Gazzetta n. 114 del 17 maggio 2004 (vai al sommario) |
PRESIDENZA DELLA REPUBBLICA |
DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 27 aprile 2004 |
Nomina della commissione straordinaria per la gestione del comune di Niscemi. |
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IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA Visto che con decreto del presidente della regione Siciliana, in data 4 marzo 2004, e' stato preso atto della approvazione della mozione di sfiducia nei confronti del sindaco del comune di Niscemi (Caltanissetta), eletto nelle consultazioni amministrative del 26 novembre 2000, con contestuale nomina di un commissario straordinario con il compito di esercitare le attribuzioni di sindaco, giunta e consiglio; Constatato che dall'esito di approfonditi accertamenti, sono emersi collegamenti diretti ed indiretti tra parte degli organi rappresentativi del comune di Niscemi e la criminalita' organizzata; Constatato che tali collegamenti espongono l'amministrazione stessa a pressanti condizionamenti, compromettendo la libera determinazione degli organi ed il buon andamento della gestione del comune di Niscemi; Rilevato, altresi', che la permeabilita' dell'ente ai condizionamenti esterni della criminalita' organizzata arreca grave pregiudizio allo stato della sicurezza pubblica e determina lo svilimento delle istituzioni e la perdita di prestigio e di credibilita' degli organi istituzionali; Ritenuto che, al fine di rimuovere a causa del grave inquinamento e deterioramento dell'amministrazione comunale, si rende necessario far luogo allo svolgimento degli organi ordinari del comune di Niscemi, per il ripristino dei principi democratici e di liberta' collettiva; Visto l'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267; Vista la proposta del Ministro dell'interno, la cui relazione e' allegata al presente decreto e ne costituisce parte integrante; Vista la deliberazione del Consiglio dei Ministri, adottata nella riunione del 23 aprile 2004, alla quale e' stato debitamente invitato il presidente della regione Siciliana. Decreta: Art. 1. La gestione del comune di Niscemi (Caltanissetta), e' affidata per la durata diciotto mesi alla commissione straordinaria composta da: dott. Paolo Guglielman - prefetto; dott. Enrico Galeani - viceprefetto; dott. Emilio Buda - dirigente di II fascia. |
| Art. 2. La commissione straordinaria per la gestione dell'ente esercita, fino all'insediamento degli organi ordinari a norma di legge, le attribuzioni spettanti al consiglio comunale, alla giunta ed al sindaco nonche' ogni altro potere ed incarico commesso alle medesime cariche. Dato a Roma, addi' 27 aprile 2004 CIAMPI Berlusconi, Presidente del Consiglio dei Ministri Pisanu, Ministro dell'interno Registrato alla Corte dei conti il 5 maggio 2004 Ministeri istituzionali, registro n. 4, Interno, foglio n. 90 |
| Allegato Al Presidente della Repubblica Il comune di Niscemi (Caltanissetta), i cui organi elettivi sono stati rinnovati nelle consultazioni amministrative del 26 novembre 2000, e' inserito in un contesto ambientale caratterizzato dalla presenza della criminalita' organizzata che mira ad ingerirsi nelle attivita' economiche connesse al settore degli appalti pubblici. Numerosi episodi criminosi finalizzati al danneggiamento di beni appartenenti ad amministratori e dipendenti pubblici dello stesso ente locale ed alcune fattispecie delittuose altrettanto gravi hanno determinato uno stato di precarieta' sul piano della percezione della sicurezza pubblica. Il prefetto di Caltanissetta ha pertanto disposto con provvedimento in data 26 novembre 2003, l'accesso presso quell'ente ai sensi dell'art. 1, quarto comma, del decreto-legge 6 settembre 1982, n. 629, convertito dalla legge 12 ottobre 1982, n. 726, e successive modificazioni ed integrazioni, per verificare la sussistenza di condizionamenti mafiosi all'interno del comune di Niscemi. Gli accertamenti svolti dalla commissione d'accesso, confluiti nella relazione commissariale conclusiva della procedura, cui si rinvia integralmente, avvalorano l'ipotesi della esistenza di fattori di inquinamento dell'azione amministrativa dell'ente locale