Gazzetta n. 94 del 22 aprile 2004 (vai al sommario) |
MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITA' CULTURALI |
DECRETO 30 dicembre 2003 |
Inclusione della localita' denominata Cerracchio, ricadente nel comune di Vetralla in provincia di Viterbo, fra le zone di interesse archeologico di cui all'art. 146, lettera m), del decreto legislativo 29 ottobre 1999, n. 490. |
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IL MINISTRO PER I BENI E LE ATTIVITA' CULTURALI
Visto il decreto legislativo 20 ottobre 1998, n. 368 recante «Istituzione del Ministero per i beni e le attivita' culturali a norma dell'art. 11 della legge 15 marzo 1997, n. 59», pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana n. 250 del 26 ottobre 1998; Visto il Titolo II del decreto legislativo 29 ottobre 1999, n. 490, recante «Teslo Unico delle disposizioni legislative in materia di beni culturali e ambientali, a norma dell'art. 1 della legge 8 ottobre 1997, n. 352» pubblicato nel supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale n. 302 del 27 dicembre 1999, ed in particolare l'art. 144; Visto l'art. 146 comma 1, lettera m), del Titolo II del decreto legislativo 29 ottobre 1999, n. 490; Vista la decisione n. 951 resa in data 13 novembre 1990 dalla VI sezione del Consiglio di Stato; Considerato che con nota prot. n. 9284 del 27 agosto 1994, la Soprintendenza archeologica per l'Etruria meridionale inoltrava alla Soprintendenza per i beni ambientali e architettonici del Lazio ed all'Ufficio centrale per i beni ambientali e paesaggistici la richiesta di perimetrazione ai sensi dell'art. 1, lettera m), della legge n. 431/1985 dell'area relativa all'insediamento etrusco ed alla relativa necropoli del Cerracchio, ricadente nel comune di Vetralla in provincia di Viterbo; Considerato che la predetta soprintendenza nella relazione scientifica acclusa alla nota sopraccitata ha evidenziato come l'antico insediamento del Cerracchio, fiorito principalmente nel VI e V sec. e frequentato fino al IV-III sec. a. C., con la sua necropoli, fosse gia' noto nell'Ottocento, ricordato in particolare per la presenza di tombe rupestri etrusche di eta' arcaica considerate un'emanazione di quel gruppo di necropoli di tal genere che si sviluppa nel bacino idrografico dell'Alto Mignone e del Biedano contraddistinto in eta' arcaica da una prosperita' economica tale da favorire ivi la nascita di centri abitati sorto su un altipiano tufaceo parallelo alla riva occidentale del Rio Secco, facilmente difendibile per la sua conformazione (come per la gran parte dei centri abitati dell'Etruria interna) soprattutto nella parte settentrionale (nella parte meridionale venne fortificato). Considerato che l'abitato, ritenuto a carattere prevalentemente rurale, dovette essere dominato da una potente famiglia gentilizia, collocandosi nel V-VI sec. a. C.. periodo della sua maggior fioritura, tra i siti ritenuti di una certa importanza, seppur circoscritta, dislocati nel territorio di Vetralla ai margini della famosa «Silva Ciminia»; Considerato che le tombe della necropoli in alcuni casi, come riscontrato anche in vari altri centri abitati dell'Etruria, si aprono sui costoni precipiti dello stesso altopiano sede dell'abitato ma per la gran parte si distribuiscono sui fianchi delle valli del Rio Secco e lungo la riva dell'Ortaccio. Queste piccole valli sono anche attraversate da antiche strade. La distribuzione delle tombe per ampio raggio, nonche' l'esistenza di alcune aree di frammenti fittili di superficie, ha fatto supporre che aggregati di case a carattere sparso esistessero nella zona e facessero capo all'insediamento principale del Cerracchio, in collegamento diretto con il villaggio di Roana nonche' con l'insediamento di Grotta Porcina. Considerato che le tombe della necropoli si intersecano e si sovrappongono tra loro e, per quanto lo stato di conservazione non sia dei migliori a causa del degrado del tufo dovuto agli agenti atmosferici nel corso del tempo, l'aspetto dei luoghi conserva tutta la sua suggestione di antico paesaggio, caratterizzando il sito di Cerracchio che, nel suo intero complesso, oltre all'importanza archeologica che riveste, si colloca in un ambiente naturale tipico dell'Etruria interna, largamente segnato da vicende storiche che lo hanno «modellato» nel tempo, ben configurandosi come «paesaggio storico». Considerato che, per consentire l'avvio della procedura per l'imposizione del vincolo, la citata Soprintendenza, in riscontro ad espressa richiesta dell'allora Ufficio centrale per i beni ambientali e paesaggistici, con nota n. 4285 del 16 settembre 1997 inviava la relativa cartografia in scala 1:10.000 e documentazione fotografica dei luoghi; Considerato che con verbale n. 5, il comitato di settore per i beni ambientali e architettonici ed il comitato di settore per i beni archeologici del Consiglio nazionale