Gazzetta n. 143 del 22 giugno 2001 (vai al sommario) |
MINISTERO DEL COMMERCIO CON L'ESTERO |
DECRETO 19 aprile 2001 |
Approvazione delle linee direttrici dell'attivita' promozionale 2002. |
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IL MINISTRO DEL COMMERCIO CON L'ESTERO Visto il decreto legislativo 12 gennaio 1946, n. 12, concernente le "attribuzioni del Ministero del commercio con l'estero"; Vista la legge 16 marzo 1976, n. 71, recante "Modifica delle procedure amministrative e contabili in materia di attivita' promozionale delle esportazioni italiane"; Vista la legge 14 gennaio 1994, n. 20, recante disposizioni in materia di giurisdizione e controllo della Corte dei conti; Vista la legge 25 marzo 1997, n. 68, recante "Riforma dell'Istituto nazionale per il commercio estero" ed, in particolare, il suo art. 7; Visto il decreto ministeriale 11 novembre 1997, n. 474, modificato con decreto ministeriale 3 marzo 2000, n. 88, concernente "Regolamento recante approvazione dello statuto dell'Istituto nazionale per il commercio estero"; Stante l'esigenza di emanare - sentito il Comitato Consultivo I.C.E. - le linee di indirizzo dell'attivita' promozionale per il 2002; Decreta: Art. 1. Sono approvate le linee di indirizzo dell'attivita' promozionale per il 2002, riportate in allegato. Dette linee di indirizzo sono trasmesse all'I.C.E., ai sensi dell'art. 7, comma 1, della legge 25 marzo 1997, n. 68, perche' sulla loro base l'Istituto elabori il piano delle attivita' promozionali da sottoporre all'approvazione della competente direzione generale del Ministero, in conformita' a quanto stabilito dal decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 80. Esse costituiscono, inoltre, atto di indirizzo e di orientamento dell'attivita' promozionale svolta all'estero dagli enti pubblici. |
| Art. 2. Il presente decreto verra' inviato alla Corte dei conti per la registrazione e sara' pubblicato nella Gazzetta Ufficiale. Roma, 19 aprile 2001 Il Ministro: Letta
Registrato alla Corte dei conti il 15 maggio 2001 Ufficio di controllo sui Ministeri delle attivita' produttive, registro n. 1 Commercio estero, foglio n. 61 |
| Allegato
LINEE DI INDIRIZZO DELL'ATTIVITA' PROMOZIONALE PER L'ANNO 2002
1. Premessa. 1.1 - Le linee direttrici si propongono di fornire le indicazioni ritenute piu' efficaci, nell'arco temporale di riferimento, per raggiungere l'obiettivo finale dell'attivita' promozionale pubblica: l'aumento della presenza e delle quote italiane sui mercati esteri. Con il presente documento si intendono, quindi, fornire orientamenti all'attivita' di promozione all'estero anche al fine di sollecitare gli operatori ad agire all'interno di una visione di sistema nazionale, come impostazione in grado di accrescere il valore aggiunto dei singoli interventi. In considerazione della pluralita' degli enti ed organismi, infatti, e' sempre piu' decisivo - ai fini dell'efficacia delle azioni - procedere condividendo un metodo di lavoro che, attraverso la concertazione, favorisca l'elaborazione di progetti integrati. In coerenza con tale logica, il Ministero del commercio estero, nel rispetto delle autonomie e delle specificita' dei ruoli di ciascun soggetto, ed alla luce delle esperienze maturate negli anni piu' recenti, si propone, pertanto, di intensificare la propria azione per: a) ricercare un maggiore coordinamento delle attivita' di promozione svolte dai diversi soggetti operanti nel commercio estero; b) perseguire la massima diffusione delle informazioni, anche attraverso l'integrazione dei sistemi informativi, predisposti dai diversi organismi (ICE, Unioncamere, associazioni di categoria, ecc.); c) incentivare la promozione di prodotti e servizi italiani, facendo leva sugli aspetti attinenti la flessibilita', l'innovazione, la tipicita' e la qualita'. Fattori che diventano sempre piu' imprescindibili, anche in conseguenza dell'entrata in circolazione dell'euro a partire dal 1o gennaio 2002, che accentuera' la competizione tra i Paesi aderenti all'UME. 2. Prospettive congiunturali. La variabile fondamentale suscettibile di condizionare l'evoluzione dell'economia mondiale nel 2001 e negli anni successivi e' costituita dall'andamento del ciclo americano, e cio' non soltanto perche' il PIL USA rappresenta il 36% del PIL mondiale (segue l'UE con il 32%), ma anche perche' le previsioni su quella economia oscillano tra una rapida ripresa e una vera e propria recessione. L'espansione economica USA, protrattasi per circa nove anni, e' giunta, infatti, nella seconda meta' del 2000, al previsto rallentamento, che e' pero' avvenuto in modo piu' brusco di quanto auspicato. Una previsione abbastanza ottimistica situa attualmente il tasso di crescita USA per l'anno in corso attorno al 2%, quale media tra un primo semestre a bassa velocita' e una seconda meta' dell'anno in netta ripresa, premessa quindi per un ulteriore ciclo di sviluppo negli anni a venire. Militano in favore dello scenario piu' favorevole gli spazi di manovra a disposizione della politica monetaria, che, per quanto si dimostrino sempre piu' ridotti in un contesto di elevata mobilita' internazionale dei capitali, sono ritenuti da alcuni osservatori ancora piuttosto ampi. Parallelamente, la flessibilita' del lavoro e i guadagni di produttivita' che la c.d. "new economy" sembra portare con se' in modo perdurante, l'ampia manovrabilita' delle politiche di bilancio, finalizzate sia alla creazione di quel risparmio privato che nel corso degli anni ha subito un vistoso deterioramento, sia a sostenere la produzione e gli investimenti delle imprese, sono altre variabili in grado di incidere positivamente sulla dinamica del PIL statunitense e su una maggiore competitivita' nei mercati internazionali, nei quali le imprese statunitensi hanno sofferto per il continuo apprezzamento del dollaro. Nella direzione opposta spingono, invece, sia timori di un andamento recessivo, che potrebbe anche sfociare in una stagnazione modello anni '70, sia quegli