Gazzetta n. 67 del 21 marzo 2000 (vai al sommario)
MINISTERO DELLE FINANZE
DECRETO MINISTERIALE 26 febbraio 2000
Approvazione, in base all'art. 62-bis del decreto-legge 30 agosto 1993, n. 331, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 ottobre 1993, n. 427, di uno studio di settore relativo ad attivita' economiche nel settore del commercio.

IL MINISTRO DELLE FINANZE
Visto il decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 600, concernente disposizioni comuni in materia di accertamento delle imposte sui redditi;
Visto l'art. 62-bis del decreto-legge 30 agosto 1993, n. 331, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 ottobre 1993, n. 427, che prevede, da parte degli uffici del dipartimento delle entrate del Ministero delle finanze, l'elaborazione di appositi studi di settore in relazione ai vari settori economici;
Visto l'art. 3, comma 121, della legge 23 dicembre 1996, n. 662, che stabilisce che i soggetti che hanno dichiarato ricavi derivanti dall'esercizio di attivita' di impresa di cui all'art. 53, comma 1, ad esclusione di quelli indicati alla lettera c), del testo unico delle imposte sui redditi, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, o compensi derivanti dall'esercizio di arti e professioni di ammontare non superiore a lire dieci miliardi sono tenuti a fornire all'amministrazione finanziaria i dati contabili ed extracontabili necessari per l'elaborazione degli studi di settore;
Visto il proprio decreto 5 dicembre 1997, concernente l'approvazione di questionari per gli studi di settore relativi ad attivita' imprenditoriali nel settore delle manifatture, dei servizi, del commercio e ad attivita' professionali;
Visto l'art. 10, della legge 8 maggio 1998, n. 146, che individua le modalita' di utilizzazione degli studi di settore in sede di accertamento nonche' le cause di esclusione degli stessi;
Visto il decreto del Presidente della Repubblica 31 maggio 1999, n. 195, recante disposizioni concernenti i tempi e le modalita' di applicazione degli studi di settore;
Considerato che a seguito delle analisi e delle valutazioni effettuate, allo stato, sulla base dei dati in possesso dell'amministrazione finanziaria sono emerse cause di non applicabilita' degli studi di settore;
Visto il proprio decreto 10 novembre 1998, che ha istituito la commissione di esperti prevista dall'art. 10, comma 7, della legge n. 146 del 1998;
Visto il decreto direttoriale 24 dicembre 1999, concernente le modalita' di annotazione separata dei componenti rilevanti ai fini dell'applicazione degli studi di settore;
Acquisito il parere della predetta commissione di esperti in data 3 febbraio 2000;
Ritenuto di dover provvedere al riguardo;
Decreta: Art. 1. Approvazione degli studi di settore
1. E' approvato, in base all'art. 62-bis del decreto legge 30 agosto 1993, n. 331, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 ottobre 1993, n. 427, lo studio di settore SM 09 B, codice di attivita' 50.40.1., relativo all'attivita' economica di commercio all'ingrosso e al dettaglio di motocicli e ciclomotori (compresi intermediari).
2. Gli elementi necessari alla definizione presuntiva dei ricavi e dei corrispettivi relativi allo studio di settore indicato nel comma 1 sono determinati sulla base della nota tecnica e metodologica, delle tabelle dei coefficienti nonche' della lista delle variabili per l'applicazione dello studio, di cui all'allegato 1.
3. Il programma per l'applicazione dello studio di settore segnala anche, con riferimento ad indici significativi, la coerenza economica rispetto ai valori minimi e massimi assumibili con riferimento a comportamenti normali degli operatori del settore.
4. Lo studio di settore si applica ai contribuenti che svolgono in maniera prevalente l'attivita' indicata nel comma 1, nonche' ai contribuenti che svolgono la predetta attivita' in maniera secondaria per la quale abbiano tenuto contabilita' separata, fermo restando il disposto dell'art. 2. In caso di esercizio di piu' attivita' d'impresa, per le quali non e' stata tenuta la contabilita' separata, per attivita' prevalente si intende quella da cui deriva nel periodo d'imposta la maggiore entita' dei ricavi.
