Con decreto del Presidente della Repubblica 22 novembre 2001 e' conferita la seguente ricompensa: Medaglia d'argento Alla bandiera del Corpo delle infermiere volontarie della Croce Rossa Italiana con la seguente motivazione: «Chiamato a partecipare alle molteplici operazioni di sostegno della pace e di soccorso internazionale condotte a partire dal 1991, il Corpo delle infermiere volontarie della Croce Rossa Italiana si e' sempre prodigato nel collaborare assiduamente con la sanita' dell'Esercito al fine di salvare migliaia di vite umane attraverso una efficace attivita' di soccorso e di assistenza. Dalla Somalia al Mozambico, dal Kurdistan al Teatro Balcanico, il Corpo si e' sempre distinto per l'incisivita' delle azioni svolte e per la generosita', espresse in ogni circostanza dal proprio personale. In siffatti scenari, il grande impegno profuso, l'eccezionale livello di efficienza, la non comune professionalita' e la fortissima motivazione dimostrata, hanno fatto si che l'unita' meritasse la fiducia e la stima incondizionata delle istituzioni, nonche' la gratitudine e l'apprezzamento delle popolazioni assistite. Chiarissimo esempio di grande perizia, altissima dedizione al dovere e non comune spirito di sacrificio che ha concorso ad elevare e nobilitare il prestigio dell'Esercito italiano nel contesto internazionale». - Roma, 25 giugno 2001. Con decreto del Presidente della Repubblica 11 maggio 2004 e' conferita la seguente ricompensa: Medaglia d'argento Al Brig. Gen. Roberto Martinelli nato il 21 settembre 1947 a Verona, con la seguente motivazione: «Ufficiale generale, vice comandante della missione di pace e capo degli osservatori militari dell'ONU in Congo (Monuc), svolgeva il difficile ed oneroso incarico con raro senso di responsabilita' e straordinario spirito di sacrificio. In particolare, il 14 maggio 2002 raggiungeva l'avamposto di Kisangani, dove, all'alba, una rivolta aveva dato origine a sanguinosi tumulti tra le truppe militari locali e la popolazione civile congolese. Con tempestiva sollecitudine, al comando dei propri uomini, procedeva al pattugliamento della citta' sconvolta dai disordini, mostrando la bandiera dell'ONU e mettendo, in piu' di una occasione, a repentaglio la propria incolumita' fisica allo scopo di dimostrare la determinazione delle forze dell'ONU nel mantenere il controllo della situazione. L'efficace e coraggiosa azione convinceva le parti in conflitto ad incontrare l'alto ufficiale che riusciva ad ottenere oltre alla stabilizzazione dell'area anche la liberazione di due sacerdoti occidentali precedentemente sequestrati dalle milizie del posto. Ufficiale generale di altissimo livello, ha messo in luce autentico coraggio ed eccellenti capacita' professionali e di comando contribuendo significativamente ad accrescere, in un ambito internazionale complesso e particolarmente difficile, il prestigio ed il lustro dell'Esercito e delle Forze armate». - Kisangani, 14 maggio 2002 Con decreto del Presidente della Repubblica 7 novembre 2001 e' conferita la seguente ricompensa: Medaglia di bronzo Al Brig. Gen. Bruno Viva nato il 23 giugno 1942 a Ugento (Lecce) con la seguente motivazione: «Comandante della brigata multinazionale nord impegnata nel teatro bosniaco nell'ambito dell'operazione di sfor "Joint Endeavour", operava con altissima professionalita', elevatissima capacita' organizzativa e consapevole coraggio, trasmettendo a tutti i dipendenti gli alti valori morali connessi con la delicata operazione di pace ed infondendo in essi fiducia e sicurezza. Grazie alla sua guida ferma, intelligente e determinata, improntata all'equilibrio anche nelle circostanze piu' critiche, e' stato possibile amalgamare unita' provenienti da paesi assai eterogenei per