Gazzetta n. 179 del 3 agosto 2001 (vai al sommario) |
MINISTERO DELLA SANITA' COMMISSIONE UNICA DEL FARMACO |
DECRETO 8 giugno 2001 |
Integrazione e rettifica al decreto 22 dicembre 2000 concernente la "Revisione delle "note riportate nel provvedimento 30 dicembre 1993 di riclassificazione dei medicinali e successive modificazioni". |
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LA COMMISSIONE UNICA DEL FARMACO
Visto il decreto legislativo 30 giugno 1993, n. 266, recante il riordinamento del Ministero della sanita', ai sensi dell'art. 1, lettera H, della legge 23 ottobre 1992, n. 421, con particolare riferimento all'art. 7; Visto il proprio decreto 22 dicembre 2000 "Revisione delle "note riportate nel provvedimento 30 dicembre 1993 di riclassificazione dei medicinali e successive modificazioni", pubblicato nel supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale n. 7 del 10 gennaio 2001; Ritenuto opportuno integrare il summenzionato decreto di alcune note esplicative; Ritenuto di dover apportare alcune rettifiche e integrazioni agli allegati 3 e 3-bis del suddetto decreto; Viste le deliberazioni assunte dalla Commissione unica del farmaco in data 7-8 novembre, 21-22 novembre, 5-6 dicembre 2000 e del 5-6 giugno 2001;
Dispone: Art. 1. Al decreto 22 dicembre 2000 "Revisione delle "note riportate nel provvedimento 30 dicembre 1993 di riclassificazione dei medicinali e successive modificazioni", pubblicato nel supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale n. 7 del 10 gennaio 2001 sono apportate le seguenti modificazioni ad integrazione e rettifica: a) l'elenco dei medicinali autorizzati con nota, la cui autorizzazione non risulta sospesa, contenuti nell'allegato 3-bis e' integrato dall'allegato 1 di cui al presente decreto (per ogni medicinale sono riportati: principio attivo, numero di A.I.C. descrizione della confezione, ditta titolare dell'A.I.C. nota CUF e indicazione, di registro USL (reg), piano terapeutico (piano terap), laddove previsti, nonche' la possibilita' di distribuzione diretta anche da parte delle strutture pubbliche (duplice via)). L'allegato 1, integrativo dell'allegato 3-bis, comprende i medicinali gia' autorizzati alla data del 22 dicembre 2000, attualmente non sospesi; b) dopo l'art. 1 e' inserito il seguente articolo: "Art. 1-bis. - I medicinali per i quali e' previsto il piano terapeutico possono essere prescritti a carico delServizio sanitario nazionale da parte del medico di medicina generale solo sulla base della diagnosi e del piano terapeutico forniti dai centri specializzati, universitari o dalle aziende sanitarie, individuati dalle regioni e dalle province autonome di Trento e Bolzano."; c) all'art. 3, dopo il comma 1, e' inserito il seguente comma: "1-bis. Per i medicinali la cui autorizzazione e' stata oggetto di sospensione e non presenti nell'alle- gato 3-bis il presente decreto sara' applicato alla data di entrata in vigore del decreto di revoca della sospensione"; d) all'allegato 2, alla voce "Tipologia dei pazienti", primo riquadro, la frase "insufficienza renale cronica in trattamento dialitico" e' sostituita dalla seguente "insufficienza renale cronica"; e) all'allegato 3 "Le nuove note": 1) le disposizioni relative alla nota 32 sono sostituite dalle seguenti: "Nota 32 - Classe A, limitatamente alle seguenti indicazioni: interferone alfa-2a e alfa-2b ricombinanti: epatite cronica B HBV-DNA-positiva e HbeAg-positiva, con ipertransaminasemia; epatite cronica B-Delta (monoterapia). In combinazione con ribavirina o in monoterapia se esistono controindicazioni alla ribavirina: epatite cronica C, con