5. Lo studio di settore approvato con il presente decreto e' utilizzabile a partire dagli accertamenti relativi al periodo di imposta 1999.
 
Art. 2. Categorie di contribuenti alle quali non si applicano gli
studi di settore
1. Lo studio di settore approvato con il presente decreto non si applica:
a) nel caso in cui l'esercizio dell'attivita' d'impresa e' svolto attraverso l'utilizzo di piu' punti di vendita per i quali non e' stata tenuta contabilita' separata;
b) in caso di esercizio di due o piu' attivita' di impresa, non rientranti nel medesimo studio di settore, per le quali non e' stata tenuta la contabilita' separata, se l'importo complessivo dei ricavi dichiarati relativi alle attivita' non rientranti tra quelle prese in considerazione dallo studio di settore supera il 20% dell'ammontare totale dei ricavi dichiarati;
c) nei confronti dei contribuenti che hanno dichiarato ricavi di cui all'art. 53, comma 1, esclusi quelli di cui alla lettera c), del testo unico delle imposte sui redditi, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, di ammontare superiore a 10 miliardi di lire;
d) nei confronti delle societa' cooperative, societa' consortili e consorzi che operano esclusivamente a favore delle imprese socie o associate;
e) nei confronti delle societa' cooperative costituite da utenti non imprenditori che operano esclusivamente a favore degli utenti stessi.
 
Art. 3. Variabili delle imprese
1. La determinazione dei valori da attribuire alle variabili da utilizzare per l'applicazione dello studio di settore approvato con il presente decreto e' effettuata sulla base delle istruzioni per la compilazione del relativo questionario approvato con decreto ministeriale 5 dicembre 1997, tenuto conto di quanto precisato in quelle per la compilazione delle dichiarazioni di cui all'art. 3, comma 1.
 
Art. 4. Determinazione del reddito imponibile
1. Sulla base dello studio di settore sono determinati presuntivamente i ricavi di cui all'art. 53, ad esclusione di quelli previsti dalle lettere c) e d) del comma 1 dello stesso articolo del testo unico delle imposte sui redditi.
2. Ai fini della determinazione del reddito d'impresa l'ammontare dei ricavi di cui al comma 1 e' aumentato degli altri componenti positivi, compresi i ricavi di cui all'art. 53, comma 1, lettere c) e d), del menzionato testo unico, ed e' ridotto dei componenti negativi deducibili. Ai fini della determinazione degli importi relativi alle voci e alle variabili di cui all'art. 3 devono essere considerati i componenti negativi inerenti all'esercizio dell'attivita' anche se non dedotti in sede di dichiarazione dei redditi.
3. Per le imprese che eseguono opere, forniture e servizi pattuiti come oggetto unitario e con tempo di esecuzione ultrannuale i ricavi dichiarati, da confrontare con quelli presunti in base allo studio di settore, vanno aumentati delle rimanenze finali e diminuiti delle esistenze iniziali valutate ai sensi dell'art. 60, commi da 1 a 4, del testo unico delle imposte sui redditi.
 
Art. 5. Comunicazione dei dati rilevanti ai fini dell'applicazione
degli studi di settore
1. I contribuenti ai quali si applica lo studio di settore comunicano, in sede di dichiarazione dei redditi, i dati rilevanti ai fini dell'applicazione degli studi stessi.
 
Art.6. Annotazione separata
1. Nei confronti dei contribuenti che esercitano l'attivita' per la quale lo studio di settore e' approvato con il presente decreto le disposizioni contenute nel decreto direttoriale 24 dicembre 1999, concernenti l'annotazione separata dei componenti rilevanti ai fini dell'applicazione degli studi di settore, si applicano a decorrere dal 1 maggio 2000. E' facolta' del contribuente indicare a quale attivita' esercitata o a quale punto di vendita debbono essere imputati i ricavi conseguiti nei mesi precedenti nonche' gli altri componenti rilevanti ai fini dell'applicazione del relativo studio di settore. Qualora tale facolta' non venga esercitata, in sede di dichiarazione dei redditi, i ricavi relativi all'intero periodo d'imposta vanno ripartiti applicando ai ricavi conseguiti fino al 30 aprile 2000 la percentuale di ripartizione determinata con riferimento ai ricavi conseguiti a partire dal 1 maggio 2000.
