| Gazzetta n. 276 del 27 novembre 2001 (vai al sommario) |  
| CONFERENZA PERMANENTE PER I RAPPORTI TRA LO STATO LE REGIONI E LE PROVINCE AUTONOME DI TRENTO E BOLZANO |  
| ACCORDO 27 settembre 2001 |  
| Accordo  tra  il  Ministro  della  salute, le regioni e le province autonome  sul  documento concernente: "Linee-guida per la tutela e la promozione della salute negli ambienti confinati". |  
  |  
 |  
                CONFERENZA PERMANENTE PER I RAPPORTI                       TRA LO STATO LE REGIONI             E LE PROVINCE AUTONOME DI TRENTO E BOLZANO
     Visto  l'art.  2,  comma 2, lettera h), del decreto legislativo 28 agosto  1997,  n.  281,  che affida a questa Conferenza il compito di promuovere e sancire accordi, secondo quanto previsto dall'art. 4 del medesimo decreto legislativo;   Visto  l'art.  4,  comma  1, del predetto decreto legislativo, nel quale  si  prevede  che,  in  questa  Conferenza,  Governo, Regioni e Province   autonome,   in   attuazione   del   principio   di   leale collaborazione,  possano  concludere  accordi  al  fine di coordinare l'esercizio  delle  rispettive  competenze  e  svolgere  attivita' di interesse comune;   Visto il decreto ministeriale 8 aprile 1998, con il quale e' stata istituita  presso  il  Dipartimento  della  prevenzione del Ministero della  salute  la "Commissione tecnico-scientifica per l'elaborazione di proposte d'intervento in materia di inquinamento indoor";   Visto  lo  schema di decreto in oggetto che e' stato trasmesso dal Ministro della sanita' il 21 maggio 2001;   Considerato   che   il   19  settembre  2001  in  sede  tecnica  i rappresentanti delle Regioni hanno consegnato un documento contenente alcune  proposte  di  modifica  al  testo  del  decreto  in  oggetto, condivise  a  livello  tecnico dai rappresentanti del Ministero della salute;   Considerato  che  con nota del 25 settembre 2001 il Ministro della salute  ha ritrasmesso il testo del decreto nella stesura definitiva, con le modifiche concordate in sede tecnica;   Acquisito  l'assenso  del Governo e dei Presidenti delle Regioni e Province  Autonome,  espresso  ai  sensi  dell'art.  4,  comma 2, del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281;
                                SANCISCE
     il seguente accordo tra il Ministro della sanita', le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano, nei termini sottoindicati:   Ritenuto   che  la  citata  "Commissione  tecnico-scientifica  per l'elaborazione  di  proposte  d'intervento in materia di inquinamento indoor", ai fini di una piu' agevole comprensione delle problematiche sanitarie  evidenziate  dal  rapporto  "indoor"  e  per  rendere piu' operativi gli indirizzi strategici per la prevenzione, ha ritenuto di predisporre  le  "Linee-guida  per  la  tutela  e la promozione della salute negli ambienti confinati";   Ritenuto   che   la  principale  finalita'  delle  Linee-guida  e' essenzialmente  quella di promuovere ed implementare le iniziative di promozione   della  salute  e  di  prevenzione  dei  rischi  presenti nell'ambiente  "indoor",  nella  programmazione  sanitaria nazionale, regionale,  locale, seguendo il principio di sussidiarieta' e creando un'occasione di dialogo, di concertazione e coordinamento tra diversi livelli organizzativi istituzionali;
          Il Ministro della salute, i Presidenti delle Regioni                      e delle province autonome                  di Trento e di Bolzano convengono
  sul  documento  di  "Linee-guida  per la tutela e la promozione della salute  negli  ambienti confinati" che, allegato al presente atto, ne costituisce parte integrante.
  Roma, 27 settembre 2001                                              Il Presidente:                                                 LA LOGGIA     Il Segretario:       LA FALCE  |  
|   |                         MINISTERO DELLA SALUTE                DIREZIONE GENERALE DELLA PREVENZIONE                             Linee Guida             PER LA TUTELA E LA PROMOZIONE DELLA SALUTE                      NEGLI AMBIENTI CONFINATI
  Presentazione
     Con  decreto ministeriale 8 aprile 1998, e' stata istituita presso l'ex  Dipartimento  della  Prevenzione  del Ministero della Salute la "Commissione  indoor",  con  il compito di fornire linee di indirizzo tecnico  volte  a promuovere lo sviluppo di iniziative di prevenzione primaria  e  secondaria  in  materia  di  inquinamento degli ambienti confinati  e  per  l'approfondimento  delle  conoscenze  sulle  cause d'inquinamento e del relativo impatto sulla salute.   La predetta Commissione, composta da ingegneri, architetti, medici del  lavoro,  igienisti, allergologi, broncopneumologi, epidemiologi, fisici  e  chimici ed esperti dell'ISS e dell'ISPESL, dopo un anno di attivita'  ha  messo  a punto un rapporto concernente: La tutela e la promozione  della salute negli ambienti confinati, in merito al quale e'  stato  acquisito  il parere favorevole del Consiglio Superiore di Sanita'.   Il rapporto fornisce informazioni, fondamentali per la valutazione e  gestione, in termini di sanita' pubblica, dei rischi per la salute connessi  all'inquinamento  dell'aria  indoor  (IAQ)  ed  indicazioni tecniche  per  orientare le azioni di prevenzione e controllo di tali rischi.   Le  seguenti  "Linee  guida"  illustrano  in  chiave  sintetica le principali problematiche sanitarie evidenziate nel rapporto elaborato dalla   Commissione   e   forniscono   indicazioni  generali  per  la realizzazione  di  un  programma  nazionale  per  la prevenzione e la promozione della salute negli ambienti confinati.   Anche  se  alcuni  obiettivi  strategici  risultano  di non facile realizzazione,    la    principale   finalita'   del   documento   e' essenzialmente  quella di promuovere ed implementare le iniziative di promozione  della  salute e di prevenzione dei rischi "indoor", nella programmazione  sanitaria  nazionale, regionale e locale, seguendo il principio  di  sussidiarieta' e di cooperazione tra Stato, Regioni ed Enti  locali  e  creando  un'occasione di dialogo, di concertazione e coordinamento tra i diversi livelli organizzativi istituzionali.   Con  Linee  guida per la tutela e la promozione della salute negli ambienti  confinati  si  e'  inteso  indicare  la  metodologia  e gli strumenti  principali  per raggiungere alcuni importanti obiettivi di salute dell'U.E. dell'OMS (HFA) e del Piano Sanitario Nazionale (vedi tabella 3). A tal fine il documento e' teso a:
  - fornire  una rassegna delle condizioni che determinano la relazione  esposizione  indoor/effetti  sanitari  e  un'analisi dei principali  fattori di rischio; - evidenziare  le  situazioni  che possono determinare un equilibrato  miglioramento   della   relazione  esposizione/effetti  e  come  le  situazioni o i fattori nocivi possano essere modificati; - fornire  una serie di indicazioni tecniche e linee di intervento da  mettere  in  atto  nel  settore  degli ambienti confinati per porre  rimedio (ove possibile) ai rischi per la salute documentati.
  Struttura del documento
  Il documento consta di tre parti:
     Parte   I:   "Relazione  introduttiva",  che  fornisce  un  quadro conoscitivo dello stato dell'IAQ ed un'analisi dei principali fattori che   contribuiscono   ad  essa,  evidenziando  le  aree  prioritarie d'intervento  e  gli  obiettivi  verso  cui  indirizzare le azioni di prevenzione o riduzione dei rischi sanitari;   Parte II: "Programma di Prevenzione indoor", che fornisce le linee di   indirizzo   tecnico  indispensabili  alla  realizzazione  di  un Programma   Nazionale  di  Prevenzione  negli  ambienti  indoor,  che concerti  in  modo  organico  le  iniziative  di  prevenzione  con il necessario coordinamento di altre competenze istituzionali:   Parte  III: "Linee strategiche per la messa in opera del programma di prevenzione indoor", che analizza gli strumenti disponibili per la gestione  dei rischi correlati agli ambienti confinati e le strategie che   devono   essere   promosse  ai  diversi  livelli  (governativo, regionale,  locale) per la realizzazione del Programma di Prevenzione indoor".   Occorre sottolineare che alcuni aspetti prioritari, trattati nella II  Parte  del  documento,  sono  stati  approfonditi e sviluppati in maniera   piu'   puntuale  da  gruppi  di  lavoro  ad  hoc,  operanti nell'ambito della stessa "Commissione indoor", in particolare sono in fase   avanzata  di  elaborazione  i  documenti  tecnici  di  seguito indicati:
  1) "Guida per la qualita' dell'aria nelle abitazioni"; 2) Linee guida per l'individuazione dei requisiti impiantistici nelle   zone  fumatori  e per la definizione di protocolli tecnici per gli   interventi   di   manutenzione   predittiva   sugli   impianti  di   climatizzazione; 3) "Il Piano Nazionale Radon"; 4) "Linee guida per il controllo delle emissioni di composti organici   volatili nei prodotti da costruzione"; 5) "Criteri   per   il   controllo   di  qualita'  dell'aria  indoor,   relativamente al rischio allergologico, negli ambienti domestici e   pubblici. Proposta di un programma specifico per le scuole".                               PARTE I                      "RELAZIONI INTRODUTTIVA" Premessa
     Il  Piano  sanitario nazionale 1999-2000 sottolinea che "qualsiasi contaminante  presente  nell'ecosistema interagisce con gli organismi viventi.  L'attivazione  del  processo  finalizzato al mantenimento e miglioramento  della  salute  non  puo'  pertanto  prescindere  dalla valutazione  dei  determinanti ambientali. In particolare la qualita' dell'aria,  dell'acqua  e  degli  alimenti  e  dell'ambiente  in toto riveste  un  ruolo  determinante.  La  qualita' dell'ambiente dipende sostanzialmente  dai  modelli  di  vita  e  di produzione dei beni in essere  sul  territorio;  essa quindi e' direttamente orientata dalle scelte di governo del sistema"   La  buona  qualita'  dell'aria e' un importante determinante della salute.  I miglioramenti della ricerca epidemiologica di quest'ultimo decennio,  e recenti studi piu' approfonditi hanno evidenziato che la salute  della  popolazione puo' essere danneggiata dall'esposizione a certi comuni inquinanti dell'aria, a livelli molto inferiori a quanto ritenuto fino a qualche anno fa. Dal momento che il raggiungimento di una  situazione  senza  rischi appare improbabile, l'obiettivo, della gestione  della  qualita'  dell'aria  dovrebbe mirare a minimizzare i rischi  per la salute. Cio' presuppone una caratterizzazione adeguata di tali rischi.   La  qualita'  dell'aria  indoor  rappresenta un importante tema di sanita'   pubblica.   Nei   paesi  industrializzati,  la  popolazione trascorre  la  maggior  parte  del  proprio  tempo  (fino  al 90%) in ambienti chiusi.   Il contesto internazionale   Nel  1977  la  30a  Assemblea  Mondiale della Sanita' stabili' che obiettivo   principale   dei  governi  e  dell'OMS,  deve  essere  il conseguimento,  da  parte di tutti i cittadini del mondo entro l'anno 2000,   di  un  livello  di  salute  che  renda  possibile  una  vita socialmente  ed  economicamente  produttiva" (Resolution World Health Assembly 30/43).   A  tale  scopo  l'Ufficio  Regionale  Europeo  dell'QMS  nel  1984 formulo'   un'organica   strategia   europea  per  il  raggiungimento dell'obiettivo  "salute" per tutta la popolazione entro l'anno 2000 e lo  slogan  che  esplicitava questa proposta era per l'appunto Health For  All  (HFA).  La strategia proposta dall'QMS si concretizza negli obiettivi  HEALTH  21, con i quali sono forniti ai governi europei le linee  guida  per  il  raggiungimento  dei  "Target" di salute per il prossimo  decennio  e  sono  individuate  alcune  aree prioritarie di intervento.  Alcuni  di  questi  "Target"  riguardano  lo sviluppo di azioni  specifiche  volte  alla  prevenzione  e alla promozione della salute negli ambienti confinati. Tra essi ricordiamo:
   Target 8    Riduzione delle     Per l'anno 2020 la morbosità, la            malattie non        disabilità e la mortalità prematura            trasmissibili       dovuta alle malattie croniche più                                importanti dovrebbe essere ridotta                                ai più bassi livelli ottenibili in                                tutta la Regione europea. Target 9    Riduzione delle     Entro l'anno 2020 vi dovrebbe            lesioni dovute a    essere un significativo e            violenza ed         sostenibile decremento delle            incidenti           lesioni, disabilità e morti dovute                                ad incidenti e violenze nella                                Regione. Target 10   Ambiente fisico     Per l'anno 2015, le genti della            sano e salubre      Regione europea dovrebbero vivere                                in un ambiente fisico più sicuro,                                con esposizione ai contaminati                                pericolosi per la salute a livelli                                non eccedenti gli standard                                concordati internazionalmente. Target 11   Adottare stili di   Per l'anno 2015 le genti della            vita più sani       Regione europea dovrebbero adottare                                stili di vita più sani. Target 13   Condizioni          Per l'anno 2015 le genti della            favorevoli alla     Regione europea dovrebbero avere la            salute              possibilità di vivere in un                                contesto fisico e sociale                                favorevole alla salute, a casa, a                                scuola, nel loro luogo di lavoro e                                nei luoghi pubblici.
     L'Italia  e' uno dei Paesi firmatari della Dichiarazione di Londra su  "Ambiente  e  Salute"  sottoscritta,  in  occasione  della  terza Conferenza    Interministeriale,    dai   Ministri   della   Sanita', dell'Ambiente  e  dei  Trasporti  dei  50 paesi della regione Europea della  Organizzazione  Mondiale della Sanita'. Con questo documento i governi  si  sono  impegnati  ad  assumere  tutte  le  iniziative per contrastare  gli  effetti  sulla  salute correlati alle esposizioni a inquinanti ambientali, ivi compresi gli inquinanti indoor. Sono stati considerati   di   particolare   interesse,   specie  per  la  salute dell'infanzia,  due aspetti connessi alla qualita' dell'aria interna; l'esposizione al fumo passivo, l'asma bronchiale e le allergie e sono state  individuate  le  seguenti azioni specifiche da intraprendere a livello nazionale:
     Fumo di sigarette
     1.  Avviare tutti gli sforzi necessari per assicurare una adeguata informazione  dei cittadini sulla dipendenza che il fumo di sigaretta produce  e  sui  suoi  effetti  nocivi.  Promuovere  tulle  le  forme possibili  di educazione sanitaria per i genitori, gli insegnanti, il personale sanitario.   2.  Proibire il fumo in tutti i luoghi pubblici e avviare tutte le misure perche' i divieti vengano rispettati.   3.  Proibire tutte le forme dirette e indirette di pubblicita' del fumo
     Asma bronchiale ed allergie
     1.  Aumentare  la  consapevolezza della popolazione sui fattori di rischio  dell'asma  bronchiale  e  sulle  loro conseguenze in sanita' pubblica.  Partecipare  allo  sforzo  internazionale  a  favore della ricerca sulle cause dell'aumento della malattia.   2.   Promuovere   gli  interventi  per  migliorare  le  condizioni abitative con particolare riguardo per gli standard di ventilazione e i livelli di umidita' interna.   3.  Sviluppare  linee  guida  sulla  qualita' delle abitazioni per minimizzare  i  rischi associati alla polvere domestica, alle forfore animali, all'umidita' e muffe, e ai prodotti di combustione interni.   4.  Creare  scuole libere da allergeni, bandire l'uso di moquettes nelle   strutture  scolastiche,  limitare  l'uso  di  agenti  chimici irritanti per la pulizia, proibire le attivita' di costruzione e/o di manutenzione  edilizia  quando  sono presenti bambini nella struttura scolastica.   Occorre  sottolineare  che l'Organizzazione Mondiale della Sanita' ha  evidenziato l'importanza e l'urgenza per ogni Paese di dotarsi di un  "Piano nazionale di prevenzione indoor" e, a tal fine, ha diffuso nel  1999  una  pubblicazione specificamente destinata alle strategie con  le  quali tale Piano deve essere sviluppato. L'OMS raccomanda ai singoli  governi di elaborare un "Piano nazionale per la creazione di un  ambiente  indoor  sostenibile"  in  cui  devono  essere  indicati interventi  sugli  edifici  esistenti  e  su  quelli  da  costruire e definite le strategie che ne consentano la realizzazione.