ipertransaminasemia, in pazienti mai trattati in precedenza con interferoni o trattati con risposta post-trattamento e successiva recidiva: leucemia a cellule capellute; leucemia mieloide cronica; sarcoma di Kaposi correlato all'AIDS o ad altre condizioni cliniche di immunodepressione; linfoma non-Hodgkin follicolare; melanoma maligno; interferone alfa-2a ricombinante: anche carcinoma renale avanzato; linfoma cutaneo a cellule T; interferone alfa-2b ricombinante: anche mieloma multiplo; tumore carcinoide; peg-interferone alfa-2b: in combinazione con ribavirina o in monoterapia se esistono controindicazioni alla ribavirina: epatite cronica C, con ipertransaminasemia, in pazienti mai trattati in precedenza con interferoni o trattati con risposta post-trattamento e successiva recidiva; interferone n-1 linfoblastoide: epatite cronica B HBV-DNA-positiva e HbeAg-positiva con ipertransaminasemia; epatite cronica C con ipertransaminasemia, in monoterapia se esistono controindicazioni alla ribavirina; epatite cronica B-Delta (monoterapia); leucemia mieloide cronica; interferone alfa naturale alfa-n3 (leucocitario): solo in soggetti che abbiano presentato fenomeni di documentata intolleranza ad altri interferoni, limitatamente alle indicazioni: epatite cronica B e B-Delta; solo in soggetti che abbiano presentato fenomeni di documentata intolleranza ad altri interferoni, in combinazione con ribavirina o in monoterapia se esistono controindicazioni alla ribavirina: epatite cronica C, con ipertransaminasemia, in pazienti mai trattati in precedenza con interferoni o trattati con risposta post-trattamento e successiva recidiva; leucemia a cellule capellute; leucemia mieloide cronica, mieloma multiplo; linfoma non-Hodgkin, micosi fungoide, sarcoma di Kaposi correlato all'AIDS o ad altre condizioni cliniche di immunodepressione; carcinoma renale, melanoma maligno; interferone alfacon-1: in monoterapia se esistono controindicazioni alla ribavirina: nell'epatite cronica C, con ipertransaminasemia, in pazienti mai trattati in precedenza con interferoni o trattati con risposta post-trattamento e successiva recidiva; interferone beta: in pazienti gia' in trattamento per le indicazioni: epatite cronica B, C e D. La prescrizione e' consentita solo su diagnosi e piano terapeutico di centri specializzati, universitari o delle aziende sanitarie, individuati dalle regioni e dalle province autonome di Trento e Bolzano. Il registro USL e' abolito. Motivazioni e criteri applicativi. Oltre la meta' dell'impiego di interferoni (IFN) e' finalizzata al trattamento delle epatiti croniche virali. In queste indicazioni, l'uso degli IFN e' probabilmente destinato a subire in tempi brevi alcune modifiche (sostituzione o combinazione con antivirali); epatite cronica B: nel 30-50% dei pazienti con epatite cronica B HbeAg-positiva il trattamento con IFN per 6 mesi determina una risposta terapeutica efficace (normalizzazione di ALT, negativizzazione di HbeAg e di HBV-DNA; successivamente si verifica in molti di essi la negativizzazione di HbsAg; la risposta virologica e' in genere duratura, ed e' seguita nel tempo da attenuazione, fino alla scomparsa dei reperti istologici di epatite cronica); piu' basse sono le percentuali di risposta nei bambini (1-3). Gli IFN non sono altrettanto efficaci nell'epatite cronica B con replicazione attiva da virus mutante, che ha perso la capacita' di produrre HbeAg (HBV-DNA-positivi, ma HbeAg-negativi). Questi pazienti (che in Italia sono attualmente circa il 90% dei pazienti con epatite cronica B) hanno una risposta terapeutica agli IFN meno frequente di quelli HbeAg-positivi, richiedono