Gazzetta n. 217 del 16 settembre 2000 (vai al sommario) |
REGIONE SICILIA |
DECRETO ASSESSORIALE 17 maggio 2000 |
Dichiarazione di notevole interesse pubblico dell'area comprendente le contrade Petrazze e Gulfo ricadente nel territorio in comune di Palagonia. |
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L'ASSESSORE PER I BENI CULTURALI, AMBIENTALI E PER LA PUBBLICA ISTRUZIONE
Visto lo statuto della regione siciliana; Visto il decreto del Presidente della Repubblica 30 agosto 1975, n. 637, recante norme di attuazione dello statuto della regione siciliana in materia di tutela del paesaggio, di antichita' e belle arti; Visto il testo unico delle leggi sull'ordinamento del Governo e dell'amministrazione della regione siciliana, approvato con D.P. Reg. 28 febbraio 1979, n. 70; Vista la legge regionale 1o agosto 1977, n. 80; Vista la legge regionale 7 novembre 1980, n. 116. Visto il testo unico delle disposizioni legislative in materia di beni culturali e ambientali, a norma dell'art. 1 della legge 8 ottobre 1997, n. 352, approvato con decreto-legge 29 ottobre 1999, n. 490, che ha abrogato la legge 29 giugno 1939, n. 1497; Visto il regolamento di esecuzione approvato con regio decreto 3 giugno 1940, n. 1357; Visto il decreto assessoriale n. 8610 del 24 dicembre 1994 con il quale e' stata ricostituita per il quadriennio 1995/1999, la commissione provinciale per la tutela delle bellezze naturali e panoramiche di Catania; Esaminato il verbale n. 62 del 10 gennaio 1998, con il quale la commissione provinciale per la tutela delle bellezze naturali e panoramiche di Catania ha proposto di sottoporre a vincolo paesaggistico, ai sensi della legge 29 giugno 1939, n. 1497, l'area comprendente le contrade Petrazze e Gulfo ricadente nel territorio comunale di Palagonia; Esaminato il verbale n. 63 del 6 febbraio 1999 con il quale la commissione provinciale per la tutela delle bellezze naturali e panoramiche di Catania ha ratificato con il plenum dei componenti la deliberazione assunta con verbale n. 62 del 10 gennaio 1998, concernente la dichiarazione di notevole interesse pubblico, ai sensi della legge 29 giugno 1939, n. 1497, dell'area comprendente le contrade Petrazze e Gulfo nel territorio comunale di Palagonia delimitata perimetralmente secondo quanto descritto nel medesimo verbale n. 62 del 10 gennaio 1998, a cui si rimanda e che insieme al verbale n. 63 del 6 febbraio 1999, fa parte integrante e sostanziale del presente decreto; Accertato che il verbale n. 62 del 10 gennaio 1998 contenente la suddetta proposta e' stato pubblicato all'albo pretorio del comune di Palagonia dal 24 giugno 1998 al 25 settembre 1998, ed e' stato depositato nella segreteria del comune stesso, per il periodo prescritto dalla legge n. 1497/1939; Accertato che il verbale n. 63 del 6 febbraio 1999 contenente la medesima proposta e' stato pubblicato all'albo pretorio del comune di Palagonia dal 1o aprile 1999 al 30 giugno 1999 ed e' stato depositato nella segreteria del comune stesso per il periodo prescritto dalla legge n. 1497/1939; Ritenuto che le motivazioni riportate nei succitati verbali del 10 gennaio 1998 e del 6 febbraio 1999 sono sufficienti e congrue rispetto alla proposta di vincolo formulata e testimoniano l'esigenza di proteggere un ambiente singolare, che presenta tutti i requisiti per essere oggetto di una studiata e corretta tutela che impedisca alle bellezze naturali e paesaggistiche della zona in questione di subire alterazioni di degrado irreversibili; Considerato che non sono state prodotte opposizioni al vincolo de quo, ai sensi dell'art. 3 della legge 29 giugno 1939, n. 1497; Rilevato che la proposta avanzata dalla commissione giunge a definire come di rito il vincolo paesaggistico dell'area medesima, gia' dichiarato giusto decreto assessoriale n. 5562 del 23 febbraio 1993, contestualmente al divieto di temporanea inedificabilita' di quel territorio, ex art. 5 legge regionale 30 aprile 1991, n. 15, ampliando, peraltro, la perimetrazione della zona descritta in quel decreto; Considerato quindi, nel confermare la proposta di vincolo in argomento di potere accogliere nella loro globalita' le motivazioni, espresse in maniera sufficiente e congrua dalla commissione provinciale per la tutela delle bellezze naturali di Catania nei verbali delle sedute del 10 gennaio 1998 e del 6 febbraio 1999 e correttamente approfondite nella planimetria ivi allegata, documenti ai quali si rimanda e che formano parte integrante del presente decreto; Ritenuto pertanto, che, nella specie ricorrono evidenti motivi di pubblico interesse, per il cospicuo carattere di bellezze naturali e di singolarita' geologica, che suggeriscono l'opportunita' di sottoporre a vincolo paesaggistico "l'area delle contrade Petrazze e Gulfo" in conformita' alla proposta verbalizzata dalla commissione provinciale per la tutela delle bellezze naturali e panoramiche di Catania nelle sedute del 10 gennaio 1998 e del 6 febbraio 1999; Rilevato che l'apposizione del vincolo comporta l'obbligo per i proprietari, possessori o detentori, a qualsiasi titolo, degli immobili ricadenti nella zona vincolata, di presentare alla competente soprintendenza per i beni culturali e ambientali, per la preventiva autorizzazione, qualsiasi progetto di opere che possa modificare l'aspetto esteriore della zona stessa.
