Gazzetta n. 204 del 1 settembre 2000 (vai al sommario) |
MINISTERO DEL COMMERCIO CON L'ESTERO |
DECRETO 28 giugno 2000 |
Approvazione linee di indirizzo dell'attivita' promozionale per il 2001. |
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IL MINISTRO DEL COMMERCIO CON L'ESTERO
Visto il decreto legislativo 12 gennaio 1946, n. 12, concernente le "attribuzioni del Ministero del commercio con l'estero"; Vista la legge 16 marzo 1976, n. 71, recante: "Modifica delle procedure amministrative e contabili in materia di attivita' promozionale delle esportazioni italiane"; Vista la legge 14 gennaio 1994, n. 20, recante: "Disposizioni in materia di giurisdizione e controllo della Corte dei conti"; Vista la legge 25 marzo 1997, n. 68, recante: "Riforma dell'Istituto nazionale per il commercio estero" ed, in particolare, il suo art. 7; Visto il decreto ministeriale 11 novembre 1997, n. 474 - modificato con decreto ministeriale 3 marzo 2000, n. 88 -, concernente: "Regolamento recante approvazione dello statuto dell'Istituto nazionale per il commercio estero"; Stante l'esigenza di emanare - sentito il Comitato consultivo I.C.E. - le linee di indirizzo dell'attivita' promozionale per il 2001;
Decreta: Art. 1. Sono approvate le linee di indirizzo dell'attivita' promozionale per il 2001, riportate in allegato. Dette linee di indirizzo sono trasmesse all'I.C.E., ai sensi dell'art. 7, comma 1, della legge 25 marzo 1997, n. 68, perche' sulla loro base l'Istituto elabori il piano delle attivita' promozionali da sottoporre all'approvazione della competente Direzione generale del Ministero, in conformita' a quanto stabilito dal decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 80. Esse costituiscono, inoltre, atto di indirizzo e di orientamento dell'attivita' promozionale svolta all'estero dagli enti pubblici. |
| Art. 2. Il presente decreto verra' inviato alla Corte dei conti per la registrazione e sara' pubblicato nella Gazzetta Ufficiale. Roma, 28 giugno 2000 Il Ministro: Letta
Registrato alla Corte dei conti il 27 luglio 2000 Registro n. 1 Commercio con l'estero, foglio n. 109 |
| Allegato LINEE DI INDIRIZZO DELL'ATTIVITA' PROMOZIONALE PER L'ANNO 2001
1. Premessa. Il presente documento intende orientare l'attivita' pubblica e privata rivolta ad ampliare il grado di internazionalizzazione del sistema produttivo italiano. Le linee di indirizzo di seguito tracciate trovano il loro fondamento su due principi chiave che si ritengono assi portanti della strategia pubblica in materia: l'esigenza di procedere secondo una visione unitaria, che dia luogo a rapporti di "alleanza" tra i soggetti gestori di risorse; una maggiore consapevolezza circa la necessita' non piu' procrastinabile, seguendo le tendenze della "new economy", di ricorrere all'utilizzo delle nuove tecnologie nel realizzare gli interventi a sostegno dell'internazionalizzazione. I sopraindicati principi dovranno, pertanto, trovare espressione in programmi rivolti all'obiettivo prioritario del radicamento della presenza italiana nei mercati esteri, sia in termini di crescita di quote che in termini di acquisizione di nuovi mercati, tenendo particolare conto le opportunita' aperte ai settori produttivi di tipo piu' innovativo. Le linee di indirizzo che seguono vanno collocate in una previsione congiunturale di ripresa economica generalizzata. 2. Quadro Internazionale. Mentre gli ultimi due anni si sono aperti all'insegna di altrettante crisi (il 1998 di quella del sud est asiatico e russa iniziate nel 1997, il 1999 di quella brasiliana contrassegnata da una svalutazione del real del 40% rispetto al dollaro), l'anno 2000 appare per ora indenne da turbolenze e quindi le aspettative favorevoli che lo accompagnano si riverberano su una visione improntata anch'essa a imprudente ottimismo per il 2001. La prudenza e' dovuta al rischio, mai scongiurabile, di altre crisi, di cui la previsione economica puo' indicare le potenziali cause ma non l'effettivo insorgere e tanto meno i relativi tempi. I cenni che seguono relativamente alle maggiori aree si basano quindi su un'ottica extrapolativa del presente e del piu' immediato futuro, e sulla segnalazione di taluni dei problemi esistenti e dei rischi che, si spera, non escano dallo stato di latenza. Stati Uniti: l'espansione dell'economia che gia' nello scorso mese di febbraio aveva fatto registrare ufficialmente il piu' lungo ciclo del dopoguerra (107 mesi) e' continuata nell'anno in corso ad un ritmo superiore al 5%. Gia' in passato il protrarsi della crescita e il suo vigore hanno indotto molti economisti a prevedere l'imminenza del punto di svolta del ciclo; la previsione, rivelatasi errata, viene tuttora riproposta pur essendo ormai inficiata dal dubbio che in America si sia in presenza di un nuovo paradigma economico determinato dall'esplosione delle tecnologie informatiche in un ambiente in cui la marcata flessibilita' dei mercati dei fattori produttivi, tra cui quello del lavoro, evita il prodursi di strozzature e l'accendersi di processi inflazionistici. Un punto di forza dell'attuale situazione USA e' dato dalla solidita' del bilancio pubblico, un punto di debolezza dall'indebitamento del settore privato e dal connesso dislivello tra offerta e domanda che trova riscontro in un piu' che rilevante deficit commerciale. Il timore maggiore e' che il rallentamento possa dar luogo ad un "hardlanding" in uno scenario recessivo che potrebbe essere innescato, come nel 1987, da un crollo del prezzo delle azioni, le cui quotazioni, in termini di price/earning, hanno complessivamente raggiunto valori mai sperimentati