dosaggi piu' elevati e pertanto spesso non tollerati e, soprattutto, tendono a riattivare la malattia dopo sospensione (3,4). L'uso dell'IFN non e' indicato nei soggetti con transaminasi normali, che peraltro sono in larghissima maggioranza HBV-DNA-negativi; epatite cronica B con sovrapposizione Delta (B/D): IFN e' scarsamente efficace, con risposta sostenuta in meno del 15% dei casi (3); sono richiesti dosaggi elevati (9 MU tre volte la settimana per un anno), spesso non tollerati o tollerati con grave abbassamento della qualita' di vita; epatite cronica C: e' questa l'epatite di gran lunga piu' frequente in Italia. Le percentuali di risposta agli IFN in corso di monoterapia (negativizzazione di HCV-RNA, normalizzazione di ALT) si aggirano attorno al 20-50%; tuttavia l'epatite si riattiva entro qualche mese dalla fine del trattamento in circa la meta' dei responders; le percentuali di risposta sostenuta non superano il 15% (5). Come per l'epatite B, la risposta sostenuta e' seguita nel tempo da attenuazione o scomparsa dei reperti istologici di epatite (6,7). Percentuali piu' elevate di risposta terapeutica sostenuta sono state ottenute con la combinazione interferone-ribavirina. Risposta terapeutica sostenuta e' stata ottenuta in circa il 30-45% dei pazienti, sia naif (cioe' mai trattati in precedenza con IFN in monoterapia) che relapsers (cioe' con risposta a un precedente trattamento con IFN in monoterapia seguita da riattivazione); i pazienti che non hanno risposto all'IFN in monoterapia solitamente non rispondono neppure alla terapia di combinazione, che pertanto non e' indicata in questi pazienti (8). La combinazione interferone-ribavirina tuttavia associa gli eventi avversi dei due medicinali (per la ribavirina una costante, piu' o meno marcata, anemia), che non sono trascurabili; inoltre, la sua efficacia e' stata valutata solo in sperimentazioni controllate e randomizzate che, in generale, per la selezione dei pazienti e l'attenzione con cui sono seguiti, tendono a dare valutazioni "ottimistiche" rispetto all'esperienza post-commercializzazione molto piu' larga. Sono questi i motivi che hanno indotto l'autorita' sanitaria ad autorizzare l'impiego della terapia di combinazione interferoneribavirina e la rimborsabilita' anche della ribavirina in un regime che ne consenta una valutazione allargata (lo studio IMPROVE, coordinato dall'Istituto superiore di sanita', (9)). Non c'e' indicazione all'uso di interferone, in monoterapia o in combinazione, nei pazienti con transaminasi normali. Piu' recente e' l'introduzione in terapia di preparazioni di interferone-peghilato, che consentono la permanenza in circolo di concentrazioni attive di interferone assai piu' prolungate rispetto all'interferone non peghilato. E' stato dimostrato che l'interferone peghilato (una somministrazione settimanale) consente di ottenere percentuali di risposta terapeutica sostenuta significativamente piu' elevate dell'interferone non peghilato (10, 11); analogamente, la combinazione interferone-peghilato piu' ribavirina ottiene percentuali di risposta piu' elevate della combinazione interferone non peghilato piu' ribavirina (12, 13). Recentemente, la combinazione interferone alfa-2b peghilato piu' ribavirina e' stata autorizzata all'impiego terapeutico nell'epatite C in sede comunitaria, sulla base di 5 sperimentazioni randomizzate (decisione europea del 25 maggio 2000 - decreto A.I.C./UAC n. 134 del 24 febbraio 2001) valgono per la combinazione interferonepeghilato piu' ribavirina le riserve sulla trasferibilita' dei dati delle sperimentazioni alla pratica corrente sopra