Grappa, Crespano  del Grappa, Paderno del Grappa, Possagno, Cavaso del Tomba, Pederobba,   San   Zenone   degli   Ezzelini,  Fonte,  Asolo,  Maser, Castelcucco,  Monfumo,  Cornuda,  Montebelluna, Caerano di San Marco, Crocetta  del  Montello,  Volpago del Montello, Giavera del Montello, Nervesa della Battaglia.
 Art. 4.
 Prova dell'origine
 Ogni  fase  del processo produttivo viene monitorata documentando per  ognuna  gli  input  e  gli  output. In questo modo, e attraverso l'iscrizione   in   appositi  elenchi,  gestiti  dalla  struttura  di controllo, delle particelle catastali su cui avviene la coltivazione, dei   coltivatori,   dei   produttori,  dei  confezionatori,  nonche' attraverso  la  dichiarazione  tempestiva alla struttura di controllo delle  quantita'  prodotte,  e'  garantita  la  tracciabilita'  e  la rintracciabilita'   del   prodotto.   Tutte  le  persone,  fisiche  o giuridiche,  iscritte  nei  relativi  elenchi,  sono  assoggettate al controllo  da  parte  della  struttura  di  controllo, secondo quanto disposto  dal  disciplinare  di  produzione  e  dal relativo piano di controllo.
 Art. 5.
 Metodo di ottenimento del prodotto Densita' di impianto.
 Il  numero delle piante ad ettaro non deve superare le 140 unita' nei  vecchi  impianti  ed arrivare ad un massimo di 180 esemplari nei nuovi impianti.
 Le  concimazioni  possono  avvenire sia nei vecchi castagneti che nei  nuovi impianti, con concimi sia organici sia organo-minerali; in quest'ultimo caso i rapporti N-P-K variano da 2:1:1 ad 1,6:1:1.
 Le  letamazioni  possono  essere  eseguite da marzo a luglio, con cadenza  biennale utilizzando al massimo 400 q.li ad ettaro di letame maturo. Propagazione.
 La  propagazione dei «Marroni del Monfenera» deve essere eseguita esclusivamente  per via agamica, utilizzando la tecnica dell'innesto. Gli  innesti sono effettuati sia su portainnesti provenienti da cedui sia su piante prodotte da seme.
 Le  marze  utilizzate  per  l'innesto  vengono prelevate, durante l'esecuzione  della  potatura,  da piante di «Marroni del Monfenera». Vengono  raccolti  solo  i  rami  di  un anno di eta', in buono stato sanitario,  con  gemme  senza ferite e senza costolature. Le marze al momento  della  raccolta devono avere una lunghezza massima pari a 30 cm.  Le marze vengono poi raggruppate in fasci, inserite in sacchetti di  polietilene  e  conservate  in  celle  frigonfere  a  temperature variabili tra i 2 e 40C fino al momento dell'innesto. Per gli innesti vengono  utilizzate  solo  le  parti  centrali  delle  marze  dove e' presente la gemma. Gli innesti sul ceduo.
 Il  ceduo  utilizzato  per  l'innesto deve essere ben conformato, sano,  esente da attacchi di cancro, di eta' non inferiore a due anni e con diametro variabile tra 1 e 3 cm.
 I  tipi  di  innesto,  che  si eseguono su tali diametri, sono lo spacco  inglese semplice, il doppio spacco inglese, lo spacco pieno e lo zufolo.
 Sono  ammessi  cedui  di  eta'  superiore ai 5 anni, e quindi con polloni  di  diametro compreso tra i 4 e 15 cm. I tipi di innesto che si  eseguono su tali diametri sono lo spacco diametrale e l'innesto a corona. Gli innesti su piante provenienti da seme.
