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| Gazzetta n. 226 del 2005-09-28 |  | COMITATO INTERMINISTERIALE PER LA PROGRAMMAZIONE ECONOMICA |  | DELIBERAZIONE 18 marzo 2005 |  | Primo programma delle opere strategiche (legge n. 443/2001). Bretella autostradale  Campogalliano-Sassuolo  di collegamento tra la A22 e la s.s. 467 Pedemontana. (Deliberazione n. 20/05). |  | 
 |  | IL COMITATO INTERMINISTERIALE PER LA PROGRAMMAZIONE ECONOMICA 
 Vista  la  legge  21 dicembre  2001,  n.  443,  che, all'art. 1, ha stabilito   che   le   infrastrutture   pubbliche  e  private  e  gli insediamenti  strategici  e  di  preminente  interesse  nazionale, da realizzare  per  la  modernizzazione e lo sviluppo del Paese, vengano individuati  dal  Governo attraverso un programma formulato secondo i criteri e le indicazioni procedurali contenuti nello stesso articolo, demandando   a  questo  Comitato  di  approvare,  in  sede  di  prima applicazione  della legge, il suddetto programma entro il 31 dicembre 2001;
 Vista  la  legge  1° agosto 2002, n. 166, che, all'art. 13, oltre a recare  modifiche  al  menzionato art. 1 della legge n. 443/2001 e ad autorizzare limiti di impegno quindicennali per la progettazione e la realizzazione  delle  opere incluse nel programma approvato da questo Comitato,  prevede, in particolare, che gli interventi medesimi siano compresi  in  intese  generali  quadro  tra il Governo e ogni singola regione  o  provincia autonoma, al fine del congiunto coordinamento e realizzazione delle opere;
 Visto  il  decreto  legislativo  20 agosto  2002, n. 190, attuativo dell'art. 1 della menzionata legge n. 443/2001;
 Visti,  in  particolare,  l'art.  1 della citata legge n. 443/2001, come  modificato dall'art. 13 della legge n. 166/2002, e l'art. 2 del decreto legislativo n. 190/2002, che attribuiscono la responsabilita' dell'istruttoria  e  la funzione di supporto alle attivita' di questo Comitato  al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, che puo' in proposito avvalersi di apposita «struttura tecnica di missione»;
 Visto  il decreto del Presidente della Repubblica 8 giugno 2001, n. 327,   recante  il  testo  unico  delle  disposizioni  legislative  e regolamentari  in  materia  di  espropriazione per pubblica utilita', come  modificato  -  da  ultimo - dal decreto legislativo 27 dicembre 2004, n. 330;
 Visto  l'art.  11  della  legge  16 gennaio  2003,  n.  3,  recante «disposizioni  ordinamentali in materia di pubblica amministrazione», secondo  il  quale, a decorrere dal 1° gennaio 2003, ogni progetto di investimento  pubblico  deve  essere  dotato  di  un  codice unico di progetto (CUP);
 Vista  la  delibera 21 dicembre 2001, n. 121 (Gazzetta Ufficiale n. 51/2002  supplemento  ordinario),  con  la  quale questo Comitato, ai sensi  del  piu'  volte richiamato art. 1 della legge n. 443/2001, ha approvato  il  1°  Programma  delle  opere  strategiche,  che riporta all'allegato 1, sotto la voce «corridoio plurimodale dorsale centrale -   sistemi   stradali   ed  autostradali»,  l'intervento  denominato «collegamento  Campogalliano-Sassuolo» con un costo di 175,595 Meuro, che  figurano  interamente  disponibili, e, all'allegato 2, lo stesso intervento, con la precisazione che il ricorso alla suddetta legge e' previsto solo per le procedure;
 Vista  la  delibera 27 dicembre 2002, n. 143 (Gazzetta Ufficiale n. 87/2003, errata corrige nella Gazzetta Ufficiale n. 140/2003), con la quale  questo  Comitato ha definito il sistema per l'attribuzione del CUP,  che  deve  essere richiesto dai soggetti responsabili di cui al punto 1.4 della delibera stessa;
 Vista  la  delibera  25 luglio  2003,  n. 63 (Gazzetta Ufficiale n. 248/2003),  con  la  quale questo Comitato ha formulato, tra l'altro, indicazioni di ordine procedurale riguardo alle attivita' di supporto che  il  Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e' chiamato a svolgere  ai  fini  della  vigilanza sull'esecuzione degli interventi inclusi nel 1° Programma delle infrastrutture strategiche;
 Vista  la delibera 29 settembre 2004, n. 24, (Gazzetta Ufficiale n. 276/2004)  con  la quale questo Comitato ha stabilito che il CUP deve essere  riportato  su  tutti  i documenti amministrativi e contabili, cartacei  ed informatici, relativi a progetti d'investimento pubblico e   deve  essere  utilizzato  nelle  banche  dati  dei  vari  sistemi informativi, comunque interessati ai suddetti progetti;
 Vista  la  delibera  in  data  odierna,  n.  3, con la quale questo Comitato  ha  preso  atto  che,  in  relazione  ai  contenuti  del 2° Documento    di    programmazione    economico-finanziaria   per   le infrastrutture,  relativo  al  quadriennio  2005-2008,  e  a  seguito dell'espletamento  della  procedura richiamata nella delibera stessa, il  1°  Programma  delle infrastrutture strategiche e' da considerare integrato  con  l'elenco  allegato alla delibera medesima, elenco che include   l'intervento   «corridoio   plurimodale  dorsale  centrale: collegamento  autostradale Campogalliano-Sassuolo e linee ferroviarie Modena-Sassuolo   e   Sassuolo-Reggio   Emilia»   tra  le  iniziative potenzialmente attivabili nel periodo considerato;
 Vista  la  sentenza  n.  303  del 25 settembre 2003 con la quale la Corte  costituzionale,  nell'esaminare le censure mosse alla legge n. 443/2001   ed   ai   decreti   legislativi   attuativi,  si  richiama all'imprescindibilita'  dell'intesa  tra  Stato  e singola regione ai fini dell'attuabilita' del programma delle infrastrutture strategiche interessanti il territorio di competenza, sottolineando come l'intesa possa   anche   essere  successiva  ad  un'individuazione  effettuata unilateralmente dal Governo e precisando che i finanziamenti concessi all'opera  sono  da  considerare  inefficaci  finche' l'intesa non si perfezioni;
 Visto il decreto emanato dal Ministro dell'interno il 14 marzo 2003 di  concerto  con  il  Ministro  della  giustizia e il Ministro delle infrastrutture  e  dei  trasporti,  con  il  quale  - in relazione al disposto dell'art. 15, comma 5, del decreto legislativo n. 190/2002 - e'   stato   costituito  il  comitato  di  coordinamento  per  l'alta sorveglianza delle grandi opere;
 Vista  la  nota  n. COM/3001/1 del 5 novembre 2004, con la quale il coordinatore  del  predetto  comitato  di  coordinamento  per  l'alta sorveglianza  delle  grandi  opere  espone  le linee guida varate dal comitato nella seduta del 27 ottobre 2004;
 Vista  la  nota  21 gennaio  2005, n. 29, con la quale il Ministero delle  infrastrutture  e  dei trasporti ha trasmesso, tra l'altro, la relazione   istruttoria  sul  progetto  preliminare  della  «bretella autostradale  Campogalliano-Sassuolo  di collegamento tra la A22 e la s.s. 467 Pedemontana», proponendone l'approvazione, con prescrizioni, ai soli fini procedurali;
 Viste le successive note 15 marzo 2005, n. 146, e 17 marzo 2005, n. 152,   con   le  quali  la  suddetta  amministrazione  ha  trasmesso, rispettivamente, la scheda di cui alla richiamata delibera n. 63/2003 e   l'aggiornamento   della   relazione  istruttoria  precedentemente inviata;
 Considerato  che  l'opera  di  cui  sopra  e'  compresa nell'intesa generale quadro tra il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e la regione Emilia Romagna, sottoscritta il 19 dicembre 2003, con la denominazione  «collegamento  autostradale  Campogalliano-Sassuolo  e opere connesse»;
 Considerato    che   questo   Comitato   ha   conferito   carattere programmatico  al  quadro finanziario riportato nell'allegato 1 della suddetta    delibera   n.   121/2001,   riservandosi   di   procedere successivamente    alla   ricognizione   delle   diverse   fonti   di finanziamento disponibili per ciascun intervento;
 Considerato  che  nella riunione preparatoria all'odierna seduta la regione ha evidenziato che la bretella Campogalliano-Sassuolo diventa funzionale   solo   se,  al  suo  arrivo  a  Sassuolo,  si  ricollega efficientemente  alla  strada  statale  Pedemontana,  richiamando  al riguardo una convenzione stipulata il 28 aprile 2004 tra il Ministero delle  infrastrutture  e  dei  trasporti, la regione, la provincia di Modena e l'ANAS S.p.a.;
