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| Gazzetta n. 273 del 2005-11-23 |  | MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE E FORESTALI |  | COMUNICATO |  | Proposta  di  riconoscimento  della denominazione di origine protetta «Marrone di Combai» |  | 
 |  | Il  Ministero  delle  politiche agricole e forestali esaminata la domanda intesa ad ottenere la protezione della denominazione «Marrone di  Combai»  come  denominazione  di  origine  protetta  ai sensi del regolamento   (CEE)  n.  2081/92,  presentata  dall'Associazione  dei produttori  del  Marrone  di  Combai,  con  sede  in  Combai di Miane (Treviso),  piazza  Squillace  n.  1, esprime parere favorevole sulla stessa  e  sulla  proposta  di  disciplinare  di produzione nel testo appresso indicato. Le  eventuali  osservazioni,  relative  alla  presente  proposta, adeguatamente  motivate,  dovranno  essere  presentate  dai  soggetti interessati,  nel  rispetto  della disciplina fissata dal decreto del Presidente  della  Repubblica  26 ottobre  1972,  n.  642 «disciplina dell'imposta  di  bollo»  e  successive modifiche, al Ministero delle politiche  agricole  e  forestali  -  Dipartimento delle politiche di sviluppo   -   Direzione   generale  per  la  qualita'  dei  prodotti agroalimentari  -  Divisione QPA III - via XX settembre n. 20 - 00187 Roma,  entro trenta giorni dalla data di pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale  della Repubblica italiana della presente proposta. Decorso tale  termine,  in assenza delle predette osservazioni o dopo la loro valutazione ove pervenute, la predetta proposta sara' notificata, per la  registrazione  ai  sensi  dell'art.  5  del  regolamento (CEE) n. 2081/92, ai competenti organi comunitari.
 
 PROPOSTA DI DISCIPLINARE DI PRODUZIONE DELLA DENOMINAZIONE DI ORIGINE
 PROTETTA «MARRONE DI COMBAI»
 
 Art. 1.
 Denominazione
 
 La  denominazione  di origine protetta «Marrone di Combai» DOP e' riservata  ai  frutti  di  castagno  della  tipologia  Marroni  della sottospecie  Domestica  macrocarpa,  specie  Sativa, genere Castanea, famiglia   Fagacee,  rispondenti  alle  condizioni  ed  ai  requisiti stabiliti nel presente disciplinare di produzione.
 |  | Art. 2. Descrizione e caratteristiche al consumo
 
 Presentazione del prodotto.
 
 Il  marrone  di  Combai  e'  un  ecotipo  che  si  e' selezionato nell'ambiente  tipico delle Prealpi trevigiane grazie alle condizioni pedoclimatiche della zone di coltivazione e alle cure dei coltivatori locali.
 Il «Marrone di Combai» rispetto alla castagna, esige terreni piu' fertili, con esposizioni piu' favorevoli e maggiori cure colturali.
 Caratteristiche fisiche del prodotto.
 
 I frutti, nel momento di immissione al consumo, devono rispettare le seguenti caratteristiche morfologiche e commerciali:
 forma ellissoidale, apice abbassato e torcia persistente;
 l'ilo presenta un contorno regolare tormentoso e una raggiatura stellare ben visibile;
 il  pericarpo  presenta  un colore marrone variabile dal chiaro allo scuro, comunque mai opaco e con striature evidenti. Il pericarpo si deve separare agevolmente dall'episperma;
 l'episperma   del   colore   marrone   chiaro  copre  la  massa commestibile   presentando   introflessioni   poco  profonde  e  poco frequenti  tali da consentire, al momento della pelatura, una agevole separazione dalla polpa;
 il  seme,  di  norma  uno per frutto e con basse percentuali di settatura, si presenta a corpo unico con solcature superficiali;
 la  polpa,  dalla pasta farinosa, e' di colore biancastro e con la cottura diventa croccante e saporita;
 i  marroni  di  categoria  extra  presentano  50-80  frutti per chilogrammo, quelli di prima categoria 80-110 frutti per chilogrammo.
 Caratteristiche commerciali.
 
