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| Gazzetta n. 138 del 16 giugno 2005 (vai al sommario) |  | MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI |  | PROVVEDIMENTO 25 maggio 2005 |  | Programma-obiettivo  per  la  promozione della presenza femminile nei livelli,  nei  ruoli e nelle posizioni di responsabilita' all'interno delle organizzazioni, per il consolidamento di imprese femminili, per la creazione di progetti integrati di rete. |  | 
 |  |  |  | IL PRESIDENTE del Comitato nazionale di parita'
 e pari opportunita' nel lavoro
 
 Vista  la  legge  10 aprile 1991, n. 125, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale  n. 88 del 15 aprile 1991, concernente «Azioni positive per la realizzazione della parita' uomo-donna nel lavoro»;
 Visto  il  decreto  legislativo  23 maggio 2000, n. 196, pubblicato nella  Gazzetta  Ufficiale  n.  166  del  18 luglio 2000, concernente «Disciplina  dell'attivita'  delle  consigliere  e dei consiglieri di parita'  e  disposizioni  in  materia  di  azioni  positive,  a norma dell'art. 47 della legge 17 maggio 1999, n. 144»;
 Visto  in  particolare l'art. 7, primo comma, sostitutivo dell'art. 2,  primo  comma,  della  legge  10 aprile 1991, n. 125, nel quale si prevede  che a partire dal 1° ottobre ed entro il 30 novembre di ogni anno  i  datori  di lavoro pubblici e privati, i centri di formazione professionale   accreditati,   le   associazioni,  le  organizzazioni sindacali  nazionali  e territoriali, possono richiedere al Ministero del  lavoro  e  delle politiche sociali di essere ammessi al rimborso totale  o  parziale  di  oneri  finanziari connessi all'attuazione di progetti di azioni positive;
 Visto l'art. 7, secondo comma del suddetto decreto legislativo, che modifica  l'art.  6, primo comma, lettera c), della legge citata, nel quale  si  stabilisce  che  il Comitato formuli entro il 31 maggio di ogni  anno  un  programma-obiettivo  nel  quale  vengano  indicate le tipologie  di  progetti  di azioni positive che intende promuovere, i soggetti ammessi per le singole tipologie e i criteri di valutazione;
 Visto  il decreto interministeriale 15 marzo 2001, pubblicato nella Gazzetta  Ufficiale n. 132 del 9 giugno 2001, concernente «Disciplina delle  modalita' di finanziamento dei progetti di azioni positive per la parita' uomo-donna nel lavoro di cui alla legge 10 aprile 1991, n. 125»;
 Considerato   che   le   caratteristiche   del  programma-obiettivo riguardano:
 un  investimento  qualitativo  su  un  numero  piu'  limitato  di progetti di azioni positive;
 la  ripresa  di azioni positive all'interno delle aziende e delle organizzazioni  rivolte  alle donne entrate in questi ultimi anni nel mondo del lavoro;
 la  promozione  di  azioni  positive nell'ambito di interventi di sviluppo locale e derivanti dalla programmazione negoziata;
 Considerato  che  per  quanto riguarda gli aspetti di qualita' e la necessaria  ottica  di  genere e' necessario incidere sui fattori che creano condizioni di disparita' al fine di eliminarli per favorire la permanenza,  il  consolidamento  e  l'avanzamento professionale delle donne attraverso:
 azioni di sistema che tengano conto del complesso contesto in cui le donne agiscono;
 azioni intensive che continuino nel tempo;
 azioni   innovative  rispetto  agli  obiettivi  che  si  vogliono perseguire; Il  Comitato  nazionale  di  parita'  e  pari opportunita' nel lavoro
 formula per  il 2005 il programma-obiettivo «Per la promozione della presenza femminile nei livelli, nei ruoli e nelle posizioni di responsabilita' all'interno  delle  organizzazioni,  per il consolidamento di imprese femminili, per la creazione di progetti integrati di rete».
 Si tratta di azioni positive che hanno l'obiettivo di:
 1)  promuovere,  al  proprio interno, la presenza delle donne nei ruoli  di  vertice  e decisionali anche attraverso specifici percorsi formativi  volti  all'acquisizione  di competenze dirigenziali e/o di responsabilita';
 2)  progettare  la  modifica  dell'organizzazione  del  lavoro  e sperimentare  l'attuazione  di  processi  innovativi collegati con la gestione   del   personale   ed   il   miglioramento   della  cultura organizzativo-gestionale  e  del  clima  aziendale  in  un'ottica  di parita' con l'adozione, ad esempio, di politiche di conciliazione, di responsabilita'  sociale delle imprese, di bilanci di genere, sistemi di  e-quality  e  percorsi  formativi  rivolti ai vertici e ai quadri sull'applicazione delle pari opportunita';
 3)   sperimentare   processi   di   sviluppo   e   consolidamento professionale  delle  lavoratrici  a tempo parziale e/o impegnate nei lavori atipici;
 4)  consolidare  imprese  femminili  attive  (con  documentazione probante)  da  almeno  due anni (titolarita' e/o prevalenza femminile nella compagine societaria) attraverso:
 studi  di  fattibilita'  per  lo  sviluppo  di  nuovi prodotti, servizi e mercati;
 azioni  di supervisione, supporto e accompagnamento (secondo la tecnica del mentoring) al ruolo di imprenditrice;
 formazione  altamente professionalizzante rivolta alla titolare o alla compagine societaria;
 5)  promuovere le pari opportunita' attraverso progetti integrati concordati  ed  attuati  da  almeno  tre  soggetti, ognuno secondo le proprie  specificita':  un'associazione  di genere, un'organizzazione sindacale  o datoriale o ordine professionale, un ente pubblico. Tali progetti  possono,  per  esempio,  prevedere  azioni di informazione, sensibilizzazione,   diffusione   di  buone  prassi  e  strategie  di implementazione dell'ottica di genere in tutte le politiche e tutti i livelli della societa' (Gender Mainstreaming).
 Destinatarie/i delle azioni sono:
 per il punto 1 - occupate/i - iscritte/i - associate/i;
 per il punto 2 - occupate/i;
 per il punto 3 - occupate;
 per il punto 4 - imprese femminili;
 per  il  punto 5 - persone che insistono nell'ambito territoriale dell'ente pubblico proponente.
 I soggetti finanziabili sono i datori di lavoro pubblici e privati, le   cooperative   e   i   loro  consorzi,  i  centri  di  formazione professionale  accreditati,  le  organizzazioni sindacali nazionali e territoriali, le associazioni di varia natura.
 La  durata  massima  dei  progetti  non  potra'  essere superiore a ventiquattro mesi.
 Nella  valutazione  dei  progetti  si  terra'  conto  dei  seguenti criteri:
 qualita' e logica progettuale;
 congruita' economico-finanziaria;
 efficacia delle azioni;
 trasversalita' rispetto alle politiche organizzative;
 capacita' di produrre effetti di sistema;
 competenze  specifiche  documentate  del  personale impegnato nei progetti   (in   particolare  formatori  e  mentor),  rilevabili  dai curricula allegati;
 congruita' e specificita' degli studi di fattibilita';
 definizione  delle competenze in entrata e in uscita nei processi formativi.
 Roma, 25 maggio 2005
 Il presidente del Comitato: Maroni
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