Gazzetta n. 273 del 21 novembre 2002 (vai al sommario)
PRESIDENZA DELLA REPUBBLICA
DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 5 novembre 2002
Scioglimento del consiglio comunale di San Paolo Belsito e nomina della commissione straordinaria.

IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
Considerato che il consiglio comunale di San Paolo Belsito (Napoli), rinnovato nelle consultazioni elettorali del 16 aprile 2000, presenta collegamenti diretti ed indiretti tra parte dei componenti del civico consesso e la criminalita' organizzata, rilevati dai competenti organi investigativi;
Constatato che tali collegamenti con la criminalita' organizzata espongono gli amministratori stessi a pressanti condizionamenti, compromettendo la libera determinazione dell'organo elettivo ed il buon andamento dell'amministrazione comunale di San Paolo Belsito;
Rilevato, altresi', che la permeabilita' dell'ente ai condizionamenti esterni della criminalita' organizzata arreca grave pregiudizio allo stato della sicurezza pubblica e determina lo svilimento delle istituzioni e la perdita di prestigio e di credibilita' degli organi istituzionali;
Ritenuto che, al fine di rimuovere la causa del grave inquinamento e deterioramento dell'amministrazione comunale, si rende necessario far luogo allo scioglimento degli organi ordinari del comune di San Paolo Belsito, per il ripristino dei principi democratici e di liberta' collettiva;
Visto l'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267;
Vista la proposta del Ministro dell'interno, la cui relazione e' allegata al presente decreto e ne costituisce parte integrante;
Vista la deliberazione del Consiglio dei Ministri, adottata nella riunione del 31 ottobre 2002;
Decreta:
Art. 1.
Il consiglio comunale di San Paolo Belsito (Napoli) e' sciolto per la durata di diciotto mesi.
 
Art. 2.
La gestione del comune di San Paolo Belsito (Napoli) e' affidata alla commissione straordinaria composta da:
dott. Antonio Reppucci, viceprefetto;
dott. Claudio Palomba, viceprefetto;
rag. Elda Karin Danielli, collaboratore amministrativo contabile.
 
Art. 3.
La commissione straordinaria per la gestione dell'ente esercita, fino all'insediamento degli organi ordinari a norma di legge, le attribuzioni spettanti al consiglio comunale, alla giunta ed al sindaco nonche' ogni altro potere ed incarico connesso alle medesime cariche.
Dato a Roma, addi' 5 novembre 2002
CIAMPI
Berlusconi, Presidente del Consiglio
dei Ministri
Pisanu, Ministro dell'interno Registrato alla Corte dei conti il 12 novembre 2002 Ministeri istituzionali, Interno, registro n. 12, foglio n. 230
 
Allegato
Al Presidente della Repubblica
Il consiglio comunale di San Paolo Belsito (Napoli), rinnovato nelle consultazioni amministrative del 16 aprile 2000, presenta forme di condizionamento da parte della criminalita' organizzata che compromettono la libera determinazione e l'imparzialita' degli organi elettivi e pregiudicano il buon andamento dell'amministrazione ed il funzionamento dei servizi.
Invero, a seguito di rilevate interferenze nella vita amministrativa dell'ente, il cui territorio e' compreso in quella fascia geografica connotata dalla presenza della criminalita' organizzata, il prefetto di Napoli ha disposto l'accesso presso il suddetto ente, ai sensi dell'art. 40, quarto comma, del decreto-legge 6 settembre 1982, n. 629, convertito, con modificazioni, dalla legge 12 ottobre 1982, n. 726, e successive modificazioni e integrazioni.
Gia' in precedenza l'ente era stato destinatario del provvedimento di scioglimento, adottato con decreto del Presidente della Repubblica del 4 marzo 1994, ai sensi del decreto-legge 31 maggio 1991, n. 164, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 luglio 1991, n. 221, e del provvedimento di proroga disposto con decreto del Presidente della Repubblica del 21 settembre 1995.
Gli accertamenti svolti tanto dalle competenti autorita' investigative quanto dalla commissione d'accesso avvalorano la sussistenza di fattori di inquinamento dell'azione amministrativa dell'ente locale, a causa dell'influenza della criminalita' organizzata fortemente radicata sul territorio che, da tempo, attraverso persone di propria fiducia, si e' inserita nella gestione del comune.
Significativo e' il ruolo ricoperto dall'attuale sindaco, gravato da pregiudizi penali, la cui attivita' politico-amministrativa risulta strettamente condizionata dall'influenza del padre, figura carismatica che aveva piu' volte assunto la carica di capo di quell'amministrazione e che in passato e' stato raggiunto da provvedimenti dell'autorita' giudiziaria in quanto ritenuto interlocutore privilegiato delle organizzazioni criminali.