     Il contesto nazionale
     Per  quanto riguarda il contesto nazionale bisogna rilevare che la legge   833  del  1978,  di  riforma  sanitaria,  recependo  i  nuovi orientamenti   di   politica   sanitaria   internazionali   emergenti attribuisce  alla  prevenzione  delle malattie, alla promozione della salute,  alla salvaguardia della salubrita' dell'ambiente naturale di vita   e   di   lavoro,  ed  alla  lotta  all'inquinamento  un  ruolo fondamentale  nella  definizione  dei  programmi e degli obiettivi di salute per il Sistema Sanitario Nazionale.   In particolare, vengono previsti tra i compiti e le funzioni delle USL:   "la  promozione  e  la salvaguardia della salubrita' dell'ambiente naturale, l'igiene degli alimenti, l'identificazione e l'eliminazione delle cause degli inquinanti dell'atmosfera..."   "l'individuazione  l'accertamento  ed  il controllo dei fattori di nocivita',  e  di  deterioramento degli ambienti di vita e di lavoro, l'indicazione  delle  misure  idonee  all'eliminazione dei fattori di rischio...;   Il  D.Lvo  502/92,  modificato dal D.Lvo 517/93, che ha introdotto sostanziali   modifiche   sia  all'assetto  complessivo  del  sistema sanitario  pubblico  che  allo  specifico  settore della prevenzione, stabilisce che le regioni istituiscano un Dipartimento di Prevenzione presso  ogni  USL,  cui  sono  attribuite le funzioni gia' svolte dai servizi  delle USL, istituiti dagli articoli 16, 20, e 21 della Legge 833/78.   Il  Piano  sanitario  nazionale  (PSN), per il triennio 1998-2000, seguendo  i  target  e  gli  indicatori  sanitari  internazionali, ha sottolineato   con   particolare  enfasi  e  centralita'  l'approccio preventivo  e  affronta  le  principali  tematiche  sanitarie con una visione   multidisciplinare,   all'interno  della  quale  i  problemi inerenti  la  salute  e  l'ambiente  vengono visti congiuntamente. In particolare nel Piano l'orientamento preventivo e di promozione della salute  contraddistingue  l'obiettivo  I, "promuovere comportamenti e stili  di  vita  per  la  salute"  e  l'obiettivo III, "migliorare il contesto   ambientale",   ma   e'   implicitamente   espresso   anche nell'obiettivo   II,   "contrastare   le   principali   patologie"  e sottolineato  nell'obiettivo  IV,  "rafforzare la tutela dei soggetti deboli".   Per   quanto   concerne  il  Sistema  sanitario  nazionale  ed  in particolare   l'articolazione   dei   livelli  di  assistenza,  viene rimarcata   "l'esigenza   di  valorizzare  le  attivita'  svolte  dal Dipartimento  di Prevenzione (DP), in armonia con quanto previsto con il  D.Lvo 502/92 [...] e in coerenza con l'obiettivo di potenziare le attivita' di prevenzione [...].   Tutti  i  livelli  di  assistenza  sanitaria individuati dal Piano nell'area  sanitaria  collettiva  in  ambiente di vita e di lavoro si configurano  propriamente  tra  le attivita' preventive garantite dai Dipartimenti.   Con  il  D.Lvo  n.  229  del  19 giugno 1999, di riordino del SSN, vengono   ulteriormente   evidenziate   le  relazioni  tra  politiche ambientali, della sicurezza nei luoghi di vita e di lavoro ed il loro impatto  sulla  salute,  a cui le diverse amministrazioni interessate devono  congiuntamente  dare  risposte.  Inoltre  il  D.Lvo 229/99 ha ulteriormente   precisato  le  caratteristiche  del  Dipartimento  di Prevenzione,  previsto  dal D.Lvo 502/92, ridefinendone le funzioni e l'organizzazione.  Il  DP  viene  definito  come "struttura operativa dell'unita'  sanitaria  locale  che garantisce la tutela della salute collettiva,   perseguendo   obiettivi  di  promozione  della  salute, prevenzione  delle  malattie e delle disabilita', miglioramento della qualita'  della  vita".  Il decreto ne specifica le funzioni (in base alla    definizione    dei   livelli   essenziali   di   assistenza), l'organizzazione (chiarendo che opera nell'ambito del Piano attuativo locale,  ha  autonomia organizzativa e contabile ed e' organizzato in centri di costo e di responsabilita'"), il coordinamento interno (con altri servizi e dipartimenti aziendali ) ed esterno con altri enti ed istituti  (Agenzie regionali per l'ambiente, Istituti zooprofilattici sperimentali,  posti  di ispezione frontaliera e Uffici veterinari di confine, ispettori del lavoro ed INAIL).   Al  Dipartimento  sono  attribuiti  anche  compiti  relativi  alla individuazione  e rimozione delle cause di nocivita' e di malattie di origine  ambientale, per i quali si avvalgono delle agenzie regionali e  provinciali  per  la  protezione  dell'ambiente, stabilendo che le funzioni   di  prevenzione  collettiva  e  di  controllo  ambientale, esercitate dal DP e dall'ARPA, debbono prevedere azioni coordinate ed integrate.
     1 - La qualita' dell'aria indoor (IAQ)
     L'espressione   "ambiente   indoor"   e'  riferita  agli  ambienti confinati di vita e di lavoro non industriali (per quelli industriali vige  una  specifica  normativa  restrittiva),  ed  in particolare, a quelli  adibiti  a  dimora, svago, lavoro e trasporto. Secondo questo criterio,  il termine "ambiente indoor" comprende: le abitazioni, gli uffici  pubblici  e  privati,  le  strutture  comunitarie  (ospedali, scuole,  caserme,  alberghi,  banche,  etc.),  i  locali destinati ad attivita'  ricreative  e/o  sociali (cinema, bar, ristoranti, negozi, strutture sportive, etc.) ed infine i mezzi di trasporto pubblici e/o privati (auto, treno, aereo, nave, etc.).   Nelle  societa'  moderne, la popolazione trascorre una parte molto rilevante  del  proprio  tempo  negli ambienti confinati. Nell'ambito dell'indagine  nazionale  sul  radon  nelle  abitazioni, condotta nel 1989-1994 in un campione di circa 5000 abitazioni di tutte le regioni italiane,  si  e' rilevato che la popolazione italiana trascorre, nel suo complesso, circa il 60% del tempo in casa (66% le donne e 54% gli uomini).   In  questi  ultimi decenni sono stati condotti studi piu' puntuali della qualita' dell'aria indoor (IAQ) documentando profondi mutamenti quali-quantitativi  della  stessa,  con  un  progressivo  aumento  in assoluto delle sostanze inquinanti.   In  Italia,  a  seguito  della  crisi  delle  risorse  energetiche mondiali,  si  sono imposti nuovi criteri tecnico-progettuali per gli edifici  ad  uso  civile. La necessita' di contenere i consumi per il riscaldamento e per la ventilazione ha imposto un migliore isolamento degli  edifici,  con  conseguente  spinta  a  sigillare  gli ambienti interni  ed  a  sostituire  le  modalita'  naturali  di  aerazione ed illuminazione  con mezzi artificiali. Alle trasformazioni strutturali degli  edifici  si sono accompagnate modifiche rilevanti degli arredi (nuovi materiali per mobili, rivestimenti, ecc.) e degli strumenti di lavoro   (crescente   impiego   di   fotocopiatrici,  videoterminali, stampanti,   ecc.).   Infine,   tra   le  piu'  importanti  cause  di inquinamento  indoor  c'e'  sicuramente  il  fumo  di sigaretta ed il radon.
     2 - Relazione inquinamento indoor - outdoor
     Per  una  valutazione  corretta  dell'esposizione  personale  agli inquinanti    dell'aria    e'    necessaria    la   caratterizzazione dell'esposizione  personale  complessiva  ad agenti aerodispersi, che tenga  conto  sia  dell'esposizione negli ambienti confinati (indoor) che dell'esposizione che si verifica all'esterno (outdoor).   Alcuni  inquinanti  indoor  possono  provenire dall'esterno e sono legati all'inquinamento atmosferico, ma la maggior parte di essi sono prodotti all'interno degli edifici stessi.   Dei  numerosi inquinanti considerati dalle leggi vigenti, soltanto l'ozono   ed   il   biossido   di  zolfo  sono  prevalenti  nell'aria atmosferica.   I   livelli  di  concentrazione  che  gli  inquinanti  raggiungono all'interno  degli  edifici  generalmente  sono  uguali o superiori a quelli  dell'aria  esterna  e  soprattutto le esposizioni indoor sono maggiori  di  quelle  outdoor, principalmente perche' la quantita' di tempo  trascorso  dalle persone all'interno degli edifici, rispetto a quello trascorso all'esterno, e' di un ordine di grandezza maggiore.   Uno  studio,  condotto  dall'IEMB  (Indoor  Environment Management Branch)   dell'EPA   (1998)   ha   inteso   determinare  il  rapporto indoor/outdoor  (I/O)  tra  le  concentrazioni  e  tra le esposizioni relativamente  a  diversi inquinanti dell'aria. L'analisi dei dati ha supportato  l'ipotesi  che  l'esposizione  indoor  alla maggior parte degli  inquinanti  considerati supera notevolmente quella outdoor; le concentrazioni  indoor  riscontrate  sono generalmente da 1 a 5 volte maggiori  e  l'esposizione  indoor  e'  da  10  a  50 volte superiore all'esposizione outdoor.
     3 - Definizione del problema
     L'inquinamento  dell'aria  degli ambienti confinati rappresenta un problema  importante per la sanita' pubblica, con grandi implicazioni sociali  ed  economiche per molteplici motivi. In primo luogo, per la prolungata  permanenza  della  popolazione  negli ambienti intenti di varia  natura  (casa,  lavoro, svago, mezzo di trasporto), in secondo luogo  perche'  il rischio espositivo non e' limitato a categorie ben definite   (come  per  il  rischio  esclusivamente  professionale  od occupazionale),  ma,  oltre  ad  interessare  una  parte estesa della popolazione,  risulta  di particolare gravita' per alcuni gruppi piu' suscettibili  quali  bambini,  anziani  e  persone  gia'  affette  da patologie    croniche   (malattie   cardiache,   respiratorie,   asma bronchiale,  allergie)  che  trascorrono  negli  ambienti  chiusi una percentuale di tempo particolarmente elevata, inoltre, molte malattie croniche  sono correlate a diversi aspetti dell'IAQ, per cui il danno economico e sociale attribuibile all'inquinamento indoor in Italia e' verosimilmente rilevante.   La  presenza  di  numerosi  inquinanti,  in  primo  luogo  il fumo passivo,  e  il  clima  caldo-umido  delle  abitazioni  (favorente la crescita  degli  acari  e  di  funghi nella polvere domestica), hanno sicuramente contribuito all'aumento dell'incidenza e della prevalenza di  patologie  respiratorie  croniche, come l'asma, ed all'incremento della loro evoluzione verso forme persistenti, gravi ed invalidanti.   Gli studi scientifici di questi ultimi decenni hanno messo in luce che  alcuni  inquinanti  sono  in grado di contribuire all'aumento di incidenza  di tumori maligni. Un maggior rischio di cancro al polmone e'  stato  associato  all'esposizione  al  fumo di tabacco ambientale (environmental  tobacco smoke, ETS) ed ai prodotti di decadimento del radon sulla base di indagini epidemiologiche sulla popolazione.   Come evidenziato nel Piano Sanitario Nazionale 1998-2000, il 5-20% dei  casi di neoplasia polmonare osservati nella popolazione italiana e'  attribuibile  all'esposizione  a radon il che corrisponde a circa 1500-6000  casi  all'anno.  Una  gran parte di questi tumori colpisce probabilmente  i fumatori, a causa dell'effetto sinergico tra radon e fumo.   Va   pero'  sottolineato  che  sussistono  ancora  incertezze rilevanti  sul  rischio  per  i  non fumatori e sull' interazione tra radon  e  fumo  passivo. Per quanto riguarda l'esposizione al fumo di tabacco (ETS), si stima che i non fumatori, che vivono a contatto con fumatori,  sviluppino  un  rischio di cancro al polmone aumentato del 30%, se confrontati con la popolazione non esposta.   Inoltre,  molti  composti  chimici  presenti nell'aria indoor sono noti o sospettati di causare irritazione o stimolazione dell'apparato sensoriale  e possono dare vita a un senso di disagio sensoriale e ad altri  sintomi  comunemente  presenti  nella  cosiddetta "Sindrome da Edificio  Malato" (Sick Buiding Syndrome). Studi condotti in uffici e in  altri edifici ad uso pubblico in diversi paesi hanno rivelato una frequenza  di  disturbi,  tra  gli occupanti, compresa tra il 15 e il 50%.   Gli  effetti  sulla riproduzione, sulle malattie cardiovascolari e su   altri  sistemi  e  organi  non  risultano  ad  oggi  essere  ben documentati. Tuttavia, alcuni dati mostrano che l'inquinamento indoor puo'   rappresentare  un  importante  cofattore  nella  genesi  delle malattie cardiovascolari e di altre malattie sistemiche.   In particolare, l'esposizione a fumo passivo e' stata associata ad un   aumento   di   rischio   di   malattia  ischemica  cardiaca.  In considerazione  del  fatto  che  tali  malattie  hanno  una frequenza elevata,  anche  un  piccolo  aumento  percentuale  del  rischio puo' determinare  l'insorgenza  di  migliaia  di  nuovi  casi a livello di popolazione.   Si  evidenzia,  infine,  che  ogni anno in Italia l'intossicazione acuta  da  monossido  di  carbonio  e'  responsabile  di centinaia di decessi  e  di  ricoveri  ospedalieri. L'incremento di questo tipo di incidenti,  in  relazione  soprattutto  al diffondersi degli impianti autonomi  di  riscaldamento  ed  alla  presenza di caldaie nei locali abitati,  potrebbe  essere  notevolmente contenuto e molte vite umane potrebbero  essere  risparmiate  mediante una adeguata informazione e formazione degli utenti e del personale tecnico.
     4 - Sorgenti di inquinamento indoor
     Gli  inquinanti indoor sono numerosi e possono essere originati da diverse sorgenti; le concentrazioni sono motto variabili nel tempo, a seconda  delle sorgenti interne, della ventilazione e delle abitudini degli occupanti.   Le  sorgenti  di  inquinamento  interno  che rilasciano inquinanti nell'aria  costituiscono la causa primaria dei problemi relativi alla qualita'  dell'aria  indoor. Le principali fonti sono l'uomo e le sue attivita',  i  materiali  da  costruzione  gli  arredi,  i sistemi di trattamento dell'aria.   Molte attivita' degli occupanti contribuiscono ad inquinare l'aria degli ambienti chiusi; uno dei fattori piu' importanti e' sicuramente il fumo di tabacco, oltre ai processi di combustione. Altre possibili fonti   di   inquinamento  sono  i  prodotti  per  la  pulizia  e  la manutenzione  della  casa,  gli  antiparassitari  e  l'uso  di colle, adesivi,  solventi  etc. Possono determinare una emissione importante di  sostanze  inquinanti  l'utilizzo  di  strumenti  di  lavoro quali stampanti,  plotter e fotocopiatrici e prodotti per l'hobbistica (es. colle).   Un'altra  importante fonte di inquinamento indoor sono i materiali utilizzati  per  la costruzione (es. isolamenti contenenti amianto) e l'arredamento  (es. mobili fabbricati con legno truciolare o trattati con antiparassitari, moquettes, rivestimenti).   Infine,  il  malfunzionamento  del  sistema  di ventilazione o una errata  collocazione  delle  prese  d'aria  in prossimita' di aree ad elevato   inquinamento   (es.   vie   ad  alto  traffico,  parcheggio sotterraneo,    autofficina)    possono   determinare   un'importante penetrazione dall'esterno di inquinanti. I sistemi di condizionamento dell'aria  possono, inoltre, diventare terreno di coltura per muffe e altri  contaminanti  biologici  e  diffondere  tali  agenti  in tutto l'edificio.
     5 - Inquinanti indoor
     Gli   inquinanti   che  possono  essere  presenti  negli  ambienti confinati  non-industriali  sono  molto  numerosi.  In particolare si possono  individuare  tre  categorie di inquinanti: chimici, fisici e biologici.
     5.2 - Inquinanti chimici
     5.1.1 - Ossidi di azoto (NO2, NO3)
     Le  principali  fonti  indoor di ossidi d'azoto sono costituite da radiatori  a  cherosene,  da stufe e radiatori a gas privi di scarico esterno  e  dal  fumo  di  tabacco,  i  valori  piu'  elevati vengono generalmente  rilevati  nelle  cucine.  I  livelli  di NO2 durante la cottura di cibi con stufe e fornelli a gas o durante l'uso di stufe a cherosene possono essere superiori a 1.000 (g/mc   In presenza di stufe e fornelli a gas il valore piu' frequente del rapporto tra concentrazione indoor e outdoor e' tra 2 e 3 e raggiunge circa  5  nel  caso  di  sistemi  riscaldamento  e fornelli a gas con ventilazione e scarico all'esterno inefficienti.
     5.1.2 - Ossidi di zolfo (SO2)
     Le  principali  fonti di SO2 negli ambienti indoor sono costituite da radiatori a cherosene, da stufe e radiatori a gas privi di scarico e  dal  fumo  di  tabacco;  valori  elevati  superiori a 250 (g/mc si riscontrano  nelle  abitazioni  riscaldate  con stufe a cherosene. Le stufe  a cherosene possono emettere anche grandi quantita' di aerosol acidi.
     5.1.3- Monossido di carbonio (CO)
     I livelli di CO sono significativamente influenzati dalla presenza di  processi di combustione, quali sistemi di riscaldamento e cottura senza  ventilazione  o  con scarsa ventilazione e fumo di tabacco; in questi   casi  le  concentrazioni  interne  possono  superate  quelle esterne.  La  vicinanza  di  sorgenti  outdoor  (ad esempio, strade a levato  traffico,  garage  e  parcheggi)  possono  avere  un  impatto significativo sulle concentrazioni all'interno di edifici.
     5.1.4 - Ozono (O3)
     La  quota  proveniente  dall'esterno  rappresenta  generalmente la maggior  parte dell'ozono presente nell'aria interna, tuttavia, in un ambiente  confinato  puo'  essere  emesso in maniera significativa da strumenti  elettrici  ad  alto  voltaggio,  quali  motori  elettrici, stampanti   laser   e   fax,   da   apparecchi  che  producono  raggi ultravioletti,   da   filtri   elettronici   per  pulire  l'aria  non correttamente installati o senza adeguata manutenzione.
     5.1.5 - Particolato aerodisperso (PM 2,5, PM 10)
     Negli  ambienti  indoor  il particolato e' prodotto principalmente dal  fumo  di sigaretta, dalle fonti di combustione e dalle attivita' degli occupanti. La composizione del particolato da combustione varia in  base  al tipo di combustibile e alle condizioni in cui avviene la combustione.  L'esame  di  particolato  fine  raccolto all'interno ed all'esterno  di  abitazioni ed edifici ha consentito di verificare la presenza  di  n-alcani,  acidi  gassi  (palmitico e stearico), esteri ftalati in particolato indoor.
