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| Gazzetta n. 120 del 25 maggio 2005 (vai al sommario) |  |  |  | ERRATA-CORRIGE |  | Comunicato  relativo alla deliberazione 3 marzo 2005 della Conferenza permanente  per  i  rapporti  tra  lo Stato, le regioni e le province autonome   di   Trento   e   Bolzano,  recante:  «Accordo,  ai  sensi dell'articolo  4  del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, tra il  Ministro  della  salute  e  i  Presidenti  delle  Regioni e delle Province  autonome,  concernente  il  Nuovo  Piano  Nazionale Vaccini 2005-2007.».  (Deliberazione  pubblicata nel supplemento ordinario n. 63  alla  Gazzetta  Ufficiale  - serie generale - n. 86 del 14 aprile 2005). |  | 
 |  |  |  | Nell'allegato A alla deliberazione citata in epigrafe, pubblicata nel  sopra indicato supplemento ordinario, sono apportate le seguenti correzioni: alla  pag.  6, prima colonna, nel terzo capoverso del Sommario, al  secondo  rigo,  dove  e'  scritto:  «... in moda sostanziale...», leggasi: «... in modo sostanziale...»;
 alla  pag.  30, prima colonna, all'Appendice 1, dopo la tabella relativa  all'«Intervallo  minimo  fra  le  dosi»,  sono  riportati i seguenti periodi:
 «1.  La  sistematica identificazione dei soggetti inadempienti va eseguita al 3°, 6° e 12-14° anno
 Appendice 3 Standard   di   qualita'   per  lo  svolgimento  delle  attivita'  di immunizzazione
 Premessa.
 I   paragrafi  di  seguito  riportati  hanno  un'impostazione  di carattere      generale      e     vogliono     suggerire     criteri organizzativo-operativi  che  le Regioni e PP.AA. possono modulare ed adattare alle proprie realta' territoriali.
 Il   contenuto  di  questa  Appendice.  pur  non  volendo  essere intrusivo  o  in  contrasto  con  le competenze regionali, e' dettato dall'opportunita' di fornire indicazioni, in base all'evidenza di una disomogenea   realta'   nazionale  in  tale  ambito,  per  richiamare l'attenzione  sui  criteri  di  qualita' che devono indiscutibilmente caratterizzare  anche  le  attivita'  di  immunizzazione svolte nella Aziende USL, e che non sempre sono adeguatamente considerati.
 Si  invita  pertanto a voler considerare questa Appendice come un possibile   modello   standard   cui   ispirarsi  per  accrescere,  o consolidare,   se   gia'   buona,  la  qualita'  delle  attivita'  di immunizzazione. 1. Garantire un servizio di qualita'.
 La qualita' nell'attivita' vaccinale.
 Il PNV definisce, pur in modo non analitico, i criteri minimi per l'esercizio  dell'attivita'  vaccinale, in ambito pubblico e privato, in ordine a:
 Strutture ed attrezzature;
 Organizzazione:    protocolli    operativi    (buona   pratica, controindicazioni,  igiene  delle  mani, ......), gestione emergenze, registrazione e tutela della privacy;
 Requisiti professionali e relative responsabilita'.
 Ciascuna   regione,   nell'ambito   dei  criteri  di  cui  sopra, definisce,  nel  quadro  di  processi  di  accreditamento dei servizi sanitari  regionali, eventuali caratteristiche aggiuntive, nonche' le linee organizzative di carattere generale, tra cui:
 Modalita'  di informazione ed educazione sanitaria, compresa la definizione di campagne informative su scala regionale;
 Criteri  per  la  formazione  ed  aggiornamento  del  personale addetto ai servizi di vaccinazione;
 Strategie per aumentare l'adesione alle vaccinazioni;
 Modalita'  di  erogazione  per  le vaccinazioni al di fuori dei calendari   vaccinali   promossi   (es.:  profilassi  internazionale, vaccinazioni  in  ambito  lavorativo,  vaccinazioni per la protezione individuale ...).