 Considerato  che la richiamata convenzione prevede il completamento di  opere  di competenza ANAS da trasferire alla provincia, opere tra cui e' ricompreso l'intervento «s.s. n. 467 (s.p. 467) "Pedemontana", collegamento  Modena-Sassuolo;  adeguamento della s.p. 467 da Fiorano alla s.p. 15 di Magreta» e per le quali la societa' si e' impegnata a trasferire le disponibilita' all'atto di passaggio della titolarita', mentre  il  Ministero  delle  infrastrutture  e dei trasporti - a sua volta - si e' impegnato a garantire le ulteriori risorse necessarie;
 Considerato che detto intervento risulta inserito - con un costo di 42,922  Meuro  -  nel piano decennale della viabilita' 2003-2012, sul quale  questo Comitato si e' pronunziato in data odierna con delibera n. 4;
 Considerato  che  il  CUP  assegnato  alla bretella autostradale e' F81B03000120001;
 Udita   la  relazione  del  Ministro  delle  infrastrutture  e  dei trasporti;
 Acquisita  in  seduta  l'intesa  del Ministro dell'economia e delle finanze;
 Prende atto delle   risultanze   dell'istruttoria   svolta  dal  Ministero  delle infrastrutture e dei trasporti ed in particolare: sotto l'aspetto tecnico-procedurale:
 che  l'opera  si  inserisce nella piu' ampia riorganizzazione del trasporto  nella  zona nord-ovest di Modena, in cui coesistono grandi poli  di  attrazione  e/o  di  generazione  di traffico quali la zona Fiera,  i  numerosissimi  insediamenti commerciali, la tangenziale di Modena, le autostrade A1 ed A22 e la via Emilia;
 che  la viabilita' statale e provinciale attualmente esistente e' interessata  da un traffico merci e passeggeri di interscambio locale e  fra  le  diverse  aree  produttive  notevolmente  intenso e che in particolare  il  traffico pesante raggiunge valori del 30%, con gravi ripercussioni sulle componenti ambientali del territorio, sui livelli di servizio e sulla sicurezza stradale;
 che il collegamento in questione viene considerato indispensabile per  risolvere  il problema del collegamento di Sassuolo e dei comuni limitrofi,   che  costituiscono  il  cosiddetto  «comprensorio  della ceramica», con la viabilita' nazionale di grande comunicazione;
 che  il  nuovo  tracciato autostradale in questione e' compreso tra l'intersezione   della  A22  («autostrada  del  Brennero»)  e  la  A1 («autostrada  del Sole»), nei pressi di Campogalliano, e l'abitato di Sassuolo,  nell'area situata tra la base dell'area collinare modenese e la bassa pianura a nord dell'abitato di Modena;
 che,  piu'  specificamente,  l'opera - dopo l'attraversamento del fiume  Secchia,  dove  verra' realizzata la barriera terminale per il pagamento  del  pedaggio,  della  s.s.  9 via Emilia e della prevista variante  alla  linea  storica  della ferrovia Bologna/Milano - devia verso  ovest in affiancamento alla ferrovia stessa e che dal suddetto tracciato  principale,  che  si  dirige  verso sud mantenendosi sulla sponda  destra  del Secchia fino a giungere a Sassuolo sulla s.s. 467 di  Scandiano  (Pedemontana),  dipartono due rami, di cui il primo si dirige  ad  ovest  verso Rubiera, mentre il secondo si dirige ad est, deviando  verso  la tangenziale di Modena ed attestandosi sul casello dell'A1;
 che   il   progetto   comprende   all'estremo  nord  lo  svincolo d'interconnessione  alla grande viabilita' autostradale (A1 - A22) ed ulteriori  otto  svincoli,  di  cui sei di raccordo con la viabilita' locale e due sul ramo di raccordo con la tangenziale di Modena;
 che  la  lunghezza dell'intervento, misurata tra l'asse dell'A1 e l'asse  della  Pedemontana,  svincoli esclusi, e' pari a circa 14+755 km,  che  si  sviluppano  in gran parte in trincea (8+68 km) e per il residuo in rilevato o su viadotto;
 che  la  progettazione  dell'intervento  ha  tenuto  conto  della presenza  di  una  vasta  area  attualmente  destinata  ad  attivita' estrattiva e che in futuro sara' interessata da opere di ripristino e rinaturalizzazione  per  la  formazione  del «parco naturalistico del fiume Secchia»;
 che  il  progetto  preliminare  dell'opera  in questione e' stato approvato  dal  consiglio  di  amministrazione dell'ANAS con delibera 5 giugno  2003,  n.  85, ed e' stato trasmesso, con note del 26 dello stesso  mese,  ai  Ministeri  delle  infrastrutture  e dei trasporti, dell'ambiente  e  della  tutela  del  territorio  e  per  i beni e le attivita' culturali, nonche' alla regione Emilia Romagna;
 che  con nota del 26 giugno 2003 sono stati interessati anche gli enti  interferiti  e  che  nella  medesima  data l'ANAS ha comunicato l'avvio  della procedura di cui all'art. 3 del decreto legislativo n. 190/2002  con  pubblicazione  di apposito avviso su giornali e con il deposito  degli  atti di progetto presso i Ministeri interessati e la regione sopra richiamata;
 che  il  Ministero  per  i  beni  e  le  attivita'  culturali  ha formulato,   in   data   13 agosto   2003,   parere   favorevole  con prescrizioni,    recependo    le    indicazioni    delle   competenti soprintendenze;
 che con nota del 4 marzo 2004, il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio ha comunicato al Ministero delle infrastrutture e  dei  trasporti  la  temporanea sospensione dell'istruttoria, nelle more dell'integrazione della commissione VIA con la nomina - da parte della   regione   -   di  un  proprio  rappresentante  ai  sensi  del decreto-legge  14 novembre  2003,  n.  315,  convertito  dalla  legge 16 gennaio 2004, n. 5;
 che, avendo il soggetto aggiudicatore segnalato l'esistenza di un errore  determinante  un'incongruenza  nello studio trasportistico di supporto  alla  valutazione del progetto e ritenendo che detto errore avesse  una  portata  sostanziale, il Ministero dell'ambiente e della tutela  del  territorio ha chiesto al soggetto aggiudicatore stesso - con   nota   del   29 luglio   2004   -  la  parziale  rielaborazione dell'istruttoria,   specificando   successivamente   le  integrazioni richieste;
 che il soggetto aggiudicatore ha fornito le suddette integrazioni con  nota  del 13 settembre 2004, inviandole anche, con foglio del 14 dello  stesso  mese,  alla  regione  Emilia Romagna, alle province di Modena  e  Reggio  Emilia,  ai comuni di Modena, Sassuolo, Formigine, Campogalliano e Rubiera;
 che  parere favorevole, con prescrizioni e raccomandazioni, circa la   compatibilita'   ambientale  ha  quindi  espresso  il  Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio in data 22 ottobre 2004;
 che   la  regione  Emilia  Romagna,  con  delibera  della  giunta regionale  30 dicembre  2004,  n. 2818, ha espresso parere favorevole sul  progetto  ai  fini  della compatibilita' ambientale - formulando prescrizioni  ed  in  particolare  facendo  proprie,  nei  limiti  di compatibilita'  con  gli  altri contenuti della delibera medesima, le osservazioni e condizioni avanzate dall'Autorita' di bacino del fiume Po,  dalle  province e dai comuni interessati nei rispettivi atti - e ha rappresentato la propria valutazione positiva sulla localizzazione dell'opera  ai sensi dell'art. 3 del decreto legislativo n. 190/2002, richiamando  comunque le valutazioni e condizioni esposte dai servizi regionali competenti per materia;
 che  il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti propone le prescrizioni   e   le   raccomandazioni   da  formulare  in  sede  di approvazione  del  progetto,  esponendo  le  motivazioni  in  caso di mancato recepimento di osservazioni avanzate nella fase istruttoria e specificando  quando  le  richieste  di  prescrizioni vengono accolte nella diversa configurazione di raccomandazione; sotto l'aspetto attuativo
 che il soggetto aggiudicatore viene individuato in ANAS S.p.a.;
 che  la  modalita'  prevista  per  l'affidamento  dei  lavori  e' l'appalto integrato;
 che i tempi di esecuzione dei lavori sono stimati in trenta mesi. sotto l'aspetto finanziario
 che il costo dell'intervento e' quantificato in Euro 284.766.576, cosi' articolati
 (euro) =====================================================================
 Importo
 Voce                               parziale          totale --------------------------------------------------------------------- - opere in appalto
 tratto autostradale                 141.186.000
 raccordo tangenziale di Modena       25.649.000
 altre opere                          27.537.325
 Totale                 194.372.325 (*) - somme a disposizione                                 90.394.251
 
 (*)  Comprensive  di  oneri  per  la sicurezza non soggetti a ribasso d'asta pari Complessivamente a 11.662.339,50 euro.