     5.1.6. Composti organici volatili (VOC)
     Negli  uffici  importanti  fattori  sono  sicuramente  il  fumo di sigaretta e gli strumenti di lavoro quali stampanti e fotocopiatrici. Altre   importanti   fonti   di  inquinamento  sono  i  materiali  di costruzione  e  gli  arredi (es. mobili, moquettes, rivestimenti) che possono  determinare emissioni continue durature nel tempo (settimane o  mesi):  importanti  concentrazioni  di  VOC  sono riscontrabili in particolare  nei periodi immediatamente successivi alla posa dei vari materiali  o alla installazione degli arredi. Possono determinare una emissione  importante,  anche  se  di  breve  durata  nel  tempo,  il funzionamento di dispositivi di riscaldamento e l'uso di materiali di pulizia  e di prodotti vari (es. colle, adesivi, solventi). Un'errata collocazione  delle  prese  d'aria  in prossimita' di aree ad elevato inquinamento  (es.  vie  ad  alto  traffico,  parcheggio sotterraneo, autofficina)  possono  determinare una importante penetrazione di VOC dall'esterno.
     5.1.7 - Benzene
     Per  quanto  concerne  specificamente  gli  ambienti interni degli edifici  (indoor),  le sorgenti di maggior rilievo sono i prodotti di consumo, come adesivi, materiali di costruzione e vernici. Il fumo di una  sigaretta  contiene  un  quantitativo di benzene significativo e considerevolmente variabile, misurato nell'intervallo da 6 (g/mc a 73 (g/mc.   Numerosi  studi  indicano  che il contributo di sorgenti indoor di benzene,  non  ultimo  il  fumo  di  tabacco, ma anche il rilascio da materiali,  da  prodotti  di consumo e l'impatto di parcheggi interni agli  edifici  puo'  essere  rilevante, e nei termini da alcuni (g/mc sino  alla  decina  e  piu'  di  (g/mc,  con  i  valori  piu' elevati attribuibili  in  linea  di  massima  ad elevate quantita' di fumo di tabacco.
     5.1.8 - Formaldeide
     La  formaldeide e' un composto organico in fase vapore che oltre a essere  un  prodotto  della  combustione,  e'  anche emesso da resine urea-formaldeide usate per l'isolamento (cosiddette UFFI) e da resine usate per truciolato e compensato di legno, per tappezzerie, moquette e per altro materiale da arredamento. Negli ambienti indoor i livelli sono   generalmente  compresi  tra  10  e  50  (g/mc.  Concentrazioni particolarmente  elevate  sono  state  osservate  in certe situazioni quali  in  case prefabbricate ed in locali con recente posa di mobili in truciolato o moquette.
     5.1.9 - Idrocarburi aromatici policiclici (IPA)
     Le sorgenti principali sono le fonti di combustione (es. caldaie a cherosene) ed il fumo di sigaretta. I dati di letteratura disponibili sull'esposizione   indoor   ad   IPA  sono  piuttosto  scarsi  e,  in maggioranza, si riferiscono a situazioni ambientali non confrontabili con  quelle  italiane  per  le  differenze  nei  combustibili  per il riscaldamento e la cucina.   L'esposizione  conseguente  all'uso  delle  stufe a legna e' stata valutata  in  due  piccoli  centri  urbani  nelle province di Pavia e Genova  (Valerio  et  al..,  1996):  tale  forma  di riscaldamento ha comportato  livelli  indoor  di  BaP  superiori a quelli esterni, con concentrazioni  indoor  fino  a  23  ng/mc  misurati in condizioni di cattiva manutenzione della canna fumaria.
     5.1.10 - Fumo di tabacco ambientale (ETS)
     Il   fumo   presente   nell'ambiente  risulta  costituito  da  una componente  detta  "mainstream  smoke-MS"  e da una detta "sidestream smoke.SS",  il  mainstrieam  e'  il  fumo  inalato  dai  fumatori. Il sidestream   e'   invece   l'aerosol   derivato   direttamente  dalla combustione  della sigaretta; il sidestream e' il piu' importante dei due,  perche' rappresenta il principale costituente dell'aerosol e di circa la meta' della porzione corpuscolata dell'ETS.   Le  principali  sostanze  tossiche del fumo liberate nell'ambiente sono:  il  monossido  di  carbonio  (CO),  gli  idrocarburi aromatici policiclici  (come  il  benzoapirene), numerosi VOC, l'ammoniaca e le ammine  volatili, l'acido cianidrico e gli alcaloidi del tabacco. Nel fumo di sigaretta si trova anche una frazione particolata, costituita da  sostanze  presenti  in  fase  solida,  tra  le quali il catrame e diversi composti poliaromatici.   Circa  300-400  dei  3800  composti  presenti nel fumo, sono stati isolati  dal  sidestream;  tra questi alcuni riconosciuti cancerogeni sono  presenti  in  concentrazioni  superiori  rispetto  al maistream (N-nitrosoammine  concentrate nel sidestream da 6 a 100 volte di piu' rispetto al mainstream).   Il fumo, inoltre, agisce come elemento potenziante la nocivita' di altre sostanze cancerogene, come l'amianto ed il radon.
     5.1.11 - Fumo di legna
     In  alcune regioni del nostro paese e' diffuso l'uso di caminetti: il  loro  non  ottimale  utilizzo  puo'  incrementare  notevolmente i livelli  di  particelle  respirabili  all'interno  del  microambiente durante la stagione invernale.
     5.1.12 - Antiparassitari
     Sono  presenti  in  prodotti  usati per eliminare zanzare, mosche, blatte  ed  altri  insetti. Gli antiparassitari penetrano all'interno degli  edifici,  anche  quando vengono applicati all'esterno, tramite soluzioni  di continuita' e fessure presenti nelle fondazioni e negli scantinati. Un settore particolare di applicazione di questi composti e'  il  trattamento  antimuffa  del  legno. Una rilevante esposizione cronica ad antiparassitari (in particolare pentaclorofenolo) e' stata documentata  in  soggetti  che abitano ambienti ove vi e' presenza di superfici  di  legno  trattate,  che rilasciano lentamente e per anni tali composti nell'aria ambientale.
     5.1.33 - Amianto
     Nei   decenni   passati   l'amianto   e'  stato  ampiamente  usato nell'industria meccanica, edile e navale per le sue notevoli qualita' di isolamento termico e di materiale resistente alle alte temperature e  alla  frizione.  Con  la  legge  257  del  22/3/1992  l'Italia  ha dichiarato  fuori legge l'amianto; esso, infatti non puo' essere piu' estratto ne' utilizzato per produrre manufatti.   La  liberazione di fibre di amianto all'interno degli edifici puo' avvenire  per  lento  deterioramento  dei  materiali costitutivi, per danneggiamento  diretto  degli  stessi da parte degli occupanti o per interventi di manutenzione.
     5.1.14 - Fibre minerali sintetiche (MMMF)
     Sono  fibre minerali prodotte artificialmente: fibre vetrose (lana di  vetro e di roccia), fibre ceramiche, fibre di carbonio e numerose altre  che sono andate nel tempo a sostituire le fibre di amianto. In particolare   i   diversi  tipi  di  materiali  fibrosi  naturali  ed artificiali  sono  suddivisi  in fibre artificiali minerali (man made mineral  fibers,  MMMF)  e  in  fibre artificiali organiche (man made organic  fibers, MMOF). Le MMMF comprendono a loro volta diversi tipi di  materiali  fibrosi,  tra  cui  in  particolare  le  fibre vetrose artificiali (man made vitreous fibers, MMVF) e le fibre ceramiche.
     5.2 - Inquinanti fisici
     5.2.1 - Radon
     Il  radon  e'  un  gas  radioattivo  classificato, insieme ai suoi prodotti di decadimento, come agente cancerogeno di gruppo 1 (massima evidenza  di  cancerogenicita)  dall'Agenzia  Internazionale  per  la Ricerca  sul  Cancro  (OMS): l'esposizione al radon e' considerata la seconda causa per cancro polmonare dopo il fumo di sigaretta.   Come  rilevato in precedenza, si stima che l'esposizione domestica al  radon  sia responsabile in Italia del 5-20% dei tumori polmonari, molti  dei  quali  tra  i  fumatori  a  causa di un probabile effetto sinergico tra radon e fumo. Le principali sorgenti di provenienza del radon  indoor  sono il suolo sottostante l'edificio ed i materiali da costruzione.   In  Italia,  l'esposizione  della  popolazione  e'  stata valutata tramite  un  indagine  nazionale  promossa e coordinata dall'istituto Superiore di Sanita' e dall'ANPA e realizzata negli anni 1989-1996 in collaborazione   con   le  Regioni  su  un  campione  di  oltre  5000 abitazioni.  L'indagine ha permesso di stimare la distribuzione della concentrazione   di  radon  nelle  abitazioni:  il  valore  medio  e' risultato  di  70-75  Bq/mc,  a  cui  corrisponde,  secondo una stima preliminare,  un  rischio individuale sull'intera vita dell'ordine di 0.5%.   In   circa   l'1%   di   abitazioni  e'  stata  misurata  una concentrazione  di  radon  superiore  a 400 Bq/mc e in circa il 4% di esse (800 mila) la concentrazione e' risultata superiore a 200 Bq/mc.
     5.3 - Contaminanti microbiologici
     Le  principali fonti di inquinamento microbiologico degli ambienti indoor sono gli occupanti (uomo ed animali), la polvere, le strutture ed i servizi degli edifici.   Altre  possibili  sorgenti di microrganismi sono gli umidificatori ed i condizionatori dell'aria, dove la presenza di elevata umidita' e l'inadeguata    manutenzione    facilitano    l'insediamento   e   la moltiplicazione  dei  microrganismi  che  poi  vengono  diffusi negli ambienti dall'impianto di distribuzione dell'aria.   In   particolare,   diversi   studi   hanno  evidenziato  che  gli umidificatori  di  impianti  centralizzati  sono  idonei  terreni  di coltura  per  batteri  termofili  e  termoresistenti  e  serbatoi  di endotossine   batteriche.  Negli  umidificatori  domestici  e'  stata riscontrata  anche  la  presenza  di  funghi mesofili. Altri siti che possono  costituire  serbatoi di contaminanti biologici sono le torri di  raffreddamento  degli  impianti  di  condizionamento  ed  anche i serbatoi e la rete distributiva dell'acqua ad uso domestico.   Tra  i  contaminanti  ambientali  di interesse emergente, un ruolo sempre  piu'  importante  assumono gli allergeni indoor. L'aumento di prevalenza dell'asma registrato negli ultimi anni nei bambini e negli adolescenti   e'  soprattutto  a  carico  delle  forme  perenni  (non stagionai),  in  una considerevole parte delle quali e' evidenziabile una sensibilizzazione a allergeni presenti negli ambienti indoor.   I  principali  allergeni  all'interno  degli  edifici  sono dovuti solitamente  agli  acari,  agli  animali domestici ed a microrganismi come  funghi  e batteri. La condizione ambientale che ne favorisce la crescita e' l'elevata umidita' dell'aria e delle murature.   Gli  allergeni  prodotti dagli animati domestici sono presenti nei peli,  nella  forfora,  nella  saliva  e  nell'urina.  Il  principale allergene  del  gatto  (Fel  d  I)  e'  contenuto nella forfora ed e' diffuso  nell'aria  da  particelle di 1-10 (m di diametro. Nelle case dove  vi  e' almeno un gatto la concentrazione di allergeni nell'aria varia da 250 a 1140 ng/mc.   Il principale allergene del cane e' il Can f 1. Nelle case dove il cane e' presente la concentrazione supera i 10 (g/g polvere.   I  biocontaminanti  prodotti  da animali domestici sono facilmente trasportabili  dalle  persone  (tramite  gli  indumenti), pertanto si diffondono  anche in ambienti in cui solitamente non ci sono animali. Negli   ambienti   in   cui   questi   sono  vissuti,  dopo  il  loro allontanamento  ci  vogliono  sei  mesi  per  riportare  i livelli di concentrazione ai valori delle case in cui l'animale non e' presente.
  6. Effetti sulla salute e sul comfort ambientale della IAQ
  6.1 - Introduzione
     Le  patologie aventi un quadro clinico ben definito e per le quali puo'  essere  identificato  uno  specifico  agente  causale  presente nell'ambiente  confinato  vengono incluse nel gruppo delle cosiddette "Malattie   associate   agli   edifici   o  Building-reiated  illness (B.R.I.)".  Sono  comprese  le  patologie causate da specifici agenti biologici,  chimici  e  fisici (polveri, formaldeide, radon, amianto, ecc.);  nel  complesso  si  tratta  di  effetti sulla salute a carico dell'apparato  respiratorio,  cute, mucose esposte, sistema nervoso e sistema  immunologico,  come  malattie  respiratorie, asma, febbre da umidificatori, alveolite allergica, legionellosi, etc.   Recentemente  e'  stata  rivolta  una  particolare  attenzione  al possibile  rischio  di  tumori  legato  alla  presenza negli ambienti indoor  di  composti  con  dimostrata evidenza di cancerogenicita'. I principali  cancerogeni  che  possono  essere presenti negli ambienti indoor  sono  il  fumo  di  sigaretta, il radon e l'amianto; e' stato ipotizzato  che  anche  l'inquinamento  indoor  da  composti organici volatili (es. formaldeide, benzene) possa costituire un significativo rischio  cancerogeno  per  i  soggetti che trascorrono molto tempo in ambienti  confinati  e  contribuisca in modo significativo al rischio cancerogeno complessivo della popolazione generale.   Tra le patologie determinate dall'esposizione ad agenti indoor, le forme  piu'  frequenti  comprendono  quadri clinici caratterizzati da effetti  neurosensoriali  che  determinano  condizioni  di malessere, diminuzione  del  comfort degli occupanti e percezione negativa della qualita'  dell'aria.  In  questo  contesto la "Sindrome dell'edificio malato  o  Sick  Building-Syndrome  (S.B.S.)" viene definita come una sindrome  caratterizzata  da  sintomi  che  vengono  lamentati  dalla maggior parte degli occupanti di un edificio.   Un  quadro  patologico particolare e' la "Sindrome da sensibilita' chimica  multipla  o Multiple Chemical Sensitivity syndrome (M.C.S.)" che  comprende  una  sindrome  caratterizzata  da  reazioni  negative dell'organismo   a   agenti   chimici   ed   ambientali   presenti  a concentrazioni generalmente tollerate dalla maggioranza dei soggetti.
     6.2 - Effetti cancerogeni
     6.2.1 - Fumo passivo
     I  primi studi epidemiologici sulla relazione tra tumore polmonare ed  esposizione  a  fumo  passivo  sono del 1981. Hirayama riporto' i risultati  di uno studio prospettico condotto su una coorte di 91.540 donne  non  fumatrici  in  Giappone:  i  rapporti  standardizzati  di mortalita'   (SMR)   per  tumore  del  polmone  aumentavano  in  modo statisticamente  significativo  con  la quantita' di sigarette fumate dal coniuge.   Nel  1986,  sulla base delle evidenze epidemiologiche disponibili, vennero  pubblicati tre rapporti che concludevano che il fumo passivo e'  una  causa  del tumore polmonare. L'Agenzia Internazionale per la Ricerca  sul Cancro (LARC) dell'Organizzazione Mondiale della Sanita' concludeva  che  "il fumo passivo fa aumentare il rischio di cancro". Nello  stesso anno, anche due rapporti americani, rispettivamente del National  Research  Council  e del Surgeon General, conclusero che il fumo  passivo  aumenta  l'incidenza  di  tumore del polmone tra i non fumatori.   Nel  1992,  l'Environmental Protection Agency (EPA), sulla base di una   meta-analisi  degli  studi  pubblicati  fino  a  quel  momento, classifico'  il  fumo  passivo come carcinogeno di classe A, cioe' un carcinogeno umano noto. Complessivamente, l'analisi trovo' un rischio significativamente  piu'  elevato  di  tumore  polmonare in donne non fumatrici  sposate  con uomini fumatori. Molti altri studi sono stati pubblicati  negli  Stati  Uniti. Lo studio multicentrico di Fontham e coll,  e'  il  piu'  grande rapporto americano ad oggi con 651 casi e 1253   controlli.   Lo   studio  ha  messo  in  evidenza  un  aumento significativo del rischio relativo complessivo. Dallo studio risulto' anche   un   rischio   statisticamente   significativo  associato  ad esposizione   al   fumo   passivo  in  ambiente  lavorativo.  Infine, recentemente   sono  stati  pubblicati  i  risultati  di  uno  studio multicentrico  condotto in Europa, coordinato dalla IARC, al quale ha partecipato  l'Italia con tre centri (Torino, Veneto, e Roma), che ha confermato l'aumento di rischio per l'esposizione al fumo del coniuge e l'esposizione al fumo passivo in ambienti di lavoro.