precedenti militari, tradizioni e cultura. In un contesto caratterizzato da una difficile situazione operativa, da forti tensioni socio-politiche e dall'indeterminatezza degli atteggiamenti della popolazione, sapeva cogliere gli aspetti fondamentali della complessa realta' locale guadagnando per se' e per l'intero contingente l'incondizionata stima delle autorita' civili e militari presenti nel teatro di operazioni. La sua lineare ed intelligente azione di comando, sempre corroborata dall'esempio, ha permesso alle unita' dipendenti di esprimere al meglio le proprie capacita' operative, facendo si' che venissero pienamente raggiunti tutti gli obiettivi relativi alla missione assegnata, decretando un successo tanto meritato quanto lusinghiero, dal quale traggono rafforzato prestigio l'intera nazione e le sue Forze armate». - Sarajevo (Bosnia) 3 luglio 1996-14 novembre 1996 Con decreto del Presidente della Repubblica 28 novembre 2002 e' conferita la seguente ricompensa: Medaglia di bronzo Al Col. Enrico Nardi Ansano nato il 14 settembre 1943 ad Altopascio (Lucca) con la seguente motivazione: «Comandante del 9° reggimento paracadutisti d'assalto "Col Moschin" inquadrato nella forza multinazionale di protezione impegnata nell'operazione «Alba» in Albania, assolveva il compito con grande senso di responsabilita' e straordinario spirito di sacrificio. Partito per Tirana con il primo distaccamento operativo, partecipava alla delicata fase di avvio dell'operazione con coraggio ed appassionata generosita', rivelandosi un determinante collaboratore del comandante della forza nell'attivita' di pianificazione, preparazione ed organizzazione per il successivo afflusso del contingente italiano in Albania. Costantemente alla testa dei propri uomini, con i quali condivideva disagi e pericoli, veniva sovente impiegato con il suo reparto nelle operazioni a maggiore rischio e valenza operativa. In ogni circostanza, insieme a rara perizia, frutto dell'esperienza maturata nello specifico settore delle forze speciali, evidenziava straordinarie capacita' di guida e di motivazione dei dipendenti ed un rendimento di straordinario livello per professionalita' e risultati conseguiti. Magnifica figura di comandante previdente ed energico, profondamente animato da fede nel servizio, spirito di sacrificio ed entusiasmo, chiarissimo esempio di professionalita', elevata capacita' decisionale e raro senso del dovere, ha contribuito in maniera determinante al successo dell'operazione e a dare lustro all'Esercito italiano in ambito internazionale». - Tirana (Albania) 17 aprile 1997-3 agosto 1997 Con decreto del Presidente della Repubblica 28 aprile 2004 e' conferita la seguente ricompensa: Medaglia di bronzo Al C.le Magg. Sc. Salvatore M. Falzone nato il 1° settembre 1976 a Leverkusen (Germania) con la seguente motivazione: «Volontario in servizio permanente, effettivo alla Task Force "Istrice" della brigata multinazionale ovest in Kosovo ed impiegato nell'ambito dell'operazione "Joint Guardian", appena appresa la notizia di uno scontro a fuoco in cui erano coinvolti alcuni commilitoni, manifestava subito la ferma volonta' d'intervenire in loro soccorso. Giunto sul luogo, si prodigava senza indecisione alcuna con determinazione e lucidita' per contrastare in modo efficace gli avversari anche nelle fasi piu' concitate dello scontro durato circa due ore e mezzo. Al termine del cruento evento si offriva di disimpegnarsi per ultimo unitamente ad un altro commilitone onde garantire una cornice di sicurezza ai mezzi che esfiltravano e, allorquando il suo veicolo rimaneva isolato a causa di un'avaria poco lontano dal luogo dell'agguato, con encomiabile autocontrollo si prodigava nella risoluzione dell'inconveniente. Mirabile