 Il castagneto da frutto viene realizzato procedendo con la semina delle  castagne ed il successivo innesto. Questa tipologia prevede le seguenti  fasi  operative. La castagna viene prelevata dal riccio: se all'interno  del  riccio vi sono tre frutti, la scelta delle castagne per la semina deve escludere quelle al centro del riccio. Le castagne devono  essere  disposte a strati su letti di torba acida all'interno di  cassoni  di  legno dove avviene la germinazione. I letti di torba vengono  nebulizzati  con  acqua per mantenere un livello di umidita' non  inferiore  al  70%  di U.R., al fine di evitare il disseccamento delle  castagne. Durante il periodo invernale i cassoni devono essere tenuti in cantine fresche. La primavera successiva, le castagne, dopo l'emissione della radichetta, vengono poste in buche delle dimensioni di  cm 40\times 40\times 40, e concimate con deposizione sul fondo di letame  maturo.  Durante  il  primo  anno devono essere effettuate le seguenti  cure colturali, tra le quali il posizionamento di schelters (reti  metalliche) per evitare che le cortecce vengano rosicchiate da caprioli   e  lepri,  l'eliminazione  delle  erbe  che  andrebbero  a soffocare   la   giovane   pianta,   la   pacciamatura  manuale,  con l'accortezza  di liberare dalle eventuali erbe infestanti la zona del colletto onde evitare attacchi fungini. Potatura.
 La   potatura   viene   effettuata  da novembre  a marzo  e  deve interessare   tutta   la   chioma,   andando   ad  eliminare  i  rami soprannumerari,  seccaginosi,  mal conformati, con caratteristiche di dominanza  nonche'  tutte  quelle  parti  che evidenziano attacchi da parte del patogeno fungino agente del cancro corticale (Cryphonectria parasitica).
 La  potatura  viene  eseguita  con  la tecnica del tree-climbing, escludendo  l'utilizzo  di  piattaforme,  anche  in  quelle zone dove l'orografia  del terreno lo permette, in quanto la chioma deve essere sottoposta  ad interventi di taglio anche nelle branche piu' interne. Gli  interventi  devono  portare a forme di chioma espansa al massimo per  permettere  l'utilizzo  piu'  efficiente  di  tutto il biospazio epigeo.  I  tagli  devono  essere  eseguiti in modo da permettere una pronta  cicatrizzazione  da  parte  delle  zone  cambiali. Durante il periodo  della  potatura  si  provvede  anche  a  mantenere pulito il castagneto eliminando tutte le piante selvatiche invasive. Raccolta.
 La  raccolta avviene manualmente dal 15 settembre al 15 novembre, esclusivamente  dopo  la  caduta  del  prodotto  a  terra. E' ammesso l'utilizzo di macchine aspiratrici e raccoglitrici. Cernita, pulizia e calibratura.
 L'operazione  di cernita viene effettuata manualmente. La pulizia e  la  calibratura  vengono  effettuate  successivamente, utilizzando appositi macchinari. Curatura.
 Il  prodotto  che  non viene inimesso sul mercato entro le 48 ore dalla  raccolta  subisce  il trattamento di curatura. Tale operazione consiste  nell'immergere  i  «Marroni  del  Monfenera»  nell'acqua  a temperatura  ambiente, per un massimo di nove giorni. Successivamente i  «Marroni  del  Monfenera»  vengono  tolti  dall'acqua  e asciugati nell'apposita  macchina.  Tale  fase  consente  la  conservazione del prodotto allo stato fresco per un massimo di tre mesi.
 Art. 6.
 Elementi che comprovano il legame con l'ambiente
 I  terreni  della  Pedemontana  sono  moderatamente  profondi  ed appartenenti  alle  tipologie  dei Rendzina, dei Rendzina bruni e dei suoli  bruni  acidi.  Il castagno trova il suo habitat principale nei Rendzina   bruni  e  nei  suoli  bruni  acidi.  I  primi  si  trovano localizzati   negli   impluvi   e  nei  depositi  colluviali  e  sono caratterizzati  da una profondita' utile alle radici variabile dai 40 ai   60  cm  e  reazione  da  subacida  in  superficie  a  neutra  in profondita'.  I  suoli  bruni acidi sono invece caratterizzati da una reazione  da  acida  a  molto acida e presentano bassa saturazione in basi.  In  superficie e' presente una lettiera formata da foglie e da rametti,     in     uno     stato     piuo     meno     evoluto    di decomposizione/umificazione. Lungo tutto il profilo del terreno vi e' dello  scheletro  costituito da frammenti calcarei medi e grossolani, inalterati.   I  terreni  del  Montello  sono  derivati  dalle  rocce conglomeratiche  poligenetiche  del  substrato  e  caratterizzate  da fenomeni  di  carsismo.  Nel  complesso  il  suolo  del  Montello  e' costituito  da  terreno  acido,  tendenzialmente argilloso, povero in elementi  nutritivi  e con un elevato tasso di mineralizzazione della sostanza organica.