     6.2.3 - radon e dei suoi prodotti di decadimento
     Il  radon  da'  origine  ad  una serie di prodotti di decadimento, solitamente  chiamati  prodotti  di decadimento del radon o figli del radon.   Il   radon  ed  suoi  prodotti  di  decadimento  sono  stati classificati dallo IARC (International Agency for Research on Cancer, dell'Organizzazione   Mondiale   della   Sanita)  nel  gruppo  1  dei cancerogeni, cioe' nel gruppo di sostanze per le quali vi e' evidenza sufficiente  di cancerogenicita' sulla base di studi su esseri umani, in  questo  caso sulla base degli studi su coorti di minatori. Quando il  radon  ed  i  suoi  prodotti  di  decadimento vengono inalati, la maggiore  dose al tessuto polmonare viene rilasciata dalle radiazioni alfa  emesse  dai  figli  del  radon,  soprattutto  quelli  liberi  o attaccati  a  particelle  di aerosol di piccole dimensioni, mentre il contributo  del  radon  stesso e' relativamente piccolo. Il radon, in sostanza,  agisce  soprattutto come trasportatore e sorgente dei suoi prodotti  di  decadimento. E' stata evidenziata una relazione lineare tra  l'esposizione ai prodotti di decadimento del radon ed eccesso di rischio  per  tumore  polmonare,  nonche'  un  effetto  sinergico tra esposizione  a  radon e fumo di sigaretta, la cui entita' e' alquanto incerta.   Eventuali  effetti sanitari del radon diversi dal tumore polmonare non sono sufficientemente comprovati.
     6.2.4 - Amianto e altre fibre minerali
     E'  ormai  noto  alla  comunita'  scientifica  internazionale  che l'esposizione  a  fibre  di  amianto  produce un aumentato rischio di patologie   polmonari   come  pneumoconiosi,  cancro  del  polmone  e mesotelioma,  in  particolare la IARC classifica l'amianto nel gruppo 1,  cioe'  nel  gruppo  di  sostanze  per  le  quali  vi  e' evidenza sufficiente  di  cancerogenicita'  nell'uomo.  Per quanto riguarda il tumore  polmonare vi e' un effetto sinergico con l'esposizione a fumo di  sigaretta e vi e' evidenza di un aumentato rischio correlato alle dosi  di  asbesto inalate; per quanto riguarda il mesotelioma, non vi e'  relazione  con  il  fumo di sigaretta e vi e' evidenza di casi di tumore anche per dosi molto basse di asbesto.   Le  progressive  ingravescenti preoccupazioni per la salute, anche della  popolazione  generale,  legate all'utilizzo dell'amianto hanno stimolato  la  ricerca,  e conseguente produzione, di altri materiali fibrosi artificiali in grado di sostituire vantaggiosamente l'asbesto nelle  sue  eccellenti  proprieta'  tecniche  e  nelle sue differenti applicazioni  industriali,  senza  rappresentare  un  pericolo per la salute dell'uomo.   Alla  luce  delle  evidenze  attualmente disponibili, le MMMF (man made  vitreous  fibers),  sono risultate caratterizzate da una minore attivita'  biologica  delle rispetto all'asbesto, tanto negli effetti fibrotici quanto in quelli neoplastici.   Sulla base principalmente di studi sperimentali, peraltro condotti mediante  impianto  del  materiale  nell'organismo  degli  animali da laboratorio,  l'Organizzazione Mondiale della Sanita' ha classificato nel  1987 i materiali lana di vetro, lana di roccia, lana di scoria e fibre ceramiche quali "agenti potenzialmente cancerogeni per l'uomo", allocati  nella  categoria  "2B"  secondo  i  criteri stabiliti dalla International Agency for Research on Cancer di Lione.   Successivi  studi  sia sperimentali, che epidemiologici attuati in popolazioni   professionalmente   esposte,   hanno   portato  ad  una rivalutazione della classificazione adottata dall'Unione Europea: per la  "lana  di roccia/scoria, produzione" e' prevista etichettatura di pericolosita'  quale  "T, R49" (tossico, cancerogeno per inalazione), mentre  per  la "lana di vetro, produzione" e' prevista etichettatura di  pericolosita'  quale  "Xn,  R40" (nocivo, possibilita' di effetti irreversibili).
     6.2.4 - Formaldeide e benzene
     E'  stato  ipotizzato  che  anche la presenza di VOC (formaldeide, benzene)  nell'aria  indoor possa costituire un significativo rischio cancerogeno per i soggetti che trascorrono molto tempo negli ambienti confinati  e contribuisca in modo significativo a rischio cancerogeno complessivo della popolazione generale.
     6.3 - Malattie respiratorie
     L'apparato  respiratorio  rappresenta  la porta d'ingresso di vari contaminanti aerei presenti nell'aria degli ambienti confinati.   Nella   tabella   1   sono  descritti  gli  effetti  sull'apparato respiratorio in relazione ai principali inquinanti indoor.
  Tab.  1  -  Principali inquinanti chimici degli ambienti confinanti e loro effetti sulla salute respiratoria dei soggetti esposti.
   ==================================================================== INQUINANTE       FONTI       EFFETTI SULLA SALUTE ====================================================================                             Bambini              Adulti
  Fumo di tabacco  fumo di     Incremento della     Probabile aumento ambientale (ETS) tabacco     frequenza di         della frequenza                             sintomi respiratori  di sintomi                             cronici              respiratori                                                  cronici
                               Incremento della     Probabile                             frequenza di         decremento della                             episodi infettivi    funzione                             acuti                respiratoria                                                  ventilatoria
                               Ipersensività                             bronchiale (aumento                             rischio di                             sviluppare patologia                             asmatica)
                               Malattia più severa                             nei soggetti                             asmatici
                               Ridotto sviluppo                             della funzione                             respiratoria                             ventilatoria
  Particolato      Fumo di     Incremento della     Probabile totale           tabacco     frequenza di         decremento della sospeso (TPS)    Sistemi di  sintomi respiratori  funzione                 riscald-    cronici              respiratoria                 amento                           ventilatoria
                   Inquinamento                 esterno                 Combustione                 di legna
  Biossido di      Cucine      Probabile            Incremento della azoto(NO2)       a gas       abbassamento della   frequenza di                             soglia di            sintomi                 Stufe       sensibilizzazione    respiratori                 a gas       a vari allergeni     cronici
                   Caldaie     Incremento della     Incerto l'effetto                             frequenza di         sulla funzione                 Auto-       sintomi respiratori  respiratoria                 veicoli     cronici              ventilatoria                 posti       In soggetti                 nelle       asmatici: Incremento                 vicinanze   del numero di                             episodi                             broncospastici e                             ridotta risposta                             alla terapia                             antiasmatica
  Fumo di          Caminetti   Incremento della     Aumentato rischio Legna                        frequenza di         per lo sviluppo                 Stufe a     sintomi respiratori  di BPCO                 legna       cronici (notevole                             produzione di                             particolato)
  Formaldeide      Materiali   Possibili            Possibili fenomeni                 da costru-  fenomeni             broncoreattivi in                 zione       broncoreattivi       soggetti asmatici                             in soggetti                 Forniture   asmatici                 e prodotti                 per la casa
                   Fumo di                 tabacco
                   Processi di                 combustione --------------------------------------------------------------------
  6.4 - Malattie cardiovascolari
     Le  esposizioni  a  monossido  di  carbonio (CO) ed a fumo passivo (Environmental  Tobacco  Smoke - ETS) sono state associate ad effetti cardiovascolari nell'uomo ed, in particolare, alla malattia ischemica del cuore (Coronary Heart Disease - CHD).   La  Environmental  Protection  Agency dello stato della California negli USA ha recentemente affermato che esiste un aumento del rischio (30%)  per  CHD associato all'esposizione al fumo passivo. L'American Heart  Association's  Council on Cardiopulmonary and Critical Care ha concluso  che  il  fumo  di  tabacco ambientale aumenta il rischio di malattia  del  miocardio  ed  e'  una importante causa prevenibile di malattia  e di morte per malattie cardiovascolari. Queste conclusioni sono  state confermate nel 1998 dallo Scientific Committee on Tobacco and  Health  degli  USA.  Le recenti linee guida della Organizzazione Mondiale  della  Sanita'  per  la  qualita'  dell'aria  (Air  Quality Guidelines, WHO, 1999) riconoscono un ruolo causale della esposizione al  fumo  ambientale  nei  riguardi  della  patologia coronarica. Una importante  meta-analsi,  pubblicata nel 1999 sul New England Journal of  Medicine,  ha  messo  in evidenza un rischio relativo di 1.25 per malattia  coronarica  tra  i non fumatori esposti a ETS. Inoltre, gli autori hanno evidenziato un trend lineare in crescita, significativo, anche  in  relazione alla durata in anni dell'esposizione al fumo del coniuge.   Molte  persone sono esposte al fumo passivo e, poiche' le malattie cardiovascolari   sono   una  causa  molto  comune  di  morbilita'  e mortalita'  nel  nostro Paese, anche se il rischio relativo di questi eventi associato al fumo passivo e' piccolo, il numero di persone che ne  possono  essere  affette  e'  potenzialmente  molto elevato. Data l'elevata  prevalenza di fumatori, le conseguenze sociali e sanitarie del  fumo  passivo di sigaretta in relazione alla malattia ischernica del miocardio sono dunque importanti.
     6.5 - Malattie da infezioni di origine indoor
     I  dati  italiani  sulle  infezioni  causate  dalla contaminazione microbiologica   dell'aria   e   dei   sistemi   di   ventilazione  e climatizzazione  sono  relativamente  scarsi  e coincidono con quelli riportati  in altri Paesi europei ed extraeuropei, spesso limitati ad indagini ristrette a particolari ambienti (ospedali, sale chirurgiche e  di  terapia intensiva, palestre, scuole) e limitatamente ad alcuni agenti infettivi.   Tali  studi hanno evidenziato come la contaminazione microbica sia legata  a  scarsa  o,  talvolta,  assente  idoneita' delle condizioni igienico-edilizie  dei locali presi in considerazione dagli studi, al sovraffollamento  dei locali, alla scarsa manutenzione dei sistemi di climatizzazione.   L'inquinamento  microbiologico  all'interno  degli ambienti chiusi puo'  essere  considerato  una  fonte  di  trasmissione  di  numerose malattie  infettive  a  carattere  epidemico:  influenza, variccella, morbillo,        polmoniti        pneumococciche,       legionellosi, psittacosi-ornitosi,  ecc.  Queste patologie sono di grande rilevanza sociale  sia per il grande numero di soggetti che viene coinvolto sia per   le   complicanze  che  possono  sopraggiungere,  rendendo  piu' complesso  il trattamento farmacologico con conseguenti ripercussioni sui costi.   Particolare   attenzione   va  rivolta  alle  infezioni  trasmesse nell'ambito ospedaliero, dove la diffusione di microrganismi patogeni attraverso  le  condutture degli impianti di climatizzazione potrebbe rivestire  un  ruolo  importante  nella  trasmissione delle infezioni nosocomiali.   La  possibilita'  di trasmissione di infezioni in comunita' chiuse quali  scuole,  asili, carceri, caserme, uffici fa comprendere quanto importante  sia  condurre  indagini  rivolte  a  definire  il rischio microbiologico per poter prevenire con interventi igienico-ambientali l'insorgere di epidemie.
     6.6 - Malattie da allergenti indoor
     L'aumentata  propensione  alle  allergie ha reso pericolose alcune normali  componenti  biologiche del nostro ambiente di vita (un tempo innocue),  quali  gli  acari della polvere, derivati del pelo e della saliva degli animali domestici, alcuni pollini, alcune muffe.   Per   questi   motivi,   le  malattie  allergiche,  specie  quelle respiratorie   (asma)   rappresentano,  nell'ambito  delle  patologie influenzate  dagli ambienti indoor, un settore che pone problematiche del   tutto   particolari.   In   questo   caso,  infatti,  l'effetto potenzialmente  nocivo  delle  sostanze presenti nell'ambiente non e' riferibile  alle  loro  proprieta'  intrinseche,  ma  ad una risposta anomala di una quota di popolazione che si sensibilizza nei confronti di  sostanze  allergizzanti.  Gli  allergeni  non sono inquinanti, ma componenti "normali" dell'ambiente, privi di tossicita' intrinseca.   Un'entita'  nosologica  non trascurabile e' l'"alveolite allergica estrinseca"  anche  se  l'impatto  epidemiologico  sulla  popolazione italiana  non e' rilevante rispetto alle altre allergie respiratorie, tuttavia,  essa riveste un notevole interesse in medicina del lavoro. Tale   patologia  consegue  ad  un'abnorme  risposta  immunitaria  ad esposizioni ripetute a polveri organiche. Nei bambini viene osservata specialmente  intorno  ai  10  anni  di eta' in forma prevalentemente subacuta.  La  cessazione  dell'esposizione  fa  regredire  il quadro clinico.   Infine,  oltre  alle forme classiche di asma bronchiale allergico, si  segnala  una  sindrome di notevole interesse, definita "febbre da umidificatore".  In  alcuni  episodi  a  carattere micro-epidemico e' emerso  il  chiaro  coinvolgimento  dell'impianto di condizionamento. Tuttavia l'agente eziologico coinvolto puo' rimanere sconosciuto, pur nell'ambito di allergeni, tossine batteriche, endotossine.   Pur   non   svolgendo   alcun   ruolo  causale  inducente,  alcuni contaminanti  dell'aria  indoor  possono svolgere un ruolo importante nell'aggravare  malattie  allergiche gia' avviate. Esistono, infatti, sostanze per le quali si sospetta un ruolo favorente ("adiuvanti") il processo  di  sensibilizzazione in soggetti predisposti, e altre, tra cui   molti   inquinanti   veri   e  propri,  che  possono  scatenare ("triggers")  nuovi  attacchi  di  sintomi  in quei soggetti che gia' soffrano di allergie.
     6.7  -  Sindrome  dell'edificio  malato  o  Sick-Building Syndrome (S.B.S.)
     L'espressione  S.B.S.  indica un quadro sintomatologico abbastanza ben  definito, descritto negli ultimi 20 anni, che si manifesta in un elevato numero di occupanti edifici moderni o recentemente rinnovati, dotati di impianti ventilazione meccanica e di condizionamento d'aria globale  (senza immissione di aria fresca dall'esterno) ed adibiti ad uffici,  scuole,  ospedali,  case  per  anziani, abitazioni civili. I reperti  obiettivi  sono  limitati,  probabilmente,  ad una riduzione della stabilita' del film lacrimale.   Queste  manifestazioni  cliniche  sono aspecifiche, insorgono dopo alcune ore di permanenza in un determinato edificio e si risolvono in genere rapidamente, nel corso di qualche ora o di qualche giorno (nel caso dei sintomi cutanei) dopo l'uscita dall'edificio.   Sebbene  i  sintomi siano di modesta entita', i casi di S.B.S. che si  verificano  in  ambienti  lavorativi  possono avere un costo piu' elevato  di alcune malattie gravi ed a prognosi peggiore, a causa del significativo calo della produttivita'.   L'eziologia e' ancora sconosciuta, probabilmente multifattoriale e variabile  da caso a caso. Fattori legati agli edifici, ai sistemi di condizionamento  e  di ventilazione, ai programmi di manutenzione, al tipo  e  alla  organizzazione del lavoro e fattori personali svolgono certamente un ruolo rilevante.   Il  National  Institute For Occupazional Safety and Health (NIOSH) ha  effettuato  ottre  600 accertamenti in edifici in cui erano stati segnalati  problemi  di  salute o di comfort. Dai risultati e' emerso che  il  problema  prevalente  (in  quasi  la  meta'  dei  casi)  era costituito da una ventilazione inadeguata.   In  Italia  sono riportati episodi significativi da oltre 10 anni. Non  sono  stati  eseguiti  studi  epidemiologici  su larga scala che abbiano  interessato  piu' edifici. Anche nell'esperienza italiana le alterazioni   dei   parametri  ambientali,  sebbene  in  alcuni  casi significative   (es.  rilievo  di  fibre  di  vetro  su  pavimento  e superfici, bassa umidita' dell'aria, eccessiva illuminazione, elevata temperatura,   etc.)   non   sembrano   da  sole  poter  giustificare l'elevatissima  prevalenza  di  una  sintomatologia cosi' complessa e strettamente correlata con la permanenza con gli edifici studiati.   Alcuni  lavori  italiani hanno focalizzato l'attenzione sui costi, in  termini  puramente economici, di episodi di S.B.S., confermandone l'elevato impatto sociale.