Decreta: Art. 1.
Per le motivazioni espresse in premessa, l'area comprendente le contrade Petrazze e Gulfo ricadente nel territorio comunale di Palagonia descritta nei verbali delle sedute del 10 gennaio 1998 e 6 febbraio 1999 della Commissione provinciale per la tutela delle bellezze naturali e panoramiche di Catania e delimitata nella planimetria ivi allegata, che insieme ai verbali delle sedute del 10 gennaio 1998 e 6 febbraio 1999, forma parte integrante del presente decreto, e' dichiarata di notevole interesse pubblico, ai sensi e per gli effetti dell'art. 139, lett. "C" e "D" del testo unico, approvato con decreto-legge 29 ottobre 1999, n. 490, che ha abrogato la legge n. 1497/1939 e dell'art. 9 del regolamento di esecuzione, approvato con regio decreto 3 giugno 1940, n. 1357. |
| Art. 2.
Il presente decreto sara' pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della regione siciliana, unitamente ai verbali del 10 gennaio 1998 e del 6 febbraio 1999 della competente commissione provinciale per la tutela delle bellezze naturali e panoramiche di Catania ed alla planimetria di cui sopra e' cenno ai sensi degli articoli 142 comma 1 del testo unico 490/1999, e 12 del regio decreto 1357/40. Una copia della Gazzetta Ufficiale della regione siciliana contenente il presente decreto, sara' trasmessa entro il termine di mesi uno dalla sua pubblicazione, per il tramite della competente soprintendenza, al comune di Palagonia, perche' venga affissa per tre mesi naturali e consecutivi all'albo pretorio del comune stesso. Altra copia della predetta Gazzetta, assieme alla planimetria della zona vincolata, sara' contemporaneamente depositata presso gli uffici del comune di Palagonia ove gli interessati potranno prenderne visione. La soprintendenza competente comunichera' a questo assessorato la data dell'effettiva affissione del numero della Gazzetta sopra citata all' albo del comune di Mascali. |
| Art. 3.