stessi fattori che hanno accompagnato e in parte reso possibile l'eccezionale ciclo espansivo. Tali fattori si possono individuare, da un lato, nella lievitazione dei valori azionari, che malgrado i ridimensionamenti subiti negli ultimi tempi fanno tuttora registrare un rapporto price/earning storicamente elevato, che ha determinato - attraverso l'effetto ricchezza - una riduzione del risparmio privato, giunto a valori negativi senza precedenti; dall'altro, nell'eccezionale deficit commerciale, che, finanziato dall'afflusso di capitali, ha a sua volta reso possibile soddisfare l'eccesso di domanda da consumi e da investimenti, in presenza di un dollaro che anziche' svalutarsi si e' rafforzato. E' chiaro, quindi, che gli elementi segnalati recano in se stessi un elevato potenziale di rischio capace, in un momento di difficolta', di capovolgerne il segno, trasformandoli da acceleratori dello sviluppo in altrettanti fattori di crisi. L'area piu' indipendente dall'andamento dell'economia USA e' rappresentata, dal punto di vista commerciale, dall'UE, tenuto conto che la zona Euro esporta in America meno del 2% del suo PIL. Tuttavia, effetti potranno verificarsi nell'area EURO a causa delle perdite dei risparmiatori comunitari che (a riprova dell'elevata integrazione dei mercati internazionali dei capitali) hanno investito sul mercato azionario americano, nonche' delle conseguenze della recessione USA sui mercati asiatici che potrebbe ridurre la propensione all'importazione di questi paesi a danno delle esportazioni comunitarie. Ciononostante una crescita superiore al 2% potrebbe verificarsi nei Paesi dell'area Euro validamente supportata dai vantaggi di medio periodo apportati dall'introduzione fisica dell'Euro dal 1o gennaio 2002, in termini di riduzione dei costi di transazione, di costo del capitale di rischio e di maggiore efficienza dei mercati finanziari (che potra' consentire alle imprese italiane un piu' facile accesso agli stessi per il reperimento sia di capitale di rischio sia di capitale di credito). Questi fattori, infatti, potrebbero favorire una maggiore crescita ed un aumento dell'interscambio nel mercato interno comunitario. Secondo molti commentatori, viceversa, le molteplici rigidita' dei mercati comunitari avrebbero finora impedito la traduzione in termini di guadagni diffusi di produttivita' dei benefici della new economy. Il problema e' costituito, per i Paesi europei, dall'incapacita' finora dimostrata di cambiare passo, per adeguarlo nella fase ascendente del ciclo, a quello dell'America. Un'ulteriore spinta verso le riforme strutturali potra' derivare, peraltro, anche dal menzionato avvio della moneta unica che imporra' ai Paesi caratterizzati da maggiori rigidita' nei mercati, rinnovati sforzi per fronteggiare la competizione con gli altri Paesi aderenti all'Unione Monetaria. Di conseguenza, nel momento in cui gli ostacoli strutturali fossero rimossi o aggirati, l'aumento di velocita' dei nostri sistemi potrebbe anche giovarsi del potenziale di recupero accumulatosi negli ultimi anni. Sempre sotto il profilo commerciale, le aree invece piu' esposte alla congiuntura USA sono l'Asia (7,2% del nostro export) e l'America Latina (2,7%). Per il Giappone, il cui sviluppo e' storicamente trainato dall'export e segnatamente dalle esportazioni negli Stati Uniti, una flessione della domanda americana andrebbe ad aggiungersi alla debolezza della domanda interna che le misure pure eccezionali di politica monetaria (tassi nominali vicini allo zero) e di bilancio (ripetuti disavanzi che hanno prodotto il maggiore debito pubblico mondiale) non sono finora riuscite a curare. Per il resto dell'Asia e in particolare per i membri dell'ASEAN, il rischio USA si somma a quello Giappone, in quanto i due Paesi sono i maggiori mercati di sbocco delle produzioni del Sud Est asiatico. Se si prescinde dalle ripercussioni negative di una eventuale forte caduta della domanda USA, specie nel settore della elettronica, detti Paesi dovrebbero continuare a riprendersi dalla crisi finanziaria degli anni 1997-1998, facendo registrare tassi di sviluppo mediamente attorno al 6%. Un Paese che appare piu' al riparo delle ripercussioni di una eventuale flessione americana e' la Cina, in ragione della dimensione continentale della sua economia e del previsto afflusso di investimenti, mentre preoccupazioni desta l'andamento dello yen per gli effetti sulla moneta cinese di un'eventuale svalutazione rispetto al dollaro. L'eccezionale crescita che ormai da venti anni caratterizza questo Paese dovrebbe quindi continuare nel 2001 (obiettivo del governo +7,5%) e oltre. Stretto e' anche il rapporto degli USA con l'America Latina sia da un punto di vista commerciale che finanziario. Le economie della regione sono afflitte infatti da una cronica scarsita' del risparmio interno e restano quindi esposte ai movimenti che puo' determinare nel mercato dei capitali una situazione di crisi. Per il Brasile si attende quest'anno una crescita di circa il 4% e del 2,5% per l'Argentina, che ha chiuso il 2000 con una flessione del PIL dello 0,2%. L'Argentina, che segue da tempo una rigida politica di controllo dell'inflazione, nonostante la recente proposta di ancorare la propria moneta oltre che al dollaro anche all'euro, potrebbe risentire molto di un indebolimento dell'economia americana. Tra le aree meno direttamente collegate alla congiuntura USA, la piu' importante per le nostre esportazioni (8%), e' quella dei Paesi in transizione. Relativamente alle economie dell'Europa Centro Orientale e' prevista per il 2001 una crescita media all'incirca pari a quella verificatasi nel 2000 che ha fatto registrare un tasso del 4%. Un fattore di stimolo dovrebbe essere costituito dalle esportazioni verso l'UE. Un fattore di rischio e' dato invece dalle perduranti difficolta' della maggioranza di questi Paesi sul lato del deficit di bilancio e delle partite correnti. Piu' complessa, soprattutto per motivi che attengono all'evoluzione istituzionale, e' ogni previsione che riguarda la Russia, cui viene accreditato dopo un brillante 2000 (6-7% di crescita) un buon 2001 (4%). Per ora l'economia russa resta peraltro pesantemente condizionata dal prezzo del petrolio che potrebbe ridursi a causa di una decelerazione della domanda mondiale. Le linee direttrici, pur tenendo conto dei dati previsionali indicati, sono elaborate sulla base di scelte strategiche il cui orizzonte travalica gli aspetti contingenti. 