Gazzetta n. 48 del 26 febbraio 2002 (vai al sommario) |
PRESIDENZA DELLA REPUBBLICA |
DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 8 febbraio 2002 |
Scioglimento del consiglio comunale di Santa Maria La Carita' e nomina della commissione straordinaria. |
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IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
Considerato che il consiglio comunale di Santa Maria La Carita' (Napoli), rinnovato nelle consultazioni elettorali del 16 aprile 2000, presenta collegamenti diretti ed indiretti tra parte dei componenti del civico consesso e la criminalita' organizzata, rilevati dai competenti organi investigativi; Constatato che tali collegamenti con la criminalita' organizzata espongono gli amministratori stessi a pressanti condizionamenti, compromettendo la libera determinazione dell'organo elettivo ed il buon andamento dell'amministrazione comunale di Santa Maria La Carita'; Rilevato, altresi', che la permeabilita' dell'ente ai condizionamenti esterni della criminalita' organizzata arreca grave pregiudizio allo stato della sicurezza pubblica e determina lo svilimento delle istituzioni e la perdita di prestigio e di credibilita' degli organi istituzionali; Ritenuto che, al fine di rimuovere la causa del grave inquinamento e deterioramento dell'amministrazione comunale, si rende necessario far luogo allo scioglimento degli organi ordinari del comune di Santa Maria La Carita', per il ripristino dei principi democratici e di liberta' collettiva; Visto l'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267; Vista la proposta del Ministro dell'interno, la cui relazione e' allegata al presente decreto e ne costituisce parte integrante; Vista la deliberazione del Consiglio dei Ministri, adottata nella riunione del 7 febbraio 2002;
Decreta:
Art. 1. Il consiglio comunale di Santa Maria La Carita' (Napoli), e' sciolto per la durata di diciotto mesi. |
| Art. 2. La gestione del comune di Santa Maria La Carita' (Napoli) e' affidata alla commissione straordinaria composta da: dott.ssa Mariagabriella Pazzanese, viceprefetto aggiunto; dott.ssa Simonetta Calcaterra, viceprefetto aggiunto; dott.ssa Rosanna Trinchillo, direttore amministrativo contabile; |
| Art. 3. La commissione straordinaria per la gestione dell'ente esercita, fino all'insediamento degli organi ordinari a norma di legge, le attribuzioni spettanti al consiglio comunale, alla giunta ed al sindaco nonche' ogni altro potere ed incarico connesso alle medesime cariche. Dato a Roma, addi' 8 febbraio 2002
CIAMPI
Berlusconi, Presidente del Consiglio dei Ministri Scajola, Ministro dell'interno |
| Allegato
Al Presidente della Repubblica
Il consiglio comunale di Santa Maria La Carita' (Napoli), rinnovato nelle consultazioni amministrative del 16 aprile 2000, presenta forme di condizionamento da parte della criminalita' organizzata che compromettono la libera determinazione e l'imparzialita' degli organi elettivi, il buon andamento dell'amministrazione ed il funzionamento dei servizi. Invero, a seguito di rilevate interferenze nella vita amministrativa dell'ente da parte della criminalita' organizzata, massicciamente presente nell'area dei comuni vesuviani, alla quale e' contiguo il territorio del comune di Santa Maria La Carita', il prefetto di Napoli ha disposto l'accesso presso la suddetta amministrazione, ai sensi dell'art. 1, quarto comma, del decreto-legge 6 settembre 1982, n. 629, convertito, con modificazioni, dalla legge 12 ottobre 1982, n. 726, e successive modificazioni e integrazioni. Gli accertamenti svolti tanto dalle competenti autorita' investigative quanto dalla commissione d'accesso avvalorano la sussistenza di fattori di inquinamento dell'azione amministrativa dell'ente locale, a causa dell'influenza della criminalita' organizzata fortemente radicata sul territorio che, da tempo, attraverso persone di propria fiducia, si e' inserita nella gestione del comune. Risultanze investigative, cui sono pervenute recentemente le competenti autorita' giudiziarie, suffragano la sussistenza di una condizione di contiguita' tra alcuni amministratori, gia' presenti nelle precedenti gestioni, e gli ambienti della locale consorteria. I due candidati alla carica di sindaco cui facevano capo le uniche due liste presentatesi alle ultime consultazioni elettorali, risultano, infatti, aver ricoperto piu' volte in passato cariche amministrative ed essere gia' stati oggetto di indagini giudiziarie, che hanno messo in rilievo un'amministrazione dell'ente con metodi e procedure finalizzati prioritariamente alla tutela di interessi personali e di personaggi a vario titolo orbitanti intorno alle consorterie malavitose, a discapito degli interessi pubblici. Uno dei due candidati, eletto consigliere comunale alle ultime elezioni amministrative, e' stato recentemente raggiunto da ordinanza di custodia cautelare in quanto ritenuto responsabile a vario titolo di associazione per delinquere di tipo mafioso finalizzata al voto di scambio, per aver promesso di operare in seno all'ente a vantaggio di imprese legate all'organizzazione criminale in cambio dell'appoggio elettorale. Dalle medesime indagini e' emerso, altresi', come anche l'altro candidato abbia ottenuto sostegno elettorale da un personaggio di spicco del locale clan camorristico, recentemente raggiunto da ordinanza di custodia cautelare per associazione a delinquere di stampo mafioso. I predetti provvedimenti giudiziari hanno pertanto dimostrato quanto la criminalita' organizzata fosse particolarmente interessata all'esito elettorale per conseguire il controllo e il condizionamento della vita amministrativa dell'ente e come di fatto li avesse determinati. Nel consiglio comunale in carica figurano tra l'altro anche parenti del predetto noto ed influente esponente del clan locale. Come ampiamente esposto nella relazione