Avverso il presente decreto e' ammesso ricorso giurisdizionale innanzi al T.A.R. entro sessanta giorni dalla data di pubblicazione del presente decreto nella Gazzetta Ufficiale della regione siciliana, nonche' ricorso straordinario al presidente della regione entro centoventi giorni dalla data di pubblicazione del presente decreto nella Gazzetta Ufficiale della regione Siciliana Palermo, 17 maggio 2000 L'assessore: Moriniello
COMMISSIONE PROVINCIALE PER LA TUTELA DELLE BELLEZZE NATURALI E PANORAMICHE DI CATANIA
Verbale n. 62
L'anno millenovecentonovantotto, il giorno 10 del mese di gennaio alle ore 9,30 nella sede della soprintendenza peri beni culturali e ambientali di Catania in via Luigi Sturzo n. 62, si e' riunita a seguito di avvisi di convocazione del 20 novembre 1997, prot. n. 1935 (fax + racc. a.r.), e dell'11 dicembre 1997, prot. n. 2074 (fax + racc. a.r.) la commissione provinciale, per la tutela delle bellezze naturali e panoramiche di Catania, costituita in ordine all'art. 2 della legge 29 giugno 1939, n. 2497, e successive modifiche di cui al D.P.R.S. n. 805 del 3 dicembre 1975 art. 31, con decreto assessoriale n. 8610 del 24 dicembre 1994, per discutere il seguente ordine del giorno (racc. del 20 novembre 1997, prot. 1935): 1) Palagonia: proposta di vincolo di parte del territorio comunale (contrade Petrazze e Gulfo) - Ratifica del vincolo ai sensi dell'art. 5 della legge regionale 15/1991. (Omissis). Alle ore 10 il presidente, dott.ssa Francesca Migneco, constatato il numero legale dei componenti la commissione, ai sensi dell'art. 5 del regolamento del 3 giugno 1940, n. 1357, dichiara aperta la seduta porgendo un cordiale saluto di benvenuto ai presenti. Il presidente invita il dott. G. Li Rosi a relazionare circa il 1o punto posto all'ordine del giorno corrispondente alla proposta di vincolo di parte del territorio comunale (contrade Petrazze e Gulfo) nel territorio comunale di Licodia Eubea. - Ratifica del vincolo ai sensi dell'art. 5 della legge regionale 15/1991. Il dott. Li Rosi precisa che la proposta di vincolo riguarda una porzione del territorio comunale di Palagonia, gia' tutelata ai sensi dell'art. 5 della legge regionale 15/1991. L'area in oggetto, nonostante la vicinanza al centro abitato di Palagonia a cui e' collegata dalla strada che conduce al cimitero comunale conserva ad oggi, grazie anche alla mancanza di comode vie di accesso tutte le caratteristiche naturali e paesaggistiche che la contraddistinguono, mantenendo in alcuni punti ancora aspetti selvaggi e presentandosi ancora integra da particolari manomissioni antropiche. L'area delle contrade Petrazze e Gulfo, interamente ricadente nel territorio comunale di Palagonia, risulta di grande interesse geologico, paesaggistico, naturalistico e storico. Dal punto di vista geologico l'area e' interessata soprattutto da affioramenti lavici pliocenici che mostrano una grande varieta' di tipi litologici. I fenomeni effusivi che li hanno prodotti si collegano alle ultime manifestazioni del cosiddetto Vulcanismo Ibleo che si e' sviluppato in ambiente di mare poco profondo, dando luogo, generalmente, in occasione di manifestazioni particolarmente intense e durature, ad accumuli che si propagarono anche sopra la superficie del mare. Nei periodi di intervallo tra le varie eruzioni l'azione del mare instaurava la condizione per la sussistenza di fenomeni di deposizione e di erosione delle croste scoriacee superficiali delle colate, determinando la formazione di livelli rocciosi detritici a composizione mista con elementi vulcanici e sedimentari. Contemporaneamente tutto il territorio orientale dell'isola e' stato interessato da un movimento di sollevamento isostatico che permetteva l'instaurarsi di locali episodi di deposizione evaporitica in bacini chiusi, testimoniati dalla presenza, nei dintorni del l'area interessata, di calcari evaporitici e gessi. I prodotti lavici affioranti si presentano, come gia' detto con grande varieta' di tipi, sia dal punto di vista tessiturale che da quello petrografico; infatti in aggiunta alla generale prevalenza di brecce vulcanoclastiche a grana minuta si rinvengono anche brecce grossolane a "pillows" (cuscini) e subordinate colate laviche. Particolare importanza rivestono i "pillows" nelle effusioni sottomarine; tali "cuscini lavici" dopo la loro messa in posto si ricoprono di una crosta giallo-bruna di alterazione formatasi ad opera dell'acqua marina riscaldata e dei gas sviluppatisi dalla lava. In passato il detrito vetroso ancora fresco fu considerato dallo studioso Sartorius Von Waltershausen un minerale che fu dallo stesso chiamato "palagonite", da Palagonia, localita' ove infatti si ha la migliore esposizione; allo stesso modo "tufi palagonitici" furono chiamati i depositi di questo tipo di materiale. Questa denominazione puo' generare confusione, poiche' non