Il presente decreto sara' pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana.
Roma, 26 febbraio 2000
Il Ministro: Visco

Allegato 1
SM09B
NOTA TECNICA E METODOLOGICA 1. Criteri per la costruzione dello studio di settore
Di seguito vengono esposti i criteri seguiti per la costruzione dello studio di settore.
Oggetto dello studio e' l'attivita' economica rispondente al codice ISTAT:
50.40.1 Commercio all'ingrosso e al dettaglio di motocicli e ciclomotori (compresi intermediari).
La finalita' perseguita e' di determinare un "ricavo potenziale" tenendo conto non solo di variabili contabili, ma anche di variabili strutturali in grado di determinare il risultato di un'impresa.
A tale scopo, nell'ambito dello studio, vanno individuate le relazioni tra le variabili contabili e le variabili strutturali, per analizzare i possibili processi produttivi e i diversi modelli organizzativi impiegati nell'espletamento dell'attivita'.
Al fine di conoscere le informazioni relative alle strutture produttive in oggetto si e' progettato ed inviato ai contribuenti interessati un questionario per rilevare tali informazioni (il codice del questionario relativo allo studio in oggetto e' SM09).
Il numero dei questionari inviati e' stato pari a 2.889. I questionari restituiti sono stati 1.916, pari al 66,3% degli inviati.
Sui questionari sono state condotte analisi statistiche per rilevare la completezza, la correttezza e la coerenza delle informazioni in essi contenute.
Tale analisi ha comportato, ai fini della definizione dello studio, lo scarto di 631 questionari, pari al 32,9% dei questionari rientrati.
I principali motivi di scarto sono stati:
presenza di attivita' secondarie con un'incidenza sul fatturato complessivo superiore al 20%;
quadro B del questionario (unita' locali) non compilato;
compilazione di piu' quadri B (unita' loca]i);
quadro G del questionario (elementi specifici dell'attivita') non compilato;
quadro H del questionario (modalita' organizzativa e di acquisto) non compilato;
quadro M del questionario (elementi contabili) non compilato;
non compilazione delle superfici di vendita presenti nel quadro B del questionario;
errata compilazione delle percentuali relative alla composizione dei ricavi (quadro G del questionario);
errata compilazione delle percentuali relative alle modalita' d'acquisto dei veicoli (quadro H del questionario);
ricavi dichiarati maggiori di 10 miliardi di lire;
incongruenze fra i dati strutturali e i dati contabili contenuti nel questionario.
A seguito degli scarti effettuati, il numero dei questionari oggetto delle successive analisi e' risultato pari a 1.285. 1.1 Identificazione dei gruppi omogenei
Per segmentare le imprese oggetto dell'analisi in gruppi omogenei sulla base degli aspetti strutturali, si e' ritenuta appropriata una strategia di analisi che combina due tecniche statistiche:
una tecnica basata su un approccio di tipo multivariato, che si e' configurata come un'analisi fattoriale del tipo Analyse des donne'es e nella fattispecie come una Analisi in Componenti Principali(1);
- un procedimento di Cluster Analysis(2).
L'utilizzo combinato delle due tecniche e' preferibile rispetto a un'applicazione diretta delle tecniche di clustering.
In effetti, tanto maggiore e' il numero di variabili su cui effettuare il procedimento di classificazione, tanto piu' complessa e meno precisa risulta l'operazione di clustering.
Per limitare l'impatto di tale problematica, la classificazione dei contribuenti e' stata effettuata a partire dai risultati dell'analisi fattoriale, basandosi quindi su un numero ridotto di variabili (i fattori) che consentono, comunque, di mantenere il massimo delle informazioni originarie.
In un procedimento di clustering di tipo multidimensionale, quale quello adottato, l'omogeneita' dei gruppi deve essere interpretata, non tanto in rapporto alle caratteristiche delle singole variabili, quanto in funzione delle principali interrelazioni esistenti tra le variabili esaminate che contraddistinguono il gruppo stesso e che concorrono a definirne il profilo.