 
 che  l'importo complessivo di cui sopra - come risulta dal quadro economico  particolareggiato - include, sotto «altre opere», anche le opere  di  mitigazione  ambientale  (150,00  euro/m)  e  le  barriere antirumore (450,00 euro/m), per un totale - rispettivamente - di Euro 1.086.000  e di Euro 3.258.000 e ricomprende altresi' ulteriori opere compensative  per  Euro  3.702.330,  pari al 2% delle precedenti voci delle   «altre   opere»,  si'  che  il  totale  degli  interventi  da considerare  a  carattere compensativo supera il 3% dei lavori a base d'asta  indicato  dal  Ministero  dell'ambiente  e  della  tutela del territorio quale percentuale minima da destinare a detti interventi;
 che   l'analisi   dei   costi  e'  stata  effettuata  sulla  base dell'elenco  prezzi  2002  del  compartimento ANAS di Bologna e che i costi  medi  totali e unitari sono stati ritenuti dal Ministero delle infrastrutture  e  dei  trasporti  paragonabili  a quelli comunemente riscontrati per lavori analoghi;
 che  l'opera  e'  inserita  nel  piano  triennale ANAS 2002-2004, approvato  con  decreto  del  Ministro  delle  infrastrutture  e  dei trasporti   19 agosto   2002,   n.  3629/DICOTER,  con  un  costo  di Euro 210.714.000;
 che il Ministero istruttore specifica che la differenza fino alla copertura totale dell'importo di progetto e' stata inserita nel piano triennale  2003-2005 (rectius contratto di programma ANAS 2003-2005), in corso di definizione;
 Delibera: 1. Approvazione progetto preliminare.
 1.1. Ai sensi e per gli effetti dell'art. 3 del decreto legislativo n. 190/2002, nonche' ai sensi dell'art. 10 del decreto del Presidente della Repubblica n. 327/2001 - come, da ultimo modificato dal decreto legislativo  n.  330/2004  -  e'  approvato, con le prescrizioni e le raccomandazioni  proposte  dal  Ministero  delle infrastrutture e dei trasporti,   anche   ai   fini  dell'attestazione  di  compatibilita' ambientale  e  dell'apposizione del vincolo preordinato all'esproprio il     progetto     preliminare    della    «Bretella    autostradale Campogalliano-Sassuolo  di  collegamento  tra  la  A22  e la s.s. 467 Pedemontana».
 E'  conseguentemente  perfezionata,  ad  ogni  fine  urbanistico ed edilizio, l'intesa Stato-Regione sulla localizzazione dell'opera.
 1.2.  Ai  sensi del citato art. 3, comma 3, del decreto legislativo n.  190/2002,  l'importo  di Euro 284.766.576, di cui alla precedente presa  d'atto,  costituisce  il limite di spesa dell'intervento ed e' inclusivo  del  costo  degli  interventi  di mitigazione ambientale e delle barriere antirumore.
 1.3.  Le  prescrizioni  citate  al punto 1.1, a cui e' condizionata l'approvazione   del   progetto  sono  riportate  nella  parte  prima dell'allegato, che forma parte integrante della presente delibera.
 Le  raccomandazioni  proposte  dal Ministero delle infrastrutture e dei  trasporti sono riportate nella parte seconda del citato allegato 1.  Il  soggetto  aggiudicatore,  qualora  ritenga  di  non poter dar seguito  a  qualcuna  di  dette raccomandazioni, fornira' al riguardo puntuale  motivazione,  in modo da consentire al menzionato Ministero di  esprimere le proprie valutazioni e di proporre a questo Comitato, se del caso, misure alternative.
 1.4.  Il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti provvedera' ad  adottare  le  opportune  misure  atte  ad  assicurare  il massimo possibile  coordinamento,  anche  sotto  il profilo temporale, tra la realizzazione  delle  opere  di  cui  al  progetto  approvato  con la presente   delibera  e  l'esecuzione  dei  lavori  del  «collegamento Modena-Sassuolo,  adeguamento  s.s.  467  da  Fiorano  alla  s.p.  di Magreta»   di   cui   alla   convenzione   tra   il  Ministero  delle infrastrutture  e dei trasporti, la regione, la provincia di Modena e l'ANAS citata in premessa. 2. Copertura finanziaria.
 Il  Ministero  delle  infrastrutture  e dei trasporti, in occasione della  sottoposizione  del  progetto  definitivo  a  questo Comitato, provvedera' ad aggiornare la scheda ex delibera n. 63/2003, indicando gli  importi  effettivamente disponibili per l'opera e confermando se la  copertura  finanziaria residua di Euro 74.052.576 e' prevista nel contratto di programma ANAS 2003-2005, nonche' riportando la prevista distribuzione annuale dei costi.
 Il   predetto   Ministero   curera'   altresi'   che   il  soggetto aggiudicatore  riporti dettagliatamente, nel progetto definitivo, gli interventi  da  ricomprendere  nella  voce «opere compensative» delle quali  - come specificato nella precedente «presa d'atto» - il quadro economico  quantifica il costo in Euro 3.702.330: qualora indicazioni di  maggior  dettaglio  sugli interventi da effettuare possano essere sviluppate  solo  in  fase  di  progettazione esecutiva, la voce - in quanto  calcolata  in percentuale su altre voci dello stesso quadro - verra'  estrapolata  dai  «lavori  a  base  d'asta» e traslata tra le «somme a disposizione». 3. Clausole finali.
 3.1.  Il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti provvedera' ad  assicurare,  per  conto  di questo Comitato, la conservazione dei documenti   componenti   il   progetto   preliminare  dell'intervento «Bretella  autostradale Campogalliano-Sassuolo di collegamento tra la A22 e la s.s. 467 Pedemontana» approvato con la presente delibera.
 3.2.  La  commissione VIA procedera' - ai sensi dell'art. 20, comma 4,  del decreto legislativo n. 190/2002 - a verificare l'ottemperanza del  progetto  definitivo  alle  prescrizioni  del  provvedimento  di compatibilita'  ambientale  e  ad  effettuare gli opportuni controlli sull'esatto  adempimento  dei contenuti e delle prescrizioni di detto provvedimento.
 Il  Ministero  delle  infrastrutture  e  dei  trasporti, in sede di approvazione   della   progettazione   definitiva,  provvedera'  alla verifica  di  ottemperanza  alle altre prescrizioni che, ai sensi del precedente  punto  1.3,  debbono  essere  recepite  in  tale  fase  e relazionera'  in  ordine  all'attuazione della disposizione di cui al punto 1.4.
 Il   soggetto   aggiudicatore   procedera'   alla   verifica  delle prescrizioni  che  debbono  essere  attuate  nelle  fasi  successive, fornendo  assicurazione al riguardo al Ministero delle infrastrutture e  dei  trasporti  e  curando,  tra  l'altro,  che le prescrizioni da assolvere   nella   fase   di  cantierizzazione  siano  inserite  nel capitolato  speciale  di  appalto e poste a carico dell'esecutore dei lavori.