     6.8  -  Effetti  irritativi e sul comfort della qualita' dell'aria indoor
     Comfort  ambientale  e  benessere microclimatico si riferiscono ad una  condizione  dell'aria  percepita  come ottimale dal soggetto dal punto  di  vista delle proprieta' sia fisiche (temperatura, umidita', ventilazione)  che chimiche (aria "pulita" o "fresca".). Dal punto di vista  igienico-sanitario una condizione ambientale e' da considerare accettabile  non  solo  quando  i principali parametri microclimatici sono  nell'intervallo  di  normalita'  e  nell'aria non sono presenti contaminanti  specifici  in  concentrazioni  dannose ma, soprattutto, quando  la  grande maggioranza delle persone esposte (80% o piu) sono soddisfatte della qualita' dell'aria.   E'  da sottolineare che hanno un ruolo fondamentale nello sviluppo degli effetti sulla salute, oltre ai livelli di esposizione, anche le caratteristiche   individuali   dei  soggetti  esposti,  che  causano differenze  nella  manifestazione  di  tali  effetti (suscettibilita' individuale).  La  risposta  dei  singoli  individui  ad  una  stessa esposizione  ambientale,  o  di  uno stesso individuo nel tempo puo', infatti,  variare  per  una  serie di condizioni personali. Alla base della   ipersuscettibilita'   vi   possono  essere  fattori  genetici congeniti (es. deficit enzimatici) o fattori fisiologici o patologici (es.  eta', sesso, gravidanza, stato nutrizionale, abitudine al fumo, malattie  preesistenti,  allergia,  asma).  Gruppi  della popolazione particolarmente  ipersuscettibili  sono  i  bambini,  gli anziani, le donne  gravide ed i soggetti con situazioni patologiche preesistenti, quali   malattie   polmonari,   asma   bronchiale,  sensibilizzazione allergica.   Il microclima (complesso dei parametri ambientali che condizionano lo  scambio  termico  soggetto-ambiente), unitamente all'inquinamento chimico,  incide  in  maniera  significativa  sulla  "qualita'" degli ambienti  in  cui  si  vive  e si lavora e quindi sul benessere delle persone.  In effetti il conseguimento del benessere termico, cioe' lo stato  di  piena  soddisfazione  nei  confronti dell'ambiente stesso, costituisce  una  condizione  indispensabile  e  prioritaria  per  il conseguimento  del  benessere  totale.  La  valutazione  completa  di benessere  termico  prevede che siano prese in considerazione, sia in fase  di  studio  che  successivamente in quella di intervento, anche altre   condizioni:  elevata  differenza  verticale  di  temperatura; pavimento  troppo  caldo  o  troppo  freddo; correnti d'aria; elevata asimmetria  di  temperatura radiante, che costituiscono le principali cause  di "disagio locale". Perche' vi sia benessere non deve esserci disagio locale, dovuto a non uniformita' delle variabili ambientali.   I   quadri   clinici   caratterizzati   da  effetti  irritativi  e neurosensoriali  che determinano condizioni di malessere, diminuzione del  comfort  degli  occupanti  e  percezione negativa della qualita' dell'aria, sono le forme piu' frequenti, tra le patologie determinate dall'esposizione ad agenti indoor.   I  principali composti chimici responsabili di reazioni irritative negli  ambienti confinati sono: formaldeide e altre aldeidi, composti organici  volatili  (VOC)  e  sostanze  presenti  nel fumo di tabacco ambientale,  fibre  minerali artificiali. L'intensita' della risposta dell'organismo   all'effetto   irritante   dipende  anche  da  alcuni parametri microclimatici, quali temperatura ed umidita'.   Anche  le  fibre  minerali  artificiali, in particolare la lana di vetro,  possono essere responsabili di effetti irritativi cutanei che si  manifestano  con  prurito  intenso  conseguente alla stimolazione meccanica  diretta  delle  microfibre  aerodisperse che si depositano sulla  cute.  Epidemie  di  dermatiti  da  fibre  minerali sono state osservate   in  edifici,  specialmente  in  occasione  di  lavori  di manutenzione  su pannelli coibentanti, od a seguito di contaminazione delle  condutture dell'aria forzata causate da rotture dei condotti e penetrazione del coibente nel quale erano avvolte.   Alle  sollecitazioni  ambientali rispondono non solo vista, udito, tatto,  odorato  ma  anche  recettori (chemorecettori) meno specifici situati  nella  pelle  e  nelle mucose della bocca e degli occhi. Gli effetti  sensoriali  associati  alla  qualita'  dell'aria indoor sono definiti  come  sensazioni  soggettive negative conseguenti a stimoli ambientali che non causano danni permanenti. Gli effetti sensoriali a lungo  termine,  collegati  ad  un disagio prolungato, si manifestano come   irritabilita',  depressione,  incapacita'  di  concentrazione, ansieta',   cefalea,  problemi  di  digestione,  mal  di  schiena  ed insonnia.   Infine,  alterazioni  comportamentali o effetti psico-sociali sono altri  tipi  di  effetti  secondari  che  possono essere osservati in presenza di disagio sensoriale legato alla qualita' dell'aria: esempi di   tali   effetti   di   una   certa  rilevanza  sono  assenteismo, conflittualita', decremento della produttivita', ecc.   Stime  della  Organizzazione  Mondiale  della Sanita' indicano che effetti  sensoriali  primari  o secondari, espressione di disagio, si rilevano  nei  soggetti  che  risiedono  nel  30%  di  tutte le nuove costruzioni.
     6.9  -  Sindrome  da  sensibilita'  chimica  multipla  o  Multiple Chemical Sensitivity syndrome (M.C.S.)
     Con  il  termine  di  sindrome da sensibilita' chimica multipla si definisce  una  sindrome  caratterizzata  da reazioni di intolleranza dell'organismo    ad   agenti   chimici   ed   ambientali   presenti, singolarmente   o  in  combinazione,  a  concentrazioni  generalmente tollerate  dalla  maggioranza  dei  soggetti.  La  reale  esistenza e definizione  di  questa  sindrome  e'  oggetto  di  ampio dibattito a livello scientifico ed al momento non vi sono ancora solidi parametri di riferimento per la diagnosi di tale patologia.   6.10 - Intossicazione da monossido di carbonio   Per  concentrazioni  di  CO  superiori  all'80% si ha l'exitus per arresto  cardiorespiratorio.  Le  statistiche  ufficiali piu' recenti riportano   500-600   morti   l'anno   in   Italia,   in  seguito  ad intossicazione acuta da CO, di cui circa i 2/3 di origine volontaria. Tali  cifre  sicuramente  sottostimano l'entita' del problema poiche' molti casi di intossicazione, soprattutto quelli accidentali o i casi non  mortali,  non  vengono correttamente diagnosticati e registrati. Particolarmente sensibili all'azione dell'ossido di carbonio sono gli anziani,  le  persone  con  affezioni dell'apparato cardiovascolare e respiratorio,  la  donna  gravida, il feto, il neonato e i bambini in genere.   Molto si e' discusso sull'esistenza di un quadro di intossicazione cronica   da   CO.   In  alcuni  soggetti  esposti  per  lungo  tempo all'assorbimento di piccole quantita' del tossico, e' stata descritta una  sintomatologia  caratterizzata  da  astenia, cefalea, vertigini, nevriti,   sindromi  parkinsoniane  ed  epilettiche,  aritmie,  crisi anginose.
     6.11  - Effetti da esposizione ad antiparassitari e insetticidi di uso domestico
     Questi  composti sono tossici per definizione ed esercitano i loro effetti   principalmente   sul   sistema   nervoso,   sul   fegato  e sull'apparato   riproduttore.   Taluni   sono  anche  sensibilizzanti allergici.   Per   questo   gruppo  di  sostanze  non  esistono  dati sull'entita' della esposizione della popolazione.
     7.   L'impatto   degli   inquinanti   indoor  sulla  salute  della popolazione italiana
     La  valutazione  quantitativa  dell'impatto della esposizione agli inquinanti sulla popolazione in termini di effetti sanitari, di costi diretti  per  l'assistenza  medica,  di  impatto  economico generale, necessita  di  molte  informazioni  sui  livelli di esposizione della popolazione,  sui  rischi  individuali  ad  essi associati, sul costo unitario   dell'attivita'   assistenziale   sanitaria,   sul   valore "economico" da assegnare agli anni di vita perduta. Tuttavia, vi sono poche  applicazioni  della analisi comparativa delle stime di impatto per  il  complesso  degli  inquinanti  indoor  in  grado  di  fornire indicazioni  operative  sulla  dimensione  del  fenomeno  e utili per stabilire le priorita' degli interventi di prevenzione.   Una  stima adeguata dell'impatto sanitario degli inquinanti indoor nel   nostro   Paese  necessita  di  una  molteplicita'  di  dati  ed informazioni   (caratteristiche   e   frequenza   delle  esposizioni, coefficienti   della   relazione   dose-risposta   specifici  per  la popolazione  italiana)  che  al  momento  sono  disponibili  in  modo parziale e frammentario.
     7.1  -  Stime  dell'impatto  sanitario  degli inquinanti indoor in Italia
     L'agenzia   per   la   protezione  ambientale  degli  Stati  Uniti (Environmental  Protection  Agency,  EPA)  ha  proposto  un approccio interessante e indubbiamente utile - specie nelle situazioni in cui i dati di base sono carenti - per classificare e valutare l'impatto dei fattori  indoor  sulla  salute della popolazione (EPA, 1990). Vengono distinte  le  esposizioni  che  interessano  una  parte rilevante dei cittadini  (ad  esempio, superiore al 10%) ed esposizioni riguardanti un  numero  limitato  di  soggetti; gli effetti per la salute vengono classificati  in  affezioni di rilevante gravita' (malattie croniche, morte)  ed  effetti  minori  (malattie  lievi, disturbi, fastidi). Ne deriva  una  matrice  (effetti  gravi  e  diffusi,  gravi e in numero limitato,  lievi  e  diffusi,  lievi  ed in numero limitato) che puo' fornire una guida operativa per le indicazioni di priorita'.   Sulla  base  dei  suggerimenti  della  EPA, e considerando che per alcuni  inquinanti specie quelli associati ad effetti meglio indagati e  piu' gravi - e' possibile una prima approssimativa valutazione del rischio,  e'  stata elaborata una stima grezza dell'impatto di alcuni fattori  di  rischio  nella  realta' italiana (tabella 2). La tabella considera  solo  i  pochi inquinanti molto diffusi (allergeni, radon, fumo  di  tabacco  ambientale,  benzene, monossido di carbonio) e che producono   effetti   molto  gravi  sulla  salute.  Risulta,  invece, prematura una stima di impatto per altri inquinanti (o altri effetti) meno  diffusi (o piu' lievi); gli effetti considerati sono quelli per i  quali  esiste  una  adeguata evidenza scientifica sulla causalita' della associazione. Alle stime di impatto deve essere necessariamente associato  un  range  di  variazione  che  dipende  dalle  molteplici assunzioni e dalla variabilita' dei dati disponibili. In questa prima approssimazione  si e' ritenuto di poter fornire solo le stime minime del numero di casi di malattia o di decesso attribuibili ogni anno in Italia  agli  inquinanti  considerati. In sostanza, il numero di casi attribuibili,  e'  probabilmente  superiore, ma e' si e' preferito un approccio valutativo conservativo.
   Tabella 2 - Valutazione quantitativa dell'impatto sulla salute della popolazione e dei costi diretti (in Lire) per l'assistenza sanitaria attribuibili ogni anno agli inquinanti indoor in Italia ==================================================================== Inquinante        Malattia         Impatto           Costi diretti                                   sanitario ==================================================================== Allergeni (acari, Asma bronchiale  >160.000 casi     >160 miliardi muffe, forfore    (bambini/         prevalenti/anno animali)          adolescenti) -------------------------------------------------------------------- Radon             Tumore del       1.500-6.000       52-210 miliardi                  polmone          decessi/anno -------------------------------------------------------------------- Fumo di tabacco   Asma brorichiale >30.000 casi      >30 miliardi ambientale        (bambini/        prevalenti/anno                  adolescenti)                  --------------------------------------------------                  Infezioni acute  >50.000 nuovi     non valutabile                  delle vie aeree  casi/anno                  sup. ed inf.                  --------------------------------------------------                  Tumore del       >500 decessi/anno >18 miliardi                  polmone                  --------------------------------------------------                  Infarto del      >900 decessi/anno >15 miliardi                  miocardio -------------------------------------------------------------------- Benzene           Leucemia         36-190 casi/anno  1-7 miliardi -------------------------------------------------------------------- Monossido di      Intossicazione   >200 decessi/anno 1 miliardo carbonio(CO)     acuta da CO --------------------------------------------------------------------
  7 - Conclusioni
     L'inquinamento   "indoor",   rispetto   a   quello  "outdoor",  si caratterizza  per il particolare coinvolgimento che in esso hanno gli occupanti  degli edifici. Questi, infatti, sopportano direttamente le conseguenze  negative  dell'inquinamento  in  termini  di benessere e qualita'  della  vita  ed allo stesso tempo, con i loro comportamenti possono  essere responsabili dell'inquinamento stesso. Proprio questo ruolo  attivo  del cittadino deve essere proficuamente utilizzato per realizzare   opportune   strategie  per  la  gestione  del  problema, soprattutto attraverso la promozione di comportamenti e stili di vita positivi, improntati alla salute.   Per   questi   motivi,   e'  necessario  sviluppare  programmi  di prevenzione   volti   a   migliorare  i  livelli  di  conoscenza,  di comprensione  e  di  percezione da parte della popolazione dei rischi presenti   negli  ambienti  confinati,  tradizionalmente  considerati "sicuri"  (abitazioni, scuola, uffici, ambienti sportivi e ricreativi etc.)   e   promuovere  iniziative  per  la  prevenzione  dei  rischi attribuibili  all'inquinamento  dell'aria indoor al fine di garantire alla collettivita' un elevato livello di protezione sanitaria.                              PARTE II                      PROGRAMMA DI PREVENZIONE                   "per la tutela e la promozione               della salute negli ambienti confinati"
  1 - Finalita'
     Lo scopo principale di questo documento e' realizzare un'occasione di  dialogo,  di  concertazione e coordinamento tra i diversi livelli organizzativi  istituzionali  sugli  obiettivi  di  promozione  della salute e di prevenzione primaria nel settore degli ambienti confinati e di stimolare la progettazione ispirata ai bisogni locali sulla base delle  indicazioni internazionali e dei dati nazionali. Esso fornisce gli  elementi  indispensabili  per  la  realizzazione di un programma nazionale  di  tutela  della  salute  della popolazione generale e di ruppi particolarmente vulnerabili.
     2 - Principi dell'intervento
     Le  iniziative  di prevenzione per la tutela e la promozione della salute   negli   ambienti  interni  si  fondano  su  alcuni  principi fondamentali:
  1. diritto  per  tutti,  in particolare anziani, bambini e allergici,   alla salute, definita, in accordo con l'OMS, uno stato di completo   benessere psicofisico "e non solamente come assenza di malattia"; 2. "sostenibilita'"   degli   edifici,   dal  punto  di  vista  della   progettazione,  costruzione,  ristrutturazione e gestione, per gli   aspetti che riguardano l'ambiente e l'energia; 3. prevenzione scientificamente giustificata, cioe' fondata su solide   conoscenze  scientifiche  e  sulla  priorita'  della  tutela degli   interessi  della  sanita'  pubblica  rispetto  a quelli economici,   dell'industria, del commercio e della produzione; 4. partecipazione  dei  cittadini  alla  gestione  delle politiche di   intervento  preventivo  e  rispetto delle regole di sussidiarieta'   negli  interventi  tra  Stato  ed  Enti Locali e tra Enti Locali e   cittadini.
  3 - Obiettivi
     Gli  indirizzi  programmatici  per la tutela e la promozione della salute   negli  ambienti  indoor  fanno  specifico  riferimento  agli obiettivi  del Piano sanitario nazionale 1998-2000 ed al Target HFA - 2000 dell'OMS (Tabella 3).   In   particolare   il  Programma  di  prevenzione  indoor  mira  a perseguire i seguenti obiettivi strategici:
  1) promuovere   iniziative  nell'ambito  della  prevenzione  e  della   promozione   della  salute  in  base  alla  "domanda  prevalente",   rappresentata  dalle  patologie di alta rilevanza nazionale, quali   sono,   appunto,   le  patologie  correlate  all'ambiente  indoor:   patologie  cardio-respiratorie,  oncologiche,  asma, allergie, gli   incidenti domestici, etc., e, allo stesso tempo personalizzare gli   interventi di prevenzione, partendo dai bisogni locali: 2) migliorare  il contesto ambientale, in particolare quello relativo   agli ambienti confinati di vita e di lavoro; 3) rafforzare  la  tutela  dei  soggetti  deboli  (infanzia, donne in   gravidanza, anziani, malati, classi svantaggiate).
     La  realizzazione  degli  obiettivi  strategici per la tutela e la promozione  della  salute  negli  ambienti  confinati  deve  favorire l'integrazione  dei  servizi  e  degli interventi per la tutela della salute  sia  nell'ambito  dei  settori della sanita', sia tra settori diversi:  sociale,  ambientale,  educativo  ed  altro,  attivando uno strumento capace di analizzare, orientare e valorizzare le iniziative di  promozione  e  di  tutela  della  salute  nella programmazione ai diversi  livelli  (nazionale,  regionale e locale), che si traduca in strategie condivise per obiettivi comuni.
  obiettivi specifici
  Il  Programma  di  prevenzione  indoor  persegue i seguenti obiettivi specifici:
  1. conoscenza  delle condizioni abitative e degli stili di vita della   popolazione e promozione di stili di vita sani; 2. ambienti di lavoro che garantiscano benessere e produttivita'; 3. ambienti  di  vita  sani  e  sicuri;  riduzione  dell'inquinamento   domestico, (specie l'esposizione al fumo passivo); 4. incentivazione  e  per  taluni aspetti, obbligo alla costruzione e   ristrutturazione  di  edifici  e  di  ambienti igienicamente sani,   compatibili con l'ambiente ed efficienti nell'uso dell'energia; 5. prevenzione  dei  costi sanitari e sociali legati all'inquinamento   indoor; 6. tutela  del  consumatore e incentivo alla produzione ed al consumo   di materiali/prodotti sani.
     Per  individuare  le  proprieta'  negli  ambiti  d'intervento,  il Programma segue i seguenti criteri fondamentali;
  1) privilegiare  gli  interventi  di  prevenzione  previsti dal Piano   sanitario  nazionale  e  per  i  quali  esiste  la  documentazione   scientifica  della  loro efficacia nel ridurre l'esposizione della   popolazione    e/o    nel    ridurre    le   patologie   correlate   all'inquinamento; 2) gli   interventi   di   prevenzione   devono  affrontare  in  modo   prioritario  i  temi  delle disuguaglianze dello stato di salute e   favorire  comportamenti  e stili di vita improntati alla salute ed   al miglioramento della qualita' della vita.