Le variabili prese in esame nell'Analisi in Componenti Principali sono quelle presenti in tutti i quadri di cui si compone il questionario ad eccezione del quadro M che contiene i dati contabili presenti nella dichiarazione dei redditi. Tale scelta nasce dall'esigenza di caratterizzare le imprese in base ai possibili modelli organizzativi, alle diverse tipologie di prodotti e servizi venduti, alle varie modalita' di acquisto, etc.; tale caratterizzazione e' possibile solo utilizzando le informazioni relative alle strutture operative e a tutti quegli elementi specifici che caratterizzano le diverse realta' economiche e produttive di un'impresa.
I fattori risultanti dall'analisi in Componenti principali vengono analizzati in termini di significativita' sia economica sia statistica, al fine di individuare quelli che colgono i diversi aspetti strutturali delle attivita' oggetto dello studio.
La Cluster Analysis ha consentito di identificare cinque gruppi omogenei di imprese. I principali aspetti strutturali delle imprese considerati nell'analisi sono:
dimensioni del punto vendita;
presenza dell'attivita' di officina;
vendita di ricambi e accessori;
modalita' di acquisto. 1.2 Descrizione del gruppi omogenei
Di seguito vengono riportate le descrizioni di ciascuno dei gruppi omogenei (cluster). Cluster 1 - Rivendite con attivita' di officina. Numerosita': 187.
I soggetti appartenenti a questo cluster sono caratterizzati da una forte attivita' di post-vendita, che determina la seguente composizione percentuale dei ricavi: vendita veicoli nuovi (39%), vendita di ricambi e accessori (28%), attivita' di officina (29%); la vendita di veicoli usati e' presente solo nel 30% dei casi con una incidenza media sui ricavi non rilevante. La struttura giuridica prevalente e' quella di ditta individuale (84%), dove, oltre al titolare, e' presente un lavoratore dipendente solo nel 25% dei casi.
La vendita di motocicli e ciclomotori presenta una struttura organizzativa di piccole dimensioni, caratterizzata da limitati locali per l'esposizione (51 mq) e con la presenza di deposito solo nel 27% dei casi (48 mq). La modalita' di vendita e' esclusivamente quella diretta con conseguente assenza di sottorete.
La vendita di ricambi e accessori e' principalmente rivolta all'attivita' di officina interna (17% dei ricavi totali) e, in misura minore, come vendita al banco (10%); tale attivita' richiede, mediamente, un magazzino ricambi di 30 mq.
L'attivita' di officina presenta uno spazio medio di 49 mq, in cui e' presente un meccanico produttivo solo nel 15% dei casi.
L'acquisto di motocicli e ciclomotori avviene, in prevalenza, presso le concessionarie di veicoli. Cluster 2 - Rivendite di motocicli, ciclomotori, ricambi e accessori. Numerosita': 111.
La caratteristica dei soggetti appartenenti a questo cluster e' quella di avere, oltre la vendita di veicoli (circa 1/3 dei ricavi complessivi), anche una consistente attivita' di vendita ricambi, mentre e' marginalmente presente l'attivita' di officina; la vendita di veicoli usati e' presente solo nel 14% dei casi. La struttura giuridica prevalente e' quella di ditta individuale (71%) a cui si affianca un 29% di societa', dove sono presenti 1 o 2 soci con occupazione prevalente. Si rileva, invece, la presenza di personale dipendente solo nel 28% dei casi.
La vendita di motocicli e ciclomotori presenta una struttura organizzativa di piccole dimensioni, caratterizzata da limitati locali per l'esposizione (48 mq) e con la presenza di deposito solo nel 20% dei casi (74 mq). La modalita' di vendita e' esclusivamente quella diretta con conseguente assenza di sottorete.
La vendita di ricambi e accessori e' principalmente svolta al banco, secondariamente come vendita esterna, mentre quella attraverso l'attivita' di officina e' presente in circa il 29% dei casi. Tale attivita' richiede, mediamente, un magazzino ricambi di 61 mq.
L'attivita' di officina e' presente in circa il 30% delle imprese con uno spazio medio di 31 mq.
