IL COMITATO NAZIONALE DI PARITA' E PARI OPPORTUNITA' NEL LAVORO
Visto il decreto legislativo 23 maggio 2000, n. 196, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 166 del 18 luglio 2000, concernente disciplina dell'attivita' delle consigliere e dei consiglieri di parita' e disposizioni in materia di azioni positive, a norma dell'art. 47 della legge 17 maggio 1999, n. 144; Visto l'art. 7, comma 1, sostitutivo dell'art. 2, comma 1, della legge 10 aprile 1991, n. 125, nel quale si prevede che a partire dal 1o ottobre ed entro il 30 novembre di ogni anno i datori di lavoro pubblici e privati, i centri di formazione professionale accreditati, le associazioni, le organizzazioni sindacali nazionali e territoriali possono richiedere al Ministero del lavoro e della previdenza sociale di essere ammessi al rimborso totale o parziale di oneri finanziari connessi all'attuazione di progetti di azioni positive; Visto l'art. 7, comma 2, del suddetto decreto legislativo, che modifica l'art. 6, comma 1, lettera c), della legge n. 125/1991, nel quale si stabilisce che il Comitato nazionale di parita' formula entro il 31 maggio di ogni anno un programma-obiettivo nel quale vengono indicate le tipologie di progetti di azioni positive che intende promuove, i soggetti ammessi per le singole tipologie ed i criteri di valutazione; Visto l'art. 7, comma 6, nel quale si stabilisce che in fase di prima attuazione, il programa-obiettivo e' formulato per l'anno 2000 entro due mesi dalla data di entrata in vigore del presente decreto; Considerato che le suddette azioni possono essere proposte da datori di lavoro privati, cooperative, consorzi, amministrazioni pubbliche, organizzazioni sindacali e associazioni di varia natura - ordini professionali, enti bilaterali - e sono indirizzate al loro personale/iscritti/associati; Considerato che le caratteristiche del programma-obiettivo riguardano: un investimento qualitativo su un numero piu' limitato di progetti di azioni positive; la ripresa di azioni positive all'interno delle aziende e delle organizzazioni rivolte alle donne entrate in questi ultimi anni nel mondo del lavoro; la promozione di azioni positive nell'ambito di interventi di sviluppo locale e derivanti dalla programmazione negoziata; Considerato che per quanto riguarda gli aspetti di qualita' e la necessaria ottica di genere, si ritiene di dover incidere sui fattori che creano condizioni di disparita' al fine di eliminarli. Per favorire l'ingresso, la permanenza e l'avanzamento professionale delle donne si ritiene di dover promuovere: azioni di sistema che tengano conto del complesso contesto in cui le donne agiscono; azioni intensive che continuino nel tempo; azioni innovative rispetto agli obiettivi che si vogliono perseguire (ad esempio desegregazione non solo verso occupazioni maschili, ma anche nelle occupazioni femminili). Tutto cio' considerato, il Comitato nazionale di parita' e pari opportunita' nel lavoro; Formula il programma-obiettivo "Promuovere la presenza delle donne dentro le organizzazioni e rendere le organizzazioni amiche delle donne". A tal fine, le tipologie di azioni positive si articolano intorno a due assi: Asse 1. Riduzione della segregazione occupazionale orizzontale e verticale Si tratta di azioni positive frutto di accordi tra sindacati/imprese all'interno delle organizzazioni e/o derivanti da accordi della programmazione negoziata che hanno l'obiettivo di: portare nelle organizzazioni le donne verso lavori tipicamente maschili, gli uomini verso lavori tipicamente femminili; promuovere le donne nei livelli e ruoli di responsabilita' dove sono sottorappresentate. Destinatarie/i delle azioni sono disoccupate/i, occupate/i, iscrit-te/i, associate/i. I soggetti finanziabili sono i datori di lavoro privati, le cooperative e i loro consorzi, i datori di lavoro pubblici, i centri di formazione accreditati, le organizzazioni sindacali e le associazioni di varia natura. Asse 2. Integrazione della dimensione delle pari opportunita' nelle strategie di sviluppo organizzativo Si tratta di azioni positive tese a valorizzare e migliorare le condizioni di lavoro femminile nei processi di innovazione tecnologica e di gestione delle risorse umane con l'obiettivo di: gestire gli effetti sull'organizzazione del lavoro di azioni di ridistribuzione delle responsabilita' familiari tra i due sessi; sperimentare forme innovative di orario di lavoro; riformulare i sistemi di selezione, valutazione e riconoscimento al fine di valorizzare le competenze e i ruoli delle donne; ridefinire le norme e le prassi organizzative per la nomina e la designazione di donne ai livelli di responsabilita' e direzione; sviluppare metodi e modelli mirati ad inserire il lavoro atipico ed il lavoro part-time nei percorsi di carriera. Destinatarie/i delle azioni sono lavoratrici/ori, iscritte/i, associate/i, responsabili/dirigenti. I soggetti finanziabili sono i datori di lavoro privati, le cooperative ed i loro consorzi, i datori di lavoro pubblici, le organizzazioni sindacali e le associazioni di varia natura. La valutazione dei progetti fara' conseguentemente riferimento ai seguenti criteri: trasversalita' rispetto alle politiche organizzative; capacita' di produrre effetti di sistema; qualita' e logica progettuale; efficacia delle azioni; congruita' economico-finanziaria. Per la valutazione della fattibilita' delle azioni proposte, i soggetti proponenti sono tenuti ad allegare alla domanda una documentazione atta a comprovare l'affidabilita' del soggetto medesimo (statuto, visura camerale, curriculum attivita' o altro). Modello di domanda. Onde evitare che le modifiche di cui al presente programma-obiettivo arrechino difficolta' nella presentazione dei progetti da parte dei soggetti proponenti, si rinviano i medesimi alla modulistica vigente, con l'avvertimento di porre particolare attenzione alle innovazioni introdotte dal decreto legislativo n. 196 del 23 maggio 2000. In particolare, si richiama l'attenzione sui seguenti aspetti: punto 1 del modello di domanda "Dati relativi ai soggetti proponenti": ai soggetti gia' elencati vanno aggiunti quelli introdotti dal nuovo decreto; punto 3 del modello di domanda "Descrizione del progetto": oltre alle informazioni richieste, i soggetti proponenti dovranno indicare se il progetto si riferisce all'Asse 1 o all'Asse 2 del programma-obiettivo.
Il Sottosegretario di Stato Presidente del comitato nazionale di parità e pari opportunità Piloni |