  4 - Strategie di lavoro
     Seguendo  una  strategia  generale  di  sanita'  pubblica, bisogna prevedere  una  concertazione  di azioni, nella quale si integrino le competenze    igienico-sanitarie    con   quelle   dell'architettura, dell'ingegneria e delle scienze gestionali e sociali.   In  vista  dei  diversi  settori  interessati,  e'  indispensabile prevedere,  per  la realizzazione del programma, il coinvolgimento ed il      coordinamento     degli     altri     settori     interessati dell'Amministrazione,   in  particolare  i  Ministeri  dell'Ambiente, dell'Industria,  Commercio  e  Artigianato dei Lavori Pubblici, degli Affari   Sociali,   della   Pubblica   Istruzione   e  della  Ricerca Scientifica.  Nella  tab. 4 sono indicate alcune delle possibili aree di    intervento   che   interessano   in   maniera   diretta   altre Amministrazioni centrali.   Un  ruolo  significativo  nella  realizzazione delle iniziative di prevenzione  per  la tutela della salute negli ambienti indoor spetta anche   alle   Amministrazioni  Regionali  che  sono  depositarie  di specifiche  funzioni  e  materie  delegate  in  molti  dei settori di competenza.   Una  parte  rilevante  dell'intervento  deve  essere  rivolta alla informazione ed alla educazione della popolazione, cosicche' essa sia in  grado  di  svolgere  un  ruolo  attivo  nella prevenzione e nella promozione  della  salute,  e  devono essere coinvolte anche le parti sociali e le associazioni.   Oltre  agli  interventi  di  tipo normativo, basati su standard di sanita'   pubblica,   il   Programma   indoor  deve  operare  con  la predisposizione  di  strumenti  tecnici,  con  campagne formative del personale  tecnico  del  Servizio  sanitario  nazionale  e  di quello operante  in  altri  settori,  con  campagne  di  informazione  e  di educazione  sanitaria  e  con  il  supporto  di  un  piano  nazionale finalizzato di ricerca. Quando possibile, si possono utilizzare anche strumenti di mercato ed incentivi economici e fiscali per orientare i comportamenti  ed  i  consumi  della  popolazione verso gli obiettivi desiderati.
   ==================================================================== Tabella 4 - Aree di intervento che interessano altre Amministrazioni            centrali dello Stato ==================================================================== Ministero dell'Ambiente
  - sviluppo di attività normativa coordinata con il ministero della  Sanità in tema di qualità dell'aria e qualità dell'ambiente - sviluppo di attività coordinate di ricerca e monitoraggio degli  inquinanti - messa a punto di un programma di formazione per i tecnici del SSN,  dell'ANPA e delle Agenzie Regionali
  Ministero dei Trasporti
  - sviluppo coordinato di norme per la IAQ sui mezzi di trasporto - sviluppo della ricerca sui problemi specifici relativi all'IAQ sui  mezzi di trasporto e sulle possibilità di intervento per  migliorarla
  Ministero dell'industria, Commercio e Artigianato
  - messa a punto di tecniche standard per la valutazione delle  emissioni e per la classificazione dei materiali - sviluppo di procedure di etichettatura dei materiali e di  certificazione - concerto con il Min. Sanità nella definizione di normativa  sull'impiego dei biocidi e dei prodotti chimici di largo consumo - promozione di campagne di informazione presso i produttori e gli  utilizzatori primari
  Ministero dei Lavori Pubblici
  - definizione di principi e di standard per l'integrazione dei  regolamenti edilizi - definizione di norme per l'edilizia pubblica, residenziale e non  coerenti con i temi dell'IAQ
  Ministero degli Affari Sociali
  - sviluppo di campagne di informazione ed educazione della  popolazione - sviluppo di attività rivolte alla tutela dei consumatori
  Ministero della Pubblica Istruzione
  - definizione di principi e di standard per la qualità dell'ambiente  dell'edilizia scolastica - promozione di interventi di educazione sanitaria, con particolare  riferimento alla popolazione in età scolare, agli insegnanti ed ai  genitori, sui temi relativi ai fumo di tabacco attivo e passivo e  sui rischi per la salute presenti negli ambienti confinati (es.  avvelenamento da CO)
  Ministero dell'Università e della Ricerca Scientifica
  - coordinamento del piano nazionale finalizzato di ricerca sulla IAQ - sviluppo di attività di formazione universitaria nelle aeree  scientifiche, progettuali e produttive -------------------------------------------------------------------- NOTA. Questo schema non tiene conto delle nuove leggi di riordino      della Pubblica Amministrazione e in particolare del D.L.vo      30 Luglio 1999, n. 300 di "Riforma dell'organizzazione del      Governo a norma dell'art. 11 della Legge 15 marzo 1997, n. 39"
  5 - Azioni proposte a livello normativo e tecnico
  5.1.  Requisiti  funzionali degli ambienti e standard/valori guida di qualita' dell'aria
  Premessa
     In  Italia non si dispone ancora di una normativa specifica per il controllo  della qualita' dell'aria negli ambienti di vita chiusi. Le norme  per  la  salubrita'  delle  abitazioni  sono fissate, per ogni Comune,  dal  Regolamento  di igiene e sanita'. In base al T.U. delle leggi  sanitarie  (R.D. 27 luglio 1934, n. 1265 -Titolo III, Cap. IV, dell'Igiene  degli  abitati  urbani  e  rurali e delle abitazioni). I Regolamenti  Locali  di igiene e sanita' stabiliscono le norme per la salubrita' dell'aggregato urbano e rurale e delle abitazioni, secondo le  istruzioni  di  massima emanate, nei tempi attuali, dal Ministero della  Salute.  Essi  forniscono  indicazioni circa l'allocazione sul territorio,  la  compatibilita'  degli  edifici (rispetto ai punti di captazione   acque  ad  uso  potabile,  rispetto  ad  aree  stradali, ferroviarie,   fluviali   etc.),  l'esposizione  la  aerazione  degli alloggi,  la superficie degli spazi abitativi, le altezze ed i volumi interni   dei   locali,   l'illuminazione  naturale,  i  servizi,  il fonoisolamento,  la presenza di canne di esalazione, di ventilazione, di canne fumarie e di camini.   Il  Regolamento  Comunale  rappresenta, quindi, il primo strumento normativo  del nostro Stato. Esso mantiene una sua specifica utilita' anche  a  seguito  dell'attuazione della riforma sanitaria, con legge 833/78, n. 833, che attribuisce alle regioni la competenza a regolare con  legge  l'esercizio delle funzioni in materia di igiene e sanita' pubblica.   Per  la  salubrita'  dell'aria  negli ambienti di lavoro indoor si applicano  le  norme relative all'igiene del lavoro ed in particolare al   D.L.vo   626/94   (e   successiva   normativa)   riguardante  il miglioramento della sicurezza e della salute dei lavoratori sul luogo di  lavoro.  Tali  norme, pero', non disciplinano in maniera completa tutti i complessi aspetti relativi alla IAQ.   In  generale  gli  standard  elaborati  per gli ambienti di lavoro fanno riferimento all'esperienza specifica degli ambienti industriali e,  come tali, non risultano adatti agli ambienti ad uso ufficio cui, di  solito,  si  applicano  gli  standard  per  la qualita' dell'aria esterna,  oppure specifici standard elaborati per gli ambienti indoor di tipo civile.
     Principali linee d'intervento
     Bisogna  prevedere  l'emanazione di una normativa che coordini, in modo  organico,  i  requisiti  igienici  e  funzionali degli ambienti interni.  In  particolare  devono  essere  definiti  valori  guida di qualita'  dell'aria  raccomandati per i diversi tipi di ambienti e le azioni  necessarie  o  prescritte  a  seconda del livello di qualita' raggiunto.   Per  gli  edifici  ad uso pubblico o aperti al pubblico, i vigenti regolamenti  locali  di  igiene  devono essere integrati con standard minimi di qualita' e livelli di azione e devono prevedere standard di ventilazione in rapporto alle diverse tipologie funzionali.   Per  gli  ambienti  di  lavoro,  e' necessario che la normativa si accordi  alle  disposizioni  previste  dal  D.L.vo  626/94  e vengano indicati standard minimi di qualita' e livelli di azione.   E'  necessario  programmare  azioni  specifiche  per le condizioni igieniche  delle  scuole  e degli ospedali e per i mezzi di trasporto sia  mediante  standard  minimi  di  qualita' e livelli di azione che mediante standard di ventilazione.
     5.1.1 prevenzione ambientale nelle scuole
     Premessa
     Negli     edifici    scolastici    molti    bambini    trascorrono obbligatoriamente  da  4  a  8  ore al giorno, per almeno 10 anni. La scuola  e'  anche  un  luogo di lavoro: in Italia si stima che il 15% della  popolazione,  circa  10.000.000 persone, fra alunni e docenti, studi o lavori ogni giorno in circa 32.000 edifici scolastici.   I   bambini  sono  piu'  sensibili  all'effetto  degli  inquinanti rispetto  agli  adulti e, come e' noto, le prime eta' della vita sono le  piu'  importanti  per lo sviluppo di sensibilizzazione allergica, pertanto  la  qualita'  dell'aria  nelle scuole anche relativamente a quest'aspetto, appare di primaria importanza per la sanita' pubblica.   Gli  studi  fino  ad  ora  effettuati  dimostrano  che gli edifici scolastici      presentano      frequentemente     gravi     problemi igienico-sanitari, a causa della cattiva qualita' delle costruzioni e della  manutenzione  e  problemi collegati al cattivo condizionamento dell'aria.  Spesso si riscontrano alti livelli di VOC, di allergeni e di muffe. I plessi costruiti con tecniche prefabbricate dopo gli anni '60  presentano,  inoltre, diversi rischi attribuibili a isolamento e inerzia  termica  inadeguati (ponti termici, umidita' da condensa) ed alla  scarsa  tenuta  all'aria  e  all'acqua  (infiltrazioni d'acqua, muffe) ed alla presenza di radon.   Per  quanto  riguarda il radon, indagini effettuate in oltre 2.000 scuole  materne  ed elementari di sei regioni italiane hanno messo in evidenza  che  in  questa tipologia di edifici si riscontrano livelli equivalenti   o  superiori  a  quelli  delle  abitazioni,  in  quanto generalmente  tali  edifici scolastici si estendono principalmente al piano  terra,  che e' piu' vicino alla principale sorgente del radon, che e' appunto il terreno sottostante.
     Principali linee d'intervento
     Per  tutti  questi  motivi  e'  necessario  definire i criteri per regolamentare  l'edilizia  scolastica,  in  termini di progettazione; costruzione,   materiali   di   arredo;   elaborare   raccomandazioni specifiche   o  linee  guida  per  il  controllo  dell'aria  interna: promuovere   e   sostenere   iniziative   di   ricerca,  campagne  di informazione   e   sensibilizzazione   rivolte  agli  studenti,  alle famiglie,  al  personale  scolastico, alle istituzioni, alle societa' scientifiche   e   all'opinione   pubblica:   nonche'  promuovere  la formazione di studenti, insegnanti, presidi ed altri lavoratori della scuola.   Si   rimanda,   infine,  ad  un  apposito  ed  urgente  intervento legislativo  l'attuazione  di  una  normativa  specifica per il radon nelle scuole, piu' protettiva.
     5.1.2 Prevenzione ambientale abitazioni:
     Principali linee d'intervento
     E'  necessario  indicare valori raccomandati di qualita' dell'aria e,  per  il  radon,  i livelli di azione oltre i quali raccomandare o imporre  di  intervenire  per  ridurre  i valori di concentrazione. A scopo  preventivo  vanno  predisposte  norme  costruttive  specifiche anti-radon  per  le nuove costruzioni, piu' stringenti nelle zone con maggiore   presenza  di  radon,  nonche'  norme  per  la  limitazione dell'emissione  di  radon  (e  radiazione  gamma)  dai  materiali  da costruzione.   Le  azioni  di supporto consistono nella predisposizione di metodi di  misura  di riferimento, nella formazione del personale del SSN, e nella  garanzia  di servizi di misura di qualita' certificata tramite strutture  pubbliche e private accreditate. Anche in questo caso sono raccomandate  iniziative a favore dell'informazione e dell'educazione sanitaria dei cittadini.
     5.2. Linee di azione specifiche per sorgenti o inquinanti
     5.2.1. Fumo passivo (ETS)
     Il  fumo  di  sigarette  e  di altri prodotti derivati dal tabacco rappresenta,  secondo  la  definizione  dell'OMS,  la "prima causa di morte  facilmente  evitabile". E' pertanto, necessario dare priorita' assoluta  alle  azioni  di  prevenzione  contro  il  fumo di tabacco, estendendo  gli  ambienti soggetti a proibizione, vietando il fumo in tutti  gli  ambienti  di  lavoro  a  breve  termine,  realizzando una normativa  specifica  per gli ambienti per fumatori, e sviluppando la ricerca  e  l'uso  di misuratori attivi e passivi, particolarmente in ambienti  quali  scuole,  ospedali e altri edifici aperti al pubblico (bar, ristoranti, luoghi di lavoro al chiuso non aperti al pubblico).   Appropriate  campagne  di  informazione  e di educazione Sanitaria devono  promuovere  comportamenti  preventivi  nelle  abitazioni  per interni, specie al fumo passivo.   Considerando  che il 50% dei bambini sono correntemente esposti al fumo  passivo  nelle mura domestiche ed i livelli di esposizione sono piu'  elevati  nelle  famiglie  di condizione sociale di livello piu' basso,  gli  interventi  devono  essere rivolti in modo prioritario a favore    di   gruppi   sociali   meno   avvantaggiati,   rispondendo all'obiettivo  della  riduzione  delle  disuguaglianze  nei confronti della salute.   I  messaggi  devono  essere  semplici e recepibili soprattutto dai giovani,  che  sono  il  vero  bersaglio  delle malattie respiratorie legate  al  fumo,  ma anche dai genitori e dagli altri familiari, che sono i principali responsabili dell'esposizione dell'infanzia al fumo passivo nelle abitazioni.   Si raccomandano interventi programmati di carattere nazionale, che coinvolgano  un  vasto  numero  di soggetti, che affrontino in chiave strategica  il  tema  del fumo, concertino in modo organico le azioni attraverso  la  realizzazione di un Piano nazionale di lotta al fumo, promosso dal Ministero della Salute che dovrebbe prevedere azioni per prevenire  l'acquisizione  dell'abitudine  al  fumo  tra  i  giovani, favorire  la  cessazione  del  fumo  tra  i  fumatori  e proteggere i fumatori dall'esposizione al fumo passivo (ETS).   Si  rimanda ad un apposito intervento legislativo l'estensione del divieto  di  fumo anche nei luoghi a frequentazione pubblica, esclusi dalla normativa vigente: bar, ristoranti, luoghi di lavoro indoor non aperti  al  pubblico,  al  fine  di  tutelare la salute delle persone dall'esposizione al fumo passivo.
     5.2.2 - Radon:
     e'  necessario  predisporre  a breve termine un Piano nazionale di azione  per  il  radon,  in  analogia  a  quanto fatto in altri Paesi Europei.   Il   Piano,  promosso  dal  Ministero  della  Sanita',  in collaborazione  con  le  amministrazioni e gli enti interessati, deve comprendere:
  a) linee  guida  per  una normativa sul radon negli ambienti di vita,   che  si raccordi con quella sul radon nei luoghi di lavoro (D.L.vo   241/00)  e  che  contenga:  i  livelli  di azione raccomandati e/o   imposti,  proposte  di incentivi per la realizzazione di azioni di   rimedio  o  preventive sugli edifici. La regolamentazione dell'uso   di  particolari  materiali  da  costruzione:  l'istituzione  di un   registro  nazionale  delle misure di concentrazione di radon negli   edifici   ed   azioni  di  rimedio  e/o  preventive,  al  fine  di   ottimizzare gli interventi e valutarne l'efficacia; b) indicazioni   sui   metodi   e   le   tecniche   di  misura  della   concentrazione  di  radon  e  sulle  procedure di assicurazione di   qualita'; c) criteri  e  modalita'  per  l'individuazione  delle  zone  e degli   edifici piu' a rischio; d) sintesi  delle  soluzioni  tecniche  edilizie  da  adottare  negli   edifici esistenti ed in quelli da costruire; e) valutazione del rischio per gruppi specifici della popolazione, in   particolare per fumatori e non fumatori.
  5.2.3 - Materiali per edilizia (compresi isolanti) e arredo:
  Premessa
     La  responsabilita'  dei  materiali da costruzione e di arredo nel causare  l'inquinamento  dell'aria interna e' notoriamente rilevante, anche se devono essere tenute in considerazione altre cause, quali il comportamento degli abitanti e il funzionamento degli impianti.   Pertanto, e' determinante valutare oltre alla costituzione chimica del  prodotto  e  delle  sostanze  con  cui  viene a contatto (p. es. sostanze   per  la  posa),  anche  le  sue  caratteristiche,  le  sue proprieta',  le  condizioni  di uso e il comportamento in presenza di agenti chimici e fisici.   Un documento interpretativo della Direttiva CEE 89/106 (CEC. 1993) specifica  quali  requisiti  applicare  ai  prodotti da costruzione e quali  materiali  da  costruzione  siano  essenziali  per  rispettare igiene,  salute  e  ambiente.  Un  requisito menzionato nel documento concerne  un  ambiente interno salubre per gli occupanti" e specifica che  uno  dei  modi  per  conseguire questo obiettivo e' il controllo delle  fonti,  eliminando  o  limitando  il rilascio degli inquinanti nell'aria.  In  accordo  col  documento  interpretativo, comunque, un prerequisito   per   attuare   il  controllo  della  sorgente  e'  la formulazione  di specificazioni tecniche unificate per la misurazione di  inquinanti ed emissioni. Purtroppo queste specificazioni non sono ancora  utilizzabili,  ma  in  Commissione Tecnica 264 (Air Pollution Control)   dell'   European   Standardization   Committece  (CEE)  ha incaricato   un  gruppo  di  lavoro  (WG7)  di  preparare  un  metodo standardizzato.