La modalita' di acquisto di motocicli e ciclomotori puo' avvenire, indifferentemente, presso le concessionarie di veicoli o presso i produttori\importatori, cui si aggiunge una piccola parte di acquisto da privati. Cluster 3 - Grandi concessionarie. Numerosita': 223.
I soggetti appartenenti a questo cluster svolgono sia l'attivita' di vendita ciclomotori e motocicli, sia le attivita' di post-vendita, in media cosi' ripartite: vendita veicoli nuovi (73% del totale ricavi), vendita di ricambi e accessori (16%), attivita' di officina (7%), mentre la vendita di veicoli usati e' presente nel 49% dei casi. La struttura giuridica prevalente e' quella di societa' (54% di persone e 24% di capitali) dove sono occupati circa 2 soci con occupazione prevalente. La media dei soggetti impiegati e' di circa 3 lavoratori dipendenti.
La vendita di ciclomotori e motocicli presenta una struttura organizzativa di buone dimensioni, caratterizzata, in media, da locali per l'esposizione di 156 mq e di pari dimensioni per il deposito veicoli; solo nel 12% dei casi e' impiegato almeno un venditore dipendente per lo svolgimento dell'attivita' di vendita. Anche se la modalita' di vendita prevalente e' quella diretta, e' presente, nel 45% dei casi appartenenti al cluster, la vendita attraverso una sottorete per il 33% dei veicoli nuovi venduti.
La vendita di ricambi e accessori e' principalmente svolta al banco (8% dei ricavi totali) e, in misura minore, rivolta all'attivita' di officina interna (5%) e come vendita esterna (3%). Tale attivita' richiede, mediamente, un magazzino ricambi di 116 mq, con la presenza di un addetto alla vendita al banco nel 51% dei casi.
L'attivita' di officina presenta uno spazio medio di 110 mq, in cui sono presenti circa 2 postazioni di lavoro sulle quali opera almeno un meccanico produttivo.
Coerentemente con la struttura organizzativa presente, l'acquisto avviene, in prevalenza, presso produttori e/o importatori. Cluster 4 - Piccole concessionarie. Numerosita': 411.
I soggetti appartenenti a questo cluster svolgono principalmente l'attivita' di vendita ciclomotori e motocicli, ripartendo i ricavi nel seguente modo: vendita veicoli nuovi (77% del totale ricavi), vendita di ricambi e accessori (15%), attivita' di officina (5%). Non rilevante risulta la vendita di veicoli usati. Per quanto riguarda la struttura giuridica, si tratta di ditte individuali (59%) e di societa' (31% di persone e 10% di capitale) dove sono occupati circa 2 soci con occupazione prevalente. La presenza di personale dipendente, invece, e' limitata al 36% dei casi.
La vendita di ciclomotori e motocicli presenta una struttura organizzativa di medie dimensioni, caratterizzata da locali per l'esposizione di 85 mq, mentre il deposito dei veicoli e' presente nel 43% dei casi. Anche se la modalita' di vendita prevalente e' quella diretta, e' presente, nel 24% dei casi, la vendita attraverso una sottorete per il 27% dei veicoli nuovi venduti.
La vendita di ricambi e accessori e' principalmente svolta al banco (11% dei ricavi totali) e, in misura minore, rivolta all'attivita' di officina interna e come vendita esterna. Tale attivita' richiede, mediamente, un magazzino ricambi di 41 mq.
L'attivita' di officina e' presente nel 53% dei casi, con uno spazio medio di 49 mq.
Coerentemente con la struttura organizzativa presente, l'acquisto avviene, quasi esclusivamente, presso produttori e/o importatori. Cluster 5 - Piccole rivendite. Numerosita': 346.
I soggetti presenti in questo cluster sono caratterizzati dall'appartenenza ad una sottorete, piu' o meno organizzata, di uno o piu' concessionari di ciclomotori e motocicli, presso i quali effettuano l'acquisto dei veicoli. Svolgono l'attivita' di vendita ripartendo i ricavi nel seguente modo: vendita veicoli nuovi (77% del totale ricavi), vendita di ricambi e accessori (14%), attivita' di officina (5%), mentre la vendita di veicoli usati e' presente solo nel 26% dei casi. Per quanto riguarda la struttura giuridica, si tratta di ditte individuali (60%) e di societa' (31% di persone e 9% di capitale) dove sono occupati 1 o 2 soci con occupazione prevalente. La presenza di personale dipendente, invece, e' limitata al 21% delle imprese.