 Al  momento  della  commercializzazione i frutti devono essere in ottimo  stato  dal  punto di vista fitosanitario e devono possedere i seguenti requisiti:
 dimensione  elevata  del  frutto,  tipica del Marrone di Combai (50/110 frutti in un chilogrammo);
 percentuale  di  frutti con endocarpo colpito da insetti (danno reale) non superiore al 3% in peso;
 frutti   presentanti  rosura  del  pericarpo  (danno  estetico) presenti in percentuale non superiore al 4%.
 |  | Art. 3. Zona di produzione
 
 L'area  geografica  di produzione, condizionamento del Marrone di Combai,  e'  rappresentata  dal  territorio  dei  comuni  di  seguito elencati:  Cison  di  Valmarino, Cordignano, Follina, Fregona, Miane, Revine  Lago,  Sarmede,  Segusino,  Tarzo,  Valdobbiadene  e Vittorio Veneto.
 |  | Art. 4. Origine
 
 Ogni   fase   del  processo  produttivo  deve  essere  monitorata documentando per ognuna, gli input e gli output.
 In  questo  modo  e  attraverso  l'iscrizione in appositi elenchi gestiti  dall'organismo di controllo dei produttori, delle particelle catastali  sulle  quali  avviene la coltivazione, dei confezionatori, nonche'  attraverso la comunicazione all'organismo di controllo delle quantita'   prodotte,   e'   garantita   la   tracciabilita'   e   la rintracciabilita' del prodotto.
 Tutte  le  persone  fisiche  o  giuridiche, iscritte nei relativi elenchi   e   che   vogliono  utilizzare  la  denominazione,  saranno assoggettate  al  controllo  da  parte  dell'organismo  di controllo, secondo quanto disposto dal disciplinare di produzione e del relativo piano di controllo.
 |  | Art. 5. Metodo di elaborazione e/o ottenimento
 
 Descrizione delle modalita' di coltivazione.
 