si tratta di prodotti piroclastici ossia di tufi, ma di un deposito formato da croste vetrose prodotte dai "pillows" in via di disfacimento e dalla lava; per depositi di questo tipo lo stesso Rittman propose il termine "ialoclastite". Dal punto di vista paesaggistico e naturalistico l'area si presenta morfologicamente molto aspra e tormentata; essa e' caratterizzata da alcuni costoni a strapiombo formatisi prevalentemente da lave colonnari. Su uno di questi costoni singolare e' la presenza di unagrotta denominata "Grotta dell'Organo", che da' il nome alla omonima valle. Tale nome deriva infatti dall'aspetto simile alle canne di un organo che assume il basalto colonnare affiorante tutt'intorno. La vallata e' visitabile a piedi attraverso un impervio viottolo, delimitato da un filare di pioppi, che permette di inoltrarsi fino in fondo e di ammirarne la selvaggia bellezza. All'interno della valle scorre, nei periodi piu' piovosi dell'anno un piccolo un piccolo torrente denominato "Vallone della Scoperina". La grotta dell'Organo si trova proprio in fondo alla vallata, in una posizione molto difficile da raggiungere; si tratta di una caverna naturale di una decina di metri di diametro, con una apertura bassa e lunga che non consente alla luce naturale di entrare agevolmente. Gli aspetti selvaggi e quasi incontaminati sono inoltre testimoniati dalla presenza di numerose specie di volatili fra i quali la poiana buteo buteo, il falco tinnonculus, l'upupa upupa epox, la coturnice alectoris graeca, etc. Nella zona in oggetto e' stata inoltre segnalata la presenza di altre specie di animali come: volpi, istrici e donnole. La vegetazione e' caratterizzata soprattutto da ficodindia, diversi tipi di piante grasse, finocchi selvatici, asparagi, malva primula e ciclamini; e' tipica di queste zone, inoltre la pianta di sommaco da cui un tempo si estraeva il tannino, una sostanza che veniva utilizzata per la concia delle pelli. Dal punto di vista architettonico, archeologico ed etno-antropologico l'area e' ricca di testimonianze storiche. La piu' significativa e' senza dubbio la Basilica di S. Giovanni, posta su costone roccioso al centro di un campo agricolo pianeggiante, nelle vicinanze del Fiume Catalfaro a due chilometri a sud del paese. Attorno alla basilichetta e' stato raccolto materiale litico (selci) che fanno pensare ad un insediamento preistorico e materiale ceramico bizantino, tardomedievale e moderno. La chiesa presenta pianta rettangolare con un abside a calotta, priva di mura perimetrali; esse sembrano essere sostituite da archi che poggiano su dei pilastri alti 2 mt. sormontati da capitelli trapezoidali del tipo a "mantice". Si presuppone risalga al V secolo d.C. La posizione della chiesetta, posta su un costone a dominare le aree pianeggianti contermini, nonche' le caratteristiche formali della stessa e lo scenario circostante dato da un anfiteatro naturale molto ampio fanno di questo sito un quadro naturale di eccezionale pregio, paesaggistico meritevole di una tutela "attiva" e di una valorizzazione culturale. La protezione di tutta l'area e' pertanto essenziale sia per la particolare bellezza e suggestione del paesaggio che per le peculiari caratteristiche geologiche e ambientali che la qualificano come area di straordinario interesse. (Omissis).
LA COMMISSIONE
considerato l'interesse scientifico dal punto di vista vulcanologico ed ambientale della zona in esame, caratterizzata dalla presenza di notevoli valenze paesaggistico-naturalistiche che rappresentano l'espressione di significativo aspetto scenico; condivisa ed apprezzata la relazione introduttiva; esaminata la ricca ed esauriente documentazione fotografica approntata dalla Soprintendenza;
Delibera
(Omissis) di proporre al competente Assessorato, di sottoporre a vincolo ai sensi della legge 29 giugno 1939 n. 1497 art. 1, n. 4 e dell'art. 9 del Regolamento 3 giugno 1940 n. 1357, la parte di territorio interessata dalle contrade Petrazze e Gulfo nel territorio comunale di Palagonia evidenziata con simbologia pallinato nero sulla cartografia I.G.M. in scala 1:25.000. In particolare il limite, iniziando dal bivio tra la S.P. n. 76 con la Strada Vicinale "Mulino Grotte" e la Strada Vicinale "Petrazze", prosegue lungo il ciglio meridionale della suddetta strada provinciale fino al Vallone della Scoparina. Da questo punto il limite segue, in direzione nord-est, un breve, tratto del suddetto corso d'acqua fino ad incrociare la Strada Vicinale Petrazze, di cui ne segue l'andamento fino al confine comunale con il territorio di Militello Val di Catania. Il limite segue, quindi, in direzione nord, tale confine fino alla sommita' del Colle della Croce (punto trigonometrico) in corrispondenza della croce votiva. Da questo punto il limite segue una linea retta ideale fino al bivio preso come punto di partenza.