prima d'ora (33 a fine '99). L'auspicio e' invece, ovviamente, che il rallentamento - che la maggior parte dei previsori continua a ritenere probabile ("l'attuale tasso di crescita e' insostenibile" si legge nel rapporto della Banca dei Regolamenti Internazionali diffuso il 5 giugno) - avvenga per gradi ed "in una" con il contemporaneo rafforzamento della ripresa negli altri Paesi tra cui, in primo luogo, quelli dell'U.E. Area Euro: ottime sono in effetti anche le prospettive di crescita dell'area Euro il cui PIL dovrebbe continuare a crescere ad un tasso superiore al 3% nel 2001. Un elemento di freno e' qui rappresentato dalla politica della BCE che per perseguire il suo scopo istituzionale di stabilita' dei prezzi interni e quello eventuale di stabilizzazione del cambio puo' essere indotta ad attuare una politica restrittiva. Il piu' forte segnale in tal senso e' venuto con l'aumento di un mezzo punto della struttura dei tassi deciso l'8 giugno, che ha comportato l'elevazione del tasso di riferimento al 4,25%. Quanto all'euro, di cui molti istituti finanziari ritengono probabile il recupero della parita' con il dollaro entro l'anno, la sua debolezza e' attribuita non ai fondamentali, che postulerebbero un suo piu' elevato valore esterno, ma alla percezione da parte dei mercati di una maggiore vitalita' dell'economia americana rispetto a quella europea dovuta a ragioni strutturali. Europa centro-orientale: la crescita dell'economia russa - favorita dall'aumento del prezzo del petrolio e dalla svalutazione del rublo - rappresenta un importante stimolo per le economie degli altri Paesi della CSI. Il consolidamento degli effetti della ripresa soggiace, tuttavia, alla realizzazione delle riforme strutturali da tempo promesse. Tra i Paesi dell'Europa centrale Polonia ed Ungheria guidano la ripresa con tassi di crescita compresi tra 4 e 5%, mentre la Repubblica ceca dovrebbe uscire dalla recessione. Segnali di ripresa vengono anche dalle Repubbliche baltiche, Estonia, Lettonia e Lituania, che hanno risentito maggiormente della crisi russa. America latina: per le tre maggiori economie dell'area, Argentina, Brasile e Messico, i principali centri di ricerca prevedono tassi di crescita alquanto sostenuti. In particolare se per i primi due Paesi nel 2001 il PIL dovrebbe conoscere una accelerazione, attestandosi attorno al 5,5%, in Messico si prevede una crescita piu' contenuta seppure sempre attorno al 4%. I valori sopra indicati scontano pero' una evoluzione favorevole di alcuni parametri di riferimento. Nel caso del Brasile lo sviluppo e' fortemente correlato alle esportazioni verso gli Stati Uniti e quindi all'andamento di quella economia. Nel caso dell'Argentina, il cui PIL e' caduto nel 1999 del 4% ed e' previsto in crescita per il 2000 nella misura del 2%, sarebbe necessario che al risanamento finanziario finora perseguito con misure anche molto impopolari (per es.: riduzione degli stipendi dei dipendenti pubblici), seguisse un forte miglioramento dell'economia reale. Asia: dei due piu' importanti Paesi del continente, il Giappone lancia segnali contraddittori anche sia le stime ufficiali che quelle di alcune grandi banche propendono per un inizio di miglioramento basando la propria previsione, tra l'altro, sull'aumento delle spese per investimenti verificatosi nel primo trimestre del 2000 (3,3% su base annua). Per la Cina il Governo si attende per il 2000 e per gli anni successivi una stabilizzazione della crescita su valori del 7-8% che invertirebbero la tendenza al ribasso che il tasso del PIL, pur mantenendosi su livelli elevati, ha fatto registrare a partire dal picco raggiunto nel 1992. Un miglioramento delle prospettive potrebbe essere determinato dall'ingresso nel Paese nel WTO che dovrebbe essere perfezionato entro l'anno. La conseguente liberalizzazione delle importazioni dovrebbe pero' cominciare a far sentire i suoi effetti a partire dal 2002. Posizione dell'Italia. Le stime elaborate dai principali centri di ricerca mostrano che il rafforzamento della dinamica dell'economia europea e l'accelerazione del commercio internazionale sta gradualmente interessando anche l'Italia. Mentre, infatti, nel 1999 il PIL e' aumentato dell'1,4%, per il 2000 le previsioni convergono su una crescita del 3% circa. Questa accelerazione dovrebbe consentire la riduzione ma non l'azzeramento del divario dei tassi di crescita rispetto agli altri Paesi dell'Unione europea, divario che ha caratterizzato il decennio trascorso. Se la ripresa della domanda estera e l'indebolimento dell'euro favoriranno nel 2000 un significativo recupero delle esportazioni, nello stesso tempo si prevede una accelerazione delle importazioni spinte dal rinnovato slancio dell'economia e dal rafforzamento della domanda interna. Gli effetti del deprezzamento del cambio dovrebbero, da un lato, contrastare l'aumento del grado di penetrazione dei prodotti esteri, almeno per quella parte proveniente dai Paesi esterni all'area euro, e dall'altro sostenere l'attenuazione della tendenza alla perdita di quote di mercato. D'altro canto sull'andamento dell'interscambio continuera' a riflettersi il deterioramento della ragione di scambio, gia' in atto nel 1999, imputabile agli effetti dell'aumento del prezzo del petrolio amplificati dalla debolezza dell'euro. Di conseguenza, si prevede che nel 2000 il ruolo di traino del PIL spettera' alla domanda interna, mentre il contributo negativo delle esportazioni nette, pur attenuandosi, continuera' a caratterizzare il quadro congiunturale. Per quanto riguarda in particolare la domanda interna, l'incremento del reddito disponibile e la politica di bilancio meno restrittiva favoriranno un progressivo aumento dei consumi, mentre il consolidarsi della ripresa economica e gli effetti degli incentivi fiscali dovrebbero determinare la crescita degli investimenti (in particolare quelli in macchinari e mezzi di trasporto). L'accelerazione del PIL, pur mantenendosi ad un livello inferiore a quello medio comunitario, dovrebbe continuare anche nel 2001, essendo sostenuta principalmente dalla domanda interna, nelle due componenti consumi ed investimenti. Nonostante infatti si preveda una crescita delle esportazioni in linea con l'incremento del commercio mondiale, il loro contributo alla crescita del PIL continuera' ad essere ancora marginale. 