L'amministrazione in carica appare caratterizzata da sostanziale continuita' con quella guidata dal menzionato ex sindaco, come emerge dalla rielezione di alcuni componenti della vecchia compagine amministrativa nei rinnovati organi elettivi e dalla designazione sindacale nelle cariche assessorili di alcuni membri di quell'esecutivo e, con riferimento alla struttura burocratica, dalla mirata riconferma o assegnazione in importanti uffici e commissioni comunali o in delicati incarichi di consulenza di soggetti che avevano gia' espletato, a vario titolo, attivita' di sostegno e collaborazione con l'ex amministratore.
Elementi indiziari di interferenze esterne vengono fatti in particolare risalire alla fase pre-elettorale, durante la quale sono state rilevate forme di condizionamento del voto da parte del candidato, poi eletto, alla carica di sindaco e del padre, che risultano aver esercitato pressioni e minacce nei confronti di candidati della lista di opposizione perche' rinunciassero alla candidatura.
Le pressioni registrate in tale fase avrebbero, altresi', costituito un ulteriore seguito coercitivo sulla volonta' dei rappresentanti di minoranza dal momento che non solo i consiglieri eletti, ma anche quelli subentrati sono stati indotti a rassegnare le dimissioni, per effetto proprio delle indebite interferenze dei sostenitori di parte avversa, contigui alla lista vincente e riconducibili ad ambienti criminali operanti peraltro in una realta' territoriale di modesta entita' demografica.
A fronte di situazioni di particolare gravita' caratterizzate dalla presenza della criminalita' organizzata nel territorio del comune, evidenziata in termini preoccupanti, la compromissione della libera determinazione degli organi appare riconducibile alla latente attivita' intimidatrice operata dalla criminalita' organizzata, che ha prodotto un'evidente immobilismo nella gestione amministrativa dell'ente, contraddistinto, invece, dal punto di vista finanziario, da una notevole capacita' di investimento.
L'attivita' dell'amministrazione in materia di appalti e' stata, infatti, estremamente ridotta, soprattutto nel periodo di insediamento della commissione di accesso, ed ha riguardato appalti di modesta entita' concernenti essenzialmente servizi e forniture indifferibili.
Come ampiamente esposto nella relazione conclusiva dell'accesso e successiva integrazione, cui si rinvia integralmente, detta attivita' non appare improntata a criteri di efficienza, correttezza e trasparenza. Alcune procedure di affidamento di lavori pubblici risultano infatti lacunose ed omissive, come quelle afferenti il servizio di refezione scolastica e la fornitura di gasolio per la scuola materna e media, altre, invece, mirate ad avvantaggiare soggetti collegati, direttamente od indirettamente, agli ambienti criminali, come nel caso dell'affidamento dei lavori di recinzione di un'area comunale. In esse sono, infatti, del tutto carenti forme di verifica documentale da parte dell'amministrazione comunale dei requisiti richiesti nella fase dell'offerta di partecipazione in materia di obblighi tributari e previdenziali e delle dichiarazioni rese dalle ditte interessate nelle autocertificazioni prodotte.
Emblematica al riguardo e' la vicenda relativa alla successiva rinuncia dell'esecuzione di alcuni lavori da parte di una ditta, in quanto non in possesso dell'assicurazione, in evidente contrasto con quanto autocertificato nella documentazione prodotta in sede di offerta.
Sintomatico del clima di contrapposizione che connota i rapporti tra le locali organizzazioni malavitose appare l'intrusione di soggetti legati alla criminalita' organizzata nell'esecuzione dell'appalto per il noleggio delle luminarie per le festivita' natalizie, gia' irregolarmente aggiudicato ad una ditta di fatto gestita da un pluripregiudicato in contiguita' con la delinquenza locale.
Anomalie sono, inoltre, state riscontrate nell'appalto per l'allestimento dei seggi elettorali, affidato ad una ditta collegata ad un consigliere su cui sono stati forniti elementi indiziari di collegamento alle locali consorterie malavitose, ed in quello per i lavori di riqualificazione di una piazza, in relazione al quale sono state adottate varianti al progetto principale che hanno comportato modifiche sostanziali, non motivate da esigenze sopravvenute od imprevedibili, con la stipula di atti aggiuntivi e quindi notevoli maggiori spese.
Altre illegittimita' poste in essere dall'amministrazione sono emerse nell'affidamento del servizio di pulizia degli immobili comunali; illegittimita' che hanno caratterizzato la scelta della ditta affidataria (e' stata infatti esclusa arbitrariamente quella che aveva prodotto l'offerta piu' vantaggiosa e non e' stata preventivamente acquisita la certificazione antimafia prevista dall'art. 4 del decreto legislativo 8 agosto 1994, n. 490, dalla quale sarebbero emersi elementi di collegamento del fratello della titolare della ditta aggiudicataria con danni gravitanti nel napoletano), e le modalita' di controllo sull'operato della ditta, del tutto inconsistenti, viste le segnalazioni inascoltate, e quindi non sanzionate, di gravi disservizi.