Verbale n. 63
Verbale Omissis (Contrade Petrazze e Gulfo)
L'anno 1999 il giorno 6 del mese di febbraio alle ore 9,45 in Catania nella sede della Soprintendenza per i beni culturali ed ambientali in via Luigi Sturzo n. 62 si e' riunita, a seguito di avviso di convocazione mediante raccomandata a.r. del 23 gennaio 1999 prot. n. 167/gruppo I, la Commissione provinciale per la tutela delle bellezze naturali e panoramiche di Catania, costituita, ai sensi dell'art. 2 della legge 29 giugno 1939, n. 1497, come modificato dall'art. 31 del decreto del Presidente della Repubblica 3 dicembre 1975, n. 805, con decreto assessoriale n. 8610 del 24 dicembre 1994, per discutere il seguente ordine del giorno: (Omissis) 2. Palagonia: proposta di vincolo di parte del territorio comunale (contrade Petrazze e Gulfo). Ratifica della deliberazione della Commissione provinciale per la tutela delle bellezze naturali e panoramiche di Catania avvenuta con verbale n. 62 del 10 gennaio 1996 (giusta nota dell'Assessorato dei Beni Culturali ed ambientali e della pubblica istruzione n. 4235/VBC del 26 ottobre 1998). (Omissis). Esaurito il primo punto posto all'ordine del giorno, il Presidente invita a trattare il secondo punto: Palagonia, proposta di vincolo di parte del territorio comunale (contrade Petrazze e Gulfo). Ratifica della deliberazione della Commissione Provinciale per la tutela delle bellezze naturali e panoramiche di Catania avvenuta con verbale n. 62 del 10 gennaio 1996 (giusta nota dell'Assessorato dei beni culturali ed ambientali e della pubblica istruzione n. 4235/VBC del 26 ottobre 1998). Il dott. La Fico precisa che la proposta di vincolo, elaborata dal dott. Giuseppe Li Rosi, dirigente tecnico geologo della Soprintendenza ai Beni Culturali e Ambientali di Catania, riguarda una porzione del territorio comunale di Palagonia, gia' vincolata ai sensi dell'art. 5 della legge regionale 15/1991. L'area in oggetto, nonostante la vicinanza al centro abitato di Palagonia, a cui e' collegata dalla strada che conduce al cimitero comunale, conserva ad oggi, grazie anche alla mancanza di comode vie d'accesso, tutte le caratteristiche naturali e paesaggistiche che la contraddistinguono, mantenendo in alcuni punti ancora aspetti selvaggi e presentandosi integra da particolari manomissioni antropiche. L'area delle contrade Petrazze e Gulfo, interamente ricadenti nel territorio comunale di Palagonia, risulta di grande interesse geologico, paesaggistico, naturalistico e storico. Dal punto di vista geologico l'area e' interessata soprattutto da affioramenti lavici pliocenici che mostrano una grande varieta' di tipi litologici. I fenomeni effusivi che li hanno prodotti si collegano alle ultime manifestazioni del cosiddetto vulcanismo ibleo, che si e' sviluppato in ambiente di mare poco profondo dando luogo, generalmente in occasione di manifestazioni particolarmente intense e durature, ad accumuli propagatisi anche sopra la superficie del mare. Nel periodo di intervallo tra le varie eruzioni l'azione del mare instaurava la condizione per la sussistenza di fenomeni di deposizione e di erosione delle croste scoriacee superficiali delle colate, determinando la formazione di livelli rocciosi detritici a composizione mista con elementi vulcanici e sedimentari. Contemporaneamente tutto il territorio orientale dell'isola e' stato interessato da un movimento di sollevamento isostatico che permetteva l'instaurarsi dilocali episodi di deposizione evaporitica in bacini chiusi, testimoniata dalla presenza nei dintorni dell'area interessata, di calcari evaporitici e gessi. I prodotti lavici affioranti si presentano, come gia' detto, con una grande varieta' di tipi sia dal punto di vista tessiturale che da quello petrografico; infatti in aggiunta alla generale prevalenza di brecce vulcanoclastiche a grana minuta si rinvengono anche brecce grossolane a "pillows" (cuscini) e subordinate colate laviche. Particolare importanza rivestono i "pillows" nelle effusioni sottomarine; tali "cuscini lavici" dopo la loro messa in posto, si ricoprono di una crosta giallo-bruna di alterazione, formatasi ad opera dell'acqua marina riscaldata e dei gas sviluppatisi dalla lava. In passato il detrito vetroso ancora fresco fu considerato dallo studioso Sartorius Von