 3.3.  Il  suddetto Ministero provvedera' a svolgere le attivita' di supporto intese a consentire a questo Comitato di espletare i compiti di  vigilanza sulla realizzazione delle opere ad esso assegnati dalla normativa  citata in premessa, tenendo conto delle indicazioni di cui alla delibera n. 63/2003 sopra richiamata.
 3.4.  Questo  Comitato  si  riserva,  in  fase  di approvazione del progetto   definitivo   dell'opera   e  in  adesione  alle  richieste rappresentate  nella  citata  nota  del  coordinatore del comitato di coordinamento  per l'alta sorveglianza delle grandi opere, di dettare prescrizioni intese a rendere piu' stringenti le verifiche antimafia, prevedendo  -  tra l'altro - lo svolgimento di accertamenti anche nei confronti  degli  eventuali  subcontraenti e subaffidatari e forme di monitoraggio durante la realizzazione dei lavori.
 3.5.  Il  codice  unico di progetto (CUP), assegnato al progetto in argomento,   ai  sensi  della  delibera  n.  24/2004,  dovra'  essere evidenziato  in  tutta  la  documentazione amministrativa e contabile riguardante l'intervento di cui alla presente delibera.
 Roma, 18 marzo 2005
 
 Il Presidente
 Berlusconi Il segretario del CIPE
 Baldassarri
 
 Registrato alla Corte dei conti il 15 settembre 2005 Ufficio di controllo atti Ministeri economico-finanziari, registro n. 5 Economia e finanze, foglio n. 46
 |  | Allegato 
 PRESCRIZIONI   E   RACCOMANDAZIONI   PROPOSTE   DAL  MINISTERO  DELLE
 INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI
 
 PARTE I Prescrizioni 1. Da assolvere nella redazione del progetto definitivo.
 1.1 Quadro di riferimento progettuale:
 a) dettagliare,   qualitativamente   e   quantitativamente,   i materiali   derivanti  dalla  demolizione  delle  opere  esistenti  e indicare le modalita' di smaltimento;
 b) contenere  le  prescrizioni  relative alla mitigazione degli impatti  in  fase  di  costruzione  e quelle relative alla conduzione delle  attivita'  di cantiere nei documenti progettuali relativi agli oneri  contrattuali  dell'appaltatore dell'infrastruttura (capitolati d'appalto);
 c) anticipare,  per  quanto  possibile,  la realizzazione delle opere   di   mitigazione   e  compensazione  ambientale  rispetto  al completamento dell'infrastruttura;
 d) dettagliare   i   quantitativi   e  le  caratteristiche  dei materiali  di  scavo; per lo smaltimento di quelli in esubero, dovra' essere  definito  il  Piano  di deposito temporaneo e di smaltimento, individuando  le  aree  di  stoccaggio  definitivo;  dovranno  essere previste le modalita' di conservazione della coltre vegetale nel caso se ne preveda il riutilizzo;
 e) stralciare   dal   progetto  l'area  di  servizio  posta  in corrispondenza  dell'area  a  maggiore criticita' n. 2 che si estende dalla progressiva 8+000 alla 9+000;
 f) raccordarsi   con   lo   «Studio   di   fattibilita'   della sistemazione  idraulica  del fiume Secchia nel tratto da Castellarano alla  confluenza  in  Po»,  che  ha  in  corso la stessa Autorita' di bacino,  per  i  tratti  ricadenti  nelle  fasce  fluviali delimitate dall'Autorita'  di  bacino  del Po. Prevedere tra la prog. 0+000 e la prog.  2+950,  per  l'interferenza con le fasce fluviali previste dal PAI, l'adozione della tipologia in viadotto in luogo del rilevato;
 g) predisporre  un  piano  di circolazione dei mezzi d'opera in fase  di costruzione, che abbia valenza contrattuale e che contenga i dettagli operativi di quest'attivita' in termini di:
 percorsi  impegnati  ed  eventuali  alternative  in  caso  di inagibilita' temporanea dei percorsi programmati;
 tipo di mezzi;
 volume  di  traffico,  velocita' di percorrenza, calendario e orari di transito;
 percorsi di attraversamento delle aree urbanizzate;
 messa  in evidenza, se del caso, delle misure di salvaguardia degli edifici sensibili;
 a) prevedere  la  realizzazione, contestuale alla realizzazione dell'opera   autostradale   principale,  previa  convenzione  con  la societa'  RFI,  dei sottopassi ferroviari dell'appaltando progetto di rilocazione  della  linea FS storica Cittanova - S. Cataldo in comune di Modena;
 b) raccordarsi    con   l'analogo   progetto   di   mitigazione dell'appaltando  progetto  di  rilocazione  della  linea  FS  storica Cittanova - S. Cataldo in comune di Modena;
 c) valutare  con il comune di Modena la possibilita' di ridurre o meglio distribuire il numero dei sovrappassi previsti nella zona di Marzaglia  individuando  soluzioni alternative in grado di soddisfare le esigenze di collegamento (nuclei abitati, fondi agricoli, percorso ciclo-pedonale  Secchia,  parco  fluviale,  etc.)  delle  porzioni di territorio «tagliate» dalla nuova infrastruttura;
 d) qualificare l'intersezione prevista in uscita dal raccordo a livelli  sfalsati  di  Marzaglia con la attuale S.P. 15 attraverso la previsione  di  una ulteriore rotatoria commisurata con le previsioni dei flussi da sostenere;
 e) dovranno  essere riconsiderate le valutazioni fatte circa la compatibilita'  o  meno delle opere in relazione agli insediamenti ed alla  definizione  di  misure  compensative  e/o  di protezione degli stessi,   ivi   incluse   le  possibilita'  di  rilocalizzazione  con trasferimento delle potenzialita' edificatorie;
 f) dettagliare  il  sistema  degli  accessi ai fondi privati al fine di valutare eventuali misure compensative e/o mitigative per gli insediamenti,  nonche'  prevedere  le  necessarie opere per garantire l'accessibilita' agli stessi;
 g) l'opera  identificata  sulle  planimetrie  di  progetto come «Scatolare  ferroviario  scalo merci», necessario al collegamento tra scalo  merci  e  zona fiera, dovra' essere realizzata contestualmente alla infrastruttura stradale;
 h) il  ponte previsto per il passaggio sul fiume Secchia dovra' contenere  adeguati spazi per l'attraversamento ciclabile e pedonale; dovra'  essere  dimensionato  in  modo  tale  da  garantire un futuro ampliamento a quattro corsie (due per senso di marcia);
 i) limitatamente   alle  conseguenze  sul  progetto  in  esame, tenendo  conto  che appare necessario che la ferrovia di collegamento con  la  stazione di Rubiera sia spostata a ovest della variante alla s.s. 9  mantenendo  la  funzionalita' anche in fase di esecuzione dei lavori      e      che      il     nuovo     raccordo     ferroviario «Cittanova/Marzaglia-Dinazzano   sia  posizionato  sull'attuale  sede della  ferrovia  Acciaierie-Terminal-Stazione di Rubiera, il progetto del  «Raccordo  autostradale Campogalliano - Sassuolo di collegamento tra  la  A22 e la s.s. 467 Pedemontana» deve tenere in considerazione che  le  due  ferrovie siano raccordate con uno scatolare di scavalco della  Variante alla s.s. 9 o con soluzioni alternative da concordare con la provincia di Reggio Emilia ed il comune di Rubiera;
 j) integrare  il  progetto  prevedendo  un ulteriore svincolo a rotatoria  in  corrispondenza  dell'incrocio  tra  via  Ancora  e via Emilia-Romagna in comune di Sassuolo;
 k) confermare,  al  fine  di  mantenere  adeguata permeabilita' soprattutto  pedonale  e ciclabile verso il Parco fluviale, in comune di  Sassuolo i collegamenti gia' previsti nel Piano particolareggiato di  iniziativa  pubblica  di  attuazione  del P.A.E. e che quindi sia ripristinato  il  collegamento,  in  prossimita'  dello  svincolo a T tramite  il  quale  l'autostrada  si connette alla Pedemontana, della carreggiata  esistente che serve un immobile collocato in prossimita' del fiume, che risulterebbe altrimenti inaccessibile;
 l) realizzare  un  sistema  di  convogliamento  delle  acque di troppo  pieno  che  recapiti  in uno dei decantatori-disoleatori gia' previsti  per il trattamento delle acque di prima pioggia provenienti dall'autostrada  per il lago di raccolta delle acque situato a est di ca' Siviglia in comune di Sassuolo, che a seguito della realizzazione dell'autostrada viene ad assumere una configurazione chiusa;
 m) studiare  una  soluzione progettuale che consenta di ridurre il numero delle pile in alveo rinunciando ad elementi standardizzati, da  concordare  con la Soprintendenza per i beni architettonici ed il paesaggio  di  Bologna,  fermo restando che sara' sviluppata anche la soluzione presentata nel presente progetto preliminare;
 n) approfondire  gli aspetti di rischio archeologico secondo le consuete  modalita'  adottate  per  le opere pubbliche di particolare impatto:  ricerche  bibliografiche,  archivistiche,  esame della foto aerea,   ricognizioni  di  superficie,  sondaggi  di  verifica.  Tali indagini  conoscitive  si  devono  considerare  del tutto preliminari all'intervento e dovranno essere realizzate da operatori archeologici sotto  la  direzione  della  Soprintendenza  per  i beni archeologici dell'Emilia-Romagna-Bologna;
 o) rispetto   alle   mitigazione  e  compensazioni  ambientali, dovra':
 utilizzare   tutte   le   superfici   intercluse   tra  opere infrastrutturali  e non piu' utilizzabili a scopi agricoli, quindi da espropriare, per potenziare le compensazioni e dotazioni a verde;
 incrementare   le   dotazioni   a  verde  per  strutturare  e potenziare  corridoi  ecologici  esistenti  o  di progetto, nonche' i collegamenti escursionistici ciclo-pedonali esistenti;
 uniformarsi, recependo le parti di competenza, al progetto di mitigazione  a  verde delle nuove opere ferroviarie (delocalizzazione linea  ferroviaria  MI-BO  tra  Cittanova e Modena-San Cataldo, Scalo merci  di  Marzaglia,  Terzo binario merci indipendente), in corso di approvazione da parte dell'amministrazione comunale di Modena.