esposte a proposito della combinazione interferone piu' ribavirina, che inducono a introdurre anche la combinazione interferone-peghilato piu' ribavirina nello studio IMPROVE. Gli studi clinici sull'interferone alfa naturale leucocitario n3 sono assai meno numerosi di quelli sugli altri interferoni alfa. Il suo profilo di sicurezza e' pertanto il meno conosciuto. Nell'epatite cronica C, e' stata attribuita all'IFN alfa-n3, anche in dosi elevate, una minor incidenza di effetti indesiderati rispetto agli altri IFN. Questo vantaggio, segnalato in piccoli studi non controllati, non sembra confermato da un trial controllato e randomizzato di confronto fra dosi diverse di IFN alfa-n3 leucocitario, che riporta percentuali di sospensione per intolleranza, 5% con 5 MU e 21% con 10 MU tre volte la settimana (14), non inferiori a quelle registrate nei trial di altri interferoni (15). Si ricorda che non puo' essere considerata fenomeno di intolleranza la reazione febbrile simil-influenzale che segue la somministrazione delle prime dosi di interferone, la quale e' facilmente dominata dal paracetamolo e non si ripete con il proseguimento del trattamento. Si segnala, infine, che l'interferone alfa naturale leucocitario n3 ha un costo piu' elevato degli altri inteferoni, in assenza di chiare evidenze di un qualsiasi vantaggio terapeutico. L'interferone alfacon-1 (consensus interferon) e' un interferone sintetico, ricombinante, costruito con sequenze di aminoacidi della famiglia degli alfa interferoni. Ha un profilo di efficacia e di effetti avversi non differente da quello di altri interferoni, ben documentato da trial randomizzati (16). Le sperimentazioni cliniche finora pubblicate non hanno fornito prove convincenti di efficacia dell'interferone beta nelle epatiti virali croniche. Sono in corso altre sperimentazioni con dosaggi e regimi diversi di somministrazione. Pertanto l'instaurazione ex-novo di un trattamento con interferone beta non puo' essere autorizzata. Si fa rilevare che le epatiti croniche virali non sono incluse fra le indicazioni dell'interferone beta nel British National Formulary del marzo 2001 ne' nell'American Hospital Formulary Service 2001. Bibliografia. 1. Lau DTY et al. Long term follow up of patients with chronic hepatitis B treated with interferon alfa. Gastroenterology 1997; 113:1660-7. 2. Niederau C et al. Long term follow up of HbeAg-positive patients treated with interferon alfa for chronic hepatitis B. N Engl J Med 1996; 334:1422-7. 3. Rizzetto M. Therapy of chronic viral hepatitis: a critical review. Ital J Gastroenterol Hepatol 1999; 31:781-93. 4. Almasio P et al. Hepatitis B: prognosis and treatment. In: McDonald JWD et al, Evidence-Based Gastroenterology and Hepatology, eds. London: BMJ Books, 1999:305-19. 5. Camma' C et al. Chronic hepatitis C and Interferon Alpha: Conventional and cumulative meta-analyses of randomized controlled trial. Am J Gastroenterol 1999; 94:581-95. 6. Marcellin P et al. Long-term histologic improvement and loss of detectable intrahepatic HCV-RNA in patients with chronic hepatitis C and sustained response to interferon-alfa therapy. Ann Intern Med 1997; 127:875-81. 7. Reichard O et al. Long-term follow up of chronic hepatitis C patients with sustained virological response to alpha-interferon. J Hepatol 1999; 30:783-7. 8. EASL International Consensus Conference on Hepatitis C. Paris 26-28 February 1999. J Hepatol 1999; 30:956-61. 9. Allegato al decreto ministeriale 19 novembre 1999 "Modalita' di impiego di specialita' a base di ribavirina". Gazzetta Ufficiale n. 283 del 2 dicembre 1999. 