3. Linee di indirizzo generale. 3.1. La programmazione delle attivita' da realizzare partira' in primo luogo dalle prospettive di sviluppo dei singoli mercati in rapporto ai settori di interesse. Indispensabile appare, pertanto, acquisire le conoscenze piu' attuali in termini di domanda di beni di consumo e di investimento, dedicando particolare attenzione a quei sistemi economici che stanno dando segni di recupero dalle crisi di fine anni novanta Sud-Est asiatico, Russia, Sud America), ma anche a quelli che, interessati da piani governativi di sviluppo, richiedono prodotti e servizi connessi con investimenti in infrastrutture e tecnologie (Nord Africa, Medio Oriente), senza tralasciare quelle economie gia' avviate nel processo di trasformazione secondo il modello di sviluppo occidentale. Un particolare sforzo dovrebbe essere rivolto ad una azione di "scouting di mercati" e allo "scouting di imprese", al fine di far crescere la base esportativa italiana secondo comportamenti non episodici, bensi' strutturali. In tal senso la formazione e l'informazione, in particolare tramite le nuove tecnologie, saranno gli strumenti cui fare ricorso, secondo un approccio che parta dalle specifiche esigenze delle P.M.I. e trovi espressione in rapporti di "alleanza" tra i soggetti operanti sul territorio (categorie produttive, enti locali, istituti di formazione e ricerca). In una tale visione, le iniziative saranno inoltre individuate alla luce dei grandi eventi a livello internazionale, come la "Conferenza 2000" di Bologna, di iniziativa O.C.S.E., dove si delineeranno le nuove strategie per lo sviluppo della competitivita' delle P.M.I. nell'economia globale. 3.2. La programmazione delle attivita' sara' calata in una prospettiva pluriennale in cui articolare le tipologie di iniziative per settore/Paese. Al fine di favorire l'ottimizzazione dell'impiego delle risorse finanziarie si auspica che - a livello locale - venga costituito in tempi rapidi un effettivo strumento di coordinamento della programmazione che favorisca la prestazione dei servizi a sostegno dell'internazionalizzazione dell'utenza - rispondendo anche alle esigenze in termini di informazione, formazione, assistenza - secondo un modello a rete composto da uno "sportello" regionale e da collegamenti a livello territoriale (Camere di commercio, associazioni di categoria, distretti). Si richiama l'attenzione sul fatto che per buona parte della produzione italiana flussi piu' consistenti di export possono essere assicurati, in presenza di una concorrenza crescente sui prezzi da parte di Paesi emergenti, solo dal riconoscimento della qualita' del prodotto e da una offerta organizzata, capace di rispondere tempestivamente alla domanda. Una particolare sensibilita' pertanto dovra' essere rivolta agli aspetti sopracitati. Risulta chiaro che il ricorso a forme aggreganti l'offerta insieme al ricorso a strumenti informatici (sito WEB) puo' essere la risposta delle piccole imprese alle sfide del mercato globale. 3.3. Sotto il profilo strategico e tenuto conto degli orientamenti della politica estera governativa, l'azione promozionale dovra' indirizzarsi prioritamente verso l'area euromediterranea distinguendo i diversi processi che si stanno affermando in ambito Unione europea, Europa centroorientale, balcanica e mediterraneo. Nell'area U.E. - dove il prodotto italiano dovra' affermarsi per la sua specificita' qualitativa - obiettivo di piu' ampio respiro dovra' essere quello di favorire la collaborazione tra PMI italiane e partners europei rivolgendo attenzione ai settori tecnologicamente piu' avanzati (ad esempio aerospaziale, telecomunicazioni, ferroviario), sia in vista di collaborazioni produttive all'interno del mercato domestico, che con l'obiettivo dei mercati terzi. In area Centro europea, l'azione dovra' proseguire in particolare lungo i canali della collaborazione economica, bilaterale o trilaterale (congiuntamente a taluni Paesi europei gia' presenti in loco), in vista dell'allargamento dell'U.E. In tale area, cosi' come nei Balcani, la strategia promozionale dovra' tenere conto dei programmi di sviluppo oggetto di sostegno finanziario da parte di Organismi internazionali. In Russia e piu' in generale nella CSI andranno attentamente valutate le potenzialita' esistenti sia in termini di domanda di beni di consumo che strumentali, come anche in termini di acquisizione di materie prime, approfondendo possibilita' operative di counter-trade. In proposito potrebbero essere messe a frutto anche le intese di collaborazione esistenti fra regioni italiane e controparti locali. Nelle aree Mediterranea, Nord Africana e Mediorientale, si segnala l'opportunita' di una calibratura geografica degli interventi, puntando in via preferenziale verso quei Paesi di cui si sono finora scarsamente sfruttate le potenzialita' (Marocco, Algeria), o vi sono obiettivi spazi di mercato (Palestina, Libia) ovvero si registra un clima favorevole agli investimenti (Tunisia, Egitto). In merito ai menzionati mercati e alle altre aree di interesse, si rinvia a quanto piu' dettagliatamente viene detto di seguito al punto 4. 