La vendita di ciclomotori e motocicli presenta una struttura organizzativa di piccole dimensioni, caratterizzata, da locali per l'esposizione di 73 mq, mentre il deposito dei veicoli e' presente solo nel 24% dei casi. La modalita' di vendita prevalente e' quella diretta.
La vendita di ricambi e accessori e' principalmente svolta al banco (10% dei ricavi totali) e, in misura minore, rivolta all'attivita' di officina interna e come vendita esterna. Tale attivita' richiede, mediamente, un magazzino ricambi di 25 mq.
L'attivita' di officina e' presente nel 50% dei casi, con uno spazio medio di 41 mq. 1.3 Definizione della funzione di ricavo
Una volta suddivise le imprese in gruppi omogenei e' necessario determinare, per ciascun gruppo omogeneo, la funzione matematica che meglio si adatta all'andamento dei ricavi delle imprese appartenenti al gruppo in esame. Per determinare tale funzione si e' ricorso alla Regressione Multipla(3).
La stima della "funzione di ricavo" e stata effettuata individuando la relazione tra il ricavo (variabile dipendente) e alcuni dati contabili e strutturali delle imprese (variabili indipendenti).
E' opportuno rilevare che prima di definire il modello di regressione si e' proceduto ad effettuare un'analisi sui dati delle imprese per verificare le condizioni di "normalita' economica" nell'esercizio dell'attivita' e per scartare le imprese anomale; cio' si e' reso necessario al fine di evitare possibili distorsioni nella determinazione della "funzione di ricavo".
In particolare sono state escluse le imprese che presentano:
costo del venduto dichiarato negativo;
costi e spese dichiarati nel quadro M superiori ai ricavi dichiarati.
Successivamente sono stati utilizzati degli indicatori economico-contabili specifici delle attivita' in esame: - produttivita' per addetto = ricavi/(numero addetti(4)*1.000), dove:
numero addetti = 1 + numero dipendenti a tempo pieno + numero (ditte individuali) dipendenti a tempo parziale + numero apprendisti + numero assunti con contratto di formazione e lavoro o a termine e lavoranti a domicilio + numero collaboratori coordinati e continuativi che prestano attivita' prevalentemente nell'impresa + numero collaboratori dell'impresa familiare e coniuge dell'azienda coniugale + numero associati in partecipazione che apportano lavoro prevalentemente nell'impresa;
numero addetti (societa') = numero dipendenti a tempo pieno + numero dipendenti a tempo parziale + numero apprendisti + numero assunti con contratto di formazione e lavoro o a termine e lavoranti a domicilio + numero collaboratori coordinati e continuativi che prestano attivita' prevalentemente nell'impresa + numero associati in partecipazione che apportano lavoro prevalentemente nell'impresa + numero soci con occupazione prevalente nell'impresa + numero amministratori non soci;
ricarico = ricavi/costo del venduto, dove:
costo del venduto = esistenze iniziali + acquisti di merci e materie prime - rimanenze finali;
rotazione del magazzino = costo del venduto/giacenza media del magazzino, dove:
giacenza media = (esistenze iniziali + rimanenze finali)/2.
Per ogni gruppo omogeneo e' stata calcolata la distribuzione ventilica di ciascuno degli indicatori precedentemente definiti e poi sono state selezionate le imprese che presentavano valori degli indicatori contemporaneamente all'interno di un determinato intervallo, per costituire il campione di riferimento.
Per la produttivita' per addetto sono stati scelti i seguenti intervalli:
dall'estremo superiore del 3 ventile all'estremo superiore del 19 ventile, per il cluster 1;
dall'estremo superiore del 2 ventile all'estremo superiore del 19 ventile, per il cluster 2;
dall'estremo superiore del 3 ventile all'estremo superiore del 19 ventile, per il cluster 3; dall'estremo superiore del 4 ventile all'estremo superiore del 18 ventile, per il cluster 4;
dall'estremo superiore del 3 ventile all'estremo superiore del 19 ventile, per il cluster 5.