a causa dell'influenza della criminalita' organizzata, che si e' manifestata anche attraverso azioni criminose nei confronti di un dipendente comunale, di un vigile urbano e del coniuge del vice sindaco, nonche' in un piu' recente episodio nei confronti del segretario comunale. Lo stesso ente e' caratterizzato da un'esasperata conflittualita' a livello politico, che e' sfociata, in data 2 gennaio 2004, nella presentazione di una mozione di sfiducia nei confronti del sindaco da parte di otto consiglieri, approvata il successivo 23 gennaio, con il voto favorevole di quindici consiglieri su venti assegnati per legge. In conseguenza, il presidente della regione siciliana ha proceduto, con proprio decreto in data 4 marzo 2004, alla nomina di un commissario straordinario con i poteri di sindaco, giunta e consiglio, ai sensi dell'art. 11 della legge regionale 15 settembre 1997, n. 35, e successive modifiche. Le indagini svolte hanno palesato che la capacita' di influenzare l'attivita' del comune di Niscemi, nei cui confronti e' gia' stato disposto, in data 18 luglio 1992, lo scioglimento degli organi elettivi per infiltrazioni mafiose, e' connessa alla permanenza di soggetti riconducibili in via diretta o indiretta ad ambienti malavitosi, che gia' al tempo avevano orientato le scelte dell'ente. In tale contesto, assume specifico rilievo la nomina di un assessore, poi dimissionario, ritenuto, secondo fonti investigative, legato ad amministratori destinatari del citato provvedimento di scioglimento per collegamenti con la mafia niscemese. Anche relativamente al vice sindaco, ad un assessore ed a due dipendenti con incarichi di responsabilita', sono stati rilevati legami di parentela con un noto esponente mafioso. Nel corso del 2003, il comune e' stato interessato da ulteriori episodi criminosi, quali danneggiamento dell'autovettura di servizio del sindaco e l'incendio dell'auto privata di uno dei consiglieri, nonche' da atti di intimidazione nei confronti di un dipendente comunale, responsabile del settore manutenzione, riconducibili a tentativo della criminalita' organizzata di interferire nell'attivita' della pubblica amministrazione. A cio' si aggiunga l'arresto di un dipendente comunale ritenuto responsabile insieme ad altri di associazione a delinquere finalizzata al traffico e spaccio di sostanze stupefacenti. Nel quadro complessivo, caratterizzato da un atteggiamento silente ed inattivo manifestato dagli amministratori, riconducibile alla rinuncia a contrastare il pericolo di tentativi di infiltrazione, rileva la figura dell'ex sindaco di Niscemi, cui viene ricondotta la direzione ed organizzazione del sodalizio criminoso, nonche' il pieno controllo dell'attivita' amministrativa comunale, con l'intento di privare dei poteri l'attuale sindaco. La commissione incaricata dell'accesso, richiama espressamente le risultanze di operazioni condotte dai locali organi investigativi, nonche' i provvedimenti emessi dall'autorita' giudiziaria che confermano l'esistenza in quel territorio di un'organizzazione criminale a stampo mafioso che, con i citati episodi estorsivi, mira ad acquisire il controllo diretto ed indiretto degli appalti pubblici. E', a tal proposito, ritenuta di rilievo l'intimidazione, alla ditta aggiudicataria di alcuni lavori, a conferire ad una specifica impresa la fornitura di calcestruzzo e l'impiego di mezzi meccanici, imponendo prezzi maggiorati rispetto al altro fornitore. Parimenti significativa e' la posizione di un dipendente, preposto al servizio di manutenzione della ripartizione gestione territorio del comune di Niscemi, che, a seguito di atti intimidatori da parte del sodalizio mafioso, si sarebbe piegato alle finalita' di quel clan. In relazione a detta vicenda, e' sintomatico di un atteggiamento inerte da parte dell'amministrazione comunale che non si sia ritenuto opportuno l'avvicendamento del dipendente nel delicato servizio. Il suddetto quadro indiziario e' supportato anche dal dato fattuale che la procedura dei conferimenti degli appalti, mediante ricorso ai cottimi fiduciari, non sempre e' giustificata dall'esigenza di effettuare urgenti manutenzioni; circostanza che desta il