| Gazzetta n. 265 del 14 novembre 2001 (vai al sommario) |  
| MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE E FORESTALI |  
| PROVVEDIMENTO 24 ottobre 2001 |  
| Iscrizione  della denominazione "Coppia ferrarese" nel registro delle denominazioni  di  origine  protette  e delle indicazioni geografiche protette. |  
  |  
 |  
                   IL DIRETTORE GENERALE REGGENTE per   la  qualita'  dei  prodotti  agroalimentari  e  la  tutela  del consumatore - Dipartimento della qualita' dei prodotti agroalimentari                            e dei servizi
    Visto  il  regolamento (CEE) n. 2081/92 del Consiglio del 14 luglio 1992  relativo  alla protezione delle indicazioni geografiche e delle denominazioni di origine dei prodotti agricoli e alimentari;  Considerato   che,   con   regolamento   (CE)  n.  2036/2001  della Commissione  del 17 ottobre 2001, la denominazione "Coppia ferrarese" riferita  ai  prodotti  della  panetteria,  della  pasticceria, della confetteria  o  della  biscotteria,  e'  iscritta  quale  indicazione geografica  protetta  nel  registro  delle  denominazioni  di origine protette  (D.O.P.)  e delle indicazioni geografiche protette (I.G.P.) previsto dall'art. 6, paragrafo 3, del regolamento (CEE) n. 2081/92;  Ritenuto  che  sussista  l'esigenza  di  pubblicare  nella Gazzetta Ufficiale  della  Repubblica italiana il disciplinare di produzione e la scheda riepilogativa della indicazione geografica protetta "Coppia ferrarese",   affinche'   le   disposizioni  contenute  nei  predetti documenti   siano   accessibili   per  informazione  erga  omnes  sul territorio italiano;
                                Provvede alla pubblicazione degli allegati disciplinare di produzione e scheda riepilogativa   della   indicazione   geografica   protetta   "Coppia ferrarese",  registrata  in  sede comunitaria con regolamento (CE) n. 2036/2001 del 17 ottobre 2001.
    I  produttori  che  intendono  porre  in commercio la denominazione "Coppia  ferrarese"  possono  utilizzare,  in sede di presentazione e designazione   del  prodotto,  la  menzione  "Indicazione  geografica protetta"  solo  sulle  produzioni  conformi  al regolamento (CEE) n. 2081/92  e  sono  tenuti  al rispetto di tutte le condizioni previste dalla normativa vigente in materia.    Roma, 24 ottobre 2001                             Il direttore generale reggente: Ambrosio  |  
|   |                                                               Allegato        DISCIPLINARE DI PRODUZIONE I.G.P. "COPPIA FERRARESE"
                                 Art. 1.    L'indicazione geografica protetta "Coppia ferrarese" e' riservata al  pane  che  risponde alle condizioni ed ai requisiti stabiliti nel presente disciplinare di produzione.                               Art. 2.    L'indicazione geografica protetta "Coppia ferrarese" e' riservata al  pane  confezionato con farina di grano tenero di tipo "0", acqua, strutto di puro suino, olio extra vergine di oliva, lievito naturale, sale alimentare, malto o come tale o sotto forma di estratto.                               Art. 3.    La zona di produzione della "Coppia ferrarese" comprende tutto il territorio della provincia di Ferrara.                               Art. 4.    Le  condizioni  di  produzione  della  "Coppia  ferrarese" devono essere  quelle  tipiche  della  zona  e  comunque atte a conferire al prodotto  le  specifiche  caratteristiche. Le modalita' di produzione sono le seguenti:      l'impasto  degli  ingredienti per ottenere la cosiddetta "pasta dura"  avviene mediante l'immissione, in una impastatrice a forcella, di  farina di grano tenero di tipo "0", acqua, strutto di puro suino, olio  extra vergine di oliva, lievito naturale denominato "di madre", lievito, sale, malto;      il  rapporto acqua/farina e' calcolato al 35% di acqua rispetto alla farina impiegata (in lavorazioni diverse, quali le paste tenere, il rapporto acqua/farina e' pari al 50% ed oltre);      il  rapporto  strutto  di  puro  suino/farina  e' pari al 6% di strutto  rispetto alla farina impiegata; quello di olio extra vergine di oliva/farina 3-4%;      il  rapporto  lievito  di  madre/farina  corrisponde  al 10% di farina    impiegata.    Tutti   gli   ingredienti   vengono   immessi nell'impastatrice a forcella per un tempo variabile da 15 a 20 minuti primi.    Si  utilizza, in questa fase, l'impastatrice a forcella in quanto la  stessa,  avendo  un movimento in senso orario lento, favorisce la miscelazione  delle  materie  prime  in modo omogeneo e consente alle sostanze  grasse  di  distribuirsi  uniformemente. Il movimento lento della   macchina  evita  il  riscaldamento  dell'impasto,  condizione ritenuta  indispensabile  per  la realizzazione del pane denominato a pasta  dura,  il  quale  risulta  essere l'unico pane che deve essere completamente formato prima che inizi la fase di lievitazione.    