4. Direttive per l'Istituto nazionale per il commercio estero. 4.1. L'obiettivo pubblico affidato all'I.C.E., da realizzare con le risorse del programma promozionale, consiste nel favorire il consolidamento all'estero della presenza italiana - in particolare delle aziende di minori dimensioni - sia attraverso l'ampliamento dei volumi export che attraverso il radicamento nei singoli mercati. Nella molteplicita' dei soggetti che operano ai fini dello sviluppo della internazionalizzazione delle imprese italiane, spetta all'operatore nazionale un'azione di sintesi e di raccordo della pluralita' di interventi, deve, pertanto, essere perseguito un approccio di sistema, capace di assicurare l'efficienza ed efficacia complessiva agli interventi promozionali. La politica di "accordi" con organismi ed enti, operanti a livello locale e nazionale, gia' avviata dal Ministero, rappresenta il contesto in cui l'Istituto collochera' il proprio piano d'azione. Un impegno particolare andra' rivolto - d'intesa con gli enti territoriali competenti e in sinergia con altri Organismi piu' specificamente vocati - alla individuazione di pacchetti localizzativi da promuovere per l'attrazione di investimenti esteri. Accanto alle iniziative derivanti dagli accordi di programma con le regioni e con le associazioni di categoria, possono ipotizzarsi intese per una progettazione congiunta con il sistema fieristico e camerale; altre intese possono prefigurarsi con universita' ed istituti in materia di formazione. Una tale impostazione potra' interessare anche i rapporti con altre amministrazioni a livello centrale (in particolare con il Ministero delle politiche agricole, dei beni culturali, dell'industria) per la promozione coordinata all'estero di una piu' completa gamma della produzione italiana. A questo proposito, l'Istituto rivolgera' un'attenzione particolare alle iniziative suscettibili di collegamento con gli aspetti turistici, anche in vista del futuro assetto organizzativo della funzione di promozione dell'internazionalizzazione. E' evidente che il contenuto delle intese operative che danno seguito agli accordi dovra' esprimere una progettualita' integrata dove le singole azioni, pur nascendo in ambiti diversi, rispecchino un obiettivo unico in termini di mercato-settore. 4.2. La ristrutturazione della rete estera dell'Istituto, da un lato, che ha portato alla crescita del numero di unita' operanti nei singoli Paesi e la definizione di un nuovo impianto informatico, dall'altro, rappresentano il mezzo per assicurare un piu' efficace svolgimento delle funzioni istituzionali dell'Istituto, in particolare con riferimento all'assistenza alle imprese e alla realizzazione di un piano promozionale rispondente alle potenzialita' ed opportunita' dei mercati. Con riguardo a tale ultimo aspetto, la programmazione annuale delle attivita' dovra' riflettere piu' compiutamente le segnalazioni avanzate dagli uffici esteri, i quali potranno svolgere un ruolo piu' significativo anche al momento della realizzazione degli eventi, con conseguente alleggerimento della sede centrale; tale coinvolgimento potrebbe assicurare una partecipazione piu' responsabile alle attivita', anche con riferimento ai risultati attesi. 4.3. L'impegno dell'I.C.E. - in collegamento con l'obiettivo pubblico di sostenere le PMI nei mercati esteri - deve naturalmente trovare espressione anche in progetti di piu' ampio respiro volti a divulgare l'immagine della produzione nazionale in termini di tradizione, qualita' e capacita' innovative. Tale attivita' di promozione dovra' essere diretta in particolare al campo dell'alta tecnologia ed alle sue molteplici applicazioni nei settori produttivi. Cio', se puo' realizzarsi attraverso specifiche azioni di immagine/Paese, ad esempio il Giappone per il 2001, deve costituire il messaggio da riproporre anche in occasione di specifiche campagne istituzionali cui far ricorso sia per i settori piu' tradizionali (piu' esposti a forme di concorrenza basata sul prezzo) che per divulgare piu' ampiamente la conoscenza dei prodotti italiani tecnologicamente avanzati. Nel rinviare all'Istituto le scelte delle modalita' di azione in cui articolare i singoli progetti Paese/settore - che si ispireranno, comunque, a quanto detto piu' volte con riferimento ai singoli mercati di intervento - si sottolinea l'opportunita' di considerare le fiere nell'ambito di una progettazione piu' ampia a beneficio dei settori produttivi e sempre in quanto occasioni promozionali suscettibili di accogliere azioni collaterali, anche a sostegno di possibili forme di collaborazione produttive e commerciali. Piu' precisamente l'Istituto e' chiamato ad articolare un piano di attivita' che contenga azioni di tipo innovativo (diverse, pertanto, da fiere, missioni, seminari, campagne pubblicitarie, ecc.) ovvero modalita' di realizzazione innovative, almeno entro il 30% delle disponibilita' finanziarie. L'Istituto vorra' considerare, nel piano promozionale, azioni specifiche volte a sostenere la commercializzazione delle produzioni italiane all'estero, sia attraverso la diffusione di forme di franchising che attraverso l'inserimento della distribuzione italiana nella rete estera. L'attivita' promozionale pubblica andra' definita individuando una progettualita' piu' attenta alle particolari esigenze del Mezzogiorno, valorizzando