3. Linee generali di indirizzo. 3.1 - I soggetti pubblici e privati, ai quali e' destinato il presente documento, sono esortati, per affrontare piu' efficacemente il mercato globale, a condividere una strategia di sistema-Paese definita sulla base delle necessita' delle imprese con l'obiettivo di favorire un organico sviluppo di progetti di internazionalizzazione. Il coinvolgimento di piu' soggetti all'interno di una stessa strategia dovra' favorire la funzionalita' del sostegno all'internazionalizzazione delle PMI italiane, impostato in modo piu' completo, tale da ricomprendere anche gli altri aspetti pre o post-vendita (formazione, studi di fattibilita', assistenza tecnica, ecc.) decisivi per dare competitivita' ai prodotti e servizi italiani. A questa logica rispondono gli Accordi di programma con le regioni, gli Accordi di settore con le Associazioni, le altre intese, concluse o in via di conclusione a livello centrale, con il sistema camerale, con il sistema fieristico e con gli istituti universitari e di formazione. Tali accordi ed intese rappresentano i principali strumenti di attuazione delle funzioni politiche di indirizzo e di coordinamento del Ministero. Con essi si cerca di canalizzare le singole iniziative su progetti che si inseriscano organicamente nel disegno di promozione nazionale, da realizzare, in primo luogo, attraverso l'Istituto del commercio estero, cui la legge n. 68/1997 ha affidato il compito di elaborare il Programma promozionale pubblico. Tale approccio e' oggi rafforzato dalle possibilita' di coordinamento a livello locale realizzabili grazie alla costituzione degli Sportelli regionali per l'internazionalizzazione, la cui importanza e' stata ribadita dal recente decreto del Presidente della Repubblica 9 febbraio 2001 per la semplificazione del procedimento per la concessione di agevolazioni, contributi, sovvenzioni, incentivi e benefici per il sostegno allo sviluppo delle esportazioni e per l'internazionalizzazione delle attivita' produttive. Le azioni promozionali, inoltre, devono tener conto della politica assicurativa della SACE e della possibilita' di sostegno finanziario della Simest e della Finest, al fine di dare effettivita' all'auspicato approccio sistemico. 3.2 - Affinche' il sistema di interconnessioni prefigurato produca effetti positivi e' necessario che la programmazione: preveda interventi di internazionalizzazione costruiti "a misura" di target specifici di imprese e centrati su attivita' di formazione, di informazione, di assistenza sui mercati esteri; sia volta a favorire azioni di scouting di imprese sia con riferimento alle potenzialita' di export sia con riferimento alle possibili forme di partnership con gli operatori stranieri. In una tale visione, occorre sviluppare la promozione volta a favorire: i rapporti con la distribuzione locale (anche attraverso iniziative di aggregazione dell'offerta nazionale); l'utilizzo del commercio elettronico; l'assistenza nella fase post vendita, nonche' il radicamento nei Paesi di interesse. 3.3 - Mercati di intervento. In relazione al contesto economico-politico internazionale, per il 2002, si ritengono strategiche le seguenti aree: a) Paesi dell'Europa centro-orientale e balcanici: oltreche' per la loro valenza di mercati di sbocco sia dei beni di maggior consumo (alimentari, tessile-abbigliamento-calzature, arredamento, ecc.) sia dei beni strumentali, questi Paesi vanno considerati in funzione delle grandi possibilita' di collaborazione produttiva e tecnica, essenziale nell'attuale fase di ricostruzione e transizione. A tale scopo e' utile avvalersi degli interventi di sostegno attivabili sia a livello internazionale sia a livello nazionale, quest'ultimo potenziato dalla recente legge 21 marzo 2001, n. 84, che va ad integrare la legge n. 212/1992 e gli altri strumenti di sostegno all'internazionalizzazione. In quest'area, l'attenzione andra' rivolta, in particolare, ad azioni - complementari con quelle degli organismi internazionali - nei settori delle infrastrutture e dell'ambiente. Nei riguardi dei Paesi candidati all'adesione UE (in primis, Repubblica Ceca, Estonia, Ungheria, Polonia e Slovenia, ma anche Lettonia, Lituania, Slovacchia, Romania e Bulgaria) e' opportuno favorire il rafforzamento dei loro legami con l'Italia in termini di collaborazione economica, soprattutto fra le PMI. Inoltre, un impulso specifico va riservato all'attivita' di formazione manageriale e tecnica per portare, a livelli qualitativi europei, le professionalita' locali necessarie per svolgere attivita' di marketing, di gestione di insediamenti produttivi o commerciali, derivanti dagli investimenti esteri in tali mercati. Infine, occorre estendere l'informazione puntuale alle imprese circa le possibilita' di accesso ai programmi comunitari SAPARD (Special Accession Programme for Agricolture and Rural Development) e CARDS e le opportunita' di collaborazione nei settori legati alle forniture di beni strumentali; b) Paesi della sponda sud del Mediterraneo: verso di essi l'Italia - proseguendo nelle intense azioni di cooperazione fra istituzioni pubbliche e private e nella creazione di joint venture - puo' svolgere un'efficace azione di supporto al processo di avanzamento dei sistemi produttivi locali, in vista della creazione di un'area integrata di scambio con i Paesi UE. Oltre ai macchinari dei settori piu' tradizionali (tessile, calzature) i Paesi dell'area sono molto interessati a settori quali: la componentistica auto (Tunisia, Marocco), la