 La coltivazione dell'ecotipo «Marrone di Combai» dovra' svolgersi attraverso le tecniche e le operazioni colturali di seguito elencate: Scelta varietale.
 Ricostituzione   di   vecchi   castagneti   tramite   innesto   o realizzazione   di   nuovi   impianti:   dovra'   essere   utilizzato esclusivamente l'ecotipo «Marrone di Combai». Innesti.
 Tipologie  di  innesto:  dovranno  essere preferiti gli innesti a triangolo, spacco inglese, spacco diametrale pieno e zufolo, compiuti su  polloni  di  piccole dimensioni aventi un diametro, a 60-80 cm di altezza  da  terra,  non  superiore a 3-3,5 cm. Nel caso di innesti a corona  utilizzare  come porta innesti, polloni con al massimo 5-6 cm di diametro.
 Protezione  delle  ferite: si dovra' porre molta cura nel coprire ogni  soluzione  di continuita' tra marza e portainnesto limitando in questo modo le infezioni da parte del Cancro corticale (Cryphonectria parasitica). Scelta e conservazione delle marze.
 Vanno utilizzate porzioni di ramo di un anno ben lignificate o al massimo   di   due  anni,  impiegando  le  parti  centrali  prive  di costolature.  Per  gli  innesti come ad esempio la corona o lo spacco diametrale  pieno, il materiale deve essere raccolto alcune settimane prima   del   suo   utilizzo.   La  conservazione  dei  materiali  di propagazione   va   fatta   in  ambiente  leggermente  umido  ad  una temperatura  di 3-4 °C. Se il periodo e' superiore alle 2-3 settimane la temperatura di conservazione deve essere di 1-2 °C. Scelta dei portainnesti e del materiale vivaistico.
 I  portainnesti  potranno  derivare  sia  dalla  semina di frutti selezionati  che dal trapianto di semenzai. In ogni caso il materiale vivaistico  utilizzato  dovra'  essere  munito di certificazione. Nel caso di ricostituzione di castagneti esistenti si potranno utilizzare come  portainnesti  i  polloni  ricacciati  dopo  la ceduazione delle ceppaie.
 I  selvatici  prodotti  dovranno appartenere alla specie Castanea sativa (castagno europeo) per evitare problemi di disaffinita'. Nuovi impianti.
 Scelta  e  preparazione del terreno: per i nuovi impianti sono da preferire  le  esposizioni  sud  e sud-ovest. I terreni devono essere sciolti, leggeri, freschi, privi di calcare attivo e con un tenore di sostanza organica superiore all'1%.
 Si  devono  escludere  quelli  in  cui  sono frequenti i ristagni d'acqua  o  al  contrario  quelli  soggetti  a  prolungati periodi di siccita'.
 La predisposizione del terreno preferibile e' tramite lavorazioni localizzate  ed  in ogni caso l'aratura su tutta la superficie non va fatta  troppo  in profondita'. In occasione dei lavori preparatori e' consentita una abbondante concimazione letamica (300-500 q.li/ha).
 Epoca  di  piantagione  modalita'  e  profondita' di impianto: la realizzazione  dei  nuovi impianti potra' avvenire tramite la messa a dimora  di  astoni  innestati  o  selvatici e attraverso la semina di materiale pregerminato. 1) Impianto con astoni.
 Devono essere rispettati i seguenti accorgimenti:
 utilizzare  astoni  innestati appartenenti all'ecotipo «Marrone di Combai» aventi altezza massima di 150-160 cm;
 utilizzare astoni selvatici di un'altezza massima di 80 cm;
 lasciare   l'apparato   radicale   il  piu'  integro  possibile limitandosi  a  tagliare  le  parti  secche  ed  il fittone se troppo pronunciato;
 le piante vanno messe a dimora in modo che la zona del colletto si trovi a livello del «piano di campagna»;
 non effettuare concimazioni in prossimita' della radice;
 intervenire se necessario con irrigazioni di soccorso;
 collocare al momento dell'impianto i pali tutori;
 la disposizione ottimale e' quella a triangolo con distanza 7-8 m  lungo le file e di 8-9 m tra le file. La densita' di impianto deve essere  superiore  nel caso di terreni poco fertili non superando mai le 200 piante ad ettaro;
 tenere  presente  la  necessita'  di  piante  impollinatrici in percentuale del 20%. 2) Semina.
 Avviene  attraverso  la  messa a dimora di materiale pregerminato rispettando i seguenti accorgimenti:
 i  frutti  vanno  raccolti durante il periodo autunnale e fatti pregerminare  in  un  idoneo  substrato  composto  in parti uguali da sabbia e torba;
 la semina va fatta in primavera;
 sono concesse concimazioni letamiche;
 dalla  germinazione del seme saranno ottenuti semenzai che gia' dal secondo anno potranno venire innestati;
 per  quanto  riguarda  le  caratteristiche  e  le  densita'  di impianto vanno seguiti i criteri indicati precedentemente.
 Potatura  e  forme  di  allevamento: si devono effettuare sia nel caso di vecchi castagneti sia per i nuovi impianti. 1) Vecchi castagneti.
 L'intensita'  della  potatura  dovra'  essere  proporzionata alla condizione  vegetativa  della pianta, tanto piu' energica quanto piu' l'albero si trova in cattive condizioni fitosanitarie.
 Per  le piante in buono stato adottare potature di alleggerimento atte  ad  equilibrare  la  chioma  e  permettere l'entrata della luce all'interno  con  conseguente  miglioramento  produttivo.  In caso di parti  di  piante gravemente colpite dal cancro corticale, si prevede un intervento di potatura piu' energica della parte malata; in questo caso  bisogna  poi intervenire nei successivi 2-3 anni per diradare i numerosi ricacci, con il fine di ricostituire una chioma equilibrata. 2) Nuovi impianti.
 Vanno  effettuate  delle  potature  di  allevamento  in  modo  da costruire  in  breve  tempo  una  chioma  ben  conformata  (a  vaso), impostata su 3-4 branche principali.
 Gia'  nel  mese di giugno seguente l'innesto si puo' eseguire sui germogli  che hanno raggiunto una lunghezza di 60-70 cm, una potatura verde  in modo da favorire la lignificazione e l'emissione di rametti laterali.
 Le  potature  di produzione di norma vanno eseguite ad intervalli di 4-6 anni. Cure colturali, irrigazioni e concimazioni.
 Va  sempre  mantenuta la cotica erbosa soprattutto in terreni con giacitura  pendente.  Nei primi anni dopo l'impianto si puo' eseguire una  pacciamatura  con materiale organico (segatura, paglia, ecc.) in modo da evitare il diffondersi di specie infestanti.
 E' vietata la pacciamatura con film di polietilene nero.
 Lo  sfalcio  dell'erba  dovra'  avvenire almeno due volte l'anno, nella  prima  meta'  di  luglio  e  a  fine  settembre, allo scopo di limitare la competizione idrica alle piante e ridurre gli attacchi di parassiti fungini ed animali.
 L'erba  tagliata  andra'  possibilmente  lasciata  sul  terreno a decomporsi,  limitando  cosi'  il  nuovo  ricaccio  e  l'evaporazione dell'acqua.
 L'irrigazione  e'  sempre  permessa e deve essere necessariamente eseguita  come  tecnica  di  soccorso  nei  primi  anni  di  vita del castagneto  quando la carenza idrica puo' compromettere il buon esito dell'impianto.
 La  somministrazione  di concimi chimici potra' avvenire solo con prodotti  compatibili con una coltivazione biologica; si puo' fare la concimazione letamica. Difesa fitosanitaria e diserbo.
 