 La  qualita' di un servizio vaccinale e' un fattore importante in quanto condiziona l'effettivo raggiungimento degli obiettivi inerenti la  sua  «mission»  e  cioe'  i  livelli di copertura ottimali per un adeguato controllo delle malattie bersaglio. Fino ad oggi la qualita' e'  stata  poco  considerata  nei  servizi vaccinali anche perche' il vincolo  dell'obbligatorieta' ha rappresentato una sorta di freno per l'avvio  di  processi  di  miglioramento.  La  qualita'  nei  servizi vaccinali va definita sotto quattro dimensioni:
 - strutturale;
 - organizzativa;
 - professionale;
 - relazionale.
 La dimensione strutturale.
 Riguarda   la  qualita'  delle  strutture  dove  viene  espletata l'attivita'  vaccinale,  siano  esse  entro i servizi pubblici oppure entro  i  servizi  privati/convenzionati  coinvolti  nella  strategia vaccinale  locale. Ogni struttura va sottoposta ad un procedimento di certificazione   e   di  accreditamento  in  relazione  agli  aspetti normativi   nazionali   e   regionali,   tenendo  conto  anche  delle raccomandazioni delle societa' scientifiche.
 La dimensione organizzativa.
 Riguarda   i   processi   operativi   inerenti   le   varie  fasi dell'attivita'  vaccinale  che  dovrebbero essere coerenti con quanto indicato  nel  capitolo  sulle  azioni  efficaci, evidence-based, per migliorare le coperture vaccinali.
 La dimensione professionale.
 Riguarda  le  conoscenze e le competenze tecnico professionali di tutti gli attori coinvolti nelle attivita' vaccinali. Tali conoscenze e  competenze  vanno  continuamente  aggiornate sia all'interno della routine   operativa   che   attraverso   corsi   di   formazione  e/o aggiornamento   formali.   L'istituto   dell'Educazione  Continua  in Medicina  (ECM)  dovrebbe  costituire  il  riferimento  normativo per garantire in modo equo, per tutti gli operatori, l'accesso alle fonti informative e documentali aggiornate e validate scientificamente.
 La dimensione relazionale.
 Riguarda  la capacita' di interagire in modo efficace ed empatico con  la  popolazione  e  rappresenta oggi un fattore fondamentale per garantire  il  passaggio  delle informazioni e favorire l'empowerment del   cittadino.  La  capacita'  di  comunicare,  fattore  in  genere trascurato   e   poco   presidiato  nei  curricula  formativi  pre  e post-laurea, dovrebbe essere massimizzata.
 I  primi  standard  operativi  globali  proposti  per  i  servizi vaccinali  sono  quelli del National Vaccine Advisory Committee degli Stati Uniti d'America, nell'aprile 1992 e approvati dal United States Public   Health   Service, maggio  1992,  sottoscritte  dall'American Academy  of  Pediatrics,  maggio  1992  e  raccolte  in Standards for Pediatric Immunization Practices, GA: Centers for Disease Control and Prevention:  1993.  US  Dept of Health and Human Services. Red Book - ed. ital. - 584-590.
 Sulla   base  di  queste  raccomandazioni  sono  stati  definiti, adattandoli   al   contesto   nazionale,   gli   standard  illustrati nell'appendice   3.  Tali  standards  dovrebbero  essere  seguiti  da qualunque struttura che ha in carico la somministrazione di vaccini. 2. Ruoli e responsabilita'.
 Nella  definizione  e  realizzazione di un programma nazionale di immunizzazione  esistono  diversi  livelli  di responsabilita' e solo dalla   loro   ottimale  integrazione  potranno  scaturire  risultati positivi  in termini di funzionamento dei servizi, interazione con la popolazione   ed  impatto  sull'incidenza  delle  malattie  infettive oggetto del presente Piano.
 In  relazione  alle  differenti  funzioni  che  entrano  in gioco nell'attuazione   di  un  Piano  Nazionale  Vaccini,  possono  essere individuati differenti interpreti e relativi ruoli e responsabilita'.
 Le funzioni.