 Sotto  l'aspetto  climatico  e meteorologico, il territorio della Pedemontana  del  Grappa risulta caratterizzato da un clima Subalpino inferiore  -  Iperumido  inferiore,  Il  Montello  rientra  nel clima Montano  inferiore  ed  Umido  superiore,  che risultano essere climi ideali  per  la diffusione del castagno. Le masse di aria provenienti dalla   pianura   risalgono   lungo   i   versanti   delle   Prealpi, caratterizzando  il territorio da abbondanti precipitazioni (le medie annuali superano i 1400 mm).
 L'esposizione  a  sud  dei  versanti prealpini limita l'influenza delle gelate primaverili alle quali il castagno e' sensibile, inoltre le  pendenze  elevate  favoriscono  lo sgrondo delle acque meteoriche limitando il ristagno idrico.
 La  coltivazione  del  castagno  e'  sempre stata un'attivita' di rilevante  importanza sotto l'aspetto energetico, alimentare e per la costruzione  di  manufatti  utili  all'attivita' agricola. Si ricorda l'uso  del  legno  per  pali,  botti,  carbone,  canali per i mulini, travature  per  le  case, e per le roste lungo i torrenti per frenare l'impeto  delle piene autunnali; l'uso della corteccia e degli amenti nella  medicina  popolare;  l'utilizzo del riccio come combustibile e delle  foglie come lettiera per gli animali. Il modo tradizionale per conservare  i  marroni era la ricciaia: le castagne venivano lasciate dentro  ai  ricci,  questi venivano raggruppati in un ammasso coperto dallo  stesso fogliame di castagno per conservarne l'umidita'. A piu' riprese  venivano prelevate le castagne fino al periodo natalizio. Il marrone  del Monfenera veniva utilizzato come integrazione alimentare e  prodotto  di  scambio  per  le  famiglie  residenti  nell'area  di coltivazione.  Dal  punto  di vista culinario i marroni e le castagne sono  utilizzati  sotto  varie forme: secche, bollite, arroste e come farina;  vengono  inoltre utilizzate per la preparazione del risotto, di varie minestre, abbinati ai fagioli, oppure per la preparazione di creme  dolci,  della  polenta,  e  di  biscotti.  Inoltre  i fiori di castagno  sono  molto appetibili alle api, che producono un miele dal caratteristico sapore e colore ambrato.
 La  coltivazione  dei  marroni  del  Monfenera  risale al periodo medievale,  documentata  da  un  atto  del  1351  che  ne regolava la raccolta   tra   i  capifamiglia.  Gran  parte  del  prodotto  veniva trasportato  al  mercato  di  Treviso  e  da  questo,  lungo il Sile, raggiungeva  Venezia. La tutela dei castagneti nell'area dei «Marroni del   Monfenera»  e'  confermata  nelle  fonti  notarili  dei  secoli successivi,  che denunciano alle autorita' competenti i tagli abusivi dei castagneti o la presenza di animali da pascolo fuori stagione che compromettono la raccolta delle castagne.