Waltershausen un minerale, che fu dallo stesso chiamato "Palagonite", da Palagonia, localita' ove infatti si ha la migliore esposizione; allo stesso modo "tufi palagonitici" furono chiamati i depositi di questo tipo di materiale. Questa denominazione puo' generare confusione, poiche' non si tratta di prodotti piroclastici, ossia di tufi, ma di un deposito formato da croste vetrose prodotte dai "pillows" in via di disfacimento e dalla lava; per depositi di questo tipo lo stesso Rittman propose il termine "ialoclastite". Dal punto di vista paesaggistico e naturalistico l'area si presenta morfologicamente molto aspra e tormentata; essa e' caratterizzata da alcuni costoni a strapiombo formatisi prevalentemente da lave colonnari. Su uno di questi costoni singolare e' la presenza di una grotta denominata "Grotta dell'organo", che da' nome all'omonima valle. Tale nome deriva infatti dall'aspetto simile alle canne di un organo che assume il basalto colonnare affiorante tutt'intorno. La vallata e' visitabile a piedi attraverso un impervio viottolo, delimitato da un filare di pioppi, che permette di inoltrarsi fino in fondo e di ammirarne la selvaggia bellezza. All'interno della valle scorre, nei periodi piu' piovosi dell'anno un piccolo torrente denominato "Vallone della Scoperina". La grotta dell'Organo si trova proprio in fondo alla vallata, in una posizione molto difficile da raggiungere; si tratta di una caverna naturale di una decina di metri di diametro, con una apertura bassa e larga che non consente alla luce naturale di penetrarvi agevolmente. Gli aspetti selvaggi e quasi incontaminati sono inoltre testimoniati dalla presenza di numerose specie di volatili tra i quali la poiana buteo buteo, il falco tinnunculus, l'upupa upupa epox, la coturnice alectoris graeca, etc. Nella zona in oggetto e' stata inoltre segnalata la presenza di altre specie animali come volpi, istrici e donnole. La vegetazione e' caratterizzata soprattutto da ficodindia, diversi tipi di piante grasse, finocchi selvatici, asparagi, malve, primule e ciclamini; e' tipica di queste zone, inoltre, la pianta di sommacco da cui un tempo si estraeva il tannino, una sostanza che veniva utilizzata per la concia delle pelli. Dal punto di vista architettonico, archeologico ed etno-antropologico l'area e' ricca di testimonianze storiche. La piu' significativa e' senza dubbio la Basilica di S. Giovanni, posta su un costone roccioso al centro di un campo agricolo pianeggiante, nelle vicinanze del Fiume Catalfaro, a due chilometri a sud del paese attorno alla basilichetta e' stato raccolto materiale litico (selci) che fanno pensare ad un insediamento preistorico e materiale ceramico bizantino, tardo medievale e moderno. La chiesa presenta pianta rettangolare con un abside a calotta, priva di mura perimetrali; esse sembrano essere sostituite da archi che poggiano su dei pilastri alti due metri sormontati da capitelli trapezoidali del tipo a "mantice". Si presuppone che la stessa risalga al V secolo d.C. La posizione della chiesetta, posta su un costone a dominare le aree pianeggianti contermini, nonche' le caratteristiche formali della stessa e lo scenario circostante dato da un anfiteatro naturale molto ampio fanno di questo sito un quadro naturale di eccezionale pregio paesaggistico meritevole di una tutela "attiva" e di una valorizzazione culturale. Concludendo. la protezione di tutta l'area e' pertanto essenziale sia per la particolare bellezza e suggestione del paesaggio che per le peculiari caratteristiche geologiche e ambientali che la qualificano come area di straordinario interesse pubblico. A questo punto tutti i presenti che non fanno parte della Commissione si allontanano dalla stanza in cui essa e' riunita. La Commissione dopo ampia ed approfondita discussione ritiene, condividendo la proposta avanzata, e con voto espresso all'unanimita', di sottoporre l'area sopra descritta a vincolo ai sensi dei punti 3) e 4) dell'art. 1 della legge 29 giugno 1939, n. 1497, nel rispetto delle indicazioni dei punti 4) e 5) dell'art. 9 del regolamento approvato con regio decreto 3 giugno 1940, n. 1357. (Omissis). |
| Tav. Unica: Corografia - Scala 1:25.000
Carta d'Italia I.G.M. ----> Vedere planimetria <---- |
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