10. Zeuzem S, & al (with Heathcote J, J Reichen, JO' Grady) Peg-interferon alfa 2a in patients with chronic hepatitis C Editorial: 1723-4. N Engl J Med 2000; 343: 1666-72. 11. Trepo C & al. Pegylated Interferon alfa 2b (PegIntron) monotherapy is superior to Interferon alfa 2b (Intron A) for the treatment of chronic hepatitis C. J Hepatol 2000; 32: 29S. 12. Glue P, & al. A dose ranging study of Pegylated Interferon alfa 2 b and Ribavirin in chronic hepatitis C. Hepatology 2000; 32: 647-53. 13. Manns MP, & al. Peg interferon alfa 2b plus ribavirin compared to interferon alfa 2b plus ribavirin for the treatment of chronic hepatitis C: 24 week treatment analysis of a multicenter multinational phase III randomized controlled trial. Hepatology 2000; 32: 297.A. 14. Simon MD et al. Treatment of chronic hepatitis C with interferon alfa-n3: a multicenter, randomized, open-label trial. Hepatology 1997; 25:445-8. 15. Poynard T et al. Meta-analysis of interferon randomized trial in the treatment of viral hepatitis C: effects of dose and duration. Hepatology 1996; 24:778-89. 16. Keeffe EB et al. Therapy of hepatitis C: Consensus interferon trial. Hepatology 1997; 26 (Suppl 1):S101-7; 2) le disposizioni relative alla nota 32-bis sono sostituite dalle seguenti: "Nota 32-bis - Classe A, limitatamente alle seguenti indicazioni: epatite cronica B, HBV-DNA-positiva ma HbeAg-negativa, con malattia evolutiva o scompensata, o con prospettiva di trapianto entro 6-12 mesi; epatite cronica B HBV-DNA-positiva e HbeAg-positiva con cirrosi scompensata con prospettiva di trapianto entro 6-12 mesi, o in forme gravi ed evolutive, per periodi di trattamento non superiori a 12-18 mesi; in soggetti sottoposti a trapianto di fegato per epatite cronica B, HBV-DNA positivi prima del trapianto, per il trattamento o la prevenzione della recidiva dell'epatite; per il trattamento e per la prevenzione delle riesacerbazioni dell'epatite B conseguenti a terapie con chemioterapici antitumorali in portatori cronici di HbsAg, anche se prima della chemioterapia erano HBV-DNA negativi e con transaminasi normali. La prescrizione e' consentita solo su diagnosi e piano terapeutico di centri specializzati, universitari o delle aziende sanitarie, individuati dalle regioni e dalle province autonome di Trento e Bolzano. Motivazioni e criteri applicativi. A differenza degli interferoni la lamivudina e' efficace sia nell'epatite B HbeAg-positiva che in quella HbeAg-negativa (1,2). Il suo effetto consiste nel reprimere la viremia e nel controllare ALT in circa il 40-60% dei casi. L'effetto e' tuttavia transitorio: la viremia si riattiva il livello delle ALT si eleva nuovamente nel 90% dei pazienti entro 6 mesi dopo la sospensione del trattamento (3). Un problema non risolto riguarda la durata del trattamento. Infatti, il trattamento prolungato espone alla selezione di mutanti dell'HBV resistente al farmaco; la percentuale di pazienti in remissione raggiunge il massimo di oltre il 90% dopo un anno di trattamento, ma si riduce a circa il 50% attorno al secondo anno, talvolta con riesacerbazioni severe nonostante il mantenimento della terapia (4,5). D'altra parte, la sospensione della terapia nei soggetti in remissione espone al rischio di riesacerbazioni, osservate nel 15-20% dei casi, in un terzo dei quali con epatite clinicamente grave (6). Queste osservazioni suggeriscono di limitare l'uso della lamivudina ai pazienti con forme gravi di epatite con o senza cirrosi o con cirrosi HBV-DNA-positive in fase pre-trapianto. La lamivudina ha infatti importanti indicazioni pre e post-trapianto. Usata prima del trapianto, il farmaco sopprime la replicazione