Gazzetta n. 39 del 17 febbraio 2005 (vai al sommario)
PRESIDENZA DELLA REPUBBLICA
DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 31 gennaio 2005
Proroga dello scioglimento del consiglio comunale di Isola Capo Rizzuto.

IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
Visto il proprio decreto in data 9 maggio 2003, registrato alla Corte dei conti in data 15 maggio 2003, con il quale, ai sensi dell'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, e' stato disposto lo scioglimento del consiglio comunale di Isola Capo Rizzuto (Crotone) per la durata di diciotto mesi e la nomina di una commissione straordinaria per la provvisoria gestione dell'ente;
Constatato che non risulta esaurita l'azione di recupero e risanamento complessivo dell'istituzione locale e della realta' sociale, ancora segnate dalla malavita organizzata;
Ritenuto che le esigenze della collettivita' locale e la tutela degli interessi primari richiedono un ulteriore intervento dello Stato, che assicuri il ripristino dei principi democratici e di legalita' e restituisca efficienza e trasparenza all'azione amministrativa dell'ente;
Visto l'art. 143, comma 3, del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267;
Vista la proposta del Ministro dell'interno, la cui relazione e' allegata al presente decreto e ne costituisce parte integrante;
Vista la deliberazione del Consiglio dei Ministri, adottata nella riunione del 28 gennaio 2005;
Decreta:
La durata dello scioglimento del consiglio comunale di Isola Capo Rizzuto (Crotone), fissata in diciotto mesi, e' prorogata per il periodo di sei mesi.
Dato a Roma, addi' 31 gennaio 2005
CIAMPI
Berlusconi, Presidente del Consiglio
dei Ministri
Pisanu, Ministro dell'interno Registrato alla Corte dei conti il 9 febbraio 2005 Ministeri istituzionali, registro n. 2 Interno, foglio n. 80
 