Per il ricarico sono stati scelti i seguenti intervalli:
dall'estremo superiore del 3 ventile all'estremo superiore del 19 ventile, per il cluster 1;
dall'estremo superiore del 2 ventile all'estremo superiore del 19 ventile, per il cluster 2;
dall'estremo superiore del 3 ventile all'estremo superiore del 19 ventile, per il cluster 3;
dall'estremo superiore del 3 ventile all'estremo superiore del 19 ventile, per il cluster 4;
dall'estremo superiore del 3 ventile all'estremo superiore del 19 ventile, per il cluster 5.
Per la rotazione del magazzino sono stati scelti i seguenti intervalli:
dall'estremo superiore del 3 ventile all'estremo superiore del 19 ventile, per il cluster 1;
dall'estremo superiore del 2 ventile all'estremo superiore del 19 ventile, per il cluster 2;
dall'estremo superiore del 4 ventile all'estremo superiore del 19 ventile, per il cluster 3;
dall'estremo superiore del 4 ventile all'estremo superiore del 19 ventile, per il cluster 4;
dall'estremo superiore del 4 ventile all'estremo superiore del 19 ventile, per il cluster 5.
Cosi' definito il campione di imprese di riferimento, si e' proceduto alla definizione della "funzione di ricavo" per ciascun gruppo omogeneo.
Per la determinazione della "funzione di ricavo" sono state utilizzate sia variabili contabili (quadro M del questionario) sia variabili strutturali. La scelta delle variabili significative e' stata effettuata con il metodo stepwise. Una volta selezionate le variabili, la determinazione della "funzione di ricavo" si e' ottenuta applicando il metodo dei minimi quadrati generalizzati, che consente di controllare l'eventuale presenza di variabilita' legata a fattori dimensionali (eteroschedasticita').
Affinche' il modello di regressione non risentisse degli effetti derivanti da soggetti anomali (outliers), sono stati esclusi tutti coloro che presentavano un valore dei residui (R di Student) al di fuori dell'intervallo compreso tra i valori -2,5 e +2,5.
Nella definizione della "funzione di ricavo" si e' tenuto conto anche delle possibili differenze di risultati economici legate al luogo di svolgimento dell'attivita'. A tale scopo si sono utilizzati i risultati di uno studio territoriale specifico per il settore del commercio(5) che ha avuto come obiettivo la suddivisione del territorio nazionale in aree omogenee in rapporto al:
grado di modernizzazione del commercio;
grado di copertura dei servizi di prossimita';
grado di sviluppo socio-economico.
Nella definizione della funzione di ricavo le aree territoriali sono state rappresentate con un insieme di variabili dummy ed e' stata analizzata la loro interazione con la variabile "costo del venduto". Tali variabili hanno prodotto, ove le differenze territoriali non fossero state colte completamente nella Cluster Analysis, valori correttivi da applicare, nella stima del ricavo di riferimento, al coefficiente della variabile "costo del venduto".
Nell'allegato 1.A vengono riportate le variabili ed i rispettivi coefficienti delle "funzioni di ricavo". 2. Applicazione degli studi di settore all'universo del contriruenti.
Per la determinazione del ricavo della singola impresa sono previste due fasi:
l'Analisi Discriminante(6);
la stima del ricavo di riferimento.
Nell'allegato 1.B vengono riportate le variabili strutturali risultate significative nell'Analisi Discriminante.
Non si e' proceduto nel modo standard di operare dell'Analisi Discriminante in cui si attribuisce univocamente un contribuente al gruppo di massima probabilita'; infatti, a parte il caso in cui la distribuzione di probabilita' si concentra totalmente su di un unico gruppo omogeneo, sono considerate sempre le probabilita' di appartenenza a ciascuno dei gruppi omogenei.
Per ogni impresa viene determinato il ricavo di riferimento puntuale ed il relativo intervallo di confidenza.