per i beni culturali, riuniti in seduta congiunta il giorno 1° luglio 1998, hanno espresso parere favorevole rispetto alla proposta di vincolo, chiedendo, tuttavia, una definizione del perimetro che tenesse maggiormente conto della posizione degli insediamenti e della configurazione geo-morfologica del sito; Considerato che con nota n. ST/702/29321 del 23 novembre 1998, l'Ufficio centrale per i beni ambientali e paesaggistici, comunicava alla Soprintendenza il parere reso dai citati comitati di settore, invitando la stessa a voler adempiere rispetto alla richiesta di revisione del perimetro del vincolo proposto; Considerato che, in riscontro a quanto richiesto, la citata Soprintendenza, con nota n. 17453 del 18 dicembre 1998, inoltrava al suddetto Ufficio centrale la cartografia aggiornata con la nuova perimetrazione di vincolo, nonche' lo schema descrittivo del nuovo perimetro riferito al comprensorio della «Necropoli rupestre del Cerracchio» sito nel comune di Vetralla, in provincia di Viterbo. Considerato che l'Ufficio centrale, con nota n. ST/702/2537/99 del 3 febbraio 1999, trasmetteva la nuova documentazione ai citati comitati di settore; Considerato che il Consiglio nazionale per i beni culturali e ambientali, con nota n. 121/801/8.7 del 14 gennaio 2000, comunicava all'Ufficio centrale per i beni ambientali e paesaggistici il parere favorevole espresso dal comitato di settore per i beni ambientali e architettonici e dal comitato di settore per i beni archeologici, riuniti in seduta congiunta il giorno 30 settembre 1999, inerente alla proposta di vincolo esaminata in base alla nuova perimetrazione; Considerato che, nelle more della valutazione esperita dai comitati di settore, e' entrato in vigore il decreto legislativo n. 490/1999 (testo unico delle disposizioni legislative in materia di beni culturali e ambientali) che ha introdotto nuove norme in merito alla pubblicazione della proposta di vincolo all'albo pretorio comunale con la contestuale pubblicizzazione tramite avviso al pubblico sui quotidiani; Ritenuto, pertanto, che l'istruttoria in itinere, avrebbe dovuto conformarsi alla nuova normativa; Considerato che l'Ufficio centrale per i beni ambientali e paesaggistici, con nota n. ST/702/8648/2001 del 23 marzo 2001, invitava la Soprintendenza competente a voler procedere, per la proposta del vincolo in esame, alla formalizzazione dell'iter previsto dal Titolo II, art. 144, comma 2 del decreto legislativo n. 490/1999 (pubblicazione all'albo pretorio comunale) nonche' alla pubblicazione dell'annuncio sui quotidiani secondo il disposto di cui all'art. 140, comma 6, del medesimo atto normativo; Considerato che con nota n. 1430 del 12 febbraio 2002 e successiva nota n. 1801 del 20 febbraio 2002, la Soprintendenza archeologica per l'Etruria meridionale, dava comunicazione dell'avvenuta pubblicazione, dalla data del 24 aprile 2001 al 24 luglio 2001, della proposta di vincolo all'albo pretorio da parte del comune di Vetralla, con relativo decorso degli obblighi di cui all'art. 151 del decreto legislativo n. 490/1999, nonche' del termine di sessanta giorni, previsto dall'art. 144, comma 3, per la presentazione delle osservazioni al Ministero, comunicando, altresi', di aver provveduto, in data 13 febbraio 2002, alla pubblicazione dell'annuncio sui quotidiani «Il Corriere di Viterbo», il «Messaggero» in cronaca di Viterbo ed «Il Tempo», ai sensi dell'art. 140, comma 6, del decreto legislativo n. 490/1999; Considerato che, decorso il termine di sessanta giorni previsto dall'art. 144, comma 3, del decreto legislativo n. 490 del 1999, non sono pervenute osservazioni; Visto l'ultimo parere espresso dal comitato di settore per i beni ambientali e architettonici e dal comitato di settore per i beni archeologici del Consiglio per i beni culturali che, riuniti in seduta congiunta, il giorno 10 febbraio 2003 hanno espresso all'unanimita' parere favorevole rispetto alla proposta di vincolo di cui trattasi; Considerato che la Soprintendenza per i beni archeologici dell'Etruria meridionale, con note n. 7795 del 25 ottobre 2003 e n. 9883 del 19 novembre 2003, ha proceduto alla verifica della descrizione della esatta perimetrazione dell'area da sottoporre a tutela, secondo la cartografia valutata dai comitati di settore riuniti in seduta congiunta in data 30 settembre 1999 e 10 febbraio 2003, riferita al comprensorio della «Necropoli rupestre del Cerracchio» sito nel comune di Vetralla, in provincia di Viterbo, cosi' delimitato: Limite Ovest strada comunale del Cerracchio a partire dall'incrocio con la strada vicinale di Grotta Porcina fino all'incrocio con la strada comunale Grotte Murate; strada interpoderale che si distacca dalla SS 1-Bis verso Nord-Ovest in prossimita' del km 24; Limite Nord: limite Ovest delle particelle 60,61 e 71 del foglio catastale 32 fino al fosso del Cerracchio, il limite