Emblematica dell'atteggiamento di consapevole inerzia dell'amministrazione locale nella gestione dei propri beni, funzionale agli interessi illeciti della malavita locale, e' risultata l'acquiescenza alla gestione di fatto del campo sportivo comunale da parte del marito di una dipendente della ditta incaricata delle pulizie, con la complicita' dell'addetto alla sorveglianza, entrambi gravati da pregiudizi penali.
Anche la carenza di dovuti controlli sulla regolarita' dell'espletamento del servizio di raccolta e trasporto dei rifiuti solidi urbani e' ricollegabile al condizionamento dell'amministrazione. E' emerso, in particolare, nei confronti della ditta aggiudicataria del servizio, ritenuta contigua agli ambienti della criminalita' organizzata. che in piu' occasioni il comune ha assunto decisioni favorevoli ad appannaggio degli interessi della ditta medesima, nonostante i ripetuti inadempimenti pure rilevati da un sottufficiale dei vigili urbani, per il quale. invece, il comune ha posto in essere comportamenti delegittimanti, quali l'assegnazione ad altro incarico successivamente a tali accertamenti. Infatti, l'ente non ha proceduto alla risoluzione del contratto pur ricorrendo le condizioni previste dal capitolato per la rescissione, avendo le penali applicate superato il 6% dell'importo contrattuale annuo. E' stato, inoltre, sottolineato come la ditta attualmente aggiudicataria sia subentrata ad un'impresa il cui proprietario risulta coinvolto in procedimenti giudiziari instaurati a carico di un noto gruppo camorristico, a conferma delle infiltrazioni da parte della criminalita' organizzata nella gestione dell'affare "nettezza urbana".
Da un'altra vicenda e' emerso che le scelte operate dall'amministrazione comunale sono state finalizzate ad assecondare gli interessi di una societa' amministrata dalla moglie di un imprenditore indiziato di reati di mafia. L'amministrazione ha infatti disposto l'utilizzazione, dietro pagamento di corrispettivo, di un'area di proprieta' della predetta, sottoposta a sequestro penale, rendendo in tal modo remunerativo un bene sottratto alla disponibilita' del titolare.
Sono state riscontrate anche illegittimita' in ordine alle procedure di affidamento a trattativa privata dei servizi di vigilanza ad un istituto i cui amministratori ricoprono cariche sociali anche in societa' per le quali sono emerse situazioni di rilievo ai sensi dell'art. 4 del decreto legislativo 8 agosto 1994, n. 490.
Ulteriori e qualificanti elementi indiziari di condizionamento dell'azione amministrativa si evincono in ordine alla vicenda dell'occupazione abusiva di alloggi comunali. Infatti, l'ente ha consentito a soggetti ritenuti vicini ai locali sodalizi della criminalita' organizzata di occupare abusivamente immobili comunali, ritardando od omettendo di completare le procedure per l'esecuzione delle ordinanze di sgombero.
Nel settore dell'edilizia privata, sono state rilevate numerose irregolarita' nel rilascio di concessioni edilizie in favore di persone o congiunte o ritenute vicine ad organizzazioni camorristiche locali. In particolare una delle suddette procedure e' risultata carente nell'istruttoria per quanto attiene al raffronto sia delle superfici che dei volumi del fabbricato preesistente con quelle dei realizzandi fabbricati, per cui si desume una assentita maggiore superficie ed un maggior volume rispetto a quelli previsti dalle norme tecniche di attuazione del piano regolatore generale.
Anche l'incarico di collaborazione esterna ad alto contenuto professionale, di supporto all'ufficio tecnico comunale, per la redazione del piano di insediamenti produttivi, e' stato conferito, in contrasto con il decreto legislativo 17 marzo 1995, n. 157, con la legge 11 febbraio 1994, n. 109, e con il regolamento di attuazione approvato con decreto del Presidente della Repubblica 21 dicembre 1999, n. 554, a professionista ritenuto prestanome di una cosca.
La penetrazione dell'attivita' criminosa nell'ente ha favorito il consolidamento di un sistema di connivenze e collusioni che, di fatto, priva la comunita' delle fondamentali garanzie democratiche.
La situazione di grave condizionamento e di evidente degrado emersa nel comune di Frattamaggiore, la palese inosservanza del principio di legalita' nella gestione dell'ente e l'uso distorto della cosa pubblica, utilizzata per il perseguimento di fini contrari al pubblico interesse, hanno minato ogni principio di salvaguardia della sicurezza pubblica ed hanno compromesso le legittime aspettative della popolazione ad essere garantita nella fruizione dei diritti fondamentali, ingenerando sfiducia nella legge e nelle istituzioni da parte dei cittadini.