Tale ricavo e' dato dalla media dei ricavi di riferimento di ogni gruppo omogeneo, calcolati come somma dei prodotti fra i coefficienti del gruppo stesso e le variabili dell'impresa, ponderata con le relative probabilita' di appartenenza.
Anche l'intervallo di confidenza e' ottenuto come media degli intervalli di confidenza, al livello del 99,99%, per ogni gruppo omogeneo, ponderata con le ; relative probabilita' di appartenenza. - Note
(1) L'Analisi in Componenti Principali e' una tecnica statistica che permette di ridurre il numero delle variabili originarie di una matrice di dati quantitativi in un numero inferiore di nuove variabili dette componenti principali tra loro ortogonali (indipendenti, incorrelate) che spieghino il massimo possibile della varianza totale delle variabili originarie, per rendere minima la perdita di informazione; le componenti principali (fattori) sono ottenute come combinazione lineare delle variabili originarie.
(2) La Cluster Analysis e' una tecnica statistica che, in base ai fattori dell'analisi in componenti principali, permette di identificare gruppi omogenei di imprese (cluster); in tal modo le imprese che appartengono allo stesso gruppo omogeneo presentano caratteristiche strutturali simili.
(3) La Regressione Multipla e' una tecnica statistica che permette di interpolare i dati con un modello statistico-matematico che descrive l'andamento della variabile dipendente in funzione di una serie di variabili indipendenti relativamente alla loro significativita' statistica.
(4) Le frequenze relative ai dipendenti sono state normalizzate all'anno in base alle giornate retribuite.
(5) I criteri e le conclusioni dello studio sono riportati nell'apposito decreto ministeriale.
(6) L'Analisi Ddiscriminante e' una tecnica che consente di associare ogni impresa ad uno dei gruppi omogenei individuati per la sua attivita', attraverso la definizione di una probabilita' di appartenenza a ciascuno dei gruppi stessi.
 
Allegato 1.A
VARIABILI E COEFFICIENTI DELLE FUNZIONI DI RICAVO ----> Vedere allegato a pag. 10 del S.O. <----

Allegato 1.B
VARIABILI DELL'ANALISI DISCRIMINANTE Quadro A:
Numero delle giornate retribuite per i dipendenti a tempo pieno.
Numero delle giornate retribuite per i dipendenti a tempo parziale.
Numero delle giornate retribuite per gli apprendisti.
Numero delle giornate retribuite per gli assunti con contratti di formazione e lavoro o a termine e lavoranti a domicilio.
Numero dei collaboratori dell'impresa familiare e coniuge dell'azienda coniugale.
Numero dei soci con occupazione prevalente nell'impresa.
Numero dei soci diversi da quelli con occupazione prevalente nell'impresa. Quadro B:
Mq locali per la vendita e l'esposizione interna dei veicoli.
Mq locali destinati a magazzino e vendita ricambi e accessori.
Mq locali destinati ad officina.
Mq locali destinati a deposito veicoli.
Mq degli spazi all'aperto destinati all'esposizione dei veicoli. Quadro J:
Mq locali destinati a deposito del veicoli.
Mq dei locali destinati all'esposizione dei veicoli (ma non alla vendita).
Mq dei locali destinati a magazzino ricambi e accessori.
Mq locali destinati ad officina. Quadro G:
Vendita di veicoli nuovi.
Vendita di parti di ricambio ed accessori.
Attivita' dell'officina (con esclusivo riferimento alla manodopera).
Provvigioni per attivita' di finanziamento.
Veicoli nuovi venduti.
Capi-officina (numero giornate retribuite).
Accettatori-collaudatori (numero giornate retribuite).
Meccanici produttivi (numero giornate retribuite).
Ausiliari non produttivi (numero giornate retribuite).
Postazioni di lavoro.
Numero di veicoli venduti con finanziamenti. Quadro H:
Acquisto diretto da produttori e/o importatori.
Acquisto da concessionarie (reti ufficiali di vendita) e/o altri commercianti di veicoli.
Veicoli usati venduti a blocchi.
Vendita al banco.
Vendita esterna (ad esempio ad officine, carrozzerie, dettaglianti, ecc.).
Vendita tramite la propria officina (a seguito di interventi di riparazione).
 
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