nord delle particelle 43, 45, 48, 46 e 47 del foglio catastale 32. Limite Est: il limite est delle particelle 47, 50, 53 parte, 95 e 97 del foglio catastale 32 fino alla strada interpoderale che incrocia la SS 1-Bis al km. 24,450 circa; strada Aurelia-bis fino al limite della particella 334 foglio catastale 43, prosegue il limite Est attraverso le particelle 334, 336 e 342 del foglio catastale 43, il Rio Secco fino al limite Sud-Ovest della particella 35 foglio catastale 43. Costeggia il limite nord della particella 36, il limite est della particella 578 del foglio catastale 43 fino alla strada di Grotta Porcina. Limite Sud: e' dato dalla Strada di Grotta Porcina ed il limite Ovest delle particelle 14 e 15 del foglio catastale 43 fino al fosso del Cerracchio, limite sud delle particelle 62, 61, 59 foglio catastale 42 e limite Est particelle 221 e 86 foglio catastale 42 fino alla strada vicinale di Grotta Porcina». Rilevato che la tutela dei valori archeologici operata dall'art. 146, comma 1, lettera m), del decreto legislativo 29 ottobre 1999, n. 490 e' distinguibile da quella operata dall'art. 6 del medesimo decreto legislativo, poiche' ha per oggetto non gia' direttamente o indirettamente, i beni riconosciuti di interesse archeologico, ma piuttosto il pregevole territorio che ne costituisce il contesto di giacenza; Considerato che da quanto sopra esposto il territorio delimitato nella perimetrazione gia' descritta e' da classificare tra le zone di interesse archeologico indicate all'art. 146, comma 1, lettera m), del decreto legislativo n. 490 del 1999, per i valori archeologico-paesistici e per l'attitudine che il suo profilo presenta alla conservazione del contesto di giacenza del patrimonio archeologico di rilievo nazionale, quale territorio delle presenze di interesse archeologico, qualita' che e' assunta a valore storico culturale meritevole di protezione; Considerato che con circolare ministeriale n. 8373 del 26 aprile 1994 si e' rilevata la necessita' di individuare le zone definite di interesse archeologico dalla legge n. 431/1985, come modificata dal decreto legislativo n. 490 del 1999, con provvedimenti ricognitivi che ne perimetrino con esattezza i confini e specifichino la interrelazione fra i beni archeologici presenti e l'area che ne costituisce il contesto di giacenza; Considerata pertanto la necessita' di garantire un'efficace tutela dell'area predetta che costituisce un sito idoneo per valorizzare e preservare il patrimonio archeologico presente; Considerato che il vincolo comporta in particolare l'obbligo da parte del proprietario, possessore o detentore a qualsiasi titolo dell'immobile ricadente nella localita' vincolata di presentare alla Regione o all'ente dalla stessa subdelegato la richiesta di autorizzazione ai sensi dell'art. 151 del citato decreto legislativo n. 490 del 1999 per qualsiasi intervento che modifichi lo stato dei luoghi, e che questo Ministero puo' in ogni caso annullare tale autorizzazione entro i sessanta giorni successivi alla ricezione di detto provvedimento, corredata della documentazione idonea a consentire la dovuta valutazione ministeriale; Decreta: L'area riferita al comprensorio della «Necropoli rupestre del Cerracchio», sita nel comune di Vetralla, in provincia di Viterbo, nei limiti sopradescritti e indicati nell'allegata planimetria, che costituisce parte integrante del presente decreto, e' compresa tra le zone di interesse archeologico indicate dall'art. 146, comma 1, lettera m), del decreto legislativo 29 ottobre 1999, n. 490, ed e' quindi sottoposta ai vincoli e alle prescrizioni contenute nel medesimo decreto legislativo. La Soprintendenza archeologica per l'Etruria meridionale provvedera' a che copia della Gazzetta Ufficiale contenente il presente decreto venga affissa ai sensi dell'art. 142 del decreto legislativo 29 ottobre 1999, n. 490 e dell'art. 1 del regolamento 3 giugno 1940 n. 1357, all'albo del comune di Vetralla e che altra copia della Gazzetta Ufficiale stessa, con relativa planimetria da allegare venga depositata presso i competenti uffici del comune suddetto. Avverso il presente atto e' ammessa proposizione di ricorso giurisdizionale avanti al Tribunale amministrativo regionale del Lazio, secondo le modalita' di cui alla legge 6 dicembre 1971, n. 1034, cosi' come modificata dalla legge 21 luglio 2000, n. 205, ovvero e' ammesso ricorso straordinario al Capo dello Stato, ai sensi del decreto del Presidente della Repubblica 24 novembre 1971 n. 1199, rispettivamente entro sessanta e centoventi giorni dalla data di avvenuta notificazione del presente atto.
Roma, 30 dicembre 2003
Il Ministro: Urbani
Registrato alla Corte dei conti il 2 marzo 2004 Ufficio di controllo preventivo sui Ministeri dei servizi alla persona e dei beni culturali, registro n. 1, foglio n. 265 |
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