 Nel  corso dei secoli si sono verificati dei periodi di abbandono dei  castagneti  alternati a delle fasi di assiduo utilizzo del bosco come  risorsa  per  il  rifornimento  di  legna  da  ardere,  per  la produzione  di  frutti  per  l'alimentazione  umana  e  animale e per ricavare  legno  per  usi  industriali.  Una  maggior attenzione alla castanicoltura  si  ha  nella  prima  meta'  dell'800  sotto l'impero Asburgico,  dove  vengono  messi in evidenza, attraverso gli Atti del catasto,   la   qualita'  e  la  classe  delle  castagne,  a  seconda dell'ubicazione  dei castagneti. Anche con il Regno d'Italia continua la  cura e l'attenzione alla castanicoltura. Nel 1884 risultavano nei distretti  di  Asolo  e Montebelluna (la zona interessata ai «Marroni del  Monfenera»)  coltivati a castagno 1668 ettari di bosco con 9.977 quintali di prodotto. Da un'indagine svolta all'inizio degli anni 80, risulta  che  nel comune di Pederobba erano presenti 45 produttori di marroni  e castagne che praticavano la coltivazione con un impegno di un  certo  numero  di  giornate  all'anno,  continuo,  e con tecniche rinnovative  ed  appropriate  soprattutto nella cura delle malattie e nella  potatura finalizzata al recupero degli esemplari malati. Dalla meta'  degli  anni  80, la coltura del castagno risulta in ripresa su tutto  il  territorio  della  Pedemontana  del Grappa e del Montello, grazie  soprattutto  al  sorgere  di  numerose manifestazioni, tra le quali  la  mostra  mercato  dei  Marroni del Monfenera inaugurata nel 1970,  finalizzate alla promozione del castagno come pianta capace di migliorare  l'ambiente ed i boschi, ma soprattutto per valorizzarne i frutti ed i numerosi derivati.
 Art. 7.
 Controlli
 Il  controllo  sulla  confomita'  del prodotto al disciplinare e' svolto,  conformemente  a  quanto stabilito dall'art. 10 del Reg. CEE 2081/92.
 Art. 8.
 Confezionamento ed etichettatura Confezionamento.
 Il  prodotto  deve  essere  confezionato in appositi sacchetti di rete  per  alimenti,  chiusi  ai  lembi  superiori  con un sistema di collatura a caldo o attraverso chiusura con cucitura. Ogni confezione deve     contenere    prodotto    omogeneo    per    categoria.    La commercializzazione  viene eseguita in sacchetti per alimenti a rete, in  confezioni  da  1,  2,  3  (collatura  a  caldo),  5 e 10 kg (con cucitura).  La commercializzazione non puo' avvenire antecedentemente al 15 settembre di ogni anno. Etichettatura.
 La  confezione reca obbligatoriamente sulla etichetta a caratteri di  stampa chiari e leggibili, oltre al simbolo grafico comunitario e relative  menzioni  (in  conformita',  alle  prescrizioni del Reg. CE 1726/98 e successive modifiche) e alle informazioni corrispondenti ai requisiti di legge le seguenti ulteriori indicazioni:
 «Marroni    del   Monfenera»   seguita   dall'acronimo   D.O.P. (Denominazione  d'Origine Protetta), di dimensioni superiori rispetto a tutte le altre indicazioni che compongono l'etichetta;
 il   nome,   la   ragione   sociale,  l'indirizzo  dell'azienda confezionatrice;
 la categoria commerciale di appartenenza Extra o I;
 peso lordo all'origine.
 E'   vietata   l'aggiunta   di   qualsiasi   qualificazione   non espressamente prevista. E' tuttavia ammesso l'utilizzo di indicazioni che facciano riferimento a marchi privati, purche' questi non abbiano significato   laudativo   o  siano  tali  da  trarre  in  inganno  il consumatore,   dell'indicazione   del   nome   dell'azienda  dai  cui appezzamenti   di   terra   il  prodotto  deriva,  nonche'  di  altri riferimenti  veritieri  e  documentabili  che  siano consentiti dalla normativa  vigente  e  non  siano  in  contrasto con le finalita' e i contenuti  del  presente  disciplinare.  La designazione «Marroni del Monfenera» deve figurare in lingua italiana. Logo.
 Nel  logo sono rappresentati due ovali scostati uno dall'altro in maniera concentrica.
 Ambedue prendono il colore marrone scuro (pantone 412PC e C66 M85 Y97  K73).  All'interno  di  essi sono rappresentate le colline della Pedemontana  del  Grappa  formate  da  quattro strati di tonalita' di verde  differente:  la  prima  piu'  piccola si intravede prima della separazione  netta tra le due sponde, e prende il colore verde acceso (pantone 584PC e C12 MO Y79 K6), le altre partendo dall'alto verso il basso prendono delle gradazioni sfumate.