le possibili sinergie con le altre iniziative in fase di avvio (Antenna Mediterranea) nonche' con enti fieristici e territoriali - sfruttando le occasioni di coprogettazione offerte dagli accordi di programma - e con gli altri soggetti impegnati in modo particolare nello sviluppo delle aree del sud. L'Istituto dovra', inoltre, sviluppare su un piano piu' generale e tenendo conto delle esperienze gia' maturate al riguardo, una progettualita' volta ad approfondire possibilita' e modalita' di utilizzo del counter-trade con riferimento a quelle aree (Sud-Est asiatico, CSI, Africa sub-sahariana, America Latina) piu' suscettibili di interesse. Da ultimo, proseguendo in un'attivita' ormai consolidata che ha assunto crescente rilevanza, dovra' essere assicurata la dovuta attenzione all'attivita' di formazione, sia nazionale che internazionale. 4.4. L'attivita' promozionale dell'Istituto dovra' trovare nuovo slancio attraverso il ricorso alle nuove tecnologie informatiche. Cio' in primo luogo per dare risposta alla domanda di informazione proveniente dalle imprese, esigenza da soddisfare con sempre maggiore tempestivita' e completezza. A tal fine, sara' improcrastinabile la messa a regime del sistema SINCE e la sua piena operativita' attraverso la rete degli uffici all'estero. Cosi' come si dovra' fare maggiore ricorso alle nuove tecnologie - come gia' in precedenza indicato - per "alleggerire" la realizzazione di alcune azioni promozionali di tipo tradizionale quali i seminari, utilizzando, laddove la materia lo consenta, le video conferenze. L'applicazione delle nuove tecnologie potra' rappresentare anche oggetto degli interventi di formazione alle imprese, affinche' quest'ultime sviluppino una managerialita' adeguata alle sfide connesse al processo di globalizzazione. In materia di commercio elettronico tema di grande interesse per le imprese italiane che devono recuperare una capacita' di proposta nei mercati esteri, indispensabile sara' il collegamento con i programmi dell'osservatorio istituito al riguardo presso il Minindustria. In aggiunta ai canali tradizionali di distribuzione e vendita, l'Istituto si dovra' adoperare per favorire la diffusione dell'e-commerce (in particolare nella forma business to business) a vantaggio delle imprese italiane, promuovendo una progettualita' per settori, d'intesa con categorie produttive o enti locali, che metta a fuoco il bacino delle imprese italiane capaci di operare on-line e da collocare sul sito WEB e circoscriva i mercati esteri sui quali attivare lo strumento, partendo dall'analisi dei potenziali acquirenti. Non puo' non riconoscersi, comunque, che l'utilizzo delle nuove tecnologie quali strumenti promozionali comporta la conoscenza adeguata delle stesse da parte del personale dell'ICE, che, pertanto, andra' opportunamente formato. 4.5. Con riguardo ai mercati esteri, nel riconoscere priorita' strategica all'area Europa-Mediterraneo, l'Istituto si impegnera' in Europa occidentale in modo particolare a promuovere forme di collaborazione tra PMI italiane e partners locali nei settori tecnologicamente avanzati (quali aerospaziali, telecomunicazioni, ferroviario), anche nella prospettiva di sviluppare iniziative congiunte sui mercati terzi. A questo fine, la formula della sinergia con enti omologhi, in analogia a come operato per l'agroalimentare (accordo con Sopexa) puo' essere un precedente cui ispirarsi per azioni concertate in Paesi extra U.E. Nei Paesi P.E.C.O. accanto a forme di promozione piu' tradizionale della capacita' produttiva italiana, l'obiettivo da perseguire e' quello di favorire lo sviluppo del sistema di produzione locale secondo standard occidentali, nonche' l'incontro tra domanda di cooperazione industriale da parte di quei Paesi con l'offerta di know-how italiana. A questo fine, gli uffici I.C.E. in loco, attraverso opportune azioni formative (del tipo "training on the job") possono dotarsi di specifiche risorse da impiegare in attivita' di consulenza e assistenza alle imprese, sia italiane che locali. Circa l'area balcanica, la strategia promozionale dovra' affiancare la partecipazione italiana al processo di stabilizzazione, ricostruzione e sviluppo di quei Paesi, come sta definendosi a seguito dell'iniziativa legislativa in corso. Per tale area, cosi' come per le aree P.E.C.O., C.S.I., Mediterranea e dell'America latina, appare essenziale promuovere l'informazione per favorire il ricorso da parte delle imprese italiane agli interventi finanziari offerti dagli Organismi internazionali per i programmi di sviluppo locale, nonche' svolgere attivita' formative a favore sia delle imprese italiane che dei settori, pubblico e privato, locali. In Russia le azioni di promotion dovranno essere dirette anche al fine di stimolare l'export delle PMI che operano in quei settori a vantaggio dei quali e' previsto l'utilizzo delle disponibilita' finanziare derivanti dalla linea di credito intergovernativa esistente (30 milioni di dollari USA) e di quelle che gravitano intorno alla realizzazione dei grandi investimenti italiani nel Paese, con effetto indotto, pertanto, sulla componentistica relativa ai settori tecnologicamente piu' avanzati (petrolifero, attrezzature medicali, automobilistico). Nelle restanti Repubbliche CSI l'impegno andra' rivolto in particolare a fornire una informazione aggiornata alle imprese italiane, tenuto conto delle enormi potenzialita' di quei mercati: indagini di mercato, schede Paese, Country Presentation in Italia saranno, pertanto, i momenti in cui articolare l'attivita' dell'I.C.E., anche in collegamento con Simest e SACE