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 Avversita'     |         Causa          |         Lotta =====================================================================
 |Ristagni idrici, carenza|Scelta di luoghi
 |di elementi nutritivi,  |opportuni per la
 |terreni poco adatti al  |realizzazione dei nuovi Abiotica           |castagno                |impianti ---------------------------------------------------------------------
 |                        |Non e' permessa la lotta
 |                        |chimica: si possono
 |                        |utilizzare metodi
 |                        |biologici quali la
 |                        |confusione sessuale, il
 |                        |monitoraggio con
 |                        |trappole, la cattura
 |                        |massale, trattamenti con
 |                        |bacillus thuringiensis o
 |                        |metodi agronomici come
 |                        |la raccolta dei frutti Attacchi di insetti|Cydia sp., Balanino     |caduti in anticipo ---------------------------------------------------------------------
 |                        |Si possono utilizzare
 |                        |preparati a base di
 |                        |rame. Il materiale
 |                        |proveniente dalle
 |                        |potature, dai
 |                        |diradamenti e dalla
 |                        |pulizia del sottobosco
 |                        |va eliminato
 |Cryphonectria           |repentinamente per
 |parassitica Murr.       |impedire la diffusione Attacchi fungini   |(cancro della corteccia)|del cancro
 
 Descrizione delle modalita' di raccolta e conservazione.
 
 La raccolta.
 
 La  raccolta  si  effettua dal 15 settembre al 15 novembre e puo' avvenire  in  modo  tradizionale  e  cioe' a mano ma anche attraverso macchine raccoglitrici che aspirano i frutti.
 La  raccolta  deve essere tempestiva per evitare attacchi fungini soprattutto quando si e' in presenza di temperature miti.
 Gia'  nella  fase  di raccolta il produttore e' tenuto ad operare una  prima  cernita  del  prodotto, al fine di evitare la presenza di frutti infetti o comunque non rispondenti ai requisiti prefissati.
 
 Descrizione delle modalita' di conservazione.
 
 La  facile deperibilita' del prodotto richiede cure particolari e specifiche  tecniche  di  conservazione sia nelle fasi immediatamente successive  alla  caduta  che  in quelle che precedono l'utilizzo del frutto.
 Tra  i  diversi  metodi in uso, il presente disciplinare consente l'impiego delle seguenti tecniche:
 ricciaia:  metodo  tradizionale  che puo' essere utilizzato dai produttori.  Consiste  nell'ammassamento  del prodotto, ancora chiuso nei  ricci,  in  mucchi  che  non superino i centoventi centimetri di altezza, coperti con foglie, ricci e terra ben compressi;
 curatura  (o  novena)  consiste  nell'immergere  le castagne in acqua  ad  una  temperatura  compresa  tra  i 10 °C e i 20 °C, per un periodo di 4-9 giorni a cui seguono asciugatura;
 mediante  esposizione all'aria e trapalatura manuale (movimento delle castagne disposte a strati al fine di favorire l'asciugatura);
 sterilizzazione:  i  frutti  vengono  immersi  in  acqua ad una temperatura  compresa tra i 45 °C e i 52 °C, per un periodo minimo di 45 minuti  e  massimo  di  50 minuti e vengono poi asciugati come nel caso della curatura;
 frigoconservazione:  consiste  nel  conservare  il  prodotto in celle frigo da 1 °C a 5 °C per un periodo massimo di un mese.
 Il  prodotto  deve  essere  stoccato in locali freschi ed aerati, steso in strati movimentato periodicamente.
 