virale e negativizza la viremia, riducendo la probabilita' di recidiva post-trapianto (7); nel post-trapianto, ha un ruolo sia per la prevenzione che per il trattamento della recidiva (8). Per la prevenzione, la lamivudina e' stata usata con vantaggio sia da sola (9) che in combinazione con dosi ridotte di immunoglobuline anti-HBV (10). In soggetti portatori cronici di HBsAg, anche HBVDNA negativi e senza ipertransaminasemia, trattamenti chemioterapici antitumorali possono essere seguiti da riattivazioni della replicazione virale, con epatite acuta/subacuta assai grave, e una mortalita' che in uno studio prospettivo era del 37% (11-14). In sperimentazioni non randomizzate la lamivudina si e' rivelata efficace nel trattamento e nella prevenzione di tali riattivazioni (15-19); la gravita' delle epatiti B postchemioterapia, il profilo generale di attivita' della lamivudina e le pur limitate evidenze di efficacia per il trattamento e la prevenzione delle riesacerbazioni postchemioterapia dell'infezione cronica da virus B inducono ad autorizzare il suo impiego in tale contesto. In uno studio prelimininare la lamivudina si e' rivelata del tutto inefficace nell'epatite cronica delta (20). Bibliografia. 1. Rizzetto M. Therapy of chronic viral hepatitis: a critical review. Ital J Gastroenterol Hepatol 1999; 31:781-93. 2. Tassopoulos NC et al. Efficacy of lamivudine in patients with HbeAg-negative/HBVDNA positive (precore mutant) chronic hepatitis B. Hepatology 1999; 29:889-96. 3. Almasio P et al. Hepatitis B: prognosis and treatment. In: McDonald JWD et al, eds. Evidence-Based Gastroenterology and Hepatology. London: BMJ Books, 1999:305-19. 4. Liaw YF et al. Acute exacerbation and hepatitis B virus clearance after emergence of YMDD motif mutation during Lamivudine therapy. Hepatology 1999; 30:567-72. 5. Hadziyannis SJ et al. Efficacy of long-term Lamivudine monotherapy in patients with hepatitis B e - Antigen negative chronic hepatitis B. Hepatology 2000; 32:847-51. 6. Honkoop P et al. Acute exacerbation of chronic hepatitis B virus infection after withdrawal of lamivudine therapy. Hepatology 2000; 32:635-9. 7. Grellier L et al. Lamivudine prophylaxis against reinfection in liver transplantation for hepatitis B cirrhosis. Lancet 1996; 348:1212-5. 8. Perrillo R et al. Multicenter study of Lamivudine therapy for hepatitis B after transplantation. Hepatology 1999; 29:1581-6. 9. Mutimer DJ et al. Lamivudine without HBIG for prevention of graft infection by hepatitis B; long term follow up. Hepatology 1999; 30:301. 10. Angus PW et al. Combination low dose Hepatitis B Immune Globulin (HBIG) and Lamivudine therapy provides effective prophylaxis against post transplant hepatitis B. Hepatology 1999; 30:301. 11. Lok ASF & al. Reactivation of hepatitis B virus replication in patients receiving cytotoxic therapy. Gastroenterology 1991; 100: 182-8. 12. Lau JYN & al. Fatal reactivation of chronic hepatitis B virus infection following withdrawal of cytotoxic of chemotherapy in lymphoma patients. QJ Med 1989; 73: 911-7. 13. Yoshiba M & al. Reactivation of precore mutant hepatitis B virus leading to fulminant hepatic failure following cytotoxic treatment. Dig Dis Sci 1992; 37: 1253-9. 14. Markovic S & al. Reactivation of hepatitis B but not hepatitis C in patients with malignant lymphoma and immunosuppressive therapy. A prospective study of 305 patients. Hepatogastroenterology 1999; 46: 2925-30. 15. Ahmed A & al. Lamivudine therapy for chemotherapy-induced reactivation of hepatitis B virus infection. Am J Gastroenterology 1999; 94: 249-51. 