 Funzione  programmatoria: comporta la definizione delle strategie e  priorita'. relativamente ai calendari vaccinali, alle modalita' di raccolta   dei   dati,   ai   criteri  strutturali  ed  organizzativi dell'attivita' vaccinale.
 Livello nazionale:
 definisce  le strategie vaccinali, individuando gli obiettivi di  eradicazione  (protezione  collettiva)  e  quelli  minimi  per la protezione individuale (es. soggetti con patologie di base);
 definisce il calendario vaccinale dell'infanzia e dell'adulto o di particolari categorie a rischio;
 stabilisce  il sistema ed il flusso informativo per i dati di copertura vaccinale, di reazioni avverse e di malattia infettiva;
 Livello regionale:
 definisce   programmi   vaccinali  di  protezione  collettiva aggiuntivi  rispetto  al  calendario  nazionale,  in  relazione  alle proprie specifiche situazioni epidemiologiche;
 definisce   le   strategie   vaccinali   relativamente   alla protezione  individuale, individuando le situazioni di rischio per le quali prevedere specifici calendari vaccinali;
 stabilisce   requisiti   aggiuntivi   di   autorizzazione  ed acereditamento   dei   centri   di   vaccinazione   e   le  modalita' organizzative di carattere generale dell'attivita' vaccinale;
 Livello  locale:  organizza  l'attivita'  vaccinale  sulla base degli elementi programmatori sopra individuati.
 Funzione attuativa:
 Livello regionale:
 pianifica   l'applicazione   dei  calendari  vaccinali  e  la realizzazione di campagne/interventi specifici;
 delinea  i criteri organizzativi di carattere generale, anche con riferimento al coinvolgimento dei medici di assistenza primaria e di assistenza specialistica;
 Livello locale:
 pianifica  ed  attua  gli  interventi  previsti, in base alle peculiarita' locali ed al modello organizzativo presente;
 organizza  l'attivita' vaccinale, coordinandosi con le figure professionali coinvolte.
 Funzione valutativa.
 Livello nazionale:
 promuove     ed    effettua    valutazioni    epidemiologiche sull'incidenza  delle malattie suscettibili di vaccinazione e non (in relazione a possibile futura disponibilita' di preparati);
 elabora  i  dati di copertura vaccinale. definendo criteri di raccolta dei dati ed indicatori;
 conduce specifici studi per il confronto tra dati di malattia e di copertura.
 Livello regionale:
 evidenzia  le  aree da sottoporre a maggiore approfondimento, nell'ambito  del  proprio  sistema  di  sorveglianza  delle  malattie infettive;
 valuta  l'efficacia  dei  programmi  vaccinali  attivati  (in termini  di  riduzione  di  casi  di malattia, dell'ospedalizzazione, della mortalita);
 gestisce il sistema di rilevazione delle reazioni avverse.
 Livello  locale:  rileva e monitora in tempo reale le coperture vaccinali,  individuando le aree di debolezza e, nel caso, conducendo specifici studi di valutazione sulle motivazioni;
 Le responsabilita'.
 Livello nazionale: il ruolo dello Stato.
 Allo  Stato, attraverso i suoi organi centrali, nella fattispecie il  Ministero  della  salute, supportato per quanto di competenza dal Consiglio  Superiore di Sanita', dall'Istituto Superiore di Sanita' e dalla  Commissione  Ministeriale  Vaccini, compete la definizione del calendario  vaccinale,  la  definizione  dei  criteri  generali circa l'organizzazione  delle  attivita'  vaccinali,  la  definizione delle priorita'  e degli obiettivi di salute da raggiungere, la definizione dei  criteri  di  raccolta  dati  per  la valutazione delle coperture vaccinali,  per  le notifiche di malattia infettiva e per le reazioni avverse  potenzialmente  attribuibili  a  vaccino, la definizione dei criteri  strutturali  ed  operativi minimi per assicurare in tutto il territorio  un  servizio  di  qualita'.  Compete  inoltre  allo Stato l'elaborazione  centralizzata  dei  dati  sulle  coperture vaccinali, sulle  reazioni  avverse potenzialmente attribuibili a vaccino, sulle notifiche di malattia infettiva.