     Principali linee strategiche
     La  strategia  di  intervento  consiste  nel limitare l'impiego di materiali  pericolosi  o insalubri e nell'incentivo alla produzione e all'impiego   di  materiali  igienicamente  idonei.  A  tal  fine  e' necessaria  la  definizione  di procedure tecniche standard di saggio delle  emissioni,  classificazione  dei  materiali  per le proprieta' igieniche  e  ambientali,  etichettatura  e  marchi  di  qualita' dei prodotti  per  l'orientamento  dei  professionisti  del settore e dei consumatori,  tenendo  conto anche di quanto previsto dalla Direttiva 89/106/CEE,  concernente i materiali da costruzione e dalla Direttiva 67/548/CEE  concernente  la limitazione dell'immissione sul mercato e dell'uso di talune sostanze e preparati pericolosi, recepita dal D.M. 12.8.1998  del  Ministero della Sanita' e che prevede che non debbono essere  immessi  sul  mercato  sostanze e preparati classificati come cancerogeni,  mutageni e tossici per la riproduzione, nelle categorie 1 e 2.   Comunque, l'obiettivo strategico non e' di mettere al bando alcuni materiali,  ma piuttosto di promuovere la diffusione di quei prodotti da  costruzione  che abbiano solo effetti trascurabili sulla salute e sul comfort. Per raggiungere questo obiettivo puo' essere promosso un sistema  di  (labelling)  etichettatura  "positiva" che identifichi i prodotti "salubri" (ECA-IAQ, 1997).
     5.2.4 - Prodotti chimici di largo consumo:
     Principali linee strategiche
     Si   deve  procedere  alla  predisposizione,  in  armonia  con  la Direttiva  98/8/CEE,  della  normativa  nazionale  per  l'impiego dei biocidi,  con particolare attenzione alla valutazione del rischio per il  consumatore  ed  al  loro impatto sulla qualita' dell'aria, anche alla   luce   del   D.M.   12.8.1998  del  Ministero  della  Sanita'. Analogamente si dovrebbe procedere per i materiali per le pulizie.
     5.2.5 - Gas di combustione:
     Per  fornelli,  stufe  a  gas,  e  stufe  con  l'utilizzo di altri combustibili e' necessario, migliorare ulteriormente la normativa, le procedure  di  certificazione,  e  la normativa tecnica relativa alle verifiche ed alla manutenzione.
     5.2.5.1 - Monossido di carbonio
     Premessa
     Nonostante l'emanazione di leggi e di norme tecniche, ivi comprese la  legge  46/90  sulla  "Sicurezza  degli  impianti". DPR 447/92, DM 20.2.92,  DM  21.3.93  ed  infine  il  DPR  4.2.93,  gli incidenti da impianti  a  gas  e  le  intossicazioni  da  CO  continuano ad essere frequenti in Italia. E' stata evidenziata, inoltre, la difficolta' se non  l'impossibilita'  di disporre di informazioni sui casi accettati di intossicazione da CO, attraverso i sistemi correnti di notifica.   E'   evidente  che  questi  incidenti  domestici  sono  facilmente prevenibili  con  il semplice rispetto della normativa vigente ed una regolare   manutenzione   degli   impianti,  da  parte  di  personale specializzato.   Infatti  tra  le  principali  cause degli eventi segnalati vi sono difetti  degli  impianti  facilmente  identificabili  e  tecnicamente correggibili,  come  lo scarico dei fumi, l'assenza di ventilazione e la carenza di manutenzione.
     Principali linee strategiche
     E'  necessario  attivare  un progetto mirato di prevenzione, a cui devono  partecipare  tutti  i  soggetti istituzionali e professionali coinvolti   in  questo  settore  specifico:  strutture  del  servizio sanitario  nazionale, operatori sanitari, responsabili dei laboratori chimico-clinico,  organi di vigilanza comunale, autorita' di pubblica sicurezza etc.   A  livello territoriale un ruolo importante deve essere svolto dai Dipartimenti di Prevenzione delle AUSL che ricevono le segnalazioni e dispongono  le verifiche ed i controlli necessari per i provvedimenti di  competenza  e  per la raccolta e la trasmissione dei dati e delle informazioni.   Deve  esser rafforzata l'azione preventiva di controllo, ma devono essere  anche  promosse le azioni volte all'informazione degli utenti ed  alla  formazione  dei  responsabili  della  manutenzione  e degli utilizzatori degli impianti.   L'uso  di  apparecchiature  rivelatrici  della presenza di CO puo' essere  incoraggiato,  ma non deve essere considerato una alternativa ad una appropriata manutenzione.   Una   corretta   informazione  della  popolazione  generale  sulla pericolosita' del monossido di carbonio rappresenta il punto centrale nella  prevenzione  degli effetti dannosi da CO. Campagne informative dovrebbero   essere  condotte  soprattutto  nei  periodi  a  maggiore rischio, come durante i mesi invernali, o in previsione di tempeste e forti venti.   La classe medica deve essere sensibilizzata in modo particolare al problema,  affinche'  venga  considerato sempre monossido di carbonio come  probabile  agente  eziologico  in  presenza  di  quadri clinici compatibili.
  5.2.6 - Agenti biologici
     Si  devono  sviluppare tecniche qualificate per la valutazione del rischio  biologico  negli ambienti indoor, metodi standard di misura, valori guida di riferimento nell'aria.   Per la legionella si rimanda alle Linee Guida per la prevenzione e controllo della legionellosi, pubblicare sulla G.U. S.G. n. 203 del 5 maggio 2003.
     5.2.6.1 - Allergeni
     E'  necessario promuovere azioni specifiche per la riduzione della concentrazione degli allergeni indoor e dell'esposizione dei soggetti allergici  agli  agenti  indoor.  Le  azioni  devono essere di ordine conoscitivo (epidemiologico, clinico, sperimentale), di divulgazione, di  educazione  ed  in  alcuni  casi  di  tipo  normativo. Le diverse iniziative devono essere modulate sulla peculiare situazione italiana e mirate a risultati nel breve, medio, lungo termine.
     Principali linee strategiche
     Si sottolinea l'importanza di prevedere raccomandazioni specifiche per  il  controllo della qualita' dell'aria, relativamente al rischio allergologico nelle abitazioni e nelle scuole: promuovere campagne di informazione   volte  agli  studenti,  alle  famiglie,  al  personale scolastico,   alle   istituzioni,   alle   societa'   scientifiche  e all'opinione   pubblica;   promuovere   la   formazione  di  studenti insegnanti  ed  altro  personale  della  scuola, definire criteri per regolamentare  l'edilizia  scolastica  in  termini  di progettazione, costruzione, materiali di arredo.
     Linee strategiche specifiche contro gli Acari
     Le iniziative di prevenzione primaria devono essere dirette da una parte  a  contrastare  la  proliferazione  degli  acari, dall'altra a impedire  il  loro  contatto  con  il  corpo  umano.  Le  prime  sono applicabili  a  tutti  gli  ambienti indoor, pubblici e domestici, le seconde  elettivamente  all'ambiente  domestico  ed a quegli ambienti pubblici  come  gli  alberghi, le cuccette delle navi o dei treni, in cui vi siano letti.   Le  indicazioni  e  le  raccomandazioni  per  la  prevenzione e la riduzione  del  rischio  allergologico potrebbero essere riportate in opuscoli  informativi,  destinati  alla popolazione ed in particolare alle categorie a rischio.
     5.3. Progettazione, costruzione e gestione degli edifici
     Le azioni devono riguardare e seguenti aree:
  - definizione  di  principi  e  standard  che integrino gli strumenti  normativi  vigenti  (Regolamento  edilizio,  Regolamento  d'igiene,  Norme  tecniche) finalizzandoli allo stato igienico-sanitario degli  impianti aeraulici ed al controllo della qualita' dell'aria; - linee-guida  dettagliate  per  la  progettazione  edilizia e per le  soluzioni  di ventilazione (portate di aria esterna minime, griglie  di  ventilazione  e  misura  del  numero  di  ricambi  d'aria nelle  residenze); - strumenti di valutazione per la scelta dei materiali (ecolabel); - regole per la commissione e vendita degli edifici; - regole  per la manutenzione degli edifici, istituzione obbligatoria  del libretto di manutenzione; - regole  per  la progettazione, gestione, e manutenzione dei sistemi  di  ventilazione  e  climatizzazione, volte a garantire la qualita'  per il consumatore; - accreditamento  e  certificazione  dei servizi di manutenzione agli  edifici; - accreditamento e certificazione dei consulenti e dei servizi per la  qualita' dell'aria.
  5.3.1  -  Indicazioni  generali relative ai requisiti igienici per le operazioni di manutenzione degli impianti di climatizzazione
     I  sistemi  di  condizionamento dell'aria e di ventilazione devono essere  progettati, costruiti ed istallati in modo tale da consentire la  pulizia di tutte le superfici interne e di tutti i componenti, in conformita'  alle disposizioni della ENV 12097 ("Rete delle condotte, Requisiti  relativi  ai  componenti atti a facilitare la manutenzione delle reti delle condotte" - Gennaio 1997).   Cio'  costituisce  premessa  indispensabile affinche' tali sistemi possano  funzionare  ed essere sottoposti a manutenzione in modo tale che i requisiti igienici siano permanentemente rispettati.   A  questo  proposito devono essere effettuate ispezioni tecniche e manutentive  regolari insieme a frequenti controlli igienici da parte del   personale  interno  all'azienda  addetto  alla  manutenzione  e ispezioni igieniche ulteriori a intervalli di tempo maggiori da parte di   personale   specializzato.  Si  raccomanda  di  registrare  ogni controllo.   In   particolare   il   primo  controllo  deve  avvenire contestualmente  all'attivazione  dell'impianto  al fine di accertare che  lo  stesso sia stato posto in opera pulito (assenza di detriti e polvere  di  cantiere  etc.). Il limite ammissibile per il articolato depositato   nei   condotti   d'aria  considerati  puliti,  privi  di rivestimento  interno, e' 0.1 g/mc, le procedure per la prova, almeno per  quanto  riguarda  le  condotte  non  coibentate, sono quelle per aspirazione, secondo la metodologia descritta in NADCA - National Air Duct Cleaners Association (1996) "Mechanical Cleaning of HVAC systems -  Specifications  -  Developed for Architects. Consultino Engineers, Facility Managers" Section 15891,2/96, Washington, DC.   Si  raccomanda di controllare regolarmente i sistemi impiantistici per evidenziare eventuali contaminazioni e di pulirli, se necessario, ricorrendo  a personale qualificato. Un sistema puo' essere mantenuto pulito solo quando tutte le superfici del sistema (in particolare dei condotti  d'aria) non presentano accumuli di particolare ritenuti non accettabili.   La contaminazione puo' essere riferita sia alla presenza di agenti patogeni  ben  individuati  (ad esempio quelli classificati a maggior rischio nella 626/94), sia al superamento delle concentrazioni limite della  carica  micotica e batterica. Per le condotte pulite, prive di rivestimento  interno,  il  NADCA  fornisce i seguenti valori limite: carica  batterica  <30.000  CFU/g. carica micotica < 15.000 CFU/g. Il limite  per  la  contaminazione  ammissibile nei condotti d'aria e' 1 g/mc,  le  procedure  per  la  prova,  almeno  per quanto riguarda le condotte  non  coibentate,  sono  quelle  per aspirazione, secondo la metodologia descritta in NADCA 1.   Si raccomanda di ispezionare regolarmente i filtri e, se vi e' una evidente  contaminazione,  di rimpiazzarli, senza considerare la loro vita utile.
     6. Azioni previste a livello formativo
     Bisogna  attribuire  grande  rilievo alle azioni di formazione, in particolare  per  i  professionisti che operano nel settore edilizio, tecnologico-impiantistico e nei servizi di prevenzione.   Allo  scopo  di migliorare la diffusione delle conoscenze generali sulla prevenzione dell'inquinamento dell'aria negli ambienti interni, si  deve  valutare  come  inserire  i  temi della prevenzione e della qualita'  dell'aria  nei curricula formativi delle scuole superiori e dell'universita'.  Programmi  specifici devono essere predisposti per la formazione dei formatori.   Per  il  personale  tecnico  del  SSN, ISS, ISPESL, ANPA, ARPE, ed altri  enti territoriali e' necessario varare un programma poliennale di corsi di orientamento, formazione e aggiornamento.   E'  opportuno  prevedere  un addestramento specifico del personale sanitario  e  tecnico  circa  le tecniche di valutazione del rischio, metodi  di  misura,  le  tecniche  per  valutare  l'esposizione  e le tecniche  di  prevenzione per i principali inquinanti (radon, fumo di tabacco, VOC, particolato, microrganismi, allergeni).
     7. Azioni previste a livello informativo e di educazione sanitaria
     L'informazione    e    l'educazione   sanitaria   sono   strumenti indispensabili  per il coinvolgimento dei cittadini, per promuovere e sollecitare  la  loro  partecipazione  consapevole alle iniziative di tutela della salute e di prevenzione.   Si deve prevedere la partecipazione e la collaborazione di tutti i soggetti  sociali  e le forze istituzionali: le Regioni, i Comuni, le Province,  le associazioni di volontariato, la scuola, le famiglie il mondo imprenditoriale ed i mezzi di comunicazione di massa.   In  particolare, in collaborazione con gli ordini professionali ed associazioni,  si  deve  procedere  alla  realizzazione  di materiale informativo,  scientificamente  qualificato,  da  utilizzare  per  la promozione  di  campagne  informative  rivolte  sia  alla popolazione generale  (famiglie,  consumatori,  insegnanti, studenti della scuola dell'obbligo,   rappresentanti   dei  lavoratori  per  la  sicurezza, pazienti  asmatici, soggetti allergici) sia ai professionisti: medici (medico  di  famiglia,  igienisti,  medici del lavoro, specialisti di malattie    respiratorie,    allergologi);   ingegneri,   architetti, designers;   proprietari   e   gestori   immobiliari;  impiantisti  e termotecnici: fornitori di servizi agli edifici: presidi delle scuole in  quanto  responsabili di edifici scolastici; personale dei servizi tecnici  degli  enti locali; gestori di mezzi di trasporto, stazioni, aeroporti, ecc.
     8. Azioni previste a livello di ricerca
     Si  raccomanda  di  promuovere un programma nazionale di ricerca a medio termine su queste aree prioritarie:
  1. Valutazione  dell'esposizione  della  popolazione  (indagine sulle   condizioni abitative e di vita, esposizione ambientale e personale   agli    inquinanti,    distribuzione   dell'esposizione,   fattori   determinanti,  rapporto sorgenti/esposizione, biomarkers, tecniche   di valutazione dell'esposizione, ecc.). 2. Valutazione  degli  effetti  sulla  salute  e  del  rischio per la   popolazione  (studi  epidemiologici,  in  particolare  sul rischio   radon  per  i  non fumatori e sugli effetti sinergici, tra radon e   fumo   passivo,   meccanismi   d'azione,   tecniche  diagnostiche,   allergie,  asma,  effetti  respiratori,  tumori,  effetti tossici,   effetti sensoriali, SBS, ecc.) 3. Metodi  di  misura  e  di studio delle sorgenti e degli inquinanti   (standardizzazione  delle  tecniche  di  misura, misura emissioni,   sorgenti   complesse,  caratterizzazione  POM,  allergeni,  agenti   biologici, ecc.). 4. Tecniche  per  il miglioramento della qualita' dell'aria interna e   per la conseguente riduzione del rischio per la salute tecniche di   controllo  delle  sorgenti  e di riduzione delle concentrazioni in   aria,  filtrazione  dell'aria,  sistemi di ventilazione, sensori e   demand-ventilation, ecc.). 5. Strumenti e metodi per la formazione professionale, l'informazione   della popolazione e l'educazione sanitaria.