catena del freddo (Marocco, Tunisia, Libia, Algeria, Egitto), i macchinari per imballaggio e per la lavorazione della plastica, infrastrutture e servizi della logistica. Non sono da sottovalutare, infine, le potenzialita' di crescita dei comparti legati all'Information & Communication Technology in alcuni di questi Paesi (Tunisia, Egitto e Turchia). Relativamente ad altre aree prioritarie, si ritiene di dover indicare: Paesi dell'Europa Occidentale, dove, con riguardo ai settori ad alto contenuto tecnologico (aerospaziale, telecomunicazioni, ecc.) occorre favorire in maniera piu' incisiva lo sviluppo di partnership delle PMI italiane. Circa l'attivita' promozionale, nei settori tradizionali e' opportuno continuare con eventi commerciali e di immagine di forte ricaduta mediatica, in considerazione del carattere "internazionale" di molti eventi, il cui impatto allargato copre un'area che rimane di importanza strategica per la collocazione dei nostri prodotti; fra le economie avanzate, gli U.S.A., il Canada e il Giappone, dato che notoriamente le potenzialita' delle rispettive domande superano gli andamenti congiunturali. In tali aree e', in particolare, opportuno favorire rapporti piu' stretti con i canali distributivi locali per radicarsi sul mercato e per raggiungere la provincia anche attraverso il ricorso alle nuove tecnologie; la Russia, la Cina, il Brasile, l'India, in quanto rappresentano i grandi mercati emergenti, dalle enormi potenzialita', dove gli investimenti promozionali vanno realizzati nella prospettiva di consolidare il processo di ammodernamento dei rispettivi sistemi economico-sociali, con particolare riguardo ad aspetti legati alla produzione o legati agli scambi, quali quelli relativi all'ambiente, ai servizi logistici e ai servizi pubblici. Si forniscono di seguito alcune indicazioni su singoli Paesi che orienteranno l'azione dell'Amministrazione e dell'Istituto del commercio estero anche nei rapporti con le regioni, le Associazioni e gli altri Organismi, con cui sono state concluse intese bilaterali: Stati Uniti. Nonostante gli sforzi promozionali effettuati, le nostre quote di mercato rimangono uguali o registrano una diminuzione. Si ritiene, pertanto, opportuno sensibilizzare maggiormente le aziende italiane sul modo di fare business negli USA, attraverso corsi di formazione/informazione sul mercato, sulla scorta di precise analisi della domanda, articolate per settori e zone geografiche. Occorrera', inoltre, in particolare, accrescere, su un mercato altamente informatizzato, il numero di azioni promozionali alternative al tipo tradizionale, facendo ampio ricorso ad attivita' di promozione innovativa come l'utilizzo di video conferenze, la realizzazione di fiere virtuali, la diffusione dell'e-commerce e dei mercati elettronici a sostegno delle aziende gia' in grado di operare "on line". Canada. A seguito dell'intensificarsi dei rapporti istituzionali e bilaterali (suggellati da ultimo nel "Memorandum d'intesa sul commercio, gli investimenti e la cooperazione tra piccole e medie imprese" firmato il 27 marzo 2001), la promozione nel Paese dovra' tener conto degli interessi registrati a livello governativo per settori prioritari, quali: tecnologie dell'informazione e delle comunicazioni, sanita', automobili e componenti, agroalimentare, foreste/derivati del legno e arredo. Inoltre, nei contatti con le Autorita' canadesi e' emerso uno specifico interesse per la promozione degli investimenti nei due Paesi. Le iniziative promozionali nel Paese devono tener conto della realta' locale caratterizzata da elevata informatizzazione, ed essere modulate sulle specificita' delle diverse province canadesi, mirando - soprattutto - ad una maggiore conoscenza ed utilizzo della rete distributiva locale, punto di forza del sistema di vendita canadese. Si sottolinea, inoltre, l'importanza per le PMI italiane di disporre di adeguato materiale informativo sulla normativa commerciale, investimenti, ecc. Giappone. Oltre al consolidamento dei settori tradizionali (turismo, gastronomia, moda, arte), elevato risulta l'interesse per i comparti a contenuto tecnologico ed ambientale, importanti per il mercato giapponese, anche in funzione degli auspicati effetti delle misure di rilancio dell'economia. Inoltre, in considerazione del graduale processo di privatizzazione del sistema industriale giapponese, dovrebbero essere incrementate opportunita' di incontro tra PMI italiane e giapponesi, al fine di stabilire forme di collaborazione commerciale e produttiva. Relativamente alle azioni da intraprendere, oltre alle tipologie piu' ricorrenti, e' opportuno valutare le possibilita' derivanti dai Campionati del mondo di calcio 2002 che si svolgeranno in Corea e Giappone, nonche' gli opportuni seguiti della rassegna "Italia in Giappone 2001" ed in particolare in favore dei settori ad alta tecnologia. Russia. Le azioni di promotion devono avere prioritariamente l'obiettivo di favorire la collaborazione tra le PMI dei due Paesi, anche sulla base dei risultati scaturiti nelle riunioni del Comitato imprenditoriale italo-russo previsto dall'Accordo di amicizia e collaborazione bilaterale. Occorre inoltre cogliere le possibilita' indotte dalla realizzazione degli investimenti italiani nel Paese, nonche' quelle attivabili grazie al ricorso alla finanza strutturata (counter trade, buy back, project finance, B.O.T.) operando in sinergia con la SACE. La necessita' di raccordo tra i soggetti attivi nel campo della promozione e' particolarmente avvertita in questo grande paese, anche alla luce degli accordi di collaborazione stipulati dalle regioni italiane con le controparti russe. Cina. Al momento, come confermato da un recente studio condotto congiuntamente da Ministero/ICE e Ministero degli affari esteri, non risultano sfruttate appieno le potenzialita' del mercato cinese, che, pur con le cautele dovute alle specificita' del Paese, presenta ottime prospettive di sviluppo, sia in termini di ripresa economica