L'impasto   cosi'   come  anzi  indicato,  viene  successivamente passato,  per  la  fase  di  raffinatura,  nel  cilindro  automatico, compiendo dai 15 ai 20 passaggi;      la pasta, ultimata la fase della raffinatura, viene posta su di un  desco  e tagliata a strisce dell'altezza desiderata (da un minimo di cm 1,0 ad un massimo di cm 2,0) a seconda del formato del prodotto che  si  intende  realizzare;  successivamente  le  strisce  di pasta vengono   immesse   nella  trafila,  quindi  nella  macchina  per  la formazione  delle  coppie,  da  cui escono gia' formate in due "mezze coppie".    L'intervento  conclusivo  e'  rappresentato  dalla unione dei due pezzi di pasta (stretta), operazione eseguita manualmente.    Il   procedimento   in   alternativa   e'   realizzato   in  modo completamente   manuale  nel  seguente  modo:  ultimata  la  fase  di raffinatura,   a  mano,  si  spezzano  i  pezzi  di  pasta  del  peso desiderato,  gli  stessi,  successivamente,  vanno  frazionati in due ulteriori pezzi.    Mediante  pressione  delle  mani,  i  due  pezzi di pasta vengono lavorati  sino  a  quando  non  assumono  la  forma ovale, denominata pastella.    Il  panettiere, lavorando contemporaneamente con entrambe le mani le  due  "pastelle",  arrotola  la pasta sino a quando non ottiene la forma  definitiva  dei  crostini,  quindi  congiunge  le  due  "mezze coppie", cosi' ottenendo il prodotto finito.    Il  pane  una  volta  formato,  viene  disposto su assi di legno, coperto  da  un  telo  ed  immesso  nella  cella  di lievitazione per completare  la  fase  di  lievitazione  (durata dai 70 ai 90 minuti a seconda della temperatura ambientale).    La  fase  di  lievitazione si ottiene attraverso l'immissione del lievito  naturale  denominato  "di madre". Per ottenere il lievito di madre e' necessario seguire il procedimento di cui al successivo art. 5.                               Art. 5.    Per  ottenere  il  lievito "madre" si miscela una farina di grano tenero  di  tipo  "0"  (W220  - P/L 0,45 - 0,50), con acqua (rapporto acqua/farina  45%).  Per  avviare  il principio della lievitazione e' necessario  aggiungere  all'impasto,  aceto di vino rosso o luppolo o mosto d'uva.    La  dose  per  la realizzazione di lievito di madre in ragione di 1 kg  di  farina si ottiene con l'aggiunta di 1 cucchiaio di aceto di vino rosso o di mosto d'uva o di luppolo, oltre all'acqua indicata al punto precedente.    L'impasto   va   eseguito  a  mano,  avendo  cura  di  mantenerlo abbastanza  tenero  e  malleabile;  al  termine della lavorazione che richiede  10 minuti primi, si forma una palla che dovra' riposare per 24 ore nell'ambiente del laboratorio e lontano da fonti di calore.    Successivamente,   il  composto,  andra'  nuovamente  manipolato, aggiungendo  un  quantitativo  di  circa  200 gr  di farina ed un po' d'acqua;  l'acqua da immettere variera' da 9-10 centilitri, quindi lo stesso  dovra'  riposare  per ulteriori 12 ore nel medesimo ambiente. Quest'ultimo  procedimento andra' ripetuto ogni dodici ore per cinque giorni consecutivi.    Un  giorno  prima  della  completa maturazione il composto andra' immesso  nell'impastatrice  a  forcella ed amalgamato, quindi riposto entro un contenitore ricoperto da un canovaccio di cotone.                               Art. 6.    Ultimata  la fase di lievitazione, si procede all'infornamento in forni  a  platea fissa, in quanto la cottura del pane avviene secondo il  metodo  tradizionale  con  riscaldamento  del  piano e successivo trasferimento del calore dal basso verso l'alto.    Nella  fase  di  infornamento,  le  valvole  del  camino,  devono rimanere   aperte   per  consentire  l'espulsione  di  vapore  acqueo eventualmente presente in camera, ultimato l'infornamento di tutto il pane, si serrano le valvole e si chiudono le porte, venendo in questo modo  a bloccare l'emissione di vapore che si viene a formare durante la  prima  fase di cottura, al fine di favorire lo sviluppo del pane. Le  valvole  andranno  riaperte  al  momento  dello  sfornamento  per facilitare  la fuoriuscita dell'umidita' accumulata all'interno della camera.                               Art. 7.    