 1.2 Quadro di riferimento ambientale:
 a) sviluppare  gli  elementi  di  mitigazione  e  le  opere  di compensazione  cosi'  come proposti nello Studio d'impatto ambientale esaminato  e  sue  integrazioni, e integrate alla luce delle presenti prescrizioni,  dettagliandone  la  localizzazione,  la  tipologia, le modalita' di esecuzione e i costi analitici;
 b) prevedere  la  raccolta  e  l'appropriato  trattamento delle acque  di  dilavamento  della  piattaforma,  approfondendo gli schemi delle  opere  di  raccolta  e  trattamento  proposti nel preliminare, definendo  e  dimensionando  l'intero sistema sia alle portate locali smaltibili   che   al  contenimento  degli  sversamenti  accidentali; determinare i tempi e i modi degli interventi di emergenza e studiare gli  apparati  in  grado  di  garantire  l'efficienza del sistema nel tempo;  infine  tutte  le  cunette e i fossi di guardia devono essere impermeabilizzati;  nell'ambito della progettazione definitiva dovra' essere  data  priorita'  all'utilizzo di sistemi biotecnici quali gli ecosistemi filtro;
 c) approfondire     lo     studio     delle     caratteristiche idrogeomorfologiche  del  fiume  Secchia  e  della  sua  rete minore, dettagliando  le misure specifiche per evitare che la realizzazione e l'esercizio  dell'infrastruttura di progetto influisca sulla qualita' delle  acque,  sul  regime  idraulico e sull'ecosistema proprio della porzione del reticolo idrografico interessato;
 d) verificare in dettaglio, in corrispondenza dello svincolo di raccordo   con  la  tangenziale  di  Modena,  l'interferenza  con  la superficie piezometrica prevedendo eventualmente la messa in opera di elementi  drenanti con caratteristiche permanenti atte a garantire la continuita' del deflusso idrico ipogeo;
 e) verificare  in  dettaglio  dal  Km  5+500  al  Km  8+300  la possibile  interferenza  con  il  massimo livello stimato della falda superficiale  di massima piena del fiume Secchia garantendo un franco costante tra il piano viario e la falda stessa;
 f) prevedere  corridoi protetti di attraversamento della fauna, in  numero,  forma  e  dimensioni  adeguati garantendo la continuita' strutturale  e  funzionale  della  rete  ecologica; in particolare in corrispondenza   del   Fosso  di  Santa  Liberata,  l'attraversamento previsto   con  le  integrazioni  dovra'  essere  completato  con  la rinaturalizzazione  delle  aree prossime all'imbocco. Dovranno essere permeabili  alla fauna gli attraversamenti dei corsi d'acqua di minor entita';
 g) al   fine   di   mitigare   gli   impatti  sulle  componenti naturalistiche,  paesaggistiche,  ed  acustico  e  per  mantenere  la continuita' dell'oasi, la galleria artificiale del Colombarone dovra' interessare il tratto compreso tra il Km 9+000 al Km 10+200;
 h) prevedere   per   quanto   riguarda   il   ripristino  della vegetazione,  l'impiego  di specie appartenenti alle serie autoctone, raccogliendo   eventualmente   in  loco  il  materiale  per  la  loro propagazione   (sementi,  talee,  etc.)  al  fine  di  rispettare  la diversita'  biologica (soprattutto in prossimita' di aree protette) e di consentire la produzione di materiale vivaistico;
 i) coordinare le attivita' di ripristino ambientale previste in corrispondenza  del Parco del fiume Secchia con lo specifico progetto del comune di Sassuolo;
 j) provvedere  alla riduzione dell'effetto barriera urbanistica facilitando  l'attraversamento  della  strada  a  mezzo  di  passaggi pedonali  e ciclabili rispettando le previsioni di localizzazione dei percorsi, in particolare nel tratto ove l'opera corre in parallelo al Secchia;
 k) sviluppare  le  opere di sistemazione a verde, di ripristino ambientale  e  di  rinaturazione  previste in progetto, applicando le tecniche dell'ingegneria naturalistica; assumendo come riferimento:
 «Linee  guida  per  capitolati  speciali  per  interventi  di ingegneria  naturalistica  e  lavori  di opere a verde» del Ministero dell'ambiente, Servizio VIA, settembre 1997;
 altri manuali qualificanti quali, ad esempio:
 «Atlante delle opere di sistemazione dei versanti» dell'APAT, 2002;
 «Manuale   di   ingegneria   naturalistica»   della   regione Emilia-Romagna;
 l) approfondire  l'analisi  revisionale del rumore considerando il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 14 novembre 1997 in fase di esercizio delle opere in progetto, verificandone i livelli sui   ricettori   nelle   condizioni   di   traffico  piu'  critiche; specificando  la  localizzazione,  la  tipologia  e  le  modalita' di realizzazione  delle  opere  di  mitigazione  acustica, assicurandone l'inserimento  paesaggistico  e  privilegiando l'adozione di barriere acustiche integrate con barriere a verde;
 m) approfondire  l'elaborazione degli interventi di mitigazione delle  vibrazioni  cosi'  da  garantire  il rispetto dei limiti delle norme UNI 9614;
 n) verificare  per  il ricettore n. 20 (rumore) tutti i sistemi mitigativi   attivi   e  passivi  ed  eventualmente  provvedere  alla delocalizzazione del ricettore impattato;
 o) dettagliare  la  qualita'  e  la quantita' delle emissioni e degli  scarichi in fase di cantierizzazione, e le misure proposte per la loro mitigazione;
 p) essere   accompagnato   da   un   progetto  di  monitoraggio ambientale  redatto secondo linee guida predisposte dalla commissione speciale VIA prevedendone il relativo costo nel quadro economico;
 q) predisporre   quanto   necessario  per  adottare,  entro  la consegna  dei lavori, un Sistema di gestione ambientale conforme alla norma ISO 14001 o al Sistema EMAS (Regolamento CE 761/2001);
 r) redigere   gli   elaborati,  anche  successivi  al  progetto definitivo,  in  conformita' alte specifiche del Sistema cartografico di riferimento;
 s) prevedere  tutti gli accorgimenti per evitare che nella fase di  realizzazione  dei  viadotti  e/o  laddove  siano  presenti falde superficiali:
 le attivita' di perforazione e di esecuzione delle fondazioni di  pile  e  spalle determinino l'insorgere del rischio di diffusione delle sostanze inquinanti dovute ai fluidi di perforazione;
 l'utilizzazione   dei   fanghi   di  perforazione  riduca  la permeabilita' nelle formazioni litologiche interessate;
 t) prevedere   lo   spostamento   dei   fossi   acquedottistici eventualmente interferiti in zone contermini;
 u) prevedere  misure  di compensazione di importo non inferiore al 3% dell'importo dei lavori;
 v) realizzare,   previo   adeguato   progetto   acustico,   una schermatura   completa  del  lato  est  dell'infrastruttura  e  dello svincolo  per  Rubiera,  nel  tratto  indicativamente  compreso tra i civici: strada Nuova di Marzaglia n. 146 e strada Marzaglia n. 178/2, per uno sviluppo lineare complessivo di circa 1400 m;
 w) dovra'  considerare  e  risolvere  le interferenze dirette e non,  con  il  Percorso  natura  realizzato lungo il fiume Secchia da Modena  a  Sassuolo;  la  soluzione delle interferenze dovra' passare necessariamente  attraverso  la previsione di opere di mitigazione da realizzarsi  per minimizzare l'impatto visivo e acustico, nonche' per garantire i collegamenti con la rete viaria ordinaria circostante; la funzionalita'  del  percorso dovra' essere garantita anche durante la fase di realizzazione dell'opera;