dopo la crisi del '97, sia in termini di apertura, connesse con l'accessione all'OMC. I settori ritenuti prioritari dallo stesso Governo cinese sono le infrastrutture, l'ambiente, telecomunicazioni, energia, trasporti e servizi urbani, utenze pubbliche (reti distributive di gas, elettricita' ed acqua). In questi ultimi, la Cina intende recuperare il forte divario rispetto allo sviluppo dell'industria, mentre un forte impulso e' imposto dalle accelerazioni della economia cinese ai settori innovativi dell'alta tecnologia e della new economy. L'attenzione ai settori va coniugata con l'attenzione verso lo sviluppo delle province periferiche dove il Governo cinese ha avviato un programma di facilitazioni per gli investimenti esteri. Brasile. Occorre guardare, in particolare, alle potenzialita' degli Stati emergenti, quali il Parana' e il Rio Grande do Sul, nei quali, come emerso nel corso delle missioni e degli incontri istituzionali, sono da ritenere prioritari i seguenti settori: agroindustria, conciario, calzaturiero, arredo-mobili, metalmeccanico, elettronica, Information & Communication Technology e turismo. India. Anche in considerazione degli sforzi di liberalizzazione degli scambi da parte del Paese, l'attivita' promozionale puo' orientarsi su un ampio spettro di settori: agroindustriale (catena del freddo e packaging), infrastrutture (anche energia e telecomunicazioni) farmaceutico e biotecnologia, information technology, ambiente, industria delle pelli e calzature, marmi e granito, macchine per la gioielleria, subfornitura, macchinari, industria tessile, grafica e macchine agricole. Coerentemente, sono da ritenersi piu' efficaci le seguenti azioni: seminari tecnologici-workshop, missioni di operatori, sia in Italia che in loco. Si forniscono inoltre ulteriori sintetiche indicazioni per i seguenti Paesi, alla luce delle informazioni acquisite in occasione delle missioni istituzionali svolte. Messico. Si conferma la necessita' di ricorrere ad iniziative promozionali di base (fiere seminari, missioni) e in particolare attivita' di formazione (soprattutto per il settore della meccanica) con riferimento anche agli aspetti dell'assistenza post-vendita e della distribuzione. E' opportuno un maggiore coinvolgimento degli Enti Fiera italiani per un'attivita' di formazione locale, al fine dello sviluppo della recettivita' fieristica e convegnistica, legato anche all'attivita' turistica messicana in continua espansione. Cuba. Alla luce dell'accresciuto interesse delle nostre imprese per l'area, anche a seguito dei recenti contatti a livello governativo e dell'apertura dell'Ufficio ICE nell'isola di Cuba, e' opportuno prevedere maggiori azioni promozionali nel campo della formazione per tecnici locali, nonche' volte a fornire assistenza alle imprese italiane interessate a forme di collaborazione commerciale/industriale, con l'isola caraibica. In generale per quanto riguarda l'America Latina si evidenzia l'esigenza di un coordinamento delle iniziative in "ottica Mercosur", mediante una preliminare analisi strategica congiunta da affidare agli Uffici ICE locali, al fine di individuare progetti settoriali per l'area. Per l'Argentina e' necessario estendere la promotion alle province emergenti; si distinguono come settori prioritari: macchine per l'imballaggio e la lavorazione dei prodotti alimentari; costruzioni e mobili; sviluppo turistico (concessioni per alberghi e centri convegni). Per gli altri Paesi latino-americani i seguenti settori appaiono particolarmente interessanti: turistico-alberghiero ed edilizia (Uruguay, Venezuela); beni di consumo, tessile-conciario e agro-industria (Cile, Paraguay); beni strumentali, lavorazione del legno, meccanica, telematica e attrezzature ufficio (Bolivia, Peru', Paraguay e Cile). Altre repubbliche C.S.I. La promotion verso quest'area dovra' essere adeguatamente preparata, fornendo preventivamente alle imprese un quadro esaustivo delle opportunita' esistenti ed indicazioni pratiche di carattere normativo ed economico-finanziario attraverso iniziative che prevedano anche il coinvolgimento degli Organismi internazionali e nazionali preposti in materia (SACE, SIMEST, FINEST). Africa. Maggiore spazio andrebbe dato - tenendo conto della lontananza e della complessita' del Paese - alle opportunita' esistenti in Sud Africa, sia in termini di esportazioni che di investimenti, anche in virtu' delle potenzialita' di interscambio con gli altri Paesi dell'Africa australe. Nuove possibilita' potrebbero, inoltre, emergere in Eritrea a seguito della firma della pace con l'Etiopia. In particolare, l'avvio della ricostruzione del Paese e il favore con cui e' vista l'imprenditoria italiana possono fornire opportunita' nei settori agroindustriale ed alimentare, tessile, edilizio, meccanico e turistico. Area asiatica. I Paesi di quest'area presentano una situazione complessa perche', da una parte, avendo superato la crisi del '97-'98, si sono riaffacciati sulla scena internazionale con un'aggressivita' e una competitivita' ancora piu' accentuate, dall'altra, vivono ancora una condizione di instabilita' economica e finanziaria dovuta, per molti di essi, a cause di natura politica. Settore di interesse per tutta l'area asiatica e' quello collegato al risanamento ambientale - dal trattamento delle acque a quello dei rifiuti - dove il nostro Paese ha notevoli potenzialita' godendo di buone tecnologie. Il ruolo pubblico e', inoltre, determinante in materia di formazione, sia a livello manageriale che tecnico, sempre piu' richiesta dai Paesi a maggiori potenzialita' (India e Cina). Vietnam. L'approccio verso il Paese deve favorire forme di collaborazione commerciale e/o industriale con le aziende italiane. Opportunita' sono offerte dai seguenti settori: trasformazione agricola, agroindustriale, infrastrutture, trasporti, costruzioni, energia, chimico, cantieristica, comunicazioni, tessile, calzature, pesca, foreste, meccanica, turismo. Iran. Le relazioni con l'Italia si sono