convincimento che l'ente abbia potuto favorire l'ingerenza diretta o indiretta della locale criminalita'. Cio' quanto meno fino a che non e' stata indetta dal competente organo comunale un'apposita riunione per impartire l'indirizzo agli uffici comunali di applicare il sistema dell'asta pubblica. Viene evidenziato come nell'elenco delle ditte individuali di fiducia del comune, approvato nell'anno 2001, per alcuni titolari figurano precedenti, che avrebbero dovuto indurre l'amministrazione ad una rivisitazione dell'albo stesso, tenuto conto altresi' che nei confronti dei medesimi sono stati emessi provvedimenti restrittivi da parte della magistratura, per reati associativi anche di stampo mafioso. Le evidenti anomalie riscontrate nel settore di vigilanza e controllo sull'attivita' espletata dalle ditte aggiudicatarie collidono con le linee seguite da quell'amministrazione che, avendo aderito ad apposito protocollo di legalita' stipulato il 12 giugno 2003 con la prefettura di Caltanissetta, avrebbe dovuto intraprendere specifiche iniziative per una piu' efficace organizzazione gestionale ed una maggiore trasparenza nell'attivita' amministrativa. Le risultanze dell'accesso mettono in luce come i contratti di appalto siano caratterizzati da notevoli anomalie e discrasie sia nelle fasi delle offerte, che in taluni casi non recano indicazione dell'orario di presentazione mentre il timbro datario risulta modificato, sia nella fase della presentazione delle buste di offerta effettuata anche oltre la data di scadenza assegnata. In occasione dell'appalto per l'affidamento di lavori di manutenzione delle strade interne al centro abitato e' stato rilevato come le buste contenenti le offerte delle ditte dichiarate escluse non risultino essere state aperte. Detta condizione avrebbe consentito di effettuare la loro sostituzione in una fase successiva - e quindi di predeterminare l'aggiudicatario - dopo un eventuale accoglimento, da parte dell'organo di giustizia amministrativa, dei ricorsi proposti dai concorrenti interessati. In altro appalto, svolto in data 2002, per la costruzione di un parcheggio, le anomalie riscontrate inducono, ad avviso della Commissione, a ritenere sussistente un accordo collusivo tra le ditte offerenti, rivolto ad eludere la libera concorrenza ed a predeterminare l'aggiudicatario, a fronte di un atteggiamento dell'amministrazione comunale che non avrebbe adottato mezzi risolutivi per contrastare i fenomeni di illegalita' nella gestione dei lavori pubblici. Viene, comunque, a tal proposito evidenziato corre il comune di Niscemi abbia provveduto ad informare la Procura della Repubblica di Caltagirone sulla circostanza che le offerte di gara relative a differenti imprese siano state presentate, in alcuni casi, dagli stessi soggetti. Sempre con riferimento alla suddetta gara di appalto per la costruzione del parcheggio, vengono ritenuti particolarmente significativi la decisione della ditta aggiudicataria di nominare, quale direttore tecnico dei lavori, un soggetto appartenente alla stessa societa', nonche' l'inserimento nell'esecuzione del suddetto appalto di una ditta il cui omonimo titolare e' ritenuto dai competenti organi giudiziari personaggio che ha ottenuto in un recente passato la protezione di «cosa nostra» niscemese. Altri fattori di interferenza sul piano della trasparenza dell'azione amministrativa nonche' di criticita' sul buon andamento dell'amministrazione comunale sono evidenziati nella relazione ispettiva con riferimento al servizio di trasporto ed assistenza di alunni portatori di handicap, alla concessione di contributi ad associazioni di volontariato, alla raccolta di rifiuti solidi urbani, alla gestione del contenzioso, al conferimento degli incarichi professionali, nonche' al fenomeno dell'abusivismo edilizio caratterizzato dalla mancata esecuzione di numerose ordinanze di demolizione nel periodo compreso tra gli anni 2000-2003. Nel quadro risultante dalla ricostruzione degli eventi e delle circostanze oggetto dell'accesso emerge, da un lato, che l'interesse ad un ritorno ai vecchi criteri di gestione potrebbe essere alimentato dalla previsione di realizzazione nei prossimi