 x) i  manufatti  di raccolta dovranno essere dotati di vasche e organi  di  compartimentazione per poter raccogliere eventuali reflui derivanti da sversamenti accidentali;
 y) dovra'  realizzare  tutti  i  manufatti necessari ad evitare infiltrazione  delle  acque  meteoriche e di dilavamento superficiale nei tratti a vulnerabilita' elevata e molto elevata;
 z) per  quanto  concerne  il  sistema  di drenaggio delle acque reflue  di  origine  meteorica e di origine accidentale (sversamenti, acque  di  spegnimento  incendi, acque di lavaggio della piattaforma, etc.) dell'infrastruttura occorre prevedere per tutti i corsi d'acqua presidi idraulici;
 aa) al fine di minimizzare le possibili interferenze ed impatti sul deflusso e sulla qualita' delle acque superficiali e sotterranee, e'  necessaria  la  predisposizione di presidi di controllo idrico su tutti  i recapiti del sistema di drenaggio dell'infrastruttura; a tal fine  occorre  prevedere  impianti  di depurazione con pretrattamenti meccanici  di  grigliatura  e  disoleazione  e trattamenti primari di sedimentazione,  per  le  acque  reflue di prima pioggia e di origine accidentale  (sversamenti,  acque  o  fluidi  di spegnimento incendi, acque di lavaggio della piattaforma, etc.), prima dei recapiti;
 bb)   il tratto stradale dovra' essere munito di strutture atte a    garantire,   lungo   tutti   i   tratti   insistenti   in   zone idrogeologicamente   molto   vulnerabili   (secondo   la   carta   di vulnerabilita'  degli acquiferi) oltre che lungo il tratto secante la zona  di  rispetto  allargata  del  campo  acquifero di Marzaglia, la fuoriuscita  di strada di autoveicoli e conseguentemente i potenziali sversamenti di inquinanti nelle zone adiacenti l'asse stradale;
 cc) dovranno  essere potenziati gli interventi di compensazione al  fine  di  non  impoverire  l'efficienza ecologica del corridoio e ridurre  l'impatto  dell'opera  sul  territorio  in  generale  (fasce boscate,  opere  di  rinaturazione);  tali interventi dovranno essere realizzati  lungo  tutto  il tracciato della bretella con particolare riferimento  ai  tratti  in  corrispondenza  delle aree naturali piu' interessanti  (Casse,  ex  Cave Rametto) ed in prossimita' dei centri abitati al fine di non compromettere le connessioni ecologiche tra la fascia  fluviale  e  il territorio agricolo posto ad est del raccordo autostradale in fase di forte rinaturazione;
 dd) nell'area  sensibile  di impatto 4 (pag. 69 appendice B) ex Cave Rametto, dovra' essere ridotta al massimo la frammentarieta' del sito  e dovranno essere adottati tutti gli accorgimenti necessari per non  danneggiare  le  eventuali  risorgive;  dovranno  inoltre essere previsti sistema di raccolta delle acque della piattaforma stradale e smaltimento delle stesse all'esterno dell'area al fine di tutelare le acque presenti nei bacini;
 ee) dovranno essere attuate le prescrizioni previste nel SIA ed inoltre si dovra':
 inserire  i sottopassi di attraversamento per la fauna minore non contemplati nelle misure di mitigazione;
 le  piante  messe  a  dimora  e le semine di erbacee dovranno essere certificate di produzione locale;
 le  piante  di  biancospino  attualmente non sono ammesse per decreto  regionale  a  causa  della  diffusione  del  colpo  di fuoco batterico  che colpisce gran parte delle rosacee ed in particolare il biancospino;  per  la pianura comunque e' il Crataegus monogyna e non Coxyacantha   che  occupa  la  fascia  montana.  In  sostituzione  e' possibile l'uso del prugnolo (Prunus spinosa) e della rosa canina;
 ff) siano  verificate le seguenti condizioni in prossimita' del fiume Secchia e delle sue aree di pertinenza:
 l'insieme    delle    opere   costituenti   l'attraversamento (ponte-viadotto   e   rilevati   di   accesso)  non  deve  comportare condizionamenti   al   deflusso   della  piena  e  non  deve  indurre modificazioni all'assetto morfologico dell'alveo;
 la  soluzione  progettuale  adottata  per  il ponte e per i rilevati  di  accesso  deve  garantire  l'assenza  sia  di effetti di rigurgito  tali  da comportare un aumento delle condizioni di rischio per  il  territorio  circostante,  sia  di riduzione degli effetti di laminazione della piena;
 l'insieme   delle   opere  deve  essere  in  condizioni  di sicurezza intrinseca rispetto ai fenomeni di piena;
 tenuto  conto  che  l'Autorita'  di  Bacino  ha in corso lo «Studio  di  fattibilita'  della  sistemazione  idraulica  del  fiume Secchia  nel  tratto  da  Castellarano  alla  confluenza in Po» e che quindi  e'  necessario raccordare tra loro i due progetti, si ritiene opportuno  un  incontro  tecnico  tra  i  progettisti  dell'ANAS e la predetta Autorita' di bacino. 2. Da assolvere nella redazione del progetto esecutivo:
 a) in  generale  si  dovranno  utilizzare  specie autoctone e/o naturalizzate,   che  garantiscono  un  maggior  successo  d'impianto (facilita'  all'attecchimento, adattamento pedo-climatico, buona resa nello   sviluppo,  minori  costi  di  manutenzione);  latifoglie  non autoctone  possono  essere tollerate in misura minore e limitatamente agli  ambiti  fortemente urbanizzati in cui sono necessari interventi con  finalita'  estetiche;  stessa  logica deve essere seguita per le specie  arbustive  non  autoctone;  assolutamente  da evitare sono le specie riconosciute come invadenti (Robinia, Ailanto, Amorpha, etc.);
 b) la  fascia  boscata deve essere sempre articolata prevedendo diversi  livelli  di  vegetazione  (alberi di I, II e III grandezza e arbusti)  e diversificazione specifica occupando, in questo modo, sia lo  spazio  orizzontale  sia  quello  verticale  a disposizione della fascia stessa;
 c) la  tipologia  di  impianto  e  gli  standard  vivaistici da utilizzare nella progettazione esecutiva, dovranno favorire un rapido sviluppo  della  vegetazione,  utilizzando  piante a pronto effetto e sedime  forestale  in  funzione  degli  obbiettivi  che  si  vorranno perseguire:  verde  d'arredo,  verde  schermante,  verde con funzione naturalistica, etc.;
 d) particolare  attenzione  dovra'  essere  posta  al  tipo  di terreno e all'eventuale livello di inquinamento accumulatosi, poiche' eccessive   concentrazioni,  o  anche  la  sola  presenza  di  alcune sostanze,  possono  inficiare  l'attecchimento  di  alcune  specie  o precluderne  la  sopravvivenza nel tempo; inoltre si dovra' prevedere in  caso  di  necessita' uno strato di terreno vegetale per almeno 80 cm;
 e) il  progetto,  pur  evidenziando  nel  S.I.A. la presenza di ambiti  naturali di un certo pregio (fiumi Secchia e Panaro, torrenti Tiepido  e  Samoggia),  non  ne prevede il potenziamento, limitandosi alla   ««ricucitura   con   la  vegetazione  esistente»;  si  ritiene necessario potenziare tali tratti con sistemazioni a verde naturale;
 f) ogni intervento in ambito naturale (fluviale, di cava, etc.) dovra' prevedere l'utilizzo di tecniche di ingegneria naturalistica;
 g) assolutamente  fondamentale  e  necessaria  e'  la scelta di ricomprendere le operazioni di manutenzione degli impianti per almeno tre  anni dalla messa a dimora; a questa si aggiunge la necessita' di prevedere   un   reimpianto   delle   fallanze   nel  primo  anno  di manutenzione;