notevolmente intensificate, se pur condizionate dagli eventi politici, e l'interesse andrebbe rivolto principalmente ai seguenti settori: chimico/farmaceutico, infrastrutture, edilizia e tecnologia anti-sismica, automobilistico (componentistica auto), turismo, concerie e pellami, acciaio, energia, lavorazione della pietra e del marmo, ceramica e pellame, telecomunicazioni. Emirati Arabi. Oltre ai beni di consumo, sono interessanti i settori "parti di ricambio per automezzi" e "macchine movimento terra". Sono, inoltre, da tenere presente le opportunita' offerte dal ruolo distributivo svolto da tali Paesi (Abu Dhabi) per tutta l'area. Arabia Saudita. I settori di interesse sono quelli delle infrastrutture, energia e telecomunicazioni, in relazione ai piani sauditi di ristrutturazione e privatizzazione. Australia. Sono di grande importanza i settori dell'alta tecnologia (industria della difesa, industria aerospaziale/elicotteristica avanzata, infrastrutture ed in particolare gasdotti, telecomunicazioni), dell'ambiente ed anche agroalimentare, che puo' rappresentare l'elemento di richiamo per interessare il mercato australiano ai prodotti italiani in genere, in considerazione della forte incidenza della comunita' di origine italiana. 4. Direttive all'Istituto nazionale per il commercio estero. 4.1 - Operando all'interno del contesto delineato, l'Istituto nazionale per il commercio estero dovra' trasfondere, con ogni possibile coerenza, nel piano annuale delle attivita' promozionali per il 2002 la strategia attuata, come sottolineato, anche mediante accordi conclusi dal Ministero, ai quali partecipa l'Istituto stesso con una funzione di riferimento primario dell'attivita' promozionale pubblica. Pertanto, il piano promozionale 2002 dovra' essere focalizzato sulla valorizzazione delle potenzialita' ed opportunita' offerte dai singoli mercati, individuando azioni specifiche in una visione coordinata di intervento pubblico, integrate con la programmazione promozionale delle regioni, delle Associazioni di categoria e del Sistema camerale, organismi con cui l'Istituto e' invitato a rendere piu' incisivi i contatti necessari per la predisposizione del piano annuale di attivita'. In linea generale, i progetti da sviluppare all'interno del piano terranno conto anche degli input emersi dal monitoraggio dell'attivita' promozionale (verifica dei risultati delle iniziative promozionali rispetto agli obiettivi prefissati) e dalle missioni nei singoli Paesi o dai contatti bilaterali avuti a livello governativo con le controparti estere. La programmazione dell'attivita' promozionale, inoltre, non puo' prescindere dal nuovo contesto istituzionale, caratterizzato da un accorpamento dei Dicasteri che dovrebbe dare maggiore sinergia ed efficacia all'azione governativa di sostegno alle imprese. In sintesi, occorre muoversi in una logica di sostegno fondata piu' sui "percorsi di internazionalizzazione" che sulla semplice esportazione, tenendo presenti le caratteristiche delle imprese e i loro diversi gradi di internazionalizzazione di partenza. L'Istituto, quindi, nell'elaborazione del programma promozionale e' chiamato a produrre uno specifico sforzo affinche' la complessiva azione promozionale pubblica esprima una progettualita' integrata, da attivare con tutte le leve a disposizione. Di conseguenza, proseguendo nella impostazione consueta di progetti pluriennali per aree di intervento, il piano promozionale dovra', in particolare: 1) recepire le indicazioni derivanti dal dialogo favorito dal Ministero, a livello centrale, con Unioncamere, Associazioni, Assocamere estero, Fiere, Banche, Universita', nonche', a livello locale, con le regioni; 2) focalizzare il proprio ruolo in funzione delle esigenze connesse alla dimensione e al grado di internazionalizzazione delle nostre PMI; 3) far leva, in continuita' con quanto gia' indicato lo scorso anno, su tipologie promozionali o modalita' di realizzazione di tipo innovativo che dovranno caratterizzare almeno il 30% delle disponibilita' finanziarie. In particolare, favorire, attraverso il SINCE, lo sviluppo di "mercati elettronici" intorno ai nostri settori piu' competitivi, avvalendosi di intermediari (outsourcer) specializzati nelle diverse aree. L'interconnessione, non solo di informazioni e di sistemi informativi, ma anche di imprese, puo' rappresentare un valido modo per creare partnership interessanti. Le soluzioni di rete, come noto, possono costituire non solo mezzi di espansione del mercato, ma strumenti di cooperazione e di razionalizzazione del processo di internazionalizzazione, specie per le imprese minori, e misura efficace di miglioramento complessivo ottenibile con la compressione dei costi e l'adeguamento organizzativo. In tale ottica, e' necessario portare rapidamente a termine anche il progetto di inserimento del Ministero nell'INTRANET dell'ICE stessa, per ottimizzare lo scambio di informazione, e, in particolare, ottenere "on line" i dati e le variazioni del programma promozionale. Parimenti, emerge l'esigenza di costruire, in collaborazione con il Ministero, un software per la gestione di accordi di programma, accordi di settore, accordi quadro con Unioncamere, Assocamere estero, Universita', Fiere, che permetta di integrare le informazioni con quelle derivanti dal programma promozionale e di sintetizzarne le caratteristiche in termini di tipologia delle iniziative, settori, aree di destinazione, ecc. Tale legame informatico consentira' di valorizzare piu' efficacemente lo stesso sistema informativo SINCE, anche nel quadro della costituzione degli Sportelli regionali per l'internazionalizzazione. 