 Livello regionale.
 Le  Regioni  e  Province  Autonome  concorderanno  con lo Stato i principi  ed i criteri del Piano nazionale vaccini nel contesto della Conferenza  permanente  per  i Rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano.
 Ferma   restando  l'autonomia  delle  Regioni  e  delle  Province autonome,  ribadita  dal  decreto  del  Presidente  del Consiglio dei Ministri 29 novembre 2001 sulla definizione dei livelli essenziali di assistenza,  ai  sensi del decreto legislativo n. 502 del 30 dicembre 1992,   queste  dovranno,  tenuto  conto  delle  specifiche  esigenze programmatorie  e  delle  specifiche  situazioni  epidemiologiche  ed organizzative,   agevolare  il  raggiungimento  degli  obiettivi  del presente  piano  a  livello  locale,  attraverso linee di indirizzo e normative   alle  AUSL.  Le  regioni  e  province  autonome  potranno stabilire  criteri  aggiuntivi  in  merito  al calendario vaccinale e criteri  aggiuntivi  di  autorizzazione ed accreditamento dei servizi vaccinali. Le Regioni e le Province Autonome definiscono le strategie inerenti   la   promozione  delle  vaccinazioni  e  gli  standard  di formazione/aggiornamento del personale sanitario.
 Il  livello  regionale e delle province autonome cura altresi' la raccolta e l'elaborazione, dalle singole AUSL di pertinenza, dei dati sulle  coperture  vaccinali,  sulle  reazioni  avverse potenzialmente attribuibili a vaccino, sulle notifiche di malattia infettiva in base al flussi informativi aziendali.
 Livello locale.
 Il ruolo delle AUSL.
 Le  AUSL  rappresentano  la  struttura  operativa che consente, a livello locale, la pratica realizzazione degli obiettivi del presente piano.  Pur  a  fronte delle diversita' organizzative esistenti nelle diverse  realta',  la  struttura  che  pianifica,  organizza e valuta l'attivita'  vaccinale  va individuata unicamente nel Dipartimento di prevenzione,  anche  se  la  somministrazione dei vaccini puo' essere effettuata   anche   da   operatori   di  altre  strutture  sanitarie (Dipartimento  Materno  Infantile,  MMG,  PLS)  in  base alle diverse realta' locali.
 Il  Dipartimento di prevenzione, di cui sono strumenti essenziali l'anagrafe  vaccinale  di  AUSL  e la struttura per la raccolta delle notifiche  e  la  sorveglianza  attiva delle malattie infettive (vedi paragrafo  II-3  e  appendice 5) ha la responsabilita' di garantire a livello  di tutta la AUSL il raggiungimento degli obiettivi specifici della   programmazione  nazionale  e  regionale  indicati  dal  Piano Sanitario   Nazionale,   dal   Piano   Nazionale   Vaccini   e  dalla pianificazione regionale.
 Il  Dipartimento  di  prevenzione  organizza anche l'attivita' di somministrazione  di  vaccini  sia direttamente con personale medico, infermieristico  ed  amministrativo  della  ASL  sia, all'occorrenza, avvalendosi  di  altre  figure sanitarie operanti nei Distretti ed in particolare  dei  Pediatri  di Libera scelta e dei Medici di Medicina Generale.