 La  piu' grande collina (ovvero la numero uno a partire dall'alto verso  il  basso) inizia con un verde chiaro (pantone 7488PC e C43 MO Y60  KO),  fino  ad arrivare ad un verde piu' scuro (pantone 7490PC e C45  MO  Y80 K35). La seconda collina (ovvero quella di mezzo) inizia con  la  stessa  tipologia  dell'altra solo che al contrario partendo cioe'  da un colore piu' scuro (pantone 350PC e C82 M51 Y99 K8) verso un  verde  piu'  chiaro (pantone 7490PC e C45 MO Y80 K35). La terza e ultima  collina (quella che tocca la pianura) varia la sua gradazione da  un verde scuro (pantone 574PC e C82 M43 Y91 K7) a uno leggermente piu' chiaro (pantone 7490PC e C79 M31 Y90 K2).
 La pianura che si estende e' divisa dal fiume Piave che scende al centro e taglia il logo in due parti asimmetriche.
 Anch'essa  ha  una  sfumatura  di colore che parte dal verde piu' acido  (pantone  388PC  e C14 MO Y79 KO) fino ad arrivare ad un verde meno vivace (pantone 7495PC e C25 MO Y80 K30).
 Il  fiume  Piave  sgorga  dall'unione delle due colline e risulta avere  a  monte il colore bianco per prendere poi, tramite sfumatura, un azzurro molto chiaro (pantone 522PC e C15 MO YO K9).
 Due castagni, posti uno alla destra e uno alla sinistra del letto del  fiume,  risultano  essere  colmi  di castagne. Il loro tronco e' marrone  chiaro  (pantone  504PC e C65 M100 Y100 K35), le foglie sono omogeneizzate da un verde brillante (pantone 574PC e C34 MO Y81 K71), e le castagne invece sono giallognole (pantone 389PC e C17 M2 Y87 KO) e verdi (pantone 375PC e C41MO Y78 KO).
 In  primo  piano  troviamo  dei marroni che escono dai ricci, che sono  adagiati su due foglie di castagno. I ricci sono due e di color marrone  chiaro  (pantone  181PC e CO M74 Y100 K47), le castagne sono dieci  in  tutto e risultano marrone medio scuro (pantone 504PC e C65 M100 Y100 K35), il cuore delle castagne e' color giallo ocra (pantone 1215PC e CO M9 Y45 KO), mentre l'interno concavo del riccio e' giallo (pantone  728PC  e CO M21 Y48 K10). Le foglie che avvolgono il quadro autunnale  sono  verde  scuro  (pantone  350PC e C79 MO Y100 K75). Il tutto  fuoriesce  leggermente  dal contorno ovale con direzione verso sinistra.
 La  scritta nera su fondo bianco sovrasta il logo e ne ripercorre la forma geometrica, e' scritta col font TIMES Grassetto.
 
 ----> Vedere Logo a pag. 30 della G.U. <----
 
 Art. 9.
 Commercializzazione prodotti trasformati
 I  prodotti  per  la  cui  preparazione  e'  utilizzata la D.O.P. «Marroni  del Monfenera», anche a seguito di processi di elaborazione e  di trasformazione, possono essere immessi al consumo in confezioni recanti  il  riferimento alla detta denominazione senza l'apposizione del logo comunitario, a condizione che:
 il  prodotto  a  denominazione protetta, certificato come tale, costituisca  il  componente esclusivo della categoria merceologica di appartenenza;
 gli  utilizzatori  del  prodotto a denominazione protetta siano autorizzati  dai  titolari  del  diritto  di proprieta' intellettuale conferito  dalla  registrazione  della D.O.P. «Marroni del Monfenera» riuniti  in  Consorzio  incaricato  alla  tutela  dal Ministero delle politiche  agricole  e  forestali.  Lo  stesso  Consorzio  incaricato provvede  anche  ad iscriverli in appositi registri ed a vigilare sul corretto uso della denominazione protetta. In assenza di un consorzio di  tutela  incaricato,  le  predette  funzioni  saranno  svolte  dal Ministero  delle  politiche  agricole e forestali in quanto autorita' nazionale preposta all'attuazione del regolamento (CEE) 2081/92.
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