in considerazione della rilevanza delle problematiche finanziarie che condizionano lo sviluppo dei rapporti bilaterali. Le azioni sopraindicate rappresenteranno il presupposto cui far seguire workshop e giornate tecnologiche per approfondire le concrete possibilita' di investimento-collaborazione. Per quanto riguarda in particolare le Repubbliche centro-asiatiche potranno essere ricercate forme di intervento anche congiuntamente a Paesi terzi, quali la Turchia, che vantano tradizionali rapporti con tale area. Circa l'area Mediterranea occorrera' operare una scelta di eventi caratterizzati, al tempo stesso, da un momento promozionale ed uno di cooperazione, in un binomio ottimale Paese-settore, e finalizzati all'obiettivo di favorire le esportazioni, lo sviluppo di joint-ventures ed altre forme di cooperazione e di investimenti produttivi; cio' nell'ottica di un maggiore radicamento, soprattutto delle PMI, sui mercati mediterranei. Inoltre sara' opportuna una maggiore qualificazione dell'intervento pubblico nella partecipazione alle manifestazioni fieristiche internazionali attraverso: a) iniziative piu' articolate rispetto alla formula "Punto Italia" che promuovano una maggiore rappresentativita' del Sistema Italia; b) l'organizzazione, in parallelo, di iniziative collaterali quali, ad esempio, seminari specializzati e workshops. In tale area, sulla base dell'esperienza maturata, si ritiene di dover proseguire nella realizzazione di qualificate missioni esplorative di operatori, preventivamente coordinate con le autorita' locali, mirate a valutare l'economicita' del trasferimento di attivita' produttive, la sussistenza di incentivi pubblici, nonche' altre forme di cooperazione con aziende locali. Parimenti e' auspicata una altrettanto adeguata programmazione, in Italia, di selezionate missioni di operatori stranieri pubblici e privati da cui possano scaturire momenti di promozione delle esportazioni e di cooperazione per settori sensibili o aree geografiche, del tipo parchi industriali, con il diretto coinvolgimento di societa' italiane specializzate in studi di fattibilita'. Eventi promozionali ad hoc dovranno essere incentrati sulle potenzialita' offerte dalle municipalita' locali, a loro volta interessate ad utilizzare altre esperienze e a migliorare i propri servizi (quali smantellamento dei rifiuti, trasporti, trattamento delle acque). Nell'area NAFTA, area di primaria importanza per le nostre esportazioni, e' opportuno continuare a realizzare gli importanti progetti gia' avviati e che riguardano tutti i principali sistemi e settori italiani, nell'ambito di una ampia, articolata azione promozionale da realizzarsi con il ricorso ad una strategia pluriennale di intervento. In linea generale, si e' evidenziata la necessita' di non considerare l'area Nafta, da un punto di vista promozionale, come un mercato unico, ma individuare strategie ed interventi diversificati per tenere conto delle specificita' e della recettivita' dei singoli mercati. Da qui la necessita' sia di prevedere un maggior impegno promozionale in Canada e Messico (privilegiando il primo mercato, le cui potenzialita' risultano ancora poco conosciute presso le imprese italiane, attraverso un adeguato stanziamento promozionale) sia di elaborare strategie promozionali e d'insediamento che permettano di utilizzare detti mercati anche come "ponte" per gli U.S.A. (come gia' fanno i Paesi concorrenti), promuovendo dunque maggiormente investimenti, insediamenti, joint-ventures. Stati Uniti. La promotion pubblica dovra' continuare quelle azioni specifiche, gia' avviate con i programmi precedenti, intese a: a) sostenere i settori di forza con posizioni di rilevanza rafforzando l'immagine del "made in Italy" per l'alto livello qualitativo (anche attraverso la "politica del marchio") e allargare la fascia dei consumatori anche alla provincia, al di fuori dei tradizionali circuiti commerciali; b) sostenere settori nuovi e/o di nicchia (dove la nostra immagine non e' ben identificata per qualita' ed affidabilita', consegne e assistenza, come accade ad esempio per il settore meccanica e beni strumentali) con ampie azioni di marketing che individuino l'interlocutore specifico e la tipologia promozionale piu' adeguata, tenendo presente che gli Stati Uniti sono un Paese dove l'azione di comunicazione piu' efficace e' quella mirata, che da' risposte dirette ad esigenze specifiche; occorrera' dunque insistere, per alcuni settori, con azioni di promotion maggiormente rivolte agli "end-users", per stimolare la domanda del prodotto specifico; nel caso dei "beni strumentali",inoltre, si rendera' necessaria una preventiva analisi delle specificita' produttive dei vari Stati americani e dell'individuazione dei veicoli promozionali piu' adeguati (distribuzione, centri accademici, centri di ricerca); c) proseguire, per i settori "agroalimentare", "beni strumentali", "moda" e "casa", l'azione promozionale dei progetti speciali pluriennali, prevedendo una parte commerciale sempre piu' a compartecipazione privata ed una parte comunicazionale e di immagine sostenuta prettamente con fondi pubblici; d) promuovere i pacchetti localizzativi italiani in stretta connessione con le regioni e i distretti industriali al fine di attrarre nuovi investimenti in Italia. Infine, si rammenta la necessita', gia' rappresentata in occasione di un Convegno d'area tenutosi nel 1999 ad Ottawa, di poter disporre di una mappatura esatta delle presenze di imprese italiane sul mercato - aggiornata, dettagliata ed attendibile - che scaturisca dall'analisi congiunta dei dati in possesso