 In  particolare,  il  Dipartimento  di  prevenzione e' chiamato a presidiare operativamente le seguenti aree prioritarie:
 1) la promozione dell'adesione consapevole alle vaccinazioni;
 2) l'offerta   attiva  e  gratuita  dei  vaccini  previsti  dal calendario;
 3) la  conduzione  di  un'attivita' sistematica di recupero dei non vaccinati (catch up) e di riproposta periodica della vaccinazione (follow up), secondo le indicazioni del calendario vaccinale;
 4) il  miglioramento  della capacita' di raggiungere le persone ad  alto rischio, per condizione sociale, culturale o lavorativa, cui offrire  le vaccinazioni necessarie, per esempio bambini immigrati di cui  non  e'  certo  lo  stato  vaccinale 3, adulti mai vaccinati per tetano, donne in eta' fertile suscettibili alla rosolia, soggetti che appartengono  a gruppi ad elevato rischio per malattia pneumococcica, personale sanitario per la vaccinazione contro l'influenza;
 5) la  gestione  delle coperture vaccinali e delle segnalazioni delle malattie infettive:
 6) la   sorveglianza   degli   eventi  avversi  «potenzialmente attribuibili» a vaccino;
 7) la  gestione  dei carichi vaccinali con particolare riguardo alla gestione degli eventi critici (carenza di prodotti, segnalazione di non conformita', etc.);
 8) la  valutazione  dell'efficacia  dei  programmi vaccinali in termini  di protezione della malattia, di riduzione delle complicanze e delle morti.
 Per  svolgere  i  compiti  suddetti i Dipartimenti di prevenzione possono   strutturare   il  proprio  servizio  vaccinazione  in  modo differente  in  rapporto  al  contesto  organizzativo  locale  e  nel rispetto delle indicazioni regionali.
 E'  comunque raccomandabile, allo scopo di assicurare un efficace lavoro  di  rete, che vengano coinvolte attivamente sia altri Servizi dell'AUSL  e  dei  Distretti  sia altre figure sanitarie di rilevante importanza   per   il   ruolo   esercitato.  Si  fa  riferimento,  in particolare,  al  pediatra  di  libera  scelta, al medico di medicina generale ed al medico specialista, ospedaliero ed ambulatoriale.
 Le AUSL hanno infatti discrezionalita', nell'ambito degli accordi di  categoria,  e  nel  rispetto  del  principio  dell'ottimizzazione dell'utilizzo   delle   risorse   disponibili,   di   coinvolgere  ed incentivare  i  medici  di  medicina  generale e i pediatri di libera scelta  al fine di assicurare la massima diffusione dell'informazione ed  educazione  sanitaria, e la massima copertura vaccinale. Numerose esperienze  locali  di  coinvolgimento  nell'attivita'  vaccinale del pediatra  di  libera  scelta  e del medico di medicina generale hanno consentito di registrare notevoli risultati operativi, positivi anche sul piano del rapporto costo/beneficio.
 Il  ruolo  del  pediatra di libera scelta, del medico di medicina generale, e del medico specialista ambulatoriale e ospedaliero.
 Il  pediatra  di  libera  scelta (PLS) adempie ad una funzione di tutela globale della salute del bambino (decreto del Presidente della Repubblica n. 272 del 28 luglio 2000). Considerando che e' ampiamente dimostrato   come   il   comportamento   e  l'atteggiamento  dei  PLS influenzino  in  modo  rilevante le scelte sanitarie della famiglia e del  bambino in ordine alle vaccinazioni, dovrebbe essere promosso ed incentivato  il  loro  ruolo  nelle azioni di «counselling». A questo proposito  va  considerato che il MP ha la possibilita' di contattare la  famiglia  ed  il  bambino ben prima dell'invito alla prima seduta vaccinale,  attraverso i bilanci di salute del primo anno di vita. Il bambino,  attraverso  gli stessi bilanci di salute, sara' seguito dal PLS,  fino all'adolescenza. Il suo ruolo e' pertanto cruciale sia nei favorire  un  primo  accesso  consapevole  alle vaccinazioni, sia nel mantenerlo tale nel corso dello sviluppo psico-fisico e nel favorirne l'adesione in eta' adulta.
 Al  pari  del  MP,  anche al medico di medicina generale (MMG) e' affidata  la  responsabilita' complessiva in ordine alla tutela della salute   del   proprio   assistito,  che  si  estrinseca  in  compiti diagnostici,  terapeutici  riabilitativi,  preventivi e di educazione sanitaria  (decreto  del  Presidente  della  Repubblica  n.  270  del 28 luglio 2000). Il ruolo del MMG, nelle azioni di «counselling», per le  vaccinazioni  dell'adulto,  in  particolare  per  la vaccinazione antinfluenzale e per i richiami delle vaccinazioni in eta' adulta, va promosso   ed   incentivato,   sia   in   un  contesto  di  attivita' ambulatoriale che domiciliare.