4.2 - Nel programma troveranno, spazio progetti settore/Paese contraddistinti da iniziative: a) volte a favorire la collaborazione di tipo commerciale (con la Grande Distribuzione e con i tradizionali canali distributivi ovvero con accordi di franchising) e produttivo, nonche' volte ad attrarre investimenti esteri in Italia; b) di formazione, a beneficio sia di utenti nazionali, per far conoscere le migliori modalita' di approccio nei mercati esteri, che stranieri, per formare manager o tecnici sulle caratteristiche della produzione nazionale. A questo riguardo l'accordo del Ministero con le Universita' volto a coniugare le attivita' di queste ultime con le esigenze operative delle imprese, costituira' il quadro di riferimento per favorire la focalizzazione dell'attivita' di formazione sull'internazionalizzazione; c) educative al gusto di prodotti enogastronomici italiani di qualita', mirando alla valorizzazione della tipicita' collegata alla tradizione e al territorio; d) esplorative di nuovi mercati (o nicchie), anche in funzione di operazioni di import strategico di materie prime o di operazioni di counter-trade; e) a sostegno di nuovi prodotti o servizi caratterizzati da elevato contenuto tecnologico; f) in favore della promozione di imprese del settore dei servizi (bancari, assicurativi, logistici, fieristici, legati al tempo libero, al turismo, ecc.). In particolare, per quanto riguarda i servizi bancari, si auspica un'azione di sensibilizzazione di questo settore anche in virtu' delle ricadute positive che l'internazionalizzazione di tali servizi finanziari puo' avere sulle potenzialita' delle imprese italiane in generale. Per quanto riguarda i servizi logistici, possibili interventi potranno essere meglio individuati anche alla luce dei recenti Accordi di settore conclusi con gli organismi rappresentativi del comparto. Infine, per quanto riguarda i servizi fieristici, alla luce delle intese bilaterali, in essere o future, l'Istituto e' chiamato a fare una riflessione di piu' ampio respiro sulle potenzialita' insite in tale settore, anche con riferimento alla "convegnistica" e al turismo, valorizzando una piu' stretta collaborazione con l'ENIT; g) nell'ambito dei servizi pubblici (tutela ambientale, smaltimento dei rifiuti, depurazione delle acque, produzione e distribuzione delle acque, ecc.). Per quanto concerne i "grandi eventi", occorre valutare con estrema attenzione l'opportunita' di organizzare iniziative di immagine e di comunicazione e comunque sempre un rigoroso esame preventivo dei costi e dei benefici. In ogni caso, al fine di ottimizzare le rilevanti spese richieste da tali eventi, e' necessario insistere, negli anni successivi, con iniziative che permettano di consolidare i risultati ottenuti. Specificamente, l'Istituto potrebbe passare in rassegna con le Associazioni di categoria le opportunita' piu' interessanti da sfruttare sotto l'aspetto commerciale. A tal proposito: si ripropone un Evento speciale nel settore dell'agro-industria in Brasile, che permetta di focalizzare meglio l'attenzione degli operatori brasiliani sulla nostra offerta produttiva; si segnala l'opportunita' di organizzare iniziative specifiche di follow up dei "grandi eventi" tenuti in Cina, Argentina e in Polonia; analogamente si deve considerare l'opportunita' di dare seguito alla rassegna "Italia in Giappone 2001", assicurando un'adeguata continuita' al sostegno dei settori coinvolti (moda, arredo, agroalimentare, ecc.) ed in particolare di quelli piu' innovativi (Salone della Tecnologia). Parallelamente, si ritiene opportuna la presentazione in Italia, attraverso "country presentation" centrate su aree tematiche specifiche, delle realta' economiche di alcuni Paesi, quali i due Stati emergenti del Brasile, Parana' e Rio Grande do Sul, le Repubbliche C.S.I, i Paesi arabi dell'Area Asiatica. Si sottolinea anche in questo caso, l'importanza di prevedere azioni di follow-up (quali missioni di operatori). Per quanto riguarda lo sviluppo dei flussi di investimenti diretti in entrata ed in uscita dal nostro Paese, si segnala, a titolo indicativo: che - tenendo anche conto delle iniziative assunte al riguardo dalle regioni italiane - dovrebbe essere promossa la collaborazione industriale con le regioni (o con i soggetti) della Federazione russa che, anche alla luce di recenti studi sulle opportunita' d'investimento in quell'area, risultano possedere maggiori potenzialita/capacita' di attrazione degli investimenti combinate a bassi o medi fattori di rischio. Si fa riferimento prioritariamente alla regione e alla provincia di Mosca, alla Repubblica del Tatarstan, al territorio di Krasnodar e San Pietroburgo; di proseguire, con maggiore incisivita', per quanto riguarda gli USA nel Progetto Investimenti Italia, prevedendo la realizzazione di una mappatura di interlocutori locali vari ed affidabili (es: merchant banks, istituzioni finanziarie, agenzie di sviluppo, studi di consulenti locali, ecc.). Piu' in generale, per contribuire all'attrazione degli investimenti appare opportuno valorizzare i Nuclei creati ad hoc presso gli Uffici ICE all'estero anche in funzione dell'intesa ICE Sviluppo Italia siglata nel 2000. Sul piano generale, nei Paesi ad economia in transizione l'attivita' di "formazione come promozione" dovrebbe essere privilegiata. Inoltre, per quanto concerne i Paesi della sponda Sud del Mediterraneo, cosi' come Siria, Giordania e Israele, appare opportuno proseguire nelle azioni gia' avviate confermando l'importanza dell'attivita' di formazione che comunque dovra' essere integrata con "missioni settoriali" di operatori in Italia e in loco, estese ad altri settori funzionali all'export, quali quello bancario e della logistica, al fine di creare una rete di riferimenti indispensabili allo sviluppo delle relazioni commerciali con l'Italia. Inoltre, in questi Paesi e' necessario cogliere le domande di collaborazione nel campo degli scavi archeologici e del recupero urbano strumentale allo sviluppo del turismo anche culturale. Questo, a sua volta, puo' trovare un valido impulso nella creazione di joint venture tra tour operator. Si ritiene necessario, infine, segnalare l'opportunita' di prevedere l'assegnazione di risorse umane qualificate per gli uffici strategici dell'area balcanica, anche utilizzando i fondi messi a disposizione dalla legge 21 marzo 2001, n. 84, al fine di intervenire in modo piu' incisivo per fornire assistenza tecnica alle imprese e consulenza specializzata per l'accesso alle gare internazionali. Cio' in considerazione dei molteplici strumenti messi a disposizione dalla UE e dalle IFI (Patto di stabilita) per la ricostruzione e lo sviluppo dell'area, nonche' della nuova apertura commerciale collegata agli Accordi di stabilizzazione e Associazione che l'UE sta negoziando con i predetti Paesi. 