 h) predisporre  un  piano  di  monitoraggio  per verificare gli effettivi  livelli  sonori  post  operam in prossimita' dei ricettori residenziali;  le fasi realizzative e le sorgenti che il monitoraggio dovra' caratterizzare sono: aree fisse cantiere, fase di costruzione, fase  finale  di  esercizio;  le  modalita'  di  misura  i periodi di osservazione e la scelta dei ricettori dovranno essere concordate con il  comune  di  Modena;  la  situazione  ante  operam  dovra'  essere acquisita prima dell'inizio della fase di cantiere;
 i) caratterizzare  i  fanghi  di  decantazione,  depurazione  e disoleazione  al fine di scegliere le idonee modalita' di stoccaggio, pretrattamento  e  smaltimento;  la  gestione e la manutenzione sara' necessariamente a carico di ANAS;
 j) contenere  il «piano di gestione, manutenzione e verifica di funzionalita'  del  sistema di raccolta e trattamento dei fanghi»; in particolare  la  manutenzione  degli impianti dovra' essere garantita con una cadenza minima di 4 volte all'anno;
 k) contenere  il «piano di gestione, manutenzione e verifica di funzionalita'  del  sistema  di drenaggio, invaso e trattamento delle acque di origine meteorica e degli eventuali sversamenti accidentali» da  presentare per l'approvazione ad ARPA ed alla provincia di Modena e Reggio Emilia; in particolare la manutenzione degli impianti dovra' essere garantita con una cadenza minima di 4 volte all'anno;
 l) in  relazione  alla vulnerabilita' idrogeologica della falda acquifera,  progettare  presidi  idrogeologici  di monitoraggio delle opere  di  realizzazione dei manufatti, grazie ad appositi piezometri da  mettere in opera in fase esecutiva; i presidi devono possedere le seguenti   caratteristiche   generali:   ogni  presidio  idrico  deve prevedere  la  messa  in  opera  di appositi piezometri; i piezometri devono   captare   un  solo  acquifero  cadauno;  non  devono  essere attrezzati  con  un  dreno  continuo,  devono  essere cementati negli orizzonti  acquiferi  che  non  sono  di  specifico interesse; devono disporre di cementazione della testata; devono avere diametri tali da eseguire  prove  di pompaggio a portata costante di lunga durata, con portate  che  siano  significative  ai  fini  del dimensionamento del sistema di disinquinamento;
 m) nei  presidi devono essere controllati i seguenti parametri: pH,   conducibilita'   elettrica,  alcalinita',  ammoniaca,  nitrati, cloruri,  solfati,  sodio,  potassio,  calcio,  magnesio,  fosforo, i principali  metalli  pesanti,  idrocarburi  disciolti e non, composti organo  alogenati,  materiale  in  sospensione; per le determinazioni chimico-fisiche  dirette  in  sito,  devono essere monitorati anche i seguenti  parametri:  temperatura  dell'acqua, temperatura dell'aria, ossigeno disciolto (per le modalita' di prelevamento, stabilizzazione e  conservazione,  dei  campioni  d'acqua si deve fare riferimento ai metodi  Irsa  e decreto del Presidente della Repubblica n. 236/1988). Si ricorda la necessita' di operare idoneo spurgo dei pozzi adottando ad esempio i criteri relativi ai volumi prelevati;
 n) prevedere  un piano di monitoraggio da effettuare durante la fase  di  cantiere  per  verificare  le  effettive  concentrazioni di inquinanti  in  corrispondenza  dei  ricettori residenziali posti sia lungo  il  tracciato che in prossimita' delle aree fisse di cantiere; il  piano  dovra'  essere  concordato  con  il  comune  di Modena; la situazione  ante  operam  dovra'  essere  acquisita prima dell'inizio della fase di cantiere. 3.  Da  assolvere  nella fase di cantiere; da inserire nel Capitolato speciale d'appalto a carico dell'esecutore dei lavori:
 a) l'asfaltatura  delle piste di cantiere e la loro sistematica pulizia  con frequenza da valutare anche in relazione alle condizioni meteo,   per  garantire  la  minima  diffusione  delle  polveri  aero disperse;
 b) per  limitare  le  emissioni  diffuse  e puntuali di polveri derivanti   dalla   movimentazione   dei  materiali  di  costruzione, dall'esercizio  di impianti fissi e dalla movimentazione dei mezzi su sede stradale di cantiere sterrata e' necessario:
 per   l'impianto   di  betonaggio  e  altri  impianti  fissi, prevedere  sistemi  di  abbattimento per le polveri in corrispondenza degli  sfiati da serbatoi e miscelatori durante il carico e scarico e la lavorazione;
 prevedere la umidificazione dei depositi temporanei di terre, dei  depositi di materie prime ed inerti e delle vie di transito da e per  i cantieri, soprattutto quando queste si trovino nelle vicinanze di un aggregato urbano;
 per  il  trasporto  prevedere  un  sistema di ricopertura dei cassoni con teloni;
 qualora  nella  composizione  del  calcestruzzo  rientri  come materia prima il polistirolo, il ciclo delle acque usate, provenienti anche  dal  lavaggio  delle autobetoniere, non dovra' essere svolta a cielo  aperto  e  comunque, prima dello scarico delle acque usate nel contenitore  preparato allo scopo, dovranno essere interposte griglie di trattenimento del materiale plastico;
 acquisire  le  autorizzazioni  necessarie per le emissioni di inquinanti in atmosfera ai sensi delle vigenti normative;
 c) la    perforazione    di    nuovi   pozzi   delle   medesime caratteristiche  di  quelli  esistenti  qualora  la nuova strada crei interferenze   tali   da   renderli   inutilizzabili;   il   soggetto aggiudicatore  prevedera'  tra  le somme a disposizione una copertura economica per far fronte a tale eventualita';
 d) divieto  di  utilizzare additivi nella realizzazione di pali di fondazione per evitarne la dispersione in falda;
 e) nelle  aree dei cantieri principali, al fine di garantire il regolare deflusso delle acque di origine meteorica e di assicurare il controllo   di   eventuali   sversamenti  accidentali  dovra'  essere predisposta la separazione della rete delle acque bianche dalle nere, di  cui va presentato il progetto corredato di relazione descrittiva; la  rete  delle  acque  bianche  dovra'  essere dotata di un apposito impianto di ritegno dei fluidi incidentalmente sversati;
 f) per quanto riguarda gli scarichi di acque reflue industriali (derivanti da miscelazione di materie prime, lavaggio dei macchinari, dei  piazzali  e  degli autoveicoli), dovra' essere realizzato quanto segue:
 impianto   di   riciclo   delle   acque   provenienti   dalla miscelazione delle materie prime nell'impianto di betonaggio;
 a  monte  dello  scarico  in  pubblica fognatura, impianto di depurazione chimico-fisico;
 predisposizione  di  una  apposita  area  per  l'attivita' di lavaggio di autocarri, betoniere o di veicoli e contenitori in genere con riciclo delle acque;
 g) si  dovra'  provvedere alla pavimentazione delle intere aree di  cantiere  e  alla realizzazione di canalette perimetrali di scolo con apposito recapito finale, garantendo l'eventuale ripristino delle aree  alla  condizione  precedente il cantiere, in rapporto alla loro destinazione d'uso;
 h) dovra'   essere   predisposto  un  piano  di  emergenza  per accidentali  sversamenti  di sostanze inquinanti nel suolo che dovra' essere inviato ad ARPA, provincia e comuni interessati dai cantieri;