 Il  medico  specialista  ambulatoriale  e  ospedaliero  (MS), che direttamente  si  rapporta  con  la patologia correlata alle malattie infettive  (cliniche  ed  unita'  operative di pediatria, cliniche ed unita'  operative  di  malattie  infettive  e  medicina  interna), e' un'ulteriore  risorsa nella strategia vaccinale che puo' essere messa a  profitto,  sia  in  ordine  a  consulenze  «pre»  vaccinali che in occasioni  di consulenze per la valutazione e/o la gestione di eventi avversi   «potenzialmente   collegabili  alla  vaccinazione»,  o  per l'effettuazione della vaccinazione in «situazioni protette».
 La  tabella  n.  7  illustra  le  possibili azioni che potrebbero svolgere  medico  pediatra,  medico  di  medicina  generale  e medico specialista  nel  quadro dell'attivita' vaccinale di distretto, ed in un'ottica di attivita' di rete.
 Tabella  7  -  Spettro  delle  possibili  azioni  da  affidare ai pediatri  di  libera scelta (PLS), medici di medicina generale (MMG), medici specialisti ambulatoriale e ospedaliero (MS).
 
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 Azione                          |PLS|MMG|MS ===================================================================== Prendere in carico il neonato e sorvegliare il suo stato  |   |   | di salute attraverso i periodici bilanci di salute        |Si |   | --------------------------------------------------------------------- Valorizzare il dato anamnestico del soggetto candidato    |   |   | alla vaccinazione ai fini dell'approccio al programma     |   |   | vaccinale con particolare riguardo all'individuazione di  |   |   | controindicazioni vere/false, relative/assolute alle      |   |   | vaccinazioni                                              |Si |Si |Si --------------------------------------------------------------------- Promuovere il consenso informato da parte della famiglia  |   |   | alle vaccinazioni fornendo tutte le informazioni          |   |   | necessarie in stretta integrazione con la strategia       |   |   | prevista dall'AUSL                                        |Si |Si |Si --------------------------------------------------------------------- Concorrere a ridurre i ritardi della somministrazione     |   |   | della prima dose dei singoli cicli vaccinali              |Si |Si |Si --------------------------------------------------------------------- Contattare e sensibilizzare i {soggetti difficili da      |   |   | raggiungere} in stretta integrazione con i criteri        |   |   | operativi dei servizi vaccinali                           |Si |Si |Si --------------------------------------------------------------------- Raccogliere le informazioni e notificare i casi potenziali|   |   | di reazioni avverse alle vaccinazioni                     |Si |Si |Si --------------------------------------------------------------------- Notificare i casi di malattia infettiva                   |Si |Si |Si --------------------------------------------------------------------- Controllare lo stato vaccinale vaccino-specifico per      |   |   | determinate categorie di soggetti, in occasione delle     |   |   | visite ambulatoriali/domiciliari: sportivi (antitetanica),|   |   | operatori sanitari (antitetanica, antiepatite B,          |   |   | antinfluenzale), soggetti a rischio professionale         |   |   | (antiepatite B, antiepatite A), anziani (antinfluenzale,  |   |   | antitetanica), viaggiatori (secondo le aree di            |   |   | destinazione), soggetti con patologia cronica             |   |   | (antinfluenzale), immigrati.                              |   |Si |Si --------------------------------------------------------------------- Somministrare le vaccinazioni dell'infanzia al fine di    |   |   | aumentare il livello di copertura assicurabile            |   |   | direttamente dai servizi pubblici                         |Si |   | --------------------------------------------------------------------- Somministrare le vaccinazioni raccomandate nell'adulto e  |   |   | nell'anziano (antinfluenzale) a domicilio o in ambulatorio|   |   | oppure in residenza protetta al fine di aumentare il      |   |   | livello di copertura assicurabile direttamente dai servizi|   |   | pubblici                                                  |   |Si | --------------------------------------------------------------------- Somministrare le vaccinazioni in situazioni protette      |   |   |Si --------------------------------------------------------------------- Assicurare ai servizi vaccinali eventuali attivita' di    |   |   | consulenza prevaccinale per i casi dubbi o problematici e |   |   | di consulenza post-vaccinale (per valutare la reale       |   |   | occorrenza di una reazione avversa, oppure per valutare la|   |   | possibilita' di ripresa/continuazione delle               |   |   | somministrazioni)                                         |Si |   |Si
 
 3 vedi in proposito la circolare n. 80.8 del 23 marzo 1993.