 Descrizione delle modalita' di lavorazione
 
 Le  modalita'  di  lavorazione  del prodotto, al fine di renderlo pronto per la commercializzazione, seguono le seguenti fasi:
 prodotto senza sterilizzazione:
 calibratura;
 cernita su nastro o tavolo;
 spazzolatura;
 confezionamento;
 frigoconservazione;
 vendita;
 prodotto  con  sterilizzazione: dopo la calibratura sono aggiunte le seguenti fasi:
 schiumatura;
 sterilizzazione;
 asciugatura.
 
 Descrizione delle modalita' di distribuzione.
 
 I frutti destinati alla vendita al mercato fresco dovranno essere posti  in  sacchetti  dalle  caratteristiche descritte all'art. 8 del presente disciplinare e muniti di apposita etichetta.
 E'  vietata  la  manomissione  dei cartellini e delle confezioni, compresa l'aggiunta di aggettivi laudativi del prodotto.
 La  commercializzazione  non  potra' avvenire antecedentemente al 15 settembre di ogni anno.
 |  | Art. 6. Legame con l'ambiente geografico
 
 Legame territoriale e climatico.
 
 Le  caratteristiche  fisiche  ed  organolettiche  del  Marrone di Combai derivano e sono strettamente legate all'ambiente geografico di produzione.  L'abbondante  piovosita'  distribuita  secondo un regime pluviometrico   equinoziale,   la   totale   assenza  di  nebbie,  la distribuzione  della  catena  prealpina  e  delle  «corde  collinari» secondo  un  asse SW-NE e l'evoluzione dei suoli determinano un clima favorevole ed un'area altamente vocata alla produzione castanicola di qualita'.
 La  media  annua  delle  precipitazioni,  distribuite  secondo un regime  subequinoziale  autunnale  e' poco superiore ai 1200 mm (1263 mm/anno)  mentre  la  temperatura media annua risulta pari a 12-13 °C (12,7 °C).
 Le formazioni litologiche che caratterizzano l'area di produzione appartengono  alla  categoria  dei  substrati carbonatico terrigeni e piu'  precisamente  al  gruppo dei substrati flyscioidi del Cenozoico (terziario).  Si  tratta  di substrati ad elevato valore pedogenetico con  ottime caratteristiche di permeabilita' ed alterabilita'. Questi aspetti climatici e geolitologici, riferiti ad una fascia altimetrica compresa  tra  i 150 m e gli 800 m slm, fanno rientrare il territorio della  Comunita'  Montana  delle  Prealpi  Trevigiane  nella  Regione Forestale esalpica; qui il castagno trova il suo optimum climatico ed esprime nel miglior modo tutte le potenzialita' produttive.
 Solo  con  il  verificarsi  di  tali condizioni pedoclimatiche si possono  ottenere frutti con le caratteristiche peculiari del Marrone di Combai DOP.
 
 Legame storico.
 
 La  presenza  e  le  particolari  caratteristiche qualitative del castagno   nella   pedemontana  trevigiana,  che  va  da  Segusino  a Cordignano e che trova in Combai il suo epicentro, sono confermate da numerose  testimonianze  storiche  che  risalgono  a  partire dal XII secolo.
 In  tal senso la documentazione storica reperita, che va dal 1200 al  1700,  identifica  ed  individua in modo particolare l'area della pedemontana,  in  sinistra  Piave, come un'area di naturale vocazione allo  sviluppo  della  castanicoltura  di  cui  rappresentano  sicura certificazione storica anche i numerosi toponimi.
 Tra  le  varie testimonianze storiche una, del 18 settembre 1665, pone  in  risalto  anche  gli  aspetti  sociali  e  di partecipazione connessi  alla raccolta delle castagne: tutta la popolazione, donne e bambini compresi, partecipava alla raccolta dei frutti, regolamentata attraverso l'assegnazione di quote in funzione della composizione dei nuclei familiari.
 In  epoca piu' recente la valorizzazione del Marrone di Combai e' stata  portata avanti dalla Pro Loco grazie alla Festa dei Marroni di Combai,  che  -  a  partire  dal 1945 - costituisce un avvenimento di rilevanza  per  tutta  la  provincia  e,  negli  ultimi anni, anche a livello nazionale.
 Nel  1995  e'  stata costituita l'Associazione dei Produttori del Marrone   di  Combai  che  si  e'  affiancata  alla  Pro  Loco  nella organizzazione delle manifestazioni di valorizzazione commerciale del prodotto  e  che  ha  assunto  direttamente  il  compito  di  unire i produttori  al  fine  di  omogeneizzare i comportamenti e le pratiche colturali.
 |  | Art. 7. Riferimenti relativi alle strutture di controllo
 