conclusiva dell'accesso, cui si rinvia integralmente, i settori in cui e' emerso segnatamente l'utilizzo della pubblica amministrazione per personali tornaconti affaristici sono quelli dell'edilizia e degli appalti pubblici. I condizionamenti operati dalla criminalita' organizzata nel settore edilizio resi ancora piu' gravi dai vincoli ambientali cui e' sottoposto l'intero territorio comunale di Santa Maria La Carita', emergono, in particolare, dall'accertata omissione dell'attivita' di repressione degli abusi edilizi. In particolare, risulta che gli edifici abusivi, la cui titolarita' e' riconducibile al menzionato esponente mafioso, non siano mai stati demoliti ne' acquisiti al patrimonio comunale pur in presenza dei presupposti giuridici. Analoga inerzia ha caratterizzato l'atteggiamento dell'ente nei confronti di manufatti per i quali anche il TAR Campania aveva respinto la domanda di sospensiva di efficacia dei dinieghi di concessione di sanatoria. Omissioni e ritardi da parte dell'amministrazione avrebbero pertanto in piu' di un occasione consentito all'esponente mafioso di mantenere la disponibilita' del manufatto realizzato in difformita' dalla normativa vigente e di provvedere perfino alla sua ultimazione. Altre vicende, ampiamente esposte nella relazione commissariale, oltre a quelle attinenti al settore edilizio, evidenziano un'accentuata propensione dell'amministrazione comunale a deviazioni dal sistema di legalita', che la rende particolarmente vulnerabile alle pressioni esercitate dall'esterno. Nel riscontrare una sostanziale paralisi dell'azione amministrativa dell'ente, la commissione d'accesso ha infatti evidenziato che le recenti indagini investigative hanno dimostrato come l'accaparramento degli appalti pubblici da parte dell'organizzazione criminale locale costituisse, in prospettiva, il corrispettivo dell'appoggio elettorale assicurato alle ultime consultazioni. Un chiaro segno dell'incapacita' del consesso decidere autonomamente in quanto ingessato dalle pretese e dagli interessi della criminalita', e' connesso alla mancata definizione delle procedure relative alla realizzazione dei piani di insediamenti industriali e di altre importanti opere pubbliche, per i quali l'ente attendeva cospicui finanziamenti. Nel primo sommario elenco di ditte interessate alle assegnazioni dei lotti industriali, stilato dall'amministrazione comunale, figurano infatti imprese intestate ad amministratori, dipendenti, malavitosi e loro parenti. Nonostante l'esigua attivita' amministrativa, la commissione ha rilevato procedure disinvolte in materia di aggiudicazione di pubbliche forniture e servizi pubblici, evidenziando che la gestione non e' stata quasi mai ispirata a principi di tempestivita', correttezza e trasparenza delle scelte al fine di garantire la libera ed efficace concorrenzialita' tra gli operatori per il bene pubblico. Emblematici di tale atteggiamento sono la proroga del servizio di raccolta e trasporto dei rifiuti solidi urbani ed il rinnovo tacito dell'appalto del servizio di trasporti funebri, in contrasto con la vigente normativa in materia di attivita' negoziale della pubblica amministrazione. L'amministratore della ditta affidataria di quest'ultimo servizio, risulta, fra l'altro, legato da vincoli di parentela a persone rinviate a giudizio perche' imputate del reato di cui all'art. 416-bis del codice penale. Un ulteriore segnale della soggezione dell'apparato politico e gestionale a scelte rispondenti ad interessi estranei a quelli dell'ente e' dato dal rilascio di autorizzazioni per l'esercizio di rimessa per veicoli e per attivita' di commercio, in assenza delle necessarie verifiche istruttorie, in favore di pluripregiudicati contigui alla criminalita' organizzata. La penetrazione dell'attivita' criminosa nell'ente ha favorito il consolidamento di un sistema di connivenze e collusioni che di fatto priva la comunita' delle fondamentali garanzie democratiche e pone, indirettamente, in pericolo lo stato generale della sicurezza pubblica. Il delineato clima di grave condizionamento e degrado in cui versa il comune di Santa Maria La Carita', la cui capacita' di determinazione risulta compromessa per le influenze delle locali organizzazioni criminali, l'inosservanza del principio di legalita' nella gestione dell'ente e l'uso distorto delle pubbliche funzioni, hanno compromesso le legittime aspettative della popolazione ad essere garantita nella fruizione dei diritti fondamentali, minando la fiducia dei cittadini nella legge e nelle istituzioni. La descritta condizione di assoggettamento esige un intervento risolutore da parte dello Stato, mirato a rimuovere i legami tra esponenti dell'ente locale e la criminalita' organizzata, a tutela dell'ordine e della sicurezza pubblica. Per le suesposte considerazioni si ritiene necessario provvedere, con urgenza, ad eliminare ogni ulteriore motivo di deterioramento e di inquinamento della vita amministrativa e democratica dell'ente, mediante provvedimenti incisivi. Il prefetto di Napoli, con relazione del 14 dicembre 2001, che si intende integralmente richiamata, ha dato avvio alla procedura di scioglimento del consiglio comunale ai sensi dell'art. 143 del decreto legislativo n. 267 del 18 agosto 2000. La valutazione della situazione in concreto riscontrata, in relazione alla presenza ed all'estensione dell'influenza criminale, rende necessario che la durata della gestione commissariale sia determinata in diciotto mesi. Ritenuto, per quanto esposto, che ricorrano le condizioni indicate nell'art. 143 del decreto legislativo l8 agosto 2000, n. 267, per lo scioglimento del consiglio comunale di Santa Maria La Carita' (Napoli), si formula rituale proposta per l'adozione della misura di rigore. Roma, 31 gennaio 2002 Il Ministro dell'interno: Scajola |
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