4.3 - All'interno del piano promozionale andranno poi sviluppati i "Progetti speciali" gia' avviati per i Sistemi moda-persona, casa-arredo, multi-mediale, secondo l'impostazione che ricollega gli interventi di natura straordinaria sul piano dell'immagine, della comunicazione, della formazione alle azioni previste per i settori interessati nel piano ordinario annuale. Si ritiene in proposito opportuno estendere in modo piu' consistente il "progetto speciale moda" all'oreficeria, prevedendo azioni specifiche di comunicazione in favore del settore, nei Paesi che offrono maggiori prospettive di crescita dell'export italiano. Ugualmente, il "progetto speciale casa-arredo" dovra' includere piu' incisivamente i prodotti del settore argentiero e le ceramiche italiane di maggiore qualita'. Un approccio analogo il piano promozionale dovra' riservare anche ai beni strumentali, con l'impostazione di un "progetto speciale macchine utensili". Come noto, infatti, alla diffusione di una migliore conoscenza della qualita' dei beni di consumo "made in Italy", e' altrettanto importante affiancare la promozione delle "eccellenze" della produzione italiana di beni strumentali e di tecnologie, sia presso le economie avanzate (in particolare Stati Uniti e Canada) - dove si tratta di accrescere le quote di mercato gia' acquisite - sia nelle economie in transizione, dove gli investimenti promozionali sono decisivi per avviare nuovi rapporti commerciali e di collaborazione. Il piano promozionale dovra' altresi' destinare risorse adeguate alle produzioni agro-alimentari, che possono contare anche sulle azioni scaturenti dagli strumenti attivabili presso il Ministero a sostegno del settore. Le iniziative a favore del comparto dovranno essere espressione di una progettazione organica, ispirata ai contenuti delle "Linee guida per l'internazionalizzazione delle aziende e la promozione dei prodotti del settore agro-alimentare" adottate d'intesa con il Ministero delle politiche agricole e forestali il 15 febbraio 2000. In una tale visione dovranno prevedersi progetti co-finanziati con categorie ed organismi interessati e, in particolare, azioni di formazione d'intesa con scuole di cucina o la ristorazione italiana all'estero. Un'attenzione, infine, va riservata alle possibilita' offerte dalle Business Community italiane all'estero e dai Comitati degli italiani all'estero. Ad essi, in occasione degli eventi di immagine organizzati dall'Istituto nelle aree di forte immigrazione (Argentina, Brasile, Nord-America, Australia), potrebbe, ad esempio, essere riservato uno stand informativo. 5. Ripartizione delle risorse. 5.1 - Sulla base delle indicazioni fornite l'Istituto vorra' definire un piano di attivita' ripartendo le risorse finanziarie disponibili per l'anno 2002 nel modo seguente: 40% delle risorse sara' destinato alla realizzazione di iniziative riconducibili ad una progettazione nazionale di base articolata per Paesi/settori; 30% delle risorse, sara' destinato alle iniziative 2002 dei progetti speciali indicati (sistema moda - sistema casa - sistema multimediale - sistema macchine utensili), nonche' a sostegno della produzione agro-alimentare; 30% delle risorse sara' impiegato per il finanziamento dei progetti derivanti dagli accordi con le regioni (fino a lire 25 miliardi pari a 12.911.422 euro), dagli accordi di settore e dalle altre intese bilaterali (fino a lire 20 miliardi pari a 10.329.138 euro). Con riferimento alle aree geografiche, il piano promozionale andra' strutturato orientando l'impiego delle risorse secondo le percentuali di seguito indicate, al netto del 30 % dello stanziamento da destinare agli accordi/intese bilaterali e di lire 6 miliardi (pari a 3.089.741 euro) a titolo di fondo di riserva per necessita' che potranno sopravvenire nel corso dell'anno: Europa occidentale 10%; Europa centro-orientale e C.S.I. 13%: Nord America-NAFTA 25%; America centro-meridionale 9%; Asia-Oceania 25%; Medioriente, Mediterraneo, Africa 9%; Italia-Mondo 9%. La coerenza con le percentuali indicate sara' valutata tenendo conto della distribuzione sulle singole aree di intervento dell'impegno previsto alla voce "Italia-Mondo" nonche' - nel corso di esecuzione del piano promozionale - dei contenuti progettuali in cui si articoleranno le intese annuali con le regioni, le Associazioni di categoria e gli altri organismi con cui il Ministero ha concluso accordi. Nella realizzazione delle azioni promozionali che daranno contenuto al piano d'attivita', si invita l'Istituto a dare la massima attenzione alla comunicazione, mirata e tempestiva, enfatizzando, quando e' opportuno, gli aspetti caratterizzanti l'evento (ad esempio, l'interesse politico sottostante le country presentation). Il piano di attivita' che l'Istituto predisporra' ed inviera' al Ministero per l'approvazione sara' oggetto di incontri periodici concordati nel corso dell'anno, al fine di verificarne la corrispondenza con l'evolversi della congiuntura internazionale e delle aspettative delle imprese italiane. Un piu' intenso dialogo con l'Amministrazione vigilante - nel rispetto dei reciproci ruoli - e' auspicabile, in considerazione della rinnovata impostazione del piano di attivita' nei termini sopra indicati, coerente con una visione unitaria dell'intervento pubblico, nel quale trovano collocazione anche i diversi strumenti di sostegno all'internazionalizzazione gestiti direttamente o indirettamente dal Ministero. |
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