 Il  controllo  per l'applicazione delle disposizioni del presente disciplinare  di  produzione  e' svolto da una struttura di controllo conformemente  a  quanto stabilito dall'art. 10 del regolamento (CEE) n. 2081/92.
 |  | Art. 8. Confezionamento ed etichettatura
 
 Contenitori e formato.
 
 Tutto il prodotto viene commercializzato nelle seguenti tipologie di imballaggio:
 sacchi di Juta da 1, 2, 3, 5, e 25 kg;
 retine di materiale plastico da 1, 2, 3, 5, e 25 kg;
 cestini e cassette in legno da un minimo di 1 kg, ad un massimo di 5 kg.
 Il contenuto di ciascun imballaggio deve essere omogeneo.
 
 Sigillatura/Cucitura.
 
 La chiusura delle confezioni (sacchi in juta e plastica) avverra' mediante  l'utilizzo  di  clipsatrice  meccanica  che apporra' graffe metalliche;  o  cucitura  con  filo di nylon tramite cucitrice oppure legatura con spago piombato.
 La  sigillatura  verra'  eseguita  in  modo tale da fissare sulla confezione l'etichetta con il logo.
 I  cestini  e  le cassette verranno confezionati con cellophane e sigillati con spago piombato e logo ben visibile.
 
 ---->   Vedere Logo a pag. 58  <----
 Forma  e  simbolo: il logo e' costituito da un Marrone stilizzato circondato  dagli  aculei  di  un riccio stilizzato di colore marrone chiaro  ed incluso in un quadrato di colore marrone scuro. Il simbolo e'  completato  dalla  sottostante  scritta: Marrone di Combai DOP di colore marrone chiaro e marrone scuro.
 Colori: marrone chiaro - pant 465U, marrone scuro - pant 4625U.
 Dimensioni:  il  logo potra' avere dimensioni: mm 65 x mm 102; mm 33 x mm 51; mm 17 x mm 25; mm 8 x mm 12.
 Il    prodotto    e'    adeguatamente   identificato   attraverso l'apposizione  di  una  etichetta  identificativa  e  del logo con la dicitura:  «Marrone  di  Combai  DOP»,  che  dovra'  avere dimensioni significativamente superiori ad ogni altra dicitura.
 Il logo «DOP Marrone di Combai» gia' apposto sui contenitori, non potra' essere riutilizzato.
 In  etichetta  o  sui contenitori potranno essere riportate altre informazioni concernenti:
 il   nome   ed   il   marchio  del  produttore  o  della  ditta confezionatrice;
 il peso netto all'origine e la categoria;
 informazioni di carattere nutrizionale e dietetico;
 l'anno di produzione;
 indicazioni per la corretta conservazione ed uso del prodotto.
 |  | Art. 9. Prodotti trasformati
 
 I  prodotti,  per la cui preparazione e' utilizzato il Marrone di Combai  DOP,  anche  a  seguito  di  processi  di  elaborazione  e di trasformazione,  possono  essere  immessi  al  consumo  in confezioni recanti  il riferimento alla detta denominazione, senza l'apposizione del logo comunitario, a condizione che:
 il Marrone di Combai DOP, certificato come tale, costituisca il componente esclusivo della categoria merceologica di appartenenza;
 gli  utilizzatori  del  Marrone di Combai DOP siano autorizzati dai titolari del diritto di proprieta' intellettuale, conferito dalla registrazione  della DOP, riuniti in Consorzio incaricato alla tutela dal Ministero delle politiche agricole e forestali.
 Lo stesso Consorzio incaricato, provvedera' anche ad iscrivere in appositi  registri ed a vigilare sul corretto uso della denominazione protetta.
 In  assenza  di  un  Consorzio  di Tutela incaricato, le predette funzioni  saranno  svolte  dal  MIPAF  in  quanto autorita' nazionale preposta all'attuazione del regolamento (CEE) n. 2081/92.
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