 Allo  scopo  di  accreditare i PLS MMG e MS per la partecipazione alle  azioni  previste  dalla strategia vaccinale a livello locale e' fondamentale che siano verificati i seguenti requisiti:
 conoscenza  dell'organizzazione e delle modalita' operative del servizio  vaccinale  del  proprio  ambito  territoriale allo scopo di consigliare opportunamente gli utenti;
 conoscenza del calendario vaccinale adottato nel proprio ambito territoriale per fornire indicazioni coerenti alle strategie proposte dai servizi vaccinali;
 conoscenza   degli   obiettivi   vaccinali   definiti  in  sede internazionale  e a livello nazionale ed applicati nella propria AUSL in  base  alle  indicazioni  delle  Leggi  Regionali e delle province autonome;
 condivisione    delle   stesse   modalita'   formative   e   di aggiornamento   periodico  degli  operatori  del  servizio  vaccinale pubblico, anche per l'acquisizione di comuni modalita' operative e di approccio alla popolazione;
 conoscenza    delle    procedure   attinenti   l'attivita'   di sorveglianza  delle  malattie  infettive  e  delle  reazioni  avverse (modalita' e tipologia del rilevamento, strumenti di rilevamento e di trasmissione   delle   informazioni,   referenti   destinatari  della trasmissione).
 E'  inoltre  necessario  che  ogni PLS, MMG ed MS coinvolto nelle attivita'  previste dalle strategie vaccinali, ed eventualmente nella somministrazione delle vaccinazioni, operi presso strutture e secondo procedure che soddisfino i requisiti di qualita'.».
 -  ed  ancora,  alla  pag.  37,  all'Appendice  5,  nel secondo riquadro  di  sinistra  dell'organigramma, dove e' scritto: «Medico», leggasi: «Medico specialista/ospedaliero»;
 -  ed  infine,  a chiusura del documento, alla pag. 52, seconda colonna, si intende riportato il seguente allegato B:
 
 «CONFERENZA DEI PRESIDENTI DELLE REGIONI E DELLE PROVINCE AUTONOME
 
 PROPOSTA  DI  ACCORDO  TRA  IL MINISTRO DELLA SALUTE E I PRESIDENTI DELLE  REGIONI  E  DELLE  PROVINCE  AUTONOME  DI TRENTO E DI BOLZANO,
 CONCERNENTE IL NUOVO PIANO NAZIONALE VACCINI
 
 Punto 16a) O.d.g. Conferenza Stato-Regioni
 La  Conferenza  dei  Presidenti  delle  Regioni  e delle Province autonome,  nella  seduta  del 3 marzo 2005, esaminando la proposta di Accordo   nel   testo  definito  nella  riunione  tecnica  mista  del 25 febbraio u.s., propone i seguenti emendamenti:
 a pagina 45, dopo il titolo «Vaccinazioni di adolescenti sani e suscettibili» ripristinare il seguente testo:
 «La  vaccinazione  degli  adolescenti  puo'  essere proposta, una volta che adeguati programmi di vaccinazione siano stati condotti per assicurare la protezione delle persone ad alto rischio»;
 a  pagina  51,  dopo  le  parole  «della  vaccinazione  estesa» ripristinare il seguente testo:
 «La  vaccinazione  degli adolescenti sara' proposta una volta che adeguati   programmi   di   vaccinazione  siano  stati  condotti  per assicurare la protezione delle persone ad alto rischio».
 Roma, 3 marzo 2005».»
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