esempio di coraggio, altruismo, senso del dovere e spirito di corpo che ha servito degnamente l'Esercito italiano e con esso l'intera nazione». - Pec (Kosovo), 5 luglio 2002-11 novembre 2002 Con decreto del Presidente della Repubblica 27 febbraio 2002 e' conferita la seguente ricompensa: Medaglia di bronzo Al Ten. Gen. Francesco Cervoni nato il 16 maggio 1938 a Ceprano (Frosinone) con la seguente motivazione: «Ufficiale generale in possesso di eccezionali capacita' intellettuali e di non comuni doti umane e morali, ha dimostrato, in ogni frangente della sua carriera, somma competenza professionale, brillante intuito ed eccelsa abilita' realizzativa. Nella risoluzione delle molteplici problematiche insorte nell'assolvimento delle alte funzioni a lui affidate, tra le quali emergono quelle di vice comandante della regione militare centrale, di sottocapo di Stato maggiore della difesa, nonche' di capo di Stato maggiore dell'Esercito, ha sempre profuso incondizionato impegno con autentico spirito di servizio ed indiscusso sacrificio personale. In particolare, nell'espletamento di quest'ultimo incarico, la sua guida ferma, intelligente e determinata, sempre corroborata dall'esempio, ha condotto l'Esercito italiano attraverso una profonda, difficile ed ardita trasformazione strutturale ed organizzativa che ha consentito di porre lo stesso al pari livello dei principali eserciti dell'alleanza. Altresi', la sua coerente linea di condotta e la spiccata lungimiranza nel pianificare gli eventi hanno permesso agli enti, ai comandi ed alle unita' da lui dipendenti, di esprimere il meglio delle proprie capacita' tecnico-logistiche ed operative, facendo si' che venissero pienamente raggiunti tutti gli obiettivi connessi con le missioni assegnate alla Forza armata. Figura carismatica di altissimo livello e dalle preclare virtu' militari che ha servito per oltre quarantaquattro anni l'Esercito italiano ed il suo Paese, contribuendo ad accrescerne ed a rafforzarne il lustro ed il prestigio in ambito nazionale ed internazionale». - Roma, 6 luglio 2001 Con decreto del Presidente della Repubblica 7 novembre 2001 e' conferita la seguente ricompensa: Medaglia di bronzo Al Brig. Gen. Agostino Pedone nato il 4 novembre 1940 a Lizzanello (Lecce) con la seguente motivazione: «Comandante della brigata multinazionale nord impegnata nel teatro bosniaco nell'ambito dell'operazione di Sfor "Joint Endeavour", operava con altissima professionalita', elevatissima capacita' organizzativa e consapevole coraggio, trasmettendo a tutti i dipendenti gli alti valori morali connessi con la delicata operazione di pace ed infondendo in essi fiducia e sicurezza. Grazie alla sua guida ferma, intelligente e determinata, improntata all'equilibrio anche nelle circostanze piu' critiche, e' stato possibile amalgamare unita' provenienti da paesi assai eterogenei per precedenti militari, tradizioni e cultura. In un contesto caratterizzato da una difficile situazione operativa, da forti tensioni socio-politiche e dall'indeterminatezza degli atteggiamenti della popolazione, sapeva cogliere gli aspetti fondamentali della complessa realta' locale guadagnando per se' e per l'intero contingente l'incondizionata stima delle autorita' civili e militari presenti nel teatro di operazioni. La sua lineare ed intelligente azione di comando, sempre corroborata dall'esempio, ha permesso alle unita' dipendenti di esprimere al meglio le proprie capacita' operative, facendo si' che venissero pienamente raggiunti tutti gli obiettivi relativi alla missione assegnata, decretando un successo tanto meritato quanto lusinghiero, dal quale traggono rafforzato prestigio l'intera nazione e le sue Forze armate». - Sarajevo (Bosnia) 19 dicembre 1995-2 luglio 1996 |