La  "Coppia  ferrarese"  all'atto dell'immissione al consumo deve rispondere alle seguenti caratteristiche:      essere formata in pezzature comprese tra gli 80 gr ed i 250 gr;      l'aspetto  esteriore  e'  formato  da due pezzi di pasta legati assieme  a  forma  di  nastro  nel  corpo  centrale,  ciascuno con le estremita'  ritorte in modo da formare un ventaglio di quattro corna, le cui estremita' sono chiamate "crostini";      il   colore   e'   dorato,   con   venature   quasi  bionde  in corrispondenza delle zone ritorte;      l'odore e' penetrante, appetitoso;      il sapore sapido;      umidita' massima 12%-15% a seconda delle pezzature prodotte.                               Art. 8.    Il  pane dovra' essere posto in vendita entro 24 ore da quando e' stato  prodotto  e  non  potra'  essere  sottoposto a procedimento di surgelazione, congelazione od altro processo di conservazione neppure se realizzato in fasi produttive intermedie.    Le  aziende  produttrici dovranno marchiare ogni forma di pane in modo  da  caratterizzarlo rispetto agli altri formati secondo il logo allegato al presente disciplinare di produzione.    Nel  caso  si  effettui  la  vendita  della "Coppia ferrarese" in confezione, la stessa dovra' riportare tutte le informazioni relative al  prodotto,  con le indicazioni degli ingredienti caratterizzanti e con  l'applicazione  sulla  confezione  stessa  del  logo allegato al presente  disciplinare  di  produzione.  A  parziale deroga di quanto indicato  al  primo comma del presente articolo, il pane confezionato potra'  essere  commercializzato  anche  oltre le ventiquattro ore da quando  e' stato prodotto, a condizione che la confezione destinata a contenerlo risulti idonea a garantire la perfetta conservazione dello stesso  senza  alcun  utilizzo di sostanze conservanti o additivanti. All'indicazione  geografica  protetta  "Coppia  ferrarese" e' vietata l'aggiunta  di  qualsiasi  menzione  o  qualificazione aggiuntiva ivi compresi  gli aggettivi "extra", "fine", "selezionato", "superiore" e similari.    E'  consentito  l'uso  di  indicazioni che facciano riferimento a nomi,   ragioni   sociali   o  marchi  privati  purche'  non  abbiano significato   laudativo  e  non  siano  tali  da  trarre  in  inganno l'acquirente.                               Art. 9.    Il   logo  identificativo  del  prodotto  realizzato  secondo  il presente  disciplinare  e' composto da una forma di coppia di pane di colore  giallo  tenue,  iscritto all'interno di un quadrato di colore azzurro  in  testa  al  quadrato,  su  fondo nero, insiste la scritta "Coppia"  in  lettere  bianche,  in  basso, sempre sul fondo nero, la scritta "ferrarese I.G.P.".                              Art. 10.    L'organismo  di  controllo di cui all'art. 10 del registro CEE n. 2081/1992  e':  Cermet  Certificazione  e  ricerca  per  la  qualita' Soc. Cons.  a  r.l.,  con  sede  a  San  Lazzaro  di Savena, via Aldo Moro, 22. Colori.    Il marchio-logotipo e' applicabile in 3 differenti colorazioni:      A - a piu' colori (policromo);      B - a 2 colori;      C - a 1 colore (monocromo).    A - Nella versione a piu' colori le applicazioni possono avvenire in quadricomia (A1) o con colori pantone (A2):      A1 - quadricomia:        le fasce sono 100% colore nero;        le scritte dentro le fasce nere sono in negativo bianco;        lo  sfondo  tra  le due fasce e' di colore azzurro: 76% cyan, 8% magenta;        il  pane  e'  di colore beige con varie sfumature da chiaro a scuro:  scuro:  9%  cyan, 9% magenta, 58% giallo, 0% nero; chiaro: 8% cyan, 8% mangenta, 50% giallo, 0% nero;      A2 - colori pantone:        le fasce sono 100% colore nero;        le scritte dentro le fasce nere sono in negativo bianco;        lo sfondo e' azzurro pantone 298;        il  pane e' pantone 458 con sfumature che variano dall'80% al 70% di retino.    B - La versione a 2 colori pantone puo' essere con sfumature (B1) o a colori piatti (B2):      B1 - con sfumature:        le fasce sono 100% colore nero;        le scritte dentro le fasce sono in negativo bianco;        il  pane  e'  in pantone 458: punto piu' scuro 80% di retino, punto piu' chiaro 70% di retino;      B2 - colori piatti:        le fasce sono al 100% colore nero;        le scritte dentro le fasce sono in negativo bianco;        il pane e' al 100% pantone 458.    C  -  Nella versione a 1 colore si possono avere sfumature (C1) o colore piatto (C2):      C1 - con sfumature:        le fasce sono 100% colore nero;        le scritte dentro le fasce sono in negativo bianco;        il pane e' nero con sfumature dal 50 al 15% di retino;      C2 - colore piatto:        le fasce sono 100% colore nero;        le scritte dentro le fasce sono in negativo bianco;        il pane e' 30% di nero.         ---->  Vedere immagine a pag. 42 della G.U.  <----  |  
|   |  
 
 | 
 |