rispettivamente degli uffici I.C.E. locali, delle Camere di commercio italiane presenti sul mercato e delle rappresentanze diplomatiche in loco. Canada. A fronte del comune interesse dei due Paesi e dei recenti momenti d'incontro istituzionali, e' opportuno prevedere, anche per il 2001, un adeguato stanziamento che consenta la realizzazione di progetti pluriennali che riguardino il settore del legno/arredo, della meccanica strumentale, dell'alta tecnologia e dei beni di consumo, dove le caratteristiche del nostro sistema-Paese (creativita', flessibilita' e alta tecnologia) possono risultare vincenti. A tal fine, occorrera': modulare le future iniziative promozionali, tenendo conto delle varie realta' delle principali province canadesi (molto diverse tra loro culturalmente, linguisticamente, economicamente), estendendo la promotion dai tre centri urbani normalmente considerati (Toronto, Montreal, Vancouver) anche ad altre province emergenti (es.: Alberta e Manitoba); continuare a privilegiare metodologie promozionali "mirate" (come gia' iniziato con il programma promozionale 2000), che coinvolgono, ad esempio, piu' direttamente la distribuzione (veicolo promozionale molto efficace in questo Paese, soprattutto per i beni di consumo) agli utenti finali, utilizzando maggiormente i mass-media locali, organizzando altresi' seminari/workshop per far conoscere al pubblico canadese settori produttivi italiani scarsamente noti (sia per i beni di consumo che per i beni strumentali); promuovere maggiormente presso le nostre aziende gli investimenti in Canada, evidenziando la maggiore facilita' d'insediamento nel Paese, rispetto agli U.S.A., le eventuali agevolazioni per un futuro passaggio sul mercato limitrofo, le esigenze e le potenzialita' del mercato e dei settori emergenti, attraverso corsi di qualificazione e formazione di imprenditori italiani verso il mercato canadese; diffondere la conoscenza dei nostri distretti industriali (con l'aiuto delle regioni), non solo per il trasferimento di know-how e tecnologie, ma per promuovere gli investimenti reciproci attraverso la formazione di joint-ventures. L'azione in Canada dovra' tenere conto degli elementi che emergeranno dai lavori del costituendo Italian-Canadian Business Council, sede di incontro permanente tra gli industriali dei due Paesi. Messico. Per quanto riguarda l'attivita' promozionale, e' da osservare che mentre gli altri due Paesi Nafta necessitano di strategie mirate a mercati ad elevato livello di industrializzazione, il Messico, da questo punto di vista, e' ancora un mercato con grandi potenzialita', ma con un'economia in alcuni settori protettiva. Pertanto, e' necessario consolidare le nostre posizioni (l'Italia ha un'ottima immagine nel Paese, essendo seconda solo alla Francia tra i Paesi esportatori dell'Unione europea), promuovendo attivita' promozionali di base: missioni di operatori messicani in occasione di partecipazioni italiane a fiere settoriali negli U.S.A. (e' da tener presente che il Messico non dispone ancora di una capacita' propria di organizzare fiere internazionali di una certa valenza), missioni di operatori in Italia, eventi promozionali legati ad eventi politici, collegamenti con attivita' turistiche. Per il Paese, alle esigue iniziative svolte sul piano dell'informazione (simposi/workshop, indagini) occorrerebbe far seguire azioni di cooperazione diretta, miranti a: promuovere maggiormente la formazione tecnico-professionale in loco creando formule tecnologiche di supporto - presso universita' messicane o centri specializzati - dove formare giovani managers o tecnici direttamente su macchinari italiani; favorire, attraverso opportuni contatti con le controparti, gli investimenti italiani in Messico specie se indirizzati a strutture produttive che assemblano componenti esteri per produrre ed esportare prodotti finiti da destinare ai mercati U.S.A. e Canada; prevedere seminari in Messico sulle tecnologie italiane e sulla diffusione delle logiche d'impresa in cui siamo vincenti: realta' delle piccole e medie imprese italiane, distretti industriali, trasferimenti di know-how; dare maggiore diffusione, presso le nostre aziende, degli strumenti finanziari nazionali e comunitari a sostegno dell'esportazione e dell'internazionalizzazione delle imprese (attivita' Sace, Mediocredito, legge n. 394/1981, progetto Enterprise, Alinvest). America Latina. Per il 2001 si propone di svolgere un maggiore impegno promozionale nell'area e modulare le future iniziative promozionali tenendo conto delle varie realta' delle province argentine e brasiliane, diverse tra loro culturalmente ed economicamente, con l'estensione della promotion anche a province emergenti. A titolo esemplificativo si possono citare, per l'Argentina la provincia di Santa Fe', in particolare la citta' di Rosario, e la provincia di Cordoba, cogliendo anche le opportunita' connesse allo sviluppo turistico, che comprende concessioni per alberghi e centri di convegni. Per il Brasile si puo' citare la Repubblica del Mato Grosso del Sud, fertilissima regione agricola e mineraria e riserva ecologica, che necessita di infrastrutture ed ha grosse potenzialita' per insediamenti turistici ed industriali. Per quanto riguarda le metodologie promozionali, sarebbe opportuno puntare maggiormente sui seminari/workshop, sia al fine di far conoscere settori produttivi italiani scarsamente noti (vedi settore alimentare, dove il fatturato delle esportazioni non supera il 13% a fronte di una potenzialita' assai maggiore), sia per rispondere alla domanda di formazione che si e' evidenziata, soprattutto