Allegato
Al Presidente della Repubblica
Il consiglio comunale di Isola Capo Rizzuto (Crotone) e' stato sciolto con decreto del Presidente della Repubblica in data 9 maggio 2003, registrato alla Corte dei conti in data 15 maggio 2003, per la durata di mesi diciotto, ai sensi dell'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, essendo stati riscontrati fenomeni di infiltrazione e condizionamento da parte della criminalita' organizzata.
Per effetto dell'avvenuto scioglimento, la gestione dell'ente e' stata affidata ad una commissione straordinaria che ha perseguito l'obiettivo del ripristino della legalita' operando in un ambiente che, a causa della permanente e condizionante influenza negativa esercitata dalla locale malavita organizzata, stenta ad affrancarsi dal radicato sistema di diffusa arbitrarieta'.
Invero, come rilevato dal prefetto di Crotone con relazione del 9 dicembre 2004, lo stato di degrado ambientale ed il consolidato sistema di illegalita' che caratterizzano il territorio ed il tessuto sociale del paese, nonche' la grave situazione finanziaria dell'ente ostacolano e rallentano l'azione protesa al recupero dell'amministrazione della cosa pubblica ai criteri di legalita' e di buon andamento, assolutamente disattesi dalla passata gestione politico-amministrativa del comune.
Stante una diffusa mancanza di senso delle istituzioni, gli interventi di risanamento intrapresi non hanno, altresi', trovato corrispondente sensibile riscontro nel corpo sociale, in seno al quale la disciolta amministrazione locale aveva creato condizioni di illecito privilegio e favoritismo, grazie anche ad una radicata prassi di abusivismo e disimpegno fiscale mai efficacemente contrastati.
Particolarmente grave e' la situazione finanziaria dell'ente, la quale, pesantemente condizionata da un diffuso fenomeno di evasione fiscale e basata esclusivamente sui trasferimenti erariali, appare caratterizzata da una forte esposizione debitoria che rende particolarmente ardua la prospettiva di risanamento.
L'organo straordinario ha dovuto infatti porre in essere drastiche economie di gestione, fra cui quelle connesse alla riduzione del personale, per poter provvedere alla erogazione, agli aventi diritto, delle ingenti somme dovute fin dalla passata gestione comunale, a titolo di reddito minimo di inserimento, previsto dal decreto legislativo 18 giugno 1998, n. 237, quale misura di contrasto della poverta', senza peraltro poter pervenire alla loro completa corresponsione per carenza di fondi.
Il delineato percorso operativo e' reso ancora piu' difficoltoso dalla carente propensione di alcuni settori dell'apparato burocratico dell'ente a modificare il modo di agire per conformarlo a nuovi modelli legali. Nonostante l'assegnazione di specifiche professionalita' esterne ai sensi dell'art. 145 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, si registra infatti una latente ma forte resistenza a dare seguito alle direttive dell'organo di governo nell'azione di risanamento e di riordino dell'attivita' amministrativa. Risultano di conseguenza significativamente penalizzate sia le procedure di controllo interno sia quelle mirate all'accertamento delle violazioni delle normative di settore, che si inseriscono nelle iniziative di contrasto all'evasione fiscale e all'abusivismo commerciale, intraprese dall'organo straordinario nella complessiva strategia di ripristino della legalita'.
La commissione ha, altresi', sopperito alla endemica carenza di regolamentazione e di chiare procedure amministrative, con l'approvazione di numerosi regolamenti e, nell'intento di dotare l'ente di uno strumento urbanistico idoneo a garantire la salvaguardia del territorio, ha, altresi', dato decisivo impulso alla procedura di definizione del piano regolatore generale.
Nonostante la presenza dello Stato, il consolidato sistema d'influenza criminale inoltre e' ancora in grado di esprimere una capacita' di interferenza e di condizionamento, che ostacola l'azione protesa al recupero dell'amministrazione della cosa pubblica ai criteri di legalita' e di buon andamento. Si sono difatti intensificati episodi criminosi inquadrabili nella guerra tra le cosche mafiose locali e atti di carattere vandalico anche a danno di uffici comunali e istituti scolastici.
Constatato, pertanto, che non sono stati riscontrati significativi segnali di risveglio di una dialettica politico-sociale capace di contrastare la cultura malavitosa e che, anzi, in siffatto contesto, la criminalita' organizzata potrebbe facilmente avvantaggiarsi attivando nuove forme di pressione e condizionamento, e considerato che a causa delle gravi condizioni finanziarie dell'ente, l'organo straordinario ha dovuto, in via prioritaria e prevalente, intraprendere una politica di rigore tesa al contenimento della spesa e al ripristino della trasparenza amministrativa, il conseguimento dell'obiettivo di complessivo recupero richiede la disponibilita' di un ulteriore lasso di tempo.
Affinche', peraltro, venga ricostituita l'identita' civile e recuperato il consenso della cittadinanza verso una gestione amministrativa corretta e confacente ai suoi bisogni come alternativa ad una conduzione della cosa pubblica inosservante del principio di legalita' e disattenta alle esigenze primarie della comunita', e' necessario che l'organo straordinario di gestione porti a compimento il programma di risanamento intrapreso con tutti gli aspetti vantaggiosi di immediata percettibilita' che esso comporta per la popolazione.
Come evidenziato nella citata relazione prefettizia, la situazione riscontrata nel comune di Isola Capo Rizzuto richiede un ulteriore intervento dello Stato per assicurare il buon andamento dell'amministrazione ed il regolare funzionamento dei servizi ad essa affidati, mediante l'applicazione dell'istituto della proroga della gestione commissariale, finalizzata a garantire la rispondenza dell'azione amministrativa alle esigenze ed alle attese della collettivita' e la fattiva tutela degli interessi primari, nonche' a consentire alla comunita' locale di esprimere la propria libera determinazione ed il programma di rinnovamento al di fuori di possibili condizionamenti malavitosi.
La valutazione della situazione in concreto riscontrata in relazione alla persistenza dell'influenza criminale, forte del suo consolidato insediamento, nella prospettiva di evitare la riproposizione di iniziative tese ad incidere negativamente sull'imparzialita' ed il buon andamento dell'azione amministrativa del comune di Isola Capo Rizzuto, rende necessario prorogare la gestione commissariale di ulteriori sei mesi.
Ritenuto, pertanto, che ricorrano le condizioni per l'applicazione dell'art. 143, comma 3, del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, vista la citata relazione del prefetto di Crotone, che si intende qui integralmente richiamata, si formula rituale proposta per la proroga della durata dello scioglimento del consiglio comunale di Isola Capo Rizzuto (Crotone) per il periodo di sei mesi.
Roma, 27 gennaio 2005
Il Ministro dell'interno: Pisanu
 
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