  9. Destinatari del Programma di prevenzione indoor
     I  principali  destinatari  del  Programma  di prevenzione per gli ambienti  confinati  sono: le Amministrazioni centrali nazionali ed i loro   organismi,  le  autorita'  regionali,  provinciali,  comunali, settori economici (industria, commercio, agricoltura etc.) il sistema sanitario   nazionale,   ai  vari  livelli.  I  cittadini,  tutte  le componenti  di  settore,  gli organismi non governativi, gli "opinion maker".                              PARTE III             LINEE STRATEGICHE E STRUMENTI PER LA MESSA            IN OPERA DEL PROGRAMMA DI PREVENZIONE INDOOR
     La  caratteristica  multisettoriale  del  Programma di prevenzione indoor  pone  la  necessita'  di  avviare nel Paese un vero e proprio "patto",  che  impegni  le  istituzioni centrali ed una pluralita' di soggetti.  I  risultati di salute e di miglioramento delle condizioni igienico-sanitarie    negli    ambienti    indoor   dipendono   dalla responsabilizzazione  dei  soggetti  coinvolti,  in  particolare  gli occupanti  degli  edifici,  e  dalla  loro  capacita' di collaborare. Questo principio rappresenta il cardine del Programma. La tutela e la promozione  della  salute  negli  ambienti indoor presuppone, quindi, l'assunzione  da  parte  di  tutti i cittadini di una responsabilita' personale  e  consapevole  nei  confronti  dei  rischi presenti negli ambienti  di  vita e di lavoro, avvalendosi di tutti gli organismi di partecipazione  e  concertazione,  utili  a  migliorare le conoscenze sulla prevenzione e gestione di tali rischi.   E'   fondamentale,   ai  fini  di  un'efficace  realizzazione  del progetto,  l'adeguato  coinvolgimento  dei  lavoratori, gestori degli stabili,  progettisti, costruttori, ditte interessate alla produzione di materiali e di attrezzature per la casa e quelle che sovrintendono alla  manutenzione  degli  stabili,  nonche'  il coinvolgimento ed il coordinamento  di  soggetti e realta' operative interne ed esterne al SSN.   Il  SSN,  istituito con la Legge 833/78, con l'obiettivo, indicato all'art.  32  della  costituzione  italiana, di tutelare la salute di ogni  cittadino, quale bene individuale ed interesse della comunita', deve   garantire   nell'ambito  dei  servizi  relativi  all'igiene  e profilassi  di  comunita',  il  controllo degli ambienti di vita e di lavoro  ed  il controllo dei rischi sanitari connessi, utilizzando le attivita'  di prevenzione effettuate dai Distretti e dai Dipartimenti delle  AUSL  ed  il coordinamento tra i Dipartimenti di Prevenzione e ARPA.   Giova  ribadire  che  la  promozione della salute e la prevenzione delle    malattie   richiedono   interventi   complessi   di   natura intersettoriale,  da  realizzarsi  attraverso la collaborazione ed il coordinamento  di  soggetti  e realta' operative interni e esterni al sistema sanitario.   Come  sottolinea  il  Piano  sanitario nazionale e' indispensabile realizzare  un  sistema  di connessione a rete tra i diversi soggetti impegnati  nel settore al fine di promuovere ogni possibile sinergia. La  creazione  di  tale  network  permette  tra  l'altro di impostare correttamente  la valutazione del rischio per la salute connessa alle matrici ambientali e la sua conseguente gestione.   In  via  prioritaria  bisognera'  promuovere  l'interazione  e  lo sviluppo  del  sistema informativo ambientale e sanitario, garantendo la   lettura  integrata  dei  problemi  sanitari  ed  ambientali  del territorio.  Il  sistema  informativo deve rispondere all'esigenza di informare  non  solo  gli  addetti ai lavori ma in modo particolare i cittadini/utenti,  favorendo  il piu' alto livello di conoscenza e di comprensione dei rischi sanitari derivanti dall'inquinamento, la loro percezione   e   gestione.   Ai   cittadini  deve  essere  assicurata un'informazione   adeguata   tale   da   influire  positivamente  sui comportamenti  sugli  stili  di  vita  e  migliorare il controllo dei fattori di rischio.   Le   Regioni  possono  contribuire  attivamente  al  miglioramento complessivo  dell'igiene  e  della  salubrita' degli ambienti indoor, utilizzando  uno strumento efficace come il Regolamento di igiene, in grado  di  integrare  nel  suo interno tutte le normative nazionali e regionali,  la'  dove carenti o insufficienti, con norme tecnicamente adeguate  ad  affrontare  specifiche  cause di insalubrita' esistenti nelle  diverse realta' locali. Questo strumento normativo puo' essere redatto  o  aggiornato  con  la predisposizione di proposte tecniche, attraverso  la  collaborazione  delle Amministrazioni Comunali, degli Assessorati Regionali e dei tecnici delle AUSL.   La  messa  in  opera del Programma di prevenzione deve seguire una impostazione  che  tenga  conto  delle  realta' e delle problematiche nazionali e locali.   Le  linee  strategiche  di seguito indicate possono essere portate avanti  contemporaneamente o in sequenza, a seconda delle finalita' a cui sono destinate e delle reali possibilita' di intervento.
     1.  Predisposizione  di  dati  nazionali per un quadro conoscitivo della IAQ
     Il  punto  di  partenza  per  una strategia volta al miglioramento della  IAQ  consiste  nell'elaborazione di un'indagine sul patrimonio edilizio   nazionale  relativamente  al  numero  e  tipo  di  edifici esistenti  ed  al  loro  "stato  di  salute"  per quanto riguarda gli inquinati  presenti.  Questo  potra'  consentire  di  effettuare  una valutazione  sanitaria e socio-economica dell'impatto delle strategie proposte.   Sono  utili  studi  epidemiologici  al  fine  di  discriminare gli effetti  derivanti  dallo  stato  della  qualita' dell'aria indoor da quelli derivanti da altre cause.
     2. Linee guida sulla IAQ per i diversi tipi di ambienti confinati
     Le  linee  guida verranno utilizzate dai progettisti e costruttori di  edifici  come punto di riferimento progettuale; consentiranno una valutazione  della  qualita' igienico-sanitaria degli edifici ai loro gestori,  agli  organismi  di  controllo  ed agli occupanti. Dovranno raccordarsi  in  modo organico alla normativa vigente per la qualita' dell'aria  esterna  e,  nel  caso  degli ambienti di lavoro, dovranno tener conto della normativa specifica ed integrarsi ad essa. Le linee guida possono essere elaborate, in prima istanza, facendo uso di dati disponibili  a  livello internazionale, in particolare le Linee Guida per la qualita' dell'aria dell'OMS e le esperienze di altri paesi.
     3. Standard di ventilazione
     I  problemi legati alla IAQ possono essere controllati, almeno per alcuni  inquinanti,  dalla ventilazione. Gli standard di ventilazione devono  tener conto degli effetti sanitari e del comfort e, una volta fissati,  devono  essere introdotti nei codici costruttivi. Pertanto, e' essenziale l'opera di sensibilizzazione, attraverso l'informazione e  l'addestramento,  nei  confronti di tutte le maestranze coinvolte: costruttori,  architetti, proprietari. Una volta fissati gli standard di  ventilazione,  questi devono essere applicati a tutti gli edifici di  nuova  costruzione.  Per gli edifici esistenti, tale applicazione puo'  comportare  spese ingenti, si puo' favorire, quindi, l'adozione di  standard  volontari, lasciando ai tecnici la valutazione su quali valori attestarsi.
     4. Registro degli inquinanti indoor
     E'  importante  tener  presente che i principali inquinanti indoor sono  noti  ed  i  loro  effetti  documentati, tuttavia e' necessario prestare  attenzione  alla  presenza  di  nuove  sostanze che possono rivelarsi   dannose  per  la  salute.  A  tal  fine  dovranno  essere individuate le modalita' di istituzione e tenuta di un registro degli inquinanti indoor.
     5. Protocolli relativi alla manutenzione dei sistemi di aerazione
     E'  necessaria  la  messa  a  punto  di  protocolli  relativi alla manutenzione  dei  sistemi  di aerazione. Essi possono essere redatti sotto  forma  di  guide  che  prevedano  l'ispezione  dei  filtri, il controllo  dei sistemi di condizionamento, le verifiche periodiche di tutti   i   sistemi   interessati,   ed   in   particolar  modo  dopo l'effettuazione di modifiche.
     6. Codici costruttivi
     I  requisiti relativi alla IAQ devono essere introdotti nei codici costruttivi,  con  particolare  riguardo  ai  sistemi  per  prevenire l'ingresso  di  radon  dal suolo, sistemi di ventilazione, scelta dei materiali,  sistemi  di  tenuta  dell'edificio,  ecc,. Considerata la complessita'  dell'argomento,  le  iniziative  vanno  raccordate  con quanto  avviene  a  livello  nazionale  e  locale  ed esaminate nelle strutture all'uopo preposte.
     7.   Identificazione   dei   prodotti  con  bassa  emissivita'  di inquinanti utilizzati negli ambienti interni - Etichettatura
     L'identificazione   dei   prodotti   con   bassa   emissivita'  di inquinanti,   attraverso   l'etichettatura   dei   contenitori,  puo' costituire    un   incentivo   per   l'industria   a   sviluppare   e commercializzare tali prodotti.   L'etichettatura  ha  la  funzione di informare i consumatori sulle caratteristiche  del prodotto senza costituire una qualificazione del prodotto   dal  punto  di  vista  sanitario,  inoltre  favorisce  una riduzione   generale   delle   emissioni,   ovviamente  a  fronte  di un'adeguata opera di informazione nei confronti degli utilizzatori.
     8. Accreditamento degli operatori nella IAQ
     E'   opportuno   predisporre   dei   sistemi   di   qualificazione (accreditamento)  per  coloro  che svolgono attivita' nel campo della diagnostica e della messa in opera dei sistemi di miglioramento della IAQ.  A  questo  proposito  devono essere previsti anche dei corsi di addestramento  per  le  maestranze coinvolte; tali corsi devono tener conto  della multidisciplinarita' dei problemi trattati. Le procedure di  accreditamento  devono uniformarsi a quanto viene fatto a livello internazionale.
     9. Localizzazione progettazione e costruzione degli edifici
     9.1)  Localizzazione: indagini sul sito di localizzazione hanno lo scopo di stabilire la sua idoneita' nei confronti di alcuni requisiti relativi  alla qualita' dell'aria. Particolare attenzione va dedicata alle indagini sul radon ed all'accumulo di umidita'.   9.2)  Proqettazione:  all'atto  della progettazione di un edificio devono  essere previste tutte le azioni volte a garantire un'adeguata IAQ.  In  particolare,  si  devono prevedere impiego di materiali con bassa  emissivita'  di sostanze inquinanti, la presenza di aperture e volumi  che  consentano  una  buona  ventilazione.  L'isolamento  dal terreno sottostante ecc.   9.3)  Scelta dei materiali e dei sistemi di combustione: materiali impiegati  devono  avere  bassa emissivita' di sostanze inquinanti. A tale  scopo e' opportuno quindi che i progettisti lavorino in stretto contatto  con  i fabbricanti per scegliere i materiali piu' adeguati. Per  quel  che  riguarda  le  attrezzature destinate alla combustione occorre, anche in questo caso, che progettisti e fabbricanti valutino congiuntamente  i  requisiti dei sistemi di aerazione in relazione ai fumi di combustione.
     10. Normativa
     La  normativa  costituisce  uno  strumento  essenziale per rendere operative  le  azioni  volte  alla tutela della salute negli ambienti confinati.  Nel  nostro  Paese  non  esiste  allo  stato  attuale una normativa   di   riferimento,   nonostante  siano  in  essere  alcune disposizioni  nazionali  e direttive comunitarie su argomenti diversi riguardanti  la  qualita' dell'aria. La sua frammentarieta' impedisce una gestione unitaria della materia.   Si  potranno  prevedere  due  tipi di strumenti: raccomandazioni o misure  impositive.  Queste  ultime  possono essere richieste per gli ambienti  pubblici  e  di lavoro, mentre per le abitazioni, almeno in prima  istanza  possono  essere  emanate  delle raccomandazioni, che, qualora  l'opera  di informazione e sensibilizzazione abbia raggiunto gli   obiettivi,   possono   essere   messe   in   atto  in  caso  di ristrutturazioni di vecchi edifici e rese obbligatorie all'atto della costruzione  di nuovi edifici, incentivi finanziari, ad esempio sotto forma  di  mutui  agevolati,  detrazione  dalle  imposte, ecc. devono essere previsti per coloro che mettono in atto le raccomandazioni.
     11. Protocollo tecnico-operativo
     Si   evidenzia   la   necessita'  di  valutare  l'opportunita'  di realizzare  un  Protocollo  tecnico-operativo ai fini di una corretta valutazione    igienico-sanitaria    dei    progetti    dell'edilizia residenziale,  con  l'intento  di pervenire ad un indirizzo omogeneo, evitando ingiustificate difformita' tra i singoli regolamenti edilizi comunali.
     12. Verifica delle azioni
     E'  opportuna  la  verifica  dell'efficacia  delle azioni messe in atto.   I  sistemi  di  controllo  e verifica possono essere messi in atto facendo  ricorso  a  diversi  strumenti quali: controllo a livello di progettazione  e  costruzione  degli  edifici,  gestione adeguata del programma  di  IAQ:  controlli  periodici  sull'inquinamento rilevato negli  ambienti.  Per  taluni  inquinanti, tra cui il radon, si rende necessaria  la realizzazione di un archivio delle rilevazioni e degli interventi.
   TABELLA 3 - Healt for all (HFA) - 2000 dell'OMS, PSN 1998-2000 e            Programma nazionale di prevenzione per la tutela e la            promozione della salute negli ambienti confinanti
  ==================================================================== Target  Obiettivi       Area di     Obiettivi        Azioni del del HFA del PSN         intervento  del Prog.        Piano di 2000    1998-2000                   di Prev.         Prev indoor                                    Indoor ==================================================================== II      I - Promuovere  Fumo di     Lotta al         Estensione del        componenti e    Tabacco     fumo attivo      divieto di fumo        stili di vita               e passivo.       nei locali        per la salute               Protezione       pubblici e                                    dei non          negli ambienti                                    fumatori         di lavoro.                                    dall'esposizione Locali per                                    involontaria     fumatori.                                    al fumo passivo. Informazione,                                                     formazione ed                                                     educazione                                                     sanitaria                                                     (specie popola-                                                     zione in età                                                     scolare).                                                     Ricerca. -------------------------------------------------------------------- 8,9     II - Contra-    Malattie    Riduzione del    Azioni        stare le        cardio e    rischio di       specifiche nei        principali      cerebro-    complicanze      confronti di        patologie       vascolari   cardiache e      inquinanti                                    dell'insorgenza  chimici (CO,                                    di infarto del   fumo passivo).                                    miocardo.        Informazione,                                                     formazione ed                                                     educazione                                                     sanitaria. --------------------------------------------------------------------                        Tumori      Riduzione        Azioni                                    dell'incidenza   specifiche nei                                    di tumori,       confronti di                                    in particolare   inquinanti                                    del cancro       cancerogeni                                    polmonare.       (fumo passivo                                                     benzene, radon,                                                     amianto, etc.).                                                     Informazione,                                                     formazione ed                                                     educazione                                                     sanitaria. --------------------------------------------------------------------                        Malattie    Riduzione        Azioni                        infettive   dell'incidenza   specifiche nei                                    delle malattie   confronti di                                    infettive        inquinanti                                    correlate        biologici                                    all'inquinamento (legionella,                                    indoor.          bitubercolare,                                                     etc.).                                                     Informazione,                                                     formazione ed                                                     educazione                                                     sanitaria. --------------------------------------------------------------------                        Incidenti   Riduzione del    Sorveglianza                        domestici   numero di        Sensibilizza-                                    incidenti        zione e                                    domestici dovuti informazione.                                    ad avvelenamento Informazione                                    da CO.           del personale                                                     specializzato.                                                     Raccolta,                                                     gestione e                                                     diffusione                                                     dati.                        Patologie   Salute,          Azioni                        correlate   benessere        specifiche                        al lavoro   e comfort nei    sugli aspetti                                    luoghi di        strumentali,                                    lavoro.          funzionali e di                                    Riduzione        gestione degli                                    dell'incidenza   edifici.                                    della sick       Informazione                                    building         formazione.                                    syndrome         Ricerca. --------------------------------------------------------------------                        Altre       Riduzione della  Azioni                        malattie    mortalità,       specifiche per                        di rilievo  morbosità e      la diminuzione                        sociale:    disabilità       della presenza                        malattie    causate dalle    di allergeni                        allergiche  malattie         indoor, quali                        (specie in  allergiche e     acari della                        età pedia-  dell'apparato    polvere, muffe                        trica       cardio-          ecc.                        nelle forme respiratorio     Interventi                        respira-                     per il miglio-                        torie),                      ramento delle                        malattie                     condizioni                        dell'apparato                abitative                        cardio-                      (microclima).                        respiratorio                 Informazione,                        in (asma                     formazione ed                        bronchiale e                 educazione                        bronchite                    sanitaria.                        cronica)                     Ricerca -------------------------------------------------------------------- 10-11   III Migliora-   Aria        Miglioramento    Azioni        mento contesto  interna     IAQ.             specifiche di        ambientale                  Riduzione/       tipo tecnico                                    abbattimento     e/o normativo                                    dell'esposizione su aspetti                                    della popola-    strumentali,                                    zione agli       funzionali e di                                    inquinanti       gestione degli                                    (specie bambini, edifici.                                    anziani, donne   Azioni                                    in gravidanza e  specifiche per                                    soggetti a       i prodotti                                    rischio).        chimici di                                    Riduzione della  largo consumo,                                    morbosità per    per i prodotti                                    malattie         da costruzione                                    associate agli   e da arredo.                                    edifici (BRI)    Azioni                                    Sindrome da      specifiche per                                    edificio (SBS).  la protezione                                    Sindrome da      dei soggetti a                                    sensibilità      rischio.                                    chimica (MCS)    Informazione e                                    Riduzione del    sensibilizza-                                    rischio tumori.  zione della                                                     popolazione.                                                     Educazione                                                     sanitaria.                                                     Formazione dei                                                     soggetti che                                                     concorrono al                                                     progetto di                                                     prevenzione                                                     (costruttori,                                                     produttori,                                                     progettisti,                                                     impiantisti,                                                     medici, etc.).                                                     Creazione di                                                     un Centro                                                     Nazionale di                                                     Documentazione                                                     Indoor.                                                     Sorveglianza                                                     epidermiologica                                                     malattie                                                     correlate                                                     all'inquina-                                                     mento indoor.                                                     Ricerca. --------------------------------------------------------------------                        Radiazioni  Riduzione        Programma di                                    dell'esposi-     azione                                    zione della      nazionale per                                    popolazione alla il radon.                                    radioattività    Ricerca.                                    naturale negli                                    ambienti di                                    vita e di                                    lavoro. -------------------------------------------------------------------- 2-3     IV - Rafforzare Infanzia e  Ambienti indoor  Azioni di tipo        la tutela dei   adolesce-   sani e sicuri    normativo e/o        soggetti        nza, donne  (abitazioni,     tecnico.        deboli          in gravi-   scuole, ospedali Informazione,                        danza.      ecc.).           formazione ed                        Anziani.    Riduzione        educazione                        Malati      dell'esposizione sanitaria.                        Classi      dell'infanzia e  Ricerca.                        svantag-    delle donne in                        giate.      gravidanza al                                    fumo passivo ed                                    all'inquinamento                                    in genere.                                    Riduzione                                    dell'incidenza                                    delle malattie                                    allergiche                                    nell'infanzia. --------------------------------------------------------------------  |  
|   |  
 
 | 
 |