in Argentina, a seguito del Grande Evento del maggio '99. Per quanto riguarda il Brasile, esaminando gli esiti della missione del marzo '98, si segnalano i seguenti settori: impiantistica, infrastrutture, meccanica elettrica e formazione. Asia. I mercati asiatici andranno seguiti con particolare attenzione in considerazione della ripresa in atto. Sembra opportuno, quindi, focalizzare nell'area un programma promozionale che sia, rispetto all'attuale, piu' diversificato sia in termini di Paesi che di settori, puntando su produzioni in cui l'Italia eccelle ma che al momento sono state poco considerate: tecnologia dell'ambiente, telecomunicazioni, aerospaziale, prodotti medicali e farmaceutici, infrastrutture, design industriale e cantieristica. Cina. Il Paese, dalle grandi potenzialita', va considerato secondo le capacita' di sviluppo delle singole regioni e municipalita'. Occorrera', quindi, diversificare l'azione promozionale - attualmente concentrata a Pechino e Shanghai - estendendola anche sul territorio attraverso iniziative specifiche. Occorrera', pertanto, "tarare" l'attivita' promozionale su quanto richiede il mercato locale. Rispondendo alla domanda connessa con il processo di modernizzazione della capacita' produttiva cinese, le azioni dovranno essere rivolte, in particolare, ai settori della meccanica strumentale (macchine per l'industria conciaria, per le calzature, per la lavorazione del legno, ecc.), dell'aerospazio, dell'agroalimentare, della componentistica per auto, ai grandi lavori di infrastrutture (centrali elettriche,telecomunicazioni, grandi opere civili), ai servizi delle grandi municipalita' (trattamento delle acque, dei rifiuti, preservazione dell'ambiente, ecc.). Non dovra' essere dimenticato il ruolo di Hong Kong, come ponte per il raggiungimento del piu' ampio mercato cinese. Taiwan. Con le nuove elezioni del 2000 si prevede un anno fiscale positivo e nuove iniziative per lo sviluppo del Paese, tra cui il progetto principale e' quello varato dal Governo nel settore della ricostruzione dopo il terribile terremoto dello scorso settembre che ha colpito il Paese. Pertanto, con riguardo a cio', un ruolo di importante rilievo potrebbe avere l'Italia con la sua alta tecnologia. Giappone. Il grande evento "Italia in Giappone 2001" offrira' all'Italia la possibilita' di farsi conoscere in svariati campi, da quello culturale, artistico, dei prodotti tipici, culinario, turistico, a quello dell'industria e della tecnologia, evento che dovra' trovare seguito negli anni a venire per consolidare la conoscenza della produzione italiana. Continuera', comunque, l'impegno dell'Istituto attraverso programmi di azione nei settori che possono offrire prospettive di collaborazione, scaturenti anche dai lavori dell'Italy-Japan Business Group. Relativamente agli altri Paesi dell'area, in fase di recupero dalla crisi del Sud-Est Asiatico, indispensabile sara' assicurare l'informazione presso l'imprenditoria italiana circa i settori piu' aperti allo sviluppo e che offrono prospettive di collaborazione e svolgere azioni promozionali mirate (seminari, formazione, missioni in Italia). Per tali attivita' andranno sfruttate, tra l'altro, le opportunita' connesse ai Memorandum di intesa intergovernativi in materia di PMI (di recente stipulati con Indonesia e Vietnam). Piu' in particolare, nell'area del Pacifico andranno meglio focalizzate le opportunita' di business esistenti in Australia e in Nuova Zelanda, rivolgendo attenzione anche ai servizi (informatica, TLC), all'energia e alla cantieristica. 5. Si indicano le percentuali secondo cui orientare l'impiego dei fondi, per aree di intervento, a valere sulle disponibilita' finanziarie dell'anno di riferimento al netto dei seguenti accantonamenti: l'1% delle risorse, da affidare a soggetti terzi, per attivita' di valutazione dell'efficacia dei risultati delle iniziative promozionali rispetto agli obiettivi prefissati; lire 6.000 milioni a titolo di fondo di riserva per necessita' che potranno sopravvenire nel corso dell'anno. I valori di seguito proposti potranno essere oggetto di modifiche impartite con successive direttive di questa amministrazione qualora l'evolversi della congiuntura economica lo rendesse necessario.
===================================================================== Aree geografiche | ===================================================================== Europa occidentale |10% --------------------------------------------------------------------- Europa centro orientale |10% --------------------------------------------------------------------- Nafta |20% --------------------------------------------------------------------- di cui USA |15% --------------------------------------------------------------------- America Latina | 6% --------------------------------------------------------------------- Asia/Oceania |18% --------------------------------------------------------------------- di cui Cina/Hong Kong | 6% --------------------------------------------------------------------- Giappone | 6% --------------------------------------------------------------------- Medio Oriente, Mediterraneo, Africa | 9% --------------------------------------------------------------------- Italia-Mondo | 3% --------------------------------------------------------------------- Accordi di programma con le regioni |17% --------------------------------------------------------------------- Accordi con altri soggetti (associazioni di categoria, sistema | camerale, enti fieristici e istituti universitari) | 7% |
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