anni di importanti opere pubbliche, e, dall'altro, che nel tessuto sociale, politico ed economico del territorio niscemese, la prevalente organizzazione criminale riesce ad insinuarsi anche nel contesto della locale pubblica amministrazione, evidenziando palesi sintomi di condizionamenti e di infiltrazioni. Nella complessa valutazione della situazione sussistente nel comune di Niscemi sicuramente costituisce circostanza di rilievo la carenza di un forte impegno dell'amministrazione in carica ispirato ad un radicale mutamento di rotta nella gestione della cosa pubblica, idoneo ad arginare le componenti inquinanti gia' favorite dagli organi di governo locale in carica al tempo dello scioglimento del 1992. Le suindicate condizioni, la presenza delle organizzazioni malavitose interessate alla gestione della cosa pubblica, che hanno contribuito a determinare il clima di tensione gia' delineato, le irregolarita' e le ripetute violazioni dei principi del buon andamento ed imparzialita' dell'ente, rappresentano la portata indiziante di indebite interferenze della criminalita' organizzata sulle scelte operate dall'amministrazione, che ha di fatto privilegiato interessi estranei al perseguimento delle finalita' pubbliche. Il complesso degli elementi riscontrati manifesta chiaramente che si e' determinato in quell'ente uno stato di alterazione del libero convincimento per effetto delle interferenze di fattori esterni al quadro degli interessi locali, riconducibili alla criminalita' organizzata che pregiudicano le fondamentali garanzie democratiche. Il delineato clima di grave condizionamento e degrado in cui versa il comune di Niscemi, la cui capacita' di determinazione risulta compromessa, l'inosservanza del principio di legalita' nella gestione dell'ente e l'uso distorto delle pubbliche funzioni hanno compromesso le legittime aspettative della popolazione ad essere garantita nella fruizione dei diritti fondamentali, minando la fiducia dei cittadini nella legge e nelle istituzioni. Pertanto, il prefetto di Caltanissetta, con relazione del 26 gennaio 2004, che si intende integralmente richiamata, ha proposto l'applicazione della misura di rigore prevista dall'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267. La descritta condizione esige un intervento risolutore da parte dello Stato, mirato a rimuovere i legami tra l'ente locale e la criminalita' organizzata che arrecano grave e perdurante pregiudizio per lo stato generale dell'ordine e della sicurezza pubblica. Per le suesposte considerazioni si ritiene necessario provvedere, con urgenza, ad eliminare ogni ulteriore motivo di deterioramento e di inquinamento della vita amministrativa e democratica dell'ente, mediante provvedimenti incisivi a salvaguardia degli interessi della comunita' locale, ancor piu' necessari in conseguenza dell'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa in data 18 marzo 2003, nell'ambito di indagini sull'associazione mafiosa «cosa nostra» e sulle infiltrazioni nei finanziamenti pubblici e nella pubblica amministrazione, che coinvolgono tra gli altri anche il comune di Niscemi. La valutazione della situazione in concreto riscontrata, in relazione alla presenza ed all'estensione dell'influenza criminale, rende necessario che la durata della gestione commissariale sia determinata in diciotto mesi. Rilevato che, per le caratteristiche che lo configurano, il provvedimento dissolutorio previsto dall'art. 143 del citato decreto legislativo puo' intervenire finanche quando sia gia' stato disposto provvedimento per altra causa, differenziandosene per funzioni ed effetti, si formula rituale proposta per l'adozione della misura di rigore nei confronti del comune di Niscemi (Caltanissetta) con conseguente affidamento per la durata di diciotto mesi della gestione dell'ente ad una commissione straordinaria cui, in virtu' dei successivi articoli 144 e 145, sono attribuite specifiche competenze e metodologie di intervento finalizzate a garantire nel tempo la rispondenza dell'azione amministrativa alle esigenze della collettivita'. Roma, 22 aprile 2004 Il Ministro dell'interno: Pisanu |
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