 i) si  dovra' indicare, per quanto attiene le aree dei cantieri principali,  al fine della protezione dagli inquinamenti accidentali, l'esatta  individuazione delle aree destinate al deposito di sostanze pericolose  quali  carburanti, lubrificanti, rifiuti industriali, oli esausti  etc.  e  delle  aree  di carico e scarico; andranno indicate inoltre  le  modalita'  di  stoccaggio,  eventuale  pretrattamento  e smaltimento  finale dei rifiuti (fanghi di depurazione, decantazione, disoleazione, espurghi, oli esausti, rifiuti da officina etc.);
 j) le  aree  destinate al deposito di sostanze pericolose quali carburanti,  lubrificanti,  rifiuti  industriali,  oli esausti etc. e delle  aree  di  carico  e  scarico dovranno essere localizzate al di fuori  delle aree classificate a vulnerabilita' elevata e comunque al di  fuori  delle  aree  di tutela assoluta e di rispetto ristretta ed allargata dei pozzi ad uso idropotabile;
 k) dovra'   essere   evitato   l'interramento   di  contenitori destinati  all'immagazzinamento  di  sostanze o preparati pericolosi, carburanti e rifiuti compresi, preferendo l'installazione di depositi epigei;
 l) i depositi devono essere sistemati al coperto in locali resi a   tenuta   mediante   la   costruzione   di   solette  rialzate  in corrispondenza  degli ingressi, o immagazzinati all'interno di bacini di contenimento impermeabilizzati. 4. Da assolvere prima dell'inizio della fase di esercizio:
 a) dovra'   essere   presentato,   per   l'approvazione   prima dell'inizio  della  fase  di  esercizio,  ad ARPA, provincia e comuni interessati   un   nuovo   piano   di  mitigazione  che  tenga  conto dell'incertezza  del  modello e dei limiti futuri imposti dal decreto ministeriale n. 60/2002;
 b) dovra'   essere   presentato   per   l'approvazione,   prima dell'inizio  della  fase  di  esercizio,  ad ARPA, provincia e comuni interessati  un  piano  di  monitoraggio  che  comprenda  almeno  due stazioni; gli inquinanti da monitorare dovranno comprendere almeno il CO,  il  PM10, il PM2,5, il NO2 ed il benzene; tali stazioni dovranno essere integrate con le reti di rilevamento provinciali;
 c) per quanto attiene il ramo di raccordo con la tangenziale di Rubiera,  tale  raccordo  potra'  essere  aperto  al  traffico solo a seguito  dell'entrata in esercizio del ramo di collegamento del ponte con  la  S.P.  51  che,  secondo  gli accordi connessi all'A.V., deve essere  realizzato  da  TAV,  come pista di cantiere, e completato da ANAS.
 PARTE II Raccomandazioni
 a) avvalersi  per  il  monitoraggio  ambientale del supporto di competenze    specialistiche   qualificate,   anche   attraverso   la definizione  di specifici protocolli e/o convenzioni; cio' anche allo scopo   di   promuovere  la  costituzione  di  centri  di  ricerca  e formazione, funzionali sia alla realizzazione dell'infrastruttura sia all'ampliamento  delle conoscenze scientifiche, sia alla creazione di nuove professionalita' nel settore;
 b) scegliere   le   caratteristiche   di   ciascuna  misura  di mitigazione   verificandone   gli  effetti  su  tutte  le  componenti ambientali;
 c) per     il     generale    miglioramento    dell'inserimento paesaggistico-ambientale dei ponti e dei viadotti:
 preferire   l'adozione   di  strutture  continue,  a  sezione variabile e con forme arrotondate;
 verificare la possibilita' di inserire le opere di protezione dal rumore nelle strutture portanti, ad esempio adottando impalcati a via inferiore;
 definire  con particolare cura il disegno delle forme e delle superfici  delle  pile  e  delle spalle e della loro naturalizzazione (piantumazioni e mascheramenti);
 verificare  sotto  il profilo idraulico le sezioni delle pile delle opere d'arte;
 d) per il generale miglioramento dell'inserimento paesaggistico ambientale dell'infrastruttura:
 prevedere   che  le  opere  di  sostegno  siano  a  paramento inclinato  con  coronamento  continuo e rivestimento in pietra locale montata secondo gli usi tradizionali locali;
 conformare  gli  imbocchi  delle gallerie secondo le pendenze del versante attraversato e raccordarli con continuita' alle opere di sostegno all'aperto;
 e) privilegiare l'impianto di formazioni alberate di estensione adeguata per ripristinare la continuita' dei relitti di vegetazione e per rinaturalizzare le aree dismesse e quelle intercluse;
 f) il  progetto di illuminotecnica dovra' conseguire il massimo contenimento  possibile  delle  emissioni  luminose,  in  particolare attraverso   l'impiego   di   tecnologie  e  dispositivi  di  massima efficienza  energetica e la scelta di soluzioni di schermature atte a evitare  al  massimo  le  dispersioni  verso l'alto e verso l'intorno territoriale;
 g) assicurarsi che il realizzatore dell'infrastruttura possegga o,  in  mancanza, acquisisca, per le attivita' di cantiere anche dopo la  consegna  dei  lavori  e  nel  piu'  breve  tempo  possibile,  la certificazione  ambientale  14001  o  la  registrazione  ai sensi del Regolamento CEE 761/2001 (EMAS);
 h) per  l'approvvigionamento idrico preferire alla perforazione di  nuovi  pozzi  l'uso  di  acque  superficiali verificando che, nel periodo  estivo  il  prelievo  sia  compatibile  con il DMV dei corsi d'acqua captati;
 i) incrementare  l'estensione  della  fascia boscata che dovra' essere realizzata in modo da massimizzare la biomassa, in particolare in  prossimita'  dei  centri  abitati;  il  soggetto aggiudicatore si relazionera' allo scopo con gli enti locali;
 j) per  garantire  la funzionalita' del costruendo collegamento autostradale  si  dovra'  verificare  con  gli  enti  interessati  la possibilita'  di realizzare per tempo anche il quadruplicamento della S.P.  467  fra il tratto di confluenza del collegamento e Fiorano, in corrispondenza con il cd. collegamento Modena-Sassuolo;
 k) studiare  l'ipotesi che l'opera venga realizzata in viadotto dal  km  0+740 al km 1+859 onde ridurre il rischio idraulico, data la vicinanza  al  fiume Secchia, e consentire una maggiore permeabilita' del territorio;
 l) considerare  un  eventuale  esproprio, o un equo indennizzo, per  gli  edifici  censiti  al catasto del comune di Campogalliano al foglio  33  mapp.  89,  92,  93,  99,  100,  103 in quanto situati in prossimita'  del  nuovo  svincolo tra l'A22 e l'A1 e pertanto, forse, oggettivamente incompatibili con l'opera;
 m) poiche'  l'area  interessata dall'opera e' caratterizzata da diversi  fattori  critici  individuati  dal  P.T.C.P.  verificare  la effettiva   necessita'   di   realizzare   la   seconda  stazione  di rifornimento   carburante   che  si  ritiene  abbia  un  impatto  non sostenibile per l'area stessa;
 n) verificare  con  i  soggetti  interessati  la  funzionalita' complessiva  del  sistema  infrastutturale di area vasta e locale che risulta  condizionato  dalla  completa  attuazione  di tutte le opere previste,   con  particolare  riferimento  al  completamento  del  3° stralcio  della  Modena-Sassuolo  urbana (tratto Casinalbo-Fiorano) e soprattutto del 4° stralcio (tratto Fiorano-Ponte Secchia);
 o) coordinarsi  con  R.F.I.  per  l'aspetto di contiguita' e di coordinamento   architettonico   del  ponte  sul  Secchia  di  futuro collegamento alla tangenziale di Rubiera.
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