Si e' registrato, inoltre, un significativo rallentamento dell'attivita' gestionale nel settore dei lavori. forniture e servizi pubblici, con un decremento dello stato di realizzazione dei programmi previsti e confrontati tra il piano di competenza dell'anno 2000 e quello dell'anno 2001, che non trova valida giustificazione nell'insufficienza del personale che risulta, invece, adeguato alla struttura ed alla realta' dimensionale dell'ente.
Poiche' l'ente non e' in dissesto, ne' strutturalmente deficitario, appare plausibile che la stasi amministrativa sia riconducibile sia alle vicende giudiziarie che hanno coinvolto il sindaco ed il padre sia alla presenza della commissione d'accesso.
Anche le elargizioni di sovvenzioni, contributi e sussidi sono state disposte in dispregio della normativa regolamentare dell'ente, sia per cio' che concerne l'individuazione e la scelta dei criteri, svincolati da qualsiasi valutazione tecnica, che per le modalita' di attribuzione dei suddetti emolumenti. Fra i beneficiari figura anche la polisportiva comunale nella quale opera come custode un pluripregiudicato contiguo alla criminalita' organizzata.
E' emersa, altresi', l'assenza di qualsivoglia attivita' di controllo e verifica da parte dei competenti uffici comunali in ordine al rilascio di autorizzazioni commerciali; infatti l'ufficio preposto alla vigilanza sul rispetto delle disposizioni inerenti ai requisiti necessari per l'accesso alle attivita' commerciali non ha operato alcuna verifica sulle comunicazioni di apertura, trasferimento di sede ed ampliamento di tali attivita'.
Analogamente sono carenti forme di controllo e di contrasto all'abusivismo edilizio, la verifica sulla conformita' dei lavori eseguiti rispetto a quelli consentiti, nonche' le procedure propedeutiche al rilascio delle concessioni edilizie. Risulta, infatti, che i casi di costruzioni abusive accertati sono estremamente esigui, al contrario delle denunce d'inizio attivita', che sono state numerose e sulla cui legittimita' viene sistematicamente omessa la verifica d'ufficio. Il riscontrato ricorso eccessivo alle dichiarazioni di inizio attivita' denota, altresi', un atteggiamento elusivo delle norme urbanistiche edilizie che finisce per procurare danno all'erario.
Rivelatrice delle anomale modalita' di gestione della cosa pubblica e' la circostanza che gli incarichi per l'attivita' progettuale, sia pubblica che privata, risultano conferiti quasi sempre a professionisti per la maggior parte dei casi gia' gravitanti nella sfera d'influenza dell'ex sindaco.
La penetrazione dell'attivita' criminosa nell'ente ha favorito il consolidamento di un sistema di connivenze e collusioni che di fatto priva la comunita' delle fondamentali garanzie democratiche e pone, indirettamente, in pericolo lo stato generale della sicurezza pubblica.
Il delineato clima di grave condizionamento e degrado in cui versa il comune di San Paolo Belsito, la cui capacita' di determinazione risulta compromessa per le influenze delle locali organizzazioni criminali, l'inosservanza del principio di legalita' nella gestione dell'ente e l'uso distorto delle pubbliche funzioni, hanno compromesso le legittime aspettative della popolazione ad essere garantita nella fruizione dei diritti fondamentali, minando la fiducia dei cittadini nella legge e nelle istituzioni.
La descritta condizione di assoggettamento esige un intervento risolutore da parte dello Stato, mirato a rimuovere i legami tra esponenti dell'ente locale e la criminalita' organizzata, a tutela dell'ordine e della sicurezza pubblica.
Per le suesposte considerazioni si ritiene necessario provvedere, con urgenza, ad eliminare ogni ulteriore motivo di deterioramento e di inquinamento della vita amministrativa e democratica dell'ente, mediante provvedimenti incisivi.
Il prefetto di Napoli, con relazione dell'11 marzo 2002, e successiva integrazione del 9 ottobre 2002, che si intendono integralmente richiamate, ha dato avvio alla procedura di scioglimento del consiglio comunale ai sensi dell'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267.
La valutazione della situazione in concreto riscontrata, in relazione alla presenza ed all'estensione dell'influenza criminale, rende necessario che la durata della gestione commissariale sia determinata in diciotto mesi.
Ritenuto, per quanto esposto, che ricorrano le condizioni indicate nell'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, per lo scioglimento del Consiglio comunale di San Paolo Belsito (Napoli), si formula rituale proposta per l'adozione della misura di rigore.
Roma, 30 ottobre 2002
Il Ministro: Pisanu
 
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