16. Yeo W & al. Lamivudine in the treatment of hepatitis B virus reactivation during cytotoxic chemotherapy. J Med Virol 1999; 59: 263-9. 17. Silvestri F & al. Lamivudine allows completion of chemotherapy in lymphoma patients with hepatitis B reactivation. Br J Haematology 2000; 108: 394-6. 18. Al-Taie OH & al. Prevention of hepatitis B flare-up during chemotherapy using Lamivudine: case report and revision of the literature. Ann Haematol 1999; 78: 247-9. 19. Lim LL, Wai CT, Lee YM & al. Prophylactic Lamivudine prevents hepatitis B reactivation and mortality in patients receiving immunosuppression and chemotherapy. Hepatology 2000; 32: 1183 A. 20. Lau DTY et al. Lamivudine for chronic delta hepatitis. Hepatology 1999; 30:546-9"; 3) le disposizioni relative alla nota 53 sono sostituite dalle seguenti: "Nota 53. - La nota e' abolita ed i medicinali in essa previsti rimangono in classe A senza nota"; 4) le disposizioni relative alla nota 58 sono sostituite dalle seguenti: "Nota 58. - L'uso terapeutico dell'ossigeno gassoso e' a carico del SSN. L'ossigeno terapeutico in forma liquida e' a carico del SSN con possibilita' di distribuzione diretta anche da parte delle strutture pubbliche limitatamente ai soggetti affetti da insufficienza respiratoria cronica in ossigeno-terapia a lungo termine, accertata secondo le modalita' previste dal decreto ministeriale n. 329/1999 "Regolamento recante norme di individuazione delle malattie croniche ed invalidanti . La dispensazione di ossigeno terapeutico liquido e gassoso, in qualsiasi volume e per qualunque tipo di patologia, attuata tramite le farmacie aperte al pubblico, deve avvenire senza onorario professionale relativo alla dispensazione."; f) all'allegato 3-bis "Le nuove note", elenco dei medicinali autorizzati con nota: 1) alla nota 79, relativamente ai medicinali a base di Acido alendronico, i dati: A.I.C. 34172015; specialita' Osteogen; confezioni "10 mg CPR" 14 CPR; ditta Gentili, sono sostituiti dai seguenti: A.I.C. 34172015; specialita' Genalen; confezioni "10 mg CPR" 14 CPR; ditta Gentili; 2) alla nota 41, relativamente ai medicinali a base di Calcitonina sintetica di salmone, sono eliminati i seguenti dati: A.I.C. 26433019; specialita' Calcinil; confezioni "5 flac. 100 UI + 5 fiale 1 ml"; ditta Nuovo Istituto Sieroterapico e A.I.C. 26433021; specialita' Calcinil; confezioni "5 flac. 50 UI + 5 fiale 1 ml"; ditta Nuovo Istituto Sieroterapico; 3) alla nota 41, dopo i dati relativi ai medicinali a base di Ecaltonina sintetica di anguilla, sono aggiunti i seguenti dati H05BA04 Calcitonina sintetica di anguilla; A.I.C. 26433019; specialita' Calcinil; confezioni "5 flac. 100 UI + 5 fiale 1 ml"; ditta Nuovo Istituto Sieroterapico e A.I.C. 26433021; specialita' Calcinil; confezioni "5 flac. 50 UI + 5 fiale 1 ml"; ditta Nuovo Istituto Sieroterapico; 4) alla nota "Altri medicinali per i quali e' prevista la possibilita' di distribuzione diretta anche da parte delle strutture pubbliche", relativamente ai medicinali a base di Deferoxamina, sono eliminati i seguenti dati: A.I.C. 20417034; specialita' Desferal; confezioni "2G/20ml polv e solv PE soluz iniett" 1 flac + 1 fiala solv; ditta Novartis. |
| Art. 2. Il presente decreto, sara' trasmesso alla Corte dei conti per la registrazione, e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana. Roma, 8 giugno 2001
Il Ministro Presidente della Commissione Veronesi
Registrato alla Corte dei conti il 20 luglio 2001 Ufficio di controllo preventivo sui Ministeri dei servizi alla persona e dei beni culturali, registro n